Telefono cellulare

 


 

Telefono cellulare

 

I riassunti, le citazioni e i testi contenuti in questa pagina sono utilizzati per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche e vengono forniti gratuitamente agli utenti.

 


 


Nato più di trenta anni fa, come evoluzione di una tecnologia militare, oggi il telefono cellulare è l'oggetto elettronico più diffuso al mondo. I primi telefonini pesavano oltre un chilo, si portavano in una valigetta che serviva per ricaricarli e consentivano solamente 55 minuti di conversazione. La prima telefonata 'mobile' fu fatta nel 1973, dall'inventore del cellulare, Martin Cooper, con apparecchio Motorola. Negli anni la concorrenza divenne spietata e ai giorni nostri si contano circa 30 produttori di telefonini, tra cui il leader Nokia. I telefoni cellulari moderni sono capaci di spedire fotografie, video, di trasmettere programmi televisivi e musica. Un'evoluzione rapida e ancora in fase di sviluppo. Attualmente i telefoni cellulari più avanzati impiegano tecnologia digitale, che converte i suoni delle voci degli utenti in flussi di bit che sono poi utilizzati per modulare i segnali wireless. Il GSM (Global system for mobile comunications) è lo standard europeo per le reti digitali, che garantisce la compatibilità degli apparecchi: un telefono cellulare tedesco può essere

 

utilizzato su una rete francese e viceversa. Un apparecchio con Sim di gestore italiano funziona anche a Hong Kong e viceversa. Opera nella banda di frequenze dei 900 megahertz.
Il TDMA (Time DIvision Multiple Access), un'altra tecnologia digitale per la condivisione di uno stesso canale che assegna a ciascun utente di telefono cellulare un intervallo di tempo - Time slot- ripetuto in un canale di frequenza. Poiché i dati di ciascun utente compaiono sempre nello stesso time slot, il ricevitore può separare i segnali.Le compagnie Wireless promettono di rinnovare le loro reti per gestire comunicazioni di dati a banda larga con velocità di trasmissione molto superiore all'attuale media di appena 10 chilobit al secondo. EDGE (Enhaced data rates for global evolution) è un miglioramento delle reti basato su TDMA che potrebbe consentire velocità di trasmissione dati

 

 

 

 

fino a 384 chilobit al secondo. Figura tra gli obbiettivi delle reti GSM in Europa e di AT&T Wireless negli Stati Uniti. La nuove tecnologia GPRS (General racket      radio    service)   è
un’evoluzione per le reti GSM che utilizza la commutazione di pacchetto per la comunicazione di dati. Invece di inviare i dati su circuiti dedicati una rete a commutazione di pacchetto suddivide le informazioni in pacchetti e li trasmette su uno qualsiasi dei canali disponibili della rete. W-CDMA (Wideband code division multiple access) è il perfezionamento della tecnologia CDMA che potrebbe elevare le velocità di trasmissione dei dati fino a due megabit al secondo. W-CDMA distribuisce i chip del segnale Wireless su una banda di frequenze più ampia rispetto al CDMA. Infine c’è l’UMTS (Universal mobile telecommunication system), lo standard per le comunicazioni Wireless di terza generazione messo a punto dallo European telecomunication Standard Institute (ETSI). Si basa sulla tecnologia W-CDMA per i segnali di fonia e sulla TD/CDMA per la trasmissione dei dati. In Italia la disponibilità commerciale di questo prodotto è partita all’inizio del 2002. Fra le principali case produttrici di apparecchi cellulari, ricordiamo la storia di Nokia, Motorola, Samsung e Siemens. Il marchio "Nokia" nasce nel lontano 1865 quando l’ingegnere Fredrik Idestam aprì un’ industria per la lavorazione della carta. Questa fu una grande espansione nel campo dell'elettronica, delle telecomunicazioni e dell'aerospaziale. E poi all'inizio del 2000 comincia la produzione di cellulari che grazie alla loro tecnologia stanno acquistando quote sempre più importanti di mercato. Infine Siemens viene fondata nel 1847 da Werner von Siemens, costruttore di Telegrafi. Nel 1848 viene costruito il primo telegrafo elettrico a lunga distanza, circa 500 km. Nel 1853 la Siemens viene incaricata della costruzione del rete telegrafica in Russia. Nei primi decenni del 1900 inizia ad occuparsi della costruzione dei primi semafori a Berlino, e delle prime locomotive elettriche. Dopo la seconda guerra mondiale il gruppo Siemens comincia l'espansione in tutto il mondo, producendo Pacemaker, Computer, Apparati per le Telecomunicazioni, Accessori per Computer. Nel 1997 è la prima azienda a produrre un telefono cellulare con il display a colori.



fonte: http://docenti.lett.unisi.it/files/11/5/4/15/def_tecnoc2.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 


 

Telefono cellulare

 

Ricerca di Baruzzi T.
& Valanzano S.
3°A

Scuola media G.Zignani
 a.s 2008/2009

 

 

Il cellulare

 

Il telefono cellulare, detto anche solo cellulare, è un congegno radio trasmittente messo in comunicazione alla rete telefonica di terra grazie a  centrali di smistamento, dette stazioni radio base, molto spesso dotate di tre o più celle, ognuna capace di varie connessioni con i dispositivi mobili. Permette di avere sempre disponibile un collegamento telefonico fino a che l'apparecchio si trovi nel raggio di copertura di una "cella".
Il telefono cellulare è stato inventato da Martin Cooper che fece la sua prima telefonata il 3 aprile del 1973, ma solo dopo 10 anni decise di metterne uno in vendita al costo di 4000 dollari e fu un successo.
Da quando è comparso, il cellulare ha usato vari sistemi di funzionamento principali chiamati generazioni; uno dei principali è l’UMTS (la terza generazione) da pochi anni ha permesso di fare videochiamate, registrare, e visualizzare video e perfino la TV.
Già da alcuni anni la generazione GSM offre in commercio cellulari con schermi a colori, connessione a Internet e con fotocamere digitali.
I nuovi cellulari possono avere schermo a colori, fotocamera digitale, lettore MP3, connessione ad infrarossi, Bluetooth e Wi-Fi e la possibilità di sincronizzare informazioni (messaggi, calendario, rubrica indirizzi) con programmi denominati PIM (Personal Information Manager) installati sul proprio computer. Alcuni cellulari chiamati “Smartphone” offrono anche la possibilità di installare programmi complessi come per il fotoritocco, per il controllo del computer, e altre funzioni.

Dalla seconda metà degli anni ’90 il cellulare smise di essere un ”simbolo dello stato”: la sua successiva diffusione, ha provocato una sorta di galateo dedicato. Ad esempio, è considerato maleducato avere suonerie con volume alto, telefonare quando le persone intorno non hanno modo di non ascoltare, non spegnere il telefonino in chiesa, in luoghi di pubblico esercizio o altri luoghi pubblici come ospedali, teatri, cinema, ristoranti, treni, autobus, metropolitane, che non ne consentono l'uso senza disturbare chi ti circonda.
Secondo alcuni, quando si telefona a qualcuno sul cellulare, è idoneo chiedere se si disturba  e quindi se ha tempo per fare una conversazione; secondo altri, invece, se una persona non ha tempo (o voglia) per ricevere telefonate lo deve spegnere.
L’uso del cellulare è stato vietato per chi guida un autoveicolo perché abbassa i tempi di reazione del 30%. Il Codice della strada italiano ha anche messo l’uso obbligatorio di auricolari, che abbassano il livello di distrazione del guidatore, se ad esempio deve distogliere lo sguardo dalla strada per premere il bottone per la chiamata o per regolare il volume, e in particolare di tenere il volante con una sola mano, usando l'altra per il cellulare.
Alcuni studi dimostrano che usare l’auricolare o direttamente il cellulare non comporta nessuna differenza e che la pericolosità alla guida non dipende dai movimenti che si fanno per ricevere la chiamata, per la guida con una sola mano, o per la distrazione legata alla conversazione con un'altra persona, ma dagli effetti delle microonde. Un guidatore mentre parla al cellulare è infatti, più lento di un ubriaco.
La posizione è di per sé scomoda se parli al cellulare mentre sei in macchina, e l’eccessiva pressione sulle articolazioni,sui muscoli e sui nervi del collo e delle spalle forza il corpo in modo innaturale con ripercussioni su colonna vertebrale, braccia e mani. Se questo accade per almeno 2 ore al giorno, non mancano emicranie, dolori al collo, alla spalla, al braccio. Con i cellulari, come già si sa, ci sono rischi da esposizione alle radiazioni elettromagnetiche  emanate dal cellulare.

 

I danni provocati dal cellulare

•All’Uomo
Oggi molte aziende studiano per migliorare i cellulari: per produrne modelli che rilasciano meno onde elettromagnetiche,per progettare nuovi tipi di cuffie e di telefoni fissi simili a quelli usati nei call center, dove abbassare il volume della suoneria e rendere il tutto meno stressante.
Infatti col telefono fisso si mantiene anche la postura corretta, cioè quando è la cornetta che viene verso il tuo orecchio e non il contrario; in modo da non mettersi in una posizione non adeguata che può provocare danni. Tutte le varie malattie provocate per questi motivi sono sopravvalutate, perché all’inizio non ce ne si accorge subito, e se sono trovate si da la colpa ad altro.
La cosa importante è tenere il cellulare lontano dal cuore, dal cervello e dagli altri organi, perché   se è acceso, periodicamente manda segnali che potrebbero dar fastidio, e l’assorbimento di queste onde é maggiore nei giovani e nelle donne, che hanno la testa più piccola di quella degli uomini adulti. La differenza, quindi, non dipende dal sesso dell’individuo, ma dalle caratteristiche geometriche della sua testa. Se la telefonata dura a lungo, dopo un po’ conviene cambiare orecchio per evitare problemi; in auto bisogna mettere il vivavoce o attaccare l’auricolare, perché la struttura di metallo della macchina trattiene e concentra al suo interno le onde elettromagnetiche emanate dal cellulare.
Quindi, molte ricerche hanno portato alla conclusione che l’utilizzo dei telefoni cellulari di ultima generazione in commercio con il marchio “CE” non sono pericolosi per la nostra salute, anche se bisogna comunque prestare attenzione.
In ogni caso i ricercatori sconsigliano l'utilizzo del cellulare ai bambini visto che sembrano molto più sensibili alle radiazioni elettromagnetiche rispetto agli adulti.
L’unica certezza per adesso, è solo che l'aumento di temperatura delle zone vicino all'orecchio dopo un lungo e continuo uso del cellulare, causa un abbassamento dell'udito che può portare, nel peggiore dei casi, la sordità. L’ennesimo problema , presente più spesso nei giovani, è l'infiammazione dei nervi delle dita  a causa della velocità con cui si scrivono gli SMS sulle mini-tastiere, e questo può portare anche tendini e artriti gravi.
I cellulari sono stati proibiti anche negli ospedali, perché è stato scoperto che possono interferire con gli apparecchi elettronici medici. Questo dipende dalla distanza che c’è tra la macchina e l’apparecchio, perché le tecnologie più vecchie emanano più radiazioni elettromagnetiche, tra l’altro più gravi di quelle emanate dalle nuove tecnologie. Però con tutto questo non bisogna pensare che i cellulari UMTS (i più nuovi) sono meno dannosi dei telefoni GSM (i più vecchi); ma semplicemente quelli con le nuove tecnologie producono meno interferenze, ma il che non vuol dire che non ne producano affatto.

•Agli Animali
Alcuni studiosi hanno verificato scientificamente che agli animali, in particolare ai più sensibili, le onde prodotte dai cellulari possono procurargli danni alla salute. Gli animali più colpiti sono i pipistrelli, che vengono confusi dalle onde e che li confondono e li fanno sbattere contro muri ed ostacoli e non riescono nemmeno ad identificare bene le prede. Le balene e tutti i cetacei con le onde subiscono variazioni di rotta che spesso li portano ad arenarsi sulle spiagge, questo accade anche a causa dei radar sommersi, dai sonar delle navi e dei sommergibili. Infine, soffrono anche le api, perché con le onde sono disorientati e non riescono a ritrovare la strada dell’alveare e quindi esauste, muoiono. Per questo problema molte colture non vengono impollinate e fecondate.

 

- I Principali produttori di cellulari (dal più venduto al meno venduto):

1. Nokia
2. Samsung
3. Motorola
4. Sony Ericsson             
5. Blackberry
6. LG
7. Panasonic
8. Apple
9. Ben

Le funzioni dei cellulari di oggi ♫

  • Bluetooth
  • Cell broadcast
  • EDGE
  • E-mail
  • Fax
  • Fotocamera
  • GPRS
  • GPS
  • GSM
  • Multi-touch
  • HSCSD
  • I-mode
  • Infrarossi
  • iTap
  • Lettore MP3
  • MMS (multimedia messaging service)
  • Near Field Communication
  • Radio (elettronica)
  • SMS (short message service)
  • Suonerie polifoniche
  • Vibrazione
  • SyncML
  • Televisione
  • T9 (text on 9 keys)
  • UMTS (Universal Mobile Telecommunication System)             
  • HSDPA (High-Speed Downlink Packet Access)
  • HSUPA (High-Speed Uplink Packet Access)
  • Videochiamata
  • Visual Radio
  • Wireless Application Protocol
  • Wi-Fi

 

Fonti:

  • http://it.wikipedia.org/wiki/Telefono_cellulare 

 

  • www.smsmania.it/lastoria/lastoriadelcellulare.htm  
  • www.torinoscienza.it   

 

  • www.mobileblog.it/post /4855/la-storia-del-telefonino-in-un-video.htm  
  • www.sanihelp.it/news/scheda/52.html

 

  • www.spaziodonna.com/articolo.php?id=2141  

 

http://www.luduslitterarius.it/wp-content/uploads/2009/02/il-cellulare.doc

 

Storia del telefono e evoluzione del telefono cellulare

 

L’EVOLUZIONE DELLA TECNOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE NEGLI ULTIMI CENTO ANNI DELLA NUNZIATELLA: DA GUGLIELMO MARCONI ALLA SOCIETA’ DELL’ INFORMAZIONE

 

Autore Francesco Fedi

Presidente del Comitato Europeo COST “ Telecommunications Information Science and Technology “ e della Sezione Lazio dell’ Associazione Nazionale Ex Allievi Nunziatella

 

E’ il 1887. La Scuola Militare Nunziatella celebra il primo centenario della sua storia iniziata nel 1787 per  volere dei Borbone. A capo del nuovo Esercito Italiano, come primo Capo di Stato Maggiore, vi è il Generale Enrico Cosenz ex allievo della Scuola di Napoli.
Nello stesso anno il fisico tedesco Heinrich Hertz dimostra sperimentalmente l’esistenza delle onde elettromagnetiche preconizzate in via teorica quattordici anni prima dal fisico inglese James Clerk Maxwell nel suo “Trattato di Elettricità e Magnetismo”.
Otto anni piu’ tardi, nel 1895 ,Guglielmo Marconi ha le sue geniali intuizioni. La prima è quella di utilizzare le onde elettromagnetiche a fini pratici per trasmettere informazioni a distanza "senza fili".  La seconda è quella di ritenere che le onde elettromagnetiche possono propagarsi superando gli ostacoli. Sulla base di queste intuizioni effettua la trasmissione di un segnale telegrafico, la famosa lettera "S", i tre punti dell’alfabeto Morse, con le onde radio al di là della "collina dei Celestini", una collina che ancora oggi si vede davanti a Villa Marconi a Pontecchio vicino Bologna. Questo esperimento può considerarsi come la "nascita" di quelle telecomunicazioni che, attraverso tappe intermedie su cui evidentemente non posso soffermarmi, hanno portato nelle nostre case i tre strumenti che oggi in qualche modo condizionano e condizioneranno sempre di più la nostra vita:  il telefono, la televisione e il computer.

 

Il telefono nasce circa  20 anni prima dell’esperimento di Marconi con il famoso brevetto di Graham Bell. L’inizio del telefono è difficile: il buono e il cattivo tempo viene fatto dalle  potenti compagnie telegrafiche e l’annedotica vuole che esse non vedessero nessun futuro in questo "giocattolo elettrico". Nel 1890 nascono invece le centrali di commutazione elettromeccanica ed il telefono si diffonde su scala mondiale.
Le centrali di commutazione vengono collegate tra loro attraverso la cosiddetta “ rete di giunzione”. Sulla terra ferma , all’inizio,   è il cavo coassiale che ha il predominio. A partire dagli anni '50 però molte delle dorsali a lunga distanza vengono realizzate con i cosiddetti "ponti radio": la ricostruzione della rete telefonica italiana, subito dopo la seconda guerra mondiale, avviene per  circa la metà in cavo coassiale e per l’altra metà in ponte radio. A partire dal 1970  la fibra ottica ha il sopravvento e la quasi totalità della rete di giunzione è oggi realizzata in fibra ottica.
Per quanto riguarda invece i collegamenti transoceanici è interessante notare che dagli anni '30 agli anni '50,  la rete di giunzione si realizza attraverso la radio, la famosa radio a "onde corte". Nel 1956 si allestiscono le prime navi “ posacavi ”  e si posa il primo cavo coassiale transoceanico, con tutte le difficoltà che possiamo immaginare. Negli stessi anni vengono attuati i primi collegamenti radio via satellite geostazionario. Cos’è il satellite geostazionario? E’ un satellite che ha un’orbita sul piano equatoriale a circa 36.000 km di distanza dalla terra: a questa distanza la forza centrifuga e la forza centripeta si equivalgono e quindi il satellite rimane geostazionario, cioè fisso rispetto alla superficie terrestre. In realtà l’intuizione di poter avere questi satelliti a questa distanza e quindi con solo tre satelliti servire tutta la superficie del globo, era stata pubblicata nel 1945 da Arthur Clark ,  l’ astronomo diventato poi anche scrittore di fantascienza con il famoso "2001 Odissea nello Spazio". Ma bisognava aspettare il 1957 per avere la prima realizzazione di un collegamento con un satellite geostazionario: bisognava realizzare i razzi che portassero il satellite a questa distanza, bisognava realizzare delle apparecchiature a bordo del satellite che resistessero a condizioni estremamente gravose di temperatura e di accelerazione di gravità, occorreva costruire a terra delle enormi antenne e degli amplificatori a così basso rumore che potessero captare i debolissimi segnali che venivano dallo spazio. Nel 1957 viene lanciato il primo satellite russo "Sputnik" seguito nel 1958 dall’americano "Explorer". Solamente pero’ nel 1965 viene lanciato il primo satellite commerciale della serie Intelsat, l’Intelsat I, il famoso " Early Bird" che permette di avere 240 circuiti telefonici tra Europa e Nord America. Da quel momento il numero dei canali telefonici attraverso sia i collegamenti via satellite e sia attraverso il cavo coassiale transoceanico, realizzato in seguito in fibra ottica, aumentano considerevolmente ,  i costi per canale diminuiscono e si ha una costante competizione tra cavi sottomarini e satelliti  geostazionari.
I collegamenti tra centrale di commutazione ed utenti, la cosiddetta “rete di distribuzione”, si realizza via cavo con il famoso "doppino telefonico" di rame che porta nelle nostre case il segnale telefonico insieme all’ energia elettrica che fa funzionare il sistema. Gli oltre 800 milioni di  abbonati del mondo sono oggi collegati tra loro attraverso questa "ragnatela" di cavi.
Qual è il futuro del telefono? Nel futuro la situazione potrebbe invertirsi. Molti ritengono che il futuro del telefono, nato via cavo, sia infatti la radio. Questo è dovuto alla richiesta di "mobilità" degli utenti: tutti noi abbiamo assistito alla nascita dei sistemi "cordless" e, soprattutto, all’ esplosione del numero dei telefoni cellulari. Si stima che, intorno al 2005, il numero dei telefoni cellulari dovrebbe superare il numero dei telefoni fissi. A questi si aggiungono i sistemi LEO, i famosi” Low Earth Orbit Satellites”, cioè i satelliti a bassa quota, tipo Iridium e Globalstar, che sono situati non più su orbite a 36.000 km di distanza dalla terra ma solamente a circa 800 km di distanza. Essi non sono più fissi rispetto all’osservatore e quindi, affinchè l’osservatore sia sempre collegato , occorre disporre di una serie di satelliti , con numeri che assomigliano a circa 70 satelliti per sistema. A queste piccole distanze  le potenze di trasmissione necessarie possono essere minori e quindi è possibile realizzare collegamenti diretti utente-satellite con un piccolo strumento che assomiglia a un telefono cellulare di quelli che conosciamo oggi. Viene realizzato il sogno di comunicare "anytime, anywhere, with anyone": in ogni momento, in ogni punto del globo, con chiunque.
E veniamo al secondo strumento, divenuto così importante nella nostra vita di tutti i giorni: la televisione. La televisione nasce in via sperimentale alla fine degli anni '20 sebbene il servizio regolare in bianco e nero  inizi in Europa e negli Stati Uniti d’America soltanto alla fine anni '30. Alla fine degli anni '50 il servizio si estende in modo capillare e agli inizi degli anni '60 nasce la televisione a colori con   tre sistemi diversi: NSTC in America, SECAM nei paesi di lingua francese e PAL in Germania, Italia e nel resto del mondo. La televisione nasce via radio: nelle reti radio terrestri il segnale del ripetitore viene ricevuto dalla selva di antenne che vediamo oggi sui nostri palazzi. Si tratta delle antenne Yagi – Uda dal nome dei due Professori giapponesi che le inventarono intorno al 1930 non pensando che in quel modo avrebbero sì contribuito alla diffusione della televisione, ma anche ad imbruttire il panorama delle nostre città. Sempre più si va diffondendo la diffusione diretta da satelliti geostazionari determinando la crescita del numero delle antenne paraboliche sulle nostre case, anche se vi sono tentativi di non ripetere la brutta esperienza delle antenne Yagi – Uda, ma di avere una sola antenna parabolica per ogni condominio. In alcuni paesi, non in Italia, la televisione si sviluppa anche via cavo, la cosiddetta CATV. La televisione via cavo in Italia non si sviluppa a causa di una famosa legge varata nel 1975 secondo la quale chi realizzava un impianto di televisione via cavo poteva trasmettere un solo programma: cioè faceva evidentemente perdere qualunque attrattiva economica a questo tipo di impresa.
Qual è il futuro della televisione? Il futuro della televisione è nel passaggio dalla televisione  analogica alla televisione numerica. Per tutti i vantaggi che il mondo numerico offre. Innanzi tutto l’ambiente multimediale, vale a dire la possibilità che immagini, suoni, dati, testi diventino tutti "numeri", diventino tutti "bits" che possono viaggiare insieme. E  secondo perché la televisione digitale permette la cosiddetta "interattività" dell’utente: non più un utente passivo che deve sottostare ad un palinsesto creato da qualcun altro ma un utente attivo che può creare un proprio palinsesto secondo i propri gusti.
E veniamo al terzo strumento che ormai alberga e trova posto in un numero sempre crescente nelle nostre case :  il computer. Il primo calcolatore nasce nel 1946, circa 50 anni fa. Era l’ENIAC, cioè l’ “Electronic Numerical Integrator And Computer” con 18.000 valvole, diversi kW  di assorbimento e capacità di calcolo modesta, una capacità di calcolo che farebbe sorridere i piccoli computer con cui si realizzano i giochi dei nostri bambini. L’evoluzione, soprattutto nella tecnica dei microprocessori, nella tecnica del software e nella tecnica delle interfacce- basta pensare al famoso "mouse"- rende rapidamente obsoleto il "calcolatore" dei primi tempi: strumento ingombrante, situato in stanze climatizzate, per pochi addetti ai lavori. Ricordo ai tempi della mia tesi quando per far "girare", come si diceva, un programma al calcolatore si andava con scatole intere di "schede perforate" di carta che venivano affidate ai "sacerdoti" con il camice bianco che operavano in queste stanze climatizzate e che poi restituivano i tabulati con i risultati del programma.
Intorno al 1976 si passa da questo tipo di calcolatore al personal computer, di facile uso e di larghissima diffusione. Il personal computer non rimane a lungo "isolato". Nasce spontanea l’esigenza di comunicare con altri personal computer. Nel 1986 nasce Internet , la "rete delle reti". Nel 1992 nasce nel CERN di Ginevra il sistema multimediale World Wide Web. Gli utenti Internet crescono al ritmo di circa 10% al mese e se la crescita continuasse con questo ritmo si stima che nel 2003 ogni abitante della terra sarebbe connesso a Internet.
Nella prima fase di  Internet , cioè nella seconda metà degli anni '80, i servizi offerti sono sostanzialmente quelli di posta elettronica ( e-mail ) e trasferimento di archivi ( file-transfer ). Nella seconda fase di Internet , cioè nella seconda metà degli anni '90, con lo sviluppo del World Wide Web nasce la possibilità di fornire all'utente una serie di servizi multimediali interattivi che avranno una influenza notevole sulla nostra vita. I principali sono:
-      il commercio elettronico, che consentirà di fare acquisti senza muoversi da casa;
-      il telebanking, cioè il poter fare operazioni bancarie dalla propria abitazione e dal proprio ufficio;
-      la telefruizione di banche dati, la navigazione in Internet è un esempio lampante in questo senso;
-      la telefruizione di beni culturali:  si potranno visitare i musei, stando seduti comodamente a casa;
-      il telelavoro;
-      la teledidattica ;
-      la telemedicina
e molti altri servizi che si aggiungono alla possibilità di fornire all’utente la cosiddetta televisione interattiva.
Prevarranno gli utenti Internet o gli utenti della TV digitale interattiva? Prevarrà il VOD, cioè  il ” Video on Demand”, o i servizi Internet? Vi sarà il “Web TV” o la” TV on the Web”? Sono tutti interrogativi che coloro che si occupano di previsioni economiche si fanno continuamente. Vi sono segnali, a volte contraddittori, che mostrano l’andamento turbolento del mercato. Due anni fa negli  negli  Stati Uniti d’America il numero dei Personal Computer  venduti  ha superato il numero dei televisori. Gli utenti Internet e gli utenti di telefoni mobili sono in crescita notevole e intorno al 2005 dovrebbero superare il numero degli utenti di telefoni fissi.
Lo sviluppo dei servizi Internet e della TV digitale interattiva comporta la necessità di disporre di mezzi trasmissivi di capacità adeguata che permettano all’utente l’accesso a questo tipo di servizi ,cioè alla cosiddetta "società dell’informazione". Il mezzo trasmissivo che meglio puo’ fornire le capacità di informazione necessarie è la fibra ottica. E tutti i paesi si stanno muovendo in questa direzione. In Giappone si prevede che entro il 2010 la rete in fibra ottica coprirà l’intero territorio nazionale e raggiungerà il 100% delle utenze residenziali. Negli Stati Uniti d’America l’Amministrazione Clinton vara il "National Information Infrastructure" che prevede la realizzazione delle "Information super highways". In Europa il” Libro Bianco” di Delors indica nella realizzazione delle grandi reti la rinascita competitiva europea.
Qual’ è il collo di bottiglia?  Il collo di bottiglia  è "the last mile",  l’ultimo chilometro e mezzo, cioè  il collegamento tra centrale e utente. E tutte le diatribe che abbiamo sentito qualche tempo fa circa il progetto Socrate, prima iniziato e poi interrotto creando non pochi problemi ai Comuni e alle società che avevano ormai appaltato i lavori, sono certamente indicative delle difficoltà di fare previsioni: a fronte di investimenti ingenti, si cerca di adattare l’offerta alle difficilmente prevedibili richieste dell’utente. Vari sono i sistemi in fibra ottica che vengono studiati. L’intero collegamento in fibra cioè il "fiber to the home", la fibra fino a casa dell’utente. Oppure collegamenti ibridi fibra-cavo coassiale: "fiber to the building" cioè la fibra solo fino all’edificio; "fiber to the curbe", cioè la fibra fino all’armadio che serve una serie di edifici.  I notevoli investimenti  necessari per installare  sistemi in fibra ottica hanno fatto rivalutare l’umile doppino telefonico con i sistemi ADSL dove l’"A" sta per  “asymmetric” ed il resto è l’acronimo di "digital subscriber loop": si utilizza il doppino telefonico al massimo delle possibilità  creando dei collegamenti sbilanciati, cioè con minore capacità  utente-centrale  e maggiore capacità  centrale-utente.
Sono attualmente in corso studi sulla possibilità di fornire Internet ed i relativi servizi a larga banda attraverso la radio. Si parla di  “accesso radio” come  possibilità di grande interesse per gli operatori che devono entrare nel mercato e  non dispongono di una rete capillare. Grande scalpore ha suscitato la gara svolta in Italia per l’assegnazione delle cinque licenze dei telefonini di terza generazione: molti vedono nell’ UMTS la strada italiana verso Internet. Sono allo studio anche sistemi via satelliti  LEO e tra questi va citato il progetto Teledesic di Bill Gates  che, con circa 840 satelliti, promette di dare entro qualche anno fino a 2Mbit/s al singolo utente, sicuramente di più di quanto oggi sia consentito con il doppino telefonico( 36kbit/s ) o con una rete ISDN (128 kbit/s). Ed infine c’è qualcuno che ha pensato addirittura di utilizzare la rete elettrica, cioè i conduttori di elettricità che arrivano nelle nostre case, rete che con opportuni sistemi potrebbe essere utilizzata per portare all’utente fino a circa 1Mbit/s.
Tutto questo sta ad indicare che siamo alle soglie di una rivoluzione epocale che dovrebbe condurci verso la “società dell’informazione” e che costituisce, a detta di molti illustri studiosi, una nuova frontiera per la società e l’economia. Questa società dovrebbe consentire il rilancio strutturale della competitività delle imprese, la creazione di nuove opportunità di occupazione, la trasformazione delle modalità dell’organizzazione del lavoro, un aumento dell’efficienza delle amministrazioni e delle istituzioni, in altre parole il miglioramento della qualità di vita dei cittadini.
La rivoluzione è possibile grazie al progresso della tecnologia e alla rivoluzione numerica.  E’ una rivoluzione che nasce dal "basso", dalla domanda del mercato che è il vero motore del cambiamento. A fronte di una domanda difficilmente prevedibile non è semplice  pianificare gli investimenti necessari. L’utente non investe in tecnologie ma in servizi offerti a prezzi competitivi. Per ridurre i costi dei servizi  si è resa necessaria l’abolizione dei monopoli, dei mercati chiusi, delle aree protette, dei prezzi politici e l’introduzione della concorrenza. Occorre stimolare la domanda : da qui nasce la necessità di avere un progetto Europa a cui far seguire un progetto paese, di sviluppare la cultura informatica e di rendere sempre più semplice l’interfaccia uomo-macchina.
In Europa è stato preparato l’ormai famoso rapporto "Bangemann" in cui sono state previste dieci  applicazioni pilota proprio per facilitare la nascita della società dell’informazione . Una delle più importanti è quella del telelavoro, cioè rendere possibile sempre più diffusamente la possibilità di lavorare a casa. Un grande risparmio energetico e una diminuzione dell’inquinamento ambientale. Non c’è più bisogno del pendolarismo, si abbatte il concetto Tayloristico, nato nella prima “Rivoluzione Industriale”, dell’unità di luogo e di tempo per il lavoro: il luogo di lavoro coincide nuovamente con il luogo di vita come era prima della Rivoluzione Industriale. Importanti sono le possibilità offerte ai lavoratori più svantaggiati come in molti casi le donne e i disabili. Maggiore tempo libero e possibilità di organizzarsi secondo i propri ritmi e le proprie inclinazioni. Certamente vi sono anche alcune perplessità. Aumenteranno veramente le possibilità di lavoro? Vi saranno problemi di solitudine ?
Spunti di riflessione che investono l’intera società dell’informazione. Qualche esempio. La tutela della privacy : molte attività quotidiane, ad esempio il teleshopping, lasceranno delle tracce elettroniche che potranno essere memorizzate. L’insieme interpretato di queste tracce consentirà di conoscere gli orientamenti e i comportamenti dei singoli. Siamo in presenza del grande fratello previsto da George Orwell ?. La TV interattiva e il broadcasting tradizionale: l’utente da bersaglio, da “target” può diventare protagonista. Sarà questo solo appannaggio dei ricchi e degli istruiti? Aumenteranno con questo le divaricazioni nella società?
Sono tutti spunti che certamente sono di grande interesse per i sociologi. Non essendo io un esperto in tale settore, ritorno rapidamente nel campo della tecnologia che mi è più congeniale per indicare quali sono, secondo me, le due grandi evoluzioni che condizioneranno sempre di più il passaggio alla società dell’informazione.
La prima è l’evoluzione delle fibre ottiche. Già oggi le fibre possono trasmettere fino a 10 Gbit/s: in un piccolo filo di vetro delle dimensioni poco più grandi di un capello si possono trasmettere fino a 10 miliardi di informazioni al secondo. Con i sistemi WDM “ wavelength division multiplex” utilizzando più lunghezze d’onda all’interno della stessa fibra si sono raggiunte già velocità del Terabit/s, cioè 1000 miliardi di bit/s e per il 2005 ci si pone l’obiettivo del Petabit/s, cioè 1 milione di miliardi di bit/s. Non vi saranno limiti per le capacità trasmissive. L’utente potrà “scaricare” immagini e filmati quasi istantaneamente evitando le  lunghe fastidiose attese di oggi di fronte agli schermi dei nostri computer.
La seconda evoluzione tecnologica che sarà  estremamente importante è quella del computer. E' noto che maggiore è il numero dei transistor che costituiscono il processore di silicio del computer e maggiore è la capacità di calcolo. Negli anni '70 si ha l'Intel 4004 con 2300 transistor. Negli anni '95 il Pentium e il Power PC contengono piu’ di tre milioni di transistor. Entro un decennio si pensa che il piccolo microprocessore potrà contenere fino a 100 milioni di transistor.  Mantenendo l'attuale ritmo evolutivo,  un raddoppio circa ogni anno, sarà possibile arrivare intorno al 2020 a componenti elementari di dimensioni inferiori a 50 nanometri, cioè 50 miliardesimi di metro. A queste dimensioni si  verificheranno fenomeni di meccanica quantistica e tra questi l’ “effetto tunnel ” : l’interruttore “aperto” potrebbe far passare comunque un po’ di corrente. Il silicio sarà probabilmente abbandonato. Sono già allo studio molecole organiche che possano comportarsi come “interruttori”: si raggiungono cosi’ dimensioni di pochi nanometri che permetteranno di avere su un singolo “chip “  miliardi di elementi. Avremo computer microscopici inseriti dovunque: sotto la pelle, per controllare la nostra salute; nei prodotti dei supermercati, per il pagamento automatico tramite Internet; nelle auto, per conoscere esattamente la località in cui ci troviamo tramite sistemi satellitari del tipo GPS ( global positioning systems), prenotare l’albergo piu’ vicino e guidare l’auto fino all’albergo.
A fronte di questo scenario quale sarà il futuro? E' difficile rispondere a questa domanda. Per  intuire la difficoltà della risposta è illuminante vedere come si collocano questi ultimi cento anni nella storia del progresso della comunicazione umana e quale è stato il processo di accelerazione della tecnologia che ha portato alle soglie della società dell'informazione.
La prima vera pietra miliare della storia della comunicazione umana si ha circa 3000 anni fa quando l'uomo inventa la scrittura e l'alfabeto moderno: la comunicazione passa da orale a scritta, non più Omero che tramanda l'Odissea e l'Iliade a voce, ma la scrittura, che rappresenta una forma inesauribile di immagazzinamento delle informazioni.  Si attua la prima democratizzazione del sapere che non è piu’ patrimonio dei ristretti cenacoli che hanno la possibilità di ascoltare la voce del maestro.
Occorre aspettare circa 2500 anni per avere la seconda pietra miliare della comunicazione umana, cioè quando 500 anni fa circa nasce la stampa a caratteri mobili. Guttemberg nel suo laboratorio di Magonza stampa la prima Bibbia: esplode la comunicazione che non è più  appannaggio solo dei pochi in possesso dei testi diligentemente copiati dai monaci dei conventi. Si attua la seconda importante democratizzazione del sapere che porta, ad esempio, ad una rapida  diffusione delle idee illuministe.
Duemilacinquecento anni tra la prima importante pietra miliare della storia della comunicazione umana e la seconda. Passano solamente 400 anni tra l’invenzione della stampa e la nascita del telefono e della radio circa 100 anni fa. Dal quel momento l'accelerazione delle scoperte tecnologiche è strabiliante. Sessanta anni fa nasce la televisione, 50 anni fa nasce il transistor, 25 anni fa nascono le comunicazioni via satellite, nasce il processore, nascono le fibre ottiche. Negli ultimi venti anni si sviluppa il personal computer, con l’influenza sulla vita domestica e di lavoro che tutti conosciamo; si sviluppa il disco ottico, che si propone come sostituzione di enciclopedie e testi; esplode il numero dei telefoni cellulari; esplode il fenomeno Internet. Oggi siamo alle soglie della società dell’informazione multimediale interattiva in cui sempre più i” bit” sostituiranno gli “atomi” ed in cui la vera ricchezza sarà possedere e trasmettere l’ “informazione”.
Quale sarà dunque il futuro? Certamente è difficile prevederlo. E’ pero’ interessante riportare le conclusioni del Rapporto Bangemann: "i paesi che per primi entreranno nella società dell’informazione otterranno i maggiori vantaggi. I paesi che, al contrario, ritarderanno il loro ingresso nella società dell’informazione, in meno di un decennio, dovranno affrontare una disastrosa diminuzione di investimenti e di posti di lavoro".
E’ speranza comune  che il nostro paese possa collocarsi all’avanguardia in questo settore e che possa cosi’ contribuire a risolvere il problema occupazionale che tanto angoscia tutta la società ed in particolare i giovani. Come ex allievo desidero sottolineare che la Nunziatella ha affrontato con successo la nuova sfida di questa svolta epocale ed è entrata a pieno titolo con il suo sito Web  nella società dell’informazione .

 

Ringraziamenti all' Autore Francesco Fedi sito web : www.francescofedi.eu

Fonte: http://www.francescofedi.eu/public/images/News%5Cnews_34.doc

 

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