Piramide alimentare e dieta mediterranea

 

 

 

Piramide alimentare e dieta mediterranea

 

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Piramide alimentare e dieta mediterranea

 

  Non c’entrano i faraoni e nemmeno le cataste di merende al  supermercato :la piramide alimentare è un aiuto per imparare  giorno dopo giorno,che  cosa mangiare e quanto.
La piramide alimentare è uno strumento utilizzato da dietologi,medici per indicare con praticità ed immediatezza un modo corretto di alimentarsi. Generalmente la piramide alimentare è divisa in quattro:

  • LA  BASE è COSTITUITA DA CARBOIDRATI COMPLESSI
  • AL DI SOPRA ABBIAMO FRUTTA E VERDURA
  • IN SEGUITO TROVIAMO IL GRUPPO DELLE PROTEINE

ANIMALI E VEGETALI

  • ALL’ESTREMITA’ SUPERIORE IL GRUPPO DEI GRASSI

    E DEI CONDIMENTI IN GENERE

Come possiamo facilmente notare ,nella piramide sono presenti prodotti  estremamente semplici ,materie prime o parzialmente lavorate(pane,prodotti industriali i dolci e gli snacks) sono relegate all’ estremità  dove ci sono gli alimenti da consumare con moderazione.

 

LAVORO ESEGUITO DA:

Colonnelli Giorgia ; De Marchis Federica ; Rezza Ivano ; Saporosi Roberto.
Classe 2 E – S.M.S. “ Via Fontana della Rosa” – Velletri –

 

Fonte: http://www.fontanarosascuola.net/upload/7.%20la%20piramide%20alimentare.doc

 


 

Piramide alimentare e dieta mediterranea

 

Come nasce la “dieta mediterranea”

 

Mentre in Italia si fa sempre maggiore uso di cibi grassi e ipercalorici, anche nel corso della pausa pranzo lavorativa, gli americani invocano la dieta mediterranea come antidoto contro le malattie cardiovascolari e l’obesità. I prodigiosi effetti preventivi di questo tipo di alimentazione sono stati infatti descritti per la prima volta in maniera autorevole dal “Seven Countries Study on cardiovascular diseases”, ossia lo storico studio epidemiologico americano che ha proposto a tutto il mondo i pregi della cosiddetta “dieta mediterranea”, in grado di prevenire non solo le malattie cardiache (per esempio l’infarto) e alcuni tumori, ma anche l’ipertensione e l’obesità, e quindi una buona parte dei casi di diabete. 
Gli specialisti del settore nutrizionale non amano il termine “dieta mediterranea”, un termine di cui si è abusato in maniera imprecisa, dato che non si tratta di una dieta ma piuttosto di un modo di cibarsi sobrio e frugale, comune a molte ma non certo a tutte le popolazioni che si affacciano sul mediterraneo. Per fortuna però il termine “dieta mediterranea”, per quanto impreciso e un po’ irreale, è diventato ovunque il sinonimo di alimentazione ottimale! Va tuttavia detto che dello stile alimentare che ha caratterizzato alcune delle popolazioni che si affacciano sul mediterraneo è rimasto ben poco… Accanto ai cibi più tradizionali, relegati ad un consumo marginale, si sono diffusi - specialmente tra i giovani - gli alimenti tipici di altri continenti. Dalla civiltà del grano e dell’ulivo si è passati al fast food degli hamburger, delle patatine fritte e delle bevande dolcificate come la coca-cola; dalla sobrietà ad un consumismo che stona con la riduzione della spesa energetica, legata agli automatismi del progresso tecnologico.


Cosa è cambiato nella nostra alimentazione rispetto al passato? 
Il costo della vita, in termini di calorie, è diminuito a tutti i livelli. Non soltanto per l’impiegato sedentario o per il dirigente, che confonde il dinamismo intellettuale e i continui spostamenti in auto e in aeroplano con una vita muscolarmente attiva, ma anche per il contadino, ormai facilitato nel lavoro manuale da ogni genere di macchine e ben protetto da indumenti che riducono la dispersione termica e quindi il costo calorico del vivere.
I nostri nonni e bisnonni introducevano mediamente molte più calorie di noi. Lo dimostrano in particolare i dati raccolti, a distanza di quasi cinquant’anni, in due meticolose inchieste sui consumi alimentari condotte dall’Istituto Nazionale della Nutrizione.
Quando la vita di un uomo adulto impegnava almeno 3000 kcal al giorno, i cereali e i legumi erano la scelta ottimale per una popolazione che raramente poteva disporre delle costose proteine di origine animale. Nel matrimonio dietetico fra abbondanti quantità di cereali e di legumi, come poteva accadere con una zuppa di pasta e fagioli, si realizzava la completezza degli aminoacidi essenziali e contemporaneamente si veniva a disporre di molte calorie. Oggi le calorie del pane, della pasta o dei legumi sono temute e non del tutto a torto se consideriamo che una porzione di carne magra o di pesce può coprire il fabbisogno di aminoacidi essenziali pur apportando soltanto la metà delle calorie di 100 g di pane (289 kcal) o di fagioli (278 kcal).


Come riequilibrare apporto calorico e stile di vita?
Da quando il contadino ha smesso di zappare la terra ed ha potuto fruire dei tanti benefici del progresso tecnologico, quegli stessi alimenti che per secoli gli avevano assicurato la sufficienza calorica si sono dimostrati ipercalorici per il nuovo stile di vita. Del resto, ridurre soltanto le porzioni non avrebbe più garantito la sufficienza degli aminoacidi che si ottiene, come già detto, con la combinazione di cereali e legumi. Perciò non sono stati immotivati né la flessione dei consumi di cereali e legumi né il progressivo aumento di carne e pesce. Ciò che non si giustifica, invece, è l’eccessiva disponibilità verso alimenti estranei alla tradizione e peggiorativi per la finalità, più volte riaffermata dalla comunità scientifica, di ridurre l’apporto di grassi (in particolare quelli di origine animale). Inoltre, grida vendetta l’aver trascurato i pregi nutrizionali dell’olio di oliva per assecondare la pubblicità che ha sostenuto gli oli di semi fortemente polinsaturi, del tutto estranei alla dieta mediterranea.
Il prototipo mediterraneo resta, tuttora, un valido esempio di dieta salutare ma non possiamo dimenticare che il sovvertimento dello stile di vita degli ultimi cinquant’anni richiedeva pure degli adattamenti. Alcuni erano opportuni, altri puramente voluttuari e consumistici (dolciumi, cibi e condimenti grassi, bibite dolcificate e superalcolici), perciò peggiorativi di fronte alla necessità di ridurre la quota calorica.
Le tradizioni alimentari occupano nella vita emotiva e affettiva un posto privilegiato che meriterebbe di essere conservato, ma ciò può avvenire soltanto se si è disposti a recuperare almeno una parte di quell’attività fisica che caratterizzava la vita dei nostri antenati.


Qual è il modello della dieta mediterranea?
Il modello della dieta mediterranea, ormai apprezzato dai nutrizionisti di tutto il mondo, è rappresentato con l’immagine simbolica di una piramide. Gli alimenti più importanti, di cui si deve fare un maggiore consumo, si trovano negli strati inferiori.
Alla base troviamo i cereali, che insieme alle patate costituiscono una fonte di carboidrati complessi - quindi energia senza grassi - e di fibra. Salendo troviamo i gruppi di frutta (2-3 porzioni al giorno), ortaggi e verdure (in abbondanza), che contengono anch'essi fibra e sostanze antiossidanti, insieme all'olio d'oliva (quest’ultimo da consumarsi giornalmente ma con moderazione!). Sempre da consumare quotidianamente, latte e yogurt.
Al centro della piramide ci sono gli alimenti da consumare non quotidianamente ma più volte alla settimana (con l’eccezione del latte e dello yogurt, da consumare tutti i giorni): si tratta dei cibi di origine animale, per esempio il pesce, le carni bianche, i formaggi (preferibilmente quelli freschi); da consumare con più parsimonia le carni rosse e le uova. Molto importanti sono poi i legumi, un'ottima fonte di proteine vegetali.
Al vertice della piramide ci sono infine gli alimenti da consumare con moderazione: gli zuccheri (e quindi i dolciumi), le salse e i grassi (con l’eccezione, come si è detto, dell’olio d’oliva) ed il vino.
Nella piramide alimentare mediterranea non esistono alimenti proibiti, ma soltanto cibi che vanno mangiati più o meno spesso. Gli alimenti da consumare quotidianamente sono quindi cereali, frutta, verdura e olio d'oliva, integrati con modiche quantità di latte e yogurt. È importante sottolineare che l’attività fisica deve essere parte integrante di questo sano modello alimentare; non a caso, le linee-guida nutrizionali più aggiornate l’hanno inserita nello zoccolo della piramide, assieme all’acqua (di cui si consiglia un consumo di 1,5-2 litri al giorno).
Quali sono le porzioni di riferimento?
Se il modello alimentare mediterraneo è tuttora valido nelle sue scelte di base (poche proteine animali, pochi grassi saturi, più pesce, molte verdure e frutta, cereali e legumi) è pur vero che le porzioni - ad eccezione delle verdure - debbono essere ridotte quantitativamente per adeguarle alla forte riduzione della spesa energetica verificatasi negli ultimi 50 anni.  
I LARN 1996 (Livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti per la popolazione italiana) hanno già indicato quali dovrebbero essere le porzioni medie:

  • Latte/yogurt: 125 grammi
  • Formaggio fresco: 100 grammi
  • Formaggio stagionato: 50 grammi
  • Carne: 100 grammi
  • Pesce: 150 grammi
  • Uova: 50 grammi (1 uovo)
  • Legumi freschi: 100 grammi (a crudo)
  • Legumi secchi: 30 grammi (a crudo)
  • Pane: 50 grammi
  • Pasta/riso: 80 grammi (a crudo)
  • Pasta fresca all’uovo: 120 grammi (a crudo)
  • Patate: 200 grammi (a crudo)
  • Insalate: 50 grammi
  • Ortaggi: 250 grammi (a crudo)
  • Frutta: 150 grammi.

Su mandato del Ministero della Salute, è attualmente al lavoro una commissione formata da un gruppo di esperti della nutrizione che hanno il compito di “rifinire” le grammature da ritenersi ottimali.

E la pasta? Come e quando mangiarla?
Il problema dell’apporto calorico è legato alla quantità e ai tanti modi in cui la pasta può essere servita in tavola. A seconda delle diverse abitudini, infatti, la pasta o il riso possono rappresentare soltanto il “contorno” e quindi il corretto complemento nutrizionale di pietanze prive di glucidi, come la carne o il formaggio; oppure, con particolari condimenti, la pasta può diventare un “piatto unico” relativamente equilibrato e perfino un “fast food”, soddisfacente per quanto riguarda la presenza dei nutrienti fondamentali.
In realtà, nessuno mangia la pasta senza condirla, per cui dobbiamo considerare il “piatto di pasta” con tutto ciò che l’accompagna e che può, a seconda dei casi, migliorarne o peggiorarne gli equilibri nutrizionali. Ecco perché la pasta può essere prescritta sia in una dieta ipocalorica (pasta al pomodoro e in “porzioni”, di circa 70-80 grammi), sia nel caso opposto di una dieta ipercalorica (pasta abbondantemente condita, per esempio al ragù), purché se ne precisi bene la quantità, dimenticando le porzioni “da camionisti” o quelle ancora oggi troppo abbondanti (150 grammi e più) servite nei ristoranti italiani in America.
La pasta, quando non è accompagnata da troppi condimenti grassi, è ben digeribile; hanno ragione, però, i buongustai a preferirla “al dente”, perché se è “scotta” si allungano anche i tempi della digestione. Infine, bisogna sapere che la pasta di buona qualità non contiene soltanto carboidrati ma anche un 10 per cento di proteine vegetali. Perciò, e per fortuna, un piatto di pasta non ha a che fare con le vere e malfamate diete dissociate! Come ultima ma non trascurabile puntualizzazione, la pasta italiana (ricca di semola di grano duro) ha un indice glicemico nettamente più favorevole di quello del riso, del pane o delle patate. Soltanto i legumi possono vantare un indice glicemico ancora più basso.

Quali sono i vantaggi di questa dieta?
I mezzi di trasporto e le tecnologie avanzate hanno ridotto drasticamente la fatica dell’uomo, a tutti i livelli. Per surrogare le proteine della carne e rifornirsi di tutti gli aminoacidi essenziali bastavano cereali e legumi ma questo binomio era anche apportatore di una quantità, oggi non più spendibile, di calorie! Se i nipoti dei contadini del Cilento (zona davvero tipica dell’originaria dieta mediterranea o meglio “italo-meridionale”) volessero mantenere le tradizioni alimentari dei bisnonni, l’obesità diventerebbe per la maggior parte di loro un traguardo inevitabile.
L’alimentazione esemplarmente “povera” di grassi e di proteine animali del primo Novecento era sobria, talvolta perfino troppo carente per chi doveva “spendere” almeno un migliaio di calorie in più di quanto non faccia oggi un normale impiegato. Riesumare integralmente quelle abitudini non sarebbe un progresso, ma valorizzarne i principi generali (in primo luogo la frugalità!) è una ricetta tuttora valida, senza dimenticare però i meriti indiretti dello stile di vita e in particolare dell’incessante operosità muscolare di quelle genti, in tutte le età della loro vita.
Ben venga, dunque, il modello alimentare della dieta mediterranea che, con i suoi “sani” alimenti, favorisce il corretto bilanciamento di entrate caloriche e spese energetiche. Tuttavia sarà bene riflettere sul fatto che nessun cibo, isolato dal contesto delle abitudini alimentari e dello stile di vita di ciascuno di noi, può rendere salutare una dieta: la dieta di per sé non fa miracoli e per rimanere in salute sarà bene mantenersi in forma con una regolare attività fisica.

 

LAVORO ESEGUITO DA :
Bobeica Andrei; Damaro Valerio; Leoni Arianna;Simoncelli Giulia – classe 2 E –

Fonte: http://www.fontanarosascuola.net/upload/4.%20Come%20nasce%20la%20dieta%20mediterranea.doc

 

Nutrizione  ed innovazione :
strategia di ricerca per la valorizzazione della Dieta Mediterranea e lo sviluppo futuro della Green e della Blu Economy.
Di Paolo Manzelli  ; Massimo Lucidi

 

            La Dieta Mediterranea e stata recentemente acclamata come patrimonio culturale della umanita dall' Unesco quale stile di vita cio in quanto rappresenta uno stile di vita  di antica origine .
Tale riconoscimento segue dopo 50 anni gli studi condotti tra il 1957 ed il 1960, dal  nutrizionista americano Ancel Keys , denominati “Mediterranean seven contries studies”, che furono svolti nelle base di ricerca di Nicotera in Calabria, con i quali  dimostro'  l'efficacia della Dieta Mediterranea nel  prevenire le malattie dell' invecchiamento quali , reumatismi,cardiopatie obesita' e diabete. (1),(2)
Evidentemente oggi  non e’ fattibile tornare alla alimentazione dei nostri nonni contadini in quali mangiavano cio' che producevano, cioe' prodotti alimentari degli anni '50 , realizzati senza usare fertilizzanti e sistemi attuali di produzione e confezionamento industriale nelle manifattura dei cibi.
Comunque e decisivo rammentare ancora cio'  e' noto fin  dai tempi di  Ippocrate di Kos, il quale  riconobbe l' importanza del rapporto tra dieta alimentare e salute. Pertanto malgrado la ottima indicazione promozionale dell' Unesco oggi è del tutto evidente che normalmente la dieta alimentare  mediterranea, che e stata  a base dell'alimentazione dei Paesi che si affacciano sul questo mare e' difficilmente riproducibile anche se a tutt'oggi la Dieta Mediterranea permane caratterizzata da consumo equilibrato di alimenti contenenti pochi grassi animali e caratterizzata dalla presenza di alimenti capaci di ottimizzare la qualita' nutritiva, quali , frutta, verdura fresca , legumi, olio di oliva e pesce.
Pertanto il modello alimentare della Dieta Mediterranea promosso all' Unesco, rimane una indicazione ottimale e di rilevo salutistico internazionale,ma di fatto generica ,cio' in quanto il mediterraneo bagna diversi paesi con abitudini alimentari molto diverse dalle in particolare rispetto al consumo di farinacei ed altri carboitrati ma principalmente in quanto  la accelerazione dello sviluppo delle conoscenze scientifiche e tecnologiche e le strategie innovative dell' industria agricola ed della vendita commerciale,  necessitano oggi una strategia di ricerca e sviluppo per la valorizzazione della Dieta Mediterranea, rivisitata sotto un nuovo profilo concettuale innovativo, che si colloca nel quadro della necessita di un notevole cambiamento culturale ed ambientale della societa' contemporanea. (3)

Il  modello della doppia piramide Alimentare-Ambientale suggerito dal  “Barilla Center for Food & Nutrition , mette in evidenza mette la necessità considerare la Dieta Mediterranea come un buon metodo di di ricerca e sviluppo per raggiungere di raggiungere un equilibrio sia dal punto di vista nutrizionale che in sia in termini di riduzione dell'impatto ambientale del cibo.
Pertanto il cambiamento dello stile di vita alimentare  associato a quello della produzione di qualita' comporta oggi l' esigenza di attuare una profonda trasformazione delle concezioni consuete sulla nutrizione e di divulgarle ampiamente proprio in quanto una delle maggiori sfide per l'economia globale è la lotta alla malnutrizione che si associa a strategie di Bio&Green-Economy (4) in relazione alla innovazione in Agricoltura e di Blu -Economy (5) in relazione alla ' inquinamento del mare.

--> Pertanto coscienti del fatto che ma malnutrizione comporta gravi danni sulla salute e che,con l'allungarsi della vita media e lo sviluppo delle "malattie del benessere" nei paesi sviluppati produce costi sanitari sempre piu' insostenibili alle collettivita' , mentre conduce al disastro e alla miseria le popolazioni delle economie in via di sviluppo , congiuntamente il Laboratorio di Ricerca Educativa (Nutra-Scienza) della Universita di Firenze (6) e il Format “Bellessere” di Massimo Lucidi di divulgazione per educare alla nutrizione per lo sport (7), hanno iniziato, fin dall' anno 2005, a condividere una originale attivita' di sviluppo di una piattaforma concettualmente innovativa in difesa della Dieta Mediterranea e del suo sviluppo. (8)
L' obbiettivo del programma congiunto  e' anche oggi quello di   favorire la crescita  di consapevolezza dei processi di produzione e nutrizione  alimentare, sviluppando momenti di confronto  e riflessione tra esponenti della scienza e della cultura, della politica e dello sport e della impresa su come  migliorare il rapporto tra salute del pianeta e dell' uomo presentando nuove soluzioni e aggiornamenti scientifici e tecnologici  che conducano nel contempo a ri-valutatre le culture e le tradizioni locali.


La strategia di ricerca e di valorizzazione della Dieta Mediterranea che abbiamo perseguito e iniziata  all' insegna dello slogan “CALORIE : NO GRAZIE“. Una caloria infatti e sempre la stessa sia che provenga da carne o da patate o frutta ... , cosi evidentemente proponendo le diete in termini di quantita' caloriche, ogni  riferimento alla qualita' del cibo ingerito viene perduta. Pertanto l’ alimentazione tradotta sistematicamente in quantita' di calorie ha eluso ogni riferimento alla qualita' effettiva degli alimenti e di conseguenza ha permesso di acquisire l’ idea che ogni "schifezza" fosse buona per procurarci energia dall’ alimentazione ed in tal modo abbiamo importato i Fast Food, che di certo non hanno contribuito ad elevare il livello culturale sul apprezzamento della Dieta Mediterranea nel favorire un rapporto ottimale tra cibo e salute. (9)
Una seconda linea strategica per favorire la comprensione dell' importanza di ottimizzare le conoscenze per valorizzare la Dieta Mediterranea e' stata intrapresa nel quadro delle iniziative Bellessere//Nutra Scienza , al fine di aprire la attenzione di imprese e consumatori sulla  una nuova frontiera della “NUTRIGENOMICA” ( = lo studio ella interazione dei nutrienti con la genetica ). Tramite tale approccio le varie iniziative intraprese hanno recentemente dato sviluppo ad una nuova sensibilita' sulle nuove metodologie  scientifiche sulla nutrizione , imperniate rapporto tra DNA  e Dieta per la prevenzione di malattie metaboliche e neurovegetative ed anche neoplastiche . (10) ,(11) .
Datosi che il DNA si esprime differentemente nei vari organi vitali, diviene importante comprendere che i vari alimenti sono utili per il funzionalemto e la ricostruzione delle le varie funzioni dei diversi organi;  cosi ad es il latte e i suoi derivati per il loro contenuto di calcio, in forma  bio-disponibile, sono utili per il rafforzamento delle ossa, mentre un bicchiere di vino ad ogni pasto, come suggerisce la Dieta Mediterranea, fa bene al cervello ed al cuore essendo un ottimo vasodilatatore delle vene , mentre l' acqua, che non e portatrice di calorie,  e' necessario berla  in abbondanza ,non solo quando di ha sete. proprio perche' e'  importante per il corretto funzionamento di tutti gli  organi vitali. (12)

            In particolare il vino rischia oggi, nelle percezione comune,  di essere assimilato agli effetti negativi di una droga, cosi che conseguentemente rischiano il fallimento, gran parte delle industrie enologiche storicamente  importanti nel settore chiave della alimentazione e del turismo  dell' area Mediterranea. Purtroppo  si dimentica che il vino assunto regolarmente in piccole quantita' fa bene al cervello proprio in quanto  ha un metabolismo diverso da quello del fegato . Mentre il fegato trasforma l' alcool in acetilcolina , il cervello riesce a trasformare il poco alcool che e' nel bicchiere di vino, direttamente in glucosio, che utilizza principalmente per accelerare  la produzione del neurotramettitore  “dopammina”, rendendoci  piu allegri disinibiti, soddisfatti e sinceri nel donarci una impagabile sensazione per esistere nella vita e resistere alle sue difficolta'. Inoltre e' ampiamente dimostrato che bere moderatamente ogni giorno un piccola quantità di alcolici; in particolare il vino rosso che contiene il “resveratrolo” ed alcuni polifenoli anti-osidanti, favorisce in generale la neurotrasmissione cerebrale, riducendo i rischi in vecchiaia delle malattie neurovegetative in quanto la miscela molecolare contenuta nel vino,  si interpone alla azione nefasta dei radicali liberi riducendo i rischi di problemi cardiaci e di ictus , aiutando il cervello a sviluppare al meglio le  proprie funzioni cognitive.
            Tale impostazione di diffusione delle conoscenze, ci ha permesso di indurre la attenzione della gente verso il superamento delle troppo semplici calcoli quantitativi in proposito delle diete alimentari e quindi ha favorito una riflessione piu' attenta, di livello genetico e molecolare, sulle proprieta' salutistiche dei componenti essenziali della Dieta Mediterranea, quali dell' olio di oliva extravergine, per l' alto contenuto di acidi grassi vegetali (mono-insaturi) nel controllo della quantità di colesterolo nel sangue, e pertanto nella protezione della arterie e nel ridurre i rischi di infarto, il pesce peche' ricco di Omega 3 e di altri  gli acidi grassi essenziali così importanti per la nostra salute, mentre i legumi sono fondamentali per l' apporto di proteine vegetali e l' alto contenuto di fibre alimentari essenziali per lo svolgimento di vari funzioni organiche,cosi come nel valorizzare la importanza della frutta e dei vegetali freschi per la elevata presenza di vitamine e di minerali e di molecole anti-ossidanti che permettono di ridurre i rischi della concentrazione nel sangue e di radicali liberi e di colesterolo, elementi altamente deleteri per tutti e in special modo per chi fa sport e vuole  migliorare la propria salute e il bellessere psico-fisico. (13)
In vero oggi la chiave di comprensione del nostro benessere e bellessere in funzione del cibo necessita di una maggior consapevolezza di cio che si mangia, sia mediante una piu elevata comprensione di quali siano le “molecole bioattive” e le loro funzionalita in relazione alle dosi assunte , che determinano le capacita nutritive degli alimenti per la ricostruzione metabolica dei vari organi nella  loro  relazione con la  espressione della informazione genetica sia del DNA nucleare che  del DNA. Mitocondriale dove quest'ultimo   presiede al metabolismo alimentare (14) .
Pertanto sotto questo innovativo profilo di valorizzazione dei benefici della Dieta Mediterranea si aprono strategie incentivanti della ricerca&sviluppo associate ad evidenti forme di elevata responsabilita' politica e sociale necessarie,per favorire futuri scenari di sviluppo sostenible della agricoltura Mediterranea, nel quadro di sviluppo cognitivo e manageriale della Green Economy e per quanto riguarda il settore della pesca nel Mediterraneo, nel quadro della strategia di recupero della vitalita del ecosistema marino, per recuperarne sistematico degrado ed impoverimento della vita del mare,causato dall' inquinamento del “Mare-Nostrum“ denominata Blu-Economy.

 

  • Della Strategie Nutra-Scienza//Format di Massimo Lucidi, ne discuteremo in occasione del

Trofeo del Mare Organizzato dallo Yatch Club di Favignara : Targa  Ignazio Florio del 2010



BIBLIO on LINE

  • -Dieta Mediterranea: http://www.albanesi.it/Alimentazione/dietamediterranea.htm
  • -Museo della Dieta Mediterranea: http://www.dietamediterranea.it/museodoc.htm
  • - Nutrizione e ricerca educativa: http://www.ilpaniere.it/panierino/news/ogm.htm
  • -Bio-Green-Economy: http://www.wbabin.net/science/manzelli87.pdf
  • - Blu Economy: http://www.wbabin.net/ital/manzelli89.pdf
  • -Nutra-Scienza : http://www.unifi.it/dipchimica/CMpro-v-p-212.html
  • - Bellessere : http://www.massimolucidi.it/news/bellessere-sport-fitness-massimo-lucidi-alimentazione-mediterraneo/ ;http://www.massimolucidi.it/
  • -Valorizzazione Dieta Mediterranea : http://www.edscuola.it/archivio/lre/ametista.htm ; http://www.zoomedia.it/scienze/egocreanet/on-ns/IV_140306/index.html
  • - Benessere e Belessere : http://www.edscuola.it/archivio/lre/MIUR2009.pdf
  • - Nutrigenomica-foresignt: http://www.edscuola.it/archivio/lre/nutrigenomica.pdf
  • - Nutrigenomica ed innovazione: http://www.edscuola.it/archivio/lre/nutrigenomica2.pdf
  • - Bio-informazione: http://www.edscuola.it/archivio/lre/alu.htm
  • - Bellessere su Facebook : http://www.facebook.com/group.php?gid=40668912428

 -http://www.informazione.it/c/1F2615AC-B259-43BB-B990-004AE98BE351/Bellessere-a-Mazara-del-Vallo ;http://www.ischiasky.it/2009/06/30/ischia-evento-bellessere-il-19-21-luglio/ ;

  • - Super-alimenti e bio-diversita: http://www.newsfood.com/q/8cf4eefb/i-super-alimenti-e-la-biodiversita-serve-uno-sforzo-comune-per-la-crescita-sostenibile/

Fonte: http://www.eurosportelloconfesercenti.it/sites/default/files/Manzelli_MED-DIET.doc

Sito web: http://www.eurosportelloconfesercenti.it/

Autori : Paolo Manzelli  ; Massimo Lucidi

 

 

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