Acne professionale

 

 

 

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Acne professionale

 

ACNE PROFESSIONALE


L’Acne professionale è una varietà che può insorgere in seguito all’esposizione sia a sostanze chimiche, sia a fattori ambientali meccanici e fisici.
L’eruzione può essere di medio grado, da esposizioni locali, o severa, disseminata su tutto l’ambito cutaneo. Inoltrela forma denominata cloracne quasi sempre rappresenta un segno cutaneo di esposizione sistemica a sostanze chimiche altamente tossiche.
Le forme di acne professionale di più frequente riscontro sono:

  1. Acne da oli lubrificanti
  2. Cloracne
  3. Acne da catrame minerale

 

Acne da oli lubrificanti
E’ la forma più comune di acne professionale frequentemente osservata in individui impiegati nel settore metalmeccanico. I lubrificanti acnigeni sono essenzialmente gli oli da taglio, specialmente i semi sintetici utilizzati nell’industria pesante, ma anche i comuni lubrificanti motoristici (per automobili, aerei, navi etc.)  ed il kerosene possono fare insorgere il quadro clinico acneico. Altri lavoratori potenzialmente soggetti a tale rischio sono quelli impiegati nelle perforazioni, nell’industria meccano-tessile, negli impianti petroliferi e di raffinazione e nei lavoratori del settore gomma. L’esposizione prolungata a tali sostanze produce una ipercheratosi follicolare reattiva che porta a ritenzione sebacea; ciò si manifesta clinicamente con la comparsa di comedoni aperti, di follicolite e di lesioni microcistiche causate dai lubrificanti stessi. Tali lesioni sono in genere primitivamente localizzate su aree esposte come le superfici dorsali delle mani e quelle estensorie degli avambracci. I vestiti da lavoro intrisi di lubrificante possono far insorgere le lesioni alle cosce, basso addome e glutei così come il gesto di asciugarsi il sudore con le maniche della tuta da lavoro può portare all’insorgere di lesioni al volto. Foruncoli veri e propri sono talvolta presenti (a differenza della cloracne) e possono mimare un acne cistica conglobata.
Il fattore chiave per la risoluzione del quadro, oltre la terapia sintomatica, è una corretta igiene nelle procedure di lavoro che impedisca il contatto degli oli con la cute e l’adozione di procedure che prevedano cambi giornalieri degli indumenti di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale eventualmente contaminati.
Cloracne
E’ causata dall’esposizione professionale ad alcuni idrocarburi aromatici alogenati ed è considerato l’indicatore più sensibile di una intossicazione professionale sistemica.
I composti cloracnigeni sono di solito similari strutturalmente, planari dal p.d.v. molecolare contenenti due anelli benzenici con gruppi alogeni in almeno tre delle posizioni laterali degli anelli.
La maggior parte dei casi di cloracne sono di origine professionale negli addetti agli impianti di produzione e più raramente negli utilizzatori dei prodotti finiti (ad es. erbicidi).
Clinicamente la cloracne è caratterizzata da multipli comedoni chiusi e cisti giallastre distribuite al volto, a livello delle regioni malare e retroauricolare con tipica assenza delle lesioni a livello del naso. All’aumentare del livello di intossicazione tali lesioni possono estendersi alla regione posteriore del collo, al tronco, alle estremità, natiche, scroto e pene. Alcuni rilievi cutanei associati possono far sospettare l’agente causale (vedi tabella seguente):

  1. iperpigmentazioni cutanee (PCP e TCDD)
  2. iperpigmentazioni ungueali  e delle mucose (PCB)
  3. ipercheratosi follicolare (PCB e TCDD)
  4. congiuntivite e alterazioni ghiandole di Moebio (PCB)
  5. eritema ed edema facciale (Triclorofenolo)
  6. ipertricosi (TCDD)
  7. iperidrosi palmare e plantare (TCDD e PCB)
  8. follicoliti e xerosi (TCAB e TCAOB).

Principali sostanze cloracnigene


Naftaleni polialogenati
policloronafteleni
polibromonaftaleni (in alcuni PBB)

Bifenili polialogenati
policlorobifenili (PCB)
polibromodifenili (PBB)

Dibenzofurani polialogenati (in alcuni PBB)
tri-, tetra-, penta- e esaclorodibenzofurani
polibromodibenzofurani, spec. tetrabromodibenzofurano

Contaminanti di policlorofenoli (erbicidi)
2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina (TCDD)
esaclorodibenzo-p-diossina
tetraclorodibenzofurano

Contaminanti di dicloroaniline (erbicidi)
3,4,3’,4’-tetracloroazossibenzene (TCAOB)
3,4,3’,4’-tetracloroazobenzene TCAB)

Principali cloracnigeni e sorgenti di esposizione


COMPOSTO

SORGENTE

Policloronaftaleni (fino al 1950)

in isolanti elettrici, materiali ignifughi, conservanti del legno, rivestimenti di scafi, come additivi nei lubrificanti

Policlorobifenili (PCB) (accumulo nel tessuto adiposo per lungo tempo)

in sistemi elettrici chiusi come i trasformatori e, in piccole quantità, come plasticizzanti nella cellulosa, resine viniliche e gomma e in fluidi idraulici. senico

Policlorodibenzofurani (PCDF)

contaminanti dei PCB e di fenoli clorinati (erbicidi)

Fenoli policlorinati

conservanti del legno e pelle,erbicidi, fungicidi, insetticidi e disinfettanti

Diossine

si formano nella produzione di solventi organici clorinati (esaclorofene e alcuni erbicidi)

Azo- e azossibenzeni

intermedi nella produzione di erbicidi

etc.)


Aspetti di diagnosi differenziale tra acne volgare e cloracne

 

ASPETTI CLINICI

 

ACNE VOLGARE

CLORACNE

Età’

adolescenza

tutte le età

Comedoni

presenti

>3 (se assenti si esclude la diagnosi)

Cisti giallastre

raramente

patognomoniche

Comedoni temporanei

raramente

diagnostiche

Papule e cisti infiammate

> 3

presenti

Coinvolgimento retroauricolare

non comune

comune

Coinvolgimento del naso

spesso risparmiato

spesso risparmiato

Segni sistemici associati

rari

comuni (epatiti, neuriti)

- Fotodermatiti croche
Per porre diagnosi di cloracne professionale è necessaria la presenza di un quadro clinico caratterizzato da:

  1. comedoni e cisti non infiammatorie in sedi non tipiche dell’acne volgare
  2. documentata esposizione a sostanze cloracnigene
  3. assenza do altre cause esterne

 

Le differenze tra cloracne e altre forme di acne professionale è segnalate nella tabella seguente.

ACNE

Etiologia

Sedi

Lesioni

Cloracne

alogenati aromatici

malare, retroauricolare, subpalpebrale, mandibolare

Comedoni, cisti giallastre (0.1-1 cm)

Da oli

oli da taglio aromatici e grassi

braccia, cosce, natiche

eritema, papule, pustole

Da catrame/pece

catrame/pece

volto, regione malare

comedoni aperti

Tropicale

caldo/umidità

dorso, collo, natiche

noduli, cisti

La cloracne tende lentamente a risolvere dopo la cessazione dell’esposizione, ma la sua durata dipende dalla severità dell’interessamento cutaneo in più o meno sedi.
Le misure preventive più efficaci quando si tratta di questo tipo di sostanze è la lavorazione a ciclo chiuso perché non vi sia alcuna possibilità né di contatto diretto né di inalazioneda parte del lavoratore.


 

Fonte: http://www.medicocompetente.it/files/documenti/67-Dermatosi-Professionali.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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