John Fitzgerald Kennedy vita e biografia

 


 

John Fitzgerald Kennedy vita e biografia

 

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John Fitzgerald Kennedy vita e biografia

 

John Fitzgerald Kennedy


Introduzione: Il 35° presidente americano, forse il più famoso del Novecento, nasce a Brooklyn il 29 maggio 1917.
Infanzia: Nacque a Brooklyn, nel Massachusetts, da membri di due famiglie molto in vista: Joseph P. Kennedy e Rose Fitzgerald. Ebbe esperienze di scautismo dopo il trasferimento della famiglia da Boston a New York. Durante l’università visitò l’Europa due volte, recandosi nel Regno Unito, dove il padre era ambasciatore.

 

Servizio militare: Nella primavera 1941, Kennedy si arruolò volontario, ma venne riformato, principalmente per via della sua spina dorsale. Tuttavia, grazie alle raccomandazioni del padre, la Marina degli Stati Uniti lo accettò nel settembre dello stesso anno. Durante questo periodo, partecipò a diverse missioni nel Pacifico. Per le azioni di guerra in cui si distinse, ricevette delle decorazioni. Venne congedato con onore all’inizio del 1945, solo qualche mese prima della resa giapponese.

 

Inizi della carriera politica: Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Kennedy fece il suo ingresso in politica. Nel 1946 corse per il seggio del distretto elettorale democratico e batté il rivale repubblicano con ampio margine. Fu rieletto due volte. Nel 1952 sì candidò per il Senato, e sconfisse a sorpresa il favorito rivale repubblicano. Il 12 settembre 1953 sposò Jacqueline Bouvier. Nei due anni successivi subì diverse operazioni alla schiena e per questo fu spesso assente dal Senato. Nel 1956, Kennedy si candidò alla vice-presidenza del partito democratico, e, anche se non venne eletto, la sua reputazione crebbe, Particolarmente rilevante appare il suo discorso pronunciato in Senato nel 1957: Kennedy critica l’appoggio che l’amministrazione Repubblicana offre al dominio coloniale francese. Sulla base della sua linea di rinnovamento nei confronti dei “Paesi Nuovi”, viene eletto presidente della Sottocommissione per l’Africa dalla commissione estera del Senato.

 

Elezioni presidenziali del 1960: Il 2 gennaio 1960 Kennedy annunciò la sua decisione di correre per la presidenza degli Stati Uniti d’America. Vinse le elezioni primarie in stati chiave e giunse favorito alla Convention democratica del 1960. Il 13 luglio dello stesso anno il Partito Democratico nominò Kennedy alla presidenza ed egli chiese a Lyndon Johnson di essere il suo candidato alla vice presidenza. Questi accettò. Nel discorso di accettazione alla candidatura enuncia la dottrina della “Nuova Frontiera”, con cui propone di migliorare il sistema educativo e sanitario, di tutelare i più deboli e gli anziani e di intervenire economicamente in favore dei paesi sottosviluppati. In settembre e in ottobre, Kennedy si confrontò con il candidato repubblicano alla presidenza Richard Nixon nel primo dibattito presidenziale mai trasmesso alla televisione. Durante il dibattito, Nixon apparve teso e mal rasato, mentre Kennedy trasmise un’immagine composta e sicura. Kennedy fu ritenuto da tutti il vincitore del confronto, nonostante gli osservatori avessero considerato i due sostanzialmente alla pari in oratoria. Il confronto televisivo Kennedy - Nixon è stato ritenuto un punto di svolta nella comunicazione politica: il momento in cui la televisione inizia ad avere un ruolo decisivo ed il modo di presentarsi davanti alle telecamere diventa di grande importanza per un candidato. Buona parte del merito del buon esito per Kennedy nel confronto televisivo, andava comunque accreditata all’apporto di uno dei suoi più stretti collaboratori, Arthur Schlesinger Jr., che scriveva i suoi discorsi, chiamati della “Nuova Frontiera”.


Il giuramento di Kennedy.

 

Presidenza: John F. Kennedy prestò giuramento come 35° presidente degli Stati Uniti d’America il 20 gennaio 1961 a Washington D.C. Nel suo discorso inaugurale parlò del bisogno di tutti gli americani di essere cittadini attivi. “Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, ma chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese”. In uno dei famosi discorsi della “Nuova Frontiera”, chiese alle nazioni del mondo di unirsi nella lotta contro ciò che chiamò “i comuni nemici dell’umanità… la tirannia, la povertà e la guerra”.


Politica interna:

Uno dei più pressanti problemi interni degli Stati Uniti durante l’era Kennedy fu la turbolenta fine della discriminazione razziale. La Corte Suprema statunitense si era pronunciata nel 1954 contro la segregazione razziale nelle scuole pubbliche, vietandola; tuttavia c’erano molte scuole, soprattutto negli stati meridionali, che non rispettavano questa decisione. Rimanevano inoltre in vigore le pratiche di segregazione razziale sugli autobus, nei ristoranti, nei cinema e negli altri spazi pubblici. Migliaia di statunitensi di tutte le razze ed estrazioni sociali si unirono per protestare contro questa discriminazione. Kennedy, affascinato in parte dalle filosofie socialiste, sostenne l’integrazione razziale ed i diritti civili ai neri e chiamò inoltre a sé durante la campagna elettorale del 1960 la moglie dell’imprigionato Martin Luther King, guadagnando il consenso della popolazione nera alla sua candidatura. Tuttavia, da presidente, temette che il Movimento Radici d’Erba avrebbe potuto irritare troppo i bianchi del sud ed inizialmente tese ad ostacolare il passaggio delle leggi sui diritti civili attraverso il Congresso, dominato da Democratici del Sud, allontanandosi dalle posizioni del movimento. Il risultato fu di venire accusato da molti leader dei movimenti per i diritti civili di non dar loro il sostegno promesso e qualcuno lo accusò di aver strumentalizzato i movimenti per i diritti civili in chiave meramente elettorale.


Politica estera:

Per deporre Fidel Castro, leader socialista del governo di Cuba, l’amministrazione Kennedy mise in atto una versione modificata del piano studiato

Stretta di mano fra Kennedy e Kruscev.

sotto il  precedente presidente e che portò all’esecuzione di numerosi attentati terroristici a Cuba. Il 14 ottobre 1962,  aerei-spia americani fotografarono un sito cubano dove era in costruzione una base missilistica sovietica. Kennedy si trovò di fronte un pesante dilemma: se gli Stati Uniti avessero attaccato il sito, avrebbero dato inizio ad una guerra nucleare con l’Unione Sovietica. Se non avessero fatto nulla, avrebbero avuto una permanente minaccia nucleare ad una vicinanza tale da rendere impossibile un contrattacco qualora i nemici avessero attaccato per primi. L’attacco aereo era sostenuto dagli ufficiali militari e dai ministri del governo, ma Kennedy ordinò un blocco navale e iniziò i negoziati con i sovietici. Una settimana dopo, raggiunse un accordo con il Segretario Generale Nikita Kruscev, che si accordò segretamente per ritirare i missili in cambio dell’impegno da parte degli Stati Uniti di non invadere Cuba e di ritirare i propri missili nucleari dalla Turchia. Tuttavia la crisi dei missili ebbe effetti positivi sulle trattative per la limitazione dei test nucleari fra U.S.A. e U.R.S.S. Sia Kennedy che Kruscev, consapevoli di essersi trovati sull’orlo della guerra atomica, cercarono di diminuire le tensioni attraverso una fitta corrispondenza. Questa culminò nel 1963 con l’inizio ufficiale dei negoziati, assieme alla Gran Bretagna, che portarono alla firma del Partial Test Ban Treaty, il 5 agosto dello stesso anno. Il trattato, considerato uno dei successi diplomatici dell’era Kennedy, proibiva agli stati aderenti qualsiasi esperimento nucleare nell’atmosfera, nello spazio e sott’acqua, lasciando possibili solo i test sotterranei. Nel giugno del ‘63 Kennedy visitò Berlino Ovest e tenne un pubblico discorso di critica contro la costruzione del Muro. Il discorso è famoso per la frase pronunciata in tedesco, che fu salutata dai berlinesi con un’ovazione; “Ich bin ein Berliner”, (“ io sono un berlinese”).  Kennedy cercò di contenere la diffusione del comunismo in America inviando aiuti alle nazioni in difficoltà e cercando di imporre un maggior rispetto dei diritti umani .  Egli istituì un programma di volontariato rivolto verso i paesi in via di sviluppo. Questo progetto aveva il compito di migliorare l’immagine degli Stati Uniti nei paesi in cui essa era compromessa dalla diffidenza verso gli americani, spesso visti come colonizzatori, e di fornire un aiuto tecnico. Questo programma è stato chiamato “Peace Corps”, ed è tuttora esistente. Kennedy iniziò ad occuparsi anche della questione Vietnam. Esso era diviso, come è ancora oggi, in due parti. Al seguito di continue minacce alla parte meridionale, Kennedy incrementò il numero di consiglieri militari. Nell’agosto del 1964, (un anno dopo la morte di Kennedy), il Presidente Johnson, chiese al Congresso maggiori poteri militari. Iniziava in questo modo la guerra del Vietnam. Sono ancora oggetto di discussione le  responsabilità di Kennedy riguardo la guerra del Vietnam, anche se si tende a pensare che le “colpe” maggiori siano di Johnson, perché al momento della morte non c’era nessuna guerra in atto e perché Kennedy aveva programmato la ritirata di 1000 uomini dalla zona interessata, decisione subito annullata dal presidente successivo.


Appoggio al programma spaziale: Kennedy voleva intensamente che fossero gli Stati Uniti a guidare la conquista dello spazio. L’Unione Sovietica era più avanti degli Stati Uniti nella conoscenza dei viaggi spaziali e Kennedy era convinto che gli Stati Uniti avrebbero potuto colmare il divario. Disse: “Nessuna nazione che aspiri ad essere alla guida delle altre può permettersi di rimanere indietro nella corsa per lo spazio”. Kennedy chiese al Congresso di finanziare il Programma Apollo con oltre 22 miliardi di dollari, con lo scopo di portare un uomo statunitense sulla Luna entro la fine degli anni Sessanta. “Abbiamo scelto di andare sulla Luna e di fare altre cose, non perché sono facili, ma perché sono difficili”. Questo obbiettivo fu raggiunto nel 1969, sei anni dopo la sua morte.


La famiglia Kennedy

Immagine, vita sociale e famiglia:

Sia “Jack” (soprannome di John quando era ragazzo) che “Jackie” Kennedy furono molto giovani in confronto alle precedenti famiglie presidenziali e furono figure molto popolari. Venne loro tributata un’attenzione più simile a quella riservata alle “stars” che ad un politico e sua moglie. Influenzarono perfino la moda dell’epoca e la loro fotografia appariva spesso sulle riviste. I Kennedy portarono una ventata di vita nuova nell’atmosfera della Casa Bianca. Convinti che la casa presidenziale fosse un luogo dove celebrare la storia, la cultura e le conquiste americane, invitarono regolarmente personaggi importanti di ogni settore. La Casa Bianca sembrò anche un luogo più gioioso per via della presenza dei due figli piccoli della coppia.


L’assassinio:

Il presidente Kennedy fu assassinato a Dallas, in Texas, il 22 novembre 1963 alle 12:31, ora locale, mentre era in visita ufficiale alla città. Fu un evento straordinario e devastante per l’America e per il mondo intero. L’assassino è Lee Harvey Oswald, che venne arrestato alle 13:50 dello stesso giorno. Egli venne a sua volta ucciso dopo soli due giorni. Non si sa bene ancora oggi se Oswald abbia agito da solo o se faceva parte di un complotto.

 

Fonte: http://share.dschola.it/agazzi_ottino/LAVORI%20DEGLI%20ALUNNI/RICERCHE_VARIE/Storia.docx

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