Qualche informazione sull'origine dei nomi e dei cognomi l’onomastica

 

 

 

Qualche informazione sull'origine dei nomi e dei cognomi l’onomastica

 

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Qualche informazione sull'origine dei nomi e dei cognomi l’onomastica

L’onomastica

L’onomastica è la scienza che studia i nomi propri. L’antroponimia, invece, è quella parte dell’onomastica che studia i nomi degli uomini (dal momento che, come sai, non sono solo gli uomini ad avere un nome proprio, ma anche i fiumi, i laghi, i mari, gli animali ecc.).
Quello che forse ti sorprenderà di più, oltre al fatto che ci sono uomini (pochi, si capisce) che passano la loro vita a studiare i nomi delle persone, è sapere che il tuo nome e il tuo cognome, come quelli di tutti, sono parole che hanno un significato, anche se questo significato molto spesso è così antico che fatichiamo a comprenderlo.

 

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Il nome personale
Iniziamo a parlare del tuo nome di battesimo, che più precisamente chiameremo nome personale.
La prima cosa che devi sapere è che il tuo nome personale è stato scelto liberamente dai tuoi genitori; e che tu, un domani, potrai fare la stessa cosa quando avrai dei figli (questo, ricordalo subito, non accade con il cognome!).
Certo, i tuoi genitori non hanno inventato il tuo nome personale (anche se in teoria potevano farlo e chiamarti, mettiamo, Pippiripicchio o Pepperepè), ma l’hanno scelto come la maggior parte delle persone da un repertorio tradizionale, ovvero da un insieme di nomi che noi italiani generalmente utilizziamo e che, per lo più, hanno un’origine greca, latina, ebraica o germanica.
In queste lingue, ogni nome personale aveva (e ha ancora oggi) un significato preciso.
Facciamo due esempi semplicissimi: Stefano e Laura.
Stefano viene dal greco stephanos che significa corona, ornamento e simbolo di vittoria; Stefano significa dunque “l’incoronato”, colui che porta la corona della vittoria.
Laura viene invece dal latino laurea, che significa corona di alloro. Laura è “l’incoronata di alloro”, emblema anche questa volta della vittoria.
Due nomi “vincenti”, dunque, da dare ai propri figli. Non ti pare? 

Il cognome
Più complicato e lungo è il discorso sul cognome. Un discorso che, però, è forse più divertente.
Cominciamo col dire che il tuo cognome non ti identifica come individuo (a questo ci pensa il tuo nome di battesimo), ma come appartenente a una famiglia: tu fai parte insomma di un gruppo più o meno esteso di persone che portano il tuo stesso cognome perché sono parenti tra di loro. Pietro Banchi è, per esempio, quell’uomo, di nome Pietro, che appartiene alla famiglia dei Bianchi. Tutto chiaro?
In secondo luogo, lo accennavamo prima, il tuo cognome non è frutto di una libera scelta: te lo sei ritrovato accanto al nome, prendendolo da tuo papà, come tutti in Italia. Cambiarlo non è impossibile, ma difficilissimo (se tutti si scegliessero il cognome che vogliono, che caos ne verrebbe?).

Ora, ti sei mai chiesto che cosa significhi il tuo cognome? Ti sei mai chiesto quale sia la sua origine? Contrariamente a quel che viene naturale pensare, infatti, ogni cognome ha un significato e una origine.
Diciamo innanzitutto che i nostri cognomi, i cognomi di noi italiani, sono nati tanti secoli fa, tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna, e da allora ce li portiamo dietro, senza modificarli o inventarne di nuovi.  

Ma, chiederete voi,  perché e in che modo è nato in quei tempi lontani il mio cognome?
A quei tempi, rispondo io, non c’era in realtà un gran bisogno di cognomi. A portarlo erano soprattutto i nobili; la gente comune, che viveva isolata in piccole comunità, si chiamava per nome, e bastava. Solo dopo, quando le persone hanno iniziato a moltiplicarsi, a spostarsi, a commerciare, è divenuto necessario registrarle e identificarle anche con un cognome per non confonderle con altre.
Pensa se andavi a pagare le tasse e ti confondevano con uno che aveva il tuo stesso nome (e magari te le facevano pagare un’altra volta)!
Sono nate così le anagrafi delle chiese o delle amministrazioni pubbliche, dove ancora oggi ci si reca per depositare l’attestato della nostra nascita e del nostro nome e cognome. 

E come se li sono inventati questi cognomi? Con dei metodi molto semplici. Vediamone qualcuno.

1) I cognomi che derivano da un nome personale.
Mettiamo che in un paesino di quei tempi vivessero tre ragazzi di nome Mario: come fare a non confonderli se dovevano andare in un tribunale, o a registrare il loro matrimonio? Facile: questo che si sposa, proprio questo qui, è il Mario figlio di Pietro. Come lo chiameremo dunque? Lo chiamemo Mario Di Pietro. Impossibile scambiarlo con un altro. Tutti da allora cominciano a chiamarlo così, Mario Di Pietro. E così continueranno a chiamarsi anche i suoi figli, e i figli dei figli: Luca Di Pietro, Margherita di Pietro….

Tanti, senza saperlo, hanno un cognome che in origine era un nome personale (del padre, della madre, dell’antenato in generale). Prendiamo ancora il caso di Pietro. Da Pietro vengono Pietri, Petris, Pedri, Pedrinelli, Predazzi, Pedrolini, Pedrucci Peroni, Pedron e tantissimi altri, che ne sono i derivati o gli alterati.

2) I cognomi che vengono da un soprannome.
Siamo sempre nello stesso paesino con i tre Mario. Un altro modo per identificare uno dei tre è quello di usare una caratteristica particolare di questo ragazzo: una caratteristica del suo fisico, del suo carattere, del suo modo di essere.
È rosso di capelli? Bene, lo chiameremo Mario Rosso, o Mario Rossi, o Mario Russo.
È biondo? Sarà Mario Biondi. È moro? Mario Mori. Magro? Mario Magri. Basso? Mario Bassi ecc. E così tutti i suoi discendenti.
Beve un po’ troppo? Allora, per prenderlo in giro, lo chiameremo Mario Bevilacqua (anche se lui l’acqua non la beve mai, preferisce il vino). È goloso di grasso? Lo chiameremo Pap-pa-lar-do: uno che si pappa il lardo. È un mangione? Lo chiameremo Mario Mangia.

3) I cognomi che indicano la provenienza geografica.
Sono facilissimi da capire. I tre Mario abitano in posti diversi nel paese. Il Mario che abita vicino al pozzo è più facile identificarlo se lo chiamiamo Mario Pozzi. Il Mario che abita vicino al Ponte: Mario Ponti. Il Mario che abita vicino al fiume: Mario Fiumi. Il Mario che abita sulla riva: Mario Riva. E quello che abita sul monte? Prova a indovinare… Mario Monti! Facile, no?
Mettiamo un caso più difficile. In paese è arrivato un nuovo Mario, il quarto. Viene Da Molfetta, un paese delle Puglie. Come lo chiameremo? Io direi che lo possiamo chiamare Mario Di Molfetta.
E se era un Francese? Lo chiamavamo Mario Franceschi, o Franceschini, visto che non è tanto alto.

4) I cognomi che indicano un mestiere o professione.
Il più facile di tutti. C’è il Mario che lavora il ferro? Bene: Mario Ferrari! C’è il Mario che fa il cavaliere: Mario Cavalieri! Il Mario che taglia i capelli e le barbe? Mario Barbieri!

 

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Un’ultima cosa da non dimenticare: l’Italia è il paese che ha più cognomi nel mondo intero! In Cina, dove vivono tantissime persone, i cognomi sono quasi 1.000; in Italia superiamo i 35.000 (come fanno a non confondersi i cinesi?).

 

Fonte: http://collegiobentivoglio.it/Resource/Lonomastica.doc

Sito web da visitare: http://collegiobentivoglio.it/

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