Civiltà Minoica o Cretese

 

 

 

Civiltà Minoica o Cretese

 

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Civiltà Minoica o Cretese

 

LA CIVILTA’ MINOICA O CRETESE

Civiltà minoica è il nome dato alla cultura cretese dell'età del bronzo, fiorita approssimativamente dal 2700 al 1450 a.C. (successivamente, la cultura micenea greca divenne dominante nei siti minoici dell'isola di Creta). Essa fu riscoperta tra il 1900 e il 1905, principalmente attraverso il lavoro dell'archeologo britannico Arthur Evans. La vantaggiosa posizione geografica dell'isola favorì il sorgere della prima civiltà mediterranea e di un fiorente impero marittimo che dal Mare Egeo controllava una rete commerciale che raggiungeva l'Egitto, la Siria, le regioni a nord del Mar Nero e l'Occidente tanto da esercitare una vera e propria talassocrazia. Come i minoici chiamavano effettivamente loro stessi è del tutto sconosciuto. Il termine, derivato dal leggendario re Minosse, fu coniato dall'archeologo britannico Arthur Evans. Nella mitologia greca Minosse venne associato al labirinto, che Evans identificò con il sito di Knossos.Forse con il termine di Minosse gli antichi cretesi indicavano tutti i sovrani dell' isola. Nell'Odissea, composta secoli dopo la distruzione della civiltà minoica, Omero chiama i nativi di Creta eteocretesi ("veri cretesi"), presumibilmente discendenti dei minoici. L’eredità minoica nel mondo greco è del resto documentata dalla permanenza di alcuni termini nel vocabolario ellenico come, appunto, thàlassa (mare), ma anche da tradizioni come quella che vuole Zeus allevato dalla capra Amaltea dopo essere stato nascosto sulle alture del monte Ida a Creta .


La favorevole posizione geografica di una civiltà “palaziale”
Creta è un'isola montagnosa dell’Egeo con porti naturali. Ci sono segni di danni dovuti al terremoto in molti siti minoici e chiari segni sia di sollevamento di terra che sommersione di siti costieri causati da processi tettonici lungo tutto le coste Omero documentò una tradizione, ovvero che Creta avesse novanta città. L'isola fu probabilmente divisa in almeno otto unità politiche durante il culmine del periodo minoico. Il nord si pensava fosse stato governato da Cnosso, il sud da Festo, la parte centro-orientale da Malia, mentre la punta orientale da Kato Zakros e l'ovest da Canea. Palazzi più piccoli sono stati trovati in altri luoghi. I palazzi minoici sono i tipi di costruzione più noti scavati sull'isola: erano edifici monumentali adibiti a scopi amministrativi, come viene evidenziato dai vasti archivi portati alla luce dal lavoro degli archeologi. Erano spesso a più piani, con scalinate interne ed esterne, pozzi, colonne massicce, magazzini e cortili. In relazione al supposto periodo di costruzione di detti palazzi, la civiltà si suddivide in protopalaziale, palaziale e neopalaziale


La “pax Minoica”
La presenza, nei siti palaziali, di colonne policrome, e di pitture parietali, con scene di festa, l’assenza di mura protettive che circondassero le città cretesi, il carattere insulare (cioè di isola) del territorio, difeso naturalmente dal mare, la funzione di noto “ ponte” commerciale, che collegava l’Egeo al Mediterraneo, l’importanza del ruolo femminile a livello sociale (matriarcato) e religioso (presenza di sacerdotesse con compiti rilevanti) hanno condotto Arthur Evans a ipotizzare la carenza, se non addirittura l’assenza, di attività belliche. Tale ipotesi va sotto il nome di Pax Minoica (Pace Minoica).
Commercio, cultura, società (bene!)
I minoici furono principalmente un popolo di commercianti impegnato nel commercio d'oltremare. La loro cultura, dal 1700 a.C. in poi, mostra un alto grado di organizzazione.
Molti storici ed archeologi credono che i minoici fossero coinvolti nell'importante commercio dello stagno, nell'età del bronzo, dato che, lo stagno legato al rame apparentemente proveniente da Cipro, veniva usato per fabbricare il bronzo. Il declino della civiltà minoica e la conseguente cessazione dell'utilizzo di strumenti in bronzo a favore di quelli in ferro sembrano essere correlati.
E’ ben conosciuto un affresco dei raccoglitori di zafferano a Santorini. Questi commerci ereditati sono precedenti alla civiltà minoica: il suo prezzo può essere ottenuto confrontandone il valore con l'incenso, o successivamente, con il pepe. Gli archeologi tendono ad enfatizzare i più durevoli elementi commerciali: ceramica, rame e stagno, e reperti fastosi d'oro e d'argento.
Gli oggetti di manifattura minoica suggeriscono ci fosse una rete commerciale con la Grecia continentale (particolarmente Micene), Cipro, Siria, Anatolia, Egitto, Mesopotamia, e verso occidente fino alle coste della Spagna.


(Fig. 1)Affresco raffigurante tre donne che furono probabilmente regine
Gli uomini minoici indossavano perizomi e kilt, mentre le donne abiti aventi maniche corte e gonne ornate con increspature e pieghettature. Queste erano aperte all'ombelico permettendo così al seno di rimanere esposto, forse durante le occasioni cerimoniali. Le donne avevano anche l'opzione di indossare un corsetto aderente senza spalline, il primo indumento aderente noto nella storia. I modelli sul vestiario enfatizzano disegni geometrici simmetrici. La religione minoica era incentrata su divinità femminili, con officianti (sacerdotesse)femminili. Le statue delle sacerdotesse nella cultura minoica e gli affreschi mostranti uomini e donne partecipanti agli stessi esercizi ginnici (sports) come la taurokathapsia,[salto del toro, esercizio ginnico di carattere liturgico- cultuale] condussero alcuni archeologi a credere che l'uomo e la donna tenessero uno status sociale uguale. L'eredità si è supposto fosse matrilineare (cioè passasse da madre a figlia). Gli affreschi includono molte figure umane, con il genere distinto per mezzo del colore: la pelle degli uomini rossiccia scura, mentre le donne bianca. La concentrazione della ricchezza giocava un grande ruolo nella struttura della società. Costruzioni con molte stanze vennero scoperte anche nelle aree ‘povere’ della città, rivelando così un'uguaglianza sociale e anche una distribuzione della ricchezza.
La scrittura
Approssimativamente circa 3.000 tavolette scitte sono state scoperte lontano da contesti minoici. La schiacciante maggioranza sono scritte in lineare B, apparentemente rappresentano inventari di beni o risorse. Altre sono iscrizioni su oggetti religiosi associati al culto Poiché la maggior parte di queste iscrizioni sono concisi documenti economici piuttosto che iscrizioni dedicatorie, la traduzione del minoico permane ancora come una sfida. Ricordo che la lineare B è, in sostanza, una versione arcaica della lingua greca, diffusasi nel periodo miceneo (i Micenei, come forse ricorderai, soppiantarono i cretesi a partire dal 1400 a. C.), estintasi nel Medioevo ellenico. 
La religione cretese era basata su una dea o un gruppo di dee, probabilmente venerate sotto diversi aspetti, fra cui quello della Grande Madre .Attributi della dea erano il serpente, simbolo legato alla terra, la colomba, simbolo della fecondità, ed il leone.

Altri simboli sacri cretesi erano la labrys (doppia ascia) ed il toro (con le sue corna di consacrazione), protagonista, in ambito greco,  della leggenda del Minotauro.Ci sono inoltre la colonna, il disco solare e l'albero.
Mentre in epoca antica le cerimonie religiose si svolgevano in grotte sacre o sulle montagne, dal XVII secolo furono delle sale dei palazzi ad essere utilizzate come luoghi di culto. La dea cosiddetta madre rappresenta una figura tipica in tutte le civiltà che si affacciavano sul Mar Mediterraneo e veniva identificata con nomi differenti quali Astarte, Ishtar, Cibele, Rea, Dictinna, e per questo motivo viene chiamata dagli studiosi "dea veneranda" (o, in greco, Potnia). Oltre questi segni era considerato un simbolo sacro anche la bipenne, un'ascia a due tagli.

La labrys, o ascia bipenne, (Fig. 3) era un'ascia a due lame simbolo del potere minoico, legata alla potenza del fulmine, conosciuta presso i Greci antichi come pelekys  e presso i Romani come bipennis.

La labrys, o ascia bipenne, era un'ascia a due lame simbolo del potere minoico, legata alla potenza del fulmine, conosciuta presso i Greci antichi come pelekys  e presso i Romani come bipennis.
Come e perché scomparvero i Cretesi
La cosiddetta eruzione minoica sull'isola di Thera (attualmente Santorini distante circa 100 km da Creta) fu una delle più grandi esplosioni vulcaniche mai accadute nella storia della civiltà, emettendo approssimativamente 60 km3 di materiale, L'eruzione devastò il vicino insediamento minoico di Akrotiri su Santorini, che venne sepolto sotto uno strato di pomice (tipo di pietra lavica). È stato suggerito inoltre che l'eruzione e i suoi effetti sulla civiltà minoica desse origine al mito di Atlantide, riportato anche dal filosofo greco  Platone attraverso i resoconti storici egiziani. I minoici erano una potenza marinara e dipendevano in modo considerevole dalla loro flotta navale mercantile per la loro sussistenza; l'eruzione di Thera causò perciò significative privazioni economiche. Se questi effetti fossero stati abbastanza estesi da scatenare lo sfacelo della civiltà minoica è ancora una questione di acceso dibattito. La conquista micenea dei minoici si verificò non molti anni dopo l'eruzione, e molti archeologi congetturano che l'eruzione inducesse una crisi nella civiltà minoica, permettendo perciò ai Micenei una facile conquista dell'isola.
Domande
Cosa significa civiltà minoica, quanto dura e perché la possiamo definire”mediterranea”?
Quali i punti di contatto con il mondo greco?
Che cos’è la “Pax Minoica”? Perché possiamo dire che abbia anche risvolti socio- economici?
Quale il ruolo della donna a Creta? Come si rispecchia in ambito religioso?
Cos’è Thera e perché è importante?
Quale la rete di rapporti commerciali cretesi?
Quali i luoghi di culto e perché?
Lbrys, Potnia, Astarte Ishtar: gli ultimi tre nomi sono riferiti a……………….. Cosa indicano della cultura cretese?


Fonte: http://www.liceocalini.it/Members/drizzoli/ig2010-11/Cretesi2010.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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