Dizionario enciclopedico dalla lettera A ad accoppiare

 

 

 

Dizionario enciclopedico dalla lettera A ad accoppiare

 

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Dizionario enciclopedico dalla lettera A ad accoppiare

 

0, 1, …  => "zero", "uno", …, "cifra"
00 ("doppio zero") "farina"
007   "Agente 007"
1492: la conquista del Paradiso Film d'avventura, britannico/francese (1992). Regia di Ridley Scott. Interpreti: Gérard Depardieu, Armand Assante, Sigourney Weaver. Titolo originale: 1492: The Conquest of Paradise
14a ora Film drammatico, americano (1951). Regia di Henry Hathaway. Interpreti: Paul Douglas, Richard Basehart, Barbara Bel Geddes. Titolo originale: 14 Hours
1860 (I mille di Garibaldi) Film drammatico, italiano (1934). Regia di Alessandro Blasetti. Interpreti: Giuseppe Gulino, Aida Bellìa, Gianfranco Giachetti.
1925: l'anno della scimmia Film drammatico, americano (1988). Regia di David Greene. Interpreti: Kirk Douglas, Jason Robards, Jean Simmons. Titolo originale: Inherit the Wind
1997 (Fuga da New York) Film d'avventura, americano (1981). Regia di John Carpenter. Interpreti: Kurt Russell, Ernest Borgnine, Lee Van Cleef. Titolo originale: Escape from New York
20.000 leghe sotto i mari Film d'avventura, americano (1954). Regia di Richard Fleischer. Interpreti: Kirk Douglas, James Mason, Paul Lukas. Titolo originale: 20,000 Leagues under the Sea
2001: Odissea nello spazio Film di fantascienza, americano (1968). Regia di Stanley Kubrick. Interpreti: Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester. Titolo originale: 2001: A Space Odissey
2022: i sopravvissuti Film di fantascienza, americano (1973). Regia di Richard Fleischer. Interpreti: Charlton Heston, Leigh Taylor-Young, Churck Connors. Titolo originale: Soylent Green
39 scalini, I (Il club dei trentanove) Film spionaggio, britannico (1935). Regia di Alfred Hitchcock. Interpreti: Robert Donat, Madeleine Carroll, Godfrey Tearle. Titolo originale: The Thirty-Nine Steps
48 ore Film poliziesco, americano (1982). Regia di Walter Hill. Interpreti: Nick Nolte, Eddie Murphy, James Remar. Titolo originale: 48HRS.
55 giorni a Pechino Film d'avventura, americano (1963). Regia di Nicholas Ray. Interpreti: Charlton Heston, Ava Gardner, David Niven. Titolo originale: 55 Days at Peking
8 1/2 Film drammatico, italiano (1962). Regia di Federico Fellini. Interpreti: Marcello Mastroianni, Anouk Aimée, Sandra Milo, Claudia Cardinale, Mario Pisu, Rossella Falk.
a, A prep. Indica lo stato in luogo (abito a Milano), il moto a luogo o la direzione (vado a Milano, vado a nord, vado a sinistra, da qui a lì), la distanza (casa sua è a 10 minuti d'auto, o a mezz'ora di bicicletta), il tempo (ci incontriamo alle cinque), l'età (si è laureato a ventitre anni), il fine (andò a caccia), la causa (svenne alla vista del sangue), il modo in cui qualcosa si presenta o è fatta (maglietta a righe, casa a due piani, carne ai ferri, bicchiere a calice) o in cui viene compiuta una azione (faccio alla svelta, pago a rate, vesto alla marinara), la pena (lo condannarono a morte), il prezzo (vendo la macchina a venti milioni), il paragone (sei simile a tuo fratello), la destinazione, il termine, il punto di arrivo di una azione (una lettera a te, un bonifico a mio favore, presta attenzione alle macchine che arrivano), il mezzo (funziona a benzina), la limitazione (è coraggioso solo a parole, la distribuzione (tre volte al giorno), il predicato (l'ho preso ad esempio). Unendosi agli articoli determinativi forma le preposizioni articolate al, allo, alla, ai, agli, alle. Si usa iterata nelle locuzioni a poco a poco, a due a due, … (non sarebbe corretto usare: poco a poco, due a due, …). Può assumere la forma eufonica ad se la parola seguente inizia con vocale, specialmente la stessa vocale a. 
  prep. 1 to. 2 (stato in luogo) at. 3 (moto a luogo) to. 4 (tempo, prezzo) at. 
Prima lettera dell'alfabeto italiano, corrisponde alla prima lettera degli alfabeti semitici; deriva, attraverso l'alfa (α) greco, dalla lettera che i fenici chiamavano aleph (bue), perché la sua forma richiamava la testa e le corna di questo animale. Nella fonetica dell'italiano la lettera a rappresenta il suono vocalico più aperto. In altre lingue indoeuropee può indicare suoni diversi. Spesso è impiegata, a seconda dei casi, maiuscola o minuscola, come simbolo o abbreviazione. 
Come derivazione dell'alfa privativo greco, può indicare mancanza o assenza del termine di cui è prefisso (analcolico, afasia ecc.). 
In astronomia la lettera A distingue una delle dieci classi spettrali individuate dall'osservatorio di Harvard, nella quale vengono classificate le stelle di colore bianco. Esse hanno una temperatura inferiore rispetto a quelle del tipo B e O. Analizzandone lo spettro, si possono individuare, oltre alle righe di idrogeno, anche quelle H e K del calcio e magnesio ionizzati. 
In biochimica con A si contrassegna una vitamina. 
In biologia con una A (maiuscola) si contraddistingue un gruppo sanguigno. 
In chimica la lettera A è il simbolo dell'elemento gassoso argo. 
In fisica A è l'abbreviazione di ampère. 
In meccanica con una a (minuscola) viene indicata l'accelerazione, che esprime la variazione di velocità nell'unità di tempo. 
In metrologia la lettera a rappresenta l'abbreviazione di anno, ara e atto. 
In musica con la lettera A venne designata nella notazione alfabetica medievale la nota la (sistema di Oddone di Cluny). Nei paesi anglosassoni e tedeschi, che per designare le note non hanno adottato le sillabe di Guido d'Arezzo, A equivale tuttora alla nota la.
Å In metrologia è il simbolo dell'"angstrom".
a capanna, loc. avv. e agg. invar. Si dice (della costruzione) di un tetto a due spioventi.
a cappella, loc. avv. e agg. invar. Si dice di una composizione musicale o di una esecuzione per sole voci senza accompagnamento (molto in uso nel XV sec.)
A che punto è la notte Romanzo di C. Fruttero e F. Lucentini (1979).
A ciascuno il suo Romanzo di L. Sciascia (1966). Preceduto da Il giorno della civetta (1961), il lavoro si inquadra nel progetto dell'autore per una letteratura impegnata civilmente, la cui attenzione è concentrata sull'amata Sicilia e sui suoi problemi. Tra gli altri romanzi che approfondiscono gli stessi temi, sono da citare Il consiglio d'Egitto, Morte dell'inquisitore, Il contesto, Todo modo, Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia, Una storia semplice
Sotto l'aspetto di un romanzo giallo, che ha avuto un notevole successo di critica e di pubblico, l'analisi di Sciascia muove da un delitto di mafia per guidare il lettore a riflettere sulla gestione delle cose politiche. Il libro è sostenuto dalla fede nei valori della ragione, della giustizia e della libertà, e si appoggia su uno stile lucido ed esemplare ispirato a una cultura illuministica che non rifugge dalla denuncia. 
A ciascuno il suo 
Film drammatico, italiano (1967). Regia di Elio Petri. Interpreti: Gian Maria Volonté, Irene Papas, Gabriele Ferzetti.
a contràrio, loc. avv. Forma di ragionamento per analogia in cui dal contrario si desume il contrario.
a divinis, loc. avv. Locuzione latina che significa "dagli atti divini". La sospensione a divinis è una delle forma di sospensione canonica per cui un sacerdote sospeso non può esercitare nessuna delle funzioni che prima poteva compiere.
A Eugenio, vita a Zvanka Opera di poesia di G. R. Derzavin (1807).
a fortiori, loc. avv. Locuzione latina che significa "a più forte ragione". Espressione usata spesso quando alla giustificazione di una affermazione, una proprietà, … basata sul fatto che essa è una conseguenza o un caso particolare di una più generale si aggiungono ulteriori argomentazioni specifiche.
à gogo, loc. avv. e agg. invar. In abbondanza, a volontà. ~ abbondantemente.
à la page, loc. avv. e agg. invar. Al corrente delle ultime novità; alla moda. <> antiquato.
a latere, loc. avv. Locuzione latina che significa "a fianco". Espressione utilizzata per indicare un cardinale legato che rappresenta il papa e presiede cerimonie particolari. In modo spesso un po' ironico, viene usata anche per indicare una persona che tratta un'affare per conto di un'altra.
A letto con il nemico Film thriller, americano (1990). Regia di Joseph Ruben. Interpreti: Julia Roberts, Patrick Bergin, Kevin Anderson. Titolo originale: Sleeping with the Enemy
A letto con Madonna Film musicale, americano (1990). Regia di Alek Keshishian. Interpreti: Madonna. Titolo originale: Truth or Dare: In Bed with Madonna
A me la libertà Film commedia, francese (1931). Regia di René Clair. Interpreti: Henri Marchand, Raymond Cordy, Paul Olivier. Titolo originale: A nous la liberté
A mezzanotte va la ronda del piacere Film commedia, italiano (1975). Regia di Marcello Fondato. Interpreti: Claudia Cardinale, Monica Vitti, Vittorio Gassman.
a pàri, loc. avv. Locuzione, che significa "mediante una ragione uguale", utilizzata in filosofia e in logica quando si invocano a sostegno di una proposizione delle ragioni simili a quelle che ne fondano un'altra.
A piedi nudi nel parco Commedia di N. Simon (1963). 
A piedi nudi nel parco Film commedia, americano (1967). Regia di Gene Saks. Interpreti: Robert Redford, Jane Fonda, Charles Boyer. Titolo originale: Barefoot in the Park
A porte chiuse Dramma di J. P. Sartre (1944).
a posteriori, loc. agg. e avv. (latino: "da quel che viene dopo") loc. agg. 1 Induttivo. ~ empirico. <> a priori. 2 Meditato. ~ ponderato. <> affrettato. 
loc. avv. A fatti già avvenuti. ~ successivamente. <> a caldo.
a priori, loc. e avv. loc. agg. invar. Deduttivo. <> a posteriori. 
loc. avv. Senza conoscere o verificare i fatti. ~ prima. <> dopo.
A proposito di Henry Film commedia, americano (1991). Regia di Mike Nichols. Interpreti: Harrison Ford, Annette Bening, Bill Nunn. Titolo originale: Regarding Henry
A proposito di omicidi ... Film commedia, americano (1978). Regia di Robert Moore. Interpreti: Peter Falk, Ann Margret, Eileen Brennan, Sid Caesar. Titolo originale: The Cheap Detective
A proposito di tutte queste ... signore Film commedia, svedese (1962). Regia di Ingmar Bergman. Interpreti: Bibi Andersson, Harriet Andersson, Eva Dahlbeck. Titolo originale: För att inte tala om alla dessa kvinnor
A qualcuno piace caldo Film commedia, americano (1959). Regia di Billy Wilder. Interpreti: Marilyn Monroe, Tony Curtis, Jack Lemmon, George Raft, Pat O'Brien. Titolo originale: Some Like it Hot
a quo, loc. agg. invar. Locuzione latina che significa "dal quale", utilizzata soprattutto nel linguaggio giuridico per indicare il giorno di decorrenza di un termine o il giudice la cui sentenza viene appellata.
A rotta di collo Film comico, americano (1962). Regia di Harold Lloyd. Interpreti: Harold Lloyd, Mildred Davis. Titolo originale: Harold Lloyd's World of Comedy
a sacris ordinibus, loc. avv. Locuzione latina che significa "dai sacri ordini" e indica alcune forme di sospensione canonica.
A sangue freddo Romanzo di T. Capote (1966). 
A sangue freddo Film drammatico, americano (1967). Regia di Richard Brooks. Interpreti: Robert Blake, Scott Wilson, Paul Stewart. Titolo originale: In Cold Blood
A spasso con Daisy Film commedia, americano (1989). Regia di Bruce Beresford. Interpreti: Jessica Tandy, Morgan Freeman, Dan Aykroyd. Titolo originale: Driving Miss Daisy
'A terra d'u ricorde Opera di poesia di A. Pierro (1960).
a. C. Sigla di avanti Cristo.
a.m. Abbreviazione del latino ante meridiem, per identificare le ore prima di mezzogiorno.
AAAI Sigla di American Association for Artificial Intelligence (associazione americana per l'intelligenza artificiale).
aabàm, sm. Nome con cui gli alchimisti chiamavano il piombo.
Aaiún, El Città (94.000 ab.) del Marocco, capoluogo del Sahara Occidentale e della provincia di Laayoune.
Aalesùnd Città della Norvegia costruita su tre isolette collegate fra loro. Danneggiata da un incendio nel 1904 è stata ricostruita con case di pietra.
Aalto, Alvar Hugo Henrik (Kuortane 1898-Helsinki 1976) Architetto finlandese, si occupò anche di urbanistica e designer. Principale esponente dell'architettura organica, vi approdò dopo le prime esperienze di razionalismo. Nelle sue opere si dà particolare importanza alla progettazione degli spazi interni e alla relazione con il paesaggio. Tra le principali, si ricordano la biblioteca di Viipuri (1935), il sanatorio di Paimio (1933) l'università di Jyväskyla (1957), il padiglione finlandese all'esposizione universale di New York del 1939, la residenza studentesca del MIT, Cambridge (1948) e la chiesa parrocchiale di Riola di Vergato (Bologna, 1978).
Aar Fiume (295 km) principale della Svizzera che nasce nelle Alpi Bernesi orientali. Bagna Aarau, Berna, Olten, Solothurn e forma i laghi di Brienz, Biel e Thun. Termina il suo percorso sfociando nel fiume Reno nei pressi di Waldshut, vicino a Coblenza.
Aaràu Città della Svizzera (16500 ab.) sulla destra del fiume Aare e capitale dell'Argovia. Fu fondata nel 1241 e fu capitale della Repubblica elvetica dal 1798 al 1803.
AAST Sigla di Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo.
AAVV Sigla di Autori Vari.
ab absurdo, loc. avv. Locuzione che letteralmente significa "da ciò che è assurdo". Viene usata in matematica e in filosofia per indicare un tipo di dimostrazione indiretta, in cui si giunge ad affermare la verità di una certa tesi mettendo in luce le conseguenze assurde che deriverebbero dalla tesi contraria se questa fosse assunta come vera.
ab aeterno, loc. avv. Espressione che significa "dall'eternità". Usata in filosofia e in teologia per indicare ciò che non ha alcun inizio. Nel linguaggio comune vale talvolta "da tempi lontanissimi", "da epoca immemorabile".
ab antiquo, loc. avv. Espressione latina che significa "fin dal tempo antico". Viene usata per indicare qualcosa la cui origine si perde nella notte dei tempi.
ab illo tempore, loc. avv. Locuzione latina che significa "da quel tempo", usata per indicare cosa che è o avviene da tempo lontano.
ab imis fundamentis, loc. avv. Locuzione latina che significa "dalle più basse fondamenta". Si usa per indicare la necessità di un rinnovamento radicale.
ab immemorabili, loc. avv. Locuzione latina che significa "da [tempo] immemorabile". Si usa in riferimento a uno stato di cose che risulta essere uguale da moltissimo tempo (e, nel linguaggio giuridico, può essere testimoniato da una persona molto avanzata in età).
ab imo pectore, loc. avv. Locuzione latina che significa "dal profondo del cuore".
ab initio, loc. avv. Locuzione latina che significa "fin dall'inizio".
ab intestato, loc. avv. Espressione latina giuridica che significa "senza testamento". Sta a indicare la situazione che si verifica quando mancano disposizioni testamentarie.
ab irato, loc. avv. Locuzione latina che significa "da chi è irato". Si usa per indicare un'azione o una frase detta sotto l'impulso dell'ira.
ab origine, loc. avv. Originariamente, fin da principio.
ab ovo, loc. avv. Locuzione latina usata da Orazio che significa "dall'uovo" ("dall'inizio"); si dice ironicamente di un racconto che prende le mosse dagli antefatti più lontani.
ab urbe condita, loc. avv. Locuzione latina (abbreviata anche in: a.U.c.) che significa "dalla fondazione della città". Presso i romani indicava il computo degli anni partendo dalla fondazione di Roma.
Ab urbe condita Opera di storia di T. Livio (dal 27 a. C.).
Aba Città (277.000 ab.) della Nigeria, nello stato di Imo.
abacà "canapa di Manila"
àbaco, sm. 1 Strumento per eseguire calcoli usato nelle civiltà mesopotamica, greca e romana. 2 Negli ordini architettonici classici, elemento a forma di lastra quadrangolare posto tra il capitello e l'architrave. 3 Aritmetica. 
  lat. abacus, greco àbax, genitivo àbakos tavoletta. 
Era costituito da una tavoletta intagliata, divisa in colonne, entro le quali si disponevano delle pietre (calculi). Ogni colonna era associata a ordini di grandezza. Alla fine del medioevo fu sostituito da un altro tipo di abaco, nel quale i calculi vennero sostituiti da palline infilate su astine di legno o metallo, che prese il nome di pallottoliere. In Cina e in altre nazioni dell'Estremo Oriente si utilizza ancora oggi una sua variante chiamata abaco cinese. In occidente, invece, viene attualmente chiamata abaco una serie di tavole che consentono di calcolare i valori che assume per alcuni input una funzione di due o più variabili. 
Abacùc (sec. VII a. C.) Ottavo profeta minore della Bibbia. La sua figura viene spesso confusa con un altro profeta biblico, di cui si narra che, trasportato in Babilonia da un angelo, avesse portato cibo e conforto a Daniele prigioniero.
Abadan Città dell'Iran (300.000 ab.) nella provincia del Khuzistan, situata su un'isola al delta dello Shat-el-arab. Importante nodo marittimo del paese, si sviluppò agli inizi del Novecento grazie allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi. Per questo motivo è punto di convergenza degli oleodotti del paese e ospita centri di raffineria.
Abadie, Paul (Parigi 1812-Chatou 1884) Architetto francese. Tra le opere Sacré-Coeura Parigi(1875-1914).
Abai Fiume (1.610 km) che nasce dal monte Giesc (Etiopia centro-settentrionale). Principale affluente del Nilo.
Abakan Città (154.000 ab.) della Russia. Capoluogo della repubblica autonoma della Hakassia.
Àbano Tèrme Comune in provincia di Padova (17.735 ab., CAP 35031, TEL. 049). Località dei colli Euganei nota per la presenza di stabilimenti termali (acque e fanghi curativi). Gli abitanti sono detti Aponensi.
Abarth, Càrlo (Vienna 1908-1979) Costruttore di autovetture, specializzato nella rielaborazione sportiva di modelli della Fiat.
abasìa, sf. Disturbo di carattere neurologico che rende impossibile la deambulazione.
Abatantuòno, Diègo (Milano 1955-) Attore cinematografico italiano. Dopo un esordio come attore comico, ha interpretato ruoli impegnati nei film Regalo di Natale (1986) di P. Avati, Un ragazzo di Calabria(1987) di L. Comencini, Strana la vita (1988) di G. Bertolucci. Con G. Salvatores ha raggiunto il successo con Marrakesh Express (1989), Turnè (1990), Mediterraneo (1991), premiato con l'Oscar, Puerto Escondido (1992). Del 1994 è Il toro, del 1996 Il barbiere di Rio e del 1997, ancora con Salvatores, Nirvana.
abàte, sm. 1 Superiore di un monastero o di una badia. ~ priore. 2 Nel XVIII sec., chi godeva di un beneficio ecclesiastico e portava l'abito da prete, dopo aver ricevuto i soli ordini minori. 
 sm. abbot.
Abate, L' Romanzo di W. Scott (1820).
abatìno, sm. 1 Diminutivo di abate. 2 Persona debole, inconcludente. 3 Prete giovane mondano e galante.
abat-jour, sm. invar. 1 Paralume. 2 Lampada con paralume.
abazìa, sf. Forma meno comune di abbazia.
Abbà Garimà Gruppo montuoso dell'Etiopia (altezza massima 2.616 m).
Àbba, Giusèppe Césare (Cairo Montenotte, Savona 1838-Brescia 1910) Memorialista. Tra le opere Da Quarto al Volturno (1880) e Noterelle di uno dei Mille (1891). I suoi lavori rientrano nella produzione di memorie e racconti legati alle imprese garibaldine, che fiorirono nella seconda metà dell'Ottocento, scritti soprattutto dai personaggi che vi parteciparono direttamente. L'opera di Abba si risolve in una celebrazione retorica e in un'immagine idilliaca e moralistica del mondo garibaldino.
Àbba, Màrta (Milano 1900-1988) Attrice drammatica, famosa interprete del teatro di Pirandello.
abbacchiaménto, sm. Stato di depressione. ~ avvilimento.
abbacchiàre, v. v. tr. 1 Far cascare i frutti da un albero percuotendone i rami con una pertica. ~ bacchiare. 2 Avvilire, deprimere. ~ demoralizzare. <> spronare. 3 Vendere a poco prezzo. 
v. intr. pron. Deprimersi. ~ abbattersi.
abbacchiàto, agg. Abbattuto, giù di morale. ~ mortificato. <> baldanzoso. 
 agg. downhearted.
abbacchiatùra, sf. L'operazione di abbacchiare, di bacchiare. Forma meno comune di bacchiatura.
abbàcchio, sm. Agnello macellato ancora lattante. 
 sm. lamb.
abbacinaménto, sm. 1 Forma di antico supplizio consistente nell'abbacinare. 2 Privazione della vista per una luce troppo intensa. 3 Inganno, illusione.
abbacinàre, v. tr. 1 Accecare avvicinando agli occhi un bacino rovente, secondo una forma di antico supplizio. 2 Privare momentaneamente della vista mediante una luce troppo intensa. ~ abbagliare, abbarbagliare. 3 Ingannare. ~ incantare.
abbadéssa, sf. Superiora di un monastero di religiose avente titolo di abbazia. Variante antica di badessa.
abbadìa, sf. Altra forma di abbazia.
Abbadìa Cerréto Comune in provincia di Lodi (284 ab., CAP 20070, TEL. 0371).
Abbadìa Lariàna Comune in provincia di Lecco (3.000 ab., CAP 22050, TEL. 0341).
Abbadìa San Salvatóre Comune in provincia di Siena, sulle pendici dell'Amiata (7.243 ab., CAP 53021, TEL. 0577).
Abbàdo, Clàudio (Milano 1933-) Pianista e direttore d'orchestra, ha guidato le orchestre più prestigiose della musica sinfonica e operistica internazionale. Nel 1968 divenne direttore stabile dell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, fondando nel 1982 la Filarmonica della Scala. Ha diretto anche i Wiener Philharmoniker e nel 1986 è stato designato direttore del teatro Staatsoper di Vienna. Nel 1989 è divenuto direttore della Berliner Philharmoniker Orchestra, succedendo a Von Karajan. 
Michelangelo (Alba 1890-Gardone 1979) 
Padre di Claudio, violinista fu autore del trattato Tecnica dei suoni armonici, in cui provò l'esistenza degli armonici inferiori. 
Marcello (Milano 1926-) 
Pianista, fratello di Claudio.
abbagliaménto, sm. 1 L'abbagliare; diminuzione della capacità visiva dell'occhio per una luce troppo intensa. 2 Turbamento; errore.
abbagliànte, agg. agg. Che abbaglia, sfolgorante. ~ accecante. 
sm. Faro alto dell'auto. <> anabbaggliante. 
 agg. 1 dazzling. 2 (fari) high-beams.
abbagliàre, v. v. tr. Offendere la vista con luce troppo viva. ~ abbacinare. 
v. intr. pron. 1 Confondersi la vista per una luce troppo intensa. 2 Ingannarsi. ~ illudersi <> disingannarsi. 3 Restare sorpreso. 
 v. tr. to dazzle. 
  lat. volg. balius fulgente.
abbaglio, sm. 1 Abbagliamento. 2 Svista, errore. ~ cantonata. 
 sm. blunder.
Abbagnàle Giuseppe (Pompei 1959-) e Carmine (Pompei 1962-) Fratelli canottieri italiani. Medaglia d'oro nel due con alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984 e di Seul nel 1988 insieme con il timoniere Giuseppe di Capua. Sono stati campioni del mondo nel 1981, 1982, 1985, 1987, 1989, 1990, 1991 e medaglia d'argento nel 1986 conquistando nel contempo moltissimi campionati italiani. Nel 1996 si sono ritirati dall'attività agonistica. 
Agostino (Pompei 1966-) Fratello di Giuseppe e Carmine ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Seul nel 1988 nel due di coppia con Poli, Tizzoni e Farina e alle Olimpiadi di Atlanta (1996) nel doppio con Tizzano.
Abbagnàno, Nicòla (Salerno 1901-Milano 1990) Filosofo italiano. Allievo di A. Aliotta, docente in varie università, ha lavorato sia come storico (e divulgatore) della filosofia (Storia della filosofia 1946-1950, Dizionario di filosofia 1960) sia come teorico. Ebbe il merito di aver introdotto l'esistenzialismo nella cultura filosofica italiana del suo tempo. Le sue tesi di esistenzialismo positivo (considera l'esistenza una possibilità di essere, che l'uomo realizza, sempre rischiosamente, con l'uso della ragione intesa come capacità di inventare tecniche) si contrappongono all'esistenzialismo negativo di Heidegger. Tra le sue opere principali, La struttura dell'esistenza (1939), Introduzione all'esistenzialismo (1942), Esistenzialismo positivo (1948), La saggezza della vita (1985) e La saggezza della filosofia (1987).
abbaiaménto, sm. Modo e atto di abbaiare.
abbaiàre, v. intr. Detto del cane, emettere il proprio verso. ~ latrare. 
 v. intr. to bark.
abbaiàta, sf. 1 Abbaiamento fatto da più cani. 2 Schiamazzo contro qualcuno.
abbaìno, sm. 1 Sovrastruttura applicata ai tetti a falde inclinate con finestre di chiusura, per dar luce a stanze o soffitte e permettere l'accesso al tetto. ~ lucernario. 2 Soffitta usata per abitazione. ~ mansarda. 
 sm. 1 skylight. 2 (soffitta) garret, attic room. 
  genovese abbaén lastra di pietra per chiudere l'apertura del tetto.
abbaìo, sm. Abbaiamento forte e prolungato. 
abbàio, sm.  Verso caratteristico del cane.
abballàre, v. tr. Imballare.
abballinàre, v. tr. Alzare e ripiegare i materassi per dare aria al letto.
abballottàrsi, v. rifl. Sballottarsi.
abbandonàre, v. v. tr. 1 Lasciare definitivamente. ~ trasferirsi. <> trattenersi. 2 Desistere da qualcosa, lasciar perdere. ~ rinunciare. <> perseverare. 3 Lasciare senza aiuto; trascurare. ~ defilarsi. <> accudire. abbandonare qualcuno a se stesso, non interessarsene più. 
v. rifl. 1 Lasciarsi andare. ~ cedere. <> reagire. 2 Lasciarsi cadere. 3 Avvilirsi. ~ scoraggiarsi. <> rincuorarsi. 
  v. tr. 1 to abandon, to leave. 2 (rinunciare) to drop. 3 (trascurare) to neglect. v. rifl. 1 to let oneself go. 2 (lasciarsi cadere) to flop. 
  franc. à ban donner mettere a disposizione.
abbandonàto, agg. 1 Lasciato senza aiuto. 2 Deserto, incolto. ~ negletto. <> coltivato. 
 agg. 1 abandoned, deserted. 2 (trascurato) neglected.
abbandóno, sm. 1 Il lasciare definitivamente. ~ distacco. 2 Rilassamento fisico. ~ languore. <> irrequietezza. 3 Trascuratezza. ~ incuria. 4 Scoraggiamento. ~ abbattimento. <> coraggio. 
 sm. 1 neglect. 2 (sport) withdrawal. 
Termine utilizzato nel diritto per indicare la rinuncia volontaria del possesso di un bene o degli obblighi e responsabilità verso una persona. Nel primo caso il bene può essere acquistato da altri; l'abbandono di minori di quattordici anni è condizione preliminare per la dichiarazione di adottabilità del minore.
abbarbagliaménto, sm. 1 Forte abbagliamento. 2 Errore, sbaglio.
abbarbagliàre, v. v. tr. 1 Abbagliare fortemente per eccessiva luminosità. ~ abbacinare, abbagliare. una luce improvvisa, mi abbarbagliò la vista. 2 Turbare, frastornare. 
v. intr. Mandare barbagli. 
v. intr. pron. 1 Rimanere abbagliato. 2 Turbarsi profondamente, confondersi. 
  da a-+ barbagliare.
abbarbaglìo, sm. Abbarbagliamento intenso.
abbarbicàre, v. intr. e intr. pron. 1 Emettere radici nel terreno, detto di pianta; attaccarsi con un sostegno alle radici. 2 Fissarsi stabilmente; far presa, detto specialmente di passioni o vizi. ~ radicarsi. 3 Attaccarsi con forza. ~ avvinghiarsi. <> staccarsi. 
  da a-+ barbicare.
abbarcàre, v. tr. Ammassare. ~ ammucchiare.
abbarràre, v. v. tr. Chiudere o impedire il passo con sbarramenti. 
v. rifl. Fortificarsi con barricate.
abbaruffàre, v. v. tr. Mettere sottosopra. 
v. rifl. rec. Accapigliarsi. ~ azzuffarsi.
Abbas I il Grànde (1571-Nazandaran 1629) Scià di Persia dal 1587 riprese ai turchi il Caucaso e la Mesopotamia e rafforzò il potere statale limitando quello dei feudatari.
Abbas, Fahrat (Taher 1899-Algeri 1985) Fu presidente del governo provvisorio della repubblica algerina dal 1958 al 1961 durante la guerra contro la Francia.
Abbasànta Comune in provincia di Oristano (2.640 ab., CAP 09071, TEL. 0785).
Abbàsidi Dinastia di califfi fondata nel 750 da Abu al-Abbas al-Saffah, zio di Maometto, dopo aver sconfitto gli Omayyadi. La dinastia stabilì la propria sede in Iraq, coprì circa cinque secoli (750-1258) e fu sull'esempio sassanide, l'artefice dello sviluppo e splendore della cultura islamica, sviluppando le arti e le scienze e integrando nella civiltà araba anche quelle persiana, greca, siriana e indiana. Il fratello del capostipite, al-Mansur fondò nel 762 la città di Baghdad che venne eletta a capitale dell'impero. L'apice dello sviluppo della dinastia degli Abbasidi si ebbe con Harun al-Rashid che regnò dal 786 all'809 e con al-Ma'mun che regnò dall'813 all'833. Il potere del califfato arabo degli Abbasidi terminò, dopo le prime disgregazioni del territorio (perdita della Spagna nel 756 che rimase agli omayyadi e del Marocco nel 788 che costituì un califfato a se stante e le autonomie nell'868 della Persia con le dinastie locali dei Saffaridi e dell'Egitto con i Tulunidi), con l'invasione dei mongoli (1258) che uccisero l'ultimo califfo abbaside. Già nel X sec. la città di Baghdad era però stata occupata dai Buwayhidi e nel 1055 conquistata dai turchi che limitarono notevolmente il potere del califfato.
abbassalìngua, sm. invar. Strumento per abbassare la lingua nell'esplorazione della cavità orale.
abbassaménto, sm. 1 Spostamento di qualcosa più in basso. ~ infossamento. <> elevazione. 2 Diminuzione, calo. ~ riduzione. <> incremento. 3 Scadimento. ~ peggioramento. <> miglioramento.
abbassàre, v. v. tr. 1 Portare, mettere più in basso. ~ calare. 2 Ridurre l'altezza, il valore o l'intensità. ~ attenuare. <> intensificare. 3 Chinare. ~ reclinare. <> drizzare. 4 Degradare, umiliare. ~ disonorare. <> esaltare. 
v. intr. pron. o rifl. 1 Chinarsi. ~ soggiacere. <> disubbidire. 2 Umiliarsi. <> vantarsi. 
  v. tr. to lower. v. intr. pron. o rifl. 1 to stoop. 2 (umiliarsi) to lower oneself. 
  da a-+ deriv. da basso.
abbàsso, avv., inter. e sm. avv. In luogo basso, di sotto. 
inter. Esprime avversione e ostilità. <> evviva. 
sm. invar. Grido di avversione. 
 inter. down.
abbastànza, agg. e avv. agg. invar. Quanto basta, a sufficienza. 
avv. 1 A sufficienza. ~ sufficientemente. <> scarsamente. Ne ho abbastanza di te, non ti tollero più. 2 Alquanto. ~ piuttosto. <> poco 
  avv. 1 enough. 2 (discretamente) quite. 3 (alquanto) rather. 
  da a-+ bastanza, deriv. da bastare.
Abbatéggio Comune in provincia di Pescara (403 ab., CAP 65020, TEL. 085).
abbàttere, v. v. tr. 1 Gettare giù. ~ buttare. 2 Uccidere. ~ sopprimere. 3 Demolire. ~ sfasciare. <> erigere. 4 Deprimere. ~ avvilire. <> rincuorare. 5 Abolire. 6 Ridurre. ~ contenere. 
v. intr. pron. 1 Cadere. 2 Lasciarsi andare, perdere coraggio, scoraggiarsi. ~ avvilirsi. <> rianimarsi. 
  v. tr. 1 to pull down, to knock down. 2 (deprimere) to dishearten. v. intr. pron. 1 to fall. 2 (colpire) to hit. 3 (deprimersi) to get disheartened.
abbattifiéno, sm. invar. Apertura praticata nel pavimento del fienile per lo scarico del fieno nella stalla sottostante.
abbattiménto, sm. 1 Atto dell'abbattere; distruzione, demolizione; uccisione di animali. 2 Prostrazione di forze, indebolimento fisico; avvilimento, depressione psichica. ~ sconforto. <> euforia.
abbattitrìce, sf. Sega circolare a motore impiegata per l'abbattimento dei tronchi.
abbattùta, sf. 1 Taglio di alberi su una determinata superficie; la zona di bosco dove è avvenuto il taglio. 2 Nella vela, movimento di rotazione impresso a un'imbarcazione dal vento, dalle onde o dal timoniere.
abbattùto, agg. Atterrato; depresso, prostrato. ~ afflitto. <> sollevato. 
 agg. depressed, dejected.
abbazìa, sf. 1 Casa religiosa di monaci o monache, con possedimenti territoriali, amministrato rispettivamente da un abate e una badessa. ~ monastero, badìa, abbadìa. 2 Titolo e beneficio ecclesiastici. 
 sf. abbey. 
  lat. tardo abbatia. 
In origine le abbazie erano organizzazioni indipendenti il cui nome derivava dal santo di cui venivano conservate le reliquie, dal luogo in cui veniva edificato o dal fondatore. In età feudale le abbazie divennero centri di potere e la nomina del loro amministratore era conferita dal sovrano. La riforma cluniacense (dal nome dell'abate di Cluny che assunse sotto di sé la direzione di numerose abbazie) abolì l'autonomia di cui le abbazie avevano goduto fino ad allora. La struttura delle abbazie era quella di un villaggio, a volte fortificato, in cui si svolgevano le varie attività lavorative legate ai possedimenti, producendo autonomamente il proprio sostentamento. A partire dal XII sec. iniziò il declino economico delle abbazie. Tra le abbazie italiane più importanti si ricordano Bobbio, Montecassino, Chiaravalle, Nonantola, Pomposa e Monreale; all'estero si segnalano quelle di Mont Saint-Michel, Saint-Denis, Westminster, Canterbury e San Juan de la Pena.
abbaziàle, agg. 1 Di abbazia. 2 Di abate o badessa.
Abbe, Ernst (Eisenach 1840-Jena 1905) Fisico tedesco. Si occupò prevalentemente di ottica, apportando importanti modifiche al microscopio e alle regole della rifrazione. Assieme a Karl Zeiss fondò nel 1875 una società di produzione di strumenti ottici. Fu sua la realizzazione del primo obiettivo apocromatico (1889) ottenuta grazie alla nuova tecnologia di vetri ottici messa a punto da O. Schott. A lui si deve anche la formulazione della teoria sul funzionamento del microscopio e il calcolo del suo potere risolutivo su un obiettivo a immersione. Scoprì la legge che da lui prende il nome (relazione dei seni di Abbe) sulla aplanaticità dei sistemi ottici.
abbecedàrio, sm. Libretto per imparare a leggere. ~ abbiccì, sillabario. 
 sm. primer. 
  lat. tardo abecedarium.
abbelliménto, sm. 1 Atto dell'abbellire. ~ ornamento. <> deturpamento. 2 Nota o gruppo di note che in una melodia sono ornamentali rispetto a un'altra nota.
abbellìre, v. tr. Rendere più bello. ~ impreziosire. <> imbruttire. 
 v. tr. to embellish. 
  da a-+ deriv. da bello.
abbeveràggio, sm. Modo e atto dell'abbeverare.
abbeveràre, v. v. tr. 1 Fare bere, specialmente il bestiame. ~ dissetare. 2 Imbevere di acqua, irrigare. 
v. rifl. Togliersi la sete. ~ dissetarsi. 
  v. tr. to water. v. rifl. to drink. 
  lat. volg. adbiberare, comp. da ad-+ biberare, deriv. da bibere bere.
abbeveràta, sf. 1 L'abbeverare, l'abbeverarsi, riferito al bestiame. 2 Luogo in cui il bestiame si abbevera.
abbeveratóio, sm. Recipiente o luogo in cui le bestie bevono. ~ beverino, truogolo.
Abbiategràsso Comune in provincia di Milano (27.541 ab., CAP 20081, TEL. 02). Centro industriale (prodotti alimentari, chimici e fabbriche metalmeccaniche) e zootecnico. Vi si trovano la chiesa di Santa Maria Nuova, risalente al XIV sec., con pronao del 1497 attribuito a D. Bramante e il castello, fatto costruire da Gian Galeazzo Visconti nel XIV sec. Gli abitanti sono detti Abbiatensi.
abbicàre, v. tr. Ammucchiare a forma di bica grano o altri cereali.
abbiccì, sm. Insieme delle nozioni elementari di una disciplina. ~ rudimenti. 
 sm. alphabet.
abbiènte, agg., sm. e sf. Benestante. ~ facoltoso. <> bisognoso. 
 agg., sm. e sf. well-off, well-to-do.
abbiettézza, sf. Bassezza morale, viltà.
abbiètto, agg. Spregevole. 
 agg. abject, despicable.
abbiezióne, sf. Condizione di avvilimento degradante.
abbigliaménto, sm. 1 Gli oggetti usati per vestirsi. ~ vestiario. 2 Modo di vestire. ~ tenuta. 
 sm. dress, pl. (indumenti) clothes. 
  franc. habillement.
abbigliàre, v. v. tr. Vestire in maniera accurata ed elegante; adornare. ~ agghindare. 
v. rifl. Vestirsi e acconciarsi con eleganza. ~ acconciarsi. <> spogliarsi. 
 v. tr. to dress.
abbinaménto, sm. Atto dell'abbinare. ~ connessione. <> scissione.
abbinàre, v. tr. 1 Accoppiare due cose affini. ~ assortire. 2 Unire, collegare. ~ affiancare. <> scindere. 
 v. tr. to combine, to join. 
  lat. bini a due a due.
abbinàta, sf. Accoppiata.
abbindolaménto, sm. 1 Operazione dell'abbindolare. 2 Inganno, imbroglio.
abbindolàre, v. tr. Imbrogliare, mettere nel sacco. ~ raggirare. 
 v. tr. to trick, to cheat. 
  da a-+ deriv. da bindolo.
abbindolatóre, sm. Chi inganna, imbroglia.
abbioccàrsi, v. intr. pron. Lasciarsi cadere, accasciarsi; avvilirsi, deprimersi.
abbioccàto, agg. Dominato da stanchezza e sonnolenza.
abbiosciamènto, sm. L'abbiosciarsi. ~ accasciamento, avvizzimento.
abbisciàre, v. tr. Avvolgere un cavo o una catena in ampie spire in modo che ciascuna di esse possa scorrere liberamente.
abbisognàre, v. intr. 1 Aver bisogno. ~ necessitare. 2 Essere necessario. ~ occorrere. 
  da a-+ bisognare.
abbittàre, v. tr. In marina, passare un cavo attorno a una bitta, specialmente allo scopo di ormeggiare un galleggiante.
abboccaménto, sm. 1 Colloquio importante di due o più persone. ~ appuntamento. 2 Unione, congiunzione realizzata fra due organi o oggetti per permetterne una comunicazione. 
 sm. 1 talk. 2 (colloquio) interview. 
  da abboccare
abboccàre, v. v. intr. 1 Detto di pesci, afferrare l'esca con la bocca. 2 Farsi ingannare. ~ cascarci. 3 Combaciare, coincidere. i due tubi abboccano bene
v. tr. Riempire un recipiente fino all'orlo. 
v. rifl. rec. Incontrarsi per un colloquio. 
  v. intr. to bite. v. tr. to join up, to connect. 
  da a-+ deriv. da bocca.
abboccàto, agg. 1 Di persona che mangia di tutto. 2 Di vino il cui gusto tende al dolce. ~ amabile. <> amarognolo. 
 agg. (vino) medium sweet.
abboccatóio, sm. Bocca di fornace.
abboccatùra, sf. 1 Collegamento di apparecchiature o tubazioni. 2 Tratto in cui due imposte d'uscio o di finestra combaciano. 3 Imboccatura di un recipiente.
abboffàrsi, v. rifl. Riempirsi di cibo, mangiare con avidità ingorda.
abbonacciàre, v. v. tr. Rendere calmo. 
v. intr. e intr. pron. Divenire calmo.
abbonaménto, sm. 1 Pagamento anticipato di un servizio o di una pubblicazione. ~ canone. 2 Tessera che comprova l'avvenuto pagamento. 3 L'importo da pagare. 
 sm. 1 (giornale) subscription. 2 (teatro) season ticket.

abbonàre, v. v. tr. 1 Fare un abbonamento per qualcuno. ~ associarsi. 2 Detrarre, cancellare. ~ defalcare. 
v. rifl. Contrarre un abbonamento. ~ iscriversi. 
 v. rifl. 1 (giornale) to subscribe. 2 (teatro) to get a season ticket. 
  franc. abonner, deriv da borne confine.
abbonàto, agg. e sm. Che o chi usufruisce di un abbonamento. 
 sm. 1 subscriber; (elenco abbonati) directory. 2 (spettacoli) season-ticket holder.
abbondànte, agg. 1 Che è in grande quantità. ~ copioso. <> esiguo. 2 Che ha grande quantità di qualcosa. ~ dovizioso. <> carente. 
 agg. plentiful, abundant.
abbondanteménte, avv. A palate, largamente. ~ considerevolmente. <> limitatamente.
abbondànza, sf. Grande quantità. ~ profusione. <> penuria. 
 sf. abundance, plenty. 
Abbondanza cosmica 
Quantità di atomi di un elemento che si può individuare nell'universo; si misura in rapporto alla percentuale di idrogeno e di silicio. 
Abbondanza isotopica 
Rapporto percentuale tra gli atomi presenti in un particolare isotopo e il numero totale individuabile in un elemento.
abbondàre, v. intr. 1 Essere abbondante, avere in abbondanza. ~ traboccare. <> scarseggiare. i campi hanno abbondato di frutti, quest'anno i frutti sono abbondati. 2 Eccedere. ~ esorbitare. <> mancare. 3 Largheggiare. ~ prodigare. <> centellinare. abbondare nelle lodi
 v. intr. to abound, to be full of, to be plentiful. 
  lat. abundare, traboccare.
abboniménto, sm. Operazione di abbonire.
abbonìre, v. tr. 1 Riferito a persona, calmare, rabbonire. 2 Riferito a cosa, migliorarne la qualità e il rendimento. 
  da a-+ deriv. dal lat. bonus.
abbordàbile, agg. 1 Avvicinabile, affrontabile. ~ accessibile. <> al di là dei propri mezzi. 2 Trattabile, alla mano. ~ disponibile. <> scostante. 
 agg. approachable.
abbordàggio, sm. 1 Manovra per affiancare la propria nave a un'altra per impadronirsene con la forza. ~ arrembaggio. 2 Ricerca decisa di qualcosa, condotta senza scrupolo e con totale volontà di riuscita. ~ approccio.
abbordàre, v. tr. 1 Avvicinarsi con una nave al bordo di un'altra. ~ arrembare. 2 Affrontare con risolutezza. ~ attaccare. <> eludere. 3 Avvicinare qualcuno. ~ agganciare. <> schivare. 
 v. tr. to approach, to tackle. 
  franc. aborder.
abbórdo, sm. 1 Abbordaggio. 2 Atto del farsi incontro a una persona per conoscerla e parlarle.
abborracciaménto, sm. 1 Modo e atto dell'abborracciare. 2 Lavoro fatto male e in fretta.
abborracciàre, v. tr. Fare qualcosa male, in fretta e senza attenzione. ~ raffazzonare. <> rifinire.
abborracciatùra, sf. Lavoro fatto alla meno peggio.
abborraccióne, sm. Persona che per la fretta, la mala voglia o mancanza di pratica opera con risultati imperfetti.
abborràre, v. v. tr. Riempire di borra. ~ imbottire. 
v. intr. Abborracciare, far confusione parlando o scrivendo.
abbottonàre, v. v. tr. Infilare i bottoni negli occhielli. ~ allacciare. <> sganciare. 
v. rifl. Chiudersi in un cauto, guardingo riserbo. ~ tacere. <> confessarsi. 
 v. tr. e intr. to button up. 
  da a-+ deriv. da bottone.
abbottonàto, agg. Riservato, cauto. ~ discreto. <> estroverso. 
 agg. 1 closed. 2 (riservato) reticent, reserved.
abbottonatùra, sf. Serie di bottoni e occhielli.
abbozzàre, v. v. tr. Dare una prima forma approssimativa a un'opera. ~ imbastire. <> perfezionare. 
v. intr. Lasciar correre, pazientare. ~ sopportare. <> spazientirsi. 
 v. tr. to sketch. 
  da a-+ deriv da bozza.
abbozzàta, sf. Esecuzione di un primo abbozzo.
abbozzatìccio, agg. e sm. (pl. f.-ce) Abbozzato senz'arte.
abbòzzo, sm. 1 Prima forma di un'opera. ~ traccia. 2 Tentativo. ~ accenno. 
 sm. 1 outline, sketch. 2 (pitt.) draft.
abbozzolàrsi, v. rifl. 1. Fare il bozzolo 2. Agglomerarsi, detto soprattutto della farina immersa in acqua.
abbracciàre, v. v. tr. 1 Cingere con le braccia. 2 Dedicarsi a qualcosa. 3 Comprendere, contenere. ~ circondare. 4 Far proprio, accettare. ~ caldeggiare. 
v. rifl. rec. Cingersi l'un l'altro con le braccia. 
 v. tr. 1 to embrace, to hug, to include. 2 (causa) to espouse. 
  da a-+ deriv. da braccio.
abbracciàta, sf. Abbraccio solenne in segno di conclusione di una pace o di conferimento di una dignità.
abbracciàto, agg. In araldica è così detto lo scudo diviso da due linee che congiungono il punto medio di un fianco con i due cantoni del fianco opposto, formando un triangolo.
abbràccio, sm. Atto dell'abbracciare. ~ stretta. 
 sm. embrace, hug.
abbrancàre, v. v. tr. Prendere con rapidità. ~ agguantare. <> mollare. 
v. rifl. rec. Appigliarsi con forza. ~ attaccarsi. <> abbandonarsi. 
  da a-+ deriv. da branca.
abbreviaménto, sm. Modo e atto dell'abbreviare.
abbreviàre, v. tr. Rendere più breve. 
 v. tr. to shorten, (parola) to abbreviate. 
  lat. abbreviare.
abbreviatìvo, agg. Atto ad abbreviare.
abbreviatóre, agg. e sm. Che o chi abbrevia.
abbreviatùra, sf. 1 Abbreviazione. 2 Modo di scrivere per compendio o troncamento.
abbreviazióne, sf. 1 Riduzione di qualcosa nella durata e nell'estensione. 2 Riduzione grafica di una parola o una frase mediante una sigla; parola che ha subito tale riduzione. ~ troncamento. 
 sf. abbreviation.
abbrivàre, v. v. tr. Aumentare gradatamente la velocità di una nave fino a raggiungere quella voluta. 
v. intr. Prendere l'abbrivo, acquistare velocità.
abbrìvo, o abbrìvio, sm. 1 Velocità iniziale che un natante prende per effetto dei suoi mezzi di propulsione; moto residuo di un natante quando la propulsione è cessata. prendere l'abbrivo, acquistare la massima velocità possibile. 2 Inizio deciso. ~ slancio. quando prende l'abbrivo a raccontare i suoi affanni, non termina più
  deriv. da abbrivàre.
abbronzànte, agg. e sm. agg. Che abbronza. 
sm. Cosmetico che favorisce l'abbronzatura. 
 sm. suntan lotion.
abbronzàre, v. v. tr. Rendere bruna la pelle. ~ abbrunire. <> schiarire. 
v. rifl. intr. pron. Assumere il colore del bronzo esponendosi alla luce del sole. ~ abbrustolirsi. 
  v. tr. to bronze, to tan. v. rifl. intr. pron. to get tanned, to get brown. 
  da a-+ deriv. da bronzo.
abbronzatìccio, agg. Abbronzato in modo sgradevole e ineguale.
abbronzàto, agg. Che ha preso il colore del bronzo per esposizione al sole o ai raggi ultravioletti emessi da apposite lampade. ~ scuro. <> pallido. 
 agg. brown, tanned.
abbronzatùra, sf. L'aspetto di chi è abbronzato. ~ tintarella. 
 sf. suntan, tan.
abbruciacchiàre, v. tr. Bruciare superficialmente o parzialmente.
abbruciaménto, sm. Pratica agricola che consiste nel dar fuoco ai residui delle colture vegetali, alle stoppie ecc. ~ debbio.
abbruciàre, v. tr. e intr. Forma meno comune di bruciare.
abbrumàre, v. intr. Corrodersi della carena di legno delle navi per effetto di piante e animali marini.
abbrunàre, v. v. tr. 1 Fregiare con un segno di lutto. 2 Fare bruno. 
v. rifl. 1 Diventare scuro. ~ imbrunire. 2 Vestirsi a lutto.
abbrunàto, agg. Fornito del segno di lutto.
abbrunìre, v. tr. 1 Render bruno. 2 Brunire.
abbrustoliménto, sm. 1 Operazione dell'abbrustolire. ~ torrefazione.
abbrustolìre, v. v. tr. Bruciare leggermente un alimento; tostare. ~ rosolare. 
v. intr. pron. Abbronzarsi. 
 v. tr. to toast. 
  lat. bustulare.
abbrutiménto, sm. Riduzione, degradazione in uno stato simile a un bruto. ~ imbarbarimento
abbrutìre, v. v. tr. Rendere simile a un bruto. ~ degradare. <> ingentilire. 
v. intr. pron. Ridursi come un bruto. ~ imbarbarirsi. <> raffinarsi. 
 v. tr. to degrade, to exhaust.
abbruttìre, v. v. tr. Rendere brutto. Riferito a persona è più comune imbruttire. 
v. intr. Diventare brutto.
abbuffàrsi, v. rifl. Mangiare voracemente e in abbondanza. ~ rimpinzarsi.
abbuffàta, sf. Pasto abbondante consumato ingordamente. ~ scorpacciata.
abbuiàre, v. v. tr. Rendere buio. ~ oscurare. <> illuminare. 
v. rifl. Farsi scuro, rannuvolarsi. ~ oscurare, annottare, offuscare. <> rasserenarsi, albeggiare.
abbuonàre "abbonare"
abbuòno, sm. 1 Riduzione di un prezzo, di un debito. ~ sconto. Ti faccio un abbuono di tremila lire sul totale da pagare. 2 Condono del debito, in modo totale o parziale. 3 Riduzione del tempo impiegato in una gara concessa ai primi arrivati. 
 sm. allowance, discount. 
  deriv. da abbuonare
abburattaménto, sm. Separazione della farina dalla crusca per mezzo del buratto.
abburattàre, v. tr. 1 Cernere la farina dalla crusca col buratto. 2 Scuotere, agitare; strapazzare, malmenare. 3 Prendere in esame col giudizio.
abburattatùra, sf. 1 Operazione dell'abburattare. 2 Crusca ottenuta abburattando. ~ stacciatura.
abc, sm. "abbiccì"
Abd al-Aziz III ibn Saud (Riyadh 1887-Taif 1953) Re dell'Arabia Saudita dal 1932 al 1953. Unificò in un unico regno i territori della penisola arabica e fu tra i promotori della lega araba (1943).
Abd al-Rahman Nome di emiri. 
Abd al-Rahman I 
(756-788) Emiro di Cordova, sottomise tutta la Spagna musulmana. Sconfisse in battaglia Carlo Magno a Saragozza e Roncisvalle. 
Abd al-Rahman II 
(822-852) Emiro di Cordova, si operò per riorganizzare l'amministrazione sul modello abbaside e per respingere i pirati normanni. 
Abd al-Rahman III 
(912-961) Emiro di Cordova, si proclamò califfo nel 929, opponendosi agli Abbasidi Fatimidi.
Abd el-Kader (Mascara 1808-Damasco 1903) Emiro algerino, fu a capo della resistenza alla colonizzazione francese in Algeria (1832-1847).
Abd el-Krim, Muhammad ibn (Ajdir 1882-Il Cairo 1963) Capo nazionalista marocchino; fu a capo dell'insurrezione delle tribù berbere del Rif contro spagnoli e francesi (1920-1926).
Abdèra Antica città presso la costa della Tracia greca. Fondata secondo la tradizione da Eracle e quasi subito distrutta dai Traci, fu ricostruita cento anni dopo. Fu sotto il dominio persiano, fece parte della lega delio-attica e del regno macedonico di cui subì le vicende. Presa dal generale romano Ortensio (170 a. C.) fu poi riconosciuta libera dal senato romano. Fu patria dei filosofi Leucippo, Democrito, Protagora e Anassarco.
Abdìa (sec. VI a. C.) Nome ricorrente di personaggi biblici. Il più importante è il quarto dei dodici profeti minori della Bibbia e autore del libro omonimo, la cui datazione risulta dubbia (VIII o V sec. a. C.).
abdicàre, v. intr. 1 Rinunciare al potere sovrano. ~ dimettersi. 2 Rinunciare a qualcosa. 
 v. intr. to abdicate. 
  lat. abdicare, franc. abdiquer.
abdicatàrio, agg. Che abdica o ha abdicato.
abdicazióne, sf. Rinuncia all'autorità sovrana o a un diritto, una carica e simili.
abducènte, agg. Che abduce. 
Nervo abducente 
In anatomia è il sesto paio di nervi cranici che innervano i muscoli adibiti alla funzione oculomotoria laterale. Nascono dal ponte di Varolio, raggiungendo le due cavità orbitarie. La degenerazione degli abducenti causa lo strabismo convergente. 
  lat. abducens,-entis, p.pres. di abducere, allontanare.
Abdülhamit Nome di sultani ottomani. 
Abdülhamit I 
(1725-1789) Sultano ottomano dal 1774. Dovette cedere la Crimea ai russi da sconfitto. 
Abdülhamit II 
(1842-1915) Sultano ottomano dal 1876 al 1909. Dispotico e reazionario, venne deposto nella rivolta dei giovani turchi.
abdùrre, v. tr. Allontare una parte del corpo dall'asse mediano.
abduttóre, agg. e sm. agg. Che produce abduzione. 
sm. Termine anatomico che designa genericamente ogni muscolo che produce l'effetto di allontare una parte del corpo dall'asse mediano.
abduzióne, sf. 1 Atto, effetto dell'abdurre. 2 Sillogismo aristotelico "A, B, quindi C" dove la premessa maggiore A è certa mentre la premessa minore B e la conclusione C sono egualmente probabili. 3 Ragionamento in cui la conclusione è solo verosimile.
ABE In informatica indica il nome di un programma MS-DOS che permette di preparare un file binario per l'invio tramite posta elettronica.
Abe, Kobo (Tokyo 1924-1993) Pseudonimo di Abe Kimifusa. Romanziere e drammaturgo, sviluppò uno stile peculiare che risente delle suggestioni del teatro dell'assurdo e dell'influsso kafkiano. Nei suoi libri traspare l'esperienza della vita trascorsa da ragazzo nella desolazione della Manciuria e la sua passione per lo studio degli insetti. Tra le opere La parete (1951), La donna di sabbia (1962), La mappa bruciata (1967), Amici (1967) e L'uomo scatola (1973).
abecedarium, o abeceturium, sm. Alfabeto greco e latino tracciato dal vescovo con il suo pastorale.
Abéché Città (188.000 ab.) del Ciad, capoluogo della prefettura di Ouddaï.
Abel, Niels Henrik (Findö 1802-Froland 1829) Matematico norvegese cui si devono gli sviluppi delle teorie delle funzioni ellittiche e delle funzioni abeliane. Per primo (a 19 anni) dimostrò l'impossibilità di trovare una soluzione "algebrica" generale per le equazioni di quinto grado (ossia di esprimere le soluzioni in funzione dei coefficienti mediante formule contenenti solo funzioni algebriche, ossia ottenute componendo quattro operazioni e potenze ad esponente razionale); è considerato uno dei fondatori della teoria dei gruppi.
Abelàrdo, Pietro (Le Pallet, Nantes 1079-Châlon-sur-Saône 1142) Teologo, maestro di dialettica e filosofo francese. In seguito alla relazione con una sua allieva, Eloisa, fu condannato all'evirazione. Dopo la tragica conclusione della vicenda si fece monaco. Allievo di Roscellino, fu tuttavia critico nei confronti del suo maestro e propose, sul problema degli universali, la teoria del concettualismo. Per l'ostilità di molti teologi del suo tempo, tra cui San Bernardo, fu dichiarato eretico due volte (nei concili di Soissons (1121) e di Sens (1141). Tra le sue opere, Dialectica (1121), Sic et non (1121), Theologia christiana (1123), Introductio ad theologiam e il Dialogus inter iudaeum, philosophum et christianum. Di grande interesse per la comprensione della cultura e della società dell'epoca, sono l'autobiografia Historia calamitatum mearum e il carteggio epistolare scambiato con Eloisa. In teologia Abelardo propose la ricerca personale come mezzo di scoperta della verità e per la soluzione di questioni controverse. In etica affermò che il criterio della moralità degli atti non è fissato dalla sola norma esteriore, ma anche dall'intenzione con cui il soggetto compie un'azione.
Abèle Personaggio biblico, secondo figlio di Adamo ed Eva, fu assassinato dal fratello Caino geloso perché meno gradito a Dio. La sua morte ispirò molte opere letterarie, come il poema La morte di Abele di Solomon Gessner (1758), l'oratorio del Metastasio La morte d'Abel (1732) e l'Abele di Alfieri.
abelmósco, sm. Nome comune dell'Hibiscus abelmoschus, detto anche ambretta. Coltivato nei paesi tropicali per estrarne oli essenziali dal profumo di muschio, viene utilizzato in profumeria e come aromatizzatore di liquori
Abeokuta Città (396.000 ab.) della Nigeria, capoluogo dello stato di Ogun.
Aberdeen Città della Gran Bretagna (200.000 ab.) nella regione scozzese di Grampian. Situata alla foce dei fiumi Don e Dee, risulta essere uno dei porti più importanti della Scozia sul Mare del Nord. Particolarmente sviluppata è la pesca di aringhe e non mancano insediamenti industriali con impianti conservieri, alimentari e della lavorazione di carta e granito. Residenza dei re di Scozia per due secoli, conserva una pregevole cattedrale gotica (Saint Machar).
Aberdeen, George Hamilton (Edimburgo 1784-Londra 1860) Conte inglese e uomo politico conservatore; fu primo ministro dal 1852 al 1855.
aberrànte, agg. Anormale. ~ abnorme. <> regolare.
aberrànza, sf. Singolarità rappresentata da un valore che si discosta notevolmente dalla media di un campione osservato.
aberràre, v. intr. Sviarsi; deviare dalla norma, dal giusto.
aberratio delicti, loc. avv. Divergenza tra il reato voluto e quello commesso.
aberratio ictus, loc. avv. Errore nell'attuazione di un proposito criminoso consistente nel commettere l'azione contro una persona che non ha nulla a che vedere con quella cui l'azione era diretta.
aberrazióne, sf. 1 Il deviare da ciò che è normale. ~ snaturamento. <> dirittura. 2 Anomalia di organi o funzioni. ~ disfunzione. <> regolarità. 3 Mostruosità. 
  lat. aberratio,-onis. 
In ottica indica la deformazione di un'immagine dovuta al sistema ottico, e può essere cromatica, se si riferisce a una variazione nel colore dovuta alla decomposizione della luce (prisma ottico), oppure geometrica se si riferisce alla forma dell'oggetto. 
In biologia aberrazione cromosomica è sinonimo di mutazione. 
In astronomia l'aberrazione si riferisce alla variazione della posizione apparente di un oggetto celeste rispetto a quella effettiva. L'aberrazione è dovuta al moto della Terra e si distingue in diurna (dovuta alla rotazione del pianeta) e annua (rivoluzione). 
Aberrazione annua 
Spostamento della posizione di un astro durante un anno, è provocato dal movimento dell'osservatore rispetto all'astro (cioè dal moto di rivoluzione della Terra) e dal fatto che la sua velocità non è trascurabile rispetto a quella della luce. 
Aberrazione diurna 
Differenza di posizione di una stella nel corso di un giorno; è provocata dal movimento di chi osserva, e cioè dalla rotazione della Terra su se stessa. Le conseguenze dell'aberrazione diurna all'equatore è sessantuno volte minore in confronto a quanto accade in caso di aberrazione annua. In presenza del fenomeno dell'aberrazione, le stelle percorrono una piccola ellissi con il semiasse maggiore parallelo all'equatore celeste. 
Aberrazione planetaria 
Fenomeno simile a quello dell'aberrazione annua delle stelle, ma reso più complesso dal moto angolare dei pianeti sulla sfera celeste; mentre la luce raggiunge la Terra, il pianeta si è già spostato nella sua orbita. È molto importante sapere qual è la reale posizione del pianeta, in quanto solo così è possibile determinarne l'orbita. Questo fenomeno riguarda tutti i corpi che posseggono un moto angolare, quindi anche pianetini e comete. 
Aberrazione stellare 
Cambiamento di posizione di una stella per effetto del movimento della Terra intorno al Sole sulla direzione di arrivo della luce.
abetàia, sf. Abetina.
a-betalipoproteinemìa, sf. Impossibilità da parte delle cellule intestinali di sintetizzare le lipoproteine beta (nota anche come sindrome di Bassen-Kornzweig).
abéte, sm. Nome comune di un gruppo di esemplari vegetali della famiglia delle Pinacee. Comprende le conifere dei generi Abies, Picea e Pseudotsuga. L'abete è pregiato per il suo legno, usato per la carta, i mobili e gli strumenti musicali, e per la resina, utilizzata per la produzione di coloranti. 
Abete bianco 
Gimnosperma (Abies alba) della famiglia delle Pinacee e della classe delle Conifere. Raggiunge i 45 m e vive fino a 800 anni. 
Abete di Douglas 
Gimnosperma (noto anche come abete odoroso, Pseudotsuga Douglasii) della famiglia delle Pinacee e della classe delle Conifere. Raggiunge i 100 m e vive fino a 1.000 anni. 
Abete rosso 
Gimnosperma (noto anche come peccio, Picea excelsa) della famiglia delle Pinacee e della classe delle Conifere. Diffuso in Europa centrale, nella penisola balcanica e in Siberia. Utilizzato per la produzione di mobili. 
 sm. fir.
Abéte, Luìgi (Roma 1947-) Presidente della Confindustria dal 1992 al 1996, grande imprenditore nell'editoria.
abetèlla, sf. 1 Fusto di abete rimondo, lungo e sottile. 2 Pertica per esercizi di ginnastica.
abetìna, sf. Bosco di abeti.
Abetóne Comune in provincia di Pistoia (758 ab., CAP 51021, TEL. 0573).
Abétti, Giórgio (Padova 1882-Firenze 1982) Astronomo, fu direttore dell'Osservatorio di Arcetri dal 1922.
Abhasia Repubblica autonoma della Georgia (506.000 ab.) con capitale Suhumi.
abhidhàrma Titolo dell'ultimo gruppo di opere che formano il canone buddistico Tripitaka, composto di trattati di metafisica e di dogmatica.
ABI Sigla di Associazione Bancaria Italia.
abiàtico, sm. (pl.-ci) Figlio del figlio o della figlia. ~ nipote.
Abidjan Città della Costa d'avorio (950.000 ab.) situata nella laguna di Ebrié, sul golfo di Guinea. Collegata con Port-Bouet sull'Atlantico, è nodo marittimo e principale porto del paese. Oltre che centro di commercio per le più importanti esportazioni (caffè, olio, cotone e cacao), è sede di raffinerie e industrie tessili.
Abietàcee Famiglia di Conifere. ~ pinacee.
abietìnico, agg. Di acido resinico componente di oleoresine naturali. Forma sali ed esteri usati in varie applicazioni come vernici, saponi ecc. In commercio detto anche di miscugli di acidi resinici fra loro simili e difficili da depurare.
abietomalèico, agg. Relativo al composto di addizione dell'acido abietinico e dell'anidride maleica.
abiettaménte, avv. In modo spregevole.
abiettàre, v. v. tr. Rendere abietto. 
v. rifl. Rendersi abietto.
abiettézza, sf. Bassezza morale, viltà.
abiètto, agg. Spregevole, ignobile. ~ indegno. <> ammirevole. 
  lat. abiectus, p.p. di abicere gettar via.
abiezióne, sf. Condizione di avvilimento degradante. ~ spregevolezza. <> decoro.
Abigail Personaggio biblico, fu moglie di Davide con cui ebbe un figlio.
abigeàto, sm. Furto di bestiame. 
  lat. abigeatus, deriv. da abigere allontanare spingendo.
abìgeo, sm. Chi è colpevole di abigeato. ~ abigeatario.
àbile, agg. 1 Idoneo; che ha capacità legalmente riconosciuta. ~ appropriato. <> inadatto. 2 Fatto con astuzia. ~ ingegnoso. <> maldestro. 
 agg. 1 capable, able. 2 (idoneo) fit. 3 (intelligente) clever.
Abilene Città degli USA., Texas (100.000 ab.) a ovest di Dallas. Fra le principali ricchezze i pozzi petroliferi e le raffinerie di petrolio. Sede di industrie tessili e meccaniche. Fiorente mercato dei prodotti agricoli della regione quali grano e cotone.
abilità, sf. 1 Capacità acquisita con l'esperienza. ~ predisposizione. <> inettitudine. 2 Destrezza. ~ maestria. 
 sf. skill, ability, cleverness. 
  lat. habilitas,-atis.
abilitànte, agg. Che abilita, che rende idoneo allo svolgimento di una data professione.
abilitàre, v. v. tr. Riconoscere legalmente idoneo a una funzione. ~ autorizzare. 
v. rifl. Conseguire un'abilitazione.
abilitàto, agg. e sm. Che o chi ha conseguito un'abilitazione. ~ idoneo. 
 agg. qualified.
abilitazióne, sf. Atto di riconoscimento da parte di un'autorità competente dell'idoneità a esplicare un'attività grazie al possedimento di tutti i requisiti necessari a svolgerla. Può riguardare lo svolgimento di una professione (ingegnere, architetto, notaio medico, farmacista ecc.). In alcuni casi è necessaria per l'iscrizione agli albi professionali. 
~ licenza. 
 sf. qualification.
abilménte, avv. Con abilità, destrezza, accortezza. ~ efficientemente.
abiogènesi, sf. "eterogenesi"
abiosfèra, sf. La parte del nostro pianeta ove non è possibile la vita.
abiòtico, agg. (pl. m.-ci) In ecologia, di zona, strato del suolo e simili, non popolati da alcun organismo vivente.
abiotrofìa, sf. Processo che provoca in particolare la degenerazione precoce dei tessuti nervosi.
abissàle, agg. 1 Degli abissi marini. ~ profondo. 2 Enorme, spropositato. ~ incalcolabile. <> esiguo. 3 In geologia rappresenta il magma posto a grande profondità nella crosta terrestre. 
In geografia, la regione abissale indica le profondità dello spazio marino comprese tra 2.000 e 6.000 m, nelle quali la luce solare non può penetrare. Per questo motivo manca la vegetazione e sono presenti animali in grado di sopportare alte pressioni e basse temperature (prossime a zero gradi centigradi). 
Fauna abissale 
La comunità faunistica che vive negli abissi è costituita da predatori di due specie: la fauna abissale bentonica, così definita perché vive sul fondo del mare, e quella nectonica, così chiamata perché libera di nuotare. Esse hanno adattato la loro struttura fisica all'ambiente abissale privo di luce: organi bioluminescenti, occhi telescopici ecc. 
Piana abissale 
È costituita dalla sezione piana dei fondali marini che unisce la parte della dorsale medio-oceanica alla parte continentale. È posta a una profondità di circa 3.800 m.
abissàre, v. tr. e intr. Inabissare, inabissarsi.
Abissi Film d'avventura, americano (1977). Regia di Peter Yates. Interpreti: Robert Shaw, Jacqueline Bisset, Nick Nolte. Titolo originale: The Deep
Abissìnia Nome con cui viene chiamato il nucleo centrale dell'Etiopia. La zona comprende le regioni di Scioà, Tigré, Goggiam e Amara e comprende l'altopiano etiopico che ha un'altezza media di quasi 2.000 m. Il clima della regione varia secondo l'altitudine, con temperature medie annue che oscillano tra i 22 °C e i 28 °C circa. Ad altitudini superiori ai 2.400 m, si hanno temperature che si attestano sui 16 °C. Le piogge si concentrano nei mesi di giugno e settembre e, con minor frequenza, nei mesi di febbraio e marzo. Di conseguenza la vegetazione varia dalle specie tipiche della savana alla ricca vegetazione delle valli, mentre la zona temperata comprende prati adibiti a pascoli e sui rilievi si ha prevalenza di vegetazione arbustiva. Questa regione, abitata da abissini e da amara, è la più popolata dell'Etiopia.
abissìno, agg. e sm. agg. Dell'altopiano etiopico. 
sm. Abitante, nativo dell'Abissinia.
abìsso, sm. 1 Profondità grandissima; baratro. ~ voragine. 2 Enorme differenza. ~ divario. 3 Rovina. ~ perdizione. 
 sm. abyss. 
  lat. abyssus, greco àbyssos senza fondo.
abissus abissum invocat Frase biblica che significa "abisso chiama abisso". Sta a indicare che ogni errore grave produce altri errori non meno gravi.
abitàbile, agg. Atto a essere abitato. ~ vivibile. 
 agg. habitable.
abitabilità, sf. L'insieme delle condizioni previste dalla legge che rendono abitabile un edificio.
abitàcolo, sm. Negli autoveicoli, lo spazio destinato alle persone. ~ cabina. 
 sm. 1 (automobile) inside. 2 (autocarro) cabin cab. 3 (sport) cockpit.
abitànte, sm. e sf. 1 Residente in uno spazio geografico determinato. ~ dimorante. 2 Al plurale, popolazione. ~ cittadinanza. 
 sm. inhabitant.
abitàre, v. v. tr. Avere come dimora abituale. ~ occupare. abitare una villa molto ampia 
v. intr. Vivere in un luogo, risiedere. ~ alloggiare. abitare in montagna. 
  v. tr. to live, to dwell. v. intr. to live in. 
  lat. habitare trovarsi, stare.
Abitare il vento Romanzo di S. Vassalli (1980).
abitatìvo, agg. Concernente gli edifici per abitazione.
abitàto, agg. e sm. agg. Stabilmente occupato dall'uomo. ~ popolato. <> deserto. 
sm. Luogo dove si addensano le abitazioni e i relativi servizi. ~ agglomerato. 
  agg. lived in, inhabited. sm. built-up area.
abitatóre, sm. Abitante.
abitazióne, sf. Luogo in cui si vive e che può essere una casa, un appartamento, un edificio. ~ domicilio. 
 sf. house, home, residence. 
Le forme e i materiali impiegati nella costruzione variano in relazione all'ambiente geografico, al clima, alla natura del terreno e alle abitudini dei popoli che la costruiscono; le maggiori diversità si registrano per le popolazioni che non impiegano opere in muratura. 
In diritto civile si dice diritto di abitazione il diritto di abitare in una casa di proprietà di terzi limitatamente alle reali necessità del titolare del diritto e della sua famiglia. Tale diritto ha carattere personale e non può essere ceduto né dato in locazione da parte del titolare.
Abitibi Lago (956 km2) dell'Ontario, nel Canada al confine con il Québec.
abitìno, sm. 1 Piccolo abito. 2 Distintivo di confraternite e associazioni pie formato da due piccoli pezzi di stoffa che pendono sul petto o sul dorso mediante due nastri e spesso comprendenti anche un'immagine sacra.
àbito, sm. 1 Vestito; veste religiosa. 2 Atteggiamento. ~ tendenza. 
 sm. (da uomo) suit, (da donna) frock, dress, (indumenti) clothes. 
  lat. habitus.
abituàle, agg. Che si fa per abitudine. ~ consueto. <> insolito. 
 agg. habitual, usual; (cliente) regular.
abitualità, sf. Condizione di ciò che è abituale.
abitualménte, avv. In modo abituale. ~ comunemente. <> eccezionalmente.
abituàre, v. v. tr. Far prendere un'abitudine. ~ assuefare. <> disavvezzare. 
v. rifl. Prendere un'abitudine, assuefarsi. ~ familiarizzarsi. <> svezzarsi. 
 v. intr. to get accustomed to. 
  lat. tardo habituare comportarsi.
abituàto, agg. Che ha l'abitudine a qualcosa. 
 agg. used, accustomed.
abituazióne, sf. Adattamento provvisorio che può verificarsi in un organismo animale in seguito al ripetersi di uno stimolo e che consiste nell'inibizione progressiva della risposta allo stimolo stesso.
abitudinàrio, agg. e sm. Che, chi è attaccato alle proprie abitudini. ~ consuetudinario. <> incostante. 
  agg. of fixed habits. sm. creature of habit; (cliente) regular customer.
abitùdine, sf. Tendenza acquisita con la ripetizione degli stessi atti. ~ routine. 
 sf. 1 habit. 2 (usanza) custom, use.
abitùro, sm. Abitazione meschina e povera. ~ catapecchia, tugurio.
abiùra, sf. Solenne rinuncia a una religione o dottrina considerata falsa o erronea. ~ apostasia.
abiuràre, v. tr. Fare abiura. ~ rinnegare.
ablastìna, sf. Particolare anticorpo che si può ritrovare nel siero sanguigno in seguito a un'immunizzazione. Blocca la riproduzione di microrganismi infettanti senza presentare attività litiche.
ablatìvo, sm. Sesto caso della declinazione latina indicante una vasta gamma di complementi tra cui quelli di modo, mezzo, materia, agente, causa, tempo, luogo, compagnia, limitazione. 
In diritto si tratta di un provvedimento che priva di un diritto o di un bene. 
Ablativo assoluto 
Costrutto sintattico latino composto da nome e predicato espressi in forma di ablativo e senza legami con la proposizione reggente.
ablazióne, sf. Asportazione. ~ amputazione. 
In geografia, processo che consiste nell'asportare da un terreno lo strato superficiale (erosione effettuata da agenti atmosferici come acqua, vento o ghiaccio) o riduzione di volume degli strati ghiacciati in seguito a cambiamento di stato (fusione o evaporazione). 
In chirurgia indica l'asportazione di un organo. 
In missilistica, asportazione degli strati esterni di un veicolo spaziale per effetto del surriscaldamento per attrito.
ablefarìa, sf. Mancanza della palpebra per cause congenite.
abluzióne, sf. Lavaggio del corpo o di una parte di esso, anche come atto rituale di molte religioni, a scopo di purificazione. ~ lavacro.
abnegazióne, sf. Totale rinuncia al proprio bene per dedizione al bene altrui. ~ sacrificio. <> egoismo. 
 sf. abnegation. 
  lat. tardo abnegatio,-onis.
Abner (sec. XI a. C.) Generale del re Davide assassinato dal generale Joab.
abnòrme, agg. Che esce dalla norma; anomalo. ~ aberrante. <> proporzionato. 
 agg. abnormal.
abolìre, v. tr. Annullare; abrogare. ~ sopprimere. <> instaurare. 
 v. tr. to abolish, to repeal. 
  lat. abolere distruggere.
abolizióne, sf. L'abolire; soppressione. ~ abrogazione. <> attivazione. 
 sf. 1 suppression, abolition. 2 (dir.) repeal, abrogation.
abolizionìsmo, sm. Movimento nato in Francia al tempo della rivoluzione francese (sancito nel 1794 dalla Convenzione) che intendeva abolire la schiavitù. Nel 1802, però, la schiavitù venne nuovamente legalizzata da Napoleone; nel 1848 con la caduta di Luigi Filippo, si ebbe la definitiva abolizione della tratta degli schiavi. Si diffuse in Gran Bretagna (abolizione della tratta e della schiavitù rispettivamente nel 1807 e 1833) e negli Stati Uniti (1839), ove fu oggetto di contesa nazionale per le implicazioni di carattere economico. Verso la fine del XVIII sec., in Pennsylvania sorsero i primi movimenti antischiavisti che trovarono nei quaccheri e nei loro discendenti i sostenitori più accaniti. Il movimento si estese a Boston (1831) e a Filadelfia (1833, fondazione della Società americana contro la schiavitù) dove nacquero le due fazioni di progressisti e radicali. I radicali, sostenitori di una rapida abolizione della schiavitù, mantennero il controllo degli organi antischiavisti, mentre nel 1840 i progressisti, sostenitori del raggiungimento dell'emancipazione attraverso l'intervento politico e religioso, fondarono la Società antischiavista americana e internazionale. La svolta decisiva si ebbe nel 1854 con la fondazione del Partito repubblicano che con un programma decisamente antischiavista, fece eleggere come presidente nel 1860 Abraham Lincoln. La popolarità di questo movimento si estese a tal punto che portò alla guerra di secessione tra il Nord e il Sud (che aveva negli schiavi l'unica fonte di manodopera nelle piantagioni di cotone). La vittoria del Nord (1865) portò all'abolizione della schiavitù, riconosciuta dal XIII emendamento della Costituzione.
abolizionìsta, sm. e sf. Chi sostiene l'abolizionismo.
abolizionìstico, agg. Dell'abolizionismo.
abòmaso, sm. Ultima delle quattro cavità dello stomaco dei ruminanti (le altre, che costituiscono il prestomaco, sono il rumine, il reticolo e l'omaso); costituisce lo stomaco propriamente detto. È rivestito di epitelio cilindrico semplice con ghiandole principali, cardiali e piloriche. 
  comp. del lat. ab + omasum, omaso.
Abomey Città (125.000 ab.) del Benin, capoluogo della provincia di Zou.
abominàre, v. tr. Avere in orrore, aborrire, detestare. ~ esecrare. <> adorare.
abominazióne, sf. 1 Sentimento di avversione profonda, odio, disprezzo. ~ ripugnanza. <> ammirazione. 2 Cosa, persona abominevole.
abominévole, agg. Che merita disprezzo. ~ detestabile. <> ammirevole. 
 agg. detestable, disgusting. 
  lat. tardo abominabilis.
abomìnio, sm. 1 Avversione, disprezzo. ~ obbrobrio. 2 Condizione moralmente detestabile. ~ nefandezza.
aborìgeno, agg. e sm. agg. Indigeno. ~ autoctono. <> straniero. 
sm. 1 Chi è originario della regione in cui vive. 2 Selvaggio, primitivo. 
 sm. aborigine.
aborriménto, sm. Sentimento di ripugnanza.
aborrìre, v. v. tr. Detestare. ~ odiare. <> bramare. 
v. intr. Rifuggire con orrore. 
 v. tr. to detest, to abhor.
abortìre, v. intr. 1 Avere un aborto, interrompere una gravidanza. la gatta ha abortito 2 Fallire sul nascere. <> riuscire. il tentativo è abortito 
 v. intr. to abort; (med. naturale) to miscarry; (procurato) to have an abortion.
abortìsta, agg., sm. e sf. 1 Sostenitore, fautore della liberalizzazione dell'aborto. 2 Medico disponibile a effettuare interventi abortivi illegali.
abortìvo, agg. e sm. agg. Che provoca aborto. 
sm. Sostanza atta a provocare l'aborto.
abòrto, sm. 1 Interruzione della gravidanza prima che il feto sia in grado di sopravvivere autonomamente dalla madre. 2 Cosa fatta male. ~ fallimento. <> successo. 
 sm. abortion, (naturale) miscarriage. 
L'aborto può essere spontaneo o provocato. Il primo può essere causato da traumi, malformazioni, infezioni o malattie cardiache e renali della madre, oppure da malformazioni del feto stesso. Con il riposo a letto, prolungato anche a tutta la durata della gravidanza, è spesso possibile evitare una buona percentuale di aborti spontanei. L'aborto provocato, che deve avvenire prima dei tre mesi dal presunto concepimento, può essere attuato se sussiste pericolo fisico o psichico per la salute della madre (aborto terapeutico) o in relazione alle condizioni (economiche, sociali e familiari) e circostanze (incesto o violenza carnale) in cui è avvenuto il concepimento. In quest'ultimo caso l'interruzione di gravidanza viene definita aborto eugenetico. La legge 22 maggio 1978 n. 194 che regola l'aborto in Italia, confermata anche da un referendum popolare, tende a una soluzione di compromesso tra il diritto alla vita del nascituro e l'equilibrio psicofisico e sociale della madre.
Abra Regione (160.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Luzon.
àbra, sm. Piccola moneta d'argento in vigore nel regno di Polonia fino al 1795.
abracadàbra, sm. invar. 1 Parola misteriosa cui si attribuivano virtù magiche. 2 Gioco di parole di significato volutamente oscuro.
abrachìa, sf. Mancanza degli arti superiori di origine congenita.
abrachiocefalìa, sf. Mancanza del capo e degli arti superiori per cause congenite.
abràdere, v. tr. 1 Provocare abrasione. 2 Togliere via raschiando.
Abraham a Sancta Clara Nome religioso di Johann Ulrich Megerle (Kreenheinstetten, Hegau 1644-Vienna 1709) Prosatore religioso austriaco. Tra le opere Ricordatene, Vienna (1680) e Su, su cristiani (1683).
Abraham, Karl (Brema 1877-Berlino 1925) Psicoanalista tedesco fondatore nel 1910 dell'Istituto internazionale di psicoanalisi. Si occupò in particolare di mitologia con il testo Sogno e mito, scritto nel 1909.
Abraham, Max (Danzica 1875-Monaco 1922) Fisico tedesco. Studioso di fisica atomica, insegnò a Milano dal 1909 al 1915. Tra le opere Theorie der Elektrizität (Teoria dell'elettricità).
Abrahams, Peter (Joannesburg 1919-) Narratore. Tra le opere Una ghirlanda per Udomo (1956).
abràmide, sm. Genere di Pesci commestibili simili alle carpe che vivono nell'Europa nordorientale. Appartiene alla famiglia dei Ciprinidi.
abramìti 1 Membri di una setta siriaca del IX sec. che negava la divinità di Cristo. 2 Membri di una setta russa del XVII sec. che ripudiava la chiesa e i sacramenti. 3 Contadini di Boemia del XVIII sec. dichiararono di professare la fede del patriarca Abramo prima della circoncisione.
Abràmo Secondo la Bibbia, Abramo, vissuto probabilmente nel XX secolo a. C., fu il capostipite del popolo ebraico. Primo patriarca originario di Ur, ebbe da Dio la missione di stabilirsi a Canaan; dalla moglie Sara ebbe il figlio Isacco (tramite il quale Abramo è considerato il capostipite degli ebrei), che dichiarò poi suo erede, e dalla schiava Agar il figlio Ismaele (attraverso il quale è considerato capostipite degli arabi). Padre spirituale dei cristiani, dei musulmani e degli ebrei, Abramo, fu chiamato da Dio al sacrificio del figlio Isacco a prova della sua fedeltà; vista l'ubbidienza, Dio lo fermò, risparmiando Isacco (nell'islamismo si nomina come vittima risparmiata Ismaele e non Isacco). Abramo ebbe altri sei figli da Chetura, divenuta sua moglie dopo la morte di Sara. Morì, secondo la tradizione biblica, all'età di 175 anni e il suo corpo è sepolto, insieme a quello di Sara, in una grotta di Hebron. 
  ebr. Abram, eccelso quanto il padre, nobile.
Abramov, Fëdor Aleksandrovic (Vercola, Arcangelo 1920-1983) Scrittore sovietico. Fortemente legato alla Siberia, ne ha descritto l'ambiente e l'umanità con un realismo che spesso non fu molto gradito ai dirigenti politici sovietici. Tra le sue opere, Da queste parti, Due inverni e tre estati e Fratelli e sorelle.
Abramovitz, Max (Chicago 1908-) Architetto statunitense. Architetto all'avanguardia nell'uso dei nuovi materiali (vetro, cemento, parti prefabbricate) e delle nuove tecnologie costruttive. Tra le opere, realizzate insieme a W. K. Harrison, il palazzo delle Nazioni Unite (1948-1950) a New York; l'Alcoa Building (1952) a Pittsburgh e il Lincoln Center (1956) a New York.
abràsiòne, sf. 1 L'effetto del raschiare, del portare via raschiando. ~ erosione. abrasione di un antico manoscritto. 2 Escoriazione, scalfittura della pelle, in seguito a incidente o trauma. ~ graffio, spellatura. riportò delle lievissime abrasioni, nonostante lo spaventoso incidente
 sf. abrasion. 
  lat. abrasio,-onis deriv. da abrasus
Azione meccanica demolitiva esercitata dallo scorrere dell'acqua sull'alveo e sulle sponde di fiumi e torrenti o sulle coste marine. L'intensità dell'abrasione sulle rocce dipende, oltre che dalla loro natura minerale e dalla situazione geologica, dalla quantità di brecciame sospeso nell'acqua e dalla velocità e turbolenza della corrente (per i corsi d'acqua) o dalla violenza del moto ondoso (per le coste marine).
abrasìvo, agg. e sm. agg. Capace di provocare abrasione. 
sm. Sostanza costituita da polveri di estrema durezza, utilizzata per levigare, smerigliare e lucidare superfici. Gli abrasivi possono essere naturali (diamante, quarzo, corindone, silice, pomice e sabbia) o artificiali (alcuni composti di silicio, lana di acciaio e polvere di vetro). La classificazione di un abrasivo viene effettuata in base al grado di durezza, alla struttura cristallina e alla scarsa fragilità. In particolare, dato che durante l'azione abrasiva si verifica la rottura dei granuli della sostanza impiegata, è necessario che gli spigoli dei cristalli si mantengano sufficientemente acuti. È necessario, infine, che i granuli dell'abrasivo siano tanto più piccoli quanto maggiore è la precisione richiesta dalla lavorazione. È possibile utilizzare gli abrasivi direttamente in polvere, eventualmente mescolata a olio o acqua (smerigliatura), o come fogli di carta o tela, sulla cui superficie sono stati opportunamente fissati i granuli, oppure sintetizzati sotto forma di pietre o mole. 
 agg. e sm. abrasive.
abreazióne, sf. In psichiatria è il processo con cui si scaricano le tensioni affettive rivivendo un'esperienza bloccata nell'inconscio da un meccanismo di difesa.
abrégé, sm. invar. Riassunto.
abrìna, sf. Tossialbumina irritante per le mucose usata nella cura del tracoma.
Abriòla Comune in provincia di Potenza (2.061 ab., CAP 85010, TEL. 0971).
àbro, sm. Nome utilizzato per indicare la specie più importante del genere Abrus. Coltivata in tutte le regioni tropicali, nasce spontanea in India.
abrogàbile, agg. Che si può abrogare.
abrogàre, v. tr. Annullare una legge. ~ abolire. <> promulgare. 
 v. tr. to abrogate, to repeal. 
  lat. abrogare.
abrogatìvo, agg. Che ha il fine di abrogare.
abrogazióne, sf. Annullamento di una legge e simili. ~ cassazione. 
Nel diritto può essere tacita, se si riferisce a una norma incompatibile con una nuova norma stabilita nella stessa materia, o espressa, quando la norma viene dichiaratamente annullata da una norma successiva. La norma successiva che annulla quella precedente deve essere dello stesso grado (per esempio una norma costituzionale non può essere abolita da una norma ordinaria).
abrogazionìsta, agg., sm. e sf. Fautore, sostenitore dell'abrogazione di una legge.
abròstine, sm. Uva dell'arbusto rampicante delle Ramnali, simile alla vite selvatica, originario dell'America. ~ lambrusca.
abruptio, sf. Frattura di un osso caratterizzata dalla rima di frattura frastagliata.
àbrus, sm. Genere di arbusti striscianti e rampicanti originario dei paesi tropicali. Hanno piccoli fiori rosa, bianchi o porporini riuniti in racemi. Appartiene alla famiglia delle Papilionacee.
abruzzése, agg. e sm. Dell'Abruzzo.
Abrùzzi, Luìgi Amedèo di Savòia, dùca dégli (Madrid 1873-Villaggio Duca degli Abruzzi 1933) Esploratore e militare. Guidò la spedizione di alpinisti al monte Saint Elias in Alaska (1897). Fu comandante in capo della marina durante la prima guerra mondiale. Fondò in Somalia una colonia agricola dove si trasferì dal 1919.
Abrùzzo Regione a statuto ordinario dell'Italia centromeridionale, bagnata a est dall'Adriatico, confina con Marche, Lazio e Molise. 
Il territorio è in gran parte montuoso, occupato dall'Appennino Abruzzese costituito da un altopiano su cui si staccano tre catene di cui quella orientale, più elevata, comprende il massiccio del Gran Sasso (Corno Grande 2.919 m), del Morrone e della Maiella (Monte Amaro 2.795 m); le montagne sfumano in una zona collinare costituita da valli dove scorrono i fiumi Tronto, Tordino, Vomano, Aterno-Pescara, Sangro e Trigno, tutti tributari del mar Adriatico. 
All'interno si aprono vaste conche come quelle dell'Aquila, e di Sulmona. Quella del Fucino era occupata da un lago prosciugato nel secolo scorso (1854-1876). 
Le coste sono basse, sabbiose, senza porti naturali e interrotte dalle frequenti foci dei fiumi. 
Il clima dipende dall'altitudine e dalla vicinanza al mare; la costa ha un clima caldo e secco, mentre l'interno è caratterizzato da inverni freddi ed estati temperate. 
Il capoluogo è l'Aquila (66.000 ab.), che sorge negli Appennini a 714 m di altitudine; altri capoluoghi di provincia sono Chieti (56.000 ab.), Pescara (124.000 ab.) e Teramo (51.000 ab.). 
Sulla costa sorgono numerosi centri pescherecci, Giulianova, Roseto degli Abruzzi, Francavilla al Mare, Ortona, San Vito Chitino che insieme a Pescara vanno assumendo sempre maggiore rilevanza anche come centri turistici. 
Le risorse economiche sono legate all'agricoltura, con la coltivazione di cereali, patate, ortaggi, uva e olive. Tipiche le produzioni di zafferano e liquirizia. 
Praticato anche l'allevamento del bestiame, in particolare ovino. 
Il sottosuolo presenta depositi di bauxite e giacimenti di metano, nonché di scisti bituminosi. 
I principali impianti industriali riguardano l'industria di trasformazione e quella energetica; interessante è la produzione di cemento e carta a Pescara; sono presenti anche stabilimenti chimici e zuccherifici. 
Discreta è l'attività artigianale (pizzi, ceramica e cuoio). 
Nella regione notevole importanza naturalistica ha il Parco Nazionale (400 km2). 
Abitanti-1.243.690 
Superficie-10.794 km2 
Densità-115,2 ab./km2 
Capoluogo-L'Aquila 
Province (fra parentesi il numero di abitanti del capoluogo espresso in migliaia): Chieti (56), L'Aquila (67), Pescara (121), Teramo (51)
ABS Sigla di Anti-Blokier-System, sistema che impedisce il bloccaggio delle ruote consentendo frenate in spazi ridotti.
Absaroka Range Catena montuosa degli USA (altezza massima 4.006 m con il Francis Peak).
abscissióne, sf. Distacco delle foglie o di altri organi causato dalla pianta madre in una zona (detta appunto di abscissione) costituita di uno strato di separazione e di uno protettivo.
absidàle, agg. Relativo all'abside.
absidàto, agg. A forma di abside; dotato di abside.
àbside, sf. Costruzione semicircolare, poligonale oppure quadrata munita o priva di finestre, coperta da volta a semicalotta o catino. Può appartenere ad altro edificio; è elemento tipico dell'architettura romana e si è diffusa come struttura finale delle navate maggiori, laterali e del transetto. 
 sf. apse.
absintìsmo, sm. Intossicazione causata dall'assunzione di assenzio.
absit iniuria verbis Espressione latina che significa "sia lontana ogni offesa dalle mie parole". Si usa per attenuare una frase che può risultare irriguardosa nei confronti dell'interlocutore.
absolutum, sm. invar. Formula che veniva posta alla fine di un'opera importante insieme alla data e al luogo di stampa, per significare che era terminata.
abstract, sm. invar. Breve riassunto di articoli scientifici pubblicati in riviste specializzate.
Abu Bakr (La Mecca 573-Medina 634) Fu il primo califfo arabo, dal 632 al 634. Suocero e successore di Maometto.
Abu Dhabi Città (363.000 ab.) degli Emirati Arabi Uniti. Capoluogo dell'emirato omonimo e capitale dello stato. Importante porto sulla costa sudorientale del golfo Persico e centro per la raffinazione ed esportazione di petrolio.
Abu Nuwas (VIII-IX) Poeta arabo. Tra le opere Canzoniere.
Abu Simbel Località della bassa Nubia, sul Nilo, ospita i due splendidi templi fatti edificare dal faraone Ramsete II (1290-1224 a. C.). All'epoca della costruzione della diga di Assuan, per evitare possibili inondazioni, entrambe le costruzioni furono riedificate a un livello superiore.
Abu Tamman, Habib ibn Aws (800-ca. 845) Filologo arabo. Tra le opere Hamasa (antologia di poesie antiche).
Abukir Località egiziana, vicino alla città di Alessandria, situata sulla baia omonima del Mediterraneo, che vide nel 1798 la distruzione totale della flotta francese a opera di quella comandata da Nelson e nel luglio dell'anno successivo, la sconfitta dell'esercito turco a opera di Napoleone. Abukir venne nuovamente conquistata nel 1801 a opera di R. Abercromby.
abulìa, sf. 1 Indebolimento e insufficienza della volontà. ~ svogliatezza. <> energia. 2 Inerzia della volontà. ~ apatia. 
  dal greco aboulìa, comp. da a + boùlomai, volere. 
Può originarsi da condizioni fisiopatologiche (affaticamento, emozioni, ecc.) o essere espresione di turbe psichiche (malinconia, schizofrenia ecc.).
abùlico, agg. Privo di volontà, pigro. ~ passivo. <> volitivo. 
 agg. lacking in will power.
Abuña Fiume (750 km) dell'America Meridionale.
abùna, sm. invar. 1 Titolo dato in Etiopia al metropolita della chiesa monofisita copta. 2 Monaco etiopico.
Abuna Josèf Monte (4190 m) dell'Etiopia.
abusàre, v. intr. 1 Fare uso cattivo, illecito, smodato di qualcosa: di cibi. ~ esagerare. <> usare con moderazione. 2 della buona fede altrui. ~ approfittare. 3 di una donna, usarle violenza. ~ stuprare. 
 v. intr. 1 to abuse, to misuse. 2 (approfittare) to take advantage. 3 (sessualmente) to rape.
abusàto, agg. Usato senza misura né criterio e spesso a sproposito. ~ inflazionato. <> originale. 
 agg. abused.
abusivaménte, avv. Con abuso; in modo ingiusto, illecito.
abusivìsmo, sm. Il generalizzarsi di attività di carattere abusivo. L'abusivismo edilizio è quella pratica che consiste nel costruire o modificare manufatti edilizia, senza avere le necessarie concessioni da parte delle autorità competenti.
abusivìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Fautore dell'abolizione della caccia.
abusività, sf. L'essere abusivo.
abusìvo, agg. e sm. agg. Fatto senza averne diritto, contro il disposto della legge. ~ illecito. <> legale. 
sm. Detto di chi esercita un'attività senza la necessaria autorizzazione. 
 agg. illegal, unauthorized.
abùso, sm. 1 Uso illecito, smodato di qualcosa. ~ eccesso. <> misura. 2 Uso di un diritto oltre i limiti di legge. ~ illegalità. <> legalità 
 sm. 1 (uso illecito) misuse, abuse. 2 (uso eccessivo) overuse. 
  lat. abusus. 
In ambito giuridico è l'eccesso nell'uso di una facoltà; costituisce reato punibile, a seconda dei casi, dal codice penale o da quello civile. 
Codice penale 
Gli abusi di competenza del diritto penale comprendono tutti quei casi che danno origine a un reato. Sono tali gli abusi dei mezzi educativi e di correzione (da parte di chiunque sia preposto a tali compiti nei confronti di altre persone), quelli di ufficio e di autorità (da parte di pubblici ufficiali). Esistono poi i casi di abuso di esercizio di professione (per la quale la legge richiede una particolare autorizzazione o abilitazione), di sostanze stupefacenti o alcoliche, di credulità popolare e di strumenti riservati a pubblica certificazione. 
Codice civile 
La competenza del diritto civile è limitata ai casi in cui si verifica l'abuso di un potere non esclusivo al fine di ottenere un interesse esclusivo. Sono compresi, per esempio, l'abuso del rappresentante che stipula un contratto contrario agli interessi del rappresentato, quello di chi esercita un diritto legittimo al solo scopo di nuocere ad altri e quello di chi utilizza l'immagine altrui per scopi non consentiti dalla legge (abuso di immagine).
abùta, sf. Genere di arbusti propri dell'America tropicale coltivati a scopo ornamentale. Appartiene alla famiglia delle Menispermacee.
abutìlon, sm. Genere di piante erbacee o arbustive con foglie alterne simili a quelle dell'acero. Appartiene alla famiglia delle Malvacee.
Abyss, The Film d'avventura, americano (1989). Regia di James Cameron. Interpreti: Ed Harris, Mary Elisabeth Mastrantonio, Michael Biehn. Titolo originale: The Abyss
Ac Simbolo chimico dell'attinio. 
AC 
Sigla di Azione Cattolica.
AC di G. Sigla di Alta Corte di Giustizia.
Acab (871-851 a. C.) Settimo re d'Israele, figlio di Omri, citato nella Bibbia per la sua empietà e per la lotta contro il profeta Elia. Sposo di Iezabel, figlia del re di Tiro, introdusse la religione dei fenici in Israele. Combatté e vinse il re di Damasco Ben-Hadad II al termine di tre guerre e sottomise la popolazione dei moabiti.
acàcia, sf. Tipo di leguminosa arborea o arbustiva con grande diffusione nelle regioni tropicali e subtropicali. Dalla sua lavorazione si estrae gomma arabica, legno da lavoro, coloranti ed essenze. Una specie particolare usata per ornamenti è detta (impropriamente) mimosa. 
 sf. acacia.
acaciàni 1 Setta ariana del IV sec. che aveva per capo il vescovo di Cesarea Acacio Monoftalmo. 2 Seguaci dello scisma promosso ne l484 da Acacio di Costantinopoli.
Acàdemo Eroe attico che diede il nome all'accademia di Platone.
Acàdia Regione costiera del Maine meridionale, sull'Atlantico.
acadiàno, agg. e sm. agg. Relativo all'Acadia. 
sm. Piano medio del Cambriano caratterizzato dai trilobiti Paradoxides e Olenoides.
Acàia Nome della Grecia in generale, ai tempi omerici. Regione situata nella parte settentrionale del Peloponneso, con capitale Patrasso. La conformazione del territorio è montuosa e la popolazione vive lungo la costa affacciantesi sul golfo di Corinto. Si narra che in questa zona abbiano avuto origine gli achei; cadde sotto l'impero romano e fu trasformata da Augusto in provincia, prima di cadere sotto il dominio bizantino. 
Principato di Acaia 
Stato dell'impero latino d'oriente del Peloponneso, sorto dalla quarta crociata. Dopo il riconoscimento del papa, il principato passò agli Angioini e divenne oggetto di disputa tra molte famiglie, tra cui i Savoia. In seguito a matrimonio rientrò nell'impero bizantino; fu conquistato dai turchi che lo mantennero, con fasi alterne, dal 1460 fino alla rivoluzione greca (1821-1830).
acàico, agg. Dell'Acaia, degli achei, regione e popolo dell'antica Grecia.
acajou, sm. Nome attribuito ad alcune piante delle regioni tropicali appartenenti alla famiglia delle Meliacee. Dalla più conosciuta, la Swietenia mahogani, si ricava il mogano.
acalculìa, sf. Incapacità di utilizzare la simbologia numerica.
Acalèfi Classe di Celenterati più conosciuti con il nome di Scifozoi.
Acantàcee Famiglia di piante di cui l'acanto è il genere principale.
Acantàri Sottordine di Protozoi Radiolari con scheletro costituito da spicole di celestina (solfato di stronzio).
acanthopanax, sm. invar. Genere di piante arboree o cespugliose provenienti dalla Cina e dal Giappone. Appartiene alla famiglia delle Araliacee.
acanthophis, sf. invar. Genere di serpenti velenosi con la coda munita di squame spinose. Appartiene alla famiglia dei Colubridi.
Acantìdi Famiglia di Insetti Emitteri eterotteri cui appartengono numerose cimici.
acànto, sm. Angiosperma (Acanthus mollis) della famiglia delle Acantacee e dell'ordine delle Tubiflore; viene coltivata soprattutto per scopi ornamentali, è tipica dei luoghi poco assolati della zona mediterranea. Le larghe foglie pennate e lobate, suggerirono il motivo ornamentale del capitello corinzio.
Acantocèfali Gruppo di vermi riuniti nel tipo omonimo, del sottoregno dei Metazoi, per un totale di circa 500 specie, prive di apparato boccale e parassiti di un artropodo nella vita giovanile e poi di un animale superiore (pesce, uccello, mammifero). Hanno proboscide retrattile uncinata.
Acantòdi Ordine di Pesci fossili placodermi vissuti tra il Siluriano superiore e il Permiano.
acantolìsi, sf. Perdita di coesione delle cellule dello strato spinoso dell'epidermide.
acantopèlvi, sf. Presenza nel bacino di sporgenze ossee causata dal rachitismo.
acantòsi, sf. Malattia le cui caratteristiche sono la rugosità della pelle, la pigmentazione anormale e la presenza di vegetazioni papillomatose.
acantùro, sm. Genere di Pesci Perciformi; sono anche noti con il nome di "chirurghi" per le spine mobili che posseggono ai lati della pinna caudale.
acànzio, sm. Nome volgare dell'Onopordion acanthium, pianta erbacea comune anche in Italia fra le macerie e i luoghi incolti.
Acapulco de Ju´rez Città (592.000 ab.) in Messico, nello stato di Guerrero. Importante porto nella baia omonima e rinomata stazione balneare che si affaccia sull'oceano Pacifico. Porto coloniale a partire dal XVI sec.
acarìasi, sf. Malattia del derma causata dagli acari.
Acàridi Famiglia di acari privi di stigmi e di trachee, la cui respirazione avviene per via cutanea.
Acarnesi Commedia di Aristofane (425 a. C.).
àcaro, sm. Piccolissimo Aracnide con cefalotorace e addome spesso fusi insieme. Gli acari sono parassiti e possono provocare gravi malattie agli animali e alle piante. L'esemplare più noto è la zecca. Alcuni tra gli acari parassiti dell'uomo sono noti con il nome di Sarcoptes scabie e provocano alcune malattie della pelle (scabbia e acariasi generiche). Esistono inoltre acari che vivono in acqua dolce (idracnidi), dove vivono come parassiti su Molluschi e Coleotteri; acari che nidificano sulle piume degli Uccelli (dermanissidi) e acari che attaccano le foglie di molti tipi di piante (tetranichidi).
acarofìlìa, sf. Adattamento di alcune piante nei confronti degli acari.
acàrpo, agg. Relativo a una pianta che non produce frutti.
acatagrafìa, sf. Incapacità di scrivere in modo corretto.
acatalessìa, o acatalèssi, sf. Per gli scettici greci era l'impossibilità di conoscere le cose con certezza. <> catalessi.
acatalèttico, o acatalètto, agg. Riferito a un verso completo, non mancante cioè di alcuna sillaba nel piede finale.
Àcate Comune in provincia di Ragusa (7.640 ab., CAP 97011, TEL. 0932).
Acatenango Vulcano inattivo (3.976 m) del Guatemala.
acatisìa, sf. Incapacità, di natura psichica o nevralgica, di mantenere la posizione seduta.
acàtisto, sm. Inno della chiesa ortodossa sul mistero dell'incarnazione. Veniva letto o cantato in piedi nel quinto sabato di quaresima.
acattòlico, agg. e sm. Non cattolico.
acàude, agg. Relativo agli animali privi di coda o di coccige causa un'anomalia individuale.
acàule, agg. Riferito a piante apparentemente prive di fusto.
ACC Sigla di Alta Corte Costituzionale.
àcca, sm. e sf. Nome dell'ottava lettera dell'alfabeto italiano.
Àcca Larènzia Nella mitologia, divinità romana. Moglie del pastore Faustolo, fu nutrice di Romolo e Remo.
Accadde il 20 luglio Film drammatico, tedesco (1955). Regia di Georg Wilhelm Pabst. Interpreti: Bernard Wicki, Karl Ludwig Diehl, Kurt Meisel. Titolo originale: Es geschah am 20. Juli
Accadde una notte Film commedia, americano (1934). Regia di Frank Capra. Interpreti: Clark Gable, Claudette Colbert, Walter Connolly. Titolo originale: It Happened One Night
Accadde una sera Film commedia, americano (1941). Regia di Alexander Hall. Interpreti: Fredric March, Loretta Young, Robert Benchley. Titolo originale: Bedtime Story
accadèmia, sf. 1 Scuola filosofica di Platone, cosiddetta dal ginnasio di Atene, ove Platone tenne il suo insegnamento a partire dal 387 a. C. Interesse precipuo era lo studio delle scienze, della matematica, ma soprattutto lo studio dell'uomo, quale abitante della polis. 2 Associazione con scopi culturali, formata da scienziati, letterati, cultori delle arti. Un membro dell'Accademia dei Lincei. 3 Sede, luogo di un'accademia. 4 Istituto di istruzione superiore. 5 In senso negativo, sfoggio dialettico inconcludente. fare dell'accademia, fare delle chiacchiere inutili. 6 Trattenimento di musica, canto o simili specialmente in collegi e scuole. 7 Virtuosismo. 
 sf. academy. 
  lat. Academia. 
L'origine delle accademie moderne risale agli intrattenimenti occasionali tra uomini di cultura e scienza. Il termine è passato a indicare varie istituzioni scolastiche, tra cui quelle per l'insegnamento delle belle arti e della danza. Degne di rilievo sono quelle della Crusca e dell'Arcadia con fini legati alla linguistica, al teatro e alla musica, dei Lincei e del Cimento. Il termine è anche utilizzato per indicare le scuole militari. La pressione e la censura dell'ambiente ecclesiastico furono freno enorme allo sviluppo delle stesse, diversamente da quanto accadeva in Francia e in Inghilterra, dove acquisirono importanza nazionale ed ebbero una funzione importante per lo sviluppo del progresso scientifico. Per un risorgimento delle accademie italiane occorre attendere il 1800, con la Società Reale di Napoli e la Regia Accademia delle Scienze di Torino. 
Tra le accademie più note, si citano: 
Académie des Beaux-Arts 
Fondata nel 1648, ha lo scopo di promuovere le belle arti e gli studi di estetica. È formata da cinquanta membri. 
Académie des Inscriptions et des Belles-Lettres 
Fondata nel 1663, ha lo scopo di promuovere gli studi su iscrizioni e documenti antichi e sulle lingue antiche e moderne. È formata da quarantacinque membri. 
Académie des Sciences 
Fondata nel 1666, ha lo scopo di promuovere ricerche nell'ambito delle scienze matematiche e fisiche. È formata da 130 membri. 
Académie des Sciences Morales et Politiques 
Fondata nel 1795, ha lo scopo di promuovere gli studi di storia, geografia, giurisprudenza, etica, filosofia ed economia politica. È formata da cinquanta membri. 
Académie Française 
Fondata nel 1635 da Richelieu, ha lo scopo di curare lo sviluppo della lingua francese. Ha pubblicato varie edizioni di un Dizionario. È formata da quaranta membri. Ha sede nel Palais de l'Institut de France a Parigi. 
Accademia aeronautica 
Istituto fondato nel 1923 per la formazione di ufficiali piloti dell'aeronautica italiana, con sede a Pozzuoli dal 1962. Per essere ammessi ai corsi, occorre essere in possesso di diploma di maturità e risultare fisicamente idonei. I corsi durano tre anni. 
Accademia chigiana 
Fondata nel 1932 a Siena dal conte G. Chigi, per valorizzare la tradizione musicale italiana attraverso corsi di perfezionamento e altre iniziative musicali. Ai corsi è ammesso un numero limitato di allievi, dopo una selezione consistente in prove teoriche e pratiche. 
Accademia d'arte drammatica Silvio d'Amico 
Fondata a Roma nel 1937, organizza corsi di recitazione e di regia destinati agli aspiranti attori e registi. Per l'ammissione, subordinata al possesso di un diploma di maturità, deve essere superato un esame teorico e pratico. I corsi durano tre anni. 
Accademia dei Georgofili 
Accademia per lo studio delle scienza naturali e dell'agricoltura fondata a Firenze da U. Montelatici nel 1753. In seguito fu incorporata a essa anche la società botanica con l'Orto dei semplici
Accademia della Crusca 
Fondata a Firenze nel 1583, per rivalutare la lingua fiorentina del Trecento. A questo scopo, ha curato varie edizioni di un Vocabolario. Ha pubblicato importanti opere di linguistica e varie riviste di filologia, grammatica e lessicografia. Dal 1964 ha in cantiere un grande vocabolario storico della lingua italiana. Il nome simbolizza la necessità di separare la crusca (la cattiva lingua) dalla farina (la buona lingua). 
Accademia di belle arti di Brera 
Fondata nel 1776 da Maria Teresa d'Austria, ha sede nel palazzo di Brera a Milano. Ha lo scopo di preparare i futuri artisti. Per essere ammessi, occorre essere in possesso di un diploma di maturità oppure aver concluso da almeno quattro anni la scuola media e aver compiuto diciotto anni. Bisogna, inoltre, superare un esame di ammissione. I corsi durano quattro anni. Il diploma rilasciato dall'accademia di Brera consente di insegnare discipline artistiche negli istituti statali. 
Accademia militare 
Scuola militare per la formazione degli ufficiali dell'esercito e dei servizi, con sede a Modena. Per essere ammessi ai corsi, occorre essere in possesso di diploma di maturità e risultare fisicamente idonei. I corsi durano due anni, con esami equiparati al biennio di ingegneria. La formazione degli allievi si completa con ulteriori due anni di corso specifico presso una delle scuole di fanteria, cavalleria, artiglieria o genio. 
Accademia navale 
Istituto militare fondato nel 1881 per la formazione degli ufficiali di marina con sede a Livorno. Per essere ammessi ai corsi, occorre essere in possesso di diploma di maturità e risultare fisicamente idonei. I corsi durano quattro anni e prevedono, tra l'altro, esercitazioni pratiche e crociere a bordo di navi-scuola. 
Accademia nazionale dei Lincei 
Fondata a Roma nel 1603, per lo sviluppo e il rinnovamento del sapere scientifico, ha subito varie vicende. Si è ricostituita dopo il 1944. Ha sede nel palazzo Corsini a Roma. Il nome richiama l'acutezza degli occhi della lince. 
Accademia nazionale di Santa Cecilia 
Fondata a Roma nel 1584, per diffondere la cultura musicale. Organizza corsi di perfezionamento per giovani musicisti e gestisce l'attività di una grande orchestra sinfonica. Ha avuto tra i suoi membri compositori famosi come Pierluigi da Palestrina, Alessandro Scarlatti e Domenico Scarlatti. 
Royal Society 
Fondata nel 1660 da Carlo II, per la promozione della ricerca scientifica.
accademicaménte, avv. 1 Secondo il costume dell'accademia. 2 In modo astratto e retorico.
accadèmico, agg. e sm. agg. 1 Che concerne l'Accademia platonica. 2 Che si riferisce a un'accademia. Prolusione accademica. 3 Retorico, inconcludente, astratto. ~ sofistico. <> concreto. LOC: un discorso accademico. 4 Che si riferisce all'università. 
sm. 1 Chi segue le dottrine dell'Accademia. 2 Membro di un'accademia. 
  agg. academic. sm. academician.
accademìsmo, sm. Fedeltà pedantesca e priva di originalità alle norme tradizionali, specialmente artistiche. ~ formalismo.
accadére, v. intr. Capitare, succedere, specialmente per caso. ~ avvenire. 
 v. intr. to occur, to happen.
accàdi Abitanti semiti dell'antica Mesopotamia settentrionale, insediati dopo la fondazione da parte di Sargon il Grande. Sfruttando la cultura sumera, diedero vita alla prima civiltà mesopotamica. L'accadica è la più antica delle lingue semitiche conosciute tanto da diventare lingua diplomatica nel secondo millennio a. C. Da essa trassero origine il dialetto babilonese e quello assiro.
Accadìa Comune in provincia di Foggia (3.107 ab., CAP 71021, TEL. 0881).
accàdico, agg. e sm. 1 Appartenente o relativo alla popolazione semitica degli Accadi, che fondò il regno di Agade nella parte meridionale della Mesopotamia. 2 Lingua semitica orientale comprendente le varietà assira e babilonese.
accadiménto, sm. Avvenimento. ~ circostanza.
accadùto, sm. Fatto avvenuto. ~ episodio. 
 sm. happening, event.
accagionàre, v. tr. Incolpare.
accagliàre, v. v. tr. Fare coagulare il latte e altre sostanze. 
v. intr. e intr. pron. Rapprendersi, coagularsi.
accalappiacàni, sm. e sf. Addetto al servizio comunale di cattura per le strade dei cani randagi o privi di museruola.
accalappiaménto, sm. 1 Cattura col laccio. 2 Lusinga, inganno.
accalappiàre, v. tr. 1 Acchiappare. ~ catturare. 2 Ingannare. ~ abbindolare. 
 v. tr. to trick. 
  da a-+ deriv. da calappio.
accalappiàtóre, sm. Chi accalappia.
accalcàre, v. v. tr. Stipare. ~ gremire. 
v. intr. pron. Affollarsi. ~ assieparsi. <> disperdersi. 
  v. tr. to crowd, to throng. v. intr. pron. to crowd.
accaldàre, v. v. tr. 1 Far sentire calore. ~ riscaldare. 2 Accalorare. ~ infervorare. 
v. intr. pron. 1 Sentire molto caldo. 2 Infervorarsi. ~ accalorarsi.
accaldàrsi, v. intr. pron. 1 Riscaldarsi e diventare rosso in volto. Riscaldarsi. <> rinfrescarsi. 2 Accalorarsi. ~ infervorarsi. <> controllarsi. 
 v. intr. pron. to grow hot.
accaldàto, agg. Che ha preso molto caldo. ~ sudato. <> infreddolito. 
 agg. hot.
accaloraménto, sm. Infervoramento intenso.
accaloràre, v. v. tr. 1 Rendere caldo. ~ riscaldare. <> raffreddare. 2 Infervorare. ~ stimolare. <> acquietare. 
v. rifl. Infervorarsi. ~ appassionarsi. <> chetarsi. 
 v. rifl. to get excited.
accaloràto, agg. 1 Rosso, acceso in volto. 2 Infervorato, animato, eccitato. ~ infiammato. <> controllato.
accampaménto, sm. 1 Alloggiamento all'aperto di truppe al riparo di tende. ~ bivacco. 2 Alloggiamento provvisorio all'aperto. ~ tendopoli. 
 sm. camp. 
Gli egizi difendevano gli accampamenti con valli e con la tenda imperiale al centro; ebrei e greci si limitavano a usare difese naturali. Solo con i romani l'accampamento (castrum) assunse un'importanza fondamentale, difeso da fossati o trincee, di forma rettangolare con quattro ingressi, ispiratore delle tipiche città romane. La costruzione divenne una vera e propria tecnica, la castrametazione. Dopo i romani l'interesse per la costruzione ottimale degli accampamenti decadde, tranne presso gli eserciti ottomani. Con lo sviluppo dell'aviazione gli accampamenti divennero molto più estesi per minimizzare gli effetti degli attacchi aerei.
accampàre, v. v. tr. 1 Far alloggiare persone sotto tende. ~ acquartierare. 2 Mettere innanzi, addurre. ~ avanzare. 
v. rifl. Disporsi in un accampamento. ~ attendarsi. <> sloggiare. 
  v. tr. to encamp. v. rifl. to camp. 
  da a-+ deriv. da campo.
accaniménto, sm. 1 Applicazione tenace. ~ costanza. <> indolenza. 2 Comportamento ostinato. ~ combattività. <> pacatezza. 
 sm. 1 (tenacia) tenacity, doggedness, perseverance; (accanimento terapeutico) over-medication. 2 (furia) fury.
accanìrsi, v. intr. pron. 1 Infierire con rabbia. 2 Tener duro. ~ perseverare. <> rinunciare. 
 v. intr. pron. 1 to rage, to be ruthless. 2 (ostinarsi) to persevere, to persist.
accanìto, agg. 1 Ostinato, tenace. ~ instancabile. <> incostante. 2 Rabbioso, violento. ~ spietato. <> bonario. 
 agg. dogged, obstinate.
accannellàre, v. tr. In tessitura, avvolgere il filo sui cannelli.
accànto, avv. Vicino, di fianco. ~ presso. <> distante. 
 avv. nearby, near, beside.
accantonaménto, sm. 1 Somma accantonata. ~ risparmio. 2 Alloggiamento temporaneo. ~ accampamento. 3 Sospensione. ~ rinvio.
accantonàre, v. tr. 1 Mettere da parte. ~ risparmiare. 2 Lasciare. ~ rinviare. 3 Acquartierare. ~ accasermare. 
 v. tr. to put aside, (problema) to shelve. 
  da a-+ deriv. da franc. cantonner.
accantonàto, agg. 1 Alloggiato (riferito a truppe militari). 2 Messo da parte.
accaparraménto, sm. 1 Incetta di merci. ~ requisizione. 2 Conseguimento di un bene o di un vantaggio. 
L'accaparramento è spesso un'azione speculativa, al fine di rivendere le merci a prezzo rincarato. La ragione di fondo sta nell'obiettivo di causare scarsità di prodotti sul mercato, per stabilire così un prezzo più elevato. È azione che costituisce reato.
accaparràre, v. v. tr. 1 Fissare un acquisto dando o ricevendo caparra. 2 Assicurarsi, procurarsi. 3 Far incetta di beni prevedendo un aumento di prezzi o una diminuzione della quantità disponibile. ~ monopolizzare. 
v. intr. pron. Procacciarsi. ~ assicurarsi. 
 v. tr. 1 to hoard. 2 (conquistarsi) to secure, to gain. 
  da a-+ deriv. da caparra.
accaparratóre, agg. e sm. 1 Chi accaparra. 2 Chi pretende di avere tutto.
accapezzàre, v. tr. Ridurre in forma regolare col martello le pietre per lastricati.
accapigliàrsi, v. rifl. rec. 1 Prendersi per i capelli, venire alle mani. ~ picchiarsi. 2 Litigare. ~ azzuffarsi. 
 v. rifl. to come to blows. 
  da a-+ deriv. da capelli.
accàpo, avv. e sm. avv. Al principio di una riga, di uno scritto. 
sm. invar. Capoverso. 
 avv. on a new line.
accappatóio, sm. Indumento di spugna da indossare dopo il bagno. 
 sm. bathrobe.
accappiàre, v. tr. Fermare con cappio.
accapponàre, v. v. tr. Castrare un gallo. 
v. intr. pron. Detto della pelle umana, diventare ruvida e increspata come quella del cappone, per sensazioni di freddo, paura, orrore e simili. ~ rabbrividire, increspare. 
 v. tr. to caponize. 
  da a-+ deriv. da cappone.
Accàrdo, Salvatóre (Torino 1941-) Violinista. Esecutore versatile, predilige le musiche di Paganini.
accarezzaménto, sm. Atto dell'accarezzare.
accarezzàre, v. tr. 1 Fare carezze. ~ vezzeggiare. 2 Coltivare nella mente. ~ anelare. 3 Blandire, lisciare. ~ lusingare. 
 v. tr. to caress. 
  da a-+ deriv. da carezza.
Accarìsio, Albèrto (Cento, sec. XVI) Lessicografo e grammatico. Elaborò un Vocabolario della lingua volgare (1513) e una Grammatica volgare (1536), redatti secondo i principi tracciati da Pietro Bembo.
accartocciaménto, sm. 1 Piegamento a forma di cartoccio. 2 Fregio ricurvo a forma di cartoccio. 3 Virosi di alcune piante che si manifesta specialmente con l'arrotondamento dei lembi fogliari.
accartocciàre, v. v. tr. Piegare a forma di cartoccio. ~ incartare. 
v. intr. pron. Raggrinzirsi. ~ arricciarsi. <> stendersi. 
  da a-+ deriv. da cartoccio.
accartocciàto, agg. 1 Piegato a forma di cartoccio. 2 Detto di scudo con i lembi arricciati.
accasàre, v. v. tr. Collocare in matrimonio. ~ maritare. 
v. rifl. Metter su casa e famiglia. ~ sposarsi. 
 v. rifl. to get married. 
  da a-+ deriv. da casa.
accasàto, agg. 1 Che ha messo su casa; sposato. 2 Detto di corridore ciclista, automobilista o motociclista che gareggia per i colori di una società o di una casa industriale.
accasciaménto, sm. Crollo; profonda demoralizzazione. ~ avvilimento, prostrazione. <> animo.
accasciàre, v. v. tr. Togliere a qualcuno la forza fisica e spirituale. ~ indebolire, prostrare. <> risollevare. 
v. rifl. 1 Cadere per mancanza di forze, per disperazione. ~ crollare. 2 Avvilirsi, abbattersi. ~ demoralizzarsi. <> rianimarsi. 
  lat. volg. adquassiare crollare.
accasciàto, agg. Sfinito, abbattuto.
accasellàre, v. tr. Ordinare in caselle. ~ incasellare.
accasermàre, v. tr. Sistemare le truppe in caserme.
accastellàre, v. tr. Sistemare l'uno sull'altro, a castello, i vari oggetti.
accastellàto, agg. Riferito a una nave che ha un castello a prua e un cassero a poppa.
accatastaménto, sm. 1 Modo e atto dell'accatastare. 2 Mucchio di cose accatastate.
accatastàre, v. tr. 1 Iscrivere nei registri catastali. 2 Ammucchiare, accastellare. ~ ammassare. 
 v. tr. to stack (up), to pile (up). 
  da a-+ deriv. da catasta.
accattabrìghe, sm. e sf. Chi cerca brighe.
accattàre, v. tr. 1 Cercare di ottenere, in dono o in prestito, chiedendo con insistenza. 2 Chiedere in elemosina; chiedere l'elemosina. ~ elemosinare, mendicare. 
  lat. volg. adcaptare.
accattàto, agg. Falso, artificioso.
accattìno, sm. Questuante che raccoglie le elemosine nelle chiese.
accattivànte, agg. 1 Che mira a ottenere benevolenza. <> antipatico, scostante. 2 Allettante. ~ attraente. 
 agg. winning, attractive.
accattivàre, v. v. tr. Conquistare l'affetto, la stima, la simpatia altrui. ~ cattivare. 
v. rifl. Propiziarsi, conquistarsi. ~ ingraziarsi.
accàtto, sm. L'accattare; elemosina. ~ questua.
accattonàggio, sm. Pratica di chi vive elemosinando. 
 sm. begging.
accattóne, sm. Chi va elemosinando più per vizio che per necessità; mendicante. ~ barbone. 
 sm. beggar.
Accattone Film drammatico, italiano (1961). Regia di Pier Paolo Pasolini. Interpreti: Franco Citti, Franca Pasut, Adriana Asti.
accattonerìa, sf. Mendicità, accattonaggio.
accavalcàre, v. tr. 1 Far passare una cosa sopra l'altra; scavalcare, sormontare. 2 In tipografia mancare l'allineamento dei caratteri di una riga.
accavalcatùra, sf. Difetto della composizione tipografica il cui effetto è che le lettere risultano spostate fuori dalla loro linea.
accavalciàre, v. tr. Stare o mettersi a cavalcioni di qualcosa.
accavallaménto, sm. Disposizione risultante da una sovrapposizione e da un incrocio.
accavallàre, v. v. tr. 1Sovrapporre, far passare sopra ~ incrociare. accavallare un filo. 2 Mettere una gamba sull'altra, da seduti. 
v. intr. pron. 1 Sovrapporsi in modo violento e disordinato. ~ mescolarsi. gli eventi si accavallarono in modo traumatico. 2 Sovrapporre i muscoli di un arto, in seguito a moto improvviso di trazione o di spostamento. gli si accavallò il muscolo della gamba
 v. tr. to overlap, (gambe) to cross. 
  da a-+ deriv. da cavallo.
accavallatùra, sf. Accavallamento.
accavigliàre, v. tr. Avvolgere alle caviglie le cime o il capo morto durante una manovra marittima.
accecaménto, sm. 1 Privazione o menomazione della vista. 2 Chiusura, ostruzione. 3 Offuscamento o perdita del raziocinio. ~ obnubilamento.
accecànte, agg. Che acceca.
accecàre, v. v. tr. 1 Rendere cieco. ~ orbare. 2 Abbagliare. ~ abbacinare. vennero accecati all'improvviso dalla luce. 3 Offuscare. ~ ottenebrare. l'odio può accecare una persona. 4 Chiudere, turare. ~ ostruire. <> sturare. accecare un chiodo, farlo penetrare completamente nel legno. 
v. rifl. Togliersi volontariamente o perdere per disgrazia la luce degli occhi. per punizione, si accecò. 
 v. tr. to blind. 
  da a-+ deriv. da cieco.
accecatóio, sm. Saetta da trapano, atta a incavare un foro in modo che possa ricevere la capocchia di un chiodo o di una vite.

accecatùra, sf. 1 Accecamento. 2 In tipografia e dattilografia difetto per cui l'occhio di una lettera risulta completamente nero. 3 Incavo praticato con l'accecatoio.
accèdere, v. intr. 1 Entrare, aver accesso. ~ appressarsi. <> andarsene. 2 Accondiscendere. ~ aderire. <> acconsentire. 
  lat. accedere andare verso.
Accèglio Comune in provincia di Cuneo (238 ab., CAP 12021, TEL. 0171).
acceleraménto, sm. Modo e atto dell'accelerare.
acceleràndo, sm. Termine musicale per indicare la necessità di accelerare il ritmo di una composizione.
accelerànte, agg. e sm. Riferito alle sostanze che aumentano la velocità di una reazione chimica.
acceleràre, v. v. tr. Rendere più celere. ~ velocizzare. <> rallentare. 
v. intr. Aumentare la velocità. ~ dare gas. <> decelerare. 
  v. tr. to quicken. v. intr. to accelerate. 
  lat. accelerare.
acceleràta, sf. Accelerazione improvvisa.
acceleràto, agg. 1 Affrettato, svelto. ~ rapido. <> lento. 2 Che ha velocità crescente. moto uniformemente accelerato, in cui la velocità cresce a un tasso costante nel tempo
acceleratóre, agg. e sm. agg. Che accelera. 
sm. 1 Pedale o manopola che attraverso un sistema di leve, permette di regolare il flusso di carburante in un motore, allo scopo di controllarne la velocità di rotazione. pigiare sull'acceleratore, procedere a velocità elevata. 2 Apparecchio utilizzato in fisica per studiare le particelle elementari componenti la materia. 
 sm. accelerator. 
L'acceleratore garantisce l'entrata della miscela aria-benzina nella camera di scoppio, provocando un'alterazione della potenza erogata e del numero dei giri del motore. Agisce a livello della valvola a farfalla del carburatore oppure sugli iniettori (nei motori a iniezione). Esso è a pedali nei motori a scoppio e a manopola nei motocicli. 
Acceleratore di particelle 
Dispositivo adoperato in fisica nucleare per provocare elevatissime energie a particelle subnucleari, tramite campi elettromagnetici o elettrostatici. Strumento fondamentale nello studio della struttura della materia e di ciò che la regola. È formato da un produttore di particelle con carica elettrica e da un tubo nel quale esse vengono accelerate per poi essere studiate nelle loro posizioni grazie al segno lasciato su un apposito bersaglio. Gli acceleratori si differenziano in lineari e circolari, a loro volta distinti a seconda della forma (a spirale-a ciambella). 
In economia indica la variazione reale o prevista della domanda dei prodotti, in relazione agli investimenti fatti per soddisfarla.
accelerazióne, sf. 1 L'accelerare. <> decelerazione. 2 Variazione di velocità nell'unità di tempo. 
 sf. acceleration. 
In un moto rettilineo l'accelerazione lineare si misura in metri al secondo quadrato (m/s2). L'alterazione della velocità in un moto non rettilineo è caratterizzata da due componenti (vettori): l'accelerazione tangenziale, tangente alla traiettoria, e l'accelerazione centripeta, perpendicolare alla direzione del moto. Il risultato della somma di questi due vettori corrisponde all'accelerazione totale. Poiché l'accelerazione è sempre determinata da una forza applicata a un corpo in movimento, quando tale forza è contraria alla direzione del moto stesso si ottiene un'accelerazione negativa (o decelerazione). 
Accelerazione di gravità 
Accelerazione di un corpo che cade sulla superficie terrestre. Assume valori crescenti dall'equatore (9,78 m/s2) ai poli (9,83 m/s2) e diminuisce con l'altitudine in ragione del quadrato della distanza dal centro della terra. Normalmente si utilizza il valore convenzionale di 9,8066 m/s2, che corrisponde all'accelerazione di gravità che si misura al livello del mare a una latitudine di 45°.
accelerògrafo, sm. È così detto qualunque strumento che consente la registrazione grafica dell'accelerazione di un movimento.
acceleròmetro, sm. Strumento per misurare l'accelerazione.
accèndere, v. v. tr. 1 Suscitare la fiamma; dare fuoco a qualcosa. ~ incendiare. 2 Suscitare, eccitare. ~ fomentare. <> smorzare. 3 Trasmettere energia elettrica a un dispositivo per metterlo in funzione. ~ attivare. <> spegnere. 4 Avviare un'operazione contabile o un atto giuridico. 
v. intr. pron. 1 Prendere fuoco. ~ infiammarsi. <> estinguersi. 2 Detto di dispositivo elettrico, cominciare a funzionare. 3 Diventare rosso. 4 Infiammarsi. ~ accalorarsi. <> calmarsi. 
  v. tr. 1 to light; (fiammifero) to strike; (luce) to switch on. 2 (suscitare) to inflame. 3 (dispositivo) to switch on, to turn on. 4 (banc.) to open. v. intr. pron. to light up; (prendere fuoco) to catch fire. 
  lat. accendere, comp. da ad-+ candere, essere acceso.
accendibilità, sf. Facilità nel prendere fuoco riferita in particolare ai combustibili. ~ infiammabilità.
accendigàs, sm. invar. Utensile elettrico o elettronico per accendere con una scintilla i fornelli a gas.
accendìno, sm. Accendisigaro. 
 sm. lighter.
accendisìgaro, o accendisìgari, sm. Accenditore a scintilla, specialmente tascabile, per fumatori.
accenditóio, sm. Asta recante a un'estremità uno stoppino atto ad accendere lumi.
accennàre, v. v. tr. 1Indicare, far capire con cenni. accennò un pugno. 2 Fare un segno con la mano, additare. 3 Parlare brevemente di una questione, trattandone i punti essenziali. gli accennò la questione
v. intr. 1 Alludere, trattare di sfuggita. ~ sfiorare. 2 Dire brevemente. 3 Mostrare segni, presentimenti. il tempo accennava a piovere. 
  v. tr. 1 to indicate. 2 (un abbozzo) to outline, to sketch. v. intr. 1 (alludere) to allude, to hint. 2 (menzionare) to mention. 
  da a-+ deriv. da cenno.
accénno, sm. Cenno, allusione. ~ indicazione. 
 sm. 1 nod, sign. 2 (menzione) mention. 3 (allusione) hint.
accensìbile, agg. Accendibile.
accensióne, sf. 1 L'accendere, l'accendersi; fiammata. 2 Atto della costituzione di un debito. ~ costituzione. <> estinzione. 3 Attivazione di un dispositivo elettrico. ~ avviamento. <> spegnimento. 
 sf. ignition; (caldaia) lighting, starting.
accentàre, v. tr. Segnare l'accento sulla sillaba tonica. 
 v. tr. 1 (scrivendo) to accent. 2 (parlando) to stress. 
  da a-+ deriv. da accento.
accentatùra, sf. Atto, modo di accentare nella scrittura.
accentazióne, sf. Modo di pronunziare o segnare gli accenti.
accènto, sm. 1 Rafforzamento del tono della voce, nel pronunciare una sillaba di una parola, per enfatizzarla rispetto alle altre. ~ inflessione, intonazione. 2 Simbolo grafico che si sovrappone sulla vocale della sillaba, per suggerire la pronuncia corretta. 3 Tono della voce, che caratterizza gli abitanti di una certa zona. ~ parlata. i sardi hanno un accento inconfondibile
 sm. (inflessione) tone, accent. 
  lat. accentus, comp. da ad-+ cantus 
L'accento tonico (d'intensità) può cadere dull'ultima sillaba (parole tronche come mangiò), sulla penultima (parole piane come càsa), sulla terzultima (parole sdrucciole come lìbero) e, di solito in forme verbali, su sillabe precedenti (come in àlterano); viene espresso graficamente con un segno collocato proprio sulla sillaba accentata, segno che può variare la pronuncia di una sillaba: aperta qualora sia grave e chiusa nel caso sia acuto. I monosillabi possono avere l'accento sintattico o essere atoni. 
In metrica l'accento segna il ritmo del verso; per esempio nel settenario l'accento ritmico cade sulla prima, quarta e sesta sillaba. 
In musica si hanno accenti metrici (secondo schemi fissati per i vari tipi di battuta), ritmici (originati dal ritmo) e dinamici (usati per fini melodici o armonici).
accentor, sm. invar. Genere di Uccelli Passeriformi dal quale la famiglia degli Accentoridi prende il nome. ~ prunella.
accentraménto, sm. 1 Riunione in un unico punto o luogo. ~ ammassamento, concentramento. si accentrarono per osservare meglio. 2 Concentrazione di funzioni amministrative, politiche o legislative negli organi centrali dello Stato. <> decentramento. accentramento dei poteri, il sistema dell'accentramento.
accentràre, v. v. tr. 1 Radunare in un luogo. 2 Concentrare un potere nelle proprie mani. ~ centralizzare. <> frazionare. 
v. intr. pron. 1 Radunarsi stabilmente. 2 Accumularsi. 
 v. tr. to centralize. 
  da a-+ deriv. da centro.
accentratóre, agg. e sm. Che, chi accentra. ~ egocentrico, assolutista. 
 sm. centralizer.
accentuàre, v. v. tr. 1 Dare risalto a una parola o frase. ~ sottolineare. <> attenuare. 2 Accrescere, aggravare. <> diminuire. 
v. intr. pron. Accrescersi, aumentare. ~ acutizzarsi. <> ridurre. 
  v. tr. to accentuate, to emphasize. v. intr. pron. to grow more marked.
accentuataménte, avv. In modo evidente.
accentuatìvo, agg. Relativo all'accento delle parole e specialmente all'importanza e alla funzione di questo nella metrica.
accentuàto, agg. Evidente. 
 agg. marked.
accentuazióne, sf. Attribuzione di un particolare rilievo; crescita, aggravamento. ~ risalto. <> attenuazione. 
 sf. stress, accentuation.
accerchiaménto, sm. 1 Chiusura in un cerchio. 2 Manovra svolta sui fianchi e sul tergo dello schieramento nemico per rinserrarlo completamente e impedirgli di ricevere aiuti esterni o di fuggire. ~ assedio. accerchiamento economico, barriera economica eretta per condizionare le scelte di determinati paesi.
accerchiànte, agg. Diretto ad accerchiare e isolare.
accerchiàre, v. tr. Chiudere in un cerchio, circondare. ~ assediare. 
 v. tr. to surround, to encircle. 
  da a-+ deriv. da cerchio.
accertàbile, agg. Che si può accertare.
accertabilità, sf. Possibilità di essere accertato.
accertaménto, sm. 1 L'effetto di accertare, di verificare. accertamento fiscale, indagine condotta dal fisco per controllare che il contribuente abbia pagato le imposte nell'ammontare corretto; accertamento dell'identità. 2 Azione con cui si accerta la situazione giuridica esistente tra le parti. ~ verifica. 
 sm. verification, check; (fiscale) assessment. 
Nel diritto tributario, procedimento atto a determinare l'imponibile di ogni individuo. Prevede obblighi per il contribuente (di scrittura, dichiarazione e documentazione) e poteri per le autorità fiscali (ispezione, inquisizione e accesso).
accertàre, v. v. tr. Verificare, riconoscere come certo. ~ certificare. 
v. rifl. Rendersi conto. ~ appurare. 
  v. tr. to check, to ascertain. v. rifl. to make sure, to check up. 
  da a-+ deriv. da certo.
accéso, agg. 1 Che brucia, che ha preso fuoco. ~ ardente. <> spento. 2 Di apparecchio elettrico che è in funzione. 3 Eccitato; appassionato, accaldato. ~ infervorato. <> impassibile. Gli si accesero gli occhi, mostrare una forte passione. 
 agg. 1 alight, lit, lighted. 2 (colore) bright.
accessìbile, agg. 1 Di facile accesso. ~ raggiungibile. <> inaccessibile. 2 Di facile comprensione. ~ semplice. <> complicato. 3 Detto di persona affabile, cordiale. ~ disponibile. <> burbero. 
 agg. 1 accessible, approachable. 2 (prezzo) affordable.
accessibilità, sf. Qualità di accessibile.
accessióne, sf. 1 Aggiunta, accrescimento; ciò che si aggiunge. 2 Adesione di uno Stato a un trattato già concluso tra gli altri Stati.
accèssit, sm. invar. Termine latino che significa "si è avvicinato". Distinzione che veniva conferita anticamente a chi si era avvicinato di più al premiato.
accèsso, sm. 1 Ingresso. ~ entrata. 2 Violento impulso. ~ impeto. 3 L'insorgere improvviso della manifestazione di una malattia. ~ attacco, crisi. 4 Sistema per accedere alla memoria di un calcolatore. 
 sm. access; (entrata) admittance, admission. 
  lat. accessus, deriv. da accedere.
accessoriaménte, avv. In maniera secondaria.
accessoriàto, agg. Fornito di accessori.
accessorietà, sf. Rapporto che lega un bene a un altro al servizio del quale quello è durevolmente destinato.
accessòrio, agg. e sm. agg. Secondario, marginale, che non ha primaria importanza. ~ collaterale. <> essenziale. LOC: questioni accessorie
sm. Ciò che serve a migliorare l'aspetto o la funzionalità di qualcosa. ~ extra. gli alzacristalli elettrici sono un esempio di accessorio dell'automobile
 agg. secondary. 
  lat. accessorius, deriv. da accedere, aggiungersi.
accessorìsta, sm. Chi fabbrica o vende accessori per autoveicoli.
accessorìstica, sf. 1 Insieme di accessori. 2 Settore industriale specializzato nella produzione degli accessori.
accestiménto, sm. Fase di sviluppo di una pianta in cui essa forma cesto.
accestìre, v. intr. Far cesto, detto di piante erbacee che mettono rami e foglie nella parte basale del fusto.
accétta, sf. Arnese da taglio; piccola scure. ~ mannaia. 
 sf. hatchet. 
  franc. hachette, dimin. di hache scure da combattimento.
accettàbile, agg. Di qualità discreta o sufficiente. ~ passabile. <> indecoroso. 
 agg. acceptable.
accettànte, agg., sm. e sf. agg. Che accetta. 
sm. e sf. 1 Chi accetta. 2 Chi compie un atto di accettazione.
accettàre, v. tr. 1 Acconsentire a ricevere qualcosa o qualcuno, oppure a fare qualcosa. ~ accogliere. <> respingere. accettare una proposta di lavoro. 2 Approvare; sopportare con serenità. <> rifiutare. 
 v. tr. to accept, to agree. 
  lat. acceptare, comp. da ad-+ captare, prendere.
accettàta, sf. Colpo d'accetta.
accettazióne, sf. 1 Locale in cui si accettano domande, si ricevono ammalati. 2 L'atto con cui si accetta un determinato rapporto obbligazionario. ~ approvazione. <> contestazione. 
 sf. 1 acceptance. 2 (ufficio) reception. 
Termine variamente impiegato in diritto a denotare il consenso dato per costituire, modificare o estinguere dei rapporti giuridici. 
Accettazione della cambiale tratta 
Sottoscrizione di una cambiale da parte del trattario che in questo modo si impegna a pagare la somma indicata nella cambiale stessa. Oltre che con la semplice firma, l'accettazione può essere espressa con le parole accettato, visto o altre equivalenti.
accètto, agg. Ricevuto volentieri, gradito. ~ caro. <> sgradito. 
 agg. welcome.
accettòre, sm. Atomo unito con un legame semipolare che riceve elettroni da un altro atomo detto donatore.
Accettùra Comune in provincia di Matera (2.740 ab., CAP 75011, TEL. 0835).
accezióne, sf. Significato di un vocabolo. ~ senso. 
 sf. meaning.
acchetàre, v. tr. Calmare. ~ acquietare.
acchiappacàni, sm. e sf. Accalappiacani.
acchiappafarfàlle, sm. invar. Retino per catturare farfalle.
acchiappamósche, sm. invar. 1 Strumento atto a catturare mosche. 2 Chi perde il proprio tempo senza far niente.
acchiappanùvole, sm. Persona inconcludente che rincorre cose inarrivabili proprio come le nuvole.
acchiappàre, v. v. tr. 1 Afferrare. ~ catturare. <> mollare. 2 Sorprendere sul fatto. ~ beccare. <> lasciarsi sfuggire. 
v. rifl. Afferrarsi. 
v. rifl. rec. Rincorrersi. ~ prendersi. 
 v. tr. to catch. 
  da a-+ chiappare.
Acchiappatopi, L' Dramma di C. Zuckmayer (1975).
acchiocciolàre, v. v. tr. Avvolgere a guisa di chiocciola. 
v. rifl. Ripiegarsi su se stesso.
acchitàre, v. tr. Nel gioco del biliardo, mandare la propria palla o il pallino, all'inizio di una partita, in un punto sfavorevole per l'avversario.  d'acchito: subito
acchìto, sm. Nel gioco del biliardo, posizione d'inizio della palla o del pallino.
acchittàrsi, v. rifl. Vestirsi di tutto punto. ~ agghindarsi.
acchittàto, agg. Vestito con ricercatezza leziosa. ~ agghindato. <> trasandato.
acchiùdere, v. tr. Accludere.
àccia, sf. Filo greggio, specialmente di lino o canapa, in matassa.
acciabattaménto, sm. Scalpiccio di ciabatte.
acciabattàre, v. v. intr. Camminare trascinando le ciabatte. 
v. tr. Lavorare in modo frettoloso e disordinato.
acciabattóne, sm. Chi esegue il proprio lavoro in modo trascurato e disordinato.
acciaccaménto, sm. Modo e atto dell'acciaccare.
acciaccàre, v. tr. 1 Sformare; ammaccare. ~ schiacciare. 2 Infiacchire.
acciaccàta, sf. Colpo che acciacca. ~ ammaccatura.
acciaccàto, agg. Ammaccato, deformato.
acciaccatùra, sf. 1 Deformazione, ammaccatura. 2 Appoggiatura rapida su una nota per passare a legarsi alla nota principale successiva.
acciàcco, sm. Disturbo fisico, per lo più cronico. ~ malanno. 
 sm. ailment. 
  spagn. achaque pena.
acciaiàre, v. tr. Ricoprire i metalli con ferro.
acciaiatùra, sf. Processo con cui si ricoprono elettroliticamente altri metalli con ferro.
acciaierìa, sf. Impianto industriale per la produzione dell'acciaio. 
 sf. steelworks.
acciàio, sm. Lega metallica di ferro e carbonio, in diverse percentuali, che presenta proprietà di durezza ed elasticità. avere muscoli di acciaio, nervi di acciaio, presentare caratteristiche analoghe all'acciaio. 
 sm. steel. 
  lat. aciarium, deriv. da acies, lama affilata. 
L'acciaio è ottenuto per decarburazione della ghisa, dalla quale si distingue per un minor contenuto di carbonio (inferiore all'1,8%, contro il 6% circa delle ghise) e per il fatto che si rammollisce prima di fondere. Gli acciai si induriscono mediante la tempera, operazione che consiste nel raffreddare bruscamente il metallo riscaldato, immergendolo in un liquido più freddo (acqua, olio, piombo fuso). L'alta temperatura rende l'acciaio molto fragile; a ciò si rimedia riscaldando il metallo temperato a una temperatura più elevata e nel farlo poi raffreddare lentamente. L'acciaio si diversifica a seconda degli impieghi: da costruzione, inossidabile, per utensili e speciale. La produzione dell'acciaio avviene mediante trattamento della ghisa liquida ottenuta negli altiforni. Uno dei tre diversi procedimenti comunemente utilizzati provvede alla sottrazione della parte eccedente di carbonio mediante l'ossidazione causata da una corrente d'aria sospinta sul metallo fuso (convertitore Thomas). Il secondo processo utilizza il forno Martin-Siemens, nel quale la massa da riscaldare è collocata al di sopra di un materiale speciale, che ne assorbe le impurità, ed è sovrastata dal combustibile ardente. Anche se più costosa a causa dei tempi di produzione che possono arrivare fino a dodici ore, la fabbricazione mediante i forni Martin-Siemens fornisce un prodotto di qualità decisamente superiore, paragonabile solo a quello che si può ottenere con un recente convertitore, direttamente derivato dal Thomas e nel quale la corrente d'aria è stata sostituita con ossigeno puro insufflato ad alta velocità. Più recente è infine il procedimento che utilizza il forno elettrico, sfruttando le elevate temperature prodotte nell'arco voltaico e particolarmente adatto alla produzione degli acciai inossidabili. Le proprietà dell'acciaio, che dipendono dalla percentuale di carbonio, vengono modificate nei cosiddetti acciai speciali dalla presenza di elementi estranei: fosforo e zolfo per renderlo più fragile; silicio per l'elasticità; manganese come disossidante; cromo, vanadio e molibdeno che riducono la deformabilità al caldo e al freddo. Dopo la produzione, l'acciaio fuso viene normalmente colato in stampi, per ritornare allo stato solido sotto forma di lingotti. Questi vengono poi nuovamente riscaldati nelle acciaierie per produrre tubi, laminati, barre, travi ecc. I procedimenti utilizzati in questa fase sono la laminazione a caldo, quella a freddo, il decapaggio, la ricottura e la già citata tempera. I paesi maggiori produttori di acciaio sono USA, Giappone, Unione Sovietica, Germania, Francia, Cina e Italia.
acciàio-ceménto, sm. Tipo di pavimentazione stradale utilizzata in zone dove il manto è sottoposto a un logorio particolare.
acciaiòlo, sm. 1 Arnese d'acciaio per affilare coltelli da taglio. 2 Acciarino.
Acciaiuòli, Niccolò (Monte Gufoni 1310-Napoli 1365) Politico. Fu gran siniscalco di Giovanna I alla corte di Roberto d'Angiò e amico di Boccaccio e Petrarca.
acciambellàre, v. v. tr. Avvolgere a guisa di ciambella. <> svolgere. 
v. rifl. Ripiegarsi su se stesso avvolgendosi a guisa di ciambella. ~ raggomitolarsi. <> distendersi.
Acciàno Comune in provincia di L'Aquila (538 ab., CAP 67020, TEL. 0864).
acciarìno, sm. 1 Piccolo strumento d'acciaio che si batte sulla pietra focaia per accendere il fuoco. 2 Nome generico di strumenti che provocano un'accensione. 3 L'insieme dei congegni di sparo delle pistole o fucili antichi. 
  deriv. da acciaro.
acciarpàre, v. tr. Lavorare senza diligenza.
acciarpóne, sm. Abborraccione.
accidèmpoli, inter. Alterazione eufemistica di accidenti.
accidentàle, agg. 1 Dovuto al caso. ~ fortuito. <> deliberato. 2 Marginale. ~ accessorio. <> sostanziale. 
 agg. accidental.
accidentalità, sf. Qualità di ciò che è accidentale.
accidentalménte, avv. Per caso. ~ incidentalmente. <> intenzionalmente.
accidentàto, agg. Irregolare; pieno di ostacoli. ~ sconnesso. <> piano. 
 agg. uneven, irregular.
accidènte, sm. 1 Avvenimento fortuito, imprevisto. mi descrisse gli accidenti capitatigli durante il viaggio. 2 Malanno, malattia. 3 Colpo apoplettico. fu colto da un accidente. 4 Niente. non capisce un accidente. 5 In musica è l'alterazione in ascesa (diesis) o in discesa (bemolle) dei suoni della scala tonale. 6 In grammatica è la modifica di pronuncia di alcune parole all'interno di un discorso. 
 sm. mishap, accident. 
  lat. accidens, accidentis, p.pres. di accidere, accadere 
In filosofia, Aristotele lo considerava una qualità e caratteristica non necessaria (occasionale) di un essere e non sussistente di per sé al di fuori di quello. Accidente è tutto quello che non può sussistere senza la sostanza. Accidentali si dicono i cosiddetti predicati della sostanza: qualità, quantità, relazione, azione, passione ecc. Nella filosofia moderna (Kant, Hegel, Spinoza) gli accidenti sono visti come elementi che determinano proprio tale sostanza.
accidènti, inter. Espressione di meraviglia o ira. ~ caspiterina.
accidèrba, inter. Interiezione eufemistica di accidenti.
accìdia, sf. 1 Avversione all'operare, associata all'idea di tedio, oltre che a quella di neghittosità. ~ ignavia, indolenza. <> alacrità. 2 Nella morale cattolica, la negligenza nell'esercizio della virtù necessaria alla santificazione dell'anima.
accidiosiaménte, avv. In modo accidioso.
accidióso, agg. Che pecca di accidia; pieno di tedio e di tristezza. ~ apatico. <> zelante.
accigliàre, v. v. tr. Corrugare. ~ increspare. 
v. intr. pron. Aggrottare le ciglia, oscurarsi in volto.
accigliàrsi, v. intr. pron. Corrugare le sopracciglia per sdegno, ira, meditazione e simili. ~ rabbuiarsi. <> rasserenarsi.
accigliàto, agg. Scuro in volto. ~ imbronciato. <> radioso. 
 agg. frowning.
accìngere, v. v. tr. Cingersi. 
v. intr. pron. Disporsi. ~ apprestarsi.
accìngersi, v. rifl. Apprestarsi a fare qualcosa. ~ disporsi. <> cessare. 
 v. rifl. to be about to, to set about.
acciò, cong. Acciocché, affinché.
acciocché, cong. Affinché, perché.
acciottolàre, v. tr. 1 Selciare con ciottoli. 2 Battere insieme stoviglie.
acciottolàto, sm. Selciato.
acciottolìo, sm. Il rumore insistente di stoviglie battute insieme. ~ tintinnìo, trapestìo.
accipìcchia, inter. Accidenti.
accipigliàrsi, v. intr. pron. Fare il cipiglio. ~ accigliarsi.
Accipìtridi Famiglia di Uccelli di piccole e grandi dimensioni che comprende falchi, sparvieri, poiane, aquile e nibbi bianchi. Sono ottimi volatori e rapaci nel procacciarsi il cibo.
acciucchìre, v. tr. e intr. Intontire, istupidire.
acciuffàre, v. tr. Acchiappare, agguantare. ~ accalappiare. <> liberare. 
 v. tr. to catch, to seize. 
  da a-+ deriv. da ciuffo.
acciùga, sf. 1 Pesce appartenente alla famiglia degli Engraulidi (Engraulis encrasicholus), noto anche come alice. 2 Dicesi di persona alta e magra. 
 sf. anchovy. 
Diffusa nel Mediterraneo, nel Baltico e nell'Atlantico, vive in grandi branchi, si nutre di plancton e depone le uova nelle vicinanze della costa. Il suo corpo, allungato e sottile, misura in lunghezza circa 20 cm. Si può gustare fresca, sott'olio o in salamoia.
acciugàta, sf. Salsa d'acciughe.
accivettàre, v. tr. 1 Allettare gli uccelli inesperti con la civetta. 2 Allettare. ~ adescare.
acclamàre, v. tr. 1 Approvare ad alta voce; applaudire. <> fischiare. 2 Lodare. ~ esaltare. <> denigrare. 3 Eleggere per acclamazione. 
 v. tr. to acclaim. 
  lat. acclamare, comp. da ad + clamare gridare verso.
acclamatóre, agg. e sm. Lodatore entusiasta.
acclamazióne, sf. 1 Manifestazione collettiva e clamorosa di consenso. ~ applauso. <> contestazione. 2 Consenso unanime espresso senza votazione. ~ ovazione. 
 sf. acclamation.
acclaràre, v. tr. Mettere in chiaro.
acclimàre, v. tr. Acclimatare.
acclimatamènto, sm. Insieme dei processi che permettono agli organismi di vivere e riprodursi in un ambiente diverso da quello abituale.
acclimatàre, v. v. tr. Abituare a vivere in ambienti diversi da quelli di origine. ~ assuefare. <> disacclimare. 
v. rifl. 1 Abituarsi a un clima diverso da quello nativo. ~ attecchire. 2 Abituarsi a qualcosa. ~ adattarsi. <> disassuefarsi. 
  v. tr. to acclimatize. v. rifl. to become acclimatized. 
  franc. acclimater.
acclimatazióne, sf. Adattamento a un ambiente geografico diverso da quello originario. ~ ambientamento. 
 sf. acclimatization.
acclimazióne, sf. Insieme dei processi che permettono agli organismi di adattarsi a un clima e a un ambiente geografico diversi da quelli del paese d'origine.
acclìne, agg. 1 Incline. ~ proclive. 2 In discesa. ~ declive.
acclìve, agg. Ripido, in salita. ~ erto.
acclùdere, v. tr. 1 Chiudere qualcosa insieme a un altro. 2 Unire, includere. ~ allegare. <> escludere. 
 v. tr. to enclose.
acclùso, agg. Incluso, allegato. ~ unito. <> separato. 
 agg. enclosed.
accoccàre, v. tr. 1 Adattare la cocca della freccia alla corda dell'arco. 2 Riunire le cocche di un fazzoletto e simili. 3 Assestare con forza. 4 Fermare il filo alla cocca del fuso.
accoccolàrsi, v. rifl. Piegarsi sulle ginocchia e sedersi sui calcagni. ~ accovacciarsi. <> drizzarsi.
accodaménto, sm. Disposizione all'estremità posteriore.
accodàre, v. v. tr. Legare le bestie da soma in modo che la testa di una sia vicina alla coda dell'altra. 
v. rifl. 1Mettersi in fila dietro ad altri. ~ seguire. <> precedere. si accodarono al corteo. 2 Seguire qualcuno. LOC: nella nebbia, sperava ci fosse qualche auto davanti a cui accodarsi. 
  da a-+ deriv. da coda.
accogliènte, agg. 1 Comodo. ~ confortevole. <> scomodo. 2 Ospitale. ~ cordiale. <> freddo. 
 agg. comfortable, snug.
accogliènza, sf. Modo e atto dell'accogliere. ~ ricevimento. <> congedo. 
 sf. welcome.
accògliere, v. tr. 1 Ricevere, ospitare. ~ alloggiare. <> accomiatare. 2 Contenere. 3 Esaudire. 4 Accettare, approvare. ~ adottare. <> escludere. 
 v. tr. 1 to receive, to welcome. 2 (contenere) to hold. 
  lat. accolligere.
accogliménto, sm. Accettazione. ~ ammissione. <> rifiuto.
accòlita, sf. Variante letterale di accolta.
accolitàto, sm. Un tempo, quarto degli ordini minori della gerarchia cattolica.
accòlito, sm. 1 Un tempo, chierico che aveva ricevuto l'ordine dell'accolitato; chi serve il sacerdote all'altare. 2 Seguace, accompagnatore. ~ adepto.
accollacciàto, agg. 1 Ben chiuso attorno al collo. 2 Detto di persona, che indossa un abito accollato.
accollànte, sm. e sf. In diritto, chi si assume un'obbligazione contratta da altri.
accollàre, v. v. tr. Addossare, attribuire. ~ assegnare. <> esonerare. 
v. rifl. Assumersi, attribuirsi. ~ sobbarcarsi. <> esimersi. 
  da a-+ deriv. da collo.
accollatàrio, sm. 1 Appaltatore. 2 Creditore a vantaggio del quale è stipulato o disposto l'accollo.
accollàto, agg. e sm. agg. Detto di abito e simili chiuso fino al collo. <> scollato. 
sm. Debitore il cui obbligo viene assunto mediante accollo. 
 agg. (vestito) high-necked.
accollatùra, sf. 1 Parte dell'abito accollato che segue la base del collo. 2 Segno del giogo sul collo degli animali da tiro.
accòllo, sm. 1 Accordo per l'assunzione di un debito altrui. 2 Parte sporgente, sostenuta da mensole, di un muro o di una costruzione. 3 Parte del carico di un carro gravante sul collo dell'animale.
accòlta, sf. Adunata di persone.
accoltellaménto, sm. Ferimento a colpi di coltello.
accoltellàre, v. tr. Ferire a colpi di coltello. ~ pugnalare. 
 v. tr. to stab, to knife. 
  da a-+ deriv. da coltello.
accoltellàto, agg. e sm. agg. Ferito a colpi di coltello. 
sm. Corso o pavimento di mattoni messi di costa.
accoltellatóre, sm. Chi accoltella.
accomandànte, agg. e sm. agg. Che accomanda. 
sm. Socio accomandante.
accomandàre, v. tr. 1 Affidare, dare in custodia. 2 Raccomandare. 3 (lett.) Attaccare. 
  lat. mediev. accommandare, dal lat. ad + commendare, affidare.
accomandatàrio, sm. Socio della società in accomandita cui spetta la gestione e che assume la responsabilità illimitata degli affari sociali.
accomàndita, sf. 1 Tipo di società commerciale i cui soci si distinguono in accomandanti e accomandatari. 2 Consegna di un'amministrazione. 
 (econ.) limited partnership.
accomiatàre, v. v. tr. Dare commiato, congedare. ~ salutare. <> ricevere. 
v. rifl. Congedarsi. ~ ritirarsi. <> presentarsi. 
  v. tr. to dismiss. v. rifl. to take leave.
accomodaménto, sm. Accordo. ~ conciliazione. <> contrasto. 
 sm. settlement, agreement.
accomodànte, agg. Conciliante, trattabile. ~ arrendevole. <> inflessibile. 
 agg. accommodating.
accomodàre, v. v. tr. 1 Rimettere in buono stato. ~ aggiustare. <> disfare. accomodare un vestito. 2 Appianare. ~ comporre. 3 Sistemare. ~ ordinare. <> scompigliare. 4 Correggere. accomodare un discorso. 5 Risolvere. accomodare una questione
v. intr. Far comodo. 
v. rifl. 1 Mettersi a sedere. ~ sedersi. 2 Venire a patti, intendersi. ~ accordarsi. <> litigare. 3 Trovare una sistemazione. 
  v. tr. 1 (riparare) to repair. 2 (appianare) to settle. 3 (ordinare) to tidy. v. rifl. to sit down. 
  lat. accommodare, comp. da ad-+ deriv. da commodus, adatto.
accomodatùra, sf. Rimessa in efficienza, accomodazione. ~ aggiustatura. <> guasto.
accomodazióne, sf. In fisiologia il processo che consente all'occhio di ottenere la visione a distanze diverse.
accompagnaménto, sm. 1 L'effetto di accompagnare. 2 Seguito di persone. 3 Strumenti o voci che si accordano con un suono principale. esibirsi con accompagnamento di pianoforte
 sm. (mus.) accompaniment.
accompagnàre, v. v. tr. 1 Andare insieme, scortare. ~ condurre. 2 Unire. 3 Seguire-con lo sguardo
v. rifl. 1 Unirsi come compagno. ~ associarsi. <> separarsi. oggi mi accompagno con Luigi 2 Armonizzarsi. 
 v. tr. to accompany. v. rifl. to go, to match. 
  da a-+ deriv. da compagno.
accompagnàto, agg. Che si trova con un'altra persona che fa da guida o da scorta.
accompagnatóre, sm. 1 Chi accompagna; guida di gruppi turistici. 2 Chi esegue un accompagnamento. 
 sm. companion; (turistico) tourist guide.
accompagnatòria, sf. 1 Lettera con cui si accompagna la spedizione di un documento o di un atto. 2 Lettera con cui si accompagna un dono o un omaggio.
accompàgno, sm. 1 Accompagnamento. 2 Funerale.
accomunàbile, agg. Che si può accomunare.
accomunàre, v. tr. 1 Mettere in comune. 2 Rendere simile. ~ apparentare. <> differenziare. 
 v. tr. to share, to pool. 
  da a-+ deriv. da comune.
acconciàre, v. v. tr. 1 Preparare, disporre in modo conveniente. ~ sistemare. <> disordinare. 2 Adornare con cura, abbigliare. ~ pettinare. <> arruffare. 3 Negli scacchi sistemare un pezzo senza l'intenzione di muoverlo. 
v. rifl. 1 Disporsi, prepararsi a qualcosa. 2 Comporsi, specialmente i capelli. ~ abbigliarsi. 3 Conformarsi, adattarsi. 
  da a-+ deriv. da conciare.
acconciatóre, sm. Parrucchiere. ~ coiffeur.
acconciatùra, sf. Pettinatura fatta con arte; ornamento femminile del capo. ~ messa in piega, permanente. 
 sf. hairstyle, headdress. 
L'acconciatura dei capelli varia tra i popoli a seconda delle tradizioni e della cultura. Nell'antichità in Africa usavano tagliare i capelli a zero; in occidente si cospargevano il capo con grasso, cenere e argilla; in Papuasia, in occasione di feste importanti, usavano elaborate acconciature alte quasi un metro. Gli indiani d'America per abbellire la loro chioma di capelli sciolti usavano penne colorate che, a seconda della disposizione e del numero, indicavano il ceto sociale; in Estremo Oriente i manciù nel XVII sec. inventarono la treccia che per vari secoli venne usata dagli uomini, solo più tardi anche dalle donne. Questa non venne mai usata in Giappone; in Egitto l'acconciatura distingueva il ceto sociale. 
Mentre i romani non curavano l'acconciatura, i popoli etruschi e greci la consideravano molto importante. Nel 300 a. C., dalla Sicilia per la prima volta i barbieri si spostarono a Roma, diffondendo l'uso del taglio dei capelli e della loro cura. Le donne incominciarono ad annodarsi i capelli facendo piccole trecce; soltanto più avanti, nel primo sec. d. C., usarono grosse parrucche che vennero poi abolite dal cristianesimo. Nel periodo bizantino le donne si coprivano il capo con semplici foulard, abbelliti da piccoli ornamenti. Con l'influsso orientale, diffuso dalle crociate, le acconciature delle donne furono abbellite con pietre e sfiziosi ornamenti d'oro; nel XIV sec. si usò un cuscino (il balzo) sul quale si legavano i capelli. Una forma in cartone, in seguito lo sostituì per sorreggere l'acconciatura alta fino a 70 centimetri. In Italia e in Spagna, verso la fine del Cinquecento, si usarono piccoli feltri, mentre in Toscana i capelli venivano trattenuti e avvolti da piccole reticelle. 
Nel XVI sec. Maria de' Medici lanciò la moda dei capelli corti che contornavano il viso di riccioli, mentre gli uomini continuavano a tenerli molto lunghi. 
Nel XVII sec. si diffuse l'uso di folte e ricercate parrucche sulle teste rasate; fra le varie curiosità va segnalata quella che molte di esse erano fatte con capelli veri di condannati a morte. 
Nel XVIII sec. le parrucche diventarono sempre più elaborate, tanto da mettere in difficoltà le donne che le portavano. Dopo la rivoluzione francese caddero in disuso. 
Nel 1830 si ebbe la moda dell'acconciatura a trecce legate con fili di metallo, abbellite da fiori e piccoli ornamenti. Nell'epoca romantica si ebbero acconciature più semplici, con capelli lisci o qualche boccolo sul viso. 
Nei primi decenni del Novecento si arrivò a pettinature sempre più corte. 
Nel 1920 veniva inventata la permanente che permetteva di arricciare i capelli con un composto chimico. Le donne iniziarono anche a tingersi i capelli, con tinture che variavano di colore. Alla tintura seguirono il metodo dei cachet, che abbelliva il colore naturale senza cambiarlo drasticamente, e il metodo delle mèche, cioè la colorazione di piccole ciocche tra i capelli. Negli ultimi decenni si è diffuso l'uso di lacche o di gel per i capelli.
accóncio, agg. Idoneo, conveniente. ~ confacente. <> inopportuno.
accondiscendènte, agg. Conciliante. ~ accomodante. <> irremovibile. 
 agg. compliant.
accondiscendènza, sf. Condiscendenza. ~ disponibilità. <> ostinazione.
accondiscéndere, v. intr. Acconsentire. ~ concedere. <> negare. 
 v. intr. to consent to, to agree. 
  da a-+ deriv. da condiscendere.
acconsentìre, v. intr. Dare il consenso, permettere. ~ assentire. <> opporsi. 
 v. intr. to agree, to consent. 
  da a-+ deriv. da consentire.
acconsenziènte, agg. Dichiaratamente d'accordo, a proposito di un certo atteggiamento o di un comportamento.
accontentaménto, sm. Soddisfazione temporanea.
accontentàre, v. v. tr. Rendere contento; appagare. ~ soddisfare. <> scontentare. 
v. rifl. Ritenersi pago. <> lagnarsi. 
 v. tr. to please, to satisfy. v. rifl. to be content with, to be satisfied with. 
  da a-+ deriv. da contentare.
accónto, sm. Pagamento parziale anticipato. ~ caparra. <> saldo. 
 sm. payment on account, part payment, down payment; (americ.) instalment.
accoppàre, v. tr. Uccidere. ~ ammazzare.
accoppiaménto, sm. 1 L'accoppiare. ~ abbinamento. 2 In biologia, l'unione con scopi riproduttivi di elementi della stessa specie, ma di sesso opposto. ~ copula. 3 In fisica, connessione meccanica o elettrica tra due sistemi mirata a produrre interscambio di energia tra essi. 
 sm. pairing off; (tecn.) coupling. 
L'accoppiamento degli animali appartenenti alle specie meno evolute può avvenire esclusivamente in determinati periodi, caratterizzati da mutazioni ormonali negli individui di entrambi i sessi. Gli esseri umani, invece, si differenziano sia per il periodo fecondo della femmina, che in media si ripete ogni ventotto giorni, sia perché caratterizzati da un'attrazione sessuale spesso non collegata all'istinto riproduttivo. 
In fisica si può distinguere tra accoppiamento stabile, quando la connessione elimina totalmente l'individualità dei due sistemi connessi, accoppiamento mobile, se i due sistemi mantengono anche una minima percentuale di indipendenza, e accoppiamento incerto, nel caso in cui non è possibile appurare se la connessione è stabile o mobile. 
Costante di accoppiamento 
Indice adimensionale che misura l'intensità di un'interazione. Per le interazioni forti vale 1, per quelle elettromagnetiche 1/137, per quelle deboli 10-5 e per quelle gravitazionali 2 · 10-39.
accoppiàre, v. v. tr. Congiungere, unire in coppia. ~ connettere. <> separare. 
v. rifl. rec. Detto di animali, unirsi sessualmente. ~ congiungersi. 
 v. tr. to pair, to match, to couple. 
  da a-+ deriv. da coppia.

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/view/dictionario_a.doc/34501403/dictionario_a.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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