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Cinema autore appunti


(brevi approfondimenti sul Neorealismo e la Nouvelle Vague)

 

Nel secondo dopoguerra nasce il cinema d’autore che i francesi fanno incominciare dal Neorealismo italiano e dieci anni più tardi con la Nouvelle Vague francese. Il cinema d’autore è il cosiddetto cinema moderno che va ad opporsi a quello classico.

 

  Cinema moderno                                                                                     Cinema classico

nasce dagli orrori della seconda guerra mondiale, dall’orrore della Shoah.
I personaggi non sono più tratteggiati in modo chiaro (e nemmeno le storie)
Vi è una vera e propria disfunzione della coscienza. I vecchi modi di trattare non sono più adeguati alla modernità.

Es. Antonioni -> i personaggi sono per lo più donne senza un destino chiaro e di cui vengono messe in scena le intimità

 

È il cinema di Hollywood degli anni 30 e 40.
Si chiama cinema classico in quanto si rifà a delle regole stabilite e codificate (es. primo, secondo, terzo atto.., una sceneggiatura definita..)
Il cinema è elemento di narrazione e vengono codificate le regole del romanzo moderno (es. Flaubert, Kafka..) in cui si elaborano i punti diversi e si racconta in prima persona.

Il Neorealismo Italiano nasce intorno al 1945 circa, mentre a metà degli anni ’50 nasce la Nouvelle Vague costituita dai critici dei Cahiers du cinéma che si improvviseranno registi. Nasce la politica degli autori sostenuta da personaggi come Tuffaut e Godard..
Si inizia a contrapporre il ruolo del regista a quello dello sceneggiatore (inizialmente era lo sceneggiatore ad essere considerato autore). Il cinema nasce come documentario (es. l’uscita dalle officine dei fratelli Lumière) poi diviene narrativo, successivamente si scopre il montaggio (la possibilità di variare la distanza  tra l’attore e la macchina da presa) poi il suono, il colore, cambiando il modo di narrare e così via. Si dichiara che il cinema è una faccenda per autori/registi rivendicando l’importanza dei punti di vista.

È Godard il vero e grande innovatore della ripresa e del suono (utilizzando il jump cut)
In Fino all’ultimo respiro vi è una complessa innovazione di montaggio: si cambia la posizione degli attori nello spazio-tempo della scena mantenendo la continuità attraverso i dialoghi.
Godard fa quelli che sono definiti film-saggi ritrovando un forte parallelismo con Dziga Vertov e L’uomo con la macchina da presa in cui si sperimenta la possibilità narrativa del mezzo.
I registi della Nouvelle Vague sono critici che esordiscono senza molti fondi.

  • Punti riassuntivi dell’intervista a Godard:

sono figli della cinémateque française, delle proiezioni.
Godard si interessa di filosofia, arte, musica, letteratura.
Bisogna fare film, vedere la reazione del pubblico, domandarsi sempre il perché.
(se ad esempio si vuole fare un film su una donna amata bisogna andare a vedere il punto di vista che un pittore o uno scrittore ha sulla propria donna amata e chiedersi il perché).
Vi sono due modi di approcciarsi al cinema:

  • avere un’idea che ti affascina e portarla a fondo
  • avere un’idea astratta da cui si parte a fare il film per poter scoprire gli elementi astratti

vi è un parallelismo con la pittura moderna con la differenza che un quadro se viene male si può cancellare mentre un film sbagliato è un disastro economico. È il budget a decidere lo stile del cinema.
Godard inizia a lavorare su un film solo se si ha la certezza che venga fatto. Il regista o l’autore deve esplorare, essere in costante stato di ricerca. Bisogna stupirsi di film bellissimi per migliorare e riflettere sul perché si sta facendo un certo film. Il regista deve inoltre avere un gruppo di persone con cui scambiare opinioni. Gli attori invece vanno lasciati liberi e dargli una minima traccia.
Non ci sono regole per sapere dove mettere la macchina da presa (se non si sa dove posizionarla c’è qualcosa che non va).

 

* Brevi approfondimenti *

 

- Il territorio neorealista
Il neorealismo cinematografico ha una breve ed intensa stagione partendo da Roma città aperta nel 1945, Ladri di biciclette del 1948, La terra trema... Il declinare il neorealismo nella sua sfumatura rosa e in una dimensione popolare ha favorito la produzione di una serie di film che ha scelto una strada meno pura.
Il neorealismo ha origine letteraria, a partire dagli Indifferenti di Moravia 1929 e Gente in Aspromonte di Alvaro 1930 legata all'esperienza del reale e non scevra da suggestioni psicoanalitiche, la lingua è contaminata con idiomi stranieri e linguaggi settoriali. Il neorealismo è un periodo irripetibile, molti professionisti riformulano l'identità del nostro cinema in un periodo in cui il nostro paese si stava risollevando dopo la guerra: vi è un nuovo modo di pensare. La rivista Cinema tra il 1938 e il 1943 è l'organo della federazione nazionale fascista dello spettacolo e Cesare Zavattini compie una riflessione sul pedinamento del reale: seguire da vicino la realtà fa prospettare un cinema non sceneggiato ma vincolato al momento rivelatore e sacro della ripresa. (nasce il sodalizio con de Sica).

- ZAVATTINI - DE SICA definizione di un modo particolare di pensare la struttura narrativa dei loro film. In  Sciuscià 1946 e Ladri di biciclette vi è una minimizzazione dell'intreccio narrativo, si favoriscono i tempi morti, il gesto minimo della quotidianità. Loro pedinano l'individuo nella sua semplicità creando universi di verità da rendere riconoscibili. È una sorta di missione collettiva che crea un incontro intimo con la realtà.
- ROSSELLINI ha un impatto con la macchina da presa e il flusso delle cose. Vi è un intento divulgativo della realtà. L’uomo è il cardine della storia dove non esistono né buoni né cattivi. Roma città aperta, Paisà, Germania anno zero hanno uno stile antispettacolare, vi è un’attenzione inusuale alle piccole cose, ai fatti insignificanti, alla realtà d'improvviso. Rossellini svuota lo spettacolo delle sue componenti canoniche: attese, stasi, sospensioni. vertice della produzione neorealista. Le storie particolari e distinte sono confuse con la storia del luogo, con l’affresco storico. I momenti pregnanti sono senza passaggi narrativi esplicativi, una strada personale, un marcato psicologismo,  una forma di religiosità. Si apre all'apologo, alla favola, all'aneddoto.
- VISCONTI Ossessione è considerato il marchio del neorealismo. Vi è una distanza molto ampia tra ideazione del soggetto e fase finale di edizione del film: il materiale è sottoposto a un preventivo processo di selezione.   Nulla è lasciato al caso. La terra trema ha una maniacalità della ricerca di una soluzione necessaria: si gira più volte la stessa scena. Le fonti letterarie sono utilizzate come soggetti, ci si allontana dall'aderenza con il presente. Senso 1954 è un film in costume tratto dal racconto di Boito. Lo spettacolo cinematografico è contaminato dal teatro (lavori di dimensioni imponenti).
- DE SANTIS ha una profonda sensibilità nei confronti del gusto del pubblico, crea un cinema per il popolo con reduci, mondine, contadini.. vi è un progressivo abbassamento dei canoni neorealisti, una contaminazione con il cinema hollywoodiano, un’attenzione verso le forme basse del cine e fotoromanzo. Riso amaro 1949 ha una carica innovativa con riferimenti popolarmente riconoscibili. Il film è un momento di coinvolgimento e partecipazione massima del pubblico.
Neorealismo è un orizzonte variegato con fenomeni di contraddizione, tensione: volontà di ampliare l'orizzonte del visibile cinematografico, soggetti/situazioni marginalizzate, realtà quotidiane, personaggi/ambienti esclusi. Vi è una riflessione sulle strategie di narrazione del reale, concetti di verità/verosimiglianza della materia, massima trasparenza dell'immagine, tradizione narrativa del romanzo ottocentesco, modello di comunicazione diretta e interpersonale tra personaggi e pubblico, fenomeni di rispecchiamento, modelli di rappresentazione vincolati alla cultura popolare di natura mediale.

 

- La Nouvelle Vague
Nel 1959 al Festival di Cannes sono presentati I quattocento colpi di Truffaut e Hiroshima mon amour di Resnais: da questa data viene fatta partire la nuova era del cinema francese anni sessanta. Si sviluppa raccogliendo indicazioni precedenti, non stabilisce cesure nette, innesta processi di ampliamento. Si respira un’aria diversa, una rottura sul piano dello stile e del racconto ma anche un’estraneità ai fatti storici, un compiaciuto estetismo, una labilità culturale.
Siamo in un clima di profondo rinnovamento. Gli autori cresciuti come critici negli anni precedenti attorno alla rivista Cahiers du cinema sono: Godard, Truffaut, Rohmer, Cabrol, Rivette, Doniol-Valcroze. L’ipotesi di cinema ha affinità elettive. Vi è un ritratto del disagio generale, una nuova idea di cinema.
L’atteggiamento di reazione contro il cinema commerciale crea una professionalità senza rischi di sperimentazione. Si utilizzano gli ambienti naturali, piccole troupe, apparecchiature ridotte, si gira in bianco e nero senza attori di fama. Le attrezzature leggere permettono le riprese all'aperto,  una minore illuminazione, macchine a spalla, 35 mm, con una grande abilità degli operatori.
Si rimettono in discussione la vocazione realistica del cinema e il modo specifico di raccontare, uno sguardo cinematografico nel quale realismo e finzione si mescolano, si riesce a rivelare il dato fenomenico. Nel racconto entra l'elemento casuale, l’improvvisazione. Si eludono le regole di una retorica cinematografica accettata anche se non codificata, si cerca di lavorare dentro alla tradizione. Tutti i registi della Nouvelle Vague hanno svolto attività critica prima di passare alla regia: rapporto tra teoria e pratica. Rapporto tra sonoro e immagine. L'interpretazione di un'opera passa attraverso la decifrazione del suo modo di costruzione.

 

Fonte: http://smart.thinktag.org/system/files/28/cinema_d_au.doc?1288822920

Appunti lezione di “Cinema d’autore” del 3/11/10 di Marina Spada

 

 

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