Renoir vita opere biografia

 

 

 

Renoir vita opere biografia

 

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PIERRE AUGUSTE RENOIR

 

            Nasce a Limoges nel  1841 da famiglia di artigiani; lavora giovanissimo in una bottega di porcellane come decoratore, poi si dedica alla pittura di ventagli e stoffe. Si iscrive alla Scuola delle Belle Arti nel 1862 dove conosce Monet, Bazille, Sisley. Dal ‘63 è al Louvre  a copiare l’antico e nella foresta di Fontainebleau a dipingere dal vero; qui incontra un anziano pittore della Scuola di Barbizon che gli trasmette l’amore per la natura ed il colore. Si trovò in difficoltà economiche che Bazille, di ricca famiglia , lo aiutò a superare. Riunioni al Caffè Guerbois con gli impressionisti, Nadar e Zola. Nella sede del fotografo Nadar si tiene la mostra impressionista  del 1874, oggetto di indignazione e di scherno da parte del pubblico. Negli anni dall’80 all’86 Renoir si stacca da Degas e si avvicina molto a Monet con cui dipinge  lungo la Senna. Nel 1880 si innamora di una sua modella, Aline Charigot che sposa e nell’81 viene in Italia dove conosce da vicino l’opera di Raffaello che lo influenzerà molto negli anni a venire. La tendenza classica che ne deriverà, legandolo alla pittura di Ingres che ancora piaceva ai francesi, gli consentirà di ottenere un discreto successo di critica e pubblico.  Una grave forma di reumatismo lo colpisce attorno al 1895, al punto che, aggravandosi tale male, dovrà dipingere con i pennelli legati alle mani.
Vive gli ultimi anni della sua vita a Cagnes sur Mer, dove morirà nel 1919.
Nel 1867 dipinge “Lise”, con chiara ispirazione a Courbet; la figura é un primo esempio di ricerca della monumentalità, pur mediata da una visione incantata, di sogno. La figura é vestita  e nel vestito si concentra lo sforzo cromatico del pittore; ma la voluttà è l’impulso artistico essenziale di Renoir; egli afferma: “ Se Dio non avesse creato il petto della  donna io non so se sarei stato pittore”. La sua cultura è elementare; detesta il naturalismo ed il sentimentalismo in letteratura; non gli sono simpatici nè Hugo né Baudelaire, né Flaubert, né Zola.
Il bianco della veste di Lise è arricchito da ombre grigie ed azzurre, interrotte dal nero del nastro e l’ombra grigia sul viso giallo-rosa e il grigio dell’ombrello contro lo sfondo verde-giallo. I grigi di Renoir accarezzano con tenerezza le figure, testimoniano questo suo severo amore per la donna; questa delicatezza è ben lontana dalla pastosità dei colori di Courbet.
Nello stesso anno compone con Monet "La Grenouillère"; nelle figure, nelle cose, nei riflessi sull'acqua vi è un'unica atmosfera; i toni dominanti vanno dall'azzurro al grigio al verde. Vi sono interessanti confronti con Monet.
Nel 1876 La Baigneuse, un'opera che non sembra appartenere all'impressionismo, carica di monumentalità; il corpo nudo occupa completamente lo spazio preannunciando periodi futuri più legati al classicismo.
Le Moulin de la Galette è caratterizzato da una unità di ritmo tra forme e colori. Azzurri, verdi, rosa, gialli sembrano apparire e scomparire continuamente. Niente è fermo; tutto esprime una sensazione di grazia, di gioia, di piacere. Il quadro sembra dipinto a passo di danza e tutto in esso è musica che avvolge anche i personaggi seduti. Sui volti appena accennati delle ragazze , Renoir dipinge delle penombre che le rendono misteriosamente divine, anche se le pose non sempre sono eleganti e fanno pensare ad un ballo popolare. La composizione è quanto di meno comune si possa immaginare; non nasce con regole spaziali o con obiettivi di profondità; in effetti è come se tutte le masse cromatiche venissero contemporaneamente in superficie; l'osservatore è così completamente travolto da altri elementi, soprattutto dal succedersi dei chiaroscuri e quindi dalla presenza della luce, vera forza generatrice dei colori e delle forme. E' forse il dipinto più all'avanguardia di Renoir, mai veramente capito e addirittura tradito da Renoir stesso più avanti negli anni.
Dice Venturi: " La vibrazione e la discontinuità del tocco; la divisione dei toni per raggiungere la sintesi ottica, quello stile cioè che estendeva a tutto il creato il principio dei riflessi delle luci nell'acqua, era più realizzabile nei paesaggi che nelle figure, perchè la forma di un albero, di un fiume e di una collina sono più trasformabili secondo la fantasia. La forma umana è invece troppo presente agli occhi dell'osservatore e troppo soggetta al nostro orgoglio perchè possiamo essere indifferenti alla sua trasformazione.
Renoir dipingeva paesaggi ma preferiva dipingere figure; amava troppo la grazia femminile perchè la trasformazione fantastica dell'immagine non ne fosse coinvolta. Il tocco impressionista era ideale per fissare ogni tipo di oggetto senza fermarsi troppo; ma sui volti Renoir non può fare a meno di indugiare con passaggi di tono piuttosto che con tocchi diversi; così le sue figure acquistano la grazia spirituale che le caratterizza."
Nel 1881 di ritorno da un viaggio ad Algeri dipinge " Le déjeuner des canotiers "; è il periodo in cui nasce l'amore per Aline Charigot futura moglie; questo amore, il piacere di donne graziose, il buon vino, gli alberi in fiore, i riflessi di acqua e luce, la conversazione spirituale che è uno dei maggiori fascini della vita parigina, sono raccolti in quest'unico dipinto, forse l'ultimo vero impressionista di Renoir.
Nell'autunno del 1881 viene in Italia, a Venezia, Roma, Napoli, Palermo.Vedendo Raffaello a Roma scriverà: " Avrei dovuto conoscere questo più presto. E' pieno di sapere e di saggezza." Egli vede Raffaello con gli occhi di Ingrés cioè vorrebbe compiere un cammino a ritroso, da Courbet a Delacroix fino alle forme pure del romanticismo neoclassico. La crisi di questi anni è comune a tutti gli impressionisti ma quella di Renoir finisce per ricondursi alla tradizione plastico-figurativa che l'impressionismo aveva tentato di scalzare; per questo egli corre il massimo rischio di ricadere nell'accademia.
Renoir deve al paesaggio, all'incontro con Cezanne, la continuità con lo spirito impressionista anche negli anni della crisi.
Nel 1885 egli scrive: "Ho ripreso l'antica pittura dolce e leggera; è la continuazione dei dipinti del 1700...... Sto finendo una giovane donna seduta su una riva...." L'opera potrebbe identificarsi con "La baigneuse" opera piena dello spirito di Ingrés eppure così ricca di sensibilità da essere coerente con tutta la sua ricerca sulla grazia femminile; è come se la nuova bellezza fosse nata dall'antica.
Nel dipinto "Les grandes baigneuses" lo spirito del '700 è ancora più manifesto, soprattutto per il ruolo dominante che assume la linea rispetto alla pennellata cromatica; la linea di contorno è marcata, purissima alla Ingrés, ma la improvvisa mancanza di vita nelle figure è evidentissima; come spesso avviene le preoccupazioni di purezza formale bloccano la forza creativa. Il cromatismo è ricco di bruni e violacei nella pelle, di bianchi e celesti nelle stoffe, di azzurri, rosa, gialli e verdi sfumati nel paesaggio; eppure quel colore non costituisce le forme, ma ne è estraneo. Eppure proprio questa fase un pò retro della sua pittura sarà quella che lo consacrerà nella cultura ufficiale; sereno dal punto di vista economico, Renoir non lo è sul piano creativo; lavorerà sempre più per se stesso ricercando nuove direzioni.
Del 1897 è "La baigneuses au crabe"; la crisi pare superata; non più ninfe che si muovono per mostrare linee impeccabili nelle gambe e nei busti; non più movimenti congelati nel tempo, ma un diffuso guizzare di corpi immersi nella luce, nella gioia di vivere; non esistono più modelli, è la natura a muovere le cose e le persone. Risultato di questo nuovo clima è che Renoir ritorna a dipingere in modo unitario figure e paesaggio tanto  da poter addirittura individuare un nesso tra la pittura di Renoir e quella di Cezanne soprattutto per la sensibilità dimostrata nei confronti del problema dei volumi.

 

Fonte: http://www.istitutobalbo.it/autoindex/indice/Liceo%20Classico/Lezioni%20di%20storia%20dell%27Arte/1800/renoir.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

PIERRE-AUGUSTE RENOIR
(1841-1919)
Nacque a Limoges nel 1841 e a poco più di 13 anni venne messo a fare l’apprendista presso la bottega di un decoratore di porcellane e così si manifestò la precoce attitudine artistica e frequentò corsi serali di disegno.
Entrò nella Scuola di Belle Arti dove conobbe anche Monet con cui ebbe le prime esperienze di pittura en-plein-air.
Ciò che più privilegia è la figura umana, rappresenta scene dove mette in evidenza la voglia di vivere e situazioni di allegria.
Dipinge immagini movimentate attraverso l’uso del colore con una tecnica di brevi tocchi di pennello dove deve catturare una luce che viene sempre filtrata da un elemento come un tendone o degli alberi.

 

Studio di nudo femminile

L’impressionismo ha la caratteristica forte di riprendere, attraverso l’osservazione dell’attimo, la realtà tant’è che lui, inizialmente, fa uno studio della figura umana perché è convinto che, nella sua composizione, il protagonista debba essere la figura primaria della realtà.

 

La Grenouillère
Renoir e Monet nell’estate del 1869 si recarono insieme a Bougival, un villaggio posto sulla riva della Senna. La maggior attrattiva di quel luogo era l’isolotto di Croissy che, nel bel mezzo della Senna, ne divideva il corso in due rami. Renoir e Monet collocarono i loro cavalletti l’uno accanto all’altro e dipinsero la stessa scena. L’analisi parallela delle due opere fa capire il diverso modo di essere impressionista di ciascun artista.
Mentre Monet da più importanza al paesaggio e ne privilegia l’immagine d’insieme, Renoir centra l’attenzione sulle figure. Sono due artisti che scelgono di cogliere scene di vita quotidiana in modo diverso, con soggetti diversi.
Renoir cerca di mettere in risalto voglia di vivere, allegria e spensieratezza, come se la vita fosse una festa, mentre Monet dà della Grenouillère una rappresentazione meno appariscente ma senz’altro più rigorosa.
Rappresentano diversamente anche la mobilità dell’acqua e i mille riflessi che la colorano: Monet dà brevi pennellate orizzontali individuando le zone di luce e di ombra con bruschi cambiamenti cromatici come ad esempio attorno alle barche e all’isolotto centrale o in prossimità della riva opposta, Renoir, invece, adotta una pennellata più minuta frammentando la luce in piccole chiazze di colore e conferendo all’insieme una sensazione di gioia e vivacità.



La Grenouillère di Renoir


La Grenouillère di Monet

 

Moulin de la Galette


Il Moulin è una balera posta sulle alture di Montmartre e il pittore la frequentò per sei mesi per entrare meglio in contatto con l’ambiente di quel luogo.
Un osservatore appena vede la scena pensa che si tratti di un attimo, come una fotografia di quella situazione,  ma in realtà per realizzare quest’opera Renoir fece uso di modelli che erano anche suoi amici: l’opera è quindi dipinta parte dal vivo e parte in atelier. Tutta l’opera si caratterizza, come tutte le opere di Monet, sullo studio della luce, infatti notiamo che la luce in Renoir è sempre filtrata o dagli alberi, come in questo caso, o da un tendone, insomma c’è sempre qualcosa che si mette in posizione intermedia tra la luce  e il soggetto che Renoir vuole rappresentare. Tant’è vero che l’azzurro in quest’opera è la tonalità dominante e tutti i personaggi sono uniti tra loro da macchie d’ombra. L‘atmosfera che si ricava è molto luminosa derivata da un colore sfuso in cui le pennellate si susseguono in momenti successivi.
La mancanza di  disegno,  di definizione,  aumenta  la  sensazione  del movimento, della spontaneità.

 

Colazione dei canottieri


In quest’opera è rappresentata una scena di vita quotidiana, scena che mette in risalto un ambito culturale ben preciso come si capisce dal nome dell’opera, “Colazione dei canottieri”. L’opera fa intuire anche la stagione in cui è ambientata: i canottieri sono in canotta sotto un gazebo, l’elemento che qui filtra la luce, i personaggi sono spensierati, e si godono la vita, e da ciò si evince che siamo in estate. A stonare sulla tavola è la frutta (uva) che non è di stagione, ciò fa notare che la gente si poteva permettere la frutta fuori stagione, viene quindi messa in evidenza la situazione economica positiva che si sta diffondendo a Parigi in quel periodo.
Siamo all’interno di un villaggio sulla Senna, l’ambiente non è popolare, i vogatori, finito il lavoro, si sono riuniti qui per chiacchierare con gli amici.
Per Renoir l’opera è un pretesto per mettere in risalto questo studio che lui fa sulla luce. E’ un opera en-plein-air che lui abbozzò su un tavolino davanti alla scena, che poi sviluppò e realizzò nell’atelier.
Vi è una grande attenzione verso il colore, infatti vi è una giusta contrapposizione dei colori (colori caldi e freddi, chiari e scuri, primari e complementari) da cui prendono corpo i volumi e la prospettiva: da questi aspetti notiamo che Renoir era un colorista.

●Per specializzarsi di più sullo studio dell’arte si reca a Roma, dove visita tutti i musei che espongono opere dei grandi protagonisti del Rinascimento, va anche a Bologna dove abbiamo i Carracci.
Entra in crisi perché capisce quanto è ignorante, però reagisce e studia queste opere. Arricchitosi torna a Parigi determinato dove realizza “bagnante seduta.”

 

Bagnante seduta

Qui notiamo un cambiamento radicale. Abbiamo già un’idealizzazione della figura femminile, un ritorno al disegno, mette in risalto i dati iconografici tipici dell’arte classica, però tutto il resto è ancora impressionista: nello sfondo, vediamo infatti un ambiente dove vi sono giochi di luci e contrasti cromatici che rendono l’opera ancora impressionista.
La definizione del corpo femminile  avviene per campiture di colore larghe e uniformi e il suo essere così definita rispetto allo sfondo fa sì che essa sembri staccarsi dallo sfondo vivendo quasi di vita e di colori propri.
I suoi amici Monet e Pissarro sono preoccupati di questo cambiamento: sta finendo l’Impressionismo. Ci si sta spostando verso una nuova realtà artistica che ci porterà verso il post-impressionismo.

 

Fonte: http://cli05.altervista.org/091215_GrossoRenoir.doc
Autrice:  Federica Grosso, V I

 

 

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