Citologia vegetale
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CITOLOGIA VEGETALE
Parete cellulare
La parete cellulare è uno strato di natura celluloso-peptica che si trova all’esterno della membrana cellulare delle cellule vegetali.Essa si divide in parete primaria e parete secondaria:La parete primaria è costituita da molecole di cellulosa organizzate in macrofibrille(micelle,microfibrille macrofibrille) immerse in una matrice pectica ed emicellulosica.Le sostanze peptiche ed emicellulosiche vengono prodotte dall’apparato di Golgi,mentre la sintesi di cellulosa avviene ad opera di complessi enzimatici localizzati sulla superficie esterna della membrana cellulare.Altre componenti della parete sono le glicoproteine(10%) che comprendono le estensine(regolano l’estensibilità della parete) e le lectine(ruolo nei processi di riconoscimento cellulare),e i glicolipidi. Al di sopra della parete primaria si trova una lamella mediana che costituisce il collante che tiene unite le cellule;essa è costituita prevalentemente da pectina (la quale fornisce elasticità)e, in percentuale minore, da oligosaccaridi e proteine.In alcuni punti la lamella è interrotta,con la conseguente formazione di spazi aeriferi fra loro comunicanti in grado di garantire il giusto flusso di gas alle cellule.All’interno della parete primaria si trova la parete secondaria,che è molto meno idratata ,più densa e rigida rispetto alla parete primaria, costituita da più strati di macrofibrille le cui molecole cellulosiche sono generalmente più lunghe di quelle della parete primaria e si trovano immerse in poca matrice;le macrofibrille di uno stesso strato sono tutte parallele fra loro ma formano un angolo retto con le macrofibrille dello strato adiacente.A seconda delle funzioni svolte la parete cellulare può subire diverse modifiche:negli elementi vasali, ad esempio, è impregnata di lignina(derivato dei fenoli)in grado di fornire elevata rigidità e di inibire l’attacco dei microrganismi;le cellule epidermiche invece sono impregnate di una sostanza di natura lipidica,la cutina ,la quale protegge la pianta da infezioni e danni meccanici, previene la disidratazione per evaporazione.Essa spesso ricopre anche la parete oltre che impregnarla e forma la cuticola,il cui spessore è tanto maggiore quanto è più arido l’ambiente cui la pianta è adattata.Un’altra modificazione della parete si ha con il deposito di suberina che avviene durante la caduta delle foglie per proteggere la cicatrice fogliare.La parete cellulare ,dunque, è una struttura dinamica, la quale esplica funzioni di trasporto,protezione e sostegno ed è implicata inoltre nel riconoscimento fra cellule(granulo pollinico e carpello fiorale).Plasmodesmi attraversano la parete permettendo la comunicazione fra cellule.
Vacuolo
generale
  Organello citoplasmatico rivestito  da una membrana semipermeabile chiamata tonoplasto,all’interno  del quale è racchiuso il succo vacuolare tipicamente acido; esso si origina da porzioni del reticolo endoplasmatico  associato ai corpi di Golgi .Nella cellula adulta è presente solo un vacuolo di  grosse dimensioni(90% volume totale) mentre nelle cellule giovani  ve ne sono presenti in numero maggiore e di  dimensioni inferiori. Le dimensioni e il numero dei vacuoli varia anche nelle  cellule già differenziate,quali le cellule del cambio  cribro-vascolare(vacuolizzazione diffusa in inverno quando sono inattive,e  grossi vacuoli in primavera quando invece sono attive).I vacuoli accumulano al  loro interno diversi metaboliti in base alle funzioni da essi svolte:
funzioni svolte dal vacuolo
-Accumulo di sostanze di rifiuto che nn possono essere  eliminate dalla pianta per la mancanza di un 
  sistema escretore
  -Accumulo di metaboliti secondari che sono  importanti in numerosissimi ambiti come la difesa dai predatori o per attrarre  gli impollinatori.Essi comprendono Alcaloidi,tannini,glucosidi,pigmenti  flavonoidi,ecc.
  -Accumulo di sostanze di riserva come glucidi(fruttosio,glucosio  nell’uva,saccarosio nella barbabie
  tola e nella canna da zucchero),proteine(soprattutto nelle leguminose e  nel frumento,esse al momento della germinazione diventano disponibili per  l’embrione in sviluppo).Infine amminoacidi
   ione malato e citrato.
  -Accumulo di enzimi idrolitici necessari per il  turnover cellulare
-Il vacuolo è responsabile del turgore cellulare grazie al quale:
  1)le piante vengono sorrette
  2)viene creata la forza motrice(pressione di turgore) per la distenzione  cellulare,grazie alla quale 
  si ha un notevole aumento di superficie  con un minimo di dispendio energetico
  -Apertura e chiusura degli stomi
cellule meristematiche
Le cellule meristematiche si caratterizzano per la capacità di dividersi indefinitamente nel tempo,e vanno a costituire i tessuti meristematici.Essi sono di due tipi: meristemi primari e meristemi secondari.
meristemi primari
  Le cellule meristematiche primarie  sono relativamente piccole e di forma isodiametrica,esse contengono plastidi  poco differenziati(proplastidi),un nucleo che occupa la maggior parte del  volume cellulare e piccoli e numerosi vacuoli.
  I meristemi primari determinano la  crescita primaria della pianta e in genere sono responsabili della crescita in  lunghezza.
  I meristemi primari comprendono:
  1)meristema apicale  del fusto- Esso può essere costituito da
  a)un'unica cellula  apicale(muschi,equiseti,felci)
  b)un gruppo di cellule  omogenee(maggior parte delle gimnosperme)
  c)un gruppo di cellule  eterogenee(angiosperme, alcune gimnosperme) in cui le cellule più 
  esterne si dividono secondo piani  anticlinali(perpendicolari) costituendo la tunica,e  le più inter
  ne,dividendosi  sia anticlinalmente che periclinalmente  costituiscono il corpus
  2)meristema apicale  della radice- Da esso prendono origine i tre meristemi tipici delle  piante,ossia 
  il protoderma(da cui origina  l’epidermide),il procambio(da cui originano i fasci  conduttori),il 
     meristema  fondamentale(da cui originano corteccia e  midollo)
  3)meristemi residui- Sono cellule meristematiche situate all’interno di un complesso di tessuti  già 
  differenziati.Comprendono quindi a)il cambio intrafascicolare(cordoni di cellule meristematiche  
  che hanno smesso momentaneamente di dividersi e sono coinvolte  nell’accrescimento secondario)
  b)meristemi intercalari posti alla base degli internodi di alcuni  fusti di monocotiledoni che costi
  tuiscono numerosi punti di crescita sparsi per tutto il  fusto,determinando in tal modo la crescita di 
  tipo intercalare.
  4)meristemoidi- Piccoli gruppi di cellule meristematiche che si trovano all’interno di  tessuti già dif
  ferenziati,dalla loro attività si originano gli stomi o i peli epidermici  pluricellulari
meristemi secondari
  Sono costituiti da cellule adulte  che vanno incontro a particolari modificazioni metaboliche e strutturali  attraverso le quali riacquistano i caratteri meristematici, Hanno dimensioni  maggiori rispetto ai meristemi primari sono allungate e hanno un nucleo  relativamente piccolo. Essi comprendono:
  1)cambio subero-fellodermico- 
  2)cambio interfascicolare- Insieme al cambio intrafascicolare  costituisce il cambio cribro-vascola
     re che insieme al cambio subero-fellodermico assicura  l’accrescimento secondario in spessore   originando verso l’esterno floema e verso l’interno xilema
  3)meristemi cicatriziali
  4)meristemoidi
CRESCITA PRIMARIA: meristemi  primari
  CRESCITA SECONDARIA: cambio  Cribro-Vascolare(c.inter e intrafascicolare e cambio Subero 
  Fellodermico)
Plastidi
I plastidi sono organelli ricoperti da una doppia membrana che racchiude una sostanza chiamata stroma.Essi sono molto numerosi in alcune cellule vegetali come ad esempio quelle del mesofillo fogliare,mentre se ne trovano solo alcuni nelle cellule floematiche.I plastidi derivano tutti dai proplastidi delle cellule meristematiche,e anche una volta differenziati possono subire delle modificazioni metaboliche e strutturali che gli permettono di interscambiarsi gli uni con gli altri.
Cloroplasti
I cloroplasti sono plastidi caratterizzati da una membrana interna estremamente ripiegata,la quale forma dei sacchi appiattiti chiamati tilacoidi(permettono di aumentare la superficie utile a parità di volume);pile di tilacoidi firmano i grana,visibili al microscopio elettronico a trasmissione.Oltre che essere la sede dei processi fotosintetici,i cloroplasti sono coinvolti nella sintesi dell’amido primario,di gran parte degli amminoacidi,delle basi azotate,degli acidi grassi e di alcuni pigmenti (flavonoidi,ecc.).I cloroplasti in genere presentano al loro interno numerose particelle costituite da amido di riserva,quelli più primitivi invece hanno un ben localizzato centro di formazione e di accumulo di amido,il pirenoide
Cromoplasti
I cromoplasti sono plastidi in cui  vi è assenza di clorofilla,mentre si trovano in concetrazione molto elevata  xantofille e pigmenti liposolubili,i  carotenoidi,che conferiscono una colorazione gialla arancione o rossa.
  I cromoplasti si originano di  solito a partire da cloroplasti invecchiati prima della caduta delle foglie o  durante la maturazione dei frutti;la clorofilla viene progressivamente  degradata,il sistema lamellare del cloroplasto scompare e il plastidio si  trasforma in cromoplasto,nel quale emerge il colore dei caroteinoidi,il quale  esplica in numerosi fiori e frutti funzione vessillare.
Leucoplasti
I leucoplasti sono plastidi incolori dei quali fanno parte gli amiloplasti, i proteoplasti e gli oleoplasti.
Amiloplasti – In molte cellule  epidermiche fungono da sede di accumulo di amido  secondario(catene lineari di residui di glucosio unite da legami alfa 1-4  glicosidici) sottoforma di granuli
  Oleoplasti –  Plastidi che si trovano  nelle cellule dei tessuti di deposito nei quali si accumulano goccioline oleose  lipidiche
  Proteoplasti – Plastidi nei quali  sono accumulate sostanze proteiche
Tessuti adulti
Il passaggio da cellula meristematica a cellula adulta comporta un aumento delle dimensioni, la specializzazione cellulare a seconda delle funzioni svolte e la perdita della capacità di dividersi.A partire dalla cellula meristematica si ha una fase di accrescimento embrionale(permette alla cellula di raggiungere le dimensioni della cellula madre),un accrescimento per distensione e una fase di differenziazione. All’interno dei tessuti adulti si possono rinvenire gli idioblasti,singole cellule adulte che interrompono la continuità del tessuto.I tessuti definitivi si dividono in:
tegumentali
  parenchimatici
  meccanici
  conduttori
  segregatori
tegumentali + meccanici = tessuti fondamentali
tessuti semplici : Costituiti da un solo tipo di cellule (parenchimatici e  meccanici)
  tessuti composti:  Costituiti da più tipi cellulari (xilema,  floema, epidermide)
tessuti tegumentali
Sono i tessuti che rivestono e proteggono la superficie della pianta o le sue parti interne e si suddividono in :
Tessuti tegumentali esterni = epidermide, rizoderma, esoderma,sughero
  Tessuti tegumentali interni = endoderma
-Epidermide, rizoderma, esoderma  ed endoderma sono tessuti di origine primaria
  -Il sughero è un tessuto secondario
EPIDERMIDE
  Riveste la porzione epigea della  pianta (fusto giovane,foglie fiori,frutti) ed è in genere monostratificata  (Oleandro delle xerofite fa eccezione).Le cellule che compongono l’epidermide  sono:le cellule epidermiche, le cellule di guardia e le eventuali  cellule annesse, e infine i tricomi.
  Le cellule epidermiche sono di  forma appiattita e contenenti grossi vacuoli e talvolta piccoli  leucoplasti;mancano i cloroplasti tranne che nelle felci nelle idrofite e nelle  sciapite.Le cellule epidermiche hanno una parete esterna cutinizzata e  rivestita dalla cuticola,e a volte  sono rinforzate da impregnazioni di calcio e silice;queste pareti cutinizzate e  cerificate limitano la perdita d’acqua incontrollata ma formano anche una  barriera agli scambi gassosi,per questo le piante hanno ovviato per mezzo di  particolari strutture, gli  stomi ,formate da due cellule di guardia;tra queste cellule si crea un’apertura detta rima stomatica per lisi della lamella  mediana e le cellule di guardia,provviste di cloroplasti,sono in grado di  controllare l’apertura e la chiusura della rima regolando cosi’ gli scambi  gassosi. 
  I tricomi o peli sono delle appendici uni o pluricellulari e possono  essere vivi o morti a seconda della funzione da essi svolta: I peli sulla  pagina inferiore delle xerofite sono morti poiche creano uno strato di aria  immobile che limita grandemente la perdita d’acqua,quelli sulla pagina  superiore servono a rifrangere la luce e quindi per diminuire le radiazioni  nocive per la pianta;i peli sulle foglie giovani servono per proteggerle dagli  insetti,quelli dell’ortica hanno funzione di difesa(acetilcolina istamina);i  peli vivi sono importanti del favorire l’evaporazione dell’acqua.
RIZODERMA
Tessuto adulto primario che  riveste le giovani radici in una zona detta zona pilifera. Poiché la funzione  principale della radice è l’assorbimento di acqua e sali minerali,le pareti  cellulari del rizoderma non sono né cutinizzate né cerificate;il rizoderma  risulta anche permeabile ai gas e manca quindi di stomi,inoltre,poiché la  radice si trova in ambiente ipogeo privo di luce,esso è privo anche di  cloroplasti.
  Per aumentare la superficie di  assorbimento si originano da particolari cellule del rizoderma dei  prolungamenti chiamati peli radicali,di  forma tubolare con pareti ricoperte  di mucillagini idrofile,i quali sono molto numerosi e situati in una zona detta zona pilifera. Secondo alcuni i peli  radicali, oltre ad aumentare la superficie assorbente,sono soprattutto un mezzo  per raggiungere l’acqua nei piccoli anfratti del terreno,per questo motivo le  piante acquatiche ne sono totalmente prive. I peli radicali sopravvivono pochi  giorni, e dopo la loro caduta lo strato di cellule corticali sottostanti  suberifica e ispessisce le sue pareti formando un tessuto di protezione  primario, l’ mesoderma
ESODERMA
E’ il tessuto primario di rivestimento della radice dopo la caduta del rizoderma,ed è costituito dalle cellule più esterne della corteccia che suberificano e si ispessiscono dopo la caduta dei peliradicali. Nelle piante con solo accrescimento primario le cellule mesodermiche rimangono inizialmente vitali, ma in seguito ispessiscono ulteriormente le loro pareti e muoiono,assumendo quindi anche funzione di sostegno.La suberificazione dell’esoderma non è mai completa e alcune cellule dette cellule di passaggio non suberificano facilitando in tal modo gli indispensabili scambi gassosi.
ENDODERMA
Tessuto presente nei fusti sotterranei,nei fusti che vivono immersi in acqua,nelle foglie aghiformi,nelle radidci,è situato a ridosso del cilindro centrale.
SUGHERO
Tessuto adulto secondario pluristratificato derivante dall’attività del cambio subero-fellodermico,esso riveste le pareti secondarie del fusto e della radice.Queto tessuto è composto da file regolari di cellule che sono impermeabili all’acqua e ai gas grazie alla deposizione di suberina,un efficace protezione contro la disidratazione.Il sughero è un tessuto morto,dopo la morte le cellule del sughero assumono una colorazione bruna a causa della presenza di tannini, e si riempiono d’aria permettendo cosi’ al sughero di limitare gli scambi di calore comportandosi da isolante termico per fusto e radici. Per garantire gli scambi gassosi la continuità del sughero è interrotta da particolari formazioni,le lenticelle (riconoscibili ad occhio nudo come piccoli rilievi).Il sughero viene anche utilizzato dalla pianta come tessuto di cicatrizzazione.
NB fai differenze fra sughero ed epidermide(pag 141)
Tessuti parenchimatici
Tessuti costituiti da cellule vive a maturità di forma generalmente tondeggiante,con spazi intercellulari più o meno ampi;generalmente sono cellule prive di parete secondaria,possono avere sia origine primaria che secondaria e,in particolari condizioni,sono in grado di riacquistare la capacità di dividersi formando dei tessuti meristematici secondari.In base alla funzione svolta i parenchimi si suddividono in:
Parenchima  clorofilliano
  Parenchima specializzato  nell’attività fotosintetica,con cellule ricche di cloroplasti intervallate da  spazi intercellulari comunicanti con l’ambiente esterno attraverso gli stomi.Un  esempio tipico è il mesofillo foglgiare.
Parenchima di  riserva
  Tessuto caratteristico delle  porzioni di pianta non esposte alla luce(radice,parte interna del fusto e di  organi quali bulbi,tuberi,rizomi,semi e frutti). In questo tessuto sono  immagazzinate le sostanze di riserva della pianta,come ad esempio l’amido,il quale si trova all’interno  degli amiloplasti del parenchima  amilifero ,e anche le proteine che  ritrovano cristallizzate all’interno dei vacuoli chiamati granuli di aleurone.
Parenchima  acquifero
  Parenchima di riserva presente  nelle xerofite succulente,è costituito da cellule con pareti estremamente  sottili aventi la capacità di trattenere grandi quantità d’acqua grazie alla  presenza, nel vacuolo,di mucillagini  idrofile.
Parenchima  aurifero
  Tessuto caratteristico delle  piante acquatiche e palustri(dove facilita il ricambio gassoso) dotato di ampi  spazi intercellulari organizzati in canali auriferi,a volte tenuti aperti da  cellule stellate isolate dette idioblasti  sclerenchimatici.
Parenchima  conduttore
  Tessuto che permette la  distribuzione delle sostanze nutritive, dell’acqua e dei Sali minerali a breve  distanza in collaborazione con i tessuti conduttori veri e propri(xilema e  floema).Un esempio di tale parenchima è rappresentato dai raggi midollari e dalla corteccia(che svolgono sia funzione di  trasporto che di riserva) e da particolari cellule parenchimatiche chiamate cellule transfer:esse presentano  numerose introflessioni sulla loro parete che aumentano notevolmente la  superficie della membrana(potenziando in tal modo il trasporto e lo scambio di  soluti a breve distanza);queste cellule si trovano in numerose regioni della  pianta come a)strutture che cedono  sostanze a cellule adiacenti(cellule dell’endosperma e dei cotiledoni dei semi  e le cellule parenchimatiche associate allo xilema e al floema) b)strutture che assorbono sostanze da  cellule adiacenti(cellule degli  embrioni) c)strutture che assorbono  sostanze dall’ambiente circostante(cellule epidermiche di piante prote  acquatiche) d) strutture ghiandolari 
Felloderma
  Tessuto secondario parenchimatico  derivante dall’attività del cambio subero-fellodermico.Insieme al fellogeno e  al sughero costituisce il periderma.   
Tessuti meccanici
     Collenchima
  Si trova nella zona subepidermica  dei germogli o dei giovani fusti,le sue cellule a maturità sono vive ed hanno  una parete primaria irregolarmente ispessita per favorire il processo di  distenzione nonché la comunicazione cellulare attraverso i plasmodesmi.La  caratteristica del collenchima è quella di conferire plasticità,anche se da solo non è in grado  di mantenere eretto il fusto(necessita della pressione di turgore delle cellule  parenchimatiche).Nei fusti sotterranei e nelle radici il collenchima non è  presente perché non serve la funzione di sostegno.Con il passaggio alla  crescita secondaria il le pareti del collenchima possono significare,il  protoplasto morire e il tessuto si trasforma in sclerenchima.
     Sclerenchima
  E’ presente nelle zone che hanno  già terminato l’accrescimento per divisione e va a sostituire la funzione di  sostegno del collenchima nei vari organi.Le cellule dello sclerenchima hanno  parete lignificata e a maturità muoiono.Lo sclerenchima è formato da due tipi  di cellule:fibre e sclereidi;Le fibre sono allungate e  flessibili(resistono alla trazione),mentre le sclereidi sono corte e  isiodametriche e molto resistenti e dure(resistono alla pressione).Da solo lo  sclerenchima è in grado di sostenere il fusto e gli conferisce elasticità.
Tessuti conduttori
Si distinguono due tipi di tessuti  conduttori,il floema o libro,che  conduce zuccheri e sali minerali in soluzione dalla foglia al resto della  pianta  e lo xilema o legno, che conduce acqua e  Sali minerali dalle radici verso il resto del caule e delle foglie.Xilema e  Floema primari derivano dal procambio ,
  dal quale derivano per primi il  protoxilema e protofloema(con cellule più piccole e vita breve);questi verranno  poi sostituiti dal metafloema e dal metaxilema.
Fonte: http://digilander.libero.it/sommofabio/appunti-botanica/Elenuccia87-CitologiaVegetale.doc
  Autrice:  Elenuccia 87
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