Comunismo

 

 

 

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IL COMUNISMO

 

  1. Nel febbraio del 1917 la Russia zarista, a causa della grave situazione militare nella guerra contro la Germania, entrò in una crisi istituzionale che spinse lo Zar Nicola II a sciogliere la Duma, cioè il Parlamento. Le conseguenze furono:
  2. resistenza della Duma, a maggioranza liberale, che crea un Comitato provvisorio, che si impegna a proseguire la guerra a fianco dell’Intesa;
  3. costituzione del primo Soviet nella capitale San Pietroburgo (Pietrogrado) con la creazione di un Comitato esecutivo;
  4. abdicazione, il 2 Marzo 1917, dello Zar.

     In Russia, con l’istituzione della Repubblica, convivevano due poteri.

  1. La presa di potere dei comunisti è un colpo di Stato con il quale, alla fine di Settembre, i capi della minoritaria frazione bolscevica (Lenin, Trotzskij, Stalin, Zinivev e Kamenev) approfittano dell’abbandono del Palazzo d’Inverno della capitale da parte del governo provvisorio, guidato da Kerenskij, occupandolo. Con questa mossa, Lenin  scavalca i suoi alleati menscevichi e socialrivoluzionari.
  2. Il Consiglio dei Commissari del popolo, nuovo organo governativo ed emanazione dei Soviet, decreta la fine della guerra e l’espropriazione di tutte le grandi proprietà terriere.
  3. A Novembre si tengono le elezioni per la nuova Assemblea Costituente. I comunisti sono sconfitti. Ma il 18 Gennaio 1918, alla sua prima riunione, l’Assemblea viene sciolta dalle truppe rosse e tutto il potere passa nelle mani dei bolscevichi.
  4. E’ la presa di potere di un partito che si distingue da tutti gli altri nel modo più radicale. Il partito di Lenin, Trotzskij, Zinovev, Kamenev, Stalin ha il programma di eliminare drasticamente la borghesia attraverso una guerra interna promossa dal potere politico
  5. Ma la guerra interna condotta dal partito comunista raggiunge contemporaneamente anche il mondo contadino, che nel corso del 1917, con la rivoluzione agraria,  aveva creduto di avere la terra in proprietà: fra il 1918 e il 1922 sotto la dittatura di Lenin, e poi negli anni Trenta sotto Stalin, il mondo contadino russo viene stroncato alle radici dalla collettivizzazione forzata delle terre, cui i contadini si oppongono disperatamente.
  6. Il mondo operaio rappresentava in Russia appena il 3 per cento dell’intera popolazione. Tuttavia l’ideologia di Lenin sviluppava coerentemente le idee marxiste, le quali miravano esclusivamente allo sviluppo della coscienza di classe operaia, come “oltrepassamento” del Capitalismo, e dunque in senso contrario alla “civiltà” contadina. Il marxismo di Lenin era un movimento di rivendicazione specificamente operaia, le cui parole d’ordine erano: “tutto il controllo agli operai” e “tutto il potere ai soviet”.
  7. Basata dogmaticamente sul materialismo ateo di Marx, l’ideologia di Lenin concepiva l’azione del Partito comunista come strumento per realizzare l’utopia della dittatura del proletariato, attraverso la distruzione di tutte le incarnazioni religiose, culturali e sociali della Russia cristiana e contadina. Secondo la teoria leninista, il fine politico poteva giustificare qualsiasi mezzo, anche lo sterminio.
  8. La concezione politica di Lenin consisteva nella trasformazione della guerra fra gli Stati in guerra civile all’interno dello Stato definito “borghese”. Nel corso del 1917 l’esercito russo costituito da 10 milioni di contadini si disgrega completamente, e questo favorisce Lenin nella sua volontà di liquidare subito la guerra contro la Germania e aprire la fase della guerra interna.
  9. Il 3 Marzo 1918 Lenin firma la pace con il Reich tedesco a Brest Litòvsk, riconoscendo l’indipendenza delle Repubbliche baltiche, della Polonia, della Bielorussia, dell’Ucraina. Le due ultime furono riannesse dal 1920). Invece l’assalto alla Polonia, condotto dai russi nel 1920, fallì.  Il 10 Marzo 1918 il governo comunista si trasferisce a Mosca, che divenne la capitale.
  10. Fra Maggio e Giugno del 1918 il governo comunista prende due provvedimenti decisivi, che aprono la fase della guerra interna che prende il nome di comunismo di guerra:
  11. la creazione di Commissari del popolo incaricati di requisire i prodotti alimentari e di organizzare un vero e proprio esercito dell’approvvigionamento (costituito dapprima da operai disoccupati), incaricato di eseguire le requisizioni forzate ai contadini, specialmente ai cosiddetti kulaki;
  12. la chiusura di tutti i giornali non governativi e la repressione sanguinosa di ogni forma di opposizione e sciopero. Viene reintrodotta la pena di morte, abolita un anno prima. Il 5 Settembre del 1918 Lenin emana il decreto Sul terrore rosso, con migliaia di arresti ed esecuzioni sommarie. Ha inizio il sistema dei campi di concentramento (in russo gulag), destinato all’internamento dei nemici del popolo, che vi vengono inviati dalla potente GPU, il tribunale per i reati “politici”.Il primo grande complesso, basato sul lavoro forzato, fu organizzato nel 1922 nell’arcipelago delle Soloveskie, isole del Mar Bianco a nord di Arcangelo in Siberia: la più grande di esse ospitava un antico monastero da cui vennero cacciati i monaci.
  13. La guerra civile tra eserciti rossi e bianchi incomincia nella primavera del 1918 e durò  fino al 1920. Il16 Luglio del 1918 l’intera famiglia dello zar Nicola II, prigioniera dei rossi, viene sterminata. L’Armata Rossa è organizzata da Trotzskij e combatte sui fronti della Siberia, degli Urali e del Sud contro l’esercito bianco costituito da reparti fedeli allo Zar, contadini, cosacchi del Don, debolmente appoggiato da alcuni Stati europei. L’esercito bianco alla fine del 1920 subisce una catastrofe.
  14. Nel corso della guerra civile avviene la deportazione in massa dei Cosacchi del Don e del Kuban’, considerati ostili al sistema comunista. La decosacchizzazione rappresenta la prima eliminazione di una popolazione come tale attraverso la deportazione e lo sterminio, sull’accusa di una responsabilità collettiva (pur non dimenticando che, per esempio, nel corso della Guerra mondiale i Turchi avevano distrutto il popolo armeno, e nel secolo precedente gli americani avevano organizzato lo sterminio dei nativi “indiani”). La pianificazione definitiva della distruzione dei Cosacchi avvenne nel 1920, con la riconquista da parte dei bolscevichi delle regioni abitate da quelle popolazioni.
  15. Il Partito Comunista dell’Unione Sovietica rappresenta la testa del movimento comunista internazionale (Comintern, o Internazionale comunista, fondata nel 1919) e prepara la rivoluzione mondiale. Nel 1921 Lenin stabilisce, in 21 Punti, che tutti i partiti comunisti europei si impegnano a sostenere l’Unione Sovietica e a disciplinarsi come il Partito comunista sovietico. Lenin punta soprattutto sulla rivoluzione nella Germania sconfitta e appoggia il nazionalismo tedesco colpito dal Trattato di Versailles.
  16. Tuttavia Lenin deve presto rinunciare all’obiettivo di internazionalizzare la rivoluzione, facendola esplodere contemporaneamente nei Paesi europei più  deboli, nell’immediato dopoguerra, dal punto di vista istituzionale, come la Germania, l'Ungheria, l'Italia. Sia le repubbliche “sovietiche” sorte in Baviera e in Ungheria nel 1919-20, sia l’insurrezione “spartachista” a Berlino nel gennaio 1919, sia infine il “biennio rosso” in Italia, non prevalsero. Perciò la linea del Partito Comunista sovietico punta a fare della Russia il primo esperimento comunista, modello e guida per tutti i movimenti comunisti degli altri Paesi.  
  17. Nel Marzo del 1921 incomincia a delinearsi la Nuova Politica economica (NEP). Le rivolte contadine alle requisizioni di stato, la catastrofica situazione economica e la carestia che infierisce nel 1921, spingono Lenin a ripristinare il commercio interno, che era stato abolito e sostituito dalla proprietà statale. Viene così riconosciuto ai contadini un minimo diritto di proprietà. Ma la persecuzione dei contadini, affamati dalla carestia, prosegue. Il governo intende distruggere tutta la vecchia economia contadina.
  18. Nel 1922 ha inizio la vera e propria persecuzione della Chiesa ortodossa. Lenin aveva predetto: “L’elettricità prenderà il posto di Dio. Lasciate che il contadino preghi l’elettricità, avvertirà il potere dell’autorità più che quello del cielo”. La Chiesa ortodossa, che sotto lo zarismo era religione di Stato, subisce dapprima una generale campagna di confisca dei beni, quindi l’arresto e il processo dei religiosi, parecchie migliaia dei quali vennero giustiziati.
  19. Sempre nel 1922 Lenin espone un vasto piano di proscrizione degli intellettuali. Un primo gruppo di 160 famosi filosofi e scrittori, fra cui Berdaev, Bulgakov, Loskij, vengono espulsi via mare sotto la minaccia di esecuzione. Un lungo elenco di intellettuali meno noti viene destinato ai campi di concentramento o alla deportazione amministrativa. Ogni opposizione politica socialista o liberale viene liquidata dalla CEKA, la polizia politica istituita da Lenin, sostituita poi dalla GPU. La nuova legislazione comunista prevede il reato di “controrivoluzionario” e di “persona socialmente pericolosa”, esteso in base a criteri del tutto nuovi, o sperimentati solo nel periodo del Terrore rivoluzionario della Francia del 1793.
  20. Alla fine del 1922 la Russia, con la Bielorussia, l’Ucraina ecc., diventa URSS, il cui supremo organismo istituzionale è il Soviet Supremo, completamente controllato dal Partito Comunista.
  21. Lenin, prima di morire nel Gennaio del 1924, designa come proprio successore Stalin. Gli lascia in eredità lo Stato che fu detto “totalitario”, il cui centro è  l’onnipotente partito secondo la concezione leninista del potere. Stalin sarà al potere fino alla morte, avvenuta nel 1953.
  22. Subito si accende una lotta fra Stalin e Trotzskij per il potere. Trotzskij sosteneva la fine della NEP e la collettivizzazione forzata delle terre: la sua visione del marxismo intendeva rafforzare il proletariato industriale contro il mondo contadino, e perciò concepiva la rivoluzione come “permanente” in vista dell’industrializzazione accelerata. In altre parole, Trotszkij voleva cancellare ogni traccia di libero mercato. E puntava decisamente sulla rivoluzione in tutti i  Paesi industrializzati. Ma viene sconfitto da Stalin, che proclama invece la tesi del “socialismo in un solo Paese” (l’URSS), modello e guida degli altri partiti comunisti.
  23. Tuttavia nel 1928, dopo una dura repressione sia dell’opposizione interna trotszkista, sia delle insurrezioni nei Paesi caucasici di Georgia e Cecenia, Stalin pose fine alla NEP e, forte del potere assoluto, dà inizio al primo piano quinquennale, che comprende un gigantesco piano di “colonizzazione” forzata della Siberia, dove già erano stati deportati alcuni milioni di condannati ai lavori forzati: Stalin vuole trasformare l’URSS, da paese contadino qual era, in grande potenza industriale.
  24. Entro tale piano nasce e si attua l’idea della dekulakizzazione, ossia della deportazione in massa del ceto contadino proprietario. La Pravda, il giornale ufficiale del Partito, chiede la collettivizzazione totale delle terre russe, mediante il sistema dei kolkhoz. Con l’articolo La grande svolta, nel Novembre del 1929, Stalin avvia una vera e propria guerra, dichiarata dallo Stato contro un’intera nazione di piccoli produttori agricoli, i kulaki. Agli inizi degli anni Trenta sono deportati oltre 2 milioni di contadini, di cui parecchi periscono nei campi in Siberia. Ma il culmine è raggiunto con la carestia provocata deliberatamente dalle autorità per sconfiggere la classe contadina: 6 milioni, soprattutto ucraini e cosacchi, vengono lasciati morire di fame, perché costretti a consegnare tutti i loro raccolti e il bestiame, e si impedisce loro di fuggire.
  25. Fra il 1936 e il 1938, Stalin inaugura il “Grande terrore”, che consiste nella repressione in massa di tutte le categorie sociali: oltre 1 milione e mezzo di persone vengono arrestate, e quasi tutte condannate, di cui 700.000 giustiziate. Con questa repressione Stalin decapita l’intero apparato del Partito Comunista, quello “intellettuale” –soprattutto scientifico-, quello militare, e liquida definitivamente, con la deportazione e lo sterminio di migliaia di preti e vescovi, il clero ecclesiastico sopravvissuto ai massacri precedenti. Il “Grande terrore” è un’operazione politica che mira:
  26.  a creare una burocrazia civile e militare formata dallo stesso Stalin e a lui  

totalmente fedele;
b.  ad eliminare in modo radicale e definitivo tutti gli “elementi pericolosi per la società” socialista, nell’ossessione dell’accerchiamento dell’URSS da parte degli Stati capitalisti e del sabotaggio del comunismo. L’URSS tenta invano di creare uno Stato comunista in Spagna nel corso della guerra civile spagnola (1936-39).

  1. Il 23 agosto del 1939 fra l’URSS e la Germania viene firmato un patto di non aggressione, che rappresenta il preludio allo scoppio della seconda guerra mondiale. Alla fine di Settembre la spartizione della Polonia fra russi e tedeschi consente all’URSS di annettere un territorio di 12 milioni di abitanti. Inizia la deportazione in massa dei polacchi in Siberia, forse 1 milione. La stessa sorte tocca ai Paesi baltici invasi e occupati. Il 30 Novembre 1939 l’URSS attacca la Finlandia, che si arrende dopo una eroica resistenza.
  2. Il 22 Giugno del 1941 la Germania di Hitler attaccò l’URSS, iniziandone l’invasione. L’ 8 Dicembre del 1941, dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbour, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna dichiararono guerra al Giappone. La seconda guerra mondiale subisce una svolta: conflitto fra gli Stati dell’Asse (Germania, Italia e Giappone, e i loro alleati europei) e l’alleanza anglo-americana (e Paesi del Commonwealth) e sovietica.
  3. Durante la “grande guerra patriottica” dell’URSS contro l’attacco tedesco, intere popolazione vengono deportate in Siberia e cancellate dalla carta geografica, perché sospettate di “collaborare” con gli occupanti. Sono colpite specialmente le popolazioni caucasiche e i tedeschi del Volga. Durante la guerra la condizione dei gulag diventa più tragica ancora.
  4. Nel Maggio del 1945 i russi occupano Berlino e la guerra in Europa termina, con il congiungimento fra americani e russi in territorio tedesco, sulla linea concordata del fiume Elba. Stalin festeggia una grande vittoria, che il popolo russo però ha dovuto pagare con oltre 20 milioni di morti. Tuttavia proprio ora il sistema concentrazionario sovietico raggiunse il suo acme: nel 1945 circa 5 milioni e mezzo di deportati, senza contare i prigionieri di guerra (fra cui circa 80.000 italiani).
  5. Il dopoguerra sovietico è caratterizzato dallo scontro ideologico politico e militare con gli Stati Uniti, esasperato dal lancio delle atomiche americane sul Giappone nell’Agosto del 1945. Il conflitto tra “l’occidente” capitalista, difeso dal sistema atomico della NATO, e il mondo comunista, che dal 1949 comprende anche la Cina di Mao-Tse-Tung, si manifestò nella cosiddetta guerra fredda, che ha come teatro principale il Sud-Est asiatico (divisione della Korea nel 1953), la Germania, il Medio Oriente.
  6. Tuttavia tra Sovietici e Americani si verifica una sorta di coesistenza armata che, grazie agli arsenali atomici di cui si dotarono anche i russi, prende il nome sinistro di equilibrio del terrore.Tale coesistenza segue la linea degli accordi russo-americani di Yalta del Febbraio 1945 e di Potsdam del Luglio 1945, che segna la spartizione delle zone di influenze in Europa.
  7. Il Comunismo si identifica ora con l’”Impero” sovietico, che si estende in tutta l’Europa orientale attraverso un sistema di Stati satelliti dell’URSS, tagliando in due la Germania e giungendo fino al mare Adriatico. Il territorio dell’URSS ora viene a inglobare anche la Prussia orientale, la Polonia orientale e i Paesi baltici. L’Armata sovietica appoggia l’instaurazione di regimi comunisti nei Paesi occupati. L’espansione del Comunismo nell’Europa orientale provoca l’espulsione o l’esodo, fra il 1945 e il 1947, di 30 milioni di europei, di cui 16 milioni di tedeschi.
  8. Inoltre nei Paesi “capitalisti” dove si estende la sfera di influenza americana, la potenza sovietica si appoggia sull’azione dei diversi Partiti comunisti nazionali. E infine sostiene ideologicamente e militarmente i movimenti di liberazione in lotta nelle colonie europee d’Asia.
  9. Nuove ondate di deportazioni caratterizzano gli ultimi anni di vita di Stalin. Nel dopoguerra Stalin ordina il quarto e il quinto piano quinquennale, dedicati alla ricostruzione del Paese distrutto dalla guerra, a grandi opere idrauliche per l’energia elettrica e agli armamenti atomici e missilistici.
  10. Due decreti del 1947 stabiliscono l’internamento (da 5 a 25 anni) per qualsiasi attentato allo Stato e al kolkhoz. Ciò significa la possibilità di deportare qualunque persona fosse reticente nel consegnare i prodotti agricoli allo Stato. Sono colpite specialmente le popolazioni baltiche, entrate a forza nel sistema dell'URSS in seguito ai nuovi confini sovietici. Nel 1953 il sistema dei gulag conteneva due milioni e mezzo di deportati russi. In più, altrettanti cosiddetti “coloni speciali”, ossia i veri e propri prigionieri, quasi tutti non russi.
  11. Oltre a questo, milioni di persone sono colpite dalla repressione nei Paesi europei che i russi sostenevano di avere “liberato”: la Polonia, l’Ungheria, la Cekoslovacchia, la Romania, la Bulgaria, la Germania dell’Est, l’Albania, la rinata Jugoslavia (che si separa dai satelliti sovietici nel 1948).
  12. Fra il 1953, anno della morte di Stalin, e il 1956 la lotta fra i successori di Stalin agita sordamente il Partito comunista sovietico. E’ uno stalinista a vincere: Nikita Kruscev. Tuttavia è proprio Kruscev a iniziare, col XX Congresso del Partito Comunista del 1956, la cosiddetta “destalinizzazione”. La “destalinizzazione” fu un’azione politica, che intendeva fare di Stalin un “comunista deviazionista” rispetto al Partito comunista sovietico.
  13. Kruscev annuncia la strategia della coesistenza pacifica con l’Occidente. Il programma di Kruscev è espresso dal piano settennale del 1959, che aveva l’obiettivo, completamente fallito, di raggiungere e superare l’economia degli USA.
  14.  Nel 1956 Kruscev ordina la repressione sanguinosa dell’ insurrezione popolare dell’Ungheria. Budapest viene invasa dai carri armati sovietici. Sommosse popolari vengono schiacciate a Berlino (dove nell’Agosto 1961 viene innalzato il muro di separazione della parte sovietica della città da quella “alleata”) e in Polonia. Ma nell’Ottobre 1962 dopo l’accordo militare con il regime cubano di Fidel Castro,  Kruscev deve rassegnarsi a smantellare le basi missilistiche russe a Cuba a causa della minaccia di intervento militare americano.
  15. E’ invece il successore di Kruscev, Breznev, a ordinare l’invasione della Cekoslovacchia nel 1968, per soffocare un movimento di riforma in corso nel regime comunista cekoslovacco. Ma è sempre più chiaro che l’intero sistema comunista era entrato in una crisi interna irreversibile, sia ideologica che economica, nonostante il trionfo militare in Asia (vittoria dei comunisti nel 1975 nella guerra del Viet-Nam contro gli americani).
  16. Un evento di grande importanza è rappresentato dall’inizio del papato di Karol Wojtyla, il papa polacco degli anni Ottanta, perché rappresenta il segno di contraddizione fra il regime marxista e la Chiesa cattolica non solo in Polonia, ma in tutta l’Europa comunista. Nella competizione con i Paesi “occidentali”, i regimi marxisti sono perdenti:

a.  sul piano ideologico, perché basati sulla repressione di ogni forma di libertà della persona umana;
b.  sul piano economico, in quanto il sistema di proprietà statale delle attività produttive e distributive, soffocando in modo alienante qualunque forma di iniziativa e di competizione, era tragicamente inefficiente;
c.  sul piano politico, perché sia l’URSS che la Cina avevano costruito sistemi satelliti schiacciando le identità nazionali dei popoli sottomessi. 

  1. Nel 1989 nei Paesi comunisti d’Europa, URSS compresa, vi è un crollo politico a catena:
  2. vi è un accentuato esodo dalla Germania comunista verso la Germania “libera”;
  3. il movimento cattolico di Solidarnos vince le elezioni in Polonia;a Novembre viene demolito il “muro” di Berlino e si avvia, grazie al Cancelliere Kohl, il processo di riunificazione della Germania, divisa dal 1945;
  4. anche a Budapest, a Praga, a Sofia, a Tirana la spinta popolare provoca la caduta o la trasformazione dei governi comunisti; solo in Romania l’abbattimento del dittatore Ceausescu è sanguinoso;
  5. la fragile e artificiale Jugoslavia  incomincia a disgregarsi, piombando successivamente nella guerra etnica a partire dal 1992;
  6. Infine nel 1990-91 avviene la svolta in URSS, promossa da Gorbacev e conclusa da Eltsin, il quale pone fine al regime comunista e allo stesso Stato sovietico, che si disgrega. Anche la Cina, dopo la fine del regime Maoista, si sta lasciando alle spalle la sua tragica esperienza comunista.

 

Si conclude così all’inizio degli anni Novanta la vicenda di settant’anni di regimi marxisti, il cui costo umano oggi è calcolato in 100 milioni di vittime.

 

Fonte: http://www.istituto-santanna.it/Pages/LiceoScientifico/Comunismo.DOC

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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