Apparato respiratorio fisiologia

 

 

 

Apparato respiratorio fisiologia

 

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Apparato respiratorio fisiologia

 

ANATOMO-FISIOLOGIA DELL’APPARATO RESPIRATORIO

 

Gli organi fondamentali del sistema respiratorio sono i polmoni: ciascuno di essi è diviso in lobi (3 a destra e 2 a sinistra) L’aria confluisce e fuoriesce dai polmoni attraverso le alte vie respiratorie, che determinano lo spazio morto respiratorio, poiché in esse non avviene lo scambio dei gas.
Esse sono costituite dalla cavità nasale, la cavità orale e la faringe. L’aria attraversa la glottide ed entra nella laringe, una struttura muscolo-cartilaginea al cui interno si trovano le corde vocali.
Distalmente troviamo la trachea suddivisa nei bronchi destro (superiore, medio e inferiore) e sinistro (superiore lingulare e inferiore), a loro volta ramificati nei bronchioli, nei bronchioli terminali e nei bronchioli respiratori dai cui originano gli alveoli.
In essi sono presenti i macrofagi, pronti a inglobare particelle esterne che potrebbero depositarsi nel polmone. All’interno degli alveoli si trova il surfattante, liquido che abbassa la tensione superficiale che si viene a creare tra aria e sangue
Inferiormente ai polmoni, delimita la gabbia toracica il diaframma, muscolo principale dell’inspirazione.
La ventilazione,la diffusione e la perfusione, comandate dalla meccanica respiratoria, portano allo scambio gassoso.

 

 QUARTA LEZIONE – 16/11/07

LA VENTILAZIONE

SPIROMETRIA = Test che studia la quantità di aria che entra e che esce dai polmoni durante la respirazione
I volumi spirometrici cambiano da persona a persona in quanto si prendono in considerazione:
a) l’età
b) il sesso
c) il peso
d)l’altezza
VOLUME CORRENTE = è l’aria che entra e che esce dai polmoni durante il singolo atto respiratorio
VOLUME DI RISERVA RESPIRATORIA(IRV) = è la quantità d’aria che si riesce a far entrare nei polmoni attraverso una respirazione profonda a partire dal volume corrente
VOLUME DI RISERVA ESPIRATORIA(ERV) = è la quantità d’aria che si riesce a far uscire dai polmoni attraverso un’espirazione profonda a partire dal volume corrente
CAPACITA’ VITALE(VC) = è la somma del volume corrente più il volume di riserva inspiratorio più il volume di riserva espiratoria
CAPACITA’ INSPIRATORIA(IC) = è la somma del volume corrente più il volume di riserva inspiratoria
VOLUME RESIDUO(RV) = è l’aria che rimane nei polmoni dopo aver effettuato una capacità vitale
CAPACITA POLMONARE TOTALE(TLC) = è la somma della capacità totale più il volume residuo

 

QUINTA LEZIONE - 19/ 11/ 07

 

DIFFUSIONE:
Per diffusione si intende il passaggio dell’aria attraverso la membrana respiratoria costituita dalla membrana dell’alveolo polmonare e dall’epitelio capillare (BARRIERA ARIA SANGUE). Questo fenomeno avviene in seguito alla presenza di differenti gradienti di concentrazione.
L’aria che noi respiriamo è costituita da una miscela di gas. Le molecole di azoto sono le più abbondanti e costituiscono il 78,6%, le molecole di ossigeno costituiscono circa il 20,9%, mentre il biossido di carbonio contribuisce solo per lo 0,04%. La pressione atmosferica è pari a 760 mmHg, quindi ciascun gas contribuisce alla pressione totale in proporzione alla sua percentuale.
L’epitelio alveolare poggia sull’epitelio vascolare, quindi quando un gas sotto pressione entra in contatto con un liquido, la pressione tende ad immettere molecole gassose in soluzione.
L’effettiva quantità di gas in soluzione ad una data pressione parziale dipende dalla solubilità del gas in quel solvente. Il biossido di carbonio è altamente solubile nei liquidi corporei, l’ossigeno lo è un po’ meno (C02 fino a 20 volte più solubile).
Appena l’aria entra nelle vie aeree le sue caratteristiche iniziano a modificarsi; quando raggiunge gli alveoli, l’aria in arrivo si mescola con quella rimasta nel polmone dal ciclo respiratorio precedente, quindi l’aria alveolare contiene meno ossigeno e più biossido di carbonio di quella atmosferica
(PO2= 100 mmHg; PCO2= 40 mmHg). Il sangue che arriva all’alveolo ha una pressione parziale PO2= 60 mmHg, (40 mmHg), e una PCO2= 46 mmHg.
Quando c’è una PCO2 più alta del normale, può essere un disturbo di ventilazione (BPCO).
I disturbi della diffusione riguardano l’O2 che essendo meno solubile necessita di pressioni parziali più elevate.
La FIBROSI POLMONARE è quella malattia che determina un minor passaggio di O2 attraverso la membrana respiratoria perché questa risulta ispessita in quanto tra le due membrane si forma del tessuto fibroso.
L’INSUFFICIENZA CARDIACA determinando edema polmonare (presenza di liquido negli alveoli), causa una minor diffusione di O2.
SILICOSI E ANTRACOSI sono malattie dovute alla deposizione di corpi estranei all’interno degli interstizi alveolo- capillare.
Non tutte le zone del polmone sono ventilare e per fuse allo stesso modo. Gli apici sono meno perfusi rispetto alle basi; in essi i capillari alveolari sono quasi vuoti e vengono reclutati in caso di sforzo.
La TUBERCOLOSI si localizza infatti maggiormente agli apici, nei quali essendoci meno per fusione hanno più ossigeno.
EMBOLIA POLMONARE: inizia da una flebite dalla quale si stacca un trombo che arrivando fino alla circolazione polmonare blocca la perfusione di quel settore irrorato. Si ha così DEFICIT DI PERFUSIONE in cui il polmone ventila , ma non perfonde.
O2 viene trasportato dal sangue quasi totalmente legato con l’emoglobina e solo una piccola parte di esso circola libero. La CO2 è disciolta nel plasma legata con H2O e forma l’acido carbonico, mediato da un enzima chiamato l’anidrasi carbonica. Tale legame è reversibile e si scinde in ioni H+ e ioni bicarbonato. Il Ph è legato alla PO2 e alla PCO2, perché se aumenta CO2, aumenta la concentrazione di ioni H+ quindi diminuisce il Ph. L’organismo cerca di mantenere il valore del Ph entro certi limiti, eliminando gli H+ attraverso il rene e la respirazione. Il rene lo fa trattenendo ioni bicarbonato (anche se questa fa parte dell’omeostasi a lungo termine) e questo meccanismo costituisce un tampone biologico. La ventilazione costituisce un tampone fisico, infatti elimina ioni H+ iperventilando

 

SESTA LEZIONE - 30 /12/ 2007

Apparato respiratorio: anatomia delle vie respiratorie (alte e basse vie), del polmone, del diaframma, della muscolatura accessoria della respirazione, innervazione.
Nervo Frenico: nervo principale della respirazione deputato all’innervazione il diaframma.
Nella determinazione dell’insufficienza respiratoria il test fondamentale da eseguire è la spirometria, con la quale si ottengono indicazioni diagnostiche, di monitoraggio, di invalidità. Essa ha dei parametri teorici dipendenti dall’età, sesso, peso del paziente.
Dopo un ciclo di riabilitazione inspiratoria, l’unico valore che può migliorare è la capacità inspiratoria (VC + VRI). Infatti cercando di far svuotare maggiormente il polmone, si riesce ad inspirare più aria al ciclo respiratorio successivo, quindi a limitare il quantitativo di volume residuo. 
Nel paziente BPCO, si ha un collabimento anticipato del polmone perché raggiunge prima l’egual pression point. Respirando lentamente, il paziente riesce a tirar fuori tutta l’aria perché ritarda il collabimento espirando a labbra socchiuse. Però in caso di sforzo diventano manifesti quei deficit respiratori che in condizioni di riposo il paziente riesce a compensare e la saturazione dell’emoglobina scende sotto i valori di 90%.
FEV1 rappresenta il collabimento delle grandi vie aeree
FEF 25-75 rappresenta il collabimento delle piccole vie aeree.
Il rapporto tra  FEV1 / FVC determina il tempo di collabimento. Vengono considerati patologici gli indici inferiori all’80%.
Costruendo un grafico che rappresenti tutti i volumi respiratori, nella sindrome restrittiva la curva è più piccola del normale, perché i valori sono tutti diminuiti compreso il volume residuo, mentre nel paziente ostruttivo il volume residuo è aumentato. Negli sportivi la curva supera i valori.
La gravità di una minore ventilazione, determina non solo il deficit funzionale della respirazione il che comporta l’incapacità dell’individuo di condurre una vita normale, ma diventa causa di ristagno di secrezioni, pericolose perché predisponenti a processi infiammatori e quindi possibili focolai di infezione.
Diagnosi di patologie respiratorie:

  • EMOGAS ANALISI (si ottengono valori riferibili a condizioni di riposo).
  • SATURIMETRIA DINAMICA (si può effettuare anche in condizioni di sforzo).
  • WALKING TEST (viene utilizzato per valutare la capacità funzionale di un pz con malattie cardiache o polmonari e per misurare la risposta agli interventi medici). Si effettua misurando i metri percorsi in un tempo di 6 minuti. Valori normali: 400-600 metri.
  • PULSOSSIMETRIA nelle 24 ore.

Controindicazioni: angina instabile e infarto durante il mese precedente.
Controindicazioni relative:     FC basale > 120
press. sistolica 180-100
Per valutare il grado di affanno si usa la scala di BORG. È dato oggettivo, ma è importante in quanto permette di riscontrare risultati validi a migliorare la qualità di vita del pz.

Fonte: estratto da http://digilander.libero.it/fisioterapiad/fisiologia%20degli%20apparati.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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L’apparato respiratorio e la respirazione

Si respira (inspira ed espira) fondamentalmente per fornire Ossigeno molecolare  (O2) alle cellule ed eliminare la CO2 ma un effetto secondario è il contributo alla termoregolazione (si perde calore) e la perdita di vapore (circa 800 g/giorno normalmente).
L’apparato respiratorio consta sostanzialmente di due parti: le vie aeree superiori che hanno la funzione di umidificare, riscaldare, depurare e i polmoni dove avvengono gli scambi respiratori.

Superiormente le narici immettono nelle coane nasali che formano un unico condotto che ripiega verso la faringe, la cavità comune all’apparato digerente “dietro” la bocca. Le cavità nasali sono rivestite di tessuto mucoso (vi si fermano per adesione polveri e “microbi”) e, nella parte superiore, sono presenti cellule ciliate i cui “peli”sporgono dal “tappeto” mucoso assorbendo le molecole odorose e inviando impulsi al cervello.
Con epiglottide aperta l’aria scende nella trachea, un tubo (25 cm per 2,5 di diam.) che si biforca in due bronchi (tubi secondari) che a loro volta si dividono in bronchioli fino ad arrivare all’acino polmonare, una minuscola serie di cellette (gli alveoli) rivestite da un sottilissimo strato di muco estremamente liquido nel quale si sciolgono i gas che poi passano nei capillari sanguigni e viceversa.
Bronchi e trachea possiedono una parete con cellule mucose e ciliate: il muco “assorbe”, ingloba le particelle/microbi non trattenute dalle vie superiori eliminandolo verso l’esofago..
L’aumento del muco (fumo, infezioni,..) tende a ridurre l’apertura della laringe, (parte iniziale della trachea) delimitata dalle corde vocali (lamine semirigide) influendo sulla qualità della voce.

Nota: tipicamente le alte vie (fino alla trachea) riescono a trattenere le particelle di diametro superiore a 10 nm (nanometri, 1*10-6 m), conosciute come PM 10 (particulate matter) mentre quelle di diametro inferiori vanno fino ai bronchi e polmoni.
L’insieme degli acini polmonari costituisce i lobi, tre nel polmone dx , due in quello dx, più piccolo perché parte della sua cavità è occupata dalla voluminosa parte sx del cuore.
I polmoni sono rivestiti da un doppio strato membranoso, le pleure, che (analogamente al peritoneo e al pericardio), avendo la parte interna ricca di liquido lubrificante, riducono gli attriti dovuti al movimento polmonare, dovuto in massima parte all’abbassamento (circa 1,5 cm) ritmico di un muscolo piatto, il diaframma, che, circa 12 volte al minuto determina ispirazione ed espirazione, espandendo e riducendo il volume polmonare ogni volta di circa 500 cmc.
Il trasporto dell’Ossigeno
L’ossigeno dell’aria (O2) arriva nell’alveolo, si scioglie nel liquido alveolare e entra nel sangue e poi nel g. rosso legandosi alla emoglobina che lo trasporta fino ai capillari dove lo “sgancia” liberandolo: l’ossigeno entra nelle cellule e (respirazione cellulare) ne “ritorna” come CO2.
La CO2 reagisce con l’H2O formando H2CO3 (acido carbonico) che viene trasportato verso il rene e verso il polmone dove  riforma di nuovo CO2 che esce con l’espirazione.

Fonte: http://bellalavita.altervista.org/quinta/respirsimpl.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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