visita a Capri cosa visitare

 

 

 

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visita a Capri cosa visitare

 

CAPRI.

 

                05-07.04.2001 - 10:10 - Visita organizzata da Tourvisa.

 

  Si arriva a Capri dal porto di Napoli-Megellina con il servizio di aliscafi che copre il percorso di 17 km in circa 40 minuti e si sbarca nel porto di Marina Grande sul lato nord dell’isola. L’abitato di Capri, capoluogo dell’isola, si trova in alto nella parte più stretta che forma una sella fra i monti Tuoro e Tiberio ad est e la dorsale ovest con i monti di S. Michele, Cappello e Solaro che è il punto più alto (589 m). Il mezzo più rapido per salire a Capri è la funicolare che porta direttamente a piazza Umberto I, la famosa Piazzetta di Capri, punto di arrivo e di ritrovo. Sul versante sud, opposto a Marina Grande, si trova l’insenatura di Marina Piccola, piccolo centro balneare con vista sui famosi Faraglioni. Sul lato ovest dell’isola, nella sua parte più larga che forma un altopiano, si trova Anacapri, il secondo centro più importante dell’isola. Complessivamente l’isola ha una superficie di circa 10 kmq, è lunga circa 6 km da est ad ovest, ha una larghezza massima di 2,5 km e minima di 1 km. L’isola è molto accidentata, alte scogliere che scendono a strapiombo sul mare, poche spiagge e molte splendide grotte data la sua natura calcarea.

  Come la Penisola Sorrentina di cui è la punta estrema, Capri e formata da rocce calcaree di deposito marino compattate e dislocate per la spinta verso nord della zolla continentale africana contro la zolla dell’Europa meridionale. Del periodo paleolitico, circa 400000 anni fa, quando era ancora legata la continente sono stati trovati resti di Elephas antiquus e manufatti umani; si staccò dalla terraferma circa 10000 anni fa, dal Neolitico. Nel IV millennio a.C., per la sua posizione strategica all’ingresso del golfo di Napoli, fu punto di passaggio delle rotte marittime e sono stati trovati materiali ceramici e ossidiana di importazione; vi passarono i Fenici e poi i Greci che nel secolo VIII a.C. fondarono la colonia di Cuma; il nome, di origine molto antico, fa certo riferimento alla presenza delle capre. Possesso prima di Cuma e poi di Napoli, nel 29 a.C. Ottaviano la visitò e la ridusse a proprietà imperiale. Da questo momento l’isola prosperò come luogo di villeggiatura della famiglia imperiale specialmente sotto Tiberio che visse qui negli ultimi 10 anni della sua vita, dal 27 al 37 d.C.. Rimase residenza imperiale fino al II secolo d.C. poi, caduto l’impero romano, passò da un dominatore all’altro e per lungo tempo gli abitanti subirono le incursioni sarecene. Nel 1600 subì una terribile pestilenza, nel 1700 fu fortificata dai Borboni e riscoperta dal punto di vista archeologico; scavi sistematici furono condotti da Amedeo Maiuri dal 1932 al 1948.

  Da Marina Grande a Marina Piccola. - Marina Grande è il porto dell’isola dove fanno scalo i collegamenti marittimi con la penisola. Nel piccolo porto protetto da un molo e segnalato da un faro si affollano i traghetti e gli aliscafi ed un gran numero di motoscafi e motobarche per i servizi turistici locali. Un sistema di autobus di piccole dimensioni assicura i collegamenti con i centri abitati dell’isola, Capri, Marina Piccola ed Anacapri, ed una funicolare è il mezzo più rapido per superare il dislivello che separa Marina Grande dall’abitato di Capri. Alla spalle, a oriente ed occidente, scendono a picco pareti rocciose. L’unica spiaggia attrezzata si trova ad ovest del molo. La cittadina di Capri è il cuore dell’isola con il maggiore movimento turistico e si affaccia su Marina Grande dalla terrazza nord dove arriva la funicolare, subito dietro la “Piazzetta” (Pz. Umberto I) con i suoi famosi bar all’aperto, il Municipio e la Torre dell’Orologio ed a ovest la chiesa di S. Stefano di forme barocche orientaleggianti una cupola centrale e le lanterne a tamburo sulle cappelle laterali. Intorno, l’abitato ricorda le sue origini medievali nonostante il gran numero di rimaneggiamenti. Le costruzioni sono in pietra locale, tufo e calcare e prevale l’intonaco bianco. Capri vanta il passaggio ed il soggiorno di tutti i personaggi più importanti d’Europa dal tempo dei Borboni ad oggi e molti hanno lasciato una loro impronta. A Capri si trovano i maggiori alberghi e l’antica Certosa di S. Giacomo, eretta nel 1371, saccheggiata dai saraceni nel 1553, danneggiata da una frana nel 1808; il Monastero fu soppresso da Giuseppe Bonaparte nel 1807 ed i monaci hanno lasciato in eredità l’industria artigianale dei profumi che utilizza i fiori dell’isola. L’abitato scende verso sud e si affaccia sull’altro versante dell’isola con i Giardini di Augusto da cui si ha una magnifica vista dei Faraglioni. Vicino ai Giardini di Augusto inizia la via Krupp fatta costruire da un membro della famiglia Krupp che qui soggiornò; è una strada pedonale che scende con ripidi tornanti verso il mare e si congiunge con Marina Piccola costeggiando, ai piedi della parete rocciosa del Belvedere del Cannone. Da Capri a Marina Piccola si scende anche utilizzano un servizio di autobus. Marina Piccola, piccolo centro balneare,  si trova in un’insenatura rocciosa, chiusa ad oriente dai Faraglioni e dominata dal Picco del Cannone dove sorge il Belvedere con i resti dell’antico castello medievale, mentre ad ovest si sollevano le pareti a picco del monte Solaro.

  Villa Jovis ed il lato orientale dell’isola. - Per Villa Jovis, sullo sperone roccioso del monte Tiberio all’estremità orientale dell’isola, c’è solo una strada pedonale che inizia dall’abitato di Capri con via Le Botteghe stretta fra le case, prosegue salendo fino ad un quadrivio dove incrocia via Sopramonte a sinistra e via Matermania a destra, e continua con via Tiberio sul crinale del rilievo che prosegue fino a monte Tiberio. La strada è stretta fra ville ed orti con scorci di panorama che guardano verso Marina Grande. L’intero percorso è poco più di 2 km e si entra nell’area archeologica ai piedi dell’ultima altura dove si trovano le rovine di villa Jovis fatta costruire da Tiberio, la più grande e la meglio conservata delle 12 dimore che l’imperatore possedeva nell’isola. Scoperta all’epoca dei Borboni, è stata scavata sistematicamente da Amedeo Maiuri dal 1932 al 1935. Vicino all’ingresso dell’area una terrazza si affaccia sull’alta scogliera che scende per 300 m a picco sul mare, il precipizio è chiamato “Salto di Tiberio” da cui si dice venissero precipitate le persone ritenute pericolose. Il complesso delle rovine della villa è formato da un corpo centrale contenente le grandi cisterne per raccogliere l’acqua piovana, sul lato sud si trova l’ingresso con resti di colonne e l’area dei bagni. Un sentiero a gradini sale intorno fino al lato est, dove si trova un’area di forma semicircolare destinata a soggiorno che prospetta dall’alto sul mare. Sul piazzale accanto a questo soggiorno si trova una chiesetta costruita in epoca medievale e dedicata ai Ss. Cristofaro e Leonardo ed oggi detta di S. Maria del Soccorso con una statua della Madonna all’esterno.

  Tornando indietro da villa Jovis, sulla sinistra, si entra nel Parco del Belvedere aperto al pubblico con diverse terrazze panoramiche che si affacciano sulla scogliera; si ha una vista della costa sud-est con Punta Massullo, lo scoglio del Monacone e fino ai Faraglioni. Su Punta Massullo si intravede una casa rossa che è quella fatta costruire da Curzio Malaparte nella forma della testa di un martello con allusione al simbolo del Partito Comunista.

  Si ritorna fino al quadrivio e si prende a sinistra per via Matermania sul lato nord di monte Tuoro. La strada conduce, dopo circa 1 km, ad osservare una curiosa costruzione naturale: un grande Arco Naturale di roccia prodotto dall’erosione che fa da cornice al panorama della scogliera. Lungo il percorso si incontra, indicata da una lapide, la casa dove visse nel 1938 Margherita Yourcenar autrice della “Memorie di Adriano” che qui scrisse “Coupe de grâce”.

  Intorno all’isola. - La circumnavigazione dell’isola con un battello a motore si compie in meno di 90 minuti e permette di avere una visione completa dal mare, del profilo delle coste e dei punti notevoli. Lasciando Marina Grande si gira in senso orario verso Punta del Capo, estremo nord dell’isola, scoglio con alla sommità la statua in bronzo dello “Scugnizzo napoletano”. Si è ai piedi di Monte Tiberio dove sorge villa Jovis. Si segue la costa orientale a picco sul mare con il Salto di Tiberio e le numerose grotte dai nomi affascinanti come la grotta del Corallo e la grotta Meravigliosa decorata da stalattiti e stalagmiti. Si rasenta Punta Massullo con la casa di Malaparte costruita con grandi difficoltà per la natura del luogo ed abitata per poco tempo dallo scrittore che poi volle donarla alla Cina ma fu infine reclamata dagli eredi. La costa scende dal Monte Tuoro fino all’estrema punta dei Faraglioni, simbolo di Capri; si tratta di tre enormi scogli, il primo collegato alla terra e chiamato appunto Faraglione di Terra, il secondo più piccolo detto Faraglione di Mezzo o Stella con un arco naturale in mezzo attraverso cui passa il battello e l’ultimo, il Faraglione di Fuori o Scopolo dove vive una rara lucertola azzurra. Si entra nell’insenatura sud dell’isola, quella di Marina Piccola, in alto è l’abitato di Capri con i Giardini di Augusto ed il monte Castiglione con il Picco del Cannone. Si possono vedere i tornanti della Strada di Krupp che scendono da Capri per collegarsi a Marina Piccola, poi la costa scende e compare l’abitato di Marina Piccola sovrastato a sinistra da monte Solaro; è il secondo approdo dell’isola opposto a Marina Grande. Si segue la costa sud lasciando a poppa la prospettiva dei Faraglioni; la scogliera scende a picco dal monte Solaro e sotto si aprono altre grotte fra cui la grotta Verde e la grotta Rossa per i colori che assume l’acqua. All’estremità ovest dell’isola si raggiunge la Punta del Faro o Punta Carena con il faro poi si sale verso nord lungo la costa occidentale più bassa ma frastagliata che digrada dall’altipiano di Anacapri. Sui promontori si vedono numerose le torri di avvistamento ed i fortini a difesa contro i pirati saraceni. La costa gira a 90 gradi alla Punta dell’Arcera ed inizia la costa nord che scende ripida dominata dall’altopiano di Damecuta e Anacapri. Sotto il Damecuta, dove si trovano i resti di un’altra villa di Tiberio, c’è l’ingresso alla famosa grotta Azzurra, a cui si accede anche da terra; la grotta era già ben conosciuta al tempo dei Romani. L’ingresso della grotta è molto basso e si entra solo con le barche a remi se la marea ed il mare lo consentono. Continuando verso est si può distinguere, in alto sul ciglio dell’altopiano di Anacapri, villa Medici e da questa scendere la Scala Fenicia, antichissima strada tagliata sulla roccia con 800 gradini che per molti secoli fu l’unico percorso pedonale più rapido che collegava Capri con Anacapri. Per la sua antichità si è ritenuto che fosse di origine fenicia ma forse furono i Greci a costruirla.

  Ormai Marina Grande è vicina e pochi minuti dopo si sbarca.

  Anacapri ed il lato occidentale dell’isola. - Un servizio di autobus, da Capri o da Marina Grande, porta ad Anacapri sull’altipiano a circa 290 m di quota nella parte occidentale dell’isola. L’abitato è sparso su una vasta zona quasi pianeggiante che si affaccia sulla scogliera nord ed a sud ha il picco di monte Solaro, il terreno poi digrada verso la costa occidentale. Come Capri è centro turistico ed artigianale ma più tranquillo e riposante. Da Anacapri si sale al monte Solaro con una seggiovia fino a quota 589 dove si spazia il panorama dell’isola, da Capri ed i Faraglioni alla piana di Anacapri. Un altro luogo di grande interesse è la villa S. Michele non lontana dal centro e vicina alla scogliera nord. La villa è conosciuta anche con il nome del suo costruttore: Axel Munthe (1857-1949), medico famoso della corte svedese, scrittore ed umanista che, venuto a Capri e rimasto affascinato da questo luogo, dove si trovava una cappellina dedicata a S. Michele, e dai reperti romani che affioravano intorno, acquistò il terreno e creò nel 1897 questa casa, oggi divenuta museo. La villa ha una collezione di reperti archeologici di varia provenienza fra cui una sfinge trovata in Calabria, mobili originali ed un bel parco. Una galleria di sculture ed un pergolato, un loggiato con vista su Marina Grande e la ricca vegetazione del parco ne fanno un luogo affascinante.

  Con un altro autobus da Anacapri si può raggiungere la punta nord-occidentale dell’isola dove si trovano i resti di un’altra grande villa dell’imperatore Tiberio, villa Damecuta, posta anche questa su un punto alto e panoramico e da cui si raggiungeva facilmente l’ingresso alla grotta Azzurra ai piedi della scogliera. La villa era stata abbandonata dopo i danneggiamenti subiti durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., fu manomessa nel medioevo per la costruzione di difese contro le scorrerie saracene ed alla fine del 1700 per la costruzione di fortificazioni borboniche contese poi durante le lotte fra Inglesi e Francesi per il controllo dell’isola. Scavi sistematici sono stati condotti da Amedeo Maiuri tra il 1937 ed il 1948 e sono state messe in evidenza strutture che formano una costruzione semicircolare come un belvedere che prosegue poi con un lungo viale (ambulatio) sul bordo della scogliera. Del periodo medievale è rimasta una bella torre di avvistamento all’estremità del viale.

 

Fonte: http://www.travelphotoblog.org/ArchivioPersonale/ITALTOUR.doc

Sito web: http://www.travelphotoblog.org/

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