Sicurezza elettrica in casa e al lavoro consigli utili

 

 

 

Sicurezza elettrica in casa e al lavoro consigli utili

 

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   SICUREZZA  ELETTRICA

       La legislazione

    La sicurezza e la tutela della salute del cittadino sono diritti sanciti dalla Costituzione Italiana . In particolare , l'articolo 32 recita : " la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività...‑; l'articolo 35: "L'iniziativa economica  privata è libera . Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana...".
Anche il codice civile, con gli articoli 2050 e 2087, e il codice penale, con l'articolo 437, stabiliscono precisi interventi a tutela della salute del lavoratore e del cittadino in generale. Esistono, inoltre, una serie di provvedimenti legislativi riguardanti le norme generali e particolari dì prevenzione degli infortuni e di igiene del lavoro.
Di seguito vengono citati i principali provvedimenti:
- DPR 547 del 27/04/1955 "Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro",
- DPR 164 del 07/01/1956 "Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni";
- DPR 302 del 19/03/1956 "Norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro integrative quelle       generali emanate con DPR 547 " ;
‑ DPR 303 del 19/03/1956 Norme generali per l'igiene del lavoro".
Nello specifico settore elettrico, oltre ai citati provvedimenti, sono di fondamentale, importanza la legge n. 186 dei 1/03/1968 e la legge n, 46 del 5/03/1990.
In base alla legge n. 186 le norme CEI hanno valore legale e tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d'arte.
Essi si intendono costruiti a regola d'arte se sono realizzati secondo le norme emanate  dal CEI
La legge n. 46 Norme per la sicurezza degli impianti , con il relativo regolamento di attuazione, regolamenta l'attività di installazione, trasformazione, ampliamento e manutenzione degli impianti tecnologici .
Infine si cita la legge n. 818 del 7/12/1984, più nota come legge sulla prevenzione e incendi, nella quale si pone una particolare attenzione alla costruzione , verifica e collaudo degli impianti elettrici e si obbligano i titolari di numerosissime attività, specificate dalla legge stessa, a chiedere il rilascio di opportuna certificazione ( NOP: nulla osta provvisorio ) , attestante la conformità degli impianti alle prescrizioni di legge.

 

       Effetti della corrente elettrica sul corpo umano

    Il corpo umano è molto sensibile a qualsiasi tipo di corrente elettrica; nelle sue funzioni l'apporto di elettricità è sempre direttamente o indirettamente riscontrabile.
Le contrazioni delle fibre muscolari sono determinate da particolari impulsi elettrici che si trasmettono lungo il nostro corpo tramite delle fibre nervose che potrebbero essere paragonate a  fasci di conduttori.
Il cervello guida la distribuzione e il dosaggio degli impulsi dei vari organi; se a queste correnti fisiologiche interne si sommano delle correnti elettriche esterne si ha nel corpo umano un'alterazione delle funzioni vitali.
La corrente circolante nel corpo umano provoca nello stesso dei complessi fenomeni fisici, chimici, magnetici, tali da alterare anche sensibilmente la struttura e le funzioni degli apparati interessati.                 
Tali effetti si manifestano con l'elettrocuzione , ossia con il contatto  del  nostro  corpo con sorgenti di energia elettrica.
È importante notare che l'elettrocuzione è conseguenza diretta della corrente circolante attraverso il corpo e non della tensione applicata, anche se la corrente dipende, attraverso la resistenza del corpo, dal valore della tensione.
L'elettrocuzione può avvenire per:

  1. contatto diretto;
  2. contatto indiretto.

 
Si  ha  contatto diretto  quando si toccano parti che normalmente sono sotto  tensione , come ad  esempio il contatto tra due conduttori di diversa polarità (figura 1) o il con tatto tra un conduttore di fase e la terra (figura 2) .

    Si ha  contatto indiretto  quando si toccano parti  che normalmente non sono in tensione come ad
esempio il contatto con  parti  metalliche  che a  causa  di  un  guasto  dell'isolamento  dei  conduttori  
hanno assunto un potenziale diverso da quello di terra ( figura 3 ) o per scarica elettrica quando , non                          
avendo toccato una parte in tensione ,  si  verifica  una  scarica  per la diminuzione della  distanza  di
isolamento in condizioni particolari quali umidità , effetto punta ecc. ( figura 4 ) . I  principali  effetti
prodotti dalla corrente elettrica sul corpo umano sono:

  1. la tetanizzazione;
  2. l'arresto della respirazione;
  3. la fibrillazione cardiaca;
  4. l'arresto del cuore;
  5. le ustioni.



Al passaggio di una corrente le fibre muscolari si contraggono involontariamente ( tetanizzazione ) e si ha una parziale paralisi delle parti attraversate dalla corrente . Ciò è dovuto al fatto che, sottoposto a uno stimolo, il muscolo si contrae per poi tornare a riposo; se gli stimoli si susseguono con frequenza sufficientemente elevata ( 50 Hz sono più che sufficienti) gli effetti si sommano portando alla contrazione completa del muscolo (tetanofuso).
La corrente massima di rilascio, cioè il valore più elevato di corrente per il quale soggetto riesce ancora a staccarsi dalla parte in tensione, dipende da vari fattori e  in generale si può dire che varia da persona a persona diminuendo con il peso.
La tetanizzazione si verifica solitamente per tensioni intorno ai 220‑380 V; per valori più elevati di tensione l'effetto provocato dalla corrente sulle fibre muscolari tende generalmente a far sì che l'infortunato venga scagliato lontano dalla parte in tensione limitando i tempi di contatto e i relativi pericolosi effetti.
L'arresto della respirazione è una diretta conseguenza della tetanizzazione muscoli addetti alla         respirazione o, per valori più elevati di corrente, della paralisi dei centri nervosi che comandano i sopraddetti muscoli.
Il decesso del colpito avviene per asfissia in un tempo di circa 3‑4 minuti.
La fibrillazione cardiaca consiste in una contrazione disordinata delle fibre muscoli del cuore. A causa delle contrazioni disordinate il cuore non è più in grado di svolgere la sua normale funzione e la conseguenza è la morte dell'infortunato.
Il ripristino della normale funzione cardiaca è possibile solo se si interviene in tempi rapidi con opportune apparecchiature mediche ( defribrillatore ) .
L'arresto del cuore si ha quando il soggetto colpito è sottoposto ad elevate intensità di corrente, superiori a 500 mA . Se il contatto è di brevissima durata il battito cardiaco talvolta può riprendere spontaneamente.
Le ustioni sono lesioni caratteristiche degli infortunati sottoposti ad elevate intensità di corrente che non interessano parti del corpo immediatamente vitali.
Tali lesioni si manifestano nei punti di entrata ed uscita della corrente.

 

 Limiti di pericolosità della corrente elettrica
   
    Stabilire dei limiti di pericolosità della corrente elettrica è molto difficile in quanto ogni persona manifesta un diverso comportamento nei confronti dell'elettrocuzione . É comunque possibile stabilire i principali fattori che influenzano la pericolosità della corrente; essi sono:

  1. percorso della corrente attraverso il corpo ;
  2. condizioni fisiche del soggetto;
  3. intensità della corrente e durata del contatto;
  4. forma d'onda della corrente;
  5. frequenza della corrente;
  6. fase del ciclo cardiaco all'inizio dell'elettrocuzione.

    Relativamente al percorso della corrente attraverso il corpo risultano particolarmente pericolosi i contatti che interessano la regione cardiaca o parti del sistema nervoso .
I principali tragitti riscontrabili nei più comuni casi di elettrocuzione sono quelli causati dal contatto, con due parti a diverso potenziale, delle mani (figura 5), di una mano e dei piedi (figura 6), dei piedi (figura 7) .
I primi due casi sono i più pericolosi in quanto possono avere conseguenze più o meno gravi sul cuore . Il terzo caso è meno pericoloso ma può portare lesioni renali.
In relazione alle condizioni fisiche del soggetto colpito da elettrocuzione si può affermare che la pericolosità della corrente elettrica aumenta nei soggetti debilitati . Particolarmente rischiose sono le malattie cardiovascolari specie se accompagnate da stato febbrile.

    La corrente continua ha una soglia di pericolosità superiore a quella della corrente alternata a frequenza industriale ( 50 Hz ) .
Essa produce al suo passaggio nel corpo un senso di calore dovuto all'effetto joule e solo se applicata per tempi sufficientemente lunghi determina nel sangue fenomeni elettrolitici che portano alla formazione di embolie gassose.
Tuttavia, per la corrente continua, il pericolo è tanto maggiore quanto più è rapido lo stabilirsi della corrente; in corrente continua il valore limite di sicurezza è di 100 mA
Per quanto concerne invece la corrente alternata a frequenza industriale, da esperimenti condotti dal ricercatore americano Dalziel si sono ottenuti i seguenti valori:

‑ la corrente di 1 mA è già avvertibile sotto forma di formicolio delle parti del corpo direttamente a contatto con la sorgente elettrica; aumentando l'intensità il valore del tempo di sopportazione decresce rapidamente e cominciano a verificarsi dolorosi crampi sempre più violenti;

‑ fino a 10 mA l'infortunato riesce a staccarsi dal contatto; anche se ciò non fosse possibile per particolari ragioni, la corrente non è mortale in alcun caso ;

- da 10 a 50 mA la corrente non è mortale se applicata per un tempo inferiore ai 5 secondi, in caso contrario interviene la tetanizzazione dei muscoli respiratori con possibilità di blocco della respirazione e morte per asfissia ; la corrente massima di rilascio risultante dagli esperimenti è di 10 mA per le donne e di 26 mA per gli uomini;
- da 50 a 500 rnA la pericolosità è funzione crescente del tempo di applicazione;
- oltre 500 mA la possibilità di fibrillazione decresce aumentando invece la probabilità di morte per paralisi dei centri nervosi e per fenomeni secondari.

    Nel diagramma della figura 8 , tratto dalla pubblicazione IEG 479, sono riportate le zone degli effetti della corrente alternata a 50/60 Hz sugli adulti.
I dati ricavabili da questo diagramma sono indispensabili per la realizzazione di apparecchiature per la protezione contro la folgorazione, essendo appunto la funzione di queste apparecchiature, quella di interrompere il circuito prima che il valore tempo corrente superi la soglia di pericolosità .

La curva presenta quattro zone di rischio:
zona1 abitualmente nessuna reazione;
‑ zona 2 abitualmente nessun effetto fisiologico pericoloso;
zona3 abitualmente nessun danno organico . Probabilità di contrazioni muscolari e difficoltà respiratoria; disturbi reversibili nella formazione e conduzione di impulsi nei cuore, inclusi fibrillazione atriale e arresto cardiaco provvisorio senza fibrillazione ventricolare, che aumentano con l'intensità della corrente e il tempo;
- zona 4 in aggiunta agli effetti della zona 3 , la probabilità della fibrillazione ventricolare aumenta fino a

 

circa il 5% (curva C2), al 50% (curva C3) oltre il 50% al di là della curva C3. Effetti pato‑fisiologici, come arresto cardiaco, arresto respiratorio, gravi ustioni, possono presentarsi con l'aumentare dell'intensità della corrente e il tempo.

    In relazione alla forma d'onda della corrente, e quindi della tensione applicata, cambiano anche le reazioni del corpo al suo passaggio.
Si sottolinea comunque che la maggior parte dei casi di elettrocuzione è dovuta a correnti sinusoidali.
Con l'aumentare della frequenza il grado di  pericolosità della corrente  diminuisce  ,  ma vantaggi apprezzabili , ai fini della sicurezza, si hanno comunque con valori molto elevati di frequenza, cioè oltre i 100000 Hz,
Ciò è dovuto al fatto che l'ampiezza dello stimolo necessario ad eccitare la cellula tanto più grande quanto più è breve la sua durata; inoltre, con le alte frequenze, interviene l'effetto pelle grazie al quale la corrente tende a percorrere solo le parti esterne del corpo senza interessare quindi gli organi vitali .
In ultimo  si  sottolinea  che  la  pericolosità  della  corrente  dipende anche dalla  fase  del ciclo cardiaco  all'inizio dell'elettrocuzione.
Il pericolo è massimo se l'inizio del contatto coincide con l'intervallo tra la fine della contrazione cardiaca ( sistole ) e l'inizio dell'espansione (diastole ) .

      
Resistenza elettrica dei corpo umano

    Per la determinazione dei valori di tensione pericolosi in caso di guasto è necessario determinare i valori di resistenza relativi ai predetti limiti di corrente. La resistenza del corpo umano è praticamente concentrata sull'epidermide in quanto le parti interne, per  loro costituzione, non presentano che una bassissima resistenza . La resistenza dell'epidermide è fortemente variabile e dipende dall'inspessimento , dall'uniformità, dalle condizioni di umidità, dall'estensione del contatto.     
I valori misurati variano da alcune centinaia di ohm a diversi kohm . Si passa da valori di circa 100 W tra tempia e tempia e di 500 W tra mani bagnate a valori di 50000 W ed oltre tra mani e piedi di operai addetti a lavori manuali e abituati a camminare scalzi. La resistenza del corpo umano varia inoltre con la tensione applicata, tendendo a diminuire all'aumentare di essa. Nella figura 9 viene riportato un grafico di correlazione tra la resistenza del corpo umano e la tensione di contatto in funzione dello stato della pelle.
Vista quindi la grande imprecisione nella determinazione di un univoco valore di resistenza, convenzionalmente sono stati stabiliti i seguenti valori:
‑ in ambienti accessibili a tutti, molto umidi e bagnati:
R ( persona ) < 3000 W

‑ in ambienti accessibili a tutti ma aventi caratteristiche fisiche normali:
R ( persona ) > 3000 W

 

    Mediamente, quindi, il valore convenzionale di resistenza che si attribuisce al corpo umano e a cui si fa riferimento è di 3000 W

 

    Protezione contro i contatti diretti e indiretti
   
    La presenza di impianti e apparecchiature elettriche in tutti i luoghi in cui viviamo, mentre da un lato costituisce un vantaggio ormai irrinunciabile, dall'altro è fonte di seri pericoli.
Come già visto l'elettrocuzione può avvenire per contatto indiretto o per contatto diretto ; si rende pertanto necessario prevedere protezioni che garantiscano il minimo rischio nei confronti sia dell'utente, sia delle persone addestrate.
La normativa a cui ci si deve riferire è compresa nelle norme CEI 64.8.
Un sistema elettrico a bassissima tensione di sicurezza , denominato SELV ( Safety Extra Low Voltage ) dalla norma 64.8 , costituisce una protezione combinata contro i contatti diretti ed indiretti .
Un tale sistema è caratterizzato da una tensione nominale non superiore a 50 V in corrente alternata e a 120 V in corrente continua e deve essere alimentato e realizzato in modo che nessuna sua parte possa assumere tensioni maggiori .
Le citate norme CEI 64.8 definiscono come sistema elettrico quella parte di impianto elettrico costituita dal complesso dei componenti elettrici aventi una determinata tensione nominale e la tensione nominale di un sistema come il valore intermedio fra i valori massimo e minimo in condizioni regolari d'esercizio e con il quale il sistema è denominato ; per i sistemi trifase si considera la tensione concatenata.
Le protezioni contro i contatti diretti si distinguono in:

  1. totali;
  2. parziali.

     Le misure di protezione totali riguardano impianti accessibili a persone non addestrate, ossia impianti in luoghi ordinari, frequentati da persone che non hanno una specifica conoscenza tecnica o esperienza tale da porli in guardia contro i pericoli dell'elettricità.
Tali misure di protezione consistono nell'isolamento e negli involucri o barriere.
L'isolamento che effettua una protezione totale è l'isolamento delle parti attive , ossia delle parti che normalmente sono in tensione.
Esso deve possedere essenzialmente i seguenti requisiti:

  1. deve ricoprire completamente le parti attive;
  2. deve essere asportabile solo mediante rottura;
  3. deve resistere a tutte le sollecitazioni di carattere elettrico, meccanico, termico, alle quali può essere soggetto durante l'uso.

    Un chiaro esempio di questo tipo di protezione si ha nell'isolamento dei cavi.
Per quelle parti attive che devono essere accessibili per riparazione o manutenzione , si adottano gli involucri se la protezione deve essere garantita in tutte le direzioni , oppure le barriere se la protezione deve aversi solo nella direzione normale di accesso.
Un esempio di involucro è costituito da una cassetta di derivazione, all'interno della quale è possibile effettuare la giunzione fra due tratti di cavo.
Le protezioni parziali si ottengono mediante ostacoli o distanziamento.
Lo scopo degli ostacoli è quello di impedire l'avvicinamento e il contatto non intenzionale della persona con le parti attive dell'impianto sotto tensione ; essi devono essere rimossi solo intenzionalmente .
La rete metallica che impedisce l'accesso alla cella di un trasformatore è un esempio di ostacolo.
Il distanziamento deve evitare che parti di impianto a tensione diversa siano accessibili contemporaneamente.


 

    In base alla legge n. 46 del 5.1990 gli impianti elettrici, sia nuovi che esistenti, devono essere dotati di impianti di messa a terra, di cui si parlerà in seguito, e di interruttori differenziali ad alta sensibilità o di altri sistemi di protezione equivalente.
Il regolamento di attuazione della legge 46/90 precisa poi che: " Per interruttori differenziali ad alta sensibilità siintendono quelli aventi corrente nominale differenziale non superiore ad 1 A.
Gli impianti elettrici devono esseredotati di interruttori differenziali con il livello di sensibilità più idoneo ai fini della sicurezza nell'ambiente da proteggere e tale da consentire un regolare funzionamento degli stessi.
Per sistemi di protezione equivalente siintende ogni sistema di protezione previsto dalle Norme CEI contro i contatti indiretti".
L'interruttore differenziale è un dispositivo di protezione sensibile alle correnti verso terra e comunque alle correnti che possono essere disperse verso terra per mancanza di isolamento da:

  1.  conduttori;
  2.  apparecchi utilizzatori;

-  persone che accidentalmente possono venire in contatto sia direttamente che indirettamente con le parti in tensione.
Con riferimento alla figura 10 l'interruttore differenziale è costituito da un nucleo magnetico sul quale sono realizzati tre avvolgimenti.
Due di essi, Al e A2 , sono uguali come numero di spire e sezione del conduttore e vengono collegati rispettivamente al conduttore di fase e al conduttore di neutro e, quando l'utilizzatore è in funzione, vengono percorsi dalle correnti I1 e I2 .
Il terzo avvolgimento è realizzato con un conduttore di sezione minore ma con un maggior numero di spire; esso alimenta una bobina B che, in caso di guasto, comanda l'apertura dei contatti C.
In condizioni di funzionamento normale i conduttori di fase e di neutro sono percorsi da correnti uguali e pertanto Il = I2  .
Tali correnti producono nei due avvolgimenti A1 e A2 due flussi, F1e  F2, uguali e contrari.
In tali condizioni il nucleo magnetico è percorso da un flusso nullo e sull'avvolgimento E non si induce nessuna forza elettromotrice .
In caso di guasto. poiché parte della corrente si scarica a terra, si ha che Il e I2 sono tra loro diversi e di conseguenza anche i due flussi prodotti negli avvolgimenti Al e A2
Il terzo avvolgimento viene pertanto interessato da un flusso differenziale DF = F1 -F2proporzionale alla differenza fra le due correnti Al = Il ‑ I2 e su di esso si induce una forza elettromotrice E .
Se E è sufficientemente elevata agisce sulla bobina del dispositivo automatico e lo apre togliendo l'alimentazione al carico.
Il valore di DI che fa intervenire l'interruttore differenziale si chiama corrente differenziale nominale DIn e per i più comuni interruttori è 30 mA.
Le protezioni contro i contatti indiretti possono essere realizzate nei seguenti modi:
‑ senza interruzione automatica del circuito;
- con interruzione automatica del circuito,
I provvedimenti per le protezioni senza interruzione automatica sono:
‑ impiego di componenti con doppio isolamento, cioè dotati sia di isolamento principale , sia di isolamento supplementare; l'isolamento supplementare garantisce la sicurezza in caso di cedimento dell'isolamento principale ;
- locali isolanti , ovvero locali con pavimento e pareti di materiale isolante, caratterizzato da un valore di resistenza verso terra non inferiore ai limiti stabiliti dalle norme e costante nel tempo; la sicurezza è garantita, inoltre, facendo in modo che, mediante allontanamento e con ostacoli, all'interno di detti locali le persone non possano essere soggette a differenze di potenziale per contatto con masse o masse estranee;
‑ separazione elettrica, cioè l'impianto deve essere alimentato e realizzato in maniera tale da garantire che, in seguito ad eventuali contatti indiretti, non si determini un circuito chiuso attraverso cui possa fluire la corrente;
‑ locali resi equipotenziali e non connessi a terra, cioè la protezione è ottenuta collegando tra loro le masse e le masse estranee presenti nell'ambiente, in modo che esse non possano dar luogo a differenze di potenziale pericolose.
Si ricorda che le norme CEI 64.8 definiscono la massa e la massa estranea nel modo seguente:
Massa : parte conduttrice, facente parte dell'impianto elettrico o di un apparecchio utilizzatore, che non è in tensione in condizioni ordinarie di isolamento, ma che può andare in tensione in caso di cedimento dell'isolamento principale, e che può essere toccata.

Massa estranea : parte conduttrice, non facente parte dell'impianto elettrico, suscettibile di introdurre il potenziale di terra ; in casi particolari si considerano masse estranee quelle suscettibili di introdurre altri potenziali.

 

    La protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica del circuito si basa sul collegamento a terra di tutte le masse e le masse estranee presenti nell'ambito dell'impianto.
Collegare a terra le masse e le masse estranee significa far sì che esse assumano un potenziale, per quanto possibile, uguale a quello di terra.
Ciò può essere ottenuto collegando con un conduttore di opportuna sezione tutte le masse ad un corpo metallico ( dispersore )posto in intimo contatto con il terreno.
In tal modo la corrente conseguente al guasto viene dispersa a terra ed interessa solo in minima parte il corpo della persona eventualmente in contatto con la massa in tensione. La protezione è completata inserendo un dispositivo di interruzione, a monte del circuito, che interviene quando si manifesta la corrente di guasto.
Le figure 11 e 12  rappresentano rispettivamente una presa di terra realizzata con picchetti ed una realizzata con un anello sotto le fondamenta di una abitazione.
Nel caso di impianti TT  il coordinamento delle protezioni installate a monte dell'impianto elettrico con l'impianto di terra, si ottiene quando il valore della resistenza di terra soddisfa la relazione:

           Rt < 50 /Ia

dove Rt  èla somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione delle masse e Ia èla corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione.
Con gli interruttori differenziali più comunemente utilizzati , che hanno corrente nominale differenziale di intervento DIn = 30 mA , il valore della resistenza di terra  dovrà essere:

R <  50 / ( 30* 10-3 ) = 1600 W

valore facilmente ottenibile.
In un sistema TT , maggiormente diffuso sul territorio nazionale, il neutro è collegato direttamente a terra mentre le masse sono collegate ad un impianto di terra locale, elettricamente indipendente da quello del neutro (figura 13) .

 

    È il caso di sottolineare che l'interruttore differenziale, comunemente chiamato anche salvavita, non protegge l'impianto da sovraccarichi o cortocircuiti e pertanto occorre sempre installare anche un interruttore automatico magnetotermico o appositi fusibili.
Un impianto funziona in regime di sovraccarico quando, per qualsiasi motivo, è interessato da un valore di corrente maggiore di quello nominale; è invece in regime di corto circuito quando, a causa di un guasto, è interessato da correnti notevolmente superiori a quelle nominali .
L'interruttore automatico magnetotermico è un'apparecchiatura di manovra che esplica la funzione di apertura e chiusura di un circuito sia in condizioni di normale funzionamento che in condizioni di sovraccarico o di corto circuito.
L'apertura dell'interruttore è affidata ad un relè termico in caso si abbia un sovraccarico, o ad un relè magnetico nel caso di corto circuìto.
Il relè termico è costituito da due lamine metalliche, accostate e fissate alle estremità di diverso materiale che presentano differente coefficiente di dilatazione termica lineare, collegato in modo tale da essere interessato, direttamente o indirettamente, dalla corrente circolante nel circuito che si vuole proteggere.
Quando il circuito è interessato da una corrente superiore a quella nominale, e quindi si è in regime di sovraccarico, le lamine si scaldano più del dovuto e, dilatandosi in maniera differente, provocano l'intervento dell'interruttore .
Il relè magnetico è costituito da una bobina e da un nucleo magnetico provvisto di una parte mobile.
La bobina, in condizione di normale funzionamento del circuito, è interessata dal passaggio di una corrente non sufficiente a far spostare la parte mobile del nucleo.
Se la corrente supera il valore di taratura del dispositivo , presumibilmente una corrente dovuta a cortocircuito, la forza di attrazione dell'elettromagnete è tale da far muovere istantaneamente la parte mobile con conseguente apertura del circuito da proteggere.
Il fusibile è un dispositivo adatto anch'esso per la protezione dai sovraccarichi e dai cortocircuiti.
É realizzato con un elemento , racchiuso all'interno di una cartuccia , che fonde quando è percorso da una corrente superiore a quella nominale determinando in tal modo l'apertura del circuito da proteggere.
A differenza dell'interruttore magnetotermico il fusibile , una volta intervenuto, deve essere sostituito.

Fonte: http://www.itimarconi.ct.it/sezioni/didatticaonline/telecomunicazioni/TDP/tdpIII/SICUREZZAELETTRICA.doc

Fonte: www.webalice.it%2Fmascellino%2FLezioni%2520di%2520Impianti%2FSICUREZZAELETTRICA.doc

Autore del testo: Prof. Leonardo Mascellino

 


 

Sicurezza elettrica in casa e al lavoro consigli utili

 

 Componenti elettrici La sicurezza

 

PERICOLOSITA' DELLA CORRENTE ELETTRICA

Normalmente, in presenza di un incidente di natura elettrica, si è abituati a far riferimento alla tensione quale causa dei danni (infatti si leggono o si ascoltano frasi del tipo: "... è rimasto folgorato da un a scarica a 20.000 volt"). In realtà, anche se è dalla tensione che parte il meccanismo, quella che produce direttamente i danni è la corrente.
Quando una corrente elettrica attraversa il corpo umano, i danni conseguenti dipendono dal suo valore e dalla durata del fenomeno:

A) - La tetanizzazione si ha quando i muscoli rimangono contratti fino a quando il passaggio di corrente elettrica non cessa: il soggetto può sembrare attaccato alla parte in tensione, in quanto incapace di eseguire movimenti.
Paradossalmente può accadere che valori più elevati di tensione provochino una violenta reazione del muscolo, tale da allontanare la persona dalla parte in tensione.
B) - Per correnti più alte può intervenire l'arresto della respirazione.
C) - Il cuore funziona grazie a stimoli elettrici, pertanto una corrente elettrica esterna può alterare il suo funzionamento fino alla fibrillazione ventricolare.
D) - La corrente elettrica, per effetto Joule, riscalda le parti attraversate. Si possono, quindi, avere ustioni.


In figura sono rappresentate, in base al valore della corrente (espresso in mA - milliampere) e alla durata del fenomeno (in secondi), quattro zone di pericolosità, per una frequenza compresa tra i 15 e i 100 Hz:

- zona 1 - al di sotto di 0,5 mA la corrente elettrica non viene percepita (si tenga presente che una piccola lampada da 15 watt assorbe circa 70 mA);
- zona 2 - la corrente elettrica viene percepita senza effetti dannosi;
- zona 3 - si possono avere tetanizzazione e disturbi reversibili al cuore, aumento della pressione sanguigna, difficoltà di respirazione;
- zona 4 - si può arrivare alla fibrillazione ventricolare e alle ustioni.
Da un punto di vista circuitale il corpo umano può essere rappresentato tramite quattro resistenze (quadripolo equivalente ad una persona):

 



Per gli effetti sul cuore bisogna tener conto anche del percorso della corrente. Ad esempio, tra i più pericolosi, abbiamo i percorsi mano sinistra-torace, mano destra-torace, mani-piedi.


SOCCORSI D'URGENZA

Il valore della corrente elettrica dipende anche dalla resistenza che il corpo umano oppone. Questa diminuisce con pelle umida o in presenza di ferite, aumentando la pressione del contatto e aumentando la superficie di contatto. La resistenza aumenta, invece, in presenza di zone callose.

Si possono ritenere come livelli di sicurezza i 25 volt in corrente alternata e i 60 volt in corrente continua.

Correnti ad alta frequenza (f>>50 Hz) sono meno pericolose di quelle a 50 Hz.

La corrente elettrica, anche quella delle nostre case, che ha una tensione alquanto elevata (220 V) ed é alternata e quindi più pericolosa, ha effetti dannosi sul corpo umano. Gli effetti dannosi della corrente elettrica negli ambienti domestici possono essere prevenuti con l'impianto di messa a terra e con gli interruttori salvavita.

Riepilogando
I danni dipendono, oltre che dall’intensità della corrente, dagli organi attraversati da essa e dalla resistenza che oppone il corpo umano al suo passaggio. La corrente attraversa il corpo poiché si dirige verso il pavimento che ha un potenziale nullo. Nei casi più gravi (valori maggiori di 0,05 A) la morte é provocata dal blocco dei muscoli del torace responsabili della respirazione, cioè per asfissia. Negli altri casi a seconda della gravità della folgorazione si hanno disturbi alla respirazione, alterazioni del battito cardiaco, sensazioni dolorose diffuse ed un generale senso di disagio.

 

SOCCORSI D'URGENZA DA PRESTARE AI COLPITI DA CORRENTE ELETTRICA


L'esposizione a scariche elettriche può provocare arresto cardiaco immediato (per fibrillazione ventricolare o altre aritmie ventricolari gravi) o apnea (per inibizione de centri respiratori, contrazione tetanica dei muscoli respiratori o paralisi muscolare prolungata).
AZIONE IMMEDIATA
E' indispensabile quando la folgorazione compromette l'attività della respirazione e del cuore. Se il colpito non viene soccorso entro 3 o 4 minuti, può subire conseguenze irreparabili. Accertare innanzitutto che l'infortunato sia fuori dal contatto con le parti in tensione e dare quindi immediatamente inizio alla respirazione artificiale.
NON RITARDARE IL SOCCORSO NEPPURE PER CHIAMARE IL MEDICO, salvo che i soccorritori siano almeno due o che l'unico soccorritore possa richiamare l'attenzione senza abbandonare l'infortunato.

NON TOCCARE
Non toccare il colpito se non si è ben sicuri che il medesimo non è più in contatto o immediatamente vicino alle parti in tensione. In caso contrario togliere tensione. Qualora il circuito non possa essere prontamente interrotto, isolare adeguatamente la propria persona con guanti isolanti, panni asciutti, collocandosi su tavole di legno secco, ecc. e muovere l'infortunato afferrandolo preferibilmente per i vestiti se asciutti. In alternativa allontanare dall'infortunato - con un solo movimento rapido e deciso - la parte in tensione, usando fioretti, pezzi di legno secco o altri oggetti in materiale isolante. Non toccare con la propria persona altri oggetti specialmente se metallici.

RESPIRAZIONE ARTIFICIALE
CON MASCHERINA ORONASALE
1 - Adagiare il colpito sulla schiena e collocarsi dal lato della sua testa.
2 - Munirsi dell'apposita maschera oronasale e posizionare correttamente il gruppo valvola nel collo della maschera.
3 - Piegare alquanto all'indietro il capo dell'infortunato (per aprire il passaggio dell'aria) ponendogli una mano sotto la nuca mentre con l'altra si fa leva sulla fronte.
4 - Applicare la maschera coprendo il naso e la bocca dell'infortunato avendo cura che lo stesso mantenga la posizione.
5 - Dare due lente e profonde insufflazioni ed osservare il sollevamento del torace dell'infortunato. Quando il torace ritorna in posizione naturale, praticare un ciclo regolare di 12-15 insufflazioni per minuto.
IMPORTANTE: se l'infortunato vomita togliere la maschera, girare da un lato la testa e ripulire la bocca. Prima di riutilizzare la maschera soffiare per ripulirla.
IN CASO DI INDISPONIBILITA' DELLA MASCHERA ORONASALE POTRA' ESSERE UTILIZZATA LA TECNICA BOCCA-BOCCA O BOCCA-NASO EVENTUALMENTE CON L'INTERPOSIZIONE DI UN FAZZOLETTO O DI UNA GARZA.

MASSAGGIO CARDIACO
Se oltre l'arresto della circolazione si constata l'assenza dei battiti del cuore (per ricercare questo segno comprimere con due dita il collo dell'infortunato ai lati del pomo di Adamo) occorre effettuare il massaggio esterno del cuore mediante compressioni ritmiche sul torace. Per far ciò:
1 - Applicare le due mani sovrapposte con il palmo rivolto in basso in corrispondenza della parte inferiore dello sterno.
2 - Esercitare pressioni ritmiche energiche verticali usufruendo del peso del corpo e staccando ogni volta le mani dal torace per permettergli di espandersi per elasticità.
3 - Continuare con ritmo di 50-60 pressioni al minuto.
Il massaggio cardiaco deve essere sempre preceduto dalla respirazione artificiale con insufflazione orale. Pertanto mentre il primo soccorritore pratica la respirazione con maschera oronasale, un secondo effettuerà contemporaneamente il massaggio cardiaco.
Nel caso in cui il soccorritore sia solo, dovrà comportarsi così:
Iniziare con 5 massaggi del cuore - effettuare una insufflazione orale - riprendere con altri 5 massaggi - effettuare una insufflazione e così via.
Sospendere le operazioni di rianimazione soltanto quando l'infortunato avrà ripreso a respirare da solo e le pupille ritorneranno a restringersi: controllare, però, ancora per qualche tempo se la respirazione spontanea si mantiene. In caso contrario continuare anche durante il trasporto in ospedale e finchè subentri personale sanitario specializzato.

Dopo la ripresa il colpito non deve essere rimosso finchè non possa respirare normalmente senza assistenza. Egli deve essere esaminato da un medico prima che gli sia permesso di camminare. Non gli deve essere dato nessun stimolante, se non prescritto dal medico. Ricordare ancora: LA TEMPESTIVITA' E' ESSENZIALE.

IN PRESENZA DI USTIONI
1 - Iniziare subito la respirazione artificiale ed eventualmente il massaggio cardiaco se l'infortunato non respira e non presenta attività cardiaca.
2 - Non rimuovere i vestiti bruciati e non rompere le vesciche.
3 - Non applicare lozioni o pomate.
4 - Ricoprire la parte ustionata con garza sterile, asciutta. Trattare in tal modo (ricercando se vi sono) anche le ustioni nel punto di uscita della corrente.
5 - Se l'infortunato non ha perso conoscenza ed è in grado di inghiottire, gli si possono dare per bocca 300 grammi di acqua (una scodella) nella quale siano stati disciolti il bicarbonato ed il sale da cucina contenuti nelle bustine in dotazione. Se l'infortunato vomita, cessare la somministrazione del liquido.
6 - Trasferire senza indugio l'infortunato all'ospedale.

 

MARCHI "IMQ" E "CE"

 


Il marchio IMQ è rilasciato, su richiesta del costruttore, dall'Istituto italiano del Marchio di Qualità e indica la conformità del prodotto alle norme CEI. Quindi costituisce una garanzia per gli utenti.


Il marchio CE viene apposto, invece, dal produttore. In questo modo egli dichiara la conformità ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalle corrispondenti direttive europee. La dichiarazione, scritta, deve essere a disposizione dell'Autorità di controllo. Quest'ultima può effettuare controlli.

Anche altri Paesi aderenti al CENELEC (Comitato Europeo di Normalizzazione Elettronica) adottano marchi per garantire la regola d'arte (in figura alcuni esempi).

 

ILLUMINAZIONE INTERNA


TONALITA'
La tonalità di luce da utilizzare non è solo una questione di gusto personale, ma occorre tener presente che all'aumentare della temperatura di colore (passando da tonalità calde a tonalità fredde), deve aumentare anche il livello di illuminamento. In pratica si può avere un illuminamento relativamente basso con tonalità calde, ma la cosa non va altrettanto bene con tonalità fredde.
Tonalità calda: la temperatura di colore è inferiore ai 3000 K. Un esempio tipico è la luce emessa dalle lampade ad incandescenza. Adatta ad abitazioni, alberghi, ristoranti.
Tonalità intermedia: la temperatura di colore è compresa tra i 3000 e i 5000 K. Adatta a negozi, uffici, ospedali, librerie.
Tonalità fredda: la temperatura di colore è compresa tra i 5000 e i 6000 K. La luce è simile a quella diurna con cielo sereno. Adatta a vetrine, fiorai, tipografie.


LIVELLI DI ILLUMINAMENTO
I livelli sono riferiti all'illuminazione generale:

  • Abitazioni
    • salotto - 150-200 lux
    • soggiorno - 150-200 lux
    • cucina - 200-250 lux
    • camera da letto - 100-150 lux
    • zona di lettura - 300 lux
    • bagno - 100-150 lux
    • corridoi, scale - 50-100 lux
    • garage, cantine, solai - 50-100 lux
  • Cucine --- 125-250 lux
  • Uffici --- 250-500 lux
  • Scuole --- 250-500 lux
  • Negozi --- 250-500 lux
  • Grandi magazzini --- 500-1000 lux



ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA
L'illuminazione di emergenza entra in funzione automaticamente al mancare della tensione. Nelle abitazioni non è obbligatoria, come in diversi luoghi pubblici, ma risulta molto utile. Si attua con singoli apparecchi dotati di batterie ricaricabili, solitamente al nichel-cadmio o al piombo. Possono essere da incasso, da parete, da tavolo o, nel caso di apparecchi di piccole dimensioni, inseribili direttamente in una presa. La batteria dovrebbe permettere l'illuminazione per almeno un'ora.

QUOTE DI INSTALLAZIONE

Tenendo conto principalmente della sicurezza e considerando la comodità d'uso e le dimensioni dei mobili, si consiglia di installare alcuni componenti dell'impianto elettrico alle seguenti altezze minime in centimetri:

  • 265 - presa a spina per alimentazione cappa cucina
  • 225 - pulsante di chiamata per bagni e docce
  • 140 - quadro elettrico
  • 150 - prese e interruttori di autofficine
  • 120 - citofono
  • 115 - prese e interruttori di autorimesse
  • 110 - prese a spina e comandi per piani lavoro della cucina
  • 90 - interruttori luce
  • 80 - prese a spina e interruttori luce a testaletto
  • 45 - prese TV e telefono
  • 30 - cassette di derivazione
  • 17,5 - prese a spina a parete incassate o sporgenti
  • 7 - prese a spina in canalizzazioni
  • 4 - prese a spina in torrette o calotte sporgenti dal pavimento

Nelle autorimesse e nelle autofficine le prese protette dagli urti (ad es. con nicchie) possono essere installate anche a quote più basse.
Per l'eliminazione delle barriere architettoniche, le prese a spina devono essere accessibili a chi si trova su sedia a rotelle. Pertanto le altezze devono essere comprese tra 45 e 115 centimetri, possibilmente tra 60 e 110.

 

MANUTENZIONE DELL'INTERRUTTORE DIFFERENZIALE

 

L'interruttore differenziale o salvavita, che dovrebbe essere presente in tutti i quadri elettrici di appartamento, si riconosce facilmente per la presenza di un pulsante contrassegnato con la lettera T. Questo pulsante serve per eseguire il test: premendolo si deve ottenere lo scatto del salvavita. La funzione più importante del pulsante è quella di mantenere in efficienza l'interruttore: infatti deve essere premuto una volta al mese per impedire il bloccaggio nel tempo delle parti mobili.
In caso di dubbi sul corretto funzionamento dell'interruttore, non indugiare sulla sua sostituzione.

Per mantenere in efficienza l'interruttore salvavita, premete ogni mese il pulsante T


Dopo l'operazione, che avrà interrotto l'alimentazione elettrica, l'interruttore va richiuso (la levetta va riportata nella posizione iniziale).

 

LOCALE BAGNO-DOCCIA


Il problema della sicurezza elettrica assume particolare rilievo nel locale bagno. Per questo le norme impongono prescrizioni precise per l'installazione dell'impianto elettrico. In base alla posizione della vasca da bagno o del piatto doccia si individuano quattro zone in cui bisogna rispettare regole tassative:
- zona 0: è il volume interno della vasca o del piatto doccia. Per docce con cabine prefabbricate, la zona 0 è tutta quella interna.
- zona 1: è la proiezione del contorno della vasca o del piatto doccia fino a un'altezza di 2.25 metri dal pavimento.
- zona 2: si estende in orizzontale fino a una distanza di 60 centimetri dal bordo della vasca o del piatto doccia. Verticalmente arriva fino a 2.25 metri dal pavimento.
- zona 3: si estende orizzontalmente fino a 2.40 metri dalla zona 2. Verticalmente arriva fino a 2.25 metri dal pavimento.
Le zone 1, 2 e 3 non si estendono mai all'esterno del locale, se le aperture sono provviste di serramenti.

Z O N A 0 - è vietata l'installazione sia di condutture che di apparecchi elettrici.
Z O N A 1 - sono ammesse condutture incassate nelle pareti per almeno 5 centimetri. Per profondità inferiori bisogna rispettare un particolare grado di isolamento. Sono vietate le cassette di derivazione, salvo nel caso in cui sono utilizzate per la connessione con apparecchi ammessi nella zona. Sono vietati gli apparecchi elettrici e le normali prese a spina a 220 volt.
Z O N A 2 - sono ammesse condutture incassate nelle pareti per almeno 5 centimetri. Per profondità inferiori bisogna rispettare un particolare grado di isolamento. Sono vietate le cassette di derivazione, salvo nel caso in cui sono utilizzate per la connessione con apparecchi ammessi nella zona. Sono vietati gli apparecchi elettrici e le normali prese a spina a 220 volt.
Z O N A 3 - sono ammesse condutture incassate nelle pareti per almeno 5 centimetri. Per profondità inferiori bisogna rispettare un particolare grado di isolamento. Non vi è alcuna limitazione per le cassette di derivazione, gli apparecchi elettrici e le prese a spina.
Da queste sommarie descrizioni le zone 1 e 2 sembrano avere le stesse limitazioni. Esse, invece, presentano differenze che per il particolare contenuto tecnico esulano (per il momento) dagli obiettivi di questo sito.


La normale presa a 230 volt deve distare dalla vasca da bagno, in senso orizzontale, almeno 60 centimetri.

 

COLORE DEI CAVI


La parte esterna isolante di un singolo cavo elettrico, sia in un sistema monofase che in uno trifase, può presentarsi in diversi colori (più cavi possono essere riuniti in un'unica conduttura multipolare). La varietà disponibile è utile per identificare i diversi circuiti che devono coesistere in un medesimo impianto. Ma vi sono due colorazioni che vanno usate esclusivamente per identificare il conduttore di neutro e il conduttore di protezione (quello collegato all'impianto di terra):

 

SEZIONE E PORTATA DEI CAVI


La sezione dei cavi, indicata in millimetri quadri, viene imposta da due parametri fondamentali: la portata e la caduta di tensione.


PORTATA
La portata di un cavo corrisponde al valore massimo della corrente che può trasportare. Questo valore è dovuto all'effetto Joule che provoca il riscaldamento del cavo al passaggio di corrente e quindi alla massima temperatura da esso sopportabile, considerando una vita di circa 30 anni.
Ad esempio un cavo con isolante in PVC può avere una temperatura massima di esercizio pari a 70 gradi centigradi.
Da quanto esposto è evidente che la portata non è unica per ogni sezione, ma dipende anche:
- dal tipo di posa - entro tubi, su pareti, su passerelle, ecc.
- dal tipo di cavo - unipolare o multipolare
- dall'isolante - PVC, gomma, ecc.
- dal numero di conduttori vicini percorsi da corrente.
- dalla temperatura ambiente.
Maggiore è la sezione del cavo, minore è la resistenza, maggiore è la sua portata.


Dal primo agosto 1997 sono in vigore le nuove tabelle per la portata dei cavi in rame di bassa tensione (CEI-UNEL 35024)


A titolo puramente indicativo si riporta il caso di due cavi (fase e neutro) isolati in PVC senza guaina, posti in un tubo protettivo annegato nella muratura:


Sezione (mmq)

1

1,5

2,5

4

6

10

16

25

35

50

70

95

120

150

185

Portata (A)

13,5

17,5

24

32

41

57

76

101

125

151

192

232

269

309

353



CADUTA DI TENSIONE
Poichè i cavi oppongono una resistenza al passaggio della corrente, si ha una caduta di tensione che, almeno per circuiti molto lunghi, può diventare un parametro più importante della portata. La dipendenza dalla lunghezza del circuito si ha perchè più lungo è il cavo, maggiore è la resistenza e quindi maggiore è la caduta di tensione.
Nell'esempio in figura, se alla partenza del circuito abbiamo i normali 230 volt e nel percorso di andata si ha una caduta di tensione di 10 volt, così come in quello di ritorno, alla lampada sarà applicata una tensione di 210 volt.


Maggiore è la sezione del cavo, minore è la resistenza, minore è la caduta di tensione.


In ogni circuito la caduta di tensione non deve superare il 4% dal punto di consegna ENEL o dalla cabina di trasformazione

 

IL DIAMETRO DEI TUBI


I tubi, destinati a contenere i cavi, devono avere un diametro tale da consentire la loro sfilabilità. In linea generale il diametro deve essere almeno pari a 1.3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi contenuto.

A titolo di esempio si riporta la tabella:
- nella prima colonna è indicato il numero di cavi unipolari in PVC senza guaina contemporaneamente presenti nello stesso tubo flessibile
- nelle altre colonne sono riportati i diametri dei tubi in corrispondenza delle varie sezioni dei cavi (riportate nella prima riga)


N.

1,5

2,5

4

6

10

1

16

16

16

16

16

2

16

20

20

25

32

3

16

20

25

32

32

4

20

20

25

32

32

5

20

25

25

32

40

6

20

25

32

32

40


I diametri in commercio partono da 16 millimetri. Tubi con questo diametro, ad esempio, possono contenere n.3 cavi unipolari senza guaina con sezione di 1.5 millimetri quadri. E' comunque meglio non porsi in situazioni limite.

 

GRADO DI PROTEZIONE DEGLI INVOLUCRI IP


Gli involucri assicurano la protezione di un componente elettrico contro agenti esterni e contro i contatti diretti. Essi hanno diversi gradi di protezione contro l'introduzione di corpi solidi e di acqua, in base alle diverse situazioni in cui possono essere usati.
Il grado di protezione è indicato con le lettere IP seguite da due numeri: la prima cifra indica il grado di protezione contro i corpi solidi e la seconda il grado di protezione contro l'acqua. Se non vi è la classificazione per uno dei due casi, la cifra è sostituita da una X.


I cifra

Descrizione

II cifra

Descrizione

0

Non protetto. Non è prevista alcuna particolare protezione

0

Non protetto

1

Protetto contro i corpi solidi di dimensioni superiori a 50 mm o una grande superficie del corpo umano (ad es. una mano)

1

Protetto contro la caduta verticale di gocce di acqua

2

Protetto contro i corpi solidi di dimensioni superiori a 12 mm (ad es. un dito della mano)

2

Protetto contro la caduta di gocce di acqua con una inclinazione massima di 15 gradi

3

Protetto contro i corpi solidi di dimensioni superiori a 2,5 mm (ad es. un cacciavite)

3

Protetto contro la pioggia da una direzione, rispetto alla verticale, fino a 60 gradi

4

Protetto contro i corpi solidi di dimensioni superiori a 1 mm

4

Protetto contro gli spruzzi d'acqua da tutte le direzioni

5

Protetto contro la polvere

5

Protetto contro i getti d'acqua da tutte le direzioni

6

Totalmente protetto contro la polvere

6

Protetto contro le ondate o getti potenti

 

 

7

Protetto contro gli effetti dell'immersione

 

 

8

Protetto contro gli effetti della sommersione in continuità

Normalmente non si deve scendere mai al di sotto di IP20. In ambienti particolari il limite minimo sale. Ad esempio: cucine IP21, giardini IP24, cantieri IP35, esterno piscine IP37.
A volte si possono incontrare dei simboli che corrispondono a specifici gradi di protezione:


I simboli possono essere combinati.


Esempio di custodia IP55



LETTERA ADDIZIONALE
Oltre le due cifre appena descritte può apparire una lettera ad indicare l'inaccessibilità dell'involucro alle dita di una mano. E' ovvio che si usa solo se l'inaccessibilità non è già garantita dalla prima cifra.


A

Impedisce l'accesso con il palmo della mano

B

Impedisce l'accesso con un dito

C

Impedisce l'accesso con un attrezzo impugnato

D

Impedisce l'accesso con un filo impugnato

 

APPARECCHI DI CLASSE II



Vi sono apparecchi elettrici che non devono essere collegati all'impianto di terra in quanto la protezione è affidata a un doppio isolamento o a un isolamento rinforzato. Per riconoscerli basta guardare la targa: deve essere riportato il simbolo in figura.

Si può trovare, ad esempio, su vari elettrodomestici come asciugacapelli, aspirapolvere, radio. La loro spina non ha il contatto centrale che serve, infatti, per il collegamento all'impianto di terra.



CONDUTTURE DI CLASSE II
Si considerano condutture di classe II in bassa tensione i cavi con guaina non metallica aventi tensione nominale maggiore di un gradino rispetto a quella necessaria (Uo/U=450/750V invece di Uo/U=300/500V strettamente necessari).

BASSISSIMA TENSIONE



Sistemi elettrici a bassissima tensione (categoria zero): sistemi con tensione nominale e tensione nominale verso terra non superiore a 50 volt in corrente alternata e a 120 volt in corrente continua non ondulata.

Con livello di sicurezza decrescente si hanno:
Sistemi SELV: a bassissima tensione di sicurezza

  • Sorgente autonoma o di sicurezza;
  • Separazione di protezione verso gli altri sistemi elettrici;
  • Isolamento da terra.

Sistemi PELV: a bassissima tensione di protezione

  • Sorgente autonoma o di sicurezza;
  • Separazione di protezione verso gli altri sistemi elettrici;
  • Un punto collegato a terra.

Sistemi FELV: a bassissima tensione funzionale

  • Manca uno dei tre requisiti richiesti dai Sistemi SELV.

PRESE E ADATTATORI



Il Italia si usano principalmente tre tipi di spine. Vediamo alcuni tipi di adattatori che, se a volte possono agevolare l'uso di apparecchiature elettriche, spesso, con l'uso improprio, innalzano notevolmente il rischio elettrico.


Solitamente nelle abitazioni le prese da 10 A (foto) non hanno una protezione particolare che impedisca di assorbire una corrente superiore (sovraccarico). E' la forma stessa della presa a consentire l'inserimento solo di spine in dotazione ad apparecchi che non superano i 10 ampere di assorbimento.

Conseguenza ovvia di quanto esposto al punto precedente, è la pericolosità di adattatori, come quello in figura, che permettono di inserire una spina da 16 A in una presa da 10 A.
Infatti si ha la possibilità di assorbire una corrente maggiore di quella sopportabile dalla presa, senza che nessuna protezione intervenga: si ha un surriscaldamento per effetto Joule.
Il vecchio adattatore nella foto, inoltre, non ha il contatto di terra, pur consentendo l'inserimento di spine dotate del contatto centrale.

Non ci sono problemi, invece, nell'utilizzare adattatori che consentono di inserire una spina da 10 A in una presa da 16 A.

Per il sovraccarico bisogna porre molta cautela anche utilizzando degli adattatori tripli (nella foto un tipo vecchio e pericoloso), che consentono l'inserimento di 3 spine da 10 A in una presa da 10 A, e quindi un assorbimento teorico di 30 A.
Anche lo stesso adattatore non è costruito per sopportare tale corrente.
L'attenzione, quindi, sta nel non superare un assotbimento di 10 ampere.

Da evitare nel modo più assoluto l'inserzione a catena di adattatori (foto), estremamente pericolosa anche per l'instabilità meccanica. Inoltre il peso delle spine potrebbe portare alla fuoriuscita della presa dalla propria scatola.

Non tutti gli adattatori assicurano la presenza del contatto di terra. L'adattatore nella foto, da standard tedesco a due prese tipo 10 A (ma è indicata una corrente max di 2,5 A per presa), non ha il contatto di terra. E' possibile usarlo solo con apparecchi in classe II e, fortunatamente, non essendo presente l'alveolo centrale, non è comunque possibile inserire spine dotate di contatto di terra.


 


Adattatore triplo
per standard tedesco

 

ISOLAMENTO, MASSA, CONTATTI



TIPI DI ISOLAMENTO
L'isolamento elettrico impedisce che le parti in tensione vengano in contatto con altre parti conduttrici. L'isolamento principale è quello strettamente necessario per difederci dalle folgorazioni.
Per aumentare il livello di sicurezza si può aggiungere un isolamento supplementare, che ci protegga anche in caso di cedimento di quello principale, ottenendo il doppio isolamento.
Se l'isolamento è unico ma ha lo stesso grado di sicurezza del doppio, siamo in presenza dell'isolamento rinforzato.

MASSA
E' definita massa una qualunque parte metallica facente parte dell'impianto elettrico e normalmente non in tensione, ma che si può trovare in tensione a causa del cedimento dell'isolamento principale. Una massa è, ad esempio, la carcassa della lavatrice.
Se la parte metallica è separata dalle parti in tensione da un isolamento doppio o rinforzato, non è una massa.

CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI
Uno dei pericoli più comuni nell'utilizzo di apparecchiature elettriche è quello di entrare in contatto con parti in tensione con conseguente passaggio di corrente attraverso il corpo umano (vedere Pericolosità della corrente elettrica).
Esistono due tipi di contatto e questa distinzione è fondamentale poichè le misure di protezione sono diverse, anche se agiscono tutte in uno dei due modi possibili: riduzione del valore della corrente o riduzione del tempo in cui attraversa il corpo umano.
Si ha contatto diretto toccando una parte dell'impianto normalmente in tensione. E', ad esempio, contatto diretto quello con il conduttore di un cavo elettrico, quello con l'attacco di una lampadina mentre la si avvita o quello con un cacciavite infilato nell'alveolo di una presa di corrente.
Si ha contatto indiretto toccando una massa in presenza del cedimento dell'isolamento principale, indipendentemente dal collegamento o meno a terra.

 

CATEGORIE DEI SISTEMI ELETTRICI

 

 

TENSIONE

CATEGORIA

corrente alternata

corrente continua non ondulata

0

minore di 50 volt

minore di 120 volt

I

da 50 volt (compresi) a 1000 volt

da 120 volt (compresi) a 1500 volt

II

da 1000 volt (compresi) a 30000 volt

da 1500 volt (compresi) a 30000 volt

III

maggiore di 30000 volt

maggiore di 30000 volt

 

 

GIUNZIONI

 

Le giunzioni tra cavi elettrici non possono essere effettuate semplicemente attorcigliandoli tra loro e rivestendoli di nastro isolante (foto al lato). Bisogna, invece, utilizzare degli appositi morsetti (foto sotto) di adeguate dimensioni, che vanno ben serrati intorno alla giunzione stessa.

 

LA PROLUNGA


L'uso della prolunga, specie in ambito casalingo, è molto diffuso. Questo porta a considerarla un mezzo da usare con leggerezza.
Le normali prolunghe hanno una sezione molto piccola (ad esempio: 1 mmq) e, di conseguenza, risulta facile collegare carichi che assorbono una corrente superiore a quella consentita (portata della prolunga).
La presa a cui colleghiamo la prolunga può presentare il morsetto di terra, ma la prolunga può risultare sprovvista del relativo conduttore, impedendo il collegamento dell'utilizzatore all'impianto di terra.

L'uso tipico di una prolunga porta spesso a un rapido deterioramento della stessa. E' importante, quindi, verificarne visivamente e con una certa frequenza lo stato di integrità.

Con le prolunghe che terminano con prese come quelle nella foto, bisogna prestare ancora più attenzione a non superare la corrente massima prevista (nella migliore delle ipotesi pari a 16 ampere). Infatti è meccanicamente possibile inserire ben 6 spine che assorbono 16A ciascuna, per un totale improponibile di 96A.

 

IL "FAI DA TE"


Innanzi tutto bisogna premettere che il "fai da te" sugli impianti elettrici è tassativamente vietato.
Tutti i lavori devono essere eseguiti da imprese installatrici o installatori abilitati. Importante, in questo campo, è la legge 46 - 5.3.1990 - "Norme per la sicurezza degli impianti" con il relativo regolamento di attuazione.
Per i lavori su apparecchiature elettriche, quali portalampada o piccoli elettrodomestici, si sconsiglia, comunque, qualunque intervento se non si hanno delle buone conoscenze di base nel campo specifico.


Alle apparecchiature elettriche non si addice l'improvvisazione!



ATTENZIONE ALL'INTERRUTTORE UNIPOLARE
Normalmente una buona parte degli interruttori usati è di tipo unipolare. Essi interrompono solo uno dei due conduttori (fase e neutro) per cui non sono idonei a garantire l'assenza di tensione sulle apparecchiature alimentate, anche se queste non sono in funzione.

ESEMPIO: portalampada - se l'interrutore è aperto (lampada spenta) ma l'interruzione riguarda il neutro e non la fase, la corrente non circola, ma la tensione giunge ugualmente sul portalampada con pericolo di contatto diretto. Solitamente non conosciamo il punto di azione dell'interruttore e la lampada spenta non ci garantisce l'assenza di tensione.



Lampada spenta e portalampada non in tensione


Lampada spenta ma portalampada in tensione

Prima di qualunque lavoro su apparecchiature elettriche bisogna staccare la spina (se presente) o aprire l'interruttore bipolare (ad esempio quello generale). Non basta aprire il normale interruttore unipolare che comanda l'apparecchiatura.


Interruttori bipolari sono solitamente quelli presenti nel quadro elettrico di un appartamento e quello generale del contatore.

 

LA PIATTINA


In passato è stata molto usata la piattina per la realizzazione degli impianti elettrici e ancora oggi svolge la sua funzione in diversi edifici. La si vede prevalentemente posata sulle pareti mediante piccoli chiodi infissi ad intervalli più o meno regolari in corrispondenza della linea mediana, con elevata probabilità di cortocircuito. In altri casi alimenta apparecchi mobili o è utilizzata come prolunga, spesso senza tener conto della portata e delle sollecitazioni meccaniche che può sopportare.
Oggi in quasi tutti gli impianti realizzati con questo componente dovrebbe comparire il famoso cartello con teschio a indicare il "pericolo di morte", in quanto la piattina non eccelle sia sotto il profilo dell'isolamento, sia sotto quello della sezione e sia sotto quello della resistenza meccanica.
Anche in passato, per poter usare la piattina, bisognava rispettare regole ben precise, ma siamo sicuri che molto spesso rimanevano solo sulla carta. Ad esempio la parete non doveva essere di materiale combustibile e l'ambiente non doveva essere con pericolo di esplosione o di incendio. Doveva essere fuori portata per evitarne il danneggiamento e il fissaggio doveva avvenire tramite graffette a distanza non superiore a 0.5 metri che non danneggiassero l'isolante (quindi senza perforazione).
Oggi sopravvive solo il cavo flessibile bipolare piatto divisibile, con sezioni molto piccole (0.5 e 0.75 mmq), denominato H03VH-H. Date le sue caratteristiche non è adatto per installazione fissa. Può essere al massimo usata il luoghi non pericolosi per alimentare piccoli apparecchi portatili e con sollecitazioni meccaniche molto deboli.
In definitiva conviene modificare al più presto i tratti di impianto realizzati con piattina e con particolare sollecitudine se la posa si allontana dalle regole sopra riportate.

 

ANTENNA TV E TERRA


QUANDO SI COLLEGA A TERRA IL PALO DI SOSTEGNO DELL'ANTENNA TV?

PRIMO CASO
L'edificio sia senza antenna che con antenna non ha bisogno di un sistema di protezione contro i fulmini: il sostegno dell'antenna non va collegato all'impianto di terra.

SECONDO CASO
Anche senza antenna l'edificio in esame ha bisogno di un sistema di protezione contro i fulmini (LPS): il sostegno dell'antenna, se sporgente all'esterno dell'edificio con superficie maggiore di 1 mq o altezza maggiore di 1 metro, deve essere collegato all'LPS esterno.

TERZO CASO
L'edificio è autoprotetto contro i fulmini senza antenna, ma l'aggiunta di quest'ultima fa aumentare in modo non accettabile la frequenza di fulminazione: il sostegno dell'antenna va collegato a terra e bisogna installare un LPS interno.



LO SCHERMO DEL CAVO COASSIALE
Lo schermo del cavo coassiale facente parte di un impianto TV centralizzato va considerato come una massa e pertanto deve essere collegato a terra oltre, ovviamente, alla presenza di un adeguato interruttore differenziale.

 

 

ESEMPIO 1


In questa pagina si ricorre ad un esempio per sollecitare l'attenzione sull'usura o su eventuali difetti di fabbricazione di componenti che, di solito, non creano particolari preoccupazioni.

Il locale in questione è dotato di impianto a vista. Al termine della giornata di lavoro, tutte le luci sono state regolarmente spente tramite quattro interruttori unipolari, racchiusi in un'unica cassetta, ognuno dei quali comandava semplicemente 8 tubi fluorescenti da 58 watt.
Alla riapertura, tutte le luci erano accese e la cassetta con gli interruttori risultava carbonizzata. Evidente il principio di incendio.
Fortunatamente i materiali costituenti l'impianto sono del tipo non propagante l'incendio, per cui il fenomeno ha riguardato solo le immediate vicinanze degli interruttori. Inoltre nessun arredo infiammabile stazionava nella zona.

In pratica tutti i cavi si sono fusi insieme e le luci si sono riaccese. Da notare che in questo caso non intervengono i normali interruttori di protezione. Non interviene il magnetico, perchè non si tratta di cortocircuito, non interviene il termico, perchè non si tratta di sovraccarico e non interviene il differenziale perchè non vi è stata dispersione.

 

ESEMPIO 2


 

La foto mostra un uso estremamente pericoloso della famigerata piattina.
La lampada, posta alla testa di un letto, è alimentata da una linea fissata, come nella peggiore tradizione, da un chiodo ben visibile e segnalato dalla freccia.
Già in condizioni normali la testa del chiodo, ovviamente metallica, può col tempo danneggiare il piccolo strato di materiale isolante, creando un ponticello tra la fase e il neutro e, quindi, un cortocircuito. In questo caso il pericolo è accentuato dall'estrema vicinanza dell'interruttore, che viene anche manovrato al buio: le probabilità che le dita tocchino e sollecitino la piattina fissata con il chiodo sono estremamente alte.
Risulta anche da testare il grado di infiammabilità del materiale posto sulla muratura, a cui la lampada e la piattina aderiscono.

 

Fonte: www.valentiniweb.com/piermo/meccanica/mat/La%20sicurezza.doc
Link sito web: www.valentiniweb.com

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Che cos'é  il SALVAVITA e come funziona?
Il nome di SALVAVITA viene comunemente chiamato l'interruttore posizionato a valle del contatore elettrico che permette di interrompere l'erogazione di energia elettrica nel caso in cui si verifichi un sovraccarico, un corto circuito o altri fenomeni pericolosi.
Il SALVAVITA è un interruttore con relè differenziale che controlla le correnti di DISPERSIONE ovvero in conseguenza di un guasto nell'isolamento dell'impianto, dell'elettrodomestico o nel caso in cui veniamo a contatto con un cavo in tensione, (un bambino che inserisce un chiodo in una presa di corrente), il salvavita: sentendo una differenza di potenziale tra le due correnti (di uscita e di ritorno) scatta in un lasso di tempo molto breve, togliendo tensione all'impianto. Solitamente il Salvavita viene associato ad un 'interruttore magnetotermico.
L'interruttore MAGNETOTERMICO, serve invece a proteggere l'impianto dai corti circuiti e dai sovraccarichi.
Si può così riassumere che:

  1. Il SALVAVITA protegge dalla DISPERSIONE perché in esso la corrente che ritorna deve essere uguale a quella che esce, quindi la corrente che si disperde o in una parte conduttrice non facente parte del circuito (l'involucro di un'elettrodomestico) o nel nostro corpo, lo fa intervenire togliendo tensione all'impianto.
  2. L'interruttore MAGNETOTERMICO protegge dal CORTO CIRCUITO ossia nel caso di guasto dell'impianto, quando vengono a contatto i conduttori dove passa la corrente e dal SOVRACARICO, quando il consumo di energia è elevato rispetto alla taratura dello stesso magnetotermico.  

Queste apparecchiature dovrebbero essere installate subito a valle di ogni contatore elettrico, evitando eventuali disagi e prevenendo così ulteriori danni alle persone. L'uso di queste apparecchiature è sancito dalla legge 46/90 concernente la sicurezza degli impianti elettrici.
Perché prendo la scossa quando tocco gli elettrodomestici?
Le possibilità di prendere la scossa possono essere svariate, di solito sono dovute nei casi di mal funzionamento, o dell'elettrodomestico o dell'impianto di terra, premesso che questi esista, o nel caso in cui si tocca la carcassa metallica dell'elettrodomestico (in funzione) con le mani bagnate o a piedi nudi e quindi con una tendenza ad essere male isolati, dando così modo alla corrente di attraversare il nostro corpo, anziché scaricarsi verso terra. Per evitare tali inconvenienti, sia per questi casi che per altri, è obbligatorio per Legge e fondamentale per la sicurezza l' utilizzo dell' interruttore differenziale (SALVAVITA), il quale, non'è che impedisce di prendere la scossa ma, fa in modo di prenderla in un tempo talmente breve (millesimi di secondo) da non provocare alcun danno al corpo umano.
Cos'è l'impianto di terra?
L’impianto di terra è un mezzo fondamentale per disperdere correnti elettriche nel terreno e per proteggere, unitamente ai dispositivi d’interruzione automatica del circuito (SALVAVITA/MAGNETOTERMICO), le persone dal pericolo di elettroconduzione. L'impianto di terra, rappresenta una delle soluzioni più utilizzate per raggiungere il miglior livello di sicurezza. Il nostro corpo umano è un discreto conduttore di elettricità ciò significa che non si oppone al passaggio della corrente, che può causare, al nostro organismo, effetti dannosi: ustioni, paralisi e allo stato più grave la morte. Per evitare tali incidenti basta osservare alcune precauzioni, come la realizzazione dell'impianto di terra cioè la connessione al terreno (suolo) di tutte le masse metalliche siano esse involucri di elettrodomestici, caldabagno, lavatrice, forno elettrico, e qualunque massa metallica che per difetto d'isolamento potrebbe andare in tensione. L'impianto di terra è costituito da conduttori di colore GIALLO-VERDE (naturalmente di sezione adeguata alle esigenze impiantistiche) e uno o più dispersori (in base al valore ohmmetrico che si deve ottenere) conficcati nel terreno. La funzione di questo impianto (parallelo a quello della rete elettrica), è facile da capire: se, per qualsiasi motivo, si dovesse verificare un contatto tra la rete elettrica e l'involucro metallico dell'utilizzatore domestico, la corrente troverà nel conduttore GIALLO-VERDE la via più facile da seguire e si disperderà verso terra senza causare danno alle persone.
Scatta il contatore dell'ENEL, l'inconveniente è che devo uscire dall'appartamento per riattivarlo, non si potrebbe evitare? 
Superato il limite consentito di consumo energetico, che di solito per quelli domestici è di 3Kw + 10%,di potenza, scatta inevitabilmente il disagio per la maggior parte delle utenze, che sicuramente può essere evitato solamente sacrificando una piccola parte di energia, cioè installando un interruttore MAGNETOTERMICO di amperaggio inferiore rispetto al limitatore dell' ENEL, quindi, ipoteticamente, se accendendo il forno, lo scaldabagno, la lavatrice e le luci scatta prima il contatore e mai la/e protezione/i a monte dell'impianto, ovvero il suddetto interruttore. Pertanto installandone uno di portata inferiore si otterrà l'effetto voluto: scatterà se si accende contemporaneamente il forno, la lavatrice e le luci, quindi consumeremo 8 anzi che 10 dell'energia a noi fornita.
Chi mi dà la sicurezza dell'impianto?
La Legge che garantisce la sicurezza dell'impianto è la n°46 del 1990. Essa stabilisce che il professionista essendo tale cioè iscritto alla Camera di Commercio o all'albo provinciale delle imprese artigiane relativi agli impianti elettrici, al termine dei lavori, siano essi di installazione, ampliamento, trasformazione o manutenzione straordinaria, deve rilasciare la Dichiarazione di conformità, la quale dovrà contenere:

  1. Il numero della partita  I.V.A. dell'impresa
  2. Il numero di iscrizione alla Camera di Commercio
  3. La relazione contenente la tipologia sia del lavoro svolto che dei materiali impiegati, e laddove sia necessario, il progetto
  4. La dichiarazione di conformità che l'impianto è stato realizzato a "regola d'arte" utilizzando materiali costruiti anch'essi a "regola d'arte" e conformi alle norme

P.S. Senza tale dichiarazione, anche in caso di nuova costruzione il comune non rilascerà il certificato di abitabilità o di agibilità.
fonte: www.ginna.it/Offerta%20Ginna%20mese%20di%20Marzo.doc
fonte http://www.libreopinion.com/members/elettricistamila/Lelettricistarisponde.htm

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

 

Sicurezza elettrica

 

Generalità

 

L’energia elettrica è presente nelle industrie, nei posti di lavoro, nelle nostre case con le più svariate applicazioni.

Per merito delle sue eccezionali caratteristiche di flessibilità, se correttamente utilizzata, è la fonte di energia più sicura tra quelle di comune impiego. Per ottenere ciò è necessario che siano predisposte opportune difese a protezione da possibili rischi.

Ne consegue che opportune precauzioni e norme comportamentali devono diventare patrimonio tecnico-culturale comune a quanti non sono esperti e come tali applicate ovunque.

 

Definizione di elettrocuzione

 

Il fenomeno meglio conosciuto come "scossa" elettrica, viene propriamente detto elettrocuzione, cioè condizione di contatto tra corpo umano ed elementi in tensione con attraversamento del corpo da parte della corrente.
Condizione necessaria perché avvenga l'elettrocuzione è che la corrente abbia rispetto al corpo un punto di entrata e un punto di uscita.
Il punto di entrata è di norma la zona di contatto con la parte in tensione; il punto di uscita è la zona del corpo che entra in contatto con altri conduttori consentendo la circolazione della corrente all'interno dell'organismo seguendo un dato percorso.

 

contatto con corpi estranei, non si verifica la condizione di passaggio della corrente e non si registra alcun incidente.
Mentre se la medesima circostanza si verifica a piedi nudi si avrà elettrocuzione con circolazione della corrente nel percorso che va dalla mano verso il piede, in tal caso punto di uscita.
La gravità delle conseguenze dell'elettrocuzione dipende dall'intensità della corrente che attraversa l'organismo, dalla durata di tale evento, dagli organi coinvolti nel percorso e dalle condizioni del soggetto.

  In altre parole,  se   accidentalmente   le dita della mano  toccano una parte  in tensione ma l'organismo è isolato da  terra (scarpe di gomma) e non  vi è  altro
Il corpo umano è un conduttore che consente il passaggio della corrente offrendo, nel contempo, una certa resistenza a tale passaggio.

Minore è la resistenza, maggiore risulta la quantità di corrente che lo attraversa. Detta resistenza non è quantificabile in quanto varia da soggetto a soggetto, anche in funzione delle differenti condizioni in cui ci si può trovare al momento del contatto.

Molteplici sono i fattori che concorrono a definirla e che in sostanza non consentono di creare un parametro di riferimento comune che risulti attendibile.

Tra essi vi è il sesso, l'età, le condizioni in cui si trova la pelle, la superficie di contatto (la resistenza è offerta quasi totalmente da essa), la sudorazione, le condizioni ambientali, gli indumenti interposti, la resistenza interna che varia da persona a persona, le condizioni fisiche del momento, il tessuto e gli organi incontrati nel percorso della corrente dal punto di entrata al punto di uscita.

Effetti dell’elettrocuzione

 

  


Gli effetti provocati dall'attraversamento del
corpo da parte della corrente sono:

  • Tetanizzazione
  • Arresto della respirazione
  • Fibrillazione ventricolare
  • Ustioni.

 

Tetanizzazione

E' il fenomeno che per eguale effetto, prende il nome da una malattia di natura diversa.

In condizioni normali, la contrazione muscolare è regolata da impulsi elettrici trasmessi, attraverso i nervi, ad una placca di collegamento tra nervo e muscolo, detta placca neuromuscolare.

L'attraversamento del corpo da parte di correnti alternate provoca, a certi livelli di frequenza, fenomeni indesiderati di contrazione incontrollabile che determinano in modo reversibile l'impossibilità di reagire alla contrazione.

Ad esempio il contatto tra un conduttore in tensione e il palmo della mano determina la chiusura indesiderata e incontrollabile della mano che rimane per questo attaccata al punto di contatto.

Arresto della respirazione

La respirazione avviene mediante inspirazione e successiva espirazione di un certo volume di aria che si ripete in condizioni normali (circa 12-14 volte al minuto).

I singoli atti respiratori avvengono per la contrazione dei muscoli intercostali e del diaframma che con il loro movimento variano il volume della cassa toracica.

Durante l'elettrocuzione per i medesimi motivi che determinano la tetanizzazione i muscoli si contraggono e non consentono l'espansione della cassa toracica impedendo la respirazione.

Se non si elimina velocemente la causa della contrazione e se non si pratica in seguito a evento di notevole intensità la respirazione assistita il soggetto colpito muore per asfissia.

Fibrillazione ventricolare

Quanto già esposto lascia intuire che in un organo notoriamente delicato quale è il cuore, che basa la propria funzionalità su ritmi dettati da impulsi elettrici, ogni interferenza di natura elettrica può provocare scompensi alla normale azione di pompaggio.

In funzione dell'intensità di corrente e della durata del fenomeno accidentale, detta alterazione causa il mancato pompaggio di sangue ossigenato. Ciò determina il mancato nutrimento in primo luogo del cervello che, a differenza di altri organi non può resistere per più di  3 - 4 minuti senza ossigeno, senza risultare danneggiato in modo irreversibile.

In questo caso un tempestivo massaggio cardiaco offre qualche possibilità di recuperare l'infortunato, altrimenti destinato a morte sicura.

 

Ustioni

Sono la conseguenza tanto maggiore quanto maggiore è la resistenza all'attraversamento del corpo da parte della corrente che, per effetto Joule determina uno sviluppo di calore.

Normalmente le ustioni si concentrano nel punto di ingresso ed in quello di uscita della corrente dal corpo in quanto la pelle è la parte che offre maggiore resistenza.

Come per gli altri casi la gravità delle conseguenze sono funzione dell'intensità di corrente e della durata del fenomeno.

 
I pericoli legati alla corrente elettrica

Si possono suddividere in quattro categorie principali:

  • Contatto diretto
  • Contatto indiretto
  • Arco elettrico
  • Incendio di origine elettrica

 

I primi due sono legati principalmente alla persona e come conseguenza portano l’elettrocuzione.

I restanti due creano principalmente danni alle cose (danno economico).

Contatto diretto

 

 

  

 


Avviene quando si entra in contatto con conduttori "nudi" (fili elettrici scoperti) o direttamente accessibili, in tensione.
Può anche avvenire per contatto tramite interposizione di oggetti metallici

 

Contatto indiretto

  


Avviene quando si entra in contatto con parti metalliche normalmente non in tensione che, a causa di un guasto o della perdita di isolamento di alcuni componenti, risultano inaspettatamente in tensione
Il contatto indiretto è più insidioso del contatto  diretto  in   quanto   è   impossibile
il contatto con parti metalliche che normalmente non si prevede siano soggette a tensioni quali ad esempio le masse metalliche degli elettrodomestici.

 

 

 Arco elettrico

 

E' costituito da una sorgente di calore assai intensa e concentrata, con emissione di gas e di vapori surriscaldati e tossici, proiezione di particelle incandescenti, irraggiamento termico e raggi ultravioletti che si manifestano in caso di guasto o di manovre su apparecchiature elettriche, ed esempio durante i corto circuiti.

 

Incendio di origine elettrica

 Altri pericoli connessi alla presenza di energia elettrica sono l'incendio di origine elettrica, l'innesco in atmosfera esplosiva e la mancanza di energia elettrica.
L'incendio è dovuto ad un'anomalia dell'impianto elettrico, ad un corto circuito, ad un arco elettrico o ad un sovraccarico, possibili cause dell'innesco della combustione.

In alcuni casi l'impianto elettrico funge da vettore di un incendio, in quanto costituito da materiale combustibile (cavi ad isolamento plastico).
L'impianto elettrico può provocare l'innesco di sostanze esplosive, di atmosfere di gas, di vapori o di polveri, a causa della formazione dell'arco elettrico (manovre, guasti), di sovraccarichi e di corto circuiti.
Indirettamente anche la mancanza di energia elettrica può essere causa di infortuni.
Un Black-out, può rappresentare durante una lavorazione pericolosa un fattore di notevole rischio.

 

Misure protettive

L'utilizzo di corrente elettrica in condizioni di sicurezza può avvenire per mezzo di sistemi di protezione attivi o passivi, tramite i quali si cerca, come obiettivi primari, di evitare il contatto diretto e, in caso contrario, di ridurre la durata di attraversamento del passaggio della corrente nel corpo umano.

Le misure di protezione variano a seconda dell'utente cui sono destinate.

Le protezioni totali sono destinate a quanti non sono edotti sui rischi derivanti dal contatto con l'energia elettrica; le protezioni parziali sono destinate a persone opportunamente formate nel settore e vengono applicate nei luoghi dove solo ad esse è consentito accedere.

Le misure di protezione totali si attuano con le seguenti metodologie dettate dalle norme CEI: isolamento delle parti attive del circuito elettrico con materiale isolante che deve ricoprire completamente le parti in tensione ed avere caratteristiche idonee alle tensioni di esercizio e alle sollecitazioni meccaniche cui è sottoposto; utilizzo di involucri che assicurino la protezione contro contatti diretti in ogni direzione e garantiscano la protezione contro le sollecitazioni esterne; barriere atte ad evitare il contatto di parti del corpo con le parti attive.
Misure preventive

ALCUNE SEMPLICI REGOLE DA SEGUIRE DENTRO E FUORI I LUOGHI DI LAVORO CHE POSSONO PROTEGGERE LA VITA.

 

  • Assicurarsi della rispondenza dell'impianto elettrico alla L.46/90 (attestato di conformità).
  • Conoscere il luogo in cui è posizionato il quadro elettrico generale.
  • Conoscere la posizione del quadro elettrico di zona (es: il piano o l'appartamento) per essere in grado di isolare l'intera zona.
  • Conoscere la funzione dei vari interruttori del quadro di zona per essere in grado di isolare l'ambiente desiderato.
  • Verificare spesso il buon funzionamento dell'interruttore differenziale (pulsante test).
  • Non lasciare accesi apparecchi che potrebbero provocare un incendio durante la vostra assenza o di notte. Non chiudere mai la stanza a chiave se dentro vi sono utilizzatori pericolosi accesi.
  • Non utilizzate mai apparecchi nelle vicinanze di liquidi o in caso di elevata umidità
  • Leggere sempre l'etichetta di un utilizzatore, specie se sconosciuto, per verificarne la quantità di corrente assorbita, l'esistenza di marchi CE, IMQ, e, se previsto di doppio isolamento (simbolo: un quadrato inscritto in un altro quadrato).
  • Gli impianti vanno revisionati e controllati solo da personale qualificato. Non eseguite riparazioni di fortuna.
  • Le prese sovraccaricate possono riscaldarsi  e divenire causa di corto circuiti, con conseguenze anche gravissime. Evitare di servirsi di prolunghe: in caso di necessità, dopo l’uso staccarle e riavvolgerle.
  • Non utilizzare multiprese tipo "triple" collegate a "ciabatte" che a loro volta provengono da altre "triple" ecc. In questo modo si determina un carico eccessivo sul primo collegamento a monte del "groviglio" con rischio di incendio. Se gli utilizzatori (p.c., fax, stampanti, ecc.) aumentano e le prese disponibili non bastano, richiedere l'adeguamento dell'impianto e del numero di prese necessarie.
  • Le spine. La Comunità Europea non si è ancora pronunciata sul tipo di spine e di prese unificate utilizzabili nel territorio comunitario. Per questo circolano liberamente spine e prese di tipo diverso. Non utilizzare mai spine tedesche collegate (a forza) con prese italiane; in questo caso si ottiene la continuità del collegamento elettrico ma non quella del conduttore di terra.
  • Nel togliere la spina dalla presa non tirare mai il cavo e ricordarsi di spegnere prima l’apparecchio utilizzatore.
  • Non utilizzare mai l'acqua per spegnere un incendio di natura elettrica. Sezionare l'impianto e utilizzare estintori a polvere o preferibilmente a CO2.
  • Se qualcuno è in contatto con parti in tensione non tentare di salvarlo trascinandolo via, prima di aver sezionato l'impianto (tolto corrente).
  •  

fonte: http://www.geosystemsweb.com/securlab/pdf/a7/11%20-%20Rischio%20da%20Elettrocuzione.doc

link sito web :www.geosystemsweb.com

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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