Peeling

 

 

 

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Peeling

 

I Peeling

Il peeling è una pratica usata fin dai tempi più lontani che ricerca il ringiovanimento del volto attraverso il rinnovamento dell’epidermide e la stimolazione del derma.
L’usanza di utilizzare sostanze benefiche ricavate dai vegetali è molto antica, come dimostrano alcune tribù indiane ed africane che da secoli impiegano sostanze ricavate da erbe e frutta applicandole sul viso quotidianamente per attenuare i segni del tempo.

Il Peeling chimico è una forma accelerata di esfoliazione che avviene attraverso l’uso di sostanze chimiche ad azione caustica.
Le modificazioni a livello cutaneo si effettuano attraverso tre meccanismi:

  • Stimolazione del turnover cellulare attraverso la rimozione delle cellule morte dello strato corneo.
  • Distruzione di strati di cute che presentano specifici problemi.
  • Induzione di una risposta infiammatoria nei tessuti più profondi di nuovo collagene e sostanza fondamentale.

Si possono classificare i Peeling in:

 

  • Peeling molto superficiali

  • Peeling superficiali

  • Peeling medi

  • Peeling profondi

 
Tra i prodotti più utilizzati si possono annoverare:

  • Acido Glicolico
  • Acido Salicilico
  • Acido Cogico
  • Acido Piruvico
  • Acido Tricloroacetico

Queste sostanze accelerano il turnover della pelle,
rimuovono le lesioni, ripristinano elasticità e hanno importanti proprietà idratanti.
Esse non solo accelerano l’esfoliazione della pelle e rimuovono le cellule morte, ma facilitano notevolmente il rinnovamento della pelle.

Il più conosciuto è l’Ac. Glicolico, esso è un alfa-idrossiacido, ha un peso molecolare molto basso che gli consente di penetrare tra una cellula e l’altra dell’epidermide rompendo i legami che tengono unite le cellule cornee e di arrivare più in profondità.
E’ utilizzato per migliorare la penetrazione di sostanze attraverso la pelle, svolge una intensa azione idratante ed ha un importante effetto peeling antirughe.

Importanti sono le concentrazioni dell ’Acido Glicolico in base alle quali si possono avere i diversi effetti:

  • Concentrazione min. al 6% - Effetto Idratante
  • Concentrazione 8-15% - Effetto Idratante + Effetto Esfoliante
  • Concentrazione 50-70% - Peeling Superficiali

 

I meccanismi d’azione dell’Ac. Glicolico sono:

  • Ispessire il derma (rughe, smagliature, pelli sottili, pelli atrofiche cicatriziali, cicatrici da acne)
  • Rimuovere le ipercheratosi (cheratosi senili, attiniche, pelli con danno da photoaging, ittioli)
  • Regolare la secrezione sebacea ( pelli grasse, acne)
  • Veicolare i farmaci (melasma, cloasma, melanosi)

 

Pratica Clinica

Alla paziente distesa sul lettino, dopo un’attenta detersione, viene applicata una quantità minima di sostanza con un pennello o altro ausilio iniziando dalla fronte.
La pelle appare subito leggermente arrossata e in base al tipo di cute ed alla problematica, si lascia agire da uno sino a quattro/cinque minuti.
Dopo il periodo di applicazione si rimuovono l’ Ac. Glicolico e le impurità con un batuffolo di cotone o una garza imbevuti di acqua; quindi si passa alle zone successive (guance, mento, collo, decolletè).
In ultimo si applica una maschera lenitiva ed iperidratante.
L’ intera applicazione può durare in media dai 40 ai 60 minuti.

Gli effetti sulla pelle sono:

  • Ammorbidisce le cellule dello strato corneo permettendone una più facile rimozione.
  • Rende la cute più levigata e luminosa.
  • Attenua le rughe, le macchie,le discromie, l’acne, le piccole cicatrici ed i rilassamenti palpebrali.
  • Ha un forte potere idratante in quanto stimola  il ritorno dell’acqua agli strati superficiali.
  • Attiva la produzione di fibre di elastina e collagene.
  • Stimola la microcircolazione facilitando il ricambio cellulare
  • Normalizza la produzione di sebo.

 

Fonte: http://www.crisilvi.it/wp-content/uploads/2009/09/i-peeling.doc

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Autore del testo: Dott. Luciano Leonio

Parola chiave google : Peeling tipo file : doc

 


 

Peeling

Attualmente sono disponibili per lo specialista dermatologo numerose sostanze chimiche caustiche, in preparazione industriale o galenica, con finalità esfolianti, che possono essere adoperate a diverse concentrazioni, in monocomposizione od in associazione tra esse per realizzare trattamenti “peeling”.
Con il termine “peeling” (dall’inglese to peel = sbucciare, pelare) si definisce una metodica che consiste nell’applicazione di una o più sostanze chimiche, in immediata o ritardata successione, in grado di indurre la distruzione di aree epidermiche e/o di strati del derma ed il successivo processo di rigenerazione tissutale, allo scopo di trattare alcune affezioni e/o inestetismi cutanei, per ottenerne un miglioramento degli aspetti clinico-estetici o la risoluzione.
Gli effetti delle sostanze chimiche utilizzate vanno dal semplice distacco dello strato corneo a vistose reazioni infiammatorie del derma; dipendono da svariati fattori e da alcune variabili in grado di determinare la consistenza dell’effetto di penetrazione, i livelli di profondità raggiungibili ed una reazione esfoliativa più o meno marcata.
Il peeling viene utilizzato prevalentemente in ambito clinico-estetico e trova essenzialmente indicazione nel trattamento di alcune lesioni fotoindotte, costituendo un efficace fattore di prevenzione dei possibili danni indotti da fotoesposizione, comprese le lesioni discheratosiche  potenzialmente precancerose.
Il trattamento peeling può essere effettuato anche in combinazione con biostimolazione,
fillers, dermoabrasione, laserterapia o criochirurgia.
Dalla complessità di tale procedura scaturisce la necessità di fissare delle linee guida, di ampio consenso, utili per una gestione controllata e sicura degli effetti che le sostanze utilizzate possono determinare nelle patologie o negli inestetismi cutanei dove un trattamento “peeling” è considerato d’elezione. La stesura di linee guida del peeling mira a fornire un ausilio professionale, elevando il livello di qualità della prestazione resa, ma nel contempo si prefigge di rendere compartecipi della finalità e della complessità della procedura i pazienti ed i non addetti ai lavori.

 

A)  Peeling  superficiale

Di solito in questo tipo di “peeling” la distruzione tissutale interessa prevalentemente l’epidermide e non supera, comunque le prime propaggini del derma papillare. L’agente terapeutico può essere adoperato su tutti i fototipi cutanei sec. Fitzpatrick (tab. I) con cadenza settimanale, quindicinale o mensile.
Prevede l’utilizzo di:

  • Resorcina:  viene adoperata in pasta dal 10% al 50%.
  • Soluzione di Jessner o miscela di Combes (tab. II) : va applicata, senza diluizione, sulla cute in uno o più passaggi successivi.
  • Alfa-idrossiacidi (acido glicolico, acido lattico, acido mandelico): possono essere utilizzati in forma tamponata o non tamponata. Va sottolineato che la penetrazione tissutale può raggiungere livelli più profondi in caso di applicazione più prolungata sulla cute e/o in caso di mancata o ritardata neutralizzazione.
  • Acido salicilico: viene adoperato sul volto sotto forma di soluzione dal 10% al 30%; in pasta, a varie concentrazioni, può essere impiegato su aree diverse dal viso. Molto raramente, in trattamenti su aree particolarmente estese con pasta al 50%, sono stati segnalati casi di salicilismo, peraltro reversibile: tinnito, capogiri, cefalea, etc.
  • Acido tricloroacetico (TCA): soluzione dal 10% al 25%. La soluzione al 10% di solito non attraversa l’epidermide; la soluzione al 25%, se trattenuta a lungo sul piano cutaneo, o se applicata ripetutamente, può raggiungere talora il derma papillare, realizzando un peeling medio.
  • Altri:
  • Tretinoina: può essere utilizzata, a basse concentrazioni, sia come prodotto preparatorio sia per prolungare i risultati nel post-peeling; a concentrazioni molto più alte svolge un ruolo di reale agente esfoliante.
  • Acido piruvico: soluzione al 30% e 40%. Tale acido, se trattenuto sul piano cutaneo per lungo tempo, può raggiungere il piano dermico. I vapori emanati dall’acido possono essere irritanti per le alte vie respiratorie.

 

B)  Peeling  medio

Provoca una distruzione tissutale fino al derma reticolare superiore. Può essere praticato mensilmente o con intervalli più lunghi in relazione alle sostanze adoperate.
Prevede l’utilizzo di:

  • Acido tricloroacetico:
  • Al 35%, in applicazioni anche multiple, fino al conseguimento di un “frost” omogeneo. E’ possibile aggiungere additivi, come il metil salicilato, per aumentare l’efficacia del TCA al 35%.
  • Al 50%, in singola applicazione, con elevati rischi di effetti indesiderati e complicanze.
  • Peeling “combinati”: per effetto sinergico permettono di raggiungere una profondità maggiore con minori rischi di complicanze:
  • Neve carbonica o azoto liquido prima del TCA al 35% (limitatamente ai fototipi I-IV sec. Fitzpatrick).
  • Soluzione di Jessner applicata prima del TCA al 35%.
  • Acido glicolico al 70% applicato e risciacquato prima dell’applicazione di TCA al 35%.
  • Fenolo 88% non diluito, che paradossalmente penetra meno profondamente della formula diluita, utilizzata per i peeling profondi.
  • Altri:

- Acido piruvico : dal 50% al 60%

 

C) Peeling  profondo

Penetra fino al derma reticolare medio. Può essere praticato ad intervalli minimi di almeno sei mesi. Prevede l’utilizzo di:
1)  Soluzione di Baker-Gordon  (tab.III),  con o senza occlusione
2)  Soluzione di Litton (tab. IV), con o senza occlusione

 

Fonte: estratto / citazione da http://www.sidco.it/uploads/linee_guida.doc

Autori del testo linee_guida.doc : G. GUERRIERO  -  F.L. LANDI  -  G. LABRINI ٭ - P. TEOFOLI ٭٭ V. CIRFERA ٭٭٭ - M. DAL CANTON ٭٭٭٭

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