La prima guerra mondiale

 


 

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La prima guerra mondiale

LA PRIMA GUERRA MONDIALE

 

TRIPLICE ALLEANZA : Germania, Austria, Italia TRIPLICE INTESA      : Francia , Inghilterra, Russia

 

  • La storia dei rapporti fra le potenze che corre fra la fine del 1800 e il 1914 sta a mostrare quanto carica di tensioni sia stata la situazione in Europa.
  • Il fatto che Austria e Germania abbiano avuto un atteggiamento particolarmente aggressivo, in questo periodo, e che abbia provocato lo scoppio della guerra mondiale è stato il risultato di continue disfatte diplomatiche accumulate negli anni.
  • La Germania, inoltre, era particolarmente ansiosa di confrontare la sua splendida macchina bellica di terra contro gli eserciti più deboli dell’Intesa
  • La scintilla, non in alcun modo la causa, che ha dato fuoco alle polveri scoppia a Sarajevo, in Bosnia il 28 giugno 1914 con l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico e sua moglie. (Francesco Ferdinando era il più duro sostenitore delle mire aggressive dell’Austria nei confronti della Serbia)
  • In Austria l’accaduto provoca notevole sdegno e il fatto viene preso come spunto per liquidare la Serbia. La Germania dà a questo progetto tutto il suo appoggio.
  • Il casus belli viene trovato dall’Austria che lancia un ultimatum durissimo alla Serbia: se quest’ultima avesse accettato sarebbe diventata uno stato satellite dell’Austria.
  • Una proposta inglese di mediazione dell’Inghilterra viene seccamente respinta, l’Austria rifiuta ogni compromesso, mobilita il proprio esercito e il 28 luglio attacca.
  • Intanto la Russia, in appoggio alla Serbia, il 30 luglio proclama la mobilitazione generale.
  • La Germania, allora, interviene direttamente e il 31 luglio indirizza alla Russia un ultimatum: deve revocare immediatamente la mobilitazione. La Russia non risponde neppure.

Il 1°agosto la Germania dichiara guerra alla Russia

  • La Francia mobilita lo stesso giorno e il 3 agosto la Germania dichiara guerra alla Francia.
  • Sempre il 3 agosto l’Italia fa conoscere la sua posizione di neutralità giustificandola col fatto che la Triplice Alleanza ha scopo difensivo e non bellico.
  • La Gran Bretagna, resasi conto che una vittoria dell’Alleanza avrebbe portato un dominio incontrastato della Germania sull’Europa, decide di entrare in guerra e il 4 agosto dichiara guerra alla Germania.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE DELLA STORIA ERA COMINCIATA

  • Scendono in campo eserciti immensi alimentati dalla potenza delle industrie belliche moderne e appoggiati da un apparato propagandistico forte come la stampa. Il conflitto dura dall’agosto 1914 al novembre 1918.

  • La Gran Bretagna, con la potenza della sua flotta, contro cui la Germania ha  potuto ben poco, riesce a isolare sia Germania che Austria da tutti i rifornimenti di materie prime per l’industria bellica che di prodotti alimentari provenienti dai paesi extra europei. Inoltre ha messo a disposizione degli alleati ingenti capitali sotto forma di prestiti e tutte le risorse immense del suo impero.
  • Gli Stati Uniti, ormai divenuti la prima potenza industriale del mondo, sono stati portati a sostenere il campo antitedesco e anche il Giappone, che entra in guerra il 15 agosto 1914, è contro la Germania e si impadronisce dei possedimenti tedeschi in Cina.
  • Lo scopo della Germania è vincere la guerra, diventare una potenza mondiale e dominare un’Europa rimodellata sotto la sua egemonia. Non valuta, però, le forze che la Gran Bretagna è in grado di mobilitare nel mondo né la ricchezza di risorse del campo avversario.
  • L’imperialismo e il nazionalismo sono diventate ideologie di massa in grado di cementare fra loro categoria sociali fino ad allora in lotta di fronte a problemi di politica. Ogni paese scopre, così, nella guerra la sua missione storica.
  • In tal modo l’annientamento del nemico diventa un servigio al progresso e alla civiltà. Ogni governo fece credere alla propria opinione pubblica di essere vittima dell’aggressione da parte degli altri.

La guerra è così sentita come una liberazione.

  • I partiti socialisti di tutti i paesi europei, sino ad allora contrari ad ogni guerra, si mostrano ora a favore. Gli unici contrari sono i socialisti russi, i bolscevichi e il partito serbo ma sono casi isolati.
  • L’inizio della guerra pare confermare le previsioni tedesche: la Germania ha un esercito disciplinato comandato da un corpo ufficiali selezionato e dotato di artiglieria pesante senza eguali. L’Austria ha un esercito ben armato anche se soffriva della sua composizione multinazionale. La superiorità sembrava ovvia.
  • Sul campo opposto la Francia ha un esercito armato di artiglieria leggera superiore a quella tedesca, la Russia ha un esercito male armato e ufficiali con scarsa efficienza tecnica (ma la sua forza è il numero) e la Gran Bretagna ha un esercito di terra ridotto.
  • Tutti i maggiori stati contavano su un conflitto di breve durata. Il fatto è che la Germania contava di tenere l’Inghilterra fuori dal conflitto e di schiacciare la Francia e la Russia in 2 o 3 mesi basandosi sulla forza d’urto delle proprie armate.

Le previsioni tedesche, all’inizio della guerra, sembrano confermate.

  • Il 4 agosto l’esercito germanico penetra in Belgio e, dopo averlo travolto, punta su Parigi. Il 3 settembre il governo francese abbandona Parigi e si trasferisce a Bordeaux. L’esercito francese si distribuisce sulle sponde della Marna dove gli viene ordinata una resistenza ad oltranza.
  • Battaglia della Marna 6-12 settembre 1914 (vede impegnati 2 milioni di uomini) arresta lo slancio tedesco e permise una controffensiva francese. I risultati sono di enorme portata: non solo l’esercito francese evita la distruzione ma sfuma anche il piano tedesco di trasferirvi (in Francia) la gran parte delle forze germaniche.
  • Ha ora inizio la guerra di logoramento, segnata dalla costruzione di lunghe trincee.
  • A oriente i russi in agosto tentano una penetrazione in Prussia ma vengono duramente sconfitti nelle battaglie di Tannenberg 27-30 agosto e dei laghi Masuri 8- 10 settembre. Ottengono, invece, successi contro gli austriaci che devono evacuare la Galizia. Le sconfitte russe, però, sono importanti in quanto costringono i tedeschi a muovere truppe dal fronte occidentale favorendo la resistenza francese.

  • Alla fine di ottobre, gli imperi centrali, riescono a far entrare in guerra la Turchia. Il fatto costringe l’esercito russo a dividere le forze su due fronti e permette agli imperi centrali di assumere il controllo degli Stretti.
  • Bloccati dalla battagli della Marna i tedeschi tentano di tagliare l’Inghilterra dalla Francia ma non riescono a spezzare la resistenza franco-britannica (battaglia delle Fiandre)
  • Alla fine del 1914 la battaglia sul fronte occidentale ha assunto carattere di battaglia di trincea lungo 800 km dalle Fiandre alla Svizzera. La situazione si stabilizza
  • Tedeschi e austriaci decidono, allora, si sferrare una massiccia offensiva alla Russia che risente in modo drammatico della mancanza di un’industria interna che rifornisca l’esercito di armi e munizioni. I russi vengono respinti fino alla Beresina.
  • Mentre veniva sferrata l’offensiva ai russi, l’Italia dichiara guerra all’Austria. Ma facciamo un passo indietro: dichiarando la sua neutralità, l’Italia, aveva messo in luce due fatti. Il primo era la labile alleanza con l’Austria (il Trentino era ancora sotto il dominio di Vienna) e il secondo che aveva una scarsa preparazione militare.
  • In generale le maggiori forze politiche italiane sono favorevoli alla neutralità: i liberali giolittiani proprio per l’inadeguatezza militare, molti settori dell’industria erano convinti che restando neutrali avrebbero fatto affari migliori, i socialisti esprimono il pensiero operaio e contadino contrario al conflitto, i cattolici sono in genere pacifisti. In più, dichiarando neutralità, l’Italia si era attenuta alla lettera al trattato della Triplice Alleanza (principio difensivo e non offensivo) e quando Germania e Austria dichiararono guerra non interpellarono minimamente l’Italia.
  • Gli unici favorevoli erano alcuni capi del sindacalismo rivoluzionario, i nazionalisti interventisti, ovvero Mussolini e i liberali anti giolittiani.
  • Dal connubio tra antigiolittiani e nazionalisti scaturisce una forza che, seppure limitata, riesce a trascinare l’Italia in guerra. Quindi il passaggio dalla neutralità all’intervento in guerra è stato deciso, al di fuori dell’opinione pubblica e del Parlamento, dal Governo con l’appoggio della Corona e dei nazionalisti.
  • Di fatto Salandra, capo del gabinetto, segue una politica di patteggiamenti tanto con gli stati centrali che con l’Intesa. Ma è la logica stessa degli interessi che spinge l’Italia nel campo dell’Intesa. L’Italia ha rivendicazioni verso l’Austria (Trento e Trieste).
  • Il 26 aprile 1915 viene firmato a Londra un trattato in base al quale l’Italia s’impegna a entrare in guerra entro un mese dalla firma. Il trattato, che rimarrà segreto all’opinione pubblica fino al 1917, sostanzialmente prevede:
  • l’annessione del Tirolo cisalpino fino al Brennero
  • l’annessione di Trento
  • Trieste e Gorizia
  • L’Istria fino al Quarnaro esclusa Fiume
  • La Dalmazia
  • Valona in Albania e il protettorato sull’Albania
  • Il Dodecaneso e parte del bottino da spartire dopo la distruzione dell’impero turco
  • Il bacino carbonifero di Adalia
  • In fine la Gran Bretagna concede crediti ingenti così, l’Italia, entra in guerra con un duplice obbiettivo: nazionale, per congiungere territori alla madre patria e uno imperialistico perché prevede la conquista di territori stranieri.

  • Il Governo manovra le manifestazioni di piazza che hanno il loro culmine in maggio, le cosiddette “radiose giornate di maggio”, per appoggiare un intervento già deciso. Funzione delle agitazioni era fare da contraltare alle opposizioni delle masse lavoratrici. Acclamati dai nazionalisti sono soprattutto i discorsi di D’Annunzio.
  • Il 23 maggio l’Italia indirizza un ultimatum all’Austria e il 24 entra i guerra contro questa.
  • Si è già detto che gli italiani entrano in guerra proprio mentre i russi subiscono gravi rovesci da parte degli austriaci. L’esercito italiano, sotto il comando supremo di Luigi Cadorna (figlio di Raffaele che aveva guidato le truppe a Porta Pia) gode di una notevole superiorità numerica e soprattutto non è stanco. Manca però di adeguata preparazione.
  • Cadorna ordina una serie di offensive nelle zone dell’Isonzo e del Carso tra la fine di giugno e l’inizio di dicembre del 1915 senza raggiungere alcun reale risultato nonostante il valore della fanteria.

Alla fine dell’anno il nostro esercito è in stato di semi collasso.

  • Sul fronte francese gli alleati non facevano passi avanti, i russi restano assediati nelle loro posizioni tra il Baltico e il Dniepr, mentre nei Balcani in ottobre 1915 la Bulgaria entra in guerra a fianco degli imperi centrali aggravando la posizione della Serbia che viene invasa.
  • Il 1915 si chiude nettamente a favore degli imperi centrali anche se gli effetti del blocco navale imposto dagli inglesi cominciava a farsi sentire in modo pesante. Le riserve dell’Intesa, in vista di una guerra lunga, erano decisamente superiori.
  • Il 1916 è contraddistinto da una serie di grandi offensive tedesche sul fronte occidentale, da un’inaspettata offensiva russa e dal tentativo dell’Austria di eliminare l’Italia. Nessuna di queste offensive, però, raggiunge l’obbiettivo di sfondare le linee nemiche arrivando a una vittoria sostanziale.
  • I tedeschi sono convinti di poter infliggere un colpo decisivo alla Francia e il 21 febbraio 1916 attaccano Verdun. I francesi riescono a tenere le linee fino a che, il 22 giugno, per alleggerire Verdun, francesi e inglesi sferrano un attacco durissimo sul fronte della Somme. Per la prima volta gli alleati impiegano carri armati. Il fronte della Somme salva così Verdun.
  • In seguito all’offensiva di Verdun, la Francia sollecita italiani e russi ad offensive per aiutarla. Inizia, così, sul fronte dell’Isonzo la quinta offensiva che, però, non consegue alcun obbiettivo. Anzi, il mancato successo italiano convince gli austriaci che è possibile sferrare un attacco decisivo all’Italia.
  • Il 15 maggio inizia la Strafexepidion (spedizione punitiva contro l’alleato traditore) tra il lago di Garda e il Brenta. Nel corso di questa offensiva gli austriaci catturano Cesare Battisti anche se quest’ultimo è suddito austriaco e quindi viene considerato più che un prigioniero: è considerato un traditore e viene impiccato.
  • Cadorna e Vitt. Emanuele III rivolgono un appello di soccorso allo Zar. I russi il 4 giugno passano all’attacco arrivando fino ai Carpazi meridionali. Un intervento delle truppe tedesche riesce parzialmente a contenere i russi ed evitare la capitolazione dell’Austria.
  • Il successo russo ha due conseguenze: la prima è che induce la Romania ad entrare in guerra a fianco dell’Intesa (agosto 1916) che non riesce, però, a resistere ai tedeschi e viene messa fuori combattimento a dicembre, la seconda, invece, consente all’esercito italiano di passare al contrattacco ad agosto e conquistare Gorizia.

  • La strafexspedition mette a nudo l’impreparazione dell’esercito italiano e ha come contraccolpo la caduta di Salandra. Viene sostituito da un ministero nazionale presieduto da Boselli (giugno 1916-ottobre 1917).

28 agosto 1916 l’Italia dichiara guerra alla Germania.

  • In definitiva anche il 1916 si chiude senza risultati decisivi.
  • I governi di tutti i paesi sono entrati in guerra nella convinzione di una rapida conclusione. Invece, nell’impossibilità reciproca di distruggere gli avversari, gli eserciti si sono attestati su lunghissimi fronti che, a volte restano immobili per mesi e mesi.
  • Le armi, rispetto a quelle usate nelle ultime guerre dell’800, sono nuove e ancora più devastanti: fucili a ripetizione, cannoni, mitragliatrici e uso di gas. Nessuna di queste nuove armi, però, si rivela decisiva.
  • Il prolungarsi della guerra ha avuto decisive conseguenze sia sul piano economico sia su quello politico. Per rifornire gli eserciti l’industria viene mobilitata in modo imponente ma, data la scarsità di manodopera maschile, vengono largamente impiegate le donne. Così la produzione per l’esercito, in tutti i paesi, è fonte di ampissimi profitti per le grandi industrie la cui ricchezza contrasta con la miseria delle masse.
  • Le carneficine senza vittoria né per l’uno né per l’altro mutano profondamente l’orientamento degli spiriti verso la guerra e il suo significato: l’ondata di patriottismo si tramuta nella più amara delle delusioni. Tutti i soldati desiderano ardentemente la fine, al più presto, dello spaventoso massacro.
  • Significative manifestazioni di questo orientamento si hanno sia nel 1915 sia nel 1916 con due conferenze che aspirano a una “pace senza annessioni e senza indennità”. Una specie di ritorno allo status quo ante.
  • Nel dicembre del 1916, Guglielmo II, imperatore di Germania, prende un’iniziativa spettacolare: fa un’offerta di pace. Si tratta di una manovra a scopo propagandistico volta a contrastare l’immagine della Germania come responsabile della guerra. L’Intesa la respinge e afferma che non c’è soluzione se non una vittoria totale sugli imperi centrali. I tedeschi, allora, si propongono di spezzare il blocco navale inglese con una guerra sottomarina illimitata. Ovvero i tedeschi avrebbero colpito senza preavviso tutte le navi, anche quelle dei paesi neutrali.
  • Una simile decisione suona come una minaccia nei confronti degli USA, principale fornitore della Gran Bretagna e della Francia. Infatti la guerra sottomarina illimitata provoca l’ingresso in guerra degli stati Uniti (6 aprile 1917).
  • L’ingresso degli USA ha straordinariamente rafforzato l’Intesa sia finanziariamente che militarmente. Il presidente Wilson dichiara che bisogna mettere fine ai governi autoritari degli imperi centrali anche se, in effetti, gli interessi americani erano non proprio ideologici ma pratici. La guerra sottomarina minacciava i commerci statunitensi coi paesi dell’Intesa e una vittoria tedesca avrebbe rafforzato il capitalismo germanico.
  • L’ingresso degli USA ha un grande valore per l’Intesa anche perché avviene proprio mentre la Russia sta cedendo. La Russia zarista cade sotto il peso della sua arretratezza economica e dei contrasti sociali e politici interni.
  • Nel marzo 1917, a Pietrogrado, scoppia la rivoluzione che provoca la caduta dello varismo e la proclamazione della repubblica. L’esercito russo va rapidamente disgregandosi.
  • I tedeschi, con la guerra sottomarina, sono convinti di poter mettere in ginocchio gli inglesi in pochi mesi ma tale guerra non raggiunge i suoi obbiettivi.

  • In Germania, presa nella morsa del blocco navale, l’opposizione delle masse operaie alla guerra va rapidamente crescendo. Tuttavia, i generali tedeschi, inebriati dal cedimento russo, contano di mettere fuori campo Francia e Gran Bretagna prima che gli effetti dell’intervento americano si facciano sentire in modo efficace.

L’Europa è ridotta ad un immenso mattatoio.

  • In questa situazione, così altamente drammatica, con la rivoluzione russa alle porte, papa Benedetto XV compie un gesto clamoroso: Il 1°agosto 1917 invia una nota ai capi degli stati in guerra in cui deplora “l’inutile strage” e avanza concerete proposte di pace.
  • All’interno dei vari paesi in guerra, in effetti, nel corso del 1917 si fa sentire imponente l’ondata pacifista: le truppe francesi sono stremate e vi sono ammutinamenti e ribellioni e a questo generale malcontento la Francia risponde nel modo più duro (spietate repressioni); in Italia il pacifismo fa passi da gigante anche perché la condotta della guerra del Gen Cadorna, palesemente ispirata al totale disinteresse per la vita degli uomini e dei soldati, suscita un serpeggiante spirito di rivolta.
  • Nonostante l’ingresso in guerra della Grecia nell’estate del 1917 a fianco dell’Intesa, in ottobre l’esercito italiano va incontro ad una bruciante sconfitta: quella sul fronte di Caporetto che sembra segnare la definitiva sconfitta. Le perdite italiane di quei giorni sono di circa 40.000 uomini e circa 280.000 sono fatti prigionieri dagli austro-tedeschi.
  • Cadorna parla di viltà dei nostri soldati ma la disfatta di Caporetto ha comunque ripercussioni violente sul comando supremo: Cadorna viene sostituito dal Gen. Diaz più attento alla psicologia e ai bisogni dei soldati.
  • Ritiratosi sul Monte Grappa, l’esercito italiano, anche aiutato da limitati sostegni franco-britannici oppone una resistenza che non è spezzata. Per sopperire alle numerose perdite di uomini, comunque, si arriva all’arruolamento dei ragazzi del
  • Gli austro-tedeschi sono fermati e devono iniziare il ripiegamento.

Il 1917 è in definitiva l’anno in cui le potenze decidono di lottare fino in fondo per la vittoria finale.

  • E’ anche l’anno in cui in Russia (febbraio) finisce lo zarismo. I bolscevichi conquistano il potere nell’ottobre di quell’anno e la loro posizione è chiarissima: la Russia deve uscire da un conflitto che il popolo non vuole. Trattano la pace con i tedeschi che viene firmata il 3 marzo 1918 a Brest-Litovsk.

La pace della Russia provoca, a sua volta, quella della Romania il 7 maggio 1918.

  • L’assenza di Russia e Romania permette ai tedeschi di volgere tutte le proprie forze contro il fronte occidentale sferrando attacchi che portano a una serie di brillanti vittorie parziali. Eppure il fronte occidentale non cede e, nel frattempo, gli americani, accelerano l’invio di truppe.
  • I tedeschi sferrano l’ultimo colpo sul fronte della Marna. E’ questa la “seconda battaglia della Marna” dopo quella del 1914. I tedeschi, però, sono esausti ciò permette una controffensiva generale. Francesi, inglesi e americani possono ora contare una superiorità schiacciante di mezzi che infliggerà ai tedeschi una durissima sconfitta che è stata definita “la giornata nera” dell’esercito tedesco. A seguito di ciò Guglielmo II prende in considerazione la possibilità di trattative di pace.
  • Gli alleati, ormai forti della loro superiorità, pretendono la capitolazione totale degli imperi centrali, condizioni che la Germania non intende accettare. La situazione tedesca, però, è ulteriormente aggravata dalle condizioni critiche dei suoi

alleati: impero austro-ungarico, Turchia e Bulgaria che capitolerà il 26 settembre 1918. I tedeschi non sono più in condizione di resistere e retrocedendo disciplinatamente sgomberano il nord della Francia e il Belgio occidentale.

  • Mentre la Germania si dibatte in piena crisi interna (si cerca di far abdicare Guglielmo II in quanto Wilson ha una particolare avversione per l’imperatore e il suo sistema politico autoritario, per cercare di avere più opportunità in eventuali trattative di pace… Ma ovviamente Guglielmo II non abdica), la Turchia firma l’armistizio il 31 ottobre 1918 con le potenze alleate e l’Austria si dissolve: a Praga i nazionalisti proclamano la repubblica cecoslovacca, a Zagabria viene costituito la stato iugoslavo e gli ungheresi danno vita a una repubblica indipendente.
  • Il colpo decisivo all’impero ormai in sfacelo viene dato, però, dall’esercito italiano. Il 24 ottobre il gen. Diaz ordina l’offensiva generale e a Vittorio Veneto gli austriaci subiscono la disfatta definitiva.
  • Sotto la pressione della catastrofe militare anche la Germania si sgretola: l’8 novembre a Monaco viene proclamata la repubblica e il 9 anche a Berlino. I socialdemocratici danno vita ad un governo provvisorio presieduto da Ebert e nella notte fra il 9 e il 10 novembre Guglielmo II fugge in Olanda.
  • L’11 novembre 1918 una delegazione tedesca FIRMA L’ARMISTIZIO CON GLI ALLEATI. Pochi giorni prima, il 3 novembre, l’Austria aveva firmato l’armistizio con l’Italia. L’imperatore Carlo abdica dal trono d’Austria e Ungheria e in Austria viene proclamata la repubblica.
  • E’ COSI’ FINITA LA PRIMA GUERRA MONDIALE: il bilancio fra i combattenti era di circa 9 milioni di morti e 20 milioni di feriti gravi e mutilati.
  • L’8 gennaio 1919 il presidente Wilson indica i 14 punti su cui avrebbe dovuto fondarsi la ricostruzione del mondo dopo la fine del conflitto.
    • Abolizione della diplomazia segreta così da permettere un pubblico controllo sugli accordi internazionali.
    • Libertà dei mari
    • Libertà dei rapporti commerciali
    • Riduzione degli armamenti all’estremo limite compatibile con la sicurezza interna dei paesi
    • Politica coloniale più illuminata tenendo conto dei diritti delle popolazioni
    • Rispetto delle decisioni della Russia in materia politica ed evacuazione dai suoi territori
    • Restaurazione della piena sovranità del Belgio
    • Restituzione dell’Alsazia e della Lorena da parte della Prussia ai francesi
    • Rettifica delle frontiere italiane secondo i principi di nazionalità
    • Sviluppo autonomo dei popoli dell’Austria-Ungheria
    • Riconoscimento dei diritti della Romania, Serbia e Montenegro e garanzie per la loro indipendenza politica e economica
    • Autonomia delle zone non turche dell’impero Ottomano e apertura dei Dardanelli alle navi di tutti i paesi
    • Creazione di uno stato polacco indipendente
    • Creazione di una società delle nazioni
  • Wilson era, comunque, portavoce consapevole degli interessi degli Stati Uniti: se queste regole fossero state introdotte avrebbero sancito, in modo spontaneo e naturale, la superiorità e il massimo sviluppo per gli USA.

  • Il 18 gennaio 1919 si apre a Parigi la conferenza di pace: appaiono subito evidenti i contrasti tra gli obiettivi delle potenze vincitrici.
  • I francesi vogliono che la Germania finanzi la ricostruzione del paese distrutto dai lunghi anni di guerra, i capitalisti francesi vogliono espandere la propria influenza in Africa, in Asia e nei territori dell’ex impero turco
  • Gli inglesi, che hanno già raggiunto i loro obiettivi di distruzione della flotta tedesca e loro conseguente eliminazione come concorrenti sui mercati internazionali, si sentono appagati
  • Anche gli USA sono ormai soddisfatti
  • Il trattato di pace, redatto tra Francia, Inghilterra, USA e Italia è firmato il 28 giugno 1919 a Versaille (dove nel 1871 i prussiani hanno proclamato l’impero germanico)
  • La Germania è accusata di essere la vera e unica responsabile della guerra e le clausole principali che le vengono imposte sono:
  • Riduzione delle forze armate a soli 100.000 uomini
  • Abolizione del servizio di leva
  • Riduzione della flotta a un’entità trascurabile per esigenze di difesa costiera
  • Smilitarizzazione della zona del Reno
  • Perdita di tutte le colonie e divieto di nuovi acquisti

Le perdite territoriali tedesche sono:

  • Restituzione dell’Alsazia e della Lorena
  • Cessione di tutte le colonie

Le perdite economiche tedesche sono:

  • Consegna ai vincitori della gran parte della flotta commerciale
  • Forniture di enormi quantità di carbone per 10 anni
  • Cessione alla Francia e al Belgio di grandi quantità di bestiame
  • 132 miliardi di marchi oro a titolo risarcimento danni
  • Occupazione per 15 anni della riva sinistra del Reno a garanzia del rispetto delle clausole succitate.

La pace tra l’Intesa e l’Austria viene invece firmata il 10 settembre 1919 a Saint-Germain, presso Parigi:

  • L’impero austro-ungarico non esiste più, perde immensi territori (la nuova Austria si ritroverà con un ottavo del territorio originario)
  • Si formano i nuovi stati di Cecoslovacchia e Iugoslavia
  • Si ingrandiscono Polonia e Romania
  • Il Trentino fino al Brennero e l’Istria vanno all’Italia
  • Si scinde l’Ungheria

Il trattato di Trianon, il 4 giugno 1920, fissa le condizioni di pace con l’Ungheria:

  • I suoi territori perduti vanno alla Cecoslovacchia, Iugoslavia e Romania
  • E’ condannata a pesanti riparazioni di guerra e a limitare drasticamente le proprie forze armate

Il trattato di Neuilly, il 27 novembre 1919, fissa le condizioni con la Bulgaria:

  • Cessione della Tracia alla Grecia
  • Cessione della Dobrugia alla Romania
  • Cessione della Macedonia alla Iugoslavia

Assai complessa la pace con la Turchia firmato a Sevres il 10 agosto 1920:

  • Alla Gran Bretagna va il controllo dell’Iraq e della Palestina
  • Alla Francia va la Siria

  • La regione di Smirne va ai greci
  • Gli stretti, aperti a tutte le navi, cadono sotto controllo britannico

Il 28 aprile 1919 nasce la SOCIETA’ DELLE NAZIONI:

  • Cooperazione fra le nazioni
  • Non ricorso alla guerra
  • Relazioni internazionali fondate sui principi di giustizia
  • Rispetto del diritto internazionale
  • La Società delle Nazioni è così composta:
    • Assemblea a cui partecipano tutti i paesi membri
    • Un consiglio di 9 stati di cui 5 permanenti
    • In caso di contrasti si sarebbe ricorso a una mediazione o a un arbitrato
    • Nessun paese membro avrebbe dovuto ricorrere alla guerra.

 

Fonte: https://c1e0f1e1-a-62cb3a1a-s-sites.googlegroups.com/site/gionni555/download/STORIACONTEMPORANEA.pdf?attachauth=ANoY7cqN5HpRqQ7Ej99o-obWpyfztQ7wlCF-m5RkPh3zeigGGtOzydsL6VSx_r5CIcYyfo_xKeI_5olBjdtFmacVHxktdfGaxLJ4WL7Qx-wCTbQPXD9P3y9Rd6HF0jvQQbRaIrAIFMRWNx6alsTxAGuBJEzBCI4_S-EAW4Xrc3ZzYuvEqbdKt4PwLFuvd480g32gf7U6wetsS0VrtXPqaiY2hWP5e3s32nBoBBqVeSya5_lbWAMcErs%3D&attredirects=0&d=1

Sito web da visitare: http://gionni-aula2.blogspot.it/p/downloads_06.html

 

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