Cavolo cappuccio

 

 

 

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Cavolo cappuccio

 

Cavolo cappuccio
Brassica oleracea var. capitata – Brassicaceae

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Generalità e proprietà: ortaggio coltivato in Europa da millenni, sembra venisse coltivato e consumato già ai tempi degli antichi romani; esistono tre principali raggruppamenti, il cavolo cappuccio bianco, il cavolo cappuccio viola e la verza; si tratta della stessa pianta, di ogni raggruppamento sono disponibili decine di cultivar, diverse per tempo di maturazione, stagione di sviluppo, forma e dimensione del cappuccio. Si tratta di piante annuali, che sviluppano un denso capolino, costituito da grandi foglie tondeggianti, il capolino è tanto stretto e compatto che al centro si forma una grande “testa” tondeggiante, le cui dimensioni varia no dal 10-15 cm di diametro fino a 70-80 cm di diametro nelle varietà giganti. Le foglie si consumano crude o cotte, vengono utilizzate per preparare i crauti, cuocendo le foglie in acqua ed aceto, per poterle conservare a lungo. Queste verdure, ricchissime di sali minerali, sostanze antibiotiche ed anticancerogene, apportano soprattutto vitamina A e C. Riducono, se consumati in notevoli quantità, la formazione di polipi e cancro nel colon, di cancro alla mammella e allo stomaco, in quanto sono ricchi di sostanze antiossidanti e di fibra. Sono ricchissimi anche di acido folico, indispensabile in gravidanza, di potassio e di beta-carotene.

Semina e raccolta: i cavoli raggiungono la maturazione in circa 60-120 giorni a partire dalla semina; esistono varietà a semina primaverile, autunnale ed estiva; in genere lo sviluppo migliore si ha con clima fresco, quindi in Italia si tende a piantare le giovani piantine nell’orto in autunno o a fine inverno, per un raccolto invernale o tardo primaverile. Le giovani piante si possono ottenere anche dalle sementi degli esemplari dell’anno precedente: tenendo in terra una pianta di cavolo questa produrrà sottili fusti eretti che portano numerosi piccoli fiori gialli, seguiti dai baccelli dei semi. Poiché il cavolo viene coltivato da millenni nei nostri orti poniamo a dimora sempre delle cultivar, per questo motivo le piante ottenute da seme non sono sempre identiche alla pianta madre; per questo motivo si preferisce acquistare le giovani piante già sviluppate, o anche le sementi, già selezionate. Le giovani piante si dispongono in file distanti almeno 20-35 cm le une dalle altre.

Irrigazioni: necessitano del pieno sole e amano un terreno fresco e ben drenato; non sopportano la siccità, quindi è necessario intervenire con le annaffiature quando il terreno è asciutto da alcuni giorni: la coltivazione invernale in genere non necessita di annaffiature.

 

 

Avversità: La brassica in genere teme l’attacco delle lumache, soprattutto le giovani piante, e delle farfalle cavolaie, le cui larve divorano rapidamente il fogliame; in genere la coltivazione invernale ovvia anche a questo problema, visto che il clima inclemente non favorisce lo svilupparsi di parassiti; se si coltivano invece cavoli primaverili è consigliabile coprirli con agritessuto o con rete a maglia fine, in moda da impedire meccanicamente l’accesso degli insetti al fogliame delle nostre piante. In caso di infestazione già in atto invece provvediamo tempestivamente a debellare gli insetti che potrebbero distruggere l’intero raccolto.

 

 

Fonte: http://www.beinascogramsci.it/joomla/images/ambiente/vademecum%20coltivazione%20ortaggi.doc

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