Anatomia articolazioni

 

 

 

Anatomia articolazioni

 

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ARTICOLAZIONI

 

Le ossa sono congiunte tra loro nello scheletro mediante le articolazioni(o giunture).

 

GENERALITÀ SULLE ARTICOLAZIONI

 

Le articolazioni vengono cosi classificate: sinartrosi, se immobili; anfiartrosi, se semimobili; diartrosi, se mobili.

 

Sinartrosi.

 

Le sinartrosi sono caratterizzatedal fatto che i segmenti ossei sono congiunti tra loro con l’interposizione di uno strato di connettivo fibroso, o di cartilagine jalina, o di osso. Ne risulta quindi che le sinartrosi medesime, sulla base del tipo di tessuto che ne congiunge i capi ossei, vengono distinte in: sinfibrosi secollegate da connettivo fibroso; in sincondrosi, secongiunte da cartilagine jalina; in sinostrosi, se congiunte da tessuto osseo. Queste ultime sono di norma l’esito della trasformazione di una sincondrosi, a seguito della ossificazione della cartilagine interposta, come è il caso, ad esempio, della giuntura tra il corpo dello sfenoide ed il corpo dell’osso occipitale o quello della giuntura che si instaura tra l’ileo, l’ischio e il pube.

 

Le sinfibrosi comprendono i seguenti cinque gruppi: sutura armonica sutura dentata, sutura squamosa, schindilesi, gonfosi.

La sutura armonica è caratterizzata dall’essere le superfici ossee che si affrontano pianeggianti. Ne è un esempio la giuntura fra le due ossa nasali oppure quella dell’osso nasale medesimo col processo frontale dell’osso mascellare.

 

La sutura dentata ha come sua caratteristica il fatto che le superfici che si articolano sono fornite di asperità più o meno appuntate, le quali si incastrano reciprocamente. Tale è la sutura dell’osso frontale con i due ossi parietali tra loro, o quella ancora dell’osso parietale con la squama dell’osso occipitale.

La sutura squamosa è costituita da due superfici articolari che sono tagliate di sbieco, come è il caso dell’articolazione dell’osso parietale con la squama dell’osso temporale.

 

La schindilesi presenta una superficie articolare che ha forma di cresta e l’altra invece che presenta una scanalatura; ne è un esempio l’articolazione del rostro dello sfenoide con il vomere.

 

La gonfosi è caratterizzata da una superficie di forma conica che si adatta ad una cavità che ne rappresenta lo stampo. Esempi di tale articolazione sono quelle delle radici dei denti con le cavità degli alveoli degli ossi mascellari e della mandibola, inoltre, nell’osso temporale, l’articolazione dei processo stiloideo con la cavità del processo vaginale.

 

Anfiartrosi.

 

Le anfiartrosi sono costituite da due superfici ossee rivestite da uno strato di cartilagine jalina, le quali sono fra loro congiunte da un disco di cartilagine fibrosa che si modella esattamente sulle due superfici articolari. Posseggono inoltre legamenti fibrosi che si estendono da un segmento osseo all’altro.

Esempi tipici di anfiartrosi sono le articolazioni dei corpi delle vertebre tra di loro.

Una varietà delle anfiartrosi, è rappresentato dalle anfi‑diartrosi (o sinfisi). Esse differiscono dalle anfiartrosi tipiche perché nel disco di cartilagine fibrosa interposto fra i due capi ossei è scavata al centro una cavità più o meno ampia. Ne sono un esempio la sinfisi tra i pubi e l’articolazione sacro‑iliaca.

 

Diartrosi.

 

Le diartrosi sono costituite da due superfici articolari, rivestite ciascuna da uno strato di cartilagine jalina: la cartilagine d’incrostazione. Esse sono racchiuse entro una cavità, la cavità sinoviale, delimitata da una sottile lamina detta membrana sinoviale, e contenente un liquido, la sinovia. L’articolazione è circoscritta perifericamente da una membrana fibrosa, che è chiamata capsula articolare (o capsula fibrosa). Quest’ultima a tratti è ispessita e forma i legamenti intrinseci della capsula.

Oltre alle strutture ora ricordate, altre ancora possono prendere parte alla costituzione delle diartrosi. Esse sono: i cercini, i dischi e i menischi, i legamenti interarticolari, i legamenti a distanza.

 

Le superfici articolari possono essere di forma varia e, secondo la loro conformazione, permettono movimenti diversi. Sulla base poi della configurazione dei capi articolari, le diartrosi stesse vengono classificate. Le superfici articolari possono essere ambedue pianeggianti; più frequentemente però l’una è convessa e l’altra presenta una incavatura tale da armonizzare con la prima.

 

La cartilagine di incrostazione riveste i capi articolariper tutta l’estensione in cui questi prendono contatto tra loro nei vari movimenti che sono propri dell’articolazione. Essa è cartilagine di tipo jalino. Presenta in profondità uno strato calcificato, detto zona osteoide. In superficie poi, manca del pericondrio.

La membrana sinoviale è una sottile membrana che tappezza internamente la capsula articolare e passa poi a rivestire le porzioni di osso contenute entro lacavità articolare, arrestandosi lungo i contorni delle cartilagini di incrostazione, le quali sono pertanto sprovviste di rivestimento Essa riveste inoltre ogni altra fori‑nazione contenuta entro la cavità articolare, come legamenti interarticolari e tendini.

 

La membrana sinoviale, in alcune articolazioni, dà luogo a pieghe mutevolissime per sviluppo, filiformi o lamellari, spesso a bordi sfrangiati, le quali, sparse o riunite, fanno sporgenza entro la cavità articolare: sono le frange sinoviali. Queste sono rivestite dalla membrana sinoviale in superficie e mostrano al centro uno stroma di connettivo, spesso molto ricco di vasi sanguiferi; talora poi contengono grasso e sono allora dette pieghe adipose.

La membrana sinoviale in alcune articolazioni forma estroflessioni, facendo protrusione attraverso interruzioni della capsula articolare.

La membrana sinoviale risulta costituita da una lamina di connettivo fibroso. che, nell’ambito della medesima articolazione, è di spessore notevole da zona a zona. Sulla sua superficie rivolta alla cavità sono distribuiti fibrociti, i quali però non formano un rivestimento continuo.

La sinovia è un liquido filante contenuto nella cavità articolare. Essa è elaborata dalla membrana sinoviale. Serve ad umettare le superfici articolari e a nutrire le cartilagini d’incrostazione.

 

La capsula articolare è un manicotto fibroso che congiunge i capi ossei dell’articolazione, inserendosi sulle ossa medesime ad una certa distanza dalla cartilagine jalina che riveste, le superfici articolari. La capsula articolare in alcune articolazioni è pressoché continua in altre mostra invece zone in cui è’ molto assottigliata, cosi da apparire interrotta; in questi casi la cavità articolare sembra essere chiusa dalla sola membrana sinoviale, la quale si estende ininterrottamente in profondità alla capsula articolare medesima.

 

La capsula articolare presenta alcuni tratti particolarmente ispessiti, che si estendono da un capo osseo all’altro: sono i legamenti intrinseci della capsula. Questi assumono particolare importanza perché nei movimenti dell’articolazione,quando essi vengono interamente distesi, fanno da arresto ai movimenti medesimi.

I cercini sonoformazioni fibro‑cartilaginee di forma anulare che in alcune articolazioni sono poste lungo il contorno periferico delle superfici articolari concave in modo tale da diminuirne il raggio di curvatura, ossia rendere le medesime superfici maggiormente profonde, per meglio accogliere il capo articolare convesso. Hanno in sezione forma prismatico-triangolare con una base aderente al contorno osseo, una faccia che guarda la capsula fibrosa, ed una faccia che prosegue la superficie articolare concava ed assume pertanto rapporto coi capo articolare convesso.

 

I dischi e i menischi sono setti fibro‑cartilaginei che, in talune articolazioni, sono interposti fra i capi articolari. Spesso essi sono interposti tra superfici articolari ambedue convesse e rendono queste armonizzanti. Possono avere la forma di un disco biconcavo completo, oppure perforato al centro, Altre volte poi sono un segmento di disco, il menisco, per cuiassumono la forma circa di una semiluna, come ad esempio si riscontra nell’articolazione del ginocchio. I dischi e i menischi sono aderenti con il loro contorno periferico alla capsula articolare, mentre con le due loro facce sono in rapporto con i due capi ossei tra cui sono interposti.

I legamenti interarticolari collegano due segmenti scheletrici non perifericamente, ma trovandosi nello spazio tra di loro interposto. Essi non sono però intrarticolari, perché la membrana sinoviale li avvolge, escludendoli cosi dalla cavità.

 

I legamenti a distanza sono un pocodistanziati dall’articolazione, indipendenti dalla capsula articolare.

Le diartrosi vengono classificate in base alla conformazione dei loro capi articolari,i da cui dipendono poi i movimenti possibili dell’articoazione medesima, Si considerano i seguenti tipi di diartrosi.

 

1) L’artrodia è caratterizzata dall’affrontarsi di due superfici articolari piane. Permette il solo movimento di scivolamento. Ne sono un esempio le articolazioni costo‑vertebrali.

 

2) L’enartrosi: possiede una superficie convessa a forma di segmento di sfera che si articola con una cavità pure sferica. Possiede i movimenti di flessione e di estensione, di adduzione e di abduzione, di circumduzione, di rotazione. Sono, ad esempio, enartrosi l’articolazione scapolo‑omerale e l’articolazione coxo‑femorale.

 

3) L’articolazone condiloidea: presenta una superficie convessa a forma di ellissoide di rotazione, detta condilo, che si adatta ad una superficie concava di eguale forma. Permette i movimenti di flessione e di estensione, di adduzione e di abduzione, di circumduzione. Ne è un esempio l’articolazione radio‑carpica.

 

4) L’articolazione trocleare (o ginglimo angolare): mostra una superficie a forma di puleggia (simile cioè ad un cilindro scavato al centro trasversalmente da una gola), l’asse maggiore della quale è perpendicolare all’asse della diafisi dell’osso; tale puleggia prende il nome di troclea. L’altra superficie articolare è rappresentata da una incavatura percorsa longitudinalmente da una cresta che si adatta alla gola della troclea. L’articolazione trocleare permette i movimenti di flessione e di estensione. Sono articolazioni trocleari l’articolazione del gomito e quella del ginocchio.

 

5) L’articolazione trocoide (o ginglimo laterale): l’una superficie articolare è rappresentata da un cilindro la cui altezza è parallela all’asse maggiore della diafisi dell’osso; l’altra superficie è un anello osteo‑fibroso, entro cui ruota il cilindro medesinio. Permette il solo movimento di rota­zione. Ne è un tipico esempio l’articolazione radio-ulnare prossimale.

 

6) L’articolazione a sella  (o articoIazione ad incastro reciproco): l’un capo articolare è convesso in un senso e concavo nell’altro; l’altro capo articolare è pure concavo e convesso, ma in senso inverso al primo. Per­mette i movimenti di flessione e di estensione, di adduziune e di abdu­zione, di circumduzione. Ne è un esempio l’articolazione del trapezio col­l’osso 1° metacarpale.

 

A cura di Pietro Voci

fonte: http://www.unicz.it/didattica/lauree/podologo/generalitarticol.doc

sito web: http://www.unicz.it/

Università Degli Studi Di Catanzaro “Magna Græcia” Facoltà Di Medicina e Chirurgia

 

 


 

Anatomia articolazioni

 

LE ARTICOLAZIONI
Si chiama articolazione o congiuntura quella struttura anatomica in cui due o più ossa vengono a contatto.
Ciascuna articolazione può essere classificata in modo diverso a seconda del grado di mobilità reciproca delle ossa coinvolte, del movimento che le ossa possono realizzare o del tipo dei tessuti che collega fra loro le ossa.
Le articolazioni si dividono in tre gruppi: MOBILI, SEMIMOBILI, FISSE.
Le articolazioni mobili permettono un ampio movimento, come le ossa del ginocchio, della spalla e del gomito. Quelle semimobili permettono un movimento limitato, come le ossa della colonna vertebrale e le costole. Le ossa fisse non permettono alcun movimento, come quelle della scatola cranica.
La superficie dell’osso che partecipa ad una articolazione formata da singole parti dette condili, è rivestita di cartilagine. Nelle articolazioni mobili o semimobili l'osso è avvolto dalla membrana sinoviale. Questa membrana riduce l’attrito fra le superfici e funziona da lubrificante facilitando i movimenti. I cappi articolari delle ossa che si legano in questi tipi di articolazioni sono avvolti da un manicotto fibroso chiamato capsula articolare. Le ossa delle articolazioni sono tenute insieme dai legamenti, fasce di tessuto robuste ed elastiche che tengono ferme al loro posto le ossa ma nello stesso tempo consentono loro di spostarsi.

 

Fonte: http://cmapspublic2.ihmc.us/rid=1GQNMM3TN-2909J3R-JBJ/LE%20ARTICOLAZIONI.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

ARTICOLAZIONI DELLA CAVIGLIA

 

Flessioni del piede da stazione eretta con la punta su un
 rialzo o contro una parete senza flettere la gamba

 


Con la punta e metatarso di un piede su un opportuno rialzo o contro una parete, sposta avanti il corpo in modo da flettere al massimo il piede sulla gamba.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori plantari (estensori) del piede sulla gamba.

Flessioni del piede da seduto su panca a gamba tesa


Mantenendo la gamba estesa, afferra con le mani punte e metatarsi del piede ed esercita una trazione cercando di flettere il piede.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori plantari (estensori) del piede sulla gamba.

Flessioni dei piedi da stazione eretta con le
punte su un rialzo flettendo le gambe


Con le punte e i metatarsi dei piedi su un rialzo di 6-8 cm., piegati sulle gambe spostando il corpo per avanti-basso in modo da flettere al massimo il piede sulla gamba.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori plantari (estensori) del piede sulla gamba. Fanno eccezione i Gemelli che, a causa della flessione del ginocchio, si trovano con i capi di inserzione estremi ravvicinati.

Flessioni del piede da seduto su panca a gamba flessa


Mantenendo la gamba flessa, afferra con le mani la punta e il metatarso del piede ed esercita una trazione cercando di flettere il piede.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori plantari (estensori) del piede sulla gamba. Fanno eccezione i Gemelli che, a causa della flessione del ginocchio, si trovano con i capi di inserzione estremi ravvicinati.

Estensioni del piede da seduto su panca a gamba flessa


Mantenendo la gamba flessa, afferra con le mani la punta e il metatarso del piede ed esercita una flessione del piede. La flessione della gamba facilita l'esecuzione dell'esercizio.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori dorsali (flessori) del piede sulla gamba.

Estensioni del piede da stazione eretta a gamba flessa


Mantenendo le cosce allineate, fletti una gamba e afferra con le mani la punta del piede. Quindi esercita una estensione del piede. 
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori dorsali (flessori) del piede sulla gamba.

Estensioni dei piedi da in ginocchio seduto sui talloni


Col dorso dei piedi a terra, esercita una pressione sulla caviglia col peso del corpo.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori dorsali (flessori) del piede sulla gamba.

Circonduzioni del piede da seduto su panca a gamba flessa


Mantenendo la gamba flessa, afferra con le mani la punta e il metatarso del piede ed esercita delle circonduzioni lente nei due sensi di rotazione.
I muscoli maggiormente interessati sono tutti quelli che agiscono nella mobilizzazione del piede in tutte le direzioni.
Con la gamba flessa fanno eccezione i Gemelli che, a causa della flessione del ginocchio, si trovano con i capi di inserzione estremi ravvicinati.

 

ARTICOLAZIONE DELL’ANCA

Estensioni delle ginocchia da busto flesso


Mantenendo i piedi uniti, fletti il busto piegando leggermente le ginocchia e ponendo le mani dietro le caviglie. Quindi estendi le ginocchia cercando di mantenere il busto più flesso possibile, aiutandoti con la pressione delle mani sulle caviglie.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori delle cosce sul bacino. Sono coinvolti anche gli estensori del tronco.

Flessioni del busto da ginocchio a terra
e arto controlaterale proteso avanti


Fletti il busto aiutandosi con le mani poste dietro la caviglia.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori della coscia sul bacino. Sono coinvolti anche gli estensori del tronco.

Flessioni del busto su una gamba sollevata e in appoggio


Fletti il busto aiutandoti con le mani poste dietro la caviglia.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori della coscia sul bacino. Sono coinvolti anche gli estensori del tronco.

Flessioni di un arto inferiore da supino


Solleva e fletti l'arto aiutandoti con le mani poste dietro la coscia.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori della coscia sul bacino.
Mantenendo il piede ben flesso vengono interessati anche i muscoli estensori del piede.

Divaricazioni delle cosce da piegamento completo delle gambe


Con le gambe ben divaricate, spingi con i gomiti sulle cosce cercando di allontanarle il più possibile verso dietro.
I muscoli maggiormente interessati sono gli adduttori delle cosce sul bacino.

Piegate laterali


Vai in massima piegata. Per non creare uno stress sulle strutture articolari del ginocchio dell'arto proteso, rivolgi la punta del piede verso l’alto.
I muscoli maggiormente interessati sono gli adduttori della coscia sul bacino.

Inclinazioni laterali del busto su una
gamba sollevata e in appoggio


Inclina il busto sull’arto sollevato. Per non creare uno stress sulle strutture articolari del ginocchio proteso, rivolgi la punte del piede verso l’alto.
I muscoli maggiormente interessati sono:
- gli adduttori della coscia sul bacino dell’arto sollevato;
- gli abduttori della coscia sul bacino dell’arto a terra;
- gli inclinatori laterali del tronco.

Divaricate frontali da supino


Dopo aver afferrato le caviglie, esercita una pressione cercando di divaricare quanto più possibile le gambe.
I muscoli maggiormente interessati sono gli adduttori delle cosce sul bacino.

Divaricate frontali


Vai in massima divaricata mantenendo le ginocchia in estensione. Aiutati flettendo il busto e poggiando le mani a terra. Per non creare uno stress sulle strutture articolari delle ginocchia, rivolgi le punte dei piedi verso l’alto.
I muscoli maggiormente interessati sono gli adduttori delle cosce sul bacino.

Estensioni di una coscia da stazione
eretta con una mano alla caviglia


Afferra la caviglia di un arto inferiore sollevato indietro a gamba flessa. Quindi esercita con la mano una trazione verso l’alto cercando di estendere al massimo la coscia.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori della coscia sul bacino.

Piegate avanti


Vai in massima piegata mantenendo l'arto proteso dietro esteso ed estendendo oltre la verticale anche il busto.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori della coscia sul bacino.
Mantenendo il piede in massima estensione vengono interessati anche i muscoli flessori del piede.

Estensioni del busto da in ginocchio seduto sui talloni


Estendi indietro il tronco, se possibile fino a toccare terra con le spalle. Nella discesa e nella risalita aiutati con gli arti superiori in appoggio a terra.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori delle cosce sul bacino.
Vengono anche interessati i muscoli flessori dei piedi.

Estensioni del busto a terra con un arto avanti in flessione
completa e l'arto controlaterale proteso dietro


Estendi indietro il tronco.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori delle cosce sul bacino dell’arto proteso dietro.
Inoltre vengono impegnati anche i muscoli flessori della gamba e i flessori del piede posto avanti.

ARTICOLAZIONI DELLA COLONNA VERTEBRALE

Flessioni del busto da piegamento completo delle gambe


Mantenendo le cosce parallele, avvicina quanto più possibile le ginocchia al petto aiutandoti con le braccia poste sulle gambe.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori del tronco, con particolare riferimento alla regione lombare.
Vengono interessati anche i muscoli estensori delle cosce, ad eccezione di quelli biarticolari che trovano inserzione oltre il ginocchio.
Questo esercizio è anche utile per la decompressione discale.

Flessioni del busto da in ginocchio


Fletti il busto in avanti cercando di toccare terra con le spalle.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori del tronco, con particolare riferimento alla regione lombare.
Vengono interessati anche i muscoli estensori delle cosce, ad eccezione di quelli biarticolari che trovano inserzione oltre il ginocchio.
Questo esercizio è anche utile per la decompressione discale.

Flessioni del busto da seduto su panca


Mantenendo le cosce parallele, avvicina quanto più possibile le ginocchia al petto aiutandoti con le braccia poste dietro le gambe.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori del tronco, con particolare riferimento alla regione lombare.
Vengono interessati anche i muscoli estensori delle cosce, ad eccezione di quelli biarticolari che trovano inserzione oltre il ginocchio.
Questo esercizio è anche utile per la decompressione discale.

Flessioni del busto da seduto a terra con le
gambe leggermente divaricate e flesse


Fletti il busto aiutandoti con le braccia poste sotto le ginocchia e mani sulle gambe.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori del tronco con particolare riferimento alla regione lombare.
Vengono interessati anche i muscoli estensori delle cosce, ad eccezione di quelli biarticolari che trovano inserzione oltre il ginocchio.

Flessioni delle cosce e del bacino da supino


Mantenendo le cosce parallele, avvicina quanto più possibile le ginocchia al petto aiutandoti con le braccia poste sulle gambe, all'altezza delle ginocchia.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori del tronco, con particolare riferimento alla regione lombare.
Vengono interessati anche i muscoli estensori delle cosce, ad eccezione di quelli biarticolari che trovano inserzione oltre il ginocchio.
Questo esercizio è anche utile per la decompressione discale.

Flessioni delle cosce e del bacino da
supino fino all'appoggio sul dorso


Puoi eseguirle con posizione finale a ginocchia distese, a ginocchia flesse (disegno) o con la rotazione finale del bacino, alternativamente verso destra e verso sinistra.
Esegui una massima flessione degli arti inferiori sollevando il bacino fino a poggiare i piedi oltre la linea della testa.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori del tronco in generale.
L'esecuzione a ginocchia flesse attenua la tensione dei muscoli biarticolari estensori delle cosce.

Inclinazioni laterali del busto da
stazione eretta a gambe incrociate


Inclina il busto lateralmente al massimo dell’articolabilità.
Inizialmente puoi anche eseguirlo senza incrociare le gambe.
I muscoli maggiormente interessati sono gli inclinatori laterali del tronco, che sono anche estensori, con particolare riferimento alla regione lombare.
Con le gambe incrociate vengono coinvolti anche i muscoli abduttori delle coscia controlaterale all'inclinazione.

Rotazioni del tronco da seduto a terra con
una gamba protesa avanti e l'altra flessa


Ruota il busto aiutandoti con un braccio posto all’esterno della gamba posta inflessione.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori e gli inclinatori laterali del tronco.

Estensioni del busto da prono con mani
a terra e corpo proteso dietro


A braccia distese, forma un arco portando quanto più possibile il bacino verso il terreno. Questo esercizio va evitato in caso di traumi alle vertebre lombari.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori del tronco.
Vengono coinvolti anche i flessori delle cosce sul bacino.

Flesso-inclinazioni, rotazioni e circonduzioni del collo


Esegui i movimenti del collo su tutti i piani spaziali. Evita le estensioni forzate verso dietro-laterale.
I muscoli maggiormente interessati sono:
- gli estensori e gli inclinatori del collo nella flesso-inclinazione e nella rotazione;
- tutti i muscoli che mobilizzano il collo nella circonduzione.

 

ARTICOLAZIONI DELLA SPALLA

Retroposizioni delle braccia da stazione
eretta con le mani in appoggio alto dietro


Con le braccia indietro e le mani in appoggio su un opportuno sostegno, lascia cadere il corpo verso il basso in maniera da accentuare la retroposizione delle braccia.
I muscoli maggiormente interessati sono gli antepositori delle spalle e delle braccia.

 Retroposizioni delle braccia da seduto a terra


Spostati con il corpo in modo da accentuare la retroposizione delle braccia.
I muscoli maggiormente interessati sono gli antepositori delle spalle e delle braccia.

Aperture laterali di un braccio da stazione
eretta con la mano in appoggio


Aiutandoti con l'appoggio della mano ad un punto fisso posto dietro-lateralmente, apri il braccio quanto più possibile oltrepassando l'allineamento con le spalle.
I muscoli maggiormente interessati sono quelli che antepongono la spalla e che chiudono il braccio sul piano orizzontale.

Chiusure di un braccio da stazione eretta


Aiutandoti con la mano dell'arto controlaterale, chiudi il braccio in avanti mantenendolo all'altezza delle spalle.
I muscoli maggiormente interessati sono quelli che retropongono la spalla e che aprono il braccio e le portano indietro sul piano orizzontale.

Inclinazioni laterali del busto da stazione eretta
con una mano in presa al disopra della testa


Con una mano in presa al disopra della testa e i piedi oltre la perpendicolare all'impugnatura, inclina il busto lateralmente.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori dell'avambraccio, gli adduttori del braccio e gli abbassatori della spalla.
Vengono interessati anche i muscoli che flettono il busto lateralmente, soprattutto della regione lombare.

ARTICOLAZIONI DEL POLSO
Estensioni delle mani e dei polsi da in ginocchio e palme a terra


Puoi eseguirle con le dita delle mani verso avanti o verso dietro.
Con le palme delle mani a terra, esegui delle estensioni delle mani spostando il corpo verso la punta delle dita.
La posizione con palme delle mani verso dietro richiede una buona articolabilità del polso.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori delle dita dei polsi.

Estensioni delle mani e dei polsi da palme contrapposte


Puoi eseguirle con le palme delle mani contrapposte o con le mani contro una parete.
Mantieni le dita sempre distese.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori delle dita e dei polsi.

 Estensioni di una mano e del polso con l'altra mano


Mantieni le dita sempre distese.
I muscoli maggiormente interessati sono i flessori delle dita e del polso.

Flessioni di una mano e del polso con l'atra mano


Fletti una mano aiutandoti con l’altra.
I muscoli maggiormente interessati sono gli estensori delle dita e del polso.

 

Fonte: http://www.aephymed.org/Life%20Quality%20Medical%20Program%202008/STRETCHING%20E%20MOBILITA%27%20ARTICOLARE.doc

Sito web: http://www.aephymed.org

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

ARTICOLAZIONI ARTO INFERIORE: MUSCOLI COINVOLTI


 

ARTICOLAZIONE COXO – FEMORALE

PIANO SAGITTALE ( asse latero - laterale )

FLESSIONE ( o flessione dorsale )
Retto Anteriore Del Femore
Ileo Psoas
Sartorio
Pettineo

ESTENSIONE
Grande Gluteo
Grande Adduttore

PIANO FRONTALE ( asse antero - posteriore )

ABDUZIONE
Medio Gluteo
Piccolo Gluteo

ADDUZIONE
Pettineo
Lungo Adduttore
Breve Adduttore
Grande Adduttore
Gracile

PIANO TRASVERSO ( asse verticale )

INTRAROTAZIONE
Tensore Della Fascia Lata
Medio Gluteo
Piccolo Gluteo

EXTRAROTAZIONE
Piriforme
Otturatorio Interno
Gemello Superiore
Gemello Inferiore
Quadrato Del Femore

 

ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO

PIANO SAGITTALE ( asse latero - laterale )

FLESSIONE
Bicipite Femorale
Semitendinoso
Semimembranoso

 

ESTENSIONE
Quadricipite Femorale

 

PIANO FRONTALE ( asse antero - posteriore)

ABDUZIONE ( extrarotazione)
Bicipite Femorale
Tensore Della Fascia Lata

ADDUZIONE ( intrarotazione)
Semimembranoso
Semitendinoso
Sartorio

 

ARTICOLAZIONE DELLA CAVIGLIA

PIANO SAGITTALE ( asse latero - laterale )

FLESSIONE ( o flessione dorsale )

Tibiale Anteriore
Estensore Lungo Delle Dita
Estensore Lungo Dell' Alluce
Peroniero Anteriore

ESTENSIONE ( flessione plantare )
Tricipite Della Sura
Plantare
Popliteo
Flessore Lungo Delle Dita
Flessore Lungo Dell'alluce
Tibiale Posteriore

 

Fonte:http://www.neuroscienze.uniba.it/elearning/moodledata/4/moddata/forum/8/4424/ARTICOLAZIONI_ARTO_INFERIORE.doc

Sito web: http://www.neuroscienze.uniba.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

LE GIUNTURE DEL TRONCO

 

Le giunture del tronco sono:

  • Le sinfisi dei corpi vertebrali
  • Sindesmosi della colonna
  • Zigapofisarie
  • Lombosacrali
  • Sacrococcigea
  • Atlanto – occipitale

 

Le sinfisi dei corpi vertebrali:


 



La sinfisi si posiziona tra i corpi vertebrali

I mezzi di giunture (sinfisi) del corpo vertebrale sono (tengono unite i vari corpi vertebrali):

  • Legamento longitudinale anteriore: parte dal sacro e va fino al cranio e passa anteriormente

    sul corpo vertebrale e tiene assieme tutti i corpi 
vertebrali.

  • Legamento longitudinale posteriore: passa nel foro vertebrale anteriormente e tiene assieme

 tutti i corpi vertebrali.

  • Disco intervertebrale: anello fibroso. Si fissa nelle corpo vertebrale.

 


Sindesmosi della colonna:

Una serie di legamenti uniscono le vertebre contigue. Questi legamenti formano nel loro insieme le sindesmosi della colonna:

  • Legamento interspinoso: collega i vari processi spinosi
  • Legamento sovraspinoso: passa posteriormente ai processi spinosi
  • Legamento intertrasversali: collega i processi traversi
  • Gialli: passa posteriormente nel foro vertebrale

 

 


Il legamento sovraspinoso arriva alla 7 vertebra cervicale, li il legamento si “slarga” e va a fissarsi sul cranio e si chiama legamento nucale.
 

 


Zigapofisarie:

Si trova tra i processi articolari superiori e inferiori ( zigapofisi inf e sup). si chiamano anche articolazioni piane o artrodie. Sono articolazioni vere e proprie, con liquido sinoviale…, → sono delle diartrosi.


A livello della colonna tutte tutte e tre le giunture (sinfisi dei corpi vertebrali, sindesmosi della colonna e zigapofisarie), si possono fare tutti i movimenti:

  • Flessione e estensione
  • Inclinazione laterale
  • Rotazione
  • Circonduzione

 

Lombosacrali:

Avviene tra la 5 vertebra lombare e la 1 vertebra sacrale. Le giunture sono le 3 elencate precedentemente.

 

Sacrococcigea:

È una sinfisi che si instaura tra l’osso sacro e il coccige, che poi con l’età ossifica.

 

Atlanto – occipitale:

Ne abbiamo 2, una a sx e una a dx. Si articola tra le faccette articolari superiori dell’atlante e i condili dell’osso occipitale. Il tipo di articolazione si chiama condilartrosi (ellissoide)(=diartrosi), composta da:

  • Capsula articolare
  • Membrana atlanto – occipitale anteriore/ posteriore: unisce l’arco posteriore e arco anteriore

  con l’osso occipitale.

 

Articolazioni delle coste:

Abbiamo 2 tipi di articolazioni:

  • articolazione sterno – costale (anteriore)
  • articolazione costo – vertebrale (posteriore): - articolazione della testa della costa

 - articolazione costa trasversaria

Articolazione costo – vertebrale:

  • Si articola in 2 punti nella vertebre, la testa della costa si articola con il corpo della vertebra toracale e l’altra tra il processo trasverso della vertebra e il tubercolo della costa.

 

  • L’articolazione della testa della costa sono articolazioni piane (con la capsula), e la capsula è rinforzata dal legamento raggiato.
  • L’articolazione costa trasversaria sono articolazioni a sfera (con capsula), e per rinforzare il tutto ci sono dei legamenti:       - legamento costa trasversaria laterale

            - legamento costa trasversaria superiore
- legamento costa trasversaria
 

 

 


Articolazioni sterno – costali: sono tutte articolazioni piane (artrodie) sinoviali.

 

Fonte: http://marcomonello.altervista.org/Giunture.doc
Sito web: http://marcomonello.altervista.org

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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