Storia contemporanea

 


 

Storia contemporanea

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

 

Storia contemporanea

Problemi economici nell'età della destra storica

Organizzazione Amministrativa.
Il 17 marzo 1861 si ha la proclamazione del Regno d'Italia. Il problema più urgente è quello della Organizzazione Amministrativa: scartato il federalismo e l'assemblea costituente si opta per il MODELLO ACCENTRATO GERARCHICO PIEMONTESE:

  • regno diviso in province, circondari e comuni (legge RATTAZZI)
  • consigli comunali e provinciali eletti su base censitaria (21 anni più reddito da 5 a 25 lire)
  • elettorato politico su base censitaria (25 anni, leggere e scrivere, 40 lire)
  • sindaco di nomina regia scelto tra i consiglieri eletti
  • prefetto di nomina regia
  • il prefetto presiedeva la deputazione provinciale e molteplici attribuzioni
  • normativa sulle opere pubbliche: criterio di costruzione e di esercizio delle ferrovie, distinzione tra organizzazioni pubbliche e private, servitù legali in organizzazioni pubbliche e modalità di concessione a privati
  • legge sostitutiva alla corte dei conti 1862

L'unificazione legislativa viene ottenuta applicando la legge del 2 aprile del 1865:

  • codice civile napoleonico (comporta laicità dello stato)
  • codice penale esteso a tutto il regno tranne la toscana (pena di morte eliminata)
  • codice di procedura penale esteso al regno comporta però scarse garanzie alla difesa più vasti poteri al giudice
  • codice commerciale sardo con modifiche tratte dall'ex regno delle 2 sicilie viene esteso a tutto il regno.

Liberoscambismo
Si deve affrontare il problema doganale.

  • abolizione di ogni dogana interna
  • applicazione immediata della tariffa dell'ex Regno di Sardegna (con deroghe alla toscana con il dazio d'importazione del cotone greggio e dazio d'uscita sugli stracci al meridione)

ciò però comporta dei contraccolpi devastanti al Sud  dove:

  • l'apparato industriale sopravviveva grazie al regime di protezione
  • si salvano solo pochi nuclei industriali come le cotoniere (grazie a capitali alti e competenze tecniche e amministrative elevate)
  • declino dell'industria laniera (non è un prodotto competitivo) dell'industria siderurgica nella sicilia e metallurgica nel napoletano.

Nel 1863 viene stipulato il trattato commerciale con la Francia ispirato al trattato Cobden-Chevalier del 1800 tra Francia ed Inghilterra. Esso Agevolò e accrebbe i traffici italiano- francesi, ma d'altra parte comportò dei contraccolpi negativi sull'economia del mezzogiorno subordinata a quella del settentrione.

Il bilancio dello stato:
viene intrapresa l'Unificazione Finanziaria Pubblica da Bastogi il quale:

  • istituisce il Gran Libro del Debito Pubblico conformandolo a quello dell'ex regno di sardegna modellato a sua volta su quello francese
  • unificazione degli antichi stati preunitari riconoscendoli, iscrivendoli e convertendoli in rendita italiana al 5 o 3 %
  • capitale nominale dei nuovi titoli a 2.051 milioni di lire con rendita annua di 98 milioni netti
  • debito consolidato più debito redimibile pari a 351 milioni cn una rendita annua di 13 milioni netti

Nel 1861 si riscontra un Inasprimento del debito pubblico (dal 45% al 95% del PIL), causato da

  • deficit strutturali di bilancio
  • spese militari straordinarie.

Il disavanzo di cassa è assai rilevante, riscontrando un aumento del 17% delle spese e un basso livello delle entrate (coprivano solo il 60% delle uscite) le quali aumentarono negli anni seguenti a causa di nuovi oneri fiscali, un aumento delle aliquote impositive e cespiti extra tributari.

Nel 1861 si riscontra il primo prestito del Regno d'Italia.
L'obbiettivo era quello di raccogliere 500 milioni di lire netti. Venne collocato sul mercato estero (Piazza di Parigi) attraverso la mediazione delle banche (questo favorì l'afflusso di capitale straniero) e il valore nominale dei titoli era di 714 milioni, venduti al prezzo unitario del 70,5 lire(il tasso d'interesse effettivo pagato dallo stato era del 7% e non del 5%)

L'unificazione monetaria
Riordino monetario, attraverso vari decreti:

  • decreto del 2 maggio 1861 n°16 e 17           =         disciplinava la nuova impronta delle                                                                              valute d'oro, argento e bronzo
  • decreto del 17 luglio 1861 n°123                 =         conferisce valore legale alla nuova lira
  • decreto 10 gennaio 1862 n°419                   =         corso legale in meridione alle valute                                                                              decimali d'oro e d'argento belghe e                                                                                        francesi
  • Legge del 23 marzo 1862 n° 506                 =         corso legale delle valute d'oro secondo il                                                                                    loro valore nominale
  • Legge del 24 agosto 1862 n°788  o Legge Pepoli

- la lira italiana diventa l'unità monetaria legale per i pagamenti, più l'unità di conto per le   
contabilità pubbliche e private
- ha l'obbiettivo di ritirare e cambiare tutte le precedenti monete (da inizio agosto 1862 a  
fine 1865 tranne il meridione
- è basata sullo standard della bimetallica francese, la quale aveva un rapporto legale di 1:   
15,5. Scelto perchè:
1) si ha frequenti ed importanti relazioni commerciali con la Francia, Germania e altri
2) i titoli del nostro debito pubblico sono negoziati sui principali mercati in cui si usa la moneta d'argento.

Il 23 dicembre del 1865 nasce l'Unione Monetaria Latina tra Francia, Italia, Belgio e Svizzera che:

  • fissò caratteristiche uniformi per il conio delle monete d'oro e d'argento
  • le monete divisionali dovevano essere proporzionali al numero di abitanti di ciascun paese
  • le monete dovevano essere coniate dallo stato e non da privati
  • ogni stato ha il diritto di chiedere che le divisionali di altri paesi da esso possedute fossero cambiate in oro dal paese emittente
  • può entrarci solo chi ha adeguato il sistema monetario a quello prescritto dalla convenzione.

La pluralità dell'emissione
L'unificazione monetaria però non porta all'unificazione dell'emissione, a causa di:

  • conflitto interno all'equilibrio tradizionale delle forze bancarie del paese(privatismo vs centralismo)
  • dottrine liberiste
  • natura semipubblica dei banchi meridionali
  • stretti rapporti tra gli interessi economici locali ed esigenze della finanza statale

 

Gli istituti di emissione (ovvero coloro che emettevano carta moneta al portatore) erano:

  1. Banca nazionale degli stati sardi (banca nazionale del regno d'Italia)
  2. Banca nazionale toscana
  3. Banca toscana di credito per le industrie e il commercio
  4. Banca Romana
  5. Banco di napoli
  6. Banco di sicilia

1. Banca Nazionale degli stati Sardi:

  • nasce nel 1848 (banca di genova più banca di torino)
  • l'amministrazione è formata da: assemblea generale dei soci + consiglio di reggenza per ogni sede + consiglio superiore + direttore generale
  • sconto di cambiali, buoni del tesoro e titoli di stato
  • anticipazioni su pegno di monete d'oro e d'argento (anche non monetario)
  • anticipazioni sul pegno di sete
  • deposito in conto corrente
  • custodia di titoli, documenti e preziosi
  • il fondo metallico è maggiore ad un terzo dei biglietti emessi (garanzia)
  • lo stato non era obbligato ad accettare i suoi biglietti
  • era obbligata ad anticipare allo stato sul pegno di titoli del debito una somma pari ai 2/5 del capitale depositato con interesse minore del 3%

2.  Banca Nazionale Toscana

  • Nasce nel 1857 come società per azioni (banca di sconto di Firenze e banca di sconto di Livorno)
  • assorbì nel 1860 alcune piccole case di sconto toscane che diventarono sue succursali
  • azionisti di spicco
  • operava in ambito prevalentemente regionale
  • due sedi principali (Firenze e Livorno)
  • l'amministrazione è formata da:  collegio di direzione (3 direttori) + consiglio superiore (9 membri) + 2 sindaci (approvano il bilancio)
  • principali operazioni “regali” alla nazionale
  • l'emissione non poteva superare il triplo del capitale versato
  • la riserva metallica era pari ad un terzo della somma emessa.

3. Banca Toscana di credito per le industrie e il commercio

  • nasce sottoforma di società “anonima” nel 1860
  • comincia a operare nel 1863
  • sede unica a Firenze
  • azionisti: esponenti del grande capitale finanziario (industriali)
  • capitale costitutivo 40 milioni
  • amministrazione: consiglio direttivo + consiglio esecutivo + direttore + vicedirettore + assemblea generale dei soci (approvava il bilancio)
  • emetteva buoni di cassa con carattere fiduciario sino al triplo del capitale versato
  • non c'era obbligo di rapporto minimo tra riserva e ammontare della circolazione
  • anticipazioni sui titoli di rendita pubblica e valori industriali
  • prestiti allo stato ed ai comuni
  •  depositi in conto corrente e sconto di cambiali
  • collocava azioni ed obbligazioni
  • compravendita di valori mobiliari e divise estere

 

4. Banca Romana

  • fondata nel 1850
  • entra a far parte degli istituti di emissione nel 1870
  • sconti di buoni del tesoro, lettere di cambio, biglietti ed altri effetti all'ordine
  • apriva conti correnti
  • teneva depositi
  • concedeva anticipazioni
  • riscontava il proprio portafogli all'interno ed all'esterno
  • fino al 1875 vigilanza estera da parte dello stato.

5. Banco di Napoli

  • organo supremo: consiglio generale (17 membri che esaminano il bilancio)
  • amministrazione: direttore generale più consiglio di amministrazione
  • scontava cambiali a 3 firme
  • anticipazioni su pegno di titoli del debito pubblico, di debiti ammortizzabili di comuni e province, di azioni ed obbligazioni in cui lo stato garantiva un interesse, di ordini in derrate recanti 3 firme, su pegno di oggetti preziosi o mercanzie varie o metalli grezzi.
  • Riceveva senza interesse depositi restituibili a richiesta emettendo dai nomi diversi emesse all'ordine del depositante, trasmissibili con girata, pagabili presso tutte le sedi del banco.
  • Le fedi di credito (maggiore o uguale a 50 lire) potevano essere trasformate in madre-fede e servire come base dell'apertura di un conto corrente senza interessi.
  • Rilasciava fedi nominative di depositi in contanti emetteva veri e propri biglietti di banca al portatore anche se accolti come tali dal pubblico.

6. Banco di Sicilia

  • due sedi (palermo e messina)
  • consiglio formato da 3 governatori di nomina regia
  • emetteva fedi di credito..
  • apriva conti ordinari e su madre fedi
  • i depositi ( sia in conto corrente che su cambio di titoli) rimanevano interamente nelle casse dell'istituto e non venivano utilizzate per altri scopi.

La banca Nazionale del Regno d'Italia dovette far fronte a difficoltà e resistenze da parte della banca nazionale toscana e dai banchi meridionali. Tra il 1860 e il 62 estese le sue dipendenze a Napoli e Palermo, nel 65 a firenze.
I rapporti con il tesoro sono stretti e diversificati ma collaborativi per conciliare l'obbiettivo dato dall'interesse aziendale; di conseguenza si ottiene la partecipazione da parte del tesoro ai prestiti pubblici (progressivamente crescente).

 

Il settore primario
Nel 1861 il 70% della popolazione attiva lavorava nei campi, vi era una pluralità di agricolture nell'Italia unita la quale accentuava ulteriormente gli squilibri.
Solo una parte dell'Italia era toccata dalla “Nuova Agricoltura” , ovvero utilizzava nuovi metodi e tecniche di coltivazione finalizzate ad accrescere il rendimento della terra, dove l'imprenditoria agraria era direttamente impegnata nella coltivazione dei terreni e la produzione iniziava a rivolgersi al mercato tramite economie di scala; questa parte era formata dai produttori di cereali, prodotti dell'allevamento e delle materie prime per il tessile.

Il problema principale come sopra accennato erano appunto gli squilibri.
Il liberismo non ammetteva correttivi agli squilibri, i quali fecero in modo che i diversi fattori che producevano gli squilibri rimasero immodificati, portando anche ad un aggravarsi della situazione.
I principali fattori di squilibrio sono:

  • arretratezza tecnica
  • scarsità di capitali investiti nel primario
  • rapporti contrattuali
  • forme di colonia (mezzadria). Non offriva stimoli adeguati al miglioramento culturale, all'intensificazione produttiva, all'inserimento nel grande mercato.
  • Diversa dotazione di infrastrutture, da cui deriva il Deficit della Bilancia (mercantilizzazione abbastanza adeguata dell'agricoltura ma che non compensa l'importazione di prodotti industriali).

L'andamento della produzione agricola variò tra il 59 e il 61.  Zanardelli ,riprendendo lo stile e le valutazioni dei romani, portò le seguenti coclusioni.

  • Diminuzione, nonostante gli sforzi per recuperare la caduta dovuta alla crisi della bachicoltura e viticoltura
  • stabilità tendente alla crescita per pochi anni della cerealicoltura
  • staticità a bassi livelli dei rendimenti unitari delle produzioni del seminato.

La situazione è dunque di sostanziale debolezza, con il 49 e 59 (IMMOBILISMO).

A differenza di Zanardelli un altro studioso, Rosario Romeo posando sulle statistiche ufficiali ottocentesche elaborate dall'istat prospetta un incremento consistente della produzione di tutte le colture più importanti nonché del patrimonio zootecnico e dei suoi derivati. Tale incremento è confermato da:

  • trend demografico
  • curva dei prezzi agricoli
  • flusso dell'import-export
  • variabili dei canoni d'affitto e della rendita fondiaria

da ciò conclude che:

  1. solo una parte di questa accresciuta produzione sarebbe andata a soddisfare i bisogni dell'incremento demografico dati i bassi salari e i modesti consumi del primario
  2. la differenza tra produzione e consumi avrebbe ingrossato la rendita fondiaria ed il profitto agrario , ed ha reso possibile, attraverso il risparmio volontario e forzato, quell'accumulazione positiva di capitale che unitamente ai capitali di provenienza estera avrebbe innescato la modernizzazione delle infrastrutture (= trasformazione dell'economia nazionale in senso industriale)

Un altro studioso chiamato Gerschenkron riconduce tutto a dimensioni più modeste: la crescita della produzione agricola, l'accumulazione primitiva e la modernizzazione delle infrastrutture porta poi all'industrializzazione tra il 1896 e il 1908.

Il corso forzoso
Il 1° MAGGIO 1866 si ha l'adozione del corso forzoso (ovvero la sospensione della convertibilità).
Con il corso forzoso si arriva al punto culminante della CRISI DEPRESSIVA ITALIANA cominciata nel 63 grazie alla politica finanziaria dell'epoca. Non solo l'Italia si trova in forte difficoltà, ma il mondo intero è piegato da una forte crisi economica dovuta dalla richiesta degli usa dei loro crediti a causa della guerra di secessione americana, per non parlare della cessata fornitura  di cotone all'europa inasprendone il prezzo.
La politica finanziaria italiana purtroppo aveva puntato troppo sul credito per fronteggiare i disavanzi del bilancio e le spese straordinarie.

 

Un'altra causa del sopraggiungere del corso forzoso è data dalla TARIFFA LIBERISTICA PIEMONTESE, la quale rendeva il paese più esposto alle fluttuazioni del ciclo economico.

In fine troviamo la SPECULAZIONE BORSISTICA, la quale aveva portato il corso della speculazione borsistica a livelli bassissimi.

 

La decisione di intraprendere il Corso Forzoso portò ai seguenti avvenimenti:

  • il tesoro dovette ricorrere in misura crescente al credito bancario sotto forma di somministrazione di biglietti da parte della Nazionale (privilegio dell'emissione rispetto agli altri)
  •  alla nazionale (svincolata dall'obbligo di conversione dei biglietti in oro ed argento) fu permesso di accrescere il valore della circolazione (pur rimanendo il vincolo del triplo della riserva)
  • i biglietti degli altri istituti avevano corso legale e potevano essere cambiati in moneta metallica o in biglietti della stessa nazionale
  • i 2/3 della massa metallica di ciascun istituto di emissione fu immobilizzato
  • sia i biglietti forniti per la “riscontrata” sia i biglietti consegnati al Tesoro per coprire il debito  da esso contratto non vennero valutati ai fini del tetto di circolazione
  • successive disposizioni diedero al corso forzoso anche alle fedi di credito e alle polizze degli istituti meridionali con restrizione alle province napoletane e siciliane e alle 2 banche toscane nell'ambito territoriale in cui operavano.

Reazioni e conseguenze.
Per impedire un'espansione eccessiva dello stock di biglietti la variazione dei saggi monetari non fu ammessa senza l'assenso preventivo del competente ministero. Viene dato il potere di controllo al governo sulle operazione e la facoltà di opporsi ad ogni delibera contraria agli statuti, agli interessi generali e alle leggi. Ciò   comportò:

  • determinazione del prezzo del denaro e conseguente regolazione della politica creditizia
  • vigilanza organica sull'amministrazione delle banche.

Ci furono varie critiche al corso forzoso da parte degli avversari della banca nazionale e dei liberisti (lla ferrara????)

Nel marzo 1868 viene creata la commissione parlamentare d'inchiesta sul corso forzoso. Nella relazione essa dice che non era giustificata  perchè:

  • non economica: la crisi aveva colpito solo alcune banche
  • non finanziaria: il Tesoro era in grado di far fronte alle urgenze immediate
  • non politica: il consenso dell'opinione pubblica alla guerra avrebbe consentito un ricorso ad un prestito straordinario.

Questa relazione lascia in ombra però la vera natura della crisi non solo congiunturale bensì strutturale ( bilancia commerciale in deficit e bilancia dei pagamenti in equilibrio solo grazie ai crediti esteri).

Le conseguenze del corso forzoso sono le seguenti:

  • mancanza di moneta divisionale
  • svalutazione media del biglietto cartaceo intorno al 10%
  • beneficio per le esportazioni di merci italiane
  • compare l'aggio (eccedenza del valore di mercato delle monete d'oro e d'argento rispetto alla lira cartacea) che comporta alla tesaurizzazione delle monete metalliche
  • aggio anche tra i biglietti di piccolo e grosso taglio per un motivo tecnico(sistema ancora in rodaggio) e psicologico (scarsa abitudine dell'uso dei biglietti di banca)
  • obbliga le persone ad usare la lira cartacea

 

Il riordino dell'emissione
il riordino della materia complessiva dell'emissione avvenne grazie a:

  • crescita debordante della circolazione bancaria
  • diversa copertura dei biglietti nei vari istituti
  • esigenza di controlli più adeguati
  • catena normativa in materia di controlli interbancari
  • importanza sempre maggiore della Nazionale
  • inasprimento dell'aggio
  • urgenza di bloccare la spirale inflazionistica
  • assenza di segni distintivi per i biglietti a corso forzoso

in più:

  • spese straordinarie (come trasferimento della capitale a Roma, debito pubblico relativo al Lazio) comporta un dficit aggravato nel 72-73
  • piano quinquennale del 1872-1876 di Sella

- nuovo prestito di 300 milioni da chiedere alla Nazionale (con emissione di somma corrispondente           
in biglietti)
- sospensione dell'ammortamento del debito verso la Nazionale
- conversione del debito consolidato dei debiti redimibili del 1866
- cessione del servizio di tesoreria ai 4 maggiori istituti di emissione (nazionale, toscana, napoli e
sicilia) e aggiornamenti fiscali nel limite di 30 milioni in 5 anni. Ma ciò venne bocciato dalla
commissione della camera (tranne tariffe sul caffè e sul petrolio)
-  rinuncia a nuove economie di spesa.
Tutto ciò avrebbe consentito l'eliminazione del disavanzo e l'ammortamento dei debiti redimibili per 400 milioni.
Nel 1873  il livello di inflazione cresce e il capitale circolante viene convogliato non tanto verso la produzione ma verso la specializzazione. Sella propone un progetto di legge che pone un freno alla circolazione cartacea, ma non giunge a buon fine per le difficoltà in cui versava in quel momento l'esecutivo. Nel  luglio 1873 si ha il nuovo governo Minghetti (fallito il connubio con la sinistra moderata di DePretis). I problemi analizzati mettevano la circolazione i primo piano, che comportò una notevole pressione da parte di uomini d'affari e speculatori che chiedevano un aumento della circolazione. Le motivazioni principali erano date da:

  • inasprimento delle condizioni di via dei ceti più bassi
  • scontento della maggioranza della borghesia agraria e industriale e dei gruppi del centro-sud

il progetto di legge del Minghetti mirava a regolare la circolazione, ridurre il regionalismo dei biglietti, pareggiare le condizioni degli istituti tramite:

  • biglietti a corso legale distinti per colore e taglia
  • consorzio da 6 banche con compito di emettere biglietti circolanti per conto dello stato con limite massimo di un miliardo a corso legale
  • gli istituti potevano emettere anticipi allo stato fino a 103 milioni e mezzo
  • le banche potevano emettere biglietti nel limite del triplo del patrimonio posseduto o del capitale versato in data 31.12.1873
  • i 6 istituti non potevano modificare il tasso di sconto senza autorizzazione governativa
  • riserve metalliche mobilizzate e rese utilizzabili
  • divieto a privati di emettere biglietti per tutta la durata del corso forzoso.

Ciò ebbe delle conseguenze:

  • rallentò il processo di centralizzazione dell'emissione
  • non rispose alle esigenze di conferire elasticità di offerta al circolante cartaceo
  • non affrontò il nodo della vigilanza preventiva
  • era un compromesso.

 

 

 

 

 

 

Dalla crescita moderata alla Crisi

Il recupero produttivo
nel 1873 la caduta dell'indice generale dei prezzi(nelle materie prime industriali e nei prodotti finiti per l'industria) porta alla nascita di una nuova crisi, superata grazie alla Legge Bancaria del 1874 e al pareggio di bilancio dello stato nel 1875 (dal 1876 al 1881 anche lievi disavanzi).
Così venne eliminata una delle cause che maggiormente avevano inciso sulla crescita della circolazione cartacea, MA altri elementi continuano a fare da pandant:

  • andamento non positivo del commercio con l'estero
  • arresto dell'offerta di moneta
  • ascesa delle quotazioni nella rendita che invogliava il risparmiatore a preferire il titolo pubblico alle azioni indstriali

Nel 1878 viene utilizzata una Tariffa Protezionistica per ottenere una maggiore difesa alla produzione industriale (tessitura laniera, filatura e tessitura cotoniera e serica). I segnali di recupero diventarono più evidenti, tanto che nel 1880 vennero superati i livelli produttivi del 73:

  • aumentano i depositi
  • aumento dei crediti erogati
  • aumento dell'importazione di carbon fossile
  • aumenta la popolazione occupata in produzioni industriali
  • in meccanica aumentò il numero degli operai e si prese la via della specializzazione (caldaie, macchine a vapore fisse, telai, macchine per legno, olio, ferro...)

Verso l'abolizione del corso forzoso
grazie ai progressi economici il 15 novembre 1880 Magliani presenta un progetto di legge per l'abolizione del corso forzoso. Vennero enfatizzati gli elementi di ripresa, lasciando in disparte il prevalere dei vari e gravi squilibri (grano, riso e seta non reggevano contro la concorrenza europea. Alcuni glie lo fecero notare e giudicarono il paese non ancora pronto MA Mogliani voleva:

  • dei 940 milioni di biglietti consorziali circolanti a corso forzoso per conto dello stato era prevista la sostituzione di non tutta la somma:
  • 600 milioni venivano sostituiti
  • 340 milioni sostituiti con nuovi biglietti emessi direttamente dallo Stato, aventi circolazione obbligatoria convertibilità a vista in metallo monetario.

             Allo stato sarebbe spettato il compito di procurarsi il metallo necessario alla conversione ricorrendo:  
alla tesoreria e alle anticipazioni sulla rendita in deposito. A garanzia di questi biglietti sarebbe stato
collocato un deposito presso la cassa depositi e prestiti di rendita consolidata del 5% nella
corrispondente misura di valore nominale

  • i biglietti emessi da ciascun istituto vengono emessi a corso legale fino al 31.12.83 con convertibilità
  • scioglimento del consorzio delle banche di emissione
  • Stato unico debitore dei biglietti già emessi con corso frorzoso.

I 600 milioni sostituiti vengono trattati con un accensione di un mutuo all'estero di 644 milioni (600 importo dei biglietti e 44 rimborso in oro del mutuo concesso dalla nazionale al tesoro), di cui 400 in oro da procurarsi con emissione di rendita (tasso annuo 5%) e 200 in argento.

I 340 milioni restanti per Magliani sono un “debito fluttuante” per dare respiro alla finanza pubblica in vista di una loro progressiva riduzione fino alla completa eliminazione grazie all'utilizzo degli annuali avanzi di bilancio.
Ferrara invece li definisce un “fondo morto” poiché non sarebbero mai stati davvero distrutti ma condannati a stare sempre in giro.

 

 

Contraccolpi e primi esiti
le reazioni al progetto di legge Magliani arrivano inizialmente dalla borsa, la quale cade nel panico temendo una rapida caduta dell'aggio:

  • coloro che si erano spinti nella speculazione al rialto cominciarono ad attendersi una discesa dei prezzi e un conseguente ribasso dei titoli rappresentativi dei valori industriali.

- il tentativo di liberarsi delle posizioni speculative fece degenerare in crisi acuta un processo di assemblamento dei valori che nelle previsioni del governo sarebbe dovuto avvenire in modo graduale.

  • gli operatori presero a scontare i forti realizzi di titoli pubblici da parte del governo e delle banche che dovevano procurarsi valute metalliche per essere pronti al cambio dei biglietti
  • le banche non riuscivano a far fronte a tutte le richieste di crediti. Questo è un fenomeno a carattere endogeno poiché il lieve aumento del tasso di sconto registratosi nel 1880 dipese da un'accresciuta richiesta di oro da parte degli USA.

Nel 1881 le apprensioni nei confronti della manovra vennero meno quando alla borsa di Parigi si produsse una tendenza al rialzo dei titoli italiani ( l'incertezza dei prezzi delle merci durò ancora qualche mese)

Il 7 aprile 1881 il progetto Magliani viene convertito in legge (si riinvia però la fissazione per l'apertura del cambio e la sostituzione dei biglietti con moneta divisionale).
Si comincia però la trattativa per collocare all'estero il prestito di 644 milioni (prestito da parte di un gruppo anglo-franco-americano: banca nazionale, credito mobiliare, comptoir d'escompte, Being e Hambro).
Non giunsero a buon fine le trattative con una banca tranne per:

  • gestione di flussi
  • contrastanti valutazioni sui risultati monetari, tecnici, politici del prestito
  • divergenti concezioni in materia di metro monetario
  • controverso giudizio sull'entità dello stock metallico
  • sovrastima della quantità di metallo per il ritorno alla convertibilità.

Andamento dei cambi esteri ed errori di valutazione
il 7 aprile del 1881 c'è l'approvazione della legge, mentre il 12 aprile del 1883 si ha l'apertura degli sportelli, grazie alle banche di emissione che nel mentre rafforzano le riserve metalliche.
Il biennio successivo all'abolizione del corso forzoso si presenta una fuggevole prosperità economica e degli andamenti favorevoli dei cambi. Da qui si presenta una “gara” dell'estero al risconto del nostro portafoglio: le cambiali riscontate fuori confine alimentarono una corrente metallica in direzione dell'Italia: una somma destinata ad accrescersi per l'acquisto di titoli pubblici e privati (servono a compensare i debiti all'estero rendendo conveniente mandare in Italia valute metalliche piuttosto che titoli).Ciò comportò però:

  • progressivo aumento dello stock metallico per un flusso costante di monete che cessò soltanto nel 1885
  • il cambio sulla piazza di Londra e Parigi salì (1885)
  • i saggi di cambio diminuirono (1885)

Come conseguenza nel 1885 si riscontrò un TREND NEGATIVO DEI CAMBI ESTERI. La principale causa fu lo sbilancio commerciale del 1884-1885 dovuto a:

  • crisi agraria
  • errore economico compiuto nell'atto di abolizione del corso forzoso (conversione dei biglietti in moneta metallica a valore nominale e non con la maggioranza dell'aggio)

- circolazione di un'eccedenza cartacea mascherata nella forma ma effettiva nella sostanza
- () sulla crescita interna dei prezzi (rimasti gli stessi solo nominalmente)
- portare l'industria nazionale della protezione del 10% concedendo in pari tempo un premio per le   
importazioni dall'estero pagato dai consumatori
- influire sulla circolazione metallica interna che prese a contrarsi

  • sopravvalutazione degli effetti deflattivi della caduta dell'aggio e della rivalutazione della lira
  • non aver considerato che la scarsa elasticità della circolazione degli istituti di emissione avrebbe creato difficoltà al mantenimento della convertibilità metallica
  • l'aver trascurato che la debolezza del sistema creditizio nazionale avrebbe indetto gli istituti a tralasciare i loro compiti specifici e a sconfinare sul credito industriale e fondiario
  • non aver risanato patrimonialmente gli istituti
  • sottovalutato il problema dei rapporti con l'unione monetaria latina

Riscontri positivi e negativi
il ritorno alla convertibilità ebbe dei riscontri positivi e negativi.

COMBINAZIONI IN POSITIVO:
portò un sussulto intenso determinato da:

  1. afflusso di capitale straniero
  2. rialzo dei prezzi dei valori pubblici
  3. lo stato come principale operatore finanziario:
  • intervento nella spesa pubblica, statale e locale coperto con l'imposizione indiretta e con nuovi debiti
  • espansione dei crediti e dei sconti bancari
  • stanziamenti militari
  • sostegno agli interessi amatoriali per la sostituzione del traviglio a vela con quello a vapore
  • rammodernamento di alcuni porti
  • costruzione di nuove linee ferroviarie
  • supporto del settore secondario (altiforni acciaieria e fonderia di Terni

    4.   febbre edilizia di numerose banche, che conseguono guadagni del 200-300% in tempi   
brevissimi con la compravendita di aree fabbricabili (banca tiberina, di torino, generale, società
generale di credito mobiliare e banca esquilinio)
la situazione diviene drammatica nel 1888 quando il numero delle costruzioni messe in cantiere superava le reali esigenze di espansione urbanistica non rispondendo con la qualità dell'offerta alle effettive possibilità della domanda.
Di conseguenza si ebbe la chiusura di centinaia di cantieri che si ripercosse sui livelli occupazionali e sul grado di solvibilità e stabilità degli istituti di credito, le banche di emissione restringevano gli sconti, i titoli delle società crollavano e si moltiplicavano i fallimenti.

COMBINAZIONI IN NEGATIVO:

  1. vennero incoraggiate le operazioni improduttive di vario genere. Il capitale finanziario imboccò altre strade come la speculazione edilizia non solo sotto la spinta degli imput che abitualmente stanno alla base del fenomeno ma anche da fattori congiunturali (leggi speciali per l'edilizia a napoli e a roma).

La Fonderia di Terni nasce nel 1866. Il ruolo dello stato è quello di anticipatore senza interessi in conto ad una fornitura futura. L'apporto finanziario era dato dalla nazionale toscana e della nazionale, della generale e del credito mobiliare, le quali avevano una compartecipazione nell'impresa.

Allo scenario negativo va ad aggiungersi anche uno SCENARIO FINANZIARIO INTERNAZIONALE INSTABILE, dato da:

  • crac finanziari e di borsa degli anni 1880 (regno unito, francia, impero asburgico)
  • massicci collocamenti all'estero di rendita italiana
  • riduzione dell'assistenza all'Italia
  • pretesa delle banche nazionali di spostare all'estero il finanziamento delle speculazioni edilizie
  • divario tra quotazioni interne ed esterne della rendita italiana, che comporta a rientri di titoli italiani e uscita di capitale all'estero
  • contrazione delle riserve metalliche.

La grande crisi
tra il 1880 e 1887 il valore della produzione agricola e zootecnica si ridusse quasi del 22% e la partecipazione delle attività primarie alla formazione del reddito nazionale scese.
Le cause sono sia esogene che endogene:

 

ESOGENE:
processo di integrazione delle economie mondiali. Afflusso sulle piazze europee di enormi quantitative di cereali (grano) provenienti dal nord america e dalla russia e di altre materie prime (seta, riso) dalla cina, giappone e india, reso possibile da coltura di sterminate distese di terra vergine rese accessibili dalla rete ferroviaria, dal calo dei moli marittimi e dei costi di trasporto, dal passaggio dalla navigazione a vela a quella al vapore (trasporto di persone e merci in quantità superiori e più velocemente)

ENDOGENE:
1. Peculiarità strutturali dell'agricoltura nazionale.
Il marcato italiano non era in grado di reggere la concorrenza dei prodotti provenienti da oltreoceano da
coltivazioni di forma intensiva, senza l'ausilio di molta manodopera e di particolari cure grazie alla fertilità del suolo e alle favorevoli condizioni meteo-ambientali, diverse dal sistema agrario italiano a causa di:
- morfologia del terreno
- tipicità degli aspetti culturali
- particolari rapporti di produzione
terreni sfruttati da secoli in forma despecializzata e promiscua assoggettati ad un eccessivo carico fiscale che comporta una sensibile contrazione del profitto agrario e della rendita fondiaria che portò ad un freno agli investimenti e riduzione di capitali nell'attività corrente.
2. compresenza di alcuni agenti patogeni.
effetto deleterio su alcune fondamentali colture che porta a una contrazione dei livelli produttivi
(vigneti colpiti dalla fillossera , una cocciniglia che infetta i gelsi).Solo i vini conobbero una  fase 
iniziale dei prezzi in ascesa perchè i vini italiani (sicilia e puglia) trovavano sbocco sul mercato
francese (i loro vini erano colpiti dalla fillossera)

EFFETTI:
si riscontrarono effetti di vario tipo nello spazio e nel tempo a causa della profonda diversità del paese:

  • natura del paesaggio
  • struttura della proprietà e del possesso fondiario
  1. effetti macroeconomici,

possiamo parlare di un brusco ribasso dei prezzi dei cereali che colpì le principali piazze europee (in Italia riguardarono mais e frumento) che portò ad un aumento delle importazioni. Ciò è importante perchè il 20% della superficie agraria era la base della rendita fondiaria e del reddito agrario, per non parlare della dieta del contadino..
Per pagare l'affitto, i costi monetari di coltivazione e le imposte fondiarie il contadino si trovò costretto a destinare al mercato una quota maggiore del raccolto, e di conseguenza si ebbe una contrazione dei già bassissimi livelli di consumo alimentare (portò alla pellagra).

Il crollo dei prezzi più l'aumento delle importazioni portò alle seguenti conseguenze:

  • i contadini sono costretti a sostituire le coltivazioni cerealicole con altre a bassa intensità (foraggio, patate, canapa, barbabietola..)
  • limitare al minimo indispensabile le opere e gli investimenti in migliorie e per la conservazione del capitale fondiario (sospensione dei lavori di  bonifica e di ammodernamento del sistema di scolo delle acque). Ciò comporta disoccupazione e emigrazione transoceanica.
  1. aggravarsi della bilancia commerciale e della bilancia dei pagamenti con l'estero

saldi passivi, la soglia critica si riscontra nel 1887, in cui si ha la svolta del protezionismo. Le cause che portarono a questa decisione, oltre le sopra citate, sono:

  • coloniali,  si rafforzano le strutture militari
  • perturbazioni finanziarie e politiche internazionali
  • svalutazione dell'argento e minore competitività della sterlina
  • consolidarsi della triplice alleanza
  • perfezionarsi del sistema bismarkiano (patto di controassicurazione)

  Il protezionismo  pone una tariffa doganale con protezione speciale per i cereali e i prodotti dell'industria siderurgica, metallurgica, meccanica e tessile. In questo modo  si salva l'agricoltura latifondista del mezzogiorno e si forma un'alleanza di interessi tra borghesia terrena meridionale e industriali del nord, i quali rafforzano il loro potere locale e l'influenza in parlamento.
Le ripercussioni gravi sulla scelta del protezionismo nascono dando il via alla guerra commerciale con la francia, penalizzando così le colture specializzate nel mezzogiorno poiché si riforma altrove.

Nel 1877 nasce la Giunta per l'inchiesta agraria (Jacini)

  • aliquota troppo estesa di spazi improduttivi
  • quelli produttivi lo sono più di nome che di fatto
  • media di produzioni di frumento per ettaro al di sotto delle altre nazioni
  • scarsa produttività data da:

- arretratezza dei sistemi
-miseria della classe contadina
- eccessivo carico delle imposte e dei debiti sui contadini.

 

Il dissesto bancario
la situazione degli istituti di credito è disastrata (1889)
gli istituti di credito erano la società dell'esquilinio, il banco di sconto e sete e la banca tiberina.
La Nazionale (spinta e guidata dal governo) si dichiarava disponibile ad intervenire a patto che

  1. ottenesse una deroga speciale dei privilegi degli istituti di emissioni ormai in scadenza,
  2. una proroga del corso legale dei biglietti,
  3. l'immediata autorizzazione a superare i limiti di circolazione per 5o milioni.

Le richieste vengono accolte però l'ispezione agli istituti di emissione viene affidata ad Alvisi.
Alvisi ottenne un quadro di gravità sopratutto per la banca Romana, non vengono resi pubblici i risultati per il discredito interno e internazionale del paese (Governo Crispi)

Il Governo Rudini (Luzzatti ministro del tesoro):

  • proroga di 18 mesi del privilegio dell'emissione agli istituti che lo detenevano
  • innalzato il limite legale della circolazione
  • abolizione della riscontrata (obbligo della periodica compensazione dei biglietti tra le banche) sostituita con la “rispedita” (ogni banca era obbligata a mettere subito in circolazione i biglietti delle altre banche)

In questo modo si ebbe l'eliminazione del principale meccanismo di controllo sulla circolazione cartacea con conseguente:

  • inasprimento dell'aggio
  • le banche cessarono di cambiare alla pari i biglietti in moneta metallica e presero a detrarvi l'aggio (si torna al corso forzoso)

Durante  Governo Giolitti (Grimaldi ministro del tesoro, legato alla banca romana) nel 1892
La situazione precipita quando vengono in possesso delle camere i risultati dell'inchiesta Alvisi.
Si decide dunque di effettuare un'ispezione amministrativa sugli istituti di emissione presieduta da Finali (1893) conclusa in due mesi e consegnata a Giolitti.
La situazione più compromessa risultò quella della banca romana:

  • deficienza mascherata da vari artifizi
  • portafoglio immobilizzato per 4/5
  • effetti rilasciati a scadenza lunghissima senza garanzia
  • sconti per somme cospicue

Anche il banco di Napoli, di Sicilia, la Nazionale non erano in situazioni ottime ma in minor rilievo; solo la nazionale toscana e la banca toscana di credito per le industrie e il commercio si presentavano abbastanza in ordine. Si presero provvedimenti:

  • Giolitti per evitare una crisi generale del sistema dichiarò che circolando i biglietti a corso legale lo stato se ne rendeva garante
  • la banca romana fu messa in liquidazione
  • il governo promosse e fece approvare la legge da cui nacque la banca d'italia.

Situazione economica e monetaria italiana:

  1. il cambio di parigi salì
  2. il corso della rendita in oro subì un ribasso. Causò un forte rientro dei titoli essendo più alte le quotazioni in Italia per il sostegno ricevuto attraverso le banche di emissione più deflusso di moneta d'oro e argento
  3. l'aggio dell'oro sulla lira cartacea aumentò
  4. le banche e i commercianti furono indotti ad emettere abusivamente buoni di pagamento in carta a causa della carenza di moneta divisionale
  5. il governo dovette ricorrere all'emissione di 30 milioni di buoni di cassa da 1 lira e alla coniazione di 10 milioni di monete di bronzo
  6. rientro massiccio di depositi per le banche
  7. alcune banche furono travolte:

- società generale di credito mobiliare
- Banca generale
entrambe nate come banche di credito mobiliare, erano diventate delle banche di deposito attraverso le quali passava quasi l'intero commercio d'importazione ed esportazione del paese-

Società Generale di Credito mobiliare:

  • fu superato nel '66 grazie al corso forzoso e alla valida direzione di Balduino che aveva garantito un lungo periodo di prosperità.
  • Negli anni '80 l'istituto si era lasciato coinvolgere da una speculazione edilizia di Roma e Napoli che portò alla scomparsa della riserva nel 1891
  • Frascara ( direttore generale nel 91)aveva tentato di salvare la banca trasformandola in una banca di credito commerciale a breve termine e impegnandola a lavorare con i depositi e i crediti aperti all'estero. Esso cercò infatti di imporre una concezione ampia del sistema bancario:

- estensione della rete territoriale
- ampliamento dei servizi parabancari in senso stretto
- commercio diretto in granaglie

  • i risultati furono dapprima favorevoli e poi fallimentari:

- mancanza di titoli di plein repos
- inefficienza dei soccorsi da parte degli istituti di emissione
- inadeguatezza della politica finanziaria e bancaria del governo

  • la situazione precipita perchè:

- richiesta di chiusura dei titoli da parte delle banche estere ( l'aggio era salito e i titoli italiani continuavano a perdere terreno e cominciavano ad essere svenduti sul mercato)
- ritiro dei depositi da parte del pubblico

  • Conseguente “RUN” a causa del ribasso che stavano subendo le azioni dell'istituto dovuto ad una manovra speculativa =30 Novembre 1893 chiusura degli sportelli.

 

 

 

Il Riordino delle strutture creditizie e il Risanamento della Finanza Pubblica

La nascita della Banca d'Italia
LEGGE 10 AGOSTO 1893 N° 449: legge che diede vita alla Banca d'Italia che cominciò ad operare nel  gennaio 1894:

  • sorta dalla fusione della banca nazionale del regno d'Italia con la banca Toscana di credito per le industrie e il commercio e con la banca nazionale toscana
  • forma giuridica di società per azioni con un capitale sociale di 300 milioni di lire versato nella misura di 7/10 e diviso in 300000 azioni nominative da 1000 lire l'una
  • privilegio di emettere biglietti (mantenuto dal banco di napoli e di sicilia) a corso legale per la durata di un quinquennio nelle provincie in cui l'istituto emittente disponeva una sede, una succursale o una rappresentanza
  • entro un anno la riserva doveva essere portata al 40% della circolazione con parte metallica composta per ¾ d'oro. Non si conosceva in quale misura il suo attivo patrimoniale fosse gravato da immobilizzazioni né l'ammontare delle perdite

Gli altri 3 istituti di emissione:

  • le operazioni autorizzate vennero dettagliatamente elencate (sconto, anticipazioni, compravendita in contanti per proprio conto di tratte, assegni e cambiali all'estero, ricevimento in depositi in conto corrente fruttifero)
  • furono vietate operazioni di credito fondiario e operazioni in conto corrente allo scoperto
  • tasso di sconto uguale per tutti e 3 gli istituti e ogni variazione era subordinata alla variazione del ministro del tesoro
  • il Tesoro aveva il controllo, e autorizzava l'apertura o la chiusura di sedi succursali
  • la nomina del direttore generale era sottoposta ad approvazione del governo (tripolio=compromessso)

Nel 1894 si ha la prima ispezione governativa: partite immobiliari pari a 450 milioni (superava il capitale sociale di 150 milioni e costituiva ¼ dell'attivo, assorbendo oltre la metà della circolazione massima) che derivano da operazioni di salvataggio della Nazionale e da prestiti connessi durante la speculazione edilizia difficilmente esigibili (crisi).
Secondo Sonnino e Luzzatti si doveva lasciare un lasso di tempo adeguato per liquidare le immobilizzazioni, e procedere con gradualità.
Sonnino:

  • portò da 10 a 15 anni il periodo di tempo utile per liquidare le immobilizzazioni
  • affidò una gestione diretta alla banca per le parti immobilizzate:

Il 30.10.1894 = CONVENZIONE TRA GOVERNO E BANCA D'ITALIA:

  • attribuì alla banca la gestione e liquidazione della banca romana
  • contropartita il servizio di tesoreria per tutte le province del regno
  • per proteggere le perdite derivanti dalla liquidazione si doveva accantonare in un fondo speciale una quota degli utili annuali, somme che dovevano essere investite in titoli di stato o garantiti dallo stato
  • il dividendo non poteva superare le 40 lire per azione, l'eccedenza andava in riserva
  • svalutazione di capitali di 30 milioni di lire chiedendo agli azionisti il versamento di 100 lire per azione
  • nel 1896 vi furono altre svalutazioni per altri 30  milioni

da qui si ottenne un risanamento patrimoniale dell'istituto (grazie anche alla direzione di Marchiori e Stringher):Stringher:
-scena politica di riassetto patrimoniale

  • 1900-1928 = stringher direttore generale; dal 28 al 30 Governatore
  • severa politica di bilancio che accrescono gli accantonamenti
  • tutto comportò una congiunzione degli interessi privatistici dell'azienda con il corretto e efficace funzionamento del sistema creditizio nazionale.

Il capitale tedesco e le banche miste:
Riorganizzazione del credito ordinario (dopo la caduta della banca generale e del credito mobiliare). Nella riorganizzazione ha un ruolo fondamentale il capitale tedesco, il più attivo in Italia da almeno 10 anni grazie:

  • prestito alla città di roma
  • partecipazione al capitale nominale della società italiana per le strade ferrate del mediterraneo
  • diedero vita a un consorzio per gli affari italiani
  • apporto di capitale in occasione del crollo della rendita italiana alla borsa di parigi
  • prestiti per pagare gli interessi semestrali delle cedole in scadenza all'estero

grazie a ciò si potè osservare l'accrescersi e consolidarsi del ruolo finanziario della germania, che portò alla formazione della triplice alleanza.
Ma dopo la caduta delle due maggiori banche italiane di credito, vedendo aprirsi la possibilità di realizzare buoni affari finanziari, la germania decise di impegnarsi nel settore del credito: la Compagnia d'Italia la quale effettuava investimenti di portafoglio e investimenti diretti da parte di imprese e di società finanziarie in attività industriali italiane. Così nascono:

COMIT (banca commerciale italiana)

  • nasce a milano nel 1894
  • ha un capitale di 5 milioni (poi 20, poi 156 milioni)
  • apporto di uomini e mezzi forniti dal gruppo tedesco
  • Joel è un direttore di famiglia ebreo-tedesca, un interlocutore ideale per discutere e trattare per le banche tedesche e italiane, poiché aveva maturato un'approfondita conoscenza delle strutture, delle tecniche, e delle funzioni della realtà delle banche dei 2 paesi

CREDIT ( credito italiana)

  • nasce a genova nel 1895
  • concorso della banca di genova  e l'appoggio della banca manti e c di roma, di una banca milanese di origine svizzera e di altre banche tedesche
  • Rava è il direttore, formatosi presso la banca generale.

L'esperienza formativa italiana di Joel e Rava è molto importante, gli uomini tedeschi erano già nel nostro paese e avevano tratto frutto dagli avvenimenti.

Le Banche miste Italiane: ( credit, comit, banco di roma, società bancaria italiana) diventano Banche Depenalizzate( su modello tedesco, no istituti specializzati- regolati).
Effettuavano sia operazioni ordinarie ( a breve termine) che straordinarie (a medio-lungo)

  1. delle operazioni a medio lungo termine beneficiavano sopratutto le imprese industriali verso le quali le banche miste indirizzarono capitali prima impegnati in titoli di stato e in prestiti a enti locali.
  2. Le operazioni a breve termine (credito in conto corrente) venivano trasformate in operazioni a medio-lungo termine con l'escamotage dei continui rinnovi.

Ciò era oggetto di obbiezioni gravissime da parte dei liberisti (Einaudi e Pantaleoni) perchè i depositi versati dai piccoli risparmiatori venivano impiegati in crediti alle imprese contraddicendo il principio che vieta di compiere movimenti a scadenza superiori a quelli a cui la banca deve far fronte nei riguardi dei depositari (si giocava con la buona fede dei risparmiatori)
Ma non consideravano un aspetto essenziale della funzione delle banche miste nello sviluppo industriale italiano: per un paese afflitto da una radicale carenza di capitale disponibile per l'innovazione industriale l'appello su larga scala al risparmio nazionale era una condizione della crescita e dello sviluppo (non per l'inghilterra, con capitali provenienti da agricoltura e commercio)
dunque le banche miste hanno un ruolo non indifferente anche se non decisivo nella crescita industriale italiana, è un cofattore della crescita assieme a:

  • capitale d'investimento
  • stato

poiché finanziarono progetti specifici e non una strategia d'industrializzazione.

 

L'inversione del Ciclo Economica Mondiale
Tutto parte dalla riforma del sistema di emissione e alla nascita delle banche miste che, tramite l'opera di Luigi Luzzatti (ministro del tesoro 1896-1898) porta a degli effetti positivi, grazie al risanamento della finanza pubblica.
Il 14 Luglio 1896 nel terzo governo Rudinì, Luzzatti assume la guida del Tesoro. In questo periodo sono avvertibili i primi segni d'inversione del ciclo economico mondiale (l'italia è un paese ritardatario). Tali segnali non riuscivano così evidenti relativamente a:

  • oscillazioni del costo del denaro
  • immissioni di liquidità nel mercato dei capitali
  • andamento della domanda interna

poiché

  • la tendenza al rialzo dei prezzi internazionali non si era ancora trasformata in un ampio movimento di ripresa lungo tutta la struttura verticale e orizzontale della produzione => il PIL a prezzi correnti assumeva una dinamica stagnante
  • il costo del lavoro continuava ad essere ancora basso per fasce molto esterne del ploretariato

Il sistema finanziario Internazionale andava trasformandosi in senso più dinamico:

  • il ruolo dell'inghilterra come centro di intermediazione finanziaria internazionale stava subendo un processo di perdita di importanza relativa
  • andavano emergendo ed imponendosi altri centri (parigi, berlino, new york)
  • Londra ha comunque un monopolio sull'oro proveniente dall'australia, klondike e sud africa
  • la banca di francia agisce da serbatoio d'oro di riserva aurea dell'intero sistema monetario internazionale, avendo un rapporto privilegiato con il governo russo e una massiccia collocazione della rendita italiana.

L'eredità finanziaria Sonniniana
l'amministrazione economico-finanziaria crispina porta un'eredità complessa.
Sonnino aveva cercato di tenere la barra del tesoro in direzione del pareggio attraverso la depurazione del bilancio e l'eliminazione di sperperi e spese improduttive. Si ottenne:

  • avanzo di 15 milioni
  • beneficio per il tesoro di 18 milioni
  • surpluss totale di 47 milioni assorbito dal deficit per le costruzioni ferroviarie
  • entrate del 30% da imposte dirette, poi dogane e diritti marittimi e sui tabacchi
  • uscite: 51% ministero del tesoro(oneri sul debito pubblico, oneri sul debito vitalizio); 15% ministero della guerra, 11% ministero delle finanze

il 92% della spesa ministeriale era una spesa RIGIDA, difficile da ridurre.

Le spese d'africa arrivano all'8,1%. Il 2° governo Roudinì per fronteggiare le urgenze finanziarie ha 2 alternative:

  • imposte straordinarie
  • ulteriore ricorso al debito pubblico:
          • prestito assunto tramite la banca d'italia per 89 milioni
          • 140 milioni al 4,5% netto
          • una pubblica sottoscrizione che aveva riposto al di là di ogni ottimistica attesa, coprì 22 volte l'ammontare della somma.

Venne scelta la seconda opzione perchè:

  • vantaggio di un prelevamento di liquidià presente nel paese
  • un'imposta straordinaria avrebbe colpito anche i contribuenti privi della possibilità di monetizzare il loro patrimonio se non mediante svendite o stipulazioni di prestiti privati a condizioni meno vantaggiose di quelli del prestito pubblico.

 

La restaurazione delle forze economiche
Luzzatti voleva puntare al risanamento finanziario del paese il quale non era solo un presupposto per raggiungere finalità più generali, ma anche un inizio della restaurazione delle forze economiche nazionali per:

  • richiamare in italia il capitale straniero
  • stimolare l'attività industriale
  • innalzare le condizioni di vita e di lavoro delle fasce deboli della popolazione

La linea di fondo di Luzzatti (che capovolgeva guella di Sonnino) era:

  1. risanamento affidato più al taglio delle spese che all'aumento delle entrate(taglio da effettuarsi in tutti i ministeri: guerra, lavori pubblici, africa)
  2. fare qualcosa per la finanza locale
  3. fare qualcosa per la circolazine cartacea
  4. aggiustamento dell'imposta di ricchezza mobile
  5. riforma fiscale: riequilibrio di rapporti imposizione diretta e sui consumi.

2. Fare qualcosa per la finanza locale
La situazione dei bilanci di numerosi comuni (meridionali) era preoccupante, gravati da debiti e mutui con gli istituti di credito. Gli interessi e gli ammortamenti erano così cospicui da indurre gli amministratori a ricorrere ad ogni forma di tassazione consentita dalla legge (violandola anche, sui generi di prima necessità).
=> Luzzatti Caldeggiò l' istituzione di una speciale Cassa di Credito per i comuni e le province appoggiata dalla cassa depositi e prestiti (saggi di interesse inferiori a quelli correnti e sovvenzionare opere di valorizzazione del territorio come bonifiche...)
Non venne accolta, ma fu approvata un'unificazione di debiti comunali e provinciali della sicilia, sardegna, elba e roma.

3. Risanamento della circolazione
occorreva che ai biglietti fosse assicurata una garanzia indipendente dall'andamento degli affari di banca e rappresentata  da riserve metalliche, da valori di stato o garantiti dallo stato, da crediti per anticipazioni su pegno di valori pubblici e da portafoglio liquido e commerciale di primo ordine da sostituirsi gradualmente con titoli di stato.
Gli istituti di emissione dovevano assicurare un minimo di riserva irriducibile indipendente da qualsiasi diminuzione della circolazione (300 -> banca d'italia; 21 ->  banco di sicilia, 90,5 → banco di napoli).
A partire dal 1 gennaio 1898 la circolazione sarebbe dovuta diminuire secondo precise scadenze (mancata o carente percezione di come il ciclo economico stesse mutando in espansione).
Si voleva ridare al paese credibilità interna ed Internazionale (era assolutamente necessario).

Risanamento della circolazione e il problema delle pensioni
Luttazzi è l'ideatore di 4 decreti legge emessi il 6 DICEMBRE 1896. essi :

  • assicuravano i creditori del banco di napoli per circa 500 milioni tra biglietti, depositi e carte fondiarie
  • imponevano al governo:

- di garantire il rimborso dei biglietti
- anticipare la graduale riduzione della circolazione autorizzata
- separare nettamente l'amministrazione dell'azienda bancaria da quella del credito fondiario in liquidazione
- affrettare la liquidazione delle parti immobilizzate.
I quattro decreti vennero applicati il 1 Gennaio 1897.
Per completare il risanamento Luttazzi riteneva che si dovesse:

  1. porre il freno alle pensioni
  2. trasformare e alleggerire il debito pubblico
  3. sistemare le spese coloniali

 

1. le pensioni:
le pensioni erano un problema grave, perchè:

  • più organi delle pubbliche amministrazioni erano molto cresciuti e continuavano a crescere
  • i limiti dell'età pensionabile erano stati abbassati
  • l'istituto delle pensioni aveva perduto la sua fisionomia (non era più un premio alla carriera quando diventavi troppo vecchio)

ciò si poteva ritenere un Debito Vitalizio.
Luzzatti volle frenare l'onere delle pensioni agli impiegati in servizio senza eludere i diritti connessi dalla legge ma ridistribuendo i carichi; e diede vita ad una cassa di prevenzione per i nuovi impiegati.

2. Il debito pubblico
Il debito pubblico nel 1895 era di 12,6 miliardi (109% del PIL), e il peso reale cresceva (il valore nominale).
Esso era formato da:

  • 9,4 milioni di debito consolidato (74%), il quale non ha rilevanza sotto il profilo del rischio di insolvenze eventuali da parte dello stato, ma solo sui problemi dei pagamenti degli interesse (rendita perpetua); ovvero fa studiare il problema d'impatto sulla spesa pubblica e non un problema di rimborso.
  • 2,8 milioni di debito redimibile. Per trasformarlo ed alleggerirlo viene utilizzata una Politica di conversione che comporta delle conseguenze sul valore del debito stesso e sulla spesa per interessi (bilancio pubblico) ed ebbe effetti negativi per i portatori di titoli (vedono svanire la possibilità di ottenere un rimborso del capitale o tenersi il tasso d'interesse percepito)e vantaggi per lo stato e l'investitore.

La politica della conversione venne attuata attraverso la conversione di 229 milioni tra il 1896 e il 1897 (le rendite scritte erano superiori a quelle cancellate, quindi per la gestione della liquidità il vantaggio era evidente) di cui 169 redimibile in consolidato 4,5% netto e 60 in con solidato di un tipo in consolidato di un'altro.
Le conseguenze furono le seguenti:

          • annullamento di un importo di rendite (estinzione del debito redimibile)
          • iscrizione nel bilancio di nuove rendite (accensione del debito consolidato)

          così si ottenne un risarcimento per i possessori della rendita essendo aumentato il valore assoluto degli   
interessi percepiti.

Dal punto di vista finanziario la perdita rappresentava in media il 6 per 1000 del capitale (quota nel complesso sopportabile). In più lo scenario macroeconomico orientava le aspettative verso la deflazione e il calo dei tassi d'interesse. Dunque i finanziatori potevano attendersi guadagni anche consisteni in conto capitale se il corso del consolidato fosse salito nelle varie piazze oppure in termini reali se il prezzo fosse rimasto calante.

3.Il capitale coloniale e le nuove riforme
Le spese d'africa Rudinì le concluse alla partita con l'Etiopia (pace di Addisabeba nel 1896) dove si vide:

  • una graduale riduzione delle truppe oltremare
  • l'istituzione della tesoreria a Massana
  • pone fine all'arbitrio di quei governatori che ordinavano e davano battaglie senza il consenso del parlamento.

Luzzatti invece riduce da 9 a 5 milioni il contributo statale per la colonia.
Il bilancio coloniale dal 1896-1897 non era certo poiché Luzzatti non disponeva ancora di dati certi, ma poteva solo dire che la disponibilità del tesoro non era superiore a 2,6 milioni

il 6 DICEMBRE 1896:

  • i biglietti di banca in circolazione erano quasi interamente garantiti dallo stato
  • la fiducia dei depositanti e dei portatori di cartelle fondiarie non era venuta meno di fronte ad un calo dei tassi d'interesse
  • i crediti fondiari, resi autonomi grazie ai banchi meridionali, avevano registrato un rafforzamento delle cartelle
  • il banco di napoli non solo si era salvato ma era in ripresa.

A vista di ciò Luzzatti progetta le seguenti riforme:

  • impegni in materia di emigrazione
  • modifiche all'ordinamento dell'imposta sulla ricchezza mobile
  • operatività della cassa di credito comunale e provinciale
  • anticipata la consegna ai comuni dei beni delle chiese ricettizie
  • aumento della congrua ai parroci
  • costituzione di un fondo degli sgravi amministrato in modo autonomo e intangibile per legge alimentato da:
        • avanzi di bilancio utilizzabili entro un triennio
        • economie nei lavori pubblici, sugli esercizi ferroviari, nelle convenzioni marittime
        • abolizione delle sottoprefetture
        • riforme dell'amministrazione giudiziaria e dell'interno
        • fusione dei demani e limitazione nell'assunzione di nuovi impiegati
        • economie nella pubblica istruzione
        • marchio obbligatorio per gli oggetti in oro ed argento
        • tasse di borsa
        • revisione di tasse di concessione dei titoli nobiliari e ritocchi nelle imposte di successione, nei gravanti fiscali per gli appalti della pubblicità sugli involucri dei tabacchi e delle sigarette.

 il fondo degli sgravi fiscali avrebbe avuto a disposizione 43 milioni e avrebbe erogato i mezzi finanziari per:

  • esonero dell'imposta fondiaria sui terreni colpite da quote inferiori a 10 lire e la restituzione dei minimi poderi agli espropriati dal fisco (consolidamento dei piccoli proprietari nei loro modesti possedimenti)
  • aiuto a quanti, gravati da un imposta compresa tra 10 e 20 lire, si fossero adoperati per sciogliersi dal vincolo delle ipoteche e per migliorare i propri fondi
  • sostegno alla colonizzazione interna, destinando per legge concessioni di beni patrimoniali incolti o mal coltivati dei comuni, delle province e dello stato e beni degli enti morali o privati per contrattazione.
  • Esenzione del lavoro industriale da ogni imposta di ricchezza mobile
  • innalzamento ed una più esatta determinazione del minimo imponibile sul lavoro espletato nell'ambito delle arti minori e dei piccoli commerci.

N.B: dato che il costituirsi del fondo avrebbe richiesto tempi non brevissimi la conversione dei benefici doveva essere graduale, non si doveva perdere di vista le esigenze del bilancio.

La politica fiscale
la metodologia redazionale del bilancio del Luzzatti rispondeva a criteri prudenziali (sottostimò il flusso delle entrate. Tra il 1896 e il 1897 la struttura interna dei grandi capitali delle entrate rimase invariata. La dinamica delle singole voci:

  • gli importi delle tasse sugli affari e delle privative superarono quelli accertati nel 1895-1896
  • a livello di singole imposte aumentarono le tasse di fabbricazione
  • impatto sociale sull'aumento delle privative

la voce di entrata che subì la maggiore variazione assoluta e percentuale fu quella delle dogane e dei diritti marittimi nelle imposte dirette.

La fine della guerra doganale con la Francia
L'accordo commerciale tra italia e francia prevedeva:

  • OTTOBRE 1896: concordano di applicare gli stessi diritti delle massime nazionali alle navi italiane nei rapporti franco-algerini e quelle francesi nei porti italiani.

 

  • NOVEMBRE 1898: applicazione da parte dei francesi dei prodotti italiani del trattamento della tariffa minima, e dalla parte degli italiani il riservare ai prodotti francesi il regime della nazione più favorita (erano esclusi i filati e i tessuti serici), in più:
        • per il vino si stabilì un aumento dei dati in entrambe le tariffe e alla tassazione ragguagliata al grado alcolico si sostituì la tassazione al volume. Ciò portò ad aggravi per alcuni vini italiani di debole forza alcoolica, degli sgravi per i vini più robusti e dei considerevoli vantaggi per il Vermont
        • favorite le paste alimentari che videro ridotto il loro dazio in entrata in francia e vantaggi maggiori ottennero i frutti meridionali e l'olio d'oliva.

 

Espansione Economica in Età Giolittiana

Stime della crescita industriale
Gershenkron: dice che dal 1896 al 1907 il saggio medio di crescita della produzione industriale passò da                    
0,3% a 6,7% mentre dal 1908 al 1913 scende al 2,4%
Fenoaltea: 1896-1907 = 7,6%; 1908-1913 = scende al 2,3%
Istat: 1897-1908 = 5%; 1908-1913 = 1,5%

L'espansione presentava fattori endogeni ed esogeni:
FATTORI ESOGENI:

  • inversione del ciclo economico
  • sviluppo dei sistemi di comunicazione
  • notevole afflusso d'oro proveniente dalle miniere del Transvaal = affermazione del Gold Standard
  • Incremento degli scambi Internazionali
  • presenza di dati protezionistici attenuati da:

- aumento dei prezzi
- progressi nei trasporti
- nuove direttrici di scambio
- riduzione dei moli
- revisione dei trattati di commercio
FATTORI ENDOGENI

  • risanamento della finanza pubblica
  • rafforzamento della banca d'italia
  • stabilità della lira
  • maggiore propensione al risparmio
  • intervento dello stato
  • crescita sotto il profilo demografico che portò a:

- urbanizzazione (muta la distribuzione della popolazione tra città e campagna)
- flusso emigratorio verso i centri europei più industrializzati e verso le americhe

Banche, Cambi esteri e Conversione della rendita
i rapporti tra la banca mista e l'industria ( dopo il crollo dei 2 grandi istituti di credito)varia:
si modifica il sistema bancario favorendo in modo spesso incontrollato l'accesso al credito e il conseguente indebitamento delle imprese industriali (peculiarità dell'azione delle banche miste).
Ciò portò ad un grande aumento delle società per azione e del capitale in esse investito (capitalismo).
Come conseguenza della modifica del sistema bancario , si ha una sua evoluzione, con un rafforzamento della banca d'italia (che fu da sostegno alla crescita economica) grazie a:

  • liquidamento in anticipo sui tempi fissati dalla legge con perdite contenute e partite immobilizzate.
  • Accentuò le riserve metalliche
  • margini sempre più alti di discrezionalità e libertà operativa
  • consolidamento dei rapporti con il tesoro

I risanamento degli altri due istituti di emissione influì in positivo sulla bilancia dei pagamenti che portò ad un accumulo di ingenti riserve metalliche a copertura della crescente circolazione monetaria, e le immobilizzazioni seguirono una netta contrazione.

La Lira:per l'aggio sull'oro e sulla sterlina vi fu una grande conversione della rendita 5% lordo (GIUGNO 1906) che fu preparata da Luzzatti, diretta dalla Banca d'Italia e sostenuta da un consorzio bancario internazionale. Essa portò ad una riforma strutturale della finanza pubblica(significativa rivoluzione dell'incidenza degli interessi sul debito consolidato e fluttuante).
L'operazione venne resa possibile grazie a:

  • prolungato attivo della bilancia dei pagamenti
  • flessioni dei tassi d'interesse in europa
  • aumento delle riserve metalliche degli istituti di emissione
  • rientro dei titoli di stato collocati all'estero
  • conversione nel 1903 dei vecchi titoli di rendita a 4,5% in nuovi certificati 3,5%

L'industria tessile
muta il quadro monetario e finanziario, che porta benefici nel:

  • settore industriale
  • agricoltura (sviluppo delle tecniche e dei sistemi di coltura, revisione dei rapporti di produzione e meccanizzazione)
  • commercio internazionale (crescita di esportazione di prodotti finiti)

Nel settore industriale il tessile ha una notevole capacità propulsiva:

  • più diffusa e consolidata presente sul mercato mondiale
  • limiti strutturali
  • concorreva in modo determinante alla formazione del prodotto industriale
  • dava lavoro al 15% degli addetti al secondario
  • voce significativa nella bilancia commerciale

L'industria del cotone ha una crescita più intensa, e viene sostenuta da:

  • forte protezionismo
  • basso costo della manodopera
  • notevole incremento dei telai meccanici
  • impiego di fonti di energia alternative a quella idrica
  • cospicui investimenti sia in termini di capitale circolante che quello fisso
  • moderata ma costante crescita dei prezzi
  • rinnovata domanda.

Molte imprese investirono in modo incontrollato, e questo portò ad uno squilibrio tra l'espansione degli impianti e la potenzialità di assorbimento del mercato, contraddizione che emerse in tutta la sua gravità con la crisi del 1907.
La difficoltà di smaltire le eccedenze impose:

  • una rivoluzione degli orari di lavoro
  • stipula di accordi interni per limitare la produzione

L'industria laniera non ebbe uno sviluppo paragonabile a quello cotoniero ma più lineare ed equilibrato, grazie alla propensione al consumo e al più ampio orientamento della domanda.
Essa era:

  • condizionata dagli effetti della politica protezionistica
  • importazione produttiva che privilegiava le botteghe artigiane e i piccoli opifici.
  • Manodopera non specializzata e mal retribuita

Marzano di Valdagno: fu l'azienda che meglio riuscì a svincolarsi dal tradizionalismo produttivo approdando ai più alti schemi dimensionali e puntando su un maggiore grado di meccanizzazione e su una solida rete commerciale
Schio di A.Rossi puntò sull'innovazione efficacemente congiunta con la tradizione trasformando l'azienda in società anonima con l'intento di dar vita ad uno stabilimento modello.
nel Biellese ci furono resistenze nella meccanizzazione: il lavoro a domicilio e i piccoli insediamenti manifatturieri si integravano in modo ottimo con alcune grandi imprese.
L'industria serica presentava un alto numero di addetti e un basilare contributo alle esportazioni.
Maggiori difficoltà si ebbero nei segmenti più affermati i quali avevano conservato un impostazione tradizionale e facevano largo uso di manodopera rurale:

  • aumento del costo della manodopera
  • gravi malattie che colpirono i bachi e i gelsi
  • disaffezione dei contadini per l'allevamento dei bachi
  • concorrenza dei prodotti asiatici e delle prime fibre tessili

Siderurgia
La siderurgia è un'industria innaturale per l'Italia a causa della scarsità di materiale ferroso e mancanza di carbon fossile.  Essa viene protetta dalla tariffa del 1887 e sorretta dalle commesse stradali (=i progressi).
L'aumento della produzione comporta un aumento della richiesta di combustibile e di materie prime, e per soddisfare tale domanda si ritiene utile dover procedere ad un diverso e più intenso utilizzo delle miniere di ferro Elbane (prodotto fino ad allora esportato)

ELBA:

  • società anonima nata nel 1899 con il supporto di azionisti francesi e belgi e con il sostegno di un pool di banche capeggiate dal Credito Italiano.
  • Le viene affidato lo sfruttamento del giacimento di ferro elbano
  • costruì nel 1902 nel porto ferraio il primo altoforno a calce a servizio di un impianto a ciclo integrale= da il via ad un complesso processo di partecipazioni a catena, di spregiudicate manovre finanziarie.

Odero e Orlando sono protagonisti di operazioni finanziarie e societarie, e riusciranno a controllare il pacchetto di maggioranza della Terni formando un potere post siderurgico guidato dalla Terni, dall'Elba e dal Ilva.

Società Altiforni e Fonderie di Piombino: sotto la guida di un gruppo finanziario capitanato da Bondi ideò la costruzione a Portovecchio un impianto per la produzione di ghisa e laminati. Così si innesca un accesa contesa per lo sfruttamento delle miniere d'Elba.
Si risolve nel 1904 quando ragioni di opportunità connesse ai vantaggi offerti dal provvedimento governativo per il risorgimento economico di Napoli indusse i contendenti ad un accordo.
All'interno della società vi era una fissa rete di relazioni ed interessi, che invece di portare ad una sana ed equilibrata crescita del comparto finì per minare le deboli fondamenta su cui esso poggiava:
→ vi era il falso convincimento che l'elevato corso dei titoli aziendali fosse un indicatore di solidità e non piuttosto il risultato di gravosi immobilizzi e ambigue coalizioni stipulate all'ombra delle grandi banche per sfruttare i vantaggi offerti dal regime doganale e dalla protezione dello stato e per realizzare cospicui guadagni con spericolate manovre borsistiche.
Ciò portò ad una SPROPORZIONE tra le caratteristiche dimensionali delle aziende e la richiesta proveniente dal mercato.
La Banca d'Italia fu costretta ad intervenire su più fronti:

  • consorzio per alleggerire le posizioni delle società siderurgiche verso le banche miste (credito italiano e commerciale)
  • progetto di riordino industriale e commerciale → blocco per la costruzione di nuovi stabilimenti per 5 anni
  • sindacato per la disciplina dei prezzi
  • affidamento al Ilva degli impianti appartenenti all'Elba, alle Ferriere Italiane, alla Ligure metallurgica, alla Piombino e alla Savona-

Acciaierie e ferriere Lombarde: terreno lombardo fertile dove produrre grazie all'iniziativa di abili imprenditori.

 

L'industria Elettrica:
Nasce l'Edison, la società generale di energia elettrica. Nasce a Milano nel 1884, è gestita da un gruppo di imprenditori capeggiati da Colombo e sostenuti dall'appoggio finanziario della Banca Generale, di altri istituti minori e di banchieri privati Lombardi. Il capitale iniziale è di 3 milioni di lire.
Solo in Età Giolittiana prese a crescere grazie a:

  • perfezionamento dei sistemi di trasporto a distanza
  • risorse finanziarie rese disponibili dalle banche miste che sostennero la costruzione dei promi impianti
  • dopo il crollo della banca generale fu decisiva la Banca Commerciale Italiana (anche il credito italiano e importanti società finanziarie e di capitali)

In più nacquero le centrali Idroelettriche che contribuirono all'affermazione di tale industria:

  • ciò permise se non di soppiantare il carbon fossile almeno di limitare sensibilmente l'incidenza sul fabbisogno totale di fonti di energia
  • vi fu un decisivo apporto d'offerta di forza motrice
  • assicurazione di una maggiore libertà di scelta nella localizzazione di opifici

Come conseguenze le industrie di trasformazione si giocavano i progressi compiuti dall'industria elettrica. Vennero fatti passi avanti da:

  • Franco Tosi: alla produzione di caldaie al vapore affiancò quella di turbine
  • Riva, Monneret e co: fama internazionale nella costruzione di turbine
  • Ercole Marinelli: strumenti di previsione, piccoli motori elettrici e ventilatori e accumulatori
  • Richard Ginori: isolanti in ceramica
  • Silvio de Pretto e Togni:  condotte forzate

Nascono inoltre:

  • società adriatica di elettricità (SADE)
  • società idroelettrica del Piemonte (SIP)
  • società meridionale di elettricità (SME)
  • società ligure- toscana di elettricità.

La Meccanica:
La meccanica andò incontro a delle trasformazioni, ma non riuscì a compiere il grande balzo a causa di inadeguatezze:

  • modesta specializzazione del personale
  • difetti organizzativi
  • elevati costi di produzione
  • protezione doganale minore rispetto a quella offerta alla siderurgia (concorrenza estera difficile da sostenere)

in ogni caso sorgono nuove realtà produttive grazie a:

  • diffusione delle macchine agricole
  • meccanizzazione di alcuni comparti
  • sviluppo dell'elettromeccanica grazie alla diffusione dell'energia elettrica
  • sostegno dello stato grazie a provvedimenti mirati

Le fabbriche destinate alla produzione di materiale ferroviario vide un grosso potenziamento grazie a cause esogene ed endogene:
CAUSE ESOGENE: sviluppo e integrazione delle reti e dei mezzi di trasporto
CAUSE ENDOGENE: nazionalizzazione delle ferrovie (fino ad allora in concessione di privati)
nel 1905 vi fu un rinnovo del parco macchine e il lavoro venne diviso tra:

  • Breda: sorta nel 1846 a Milano con la denominazione di Elvetica legata dal 1886 ad Ernesto Breda
  • Ansaldo: fondata a Genova nel 1853, nel 1903 passa sotto la guida della famiglia Perrone (principale azienda metallurgica-meccanica del paese)

I progetti delle due aziende erano notevoli e vi fu un allargamento dei propri interessi.
L'Industria degli autoveicoli è principalmente rappresentata dalla Fiat, la quale nasce nel 1899 con un capitale iniziale di 800'000 lire e con un comitato promotore guidato da Giovanni Agnelli.
L'industria degli autoveicoli vede nel 1905-1907 un primo periodo di espansione a Milano e a Torino, ma nel 1907 con la CRISI si ha una BATTUTA D'ARRESTO dopo un periodo di forte crescita (specialmente borsistica sui titoli delle maggiori aziende) favorita dall'eccessiva FRAMMENTAZIONE DEL COMPARTO ( ancora di impronta artigianale), dalla CONCORRENZA STRANIERA  e dalla DEBOLEZZA DELLA DOMANDA INTERNA di un bene accessibile ad una fascia limitata di consumatori, per non parlare della Difficoltà di costruzione. Da qui si ha un fenomeno di ristrutturazione:

  • chiusura di diversi impianti
  • diversificazione produttiva
  • concentrazione societaria
  • nascono nuove aziende (Alfa)
  • si salvano: Fiat, Fraschini, Lancia, Bialetti.

La meccanica diede maggior impulso sia all'Industria tessile che a quella Agricola., ma diede anche sensibili progressi in altri campi:

  • cicli
  • motocicli
  • motori elettrici
  • macchine per la stampa e la scrittura
  • strumenti di previsione
  • utensili di varia natura

capacità delle aziende:

  • prezzi competitivi
  • flessibilità alle richieste del mercato
  • esperienze learning by doing

La Chimica
la chimica ebbe il più alto saggio di sviluppo fino il 1907 dovuto all'aumento di produzione di concimi, cera, inchiostro, vernici, acido solforico, soda.
Montecatini:

  • nasce nel 1888 come impresa mineraria
  • approda alla chimica con Donegani grazie al sostegno della COMIT
  • si distinse per la produzione di acido solforico, carburo di calcio e concimi chimici
  • anni 30 = principale gruppo industriale.

Nel settore elettrochimico troviamo Caffaro che nel 1912 arriva a Brescia e produce soda caustica e cloro

I comparti Minori
Cementifero: triplica la sua produzione sotto la spinta dell'urbanizzazione e grazie anche agli sviluppi nel campo infrastrutture pubbliche e industriali. Il mercato degli agglomerati Idraulici finì per concentrarsi nelle mani di pochi quindi in grandi aziende come Società Calce e Cemento di Bergamo e oggi l'Italcemento.
Agroalimentare: le esperienze di questo settore sono scaturite all'interno di piccoli commercianti che si giocarono delle nuove potenzialità, caratterizzato da una domanda interna in continua crescita e da una presenza meno aggressiva della concorrenza estera:

  • Cirio:commerciante all'ingrosso di frutta e verdura riuscì ad ampliare la propria attività, affiancandoci 2 fabbriche di conserve e acquisendo già il monopolio nel comparto
  • Galbani:venditore di formaggi stagionati, si specializzò nella produzione di prodotti lattiero-caseari
  • buitoni e barilla: passaggio dalla bottega alla fabbrica

anche l'industria dello zucchero ne fa parte, e i due princiali esponenti sono Erielania e Società Ligure Lombarda. Grazie ad autorevoli appoggi governativi riuscirono a proteggere lo zucchero ottenendo un inasprimento del dazio.

 

Agricoltura
nel 1901 il 61,7% della popolazione attiva trova impiego nell'agricoltura, che portò a dei benefici nel settore:

  • ascesa dei prezzi
  • aumento della popolazione urbana
  • crescita dei salari industriali
  • incremento della domanda sia interna che esterna

ciò portò ad un riassetto del settore primario, portandolo gradualmente a svincolarsi dal carattere di autosussistenza e favorendo la venuta di una nuova borghesia imprenditoriale che investiva ingenti capitali nella meccanizzazione e nello sviluppo dei sistemi e delle tecniche colturali.
I segni positivi del progresso:

  • produzione di vino olio agrumi e seta greggia (non fu solo sufficiente al consumoma in alcuni casi rappresentò una voce significativa delle esportazioni)
  • crescente impiego di concimi chimici e di macchine agricole
  • sperimentazione colturale
  • diffusione delle tecniche agronomiche, determinazione delle cattedre ambulanti di agricoltura e delle numerose associazioni agrarie sorte nel periodo
  • interesse di nuove terre da destinare a coltura
  • sistemazione idraulica dei bacini montani
  • sempre più ingenti capitali investiti nei miglioramenti fondiari e nel patrimonio zootecnico
  • nuovo “testo unico sulle bonifiche” pubblicato nel 1900

La Crisi del 1907
all'inizio del 900 vi era una favorevole congiuntura economica e monetaria (grazie alla sua stabilità):

  • il crescente saggio di accumulazione
  • il risanamento del bilancio dello stato
  • facilità di accesso al credito
  • incremento della spesa pubblica (leva per ridurre la disoccupazione e aumentare la produzione)
  • aspettative di una domanda crescente

Funzionarono come un moltiplicatore degli investimenti.
Nei primi anni del 900:

  • crescente domanda di capitali per finanziare nuovi progetti di investimento
  • intensa attività speculativa aumentata dalle banche miste, le quali ,contravvenendo al principio fondamentale che vietava di compiere operazioni di durata superiore a quella degli impegni assunti nei riguardi sei depositanti, sostennero in un clima eccessivamente euforico la corsa al rialzo dei titoli industriali favorendo l'emissione e il collocamento di nuove azioni.

Come effetto della frenesia innovativa nel 1906 alcune banche cominciarono a manifestare difficoltà nel recupero dei loro crediti e videro contrarsi in maniera significativa la loro raccolta, divenuta ormai insufficiente per le crescenti necessità finanziarie delle imprese.
→ Per arginare la speculazione la Banca di Francia e quella d'Inghilterra aumentarono il taso di sconto seguite a ruota dalle principali banche europee.
Gli STATI UNITI videro il fallimento di alcuni istituti troppo esposti nel finanziamento del settore industriale, che cercarono di smobilizzare le proprie partecipazioni da parte degli USA e di interrompere le linee di credito.
Ciò portò ad un CROLLO DEL VALORE DEI TITOLI e ad una CORSA ALL'ORO, portando la borsa nel panico e la chiusura degli sportelli da parte di molti istituti.
Tutta la situazione portò la crisi anche in EUROPA, dove le banche di emissione si impegnarono nel tentativo di proteggere le loro riserve metalliche e furono innalzati i tassi di sconto → aumento del costo del denaro e sensibile riduzione del circolante → programmi di investimento ridimensionati → crollo della domanda, contrazione dei prezzi e caduta dei livelli occupazionali. Così si smorza il clima euforica e si inverte il corso dei titoli portando alle liquidazioni.
L'ITALIA vide una battuta d'arresto al processo di crescita economica, in più ingenti capitali di origine bancaria erano stati impiegati nella costruzione di impianti sovradimensionati rispetto alle capacità di assorbimento del mercato.
Le vendite (liquidazioni) colpirono indistintamente tutti i comparti, e a farne le spese furono le banche miste: la società bancaria italiana era sull'orlo del fallimento, evitato solo grazie all'intervento della Banca d'Italia che agì indirettamente costituendo un consorzio bancario partecipato sia dalla commerciale che dal credito bancario.
La Crisi colpisce pesantemente il sistema bancario e finanziario, ripercuotendosi di riflesso sulla base industriale. L'economia del paese resse bene, infatti nel 1908 ci fu una ripresa dovuta a:

  • rimesse degli emigranti
  • turismo d'elite
  • domanda, cresciuta ma ancora limitata nelle quantità di beni e servizi consumati.

Una valutazione di sintesi
prima dell'età giolittiana si ebbe un'espansione:

  • crescita dei settori tradizionali
  • emergere di nuovi comparti
  • rafforzamento di strutture creditizie
  • risanamento dei conti pubblici
  • diffusione del sistema di fabbrica

in età giolittiana:

  • si viene a formare la prima base industriale
  • si inizia a colmare il divario pesante che la separava dagli Usa, Inghilterra, Francia, Germania

nel 1914 l'apparto industriale è mutato:

  • è in grado di ridurre, almeno in alcuni comparti, il ruolo dei produttori stranieri sul mercato interno
  • in grado di accrescere la capacità degli imprenditori nazionali di esportare una quota delle loro produzioni

ciò comportò diversi problemi:

  • permanenza dello stato
  • alla vigilia della guerra d'italia era ancora lontana da un assetto economico solido e non c'era confronto con i paesi più evoluti
  • bassi consumi a causa delle misere condizioni in cui continuava a vivere una parte troppo estesa della popolazione
  • sovraproduzione
  • scarsità di capitali → ruolo importante delle banche.

 

Fonte:

http://ecoways.altervista.org/appunti/Storia_Eco/Appunti_Lez_StoEco.doc

Sito web da visitare: http://ecoways.altervista.org

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Nota : se siete l'autore del testo sopra indicato inviateci un e-mail con i vostri dati , dopo le opportune verifiche inseriremo i vostri dati o in base alla vostra eventuale richiesta rimuoveremo il testo.

Parola chiave google : Storia contemporanea tipo file : doc

 

Storia contemporanea

 

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Storia contemporanea

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

 

Storia contemporanea