Storia Giappone

 

 

 

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Storia Giappone

IL GIAPPONE


MOMENTI DI STORIA


Il Giappone Feudale


Tra il secolo XII e il XIX, il Giappone fu dominato dalla figura dello shogun, una specie di primo ministro che faceva le veci dell’imperatore, esercitando di fatto il potere militare e politico. In quel periodo il potere dell’imperatore era quasi inesistente, e il paese era retto da potenti signori, simili ai nostri feudatari medioevali, a capo dei quali stava appunto lo shogun.

In questa rigida struttura sociale si collocavano anche i samurai, una casta di guerrieri legati ai grandi signori feudali, che praticavano le arti marziali e rispettavano un rigido codice d’onore. Le classi inferiori erano composte dai contadini, ridotti ad una sorta di servi della gleba, e da mercanti, artigiani, usurai, intellettuali ecc., l’equivalente della borghesia del nostro Medioevo.

Incapace di realizzare la modernizzazione che diverse categorie sociali richiedevano, questo sistema si disgregò: nel 1868 l’imperatore Mutsuhito abolì lo shogunato e le istituzioni feudali, restaurando il potere imperiale.


Il Giappone conquista l’Asia


Con la restaurazione Meiji (il governo illuminato), il Giappone si diede un assetto moderno, si aprì ai commerci verso l’esterno e all’attività industriale. Forte dal punto di vista economico, il paese varò una politica coloniale che ebbe come obiettivo il continente asiatico.

Il Giappone entrò in guerra contro la Cina (1894-95), conquistando Taiwan, contro la Russia (1904-05), conquistando la Manciuria meridionale e colonizzò la Corea (1910).

Nel 1937 invase addirittura la Cina, nel tentativo di creare un grande impero nipponico in Asia orientale ed effettivamente ebbe in parte il controllo di quel grande paese per alcuni anni.

Infine il Giappone intervenne nella seconda guerra mondiale, schierandosi a fianco della Germania nazista e dell’Italia fascista, continuando la propria avanzata nel continente asiatico.


La seconda guerra mondiale fino a Hiroshima


Il 7 dicembre 1941 i Giapponesi attaccarono a sorpresa la base navale america di Pearl Harbour, nelle isole Hawaii; distrussero una parte della flotta degli Stati Uniti, ma non in misura tale da sconfiggerli. Successivamente conquistarono buona parte della Cina, l’Indocina, le Filippine, l’Indonesia, la Birmania.

Dopo alcuni anni di conflitto la potenza giapponese cominciò a cedere su alcunu fronti, nell’impossibilità di gestire un impero così vasto. Il bombardamento atomico degli Stati Uniti sulle città di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto 1945), che provocò 200.000 morti, costrinse il Giappone alla resa definitiva.

Dopo la sconfitta il paese potè mantenere l’istituzione imperiale, ma l’imperatore fu privato del suo carattere divino; furono imposti il disarmo (il Gippone non possiede un esercito vero e proprio), l’occupazione (ancora oggi si trovano sul suolo giapponese delle basi americane) e la democratizzazione della società.



I SAMURAI


Come in occidente, durante il Medioevo, anche in Giappone il crollo dell’autorità centrale, l’ascesa dei potenti nobili locali e lo scontro con i barbari che premevano alle frontiere contribuirono alla supremazia dell’ élite guerriera, i cosiddetti Samurai. La parola Samurai deriva dal termine giapponese “samurau” che significa essere al servizio di qualcuno che fino all’XI secolo indicava i soldati che facevano la guardia al palazzo imperiale. In epoca feudale questo nome passò genericamente ad indicare chi si dedicava al mestiere delle armi. I Samurai divennero una casta molto potente; quindi, abolita la feudalità in Giappone (1869) essi assunsero uno status sociale intermedio tra la nuova nobiltà e il popolo comune.


I Samurai erano guerrieri molto addestrati e sapevano usare un gran numero di armi: spade, coltelli, archi e altro ancora.

Il Samurai viveva secondo norme che ricordavano il codice cavalleresco europeo, fondate sul principio della lealtà al proprio signore. Costui offriva guida e protezione al guerriero che in cambio si impegnava ad una totale obbedienza fino al sacrificio della vita.

Attribuendo grande importanza alla stirpe e alle tradizioni familiari, il comportamento dei Samurai era sempre improntato all’onore e al coraggio. Poiché saldezza e sprezzo del pericolo erano tra i suoi doveri, andava in battaglia pronto anche a morire: la speranza di sopravvivere gli avrebbe infatti impedito di combattere valorosamente.


Fonte: http://www.lucapalazzo.it/Medie/Esame%20terza/I%20Samurai.docx

Sito web da visitare: http://www.lucapalazzo.it

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