Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 8

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 8

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 8

 

Celestìno Nome assunto da cinque papi e un antipapa.
Celestino I
(?-432) Salì al pontificato nel 422 succedendo a Bonifacio I; combatté l'eresia di Nestorio condannata dal primo concilio di Efeso (431).
Celestino II (antipapa)
Antipapa eletto nel 1124 contro papa Onorio II.
Celestino II
(?-1144) Succedette a Innocenzo II nel 1143; morì durante la sommossa romana guidata da Arnaldo da Brescia.
Celestino III
(Roma 1106-1198) Succedette a Clemente III nel 1191; incoronò Enrico VI.
Celestino IV
(?-1241) Morì dopo solo diciassette giorni di pontificato, fu successore di Gregorio IX.
Celestino V
(Isernia 1215?-castello di Fumone, Frosinone 1296) Il celebre Pietro del Morrone che succedette a Nicolò IV nel 1294; rinunciò dopo soli quattro mesi alla carica per sfuggire ai principi e alla curia. Ricordato da Dante nella Divina Commedia.

celèuma, o celèusma, sm. 1 Battuta cadenzata che segnava il ritmo della voga per i rematori. 2 Canto ritmato dei rematori.

celèuste, sm. Capo dei rematori che scandiva il ritmo della voga.

cèlia, sf. Scherzo, burla, ma in senso mite. ~ canzonatura.

celiachìa, sf. Patologia intestinale causata da intolleranza al glutine.

celiàre, v. intr. Scherzare, specialmente con parole. ~ motteggiare.

celibàto, sm. Condizione di chi è celibe.

cèlibe, agg. e sm. Detto di uomo non sposato. ~ single. <> coniugato.
 agg. unmarried, single. sm. bachelor.
 lat. caelebs,-libis.

Cèlico Comune in provincia di Cosenza (3.154 ab., CAP 87053, TEL. 0984).

celidònia, sf. Nome volgare del Chelidonium majus, pianta erbacea eurasiatica a fiori gialli riuniti in ombrelle.

Céline, Louis-Ferdinand (Courbevoie, Seine 1894-Meudon, Parigi 1961) Pseudonimo di Louis Ferdinand Destouches. Romanziere. Tra le opere Viaggio al termine della notte (1932) e Bagatelle per un massacro (1937).

Celinograd Città (277.000 ab.) del Kazakistan, capoluogo della provincia omonima.

Cèlio Il meno abitato dei sette colli di Roma. È situato a sud-est del Palatino e a est dell'Aventino.

celioscopìa, sf. Tecnica endoscopica applicata ai visceri della piccola pelvi. ~ laparoscopia.

celioscòpio, sm. Sinonimo di laparoscopio.

celiotomìa, sf. Apertura chirurgica della cavità addominale.

Celjabinsk Città (1.143.000 ab.) della Russia, nella Siberia occidentale. Capoluogo della provincia omonima.
Celjabinsk
Provincia (3.617.000 ab.) della Russia, tra gli Urali e i fiumi Iset e Uj.

Celjuskin Promontorio russo, nell'estremità settentrionale della Siberia.

cèlla, sf. 1 Ambiente ristretto adibito a vari usi. ~ stanzetta. 2 Dispensa. 3 Ciascuno dei piccoli scompartimenti di un alveare. 4 Prigione.
 sf. cell.
 lat. cella.
Cella elettrolitica
Contenitore, in cui si verificano i processi elettrolitici di ossidazione e riduzione, dotato di elettrodi e soluzione elettrolitica.
Cella fotovoltaica
Apparato di trasformazione, in genere montato su pannelli solari, che converte in energia elettrica l'energia solare, mediante l'effetto fotovoltaico.

Cèlla Dàti Comune in provincia di Cremona (650 ab., CAP 26040, TEL. 0372).

Cèlla Mónte Comune in provincia di Alessandria (516 ab., CAP 15034, TEL. 0142).

Cellamàre Comune in provincia di Bari (3.016 ab., CAP 70010, TEL. 080).

Cèllara Comune in provincia di Cosenza (551 ab., CAP 87050, TEL. 0984).

Cellaréngo Comune in provincia di Asti (508 ab., CAP 14010, TEL. 0141).

Cellàridi Famiglia di Briozoi Stelmatopodi marini. Appartiene all'ordine dei Chilostomi.

Cellàtica Comune in provincia di Brescia (4.637 ab., CAP 25060, TEL. 030).

Cèlle di Bulgherìa Comune in provincia di Salerno (2.240 ab., CAP 84040, TEL. 0974).

Cèlle di Màcra Comune in provincia di Cuneo (147 ab., CAP 12020, TEL. 0171).

Cèlle di San Vìto Comune in provincia di Foggia (297 ab., CAP 71020, TEL. 0881).

Cèlle Enomóndo Comune in provincia di Asti (502 ab., CAP 14010, TEL. 0141).

Cèlle Lìgure Comune in provincia di Savona (5.312 ab., CAP 17015, TEL. 019).

Cellèno Comune in provincia di Viterbo (1.271 ab., CAP 01020, TEL. 0761).

Cèllere Comune in provincia di Viterbo (1.437 ab., CAP 01010, TEL. 0761).

cellière, sm. Dispensa dove si conserva il vino.

Cellìna Valle delle Prealpi Carniche, percorsa dal torrente omonimo.

Cellìni, Benvenùto (Firenze 1500-1571) Orafo, scultore e scrittore. Lavorò per Francesco I, re di Francia, scolpendo la raffinatissima saliera in oro e smalto (Vienna, Kunsthistorisches Museum) e la Ninfa di Fontainebleau (Parigi, Louvre). Dal 1545 a Firenze scolpì, tra l'altro, il Perseo della Loggia dei Lanzi e il busto di Cosimo I (Museo del Bargello). Condusse una vita assai avventurosa descritta nella Vita (1558-1566), pubblicata postuma; scrisse Dell'oreficeria e Della scultura, 1568 e una raccolta di Rime.

Cellìno Attanàsio Comune in provincia di Teramo (2.936 ab., CAP 64036, TEL. 0861).

Cellìno San Màrco Comune in provincia di Brindisi (7.367 ab., CAP 72020, TEL. 0831).

Cèllio Comune in provincia di Vercelli (851 ab., CAP 13024, TEL. 0163).

cellobiòsio, sm. Disaccaride di formula C12H22O11 derivato dall'idrolisi della cellulosa.

cèllofan, sm. invar. Materiale trasparente, ottenuto per laminazione dalla viscosa; fu realizzato nel 1904 dallo svizzero Jacques Brandenberger.

cellofanàre, v. tr. Avvolgere con il cellofan.

cellofanatùra, sf. Atto, effetto del cellofanare.

Cèllole Comune in provincia di Caserta (7.058 ab., CAP 81030, TEL. 0823).

cellosòlve, sm. Nome commerciale di un gruppo di solventi formati da eteri mono-e dialchilati del glicole mono-e dietilenico.

cèllula, sf. 1 La più piccola entità vivente. 2 Dispositivo che permette di trasformare variazioni di intensità luminosa in variazioni di intensità di una corrente elettrica. 3 Raggruppamento minimo dell'organizzazione del Partito comunista. 4 Nucleo, seme. ~ germe.
 sf. cell.
 lat. cellula, dimin. di cella.
È la particella elementare in grado di nutrirsi e riprodursi, che costituisce la struttura di ogni essere vivente, sia vegetale che animale. Le cellule hanno forme e dimensioni molto diverse (da pochi micron, fino ad alcuni centimetri). Gli organismi viventi possono essere composti da una sola cellula (protozoi, batteri) o da più cellule. Gli organismi unicellulari più semplici sono costituiti da cellule procariote, con struttura molto semplice e assenza di nucleo. Gli organismi pluricellulari e quelli unicellulari più evoluti contengono invece cellule eucariote, con nucleo separato e struttura complessa. Le cellule eucariote degli organismi animali sono composte da una sostanza proteica, detta citoplasma, racchiusa in una membrana plasmatica. Il citoplasma contiene numerosi organi e un nucleo, a sua volta circondato da una propria membrana nucleare. Il nucleo ha il compito di sovrintendere a tutte le attività della cellula e contiene una sostanza chiamata carioplasma, la cromatina e i nucleoli. Tra gli organi citoplasmatici è necessario ricordare i centrioli, che hanno un ruolo fondamentale nel processo di separazione dei cromosomi, i mitocondri, che operano la cosiddetta respirazione cellulare, consumando ossigeno e producendo anidride carbonica, i ribosomi, che provvedono a sintetizzare le proteine, i vacuoli e i lisosomi, che contengono sostanze di secrezione ed enzimi. Le cellule si riproducono per suddivisione diretta o indiretta (mitosi). Prima di suddividersi, però, ciascuna cellula accresce le proprie dimensioni e raddoppia il DNA, duplicando ciascun cromosoma. Dopo la mitosi, pertanto, ciascuna cellula figlia viene a contenere uno dei due corredi cromosomici appositamente preparati dalla cellula madre. Fanno eccezione le cellule germinali, che si riproducono per meiosi. Nelle cellule vegetali, dalla struttura simile a quella appena descritta, la membrana è sostituita da una parete non vivente di notevole consistenza e i mitocondri sono rimpiazzati dai cloroplasti. Questi organuli hanno notevole importanza per gli organismi vegetali, poiché la loro membrana contiene la clorofilla, sostanza responsabile della fotosintesi clorofilliana.
In fisica le cellule sono apparecchi che sfruttano l'energia luminosa e le proprietà elettriche della materia (cellule fotoelettriche, il cui primo modello fu inventato nel 1869 dal tedesco Arthur Korn). Se producono energia, si chiamano cellule solari o fotovoltaiche. Il loro uso è circoscritto a campi in cui non è possibile impiegare altre fonti energetiche (boe oceaniche, satelliti artificiali, ripetitori ecc.).

cellulàre, agg. e sm. agg. 1 Formato da cellule. 2 Diviso in celle. furgone cellulare, per trasportare i detenuti.
sm. 1 Furgone cellulare. 2 Telefono cellulare.
 agg. cellular. sm. 1 police van. 2 (telefono) cellphone.

cellulìte, sf. 1 Materiale cementizio per costruzioni. 2 Infiammazione che colpisce i tessuti connettivi cellulari.
 sf. cellulite.

cellulìtico, agg. (pl. m.-ci) Caratterizzato da cellulite.

cellulòide, sf. La prima materia plastica prodotta da J. Hyatt nel 1868, impiegando nitrocellulosa con canfora e alcol. Nella sua fabbricazione, gli ingredienti vengono mescolati e impastati a caldo; si procede quindi alla separazione della cellulosa filtrando ed essiccando il composto. La cellulosa grezza è trasparente, lucida, impermeabile e non ha una colorazione propria. Grazie a queste caratteristiche, unite al suo costo ridotto e alla proprietà di diventare malleabile a soli 75 °C, la celluloide è stata impiegata in modo considerevole per la fabbricazione degli oggetti più disparati, dal bottone al giocattolo, ed è stata spodestata dalle materie plastiche derivate dal petrolio solo a causa della sua alta infiammabilità.

cellulósa, sf. Polisaccaride (C6H10O5)þnþ, con azione di sostegno, comune nelle piante. Deriva dalla policondensazione delle molecole di glucosio. La cellulosa è il componente principale del legno e della parete delle cellule vegetali (il cotone è costituito quasi esclusivamente di cellulosa). Non è invece presente nella quasi totalità degli animali, per i quali è estremamente indigesta. Fanno naturalmente eccezione gli erbivori, che riescono ad assimilarla per mezzo del loro elaborato apparato digerente. La sua estrazione avviene riducendo in pasta il legno e le altre sostanze vegetali; si procede poi alla cottura che elimina le altre sostanze (come l'emicellulosa e la lignina) e quindi alla filtrazione. La cellulosa che deve essere utilizzata per produrre la carta bianca viene poi sbiancata con trattamenti di candeggio.
 sf. cellulose.
 deriv. da cellula.

cellulòsico, agg. (pl. m.-ci) Che contine o è formato da cellulosa.

cellulóso, agg. Che è costituito da cellule, spugnoso.

celo- Primo elemento di parole composte che significa "cavo", dal greco kôilos.

celòma, sm. (pl.-i.) Cavità embrionale in cui avviene lo sviluppo di organi in Vertebrati, Anellidi ed Echinodermi. Nell'uomo contiene la cavità addominale, quella pleurica e quella pericardica.

celomodótto, sm. Condotto presente nei Metazoi celomati che si occupa della fuoriuscita dei prodotti sessuali e mette in comunicazione il celoma con l'esterno.

celòsia, sf. Genere di piante erbacee e arbustacee caratteristico delle zone calde africane, americane e asiatiche. Appartiene alla famiglia delle Amarantacee.

celòstato, sm. Configurazione ottica che viene utilizzata in astronomia, per effettuare osservazioni spettrografiche e ad alta risoluzione del Sole. È costituita da due specchi piani mobili che riflettono la luce in direzione costante, mentre seguono il moto apparente dell'oggetto celeste considerato; lo specchio mobile si muove attorno a un asse parallelo a quello di rotazione della Terra, accompagnando l'astro nel suo moto. Questo rende possibile osservare l'oggetto fermo, malgrado la rotazione terrestre.

celotèle, sm. Tessuto epiteliale pavimentoso che ricopre le cavità celomatiche.

cèlotex, sm. invar. Materiale costruito con le fibre della canna da zucchero che serve per insonorizzare e isolare dal suono.

Cèlsius, Anders (Uppsala 1701-1744) Astronomo. Inventò il termometro e la scala omonimi, con punti di riferimento la temperatura di fusione del ghiaccio (0 °C) e la temperatura di ebollizione dell'acqua (100 °C). Il grado Celsius è un'unità di misura fondamentale del Sistema Internazionale.

cèlta, sm. e sf. Appartenente ad antiche popolazioni indoeuropee diffuse nell'Europa centro occidentale.

cèlti Popolazioni stanziatesi nel I millennio a. C. nell'Europa continentale e nelle attuali isole Britanniche, diffondendosi fino alla Spagna, all'Italia settentrionale e oltre il Danubio. Erano organizzati in tribù guerriere, dedite alla pastorizia e all'agricoltura e abili nella lavorazione dell'oro. Particolare importanza avevano gli appartenenti alla casta dei sacerdoti (druidi).
Lingue celtiche
Lingue di ceppo indoeuropeo di questi popoli; queste lingue sopravvivono in Irlanda con il gaelico, lingua tuttora parlata attivamente da una piccola parte della popolazione, nel gallese, nel cornovagliese e nel bretone della Francia settentrionale.
Letteratura celtica
Della letteratura celtica, fanno parte le letterature più antiche di Britannia, Galles, Cornovaglia, Irlanda, Scozia, isola di Man e della Bretagna.

cèltico, agg. (pl. m.-ci) 1 Dei celti, l'antica popolazione di tipo germanico diffusa in Europa occidentale. 2 Che si riferisce alle malattie veneree.

celtis, sf. invar. Genere di piante arboree che vivono nell'emisfero settentrionale. Appartiene alla famiglia delle Olmacee.

cembalìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi suona il cembalo.

cembalìstico, agg. (pl. m.-ci) Sinonimo di clavicembalistico.

cèmbalo, sm. 1 Abbreviazione di clavicembalo. 2 Usato nella sua accezione plurale, antico strumento a percussione simile ai moderni piatti suonato dai coribanti nei baccanali.

Cémbra Comune in provincia di Trento (1.647 ab., CAP 38034, TEL. 0461).
Cembra
Valle delle Alpi Dolomitiche, prosecuzione della Val di Fiemme.

cémbro, sm. Gimnosperma (Pinus cembra) della famiglia delle Pinacee e della classe delle Conifere. Diffuso in Siberia e nei Carpazi, produce frutti commestibili.

cement gun, loc. sost. m. invar. Traduzione italiana di spruzzatrice.

cementànte, sm. Sostanza che serve a cementare.

cementàre, v. v. tr. 1 Unire con cemento. ~ murare. 2 Rinsaldare, rendere moralmente forte. ~ rinforzare. <> infrangere. : :uell'atto cementò la loro amicizia. 3 Sottoporre un metallo, soprattutto l'acciaio, alla cementazione
v. intr. pron. 1 Rinsaldarsi per mezzo del cemento. ~ legarsi. 2 Consolidarsi.
 v. tr. to cement.

cementazióne, sf. 1 Atto, effetto del cementare. 2 Operazione termochimica avente lo scopo di indurire i metalli soggetti a usura.

cementière, sm. 1 Industriale nel settore del cemento. 2 Operaio adibito alla fabbricazione del cemento.

cementièro, agg. e sm. agg. Del cemento.
sm. Operaio addetto alla produzione del cemento.

cementìfero, agg. Che produce cemento.

cementificàre, v. tr. Coprire intensivamente un'area di edifici e di altre costruzioni in cemento a danno degli spazi verdi e dell'integrità del paesaggio.

cementificazióne, sf. L'atto del cementificare e l'effetto.

cementifìcio, sm. Fabbrica di cemento.

cementìte, sf. 1 Carburo di ferro presente nelle ferroleghe e specialmente nelle ghise bianche. 2 Vernice opaca adatta per muri, legno, metalli.

cementìzio, agg. 1 Del cemento, che concerne il cemento. 2 Si dice di materiali atti alla costruzione di edifici, opere murarie, in particolare a base di cemento.

ceménto, sm. Materiale conglomerante, impiegato nella costruzione di edifici, in grado di consolidarsi, unendo tra loro due parti rigide su cui è stato apposto.
 sm. 1 cement. 2 (armato) reinforced concrete.
 lat. caementum, deriv. da caedere spezzare.
Cemento armato
È il cemento impiegato nella costruzione che ha come struttura scheletrica un'armatura metallica, in genere tondino metallico.
Cementi idraulici
Leganti derivati dalla macinazione e cottura di argilla e calcare. Formano il calcestruzzo con aggiunta di sabbia o simile additivo. La rapidità della presa viene influenzata dall'aggiunta di gesso. Nelle costruzioni civili parlando di cemento si intende sempre il cemento idraulico, o cemento Portland.

cementòma, sm. Nodulo di tessuto calcificato posto nelle radici dei denti.

cemetèrio, sm. Antico cimitero cristiano.

céna, sf. 1 Il pasto della sera e le vivande che lo costituiscono. 2 Banchetto. ~ convito.
 sf. 1 dinner. 2 (leggera) supper.
 lat. cena.

Cena de le ceneri, La Opera scientifica e filosofica di G. Bruno (1584).

Cena delle beffe, La Dramma di S. Benelli (1909).
Cena delle beffe, La Film drammatico, italiano (1941). Regia di A. Blasetti. Interpreti: A. Nazzari, O. Valenti, C. Calamai.

cenàcolo, sm. 1 Anticamente, sala in cui si cenava. 2 Dipinto che rappresenta l'ultima cena di Gesù. il Cenacolo di Leonardo da Vinci. 3 Luogo di riunione di artisti e letterati. 4 Circolo ristretto di amici di un dato indirizzo culturale. ~ accolta. cenacolo letterario.
 lat. cenaculum, sala da pranzo.

Cenàdi Comune in provincia di Catanzaro (771 ab., CAP 88060, TEL. 0967).

cenàre, v. v. tr. Mangiare a cena.
v. intr. Consumare la cena.
 v. intr. 1to dine, to have dinner. 2 (leggero) to have supper.
 lat. cenare pranzare.

cenàta, sf. 1 Abbondante pasto serale. 2 Cena con amici fino a notte inoltrata.

Cenàte Sópra Comune in provincia di Bergamo (1.639 ab., CAP 24069, TEL. 035).

Cenàte Sótto Comune in provincia di Bergamo (2.181 ab., CAP 24069, TEL. 035).

Cencenìghe Agordìno Comune in provincia di Belluno (1.554 ab., CAP 32020, TEL. 0437).

Cenci, I Dramma di P. B. Shelley (1819).
Cenci, I
Dramma di A. Artaud (1935).

cenciàio, sm. Chi compra o rivende cenci.

cenciaiòlo, sm. Chi compra o rivende stracci.

céncio, sm. 1 Pezzo di stoffa logora o sporca. ~ straccio. : :ndava in giro vestito di cenci; cadere come un cencio, afflosciarsi. 2 Cosa di poco valore. 3 Usato nell'accezione plurale, dolci di pasta all'uovo tagliati in vario modo e fritti. 4 Punto centrale del foruncolo
 sm. duster, piece of cloth.
 lat. cincius, incrociato con cento,-onis composto da diverse parti.

cencióso, agg. Di persona coperta di stracci, miserabile. ~ sbrindellato. <> integro.

Cendrars, Blaise (La Chaux-de-Fonds, Svizzera 1887-Parigi 1961) Pseudonimo di Frédéric Sauser Halle. Poeta e romanziere francese. Tra le opere Pasqua a New York (1912) e La vita pericolosa (1938).

Céne Comune in provincia di Bergamo (3.630 ab., CAP 24020, TEL. 035).

Cene, Le Novella di A. F. Grazzini (seconda metà del XVI sec., pubblicata postuma 1743-1815).

cenenchìma, sm. Deposito calcareo che cementa gli spazi che si creano tra i vari individui in un polipaio.

ceneràccio, sm. 1 Cenere per il bucato sulla quale si versava il ranno. 2 Grosso panno sul quale si poneva la cenere per il bucato.

ceneràio, o ceneràrio, sm. Parte del focolare nella quale si depositano i residui e le ceneri della combustione. ~ ceneratoio.

ceneràta, sf. Concime bollito formato da acqua e cenere mischiate insieme utilizzato per ripulire oggetti o per coprire forme di formaggi.

ceneratóio, sm. Vano situato sotto al focolare di stufe o caldaie, o recipiente di metallo in cui si raccoglie la cenere.

cénere, sf. 1 Residuo grigio e polveroso della combustione di legna o carbone. ridursi in cenere, consumarsi, sprecarsi; fuoco sotto la cenere, detto di passioni latenti e nascoste. 2 Usato nell'accezione plurale, residui dell'ulivo benedetto arso che il sacerdote pone sulla testa dei fedeli nel primo giorno di quaresima. 3 Usato nell'accezione plurale, resti mortali.
 sf. cinder, ash.
 lat. cinis,-eris.

Cenere e diamanti Film drammatico, polacco (1958). Regia di Andrzej Wajda. Interpreti: Zbigniew Cybulski, Ewa Kzryseka, Adam Pawlikowski. Titolo originale: Popiol i diament

cenerèntola, sf. Ragazza trascurata dalla famiglia e costretta alle mansioni più umili.
 deriv. da cenere.

Cenerentola Balletto in tre atti, musica di S. S. Prokof'ev, libretto di N. Volkov (Mosca, 1945).
Cenerentola
Favola di Ch. Perrault contenuta nella raccolta I racconti di mia madre l'Oca (1697).
Cenerentola
Favola di J. L. K. e W. Grimm contenuta nella raccolta Fiabe per bambini e famiglie (1812-1815).
Cenerentola
Film d'animazione, americano (1950). Regia di Walt Disney. Titolo originale: Cinderella

Cenerentola, La Melodramma giocoso in due atti di G. Rossini, libretto di J. Ferretti (Roma, 1817).

Ceneri di Gramsci, Le Poema di P. P. Pasolini (1957).

cenerìccio, agg. (pl. f.-ce) Di colore simile a quello della cenere.

cenerìno, agg. Di colore grigio simile a quello della cenere. ~ cinereo.

cenerógnolo, o cenerògnolo, agg. Che ha colore cenerino con sfumature giallastre.

ceneróne, sm. 1 Canovaccio utilizzato per fare il bucato. 2 Ciò che resta della cenere utilizzata per fare il bucato. ~ ceneraccio.

cenerùme, sm. Mucchio di cenere.

Cenesèlli Comune in provincia di Rovigo (2.097 ab., CAP 45030, TEL. 0425).

cenestèsi, sf. Sensazione indistinta dell'esistenza corporea ricavata dalla sensibilità che proviene dagli organi interni.

céngia, o cèngia, sf. (pl.-ge) Risalto con andamento quasi orizzontale su una parete di roccia.

Céngio Comune in provincia di Savona (4.298 ab., CAP 17010, TEL. 019).

Cenìsio (Monte) => "Moncenisio"

cennamèlla, sf. Primitivo strumento a fiato ricavato da una canna.

cénno, sm. 1 Segno che si fa con una parte del corpo per indicare qualcosa a qualcuno. ~ ammiccamento. intendersi a cenni. 2 Gesto, atto, comportamento. 3 Traccia, spiegazione sommaria. cenni biografici. 4 Indizio, avviso, manifestazione. ~ avvisaglia. non ci fu alcun cenno di tempesta.
 sm. 1 signal, sign. 2 (gesto) gesture, wave. 3 (allusione) hint. 4 (accenno) mention.
 lat. cinnus.

cenobiàrca, sm. Capo di un cenobio.

cenòbio, sm. Monastero in cui i religiosi vivono in comunità.

cenobìta, sm. (pl.-i) 1 Monaco che vive in una comunità religiosa secondo le proprie regole e riconosciuta dalla chiesa. 2 Persona che vive isolata da tutti.

cenobìtico, agg. (pl. m.-ci) Dei cenobiti, proprio dei cenobiti.

Cenobìtidi Famiglia di Crostacei Decapodi Anomuri simili ai paguri dai quali si differenziano per la spiccata tendenza alla vita terrestre dallo stadio postlarvale.

cenobitìsmo, sm. Tipo di vita proprio dei cenobiti.

Cenodoxus Dramma di J. Bidermann (1602).

cenofobìa, sf. Ossessione patologica causata dagli spazi aperti.

cenogènesi, sf. Produzione di caratteri nuovi caratterizzata dalla presenza di piccole variazioni rispetto al tipo originale di alcuni individui della stessa specie o della stessa famiglia.

cenomaniàno, agg. e sm. Piano inferiore del Cretaceo superiore compreso tra l'Albiano e il Turoniano.

cenóne, sm. Cena sontuosa in particolare quella di Capodanno o di Natale.

cenosàrco, sm. Massa comune viva che riunisce tutti i polipi di una stessa colonia.

cenotàfio, sm. Monumento funerario a ricordo di un personaggio morto altrove.

Cenozòico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Si dice della quarta delle cinque ere geologiche e di ciò che vi appartiene.
sm. Epoca geologica detta anche Era Terziaria.
Durante questa era riprese l'attività vulcanica e quella che costituì le Alpi, le Cordigliere e le Montagne Rocciose americane, del Caucaso, dell'Himalaya, dei Pirenei, degli Appennini ecc. Dette mutazioni influenzarono anche la flora, con lo sviluppo delle Angiosperme. L'era, che ebbe una durata di 65 milioni di anni, si suddivide nei periodi Eocene e Oligocene (costituenti il Paleogene), e Miocene e Pliocene (Neogene). Si diffusero i Mammiferi (era mesozoica) e gli Uccelli.

censiménto, sm. In statistica è la rilevazione della quantità numerica e dei dati di un universo statistico.
 sm. census.
 deriv. da censire.
Censimento demografico
Effettuato in Italia per la prima volta nel 1861, serve ad appurare lo stato della popolazione di un paese; è periodico e simultaneo. L'ultimo in Italia risale al 1991.

censìre, v. tr. Fare un censimento, iscrivere la popolazione al registro del censo. ~ inventariare.
 lat. censere registrare i beni.

CENSIS Sigla di Centro Studi Investimenti Sociali.

cènso, sm. 1 Nell'antica Roma, elenco dei cittadini e dei loro averi. 2 Patrimonio del cittadino sottoponibile a tributi. 3 Ricchezza, patrimonio. ~ sostanze.

censoràto, sm. Ufficio, dignità di censore e la durata di questa carica.

censóre, sm. 1 Nell'antica Roma, magistrato preposto alla censura. 2 Chi, per incarico dell'autorità, accerta che le opere da pubblicare o rappresentare non offendano lo stato, la religione, la morale. ~ moralizzatore. 3 Nei convitti, sorvegliante della disciplina. 4 Critico abituale e severo. ~ revisore.
 sm. censor.
 lat. censor,-oris, deriv. da censere.

censòrio, agg. Di, da censore.

censuàrio, agg. e sm. agg. Del censo.
sm. Persona gravata dalla corresponsione di un censo.

censùra, sf. 1 Magistratura romana ricoperta da un censore. 2 Provvedimento della pubblica autorità volto alla limitazione dell'impiego di un dato mezzo di comunicazione (cinematografo, stampa ecc.). 3 Critica, disapprovazione. ~ biasimo. <> lode. 4 Riprovazione ufficiale di un pubblico dipendente. 5 Opposizione alla libera espressione degli istinti esercitata dalle esigenze della coscienza morale e sociale dell'individuo.
 sf. 1 censorship. 2 (critica) censure.
 lat. censura.
La proibizione deve essere esercitata, come da carta costituzionale, solo nel caso palese di oltraggio al buon costume. I film e gli spettacoli teatrali sono soggetti a nulla osta dopo la verifica del loro rispetto del comune senso del pudore.

censuràbile, agg. Che si può o si deve censurare.

censuràre, v. tr. 1 Sottoporre a censura. 2 Criticare, biasimare. ~ deplorare. 3 Vietare, tagliare. ~ epurare. <> autorizzare.

cent, sm. invar. Moneta divisionale equivalente alla centesima parte del dollaro.

Cénta San Nicolò Comune in provincia di Trento (464 ab., CAP 38040, TEL. 0461).

Centàllo Comune in provincia di Cuneo (5.846 ab., CAP 12044, TEL. 0171).

Cent'anni di solitudine Romanzo di G. García M´rquez (1967). Il capolavoro di M´rquez racconta una saga famigliare che rispecchia la storia della Colombia. Come altre sue opere, è ambientato nella città di Macondo, luogo immaginario della Colombia, assai simile alla natia Aracataca. Mescolando realtà e fantasia, il romanzo narra la storia della decadenza della città e costituisce una metafora ironica dell'esperienza umana.

cènt'ànni, guèrra déi Conflitto tra Inghilterra e Francia e che durò dal 1337al 1453; fu causato da Edoardo III d'Inghilterra che accampava diritti sul trono francese dopo che Filippo di Valois si era sostituito ai Capetingi.
Cronologia
1346-La Francia fu duramente sconfitta a Crécy.
1347-Perdita francese di Calais.
1356-Sconfitta di Poitiers e trattato di Brétigny con cessione all'Inghilterra di Guascogna, Guienna e Poitou.
1415-Enrico V d'Inghilterra sconfisse i francesi ad Azincourt con l'aiuto del duca di Borgogna.
1420-Enrico V salì al trono di Francia come successore di Carlo VI (trattato di Troyes).
1429-Carlo VII, sostenuto da Giovanna d'Arco, riuscì a diventare re.
1435-Carlo VII si riappacificò con il duca di Borgogna, che pose fine all'alleanza con l'Inghilterra e alla guerra di successione (trattato di Arras).
La guerra terminò praticamente con la riconquista dei francesi di Parigi (1436), Champagne (1444), Normandia (1450) e Aquitania (1453).

Centaur In informatica è il nome di un sistema esperto sviluppato agli inizi degli anni '70 per la diagnosi delle malattie polmonari.

centàurico, agg. (pl. m.-ci) Riferito a un centauro.

Centàuro Grande costellazione che comprende Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole (4,17 anni luce); si trova nell'emisfero celeste australe.

centàuro, sm. 1 Figura mitologica. 2 Corridore, motociclista.
 lat. centaurus, dal greco kèntauros.
Essere mitologico figlio di Issione e Nefele con corpo di cavallo, testa, torso e braccia umani. Secondo il mito, i centauri si batterono e furono vinti dai lapiti, a causa di una disputa nel corso del matrimonio di Pirotoo e Ippodamia.

centauromachìa, sf. Mitico combattimento tra i lapiti e i centauri spesso rappresentato dall'arte greca.

centellàre, v. tr. Bere a centelli. ~ centellinare.

centellinàre, v. tr. 1 Bere a piccoli sorsi. ~ sorseggiare. <> tracannare. 2 Gustare qualcosa con intenzionale lentezza. ~ degustare.

centellìno, o centèllo, sm. Piccolo sorso di ciò che si beve.

centèna, sf. 1 Suddivisione territoriale della contea franca dove il conte si recava per convocare gli uomini liberi al suo tribunale. 2 Antica ripartizione politico amministrativa della popolazione in gruppi di cento famiglie.

centenàrio, agg. e sm. agg. 1 Che ha cent'anni. ~ secolare. 2 Che ricorre ogni cento anni. è una tradizione centenaria.
sm. 1 Persona che ha raggiunto i cento anni di età. 2 Commemorazione di un evento storico che si celebra ogni cento anni. festeggiarono il centenario della nascita del paese.
 agg. 1 (persona) hundred-year-old. 2 (cadenza) centenary, centennial. sm. 1 centenarian. 2 (commemorazione) centennial, centenary.
 lat. centenarius.

centennàle, agg. 1 Che dura cento anni. 2 Che ricorre ogni cento anni.

centènnio, sm. Periodo di cento anni.

centèrbe, sm. invar. Liquore distillato da varie erbe aromatiche.

centèsima, sf. 1 Tassa sulle compravendite creata da Augusto corrispondente all'1% del prezzo pattuito. 2 La centesima parte di una cosa.

centesimàle, agg. Che è di un centesimo.

centèsimo, agg. e sm. agg. num. ord. 1 Corrispondente al numero cento in una sequenza. 2 Corrispondente alla centesima parte di un intero.
sm. 1 Ciascuna delle cento parti uguali di una stessa quantità. 2 Moneta che vale la centesima parte della lira o di altra unità monetaria. ho pagato fino all'ultimo centesimo. 3 Denaro.
 agg. e sm. 1 hundredth. 2 (dollaro) cent.
 lat. centesimus, da centum cento.

centi- Primo elemento di parole composte che significa "cento o centesima parte".

centiàra, sf. La centesima parte dell'ara, equivalente a 1 m2.

centìgrado, agg. Diviso in cento gradi, detto specialmente del termometro Celsius.
 agg. centigrade.

centigràmmo, sm. La centesima parte del grammo.

centìlitro, sm. Unità di capacità equivalente a un centesimo di litro.

centìmano, agg. Che possiede cento mani.

centimetràre, v. tr. Suddividere o misurare col centimetro.

centimetràto, agg. Suddiviso in centimetri.

centìmetro, sm. Unità di misura equivalente a un centesimo di metro.
 sm. centimetre.

cèntina, sf. 1 Armatura provvisoria a forma di arco che serve a sostenere le volte durante la loro costruzione o riparazione. 2 Armatura di metallo permanente che serve a sostenere le tettoie e simili. 3 Intelaiatura trasversale di un'ala o di una fusoliera, atta a mantenere il profilo richiesto. 4 Leggera curvatura o piegatura di un pezzo di legno o ferro da costruzione.

centinàio, sm. (pl. centinàia) 1 Complesso, serie di cento o circa cento, unità. 2 Al plurale, parecchi. ~ tanti.
 sm. 1 hundred. 2 (parecchi) about a hundred.

centinàre, v. tr. 1 Rinforzare con centine. 2 Dare una curvatura più o meno accentuata a una volta, un mobile o a un'asta di ferro. 3 Eseguire ricami a centina, a smerlo.

centinatùra, sf. 1 Sagomatura ad arco. 2 struttura provvisoria di centine.

centìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Atleta specializzato nella corsa dei cento metri.

cènto, agg. e sm. agg. num. card. invar. 1 Indica una unità composta da dieci decine. si fece in cento, si diede molto da fare. 2 Molti, parecchi.
sm. invar. Il numero cento e il segno che lo rappresenta. cento di questi giorni! è un augurio.
 agg. e sm. hundred.
 lat. centum.

Cènto Comune in provincia di Ferrara (29.033 ab., CAP 44042, TEL. 051). Centro agricolo e commerciale (mercato del vino, della frutta e dei cereali) e industriale (prodotti plastici, tessili, alimentari e meccanici). Vi si trovano la Pinacoteca Comunale, contenente opere del Guercino, qui nato nel 1591, e la rocca del XVI sec. Gli abitanti sono detti Centesi.

Cento anni Romanzo di G. Rovani (1857-1858, 1868-1869).

Cènto Cróci Passo (1.055 m) dell'Appennino Ligure.

centocèlle Sobborgo di Roma sede del campo d'aviazione F. Baracca.

Centocinquanta la gallina canta Commedia di A. Campanile (1924).

Centocinquanta milioni Opera di poesia di V. V. Majakovskij (1921).

Cèntola Comune in provincia di Salerno (4.805 ab., CAP 84051, TEL. 0974).

centometrìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Atleta specializzato nella corsa dei cento metri piani.

centomìla, agg. num. card. Indica una quantità composta da cento volte mille unità.

Centomila gavette di ghiaccio Memorie di G. Bedeschi (1963).

centónchio, sm. Nome comune della Stellaria media pianta erbacea che infesta le coltivazioni. Appartiene alla famiglia delle Cariofillacee.

centóne, sm. 1 Componimento letterario, o musicale, composto di brani presi da vari autori. 2 Scritto, discorso privo di idee originali.

centonovèlle, sm. invar. Libro che contiene cento storie.

centotrédici, sm. Numero telefonico con cui, in tutta Italia, si comunica con una squadra di polizia o di pronto intervento.

Centoventi giornate di Sodoma, Le Romanzo del marchese di Sade (1782-1785, pubblicato nel 1931-1935).

Cèntrache Comune in provincia di Catanzaro (692 ab., CAP 88060, TEL. 0967).

Centrafricàna, Repùbblica Stato dell'Africa equatoriale, confina a nord con il Ciad, a est con il Sudan, a sud con lo Zaire e il Congo e a ovest con il Camerun.
Il territorio occupato prevalentemente da un altopiano (600 m) che digrada a nord verso il Ciad e a sud verso il Congo, mentre a est si eleva con qualche massiccio isolato fino a 1.400 m (monte Bongos).
Il clima è prevalentemente secco e continentale; l'altitudine attenua sensibilmente le temperature che tuttavia subiscono forti escursioni diurne e stagionali.
I due fiumi principali ne tracciano i confini, per lunghi tratti, l'Oubangui a sud e il Chari a nord, il paese è quindi attraversato dalla rete dei rispettivi affluenti.
L'unica vera città è Bangui (386.000 ab.), la capitale, cresciuta in periodo coloniale grazie alla sua posizione sul fiume Oubangui. Altri centri con funzioni commerciali sono Berberati e Bouar.
Il paese nel suo complesso è tra i più poveri del continente africano e i due terzi della popolazione si dedicano all'agricoltura di autosostentamento (manioca, cereali, patate, banane e agrumi). Tuttavia alcuni prodotti sono destinati all'esportazione (caffè, cotone e arachidi).
Povero l'allevamento (caprini e bovini).
Le risorse forestali di per sé discrete sono scarsamente sfruttate per la carenza delle vie di comunicazione; il sottosuolo offre giacimenti di diamanti e di uranio.
STORIA Popolata da elementi insediatisi anticamente (pigmei, bantu ecc.) e da altri venuti recentemente dal Sudan, Congo, Ciad, il paese è scosso nel XIX sec. dalla tratta degli schiavi. La discesa dal Congo da parte di Stanley nel 1887 apre la via all'esplorazione europea. Nell'intento di aprire le vie del Ciad e del Nilo, la Francia crea l'avamposto di Bangui, rafforza i propri insediamenti con la missione Marchand (1896-1898), costituisce l'Oubangui-Chari in colonia (1905) e lo integra nell'Africa Equatoriale Francese.
Nel 1946 l'Oubangui-Chari diventa territorio d'oltremare. Nel 1950 il suo primo deputato, Barthelemy Boganda, fonda il movimento per l'evoluzione sociale dell'Africa Nera (MESAN). Nel 1960 la Repubblica Centrafricana proclamata nel 1958 diventa indipendente con David Dacko, presidente alla morte di Boganda (1959).
Un colpo di stato nel 1965 porta al potere Bokassa presidente a vita (1972), quindi imperatore (1976). Nel 1979 con l'aiuto della Francia, Dacko rovescia Bokassa e ristabilisce la repubblica. Nel 1981 si ha il colpo di stato militare di André Kolingba. Negli anni 1991-1992 il paese si apre al multipartitismo. L'anno successivo, Ange-Félix Patassé viene eletto alla presidenza della repubblica.
Abitanti-3.310.000
Superficie-622.980 km2
Densità-5,3 ab./km2
Capitale-Bangui
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Franco CFA
Lingua-Francese e sango; d'uso dialetti sudanesi
Religione-Protestante, cattolica e animista

centrafricàno, agg. Dell'Africa centrale.

Central (Gran Bretagna) Regione (273.000 ab.) scozzese della Gran Bretagna, capoluogo Stirling.

Central (Kenya) Provincia (3.550.000 ab.) del Kenya, capoluogo Nyeri.

Central (Paraguay) Dipartimento (865.000 ab.) del Paraguay, capoluogo Ypacaraí.

Central (Zambia) Provincia (726.000 ab.) dello Zambia, capoluogo Kabwe.

Central Intelligence Agency => "CIA"

Central Lancashire Città (235.000 ab.) della Gran Bretagna, nel Lancashire.

centràle, agg. e sf. agg. 1Del centro, che riguarda il centro. 2 In geografia, si dice della parte mediana di un territorio. <> periferico.3 Si dice di amministrazione o di ufficio principale. <> decentrato. 4 Principale, primario. ~ precipuo. <> secondario.
sf. Sede degli organi direttivi di un'amministrazione. <> succursale.
 agg. 1 central. 2 (principale) main. sf. 1 station, plant. 2 (ufficio principale) headquarters.
 lat. centralis.
Centrale elettrica
Centro dedicato alla produzione di energia elettrica, tramite generatori che convertono in tensione le diverse forme di energia. La classificazione delle centrali elettriche viene effettuata proprio in base al tipo di energia impiegata. Esistono pertanto centrali idroelettriche, centrali termoelettriche, centrali termonucleari e anche centrali eoliche, solari, geotermiche e mareomotrici.
Centrale idroelettrica
Utilizza l'energia proveniente da condotte d'acqua forzate. Può essere situata sul corso di un fiume o nel corpo della diga di un bacino artificiale. La forza cinetica dell'acqua viene sfruttata mediante grandi turbine che, facendo ruotare enormi alternatori, la trasformano direttamente in energia elettrica.
Centrale termoelettrica
Impiegano l'energia prodotta con motori Diesel, turbine a gas o a vapore (ottenuto dalla combustione di carbone, metano, nafta ecc.) per azionare gli alternatori che generano l'energia elettrica.
Centrale termonucleare
Produce energia termica partendo da energia nucleare, tramite fissione in un reattore nucleare contenente uranio arricchito. Il calore prodotto viene ceduto all'acqua di un circuito, che diviene vapore; questo vapore aziona le turbine per la produzione di energia elettrica e rimane disponibile anche per altre applicazioni (come il riscaldamento di complessi abitativi). La prima centrale nucleare entrò in funzione nel 1954 a Obnisk (URSS).
Centrale eolica
Trasforma l'energia del vento nelle zone sufficientemente ventilate. La turbolenza eolica aziona dispositivi simili ai tradizionali mulini a vento, chiamati aeromotori, che mettono in funzione delle dinamo. L'energia elettrica prodotta non è quindi alternata ma continua e viene utilizzata per caricare batterie di accumulatori. Questo accorgimento è necessario per garantire l'alimentazione delle utenze servite anche in caso di temporanee cadute del vento.
Centrale solare
Può essere composta da un elevato numero di pannelli, composti da celle fotovoltaiche che convertono l'energia irradiata dal sole direttamente in energia elettrica, oppure da forni solari (riscaldati dai raggi del Sole concentrati con un sistema di specchi) che producono energia termica e riscaldano acqua per produrne vapore. Sia le centrali solari che quelle eoliche sono scarsamente utilizzate sia per l'alto costo delle apparecchiature necessarie sia per lo scarso rendimento delle stesse; vengono impiegate principalmente nelle località molto isolate e con un numero di utilizzatori così esiguo da non giustificare la costruzione di centrali di altro tipo.
Centrale geotermica
Impiega il vapore che scaturisce da zone del sottosuolo a temperatura elevata. Il suo principio di funzionamento è uguale a quello delle centrali termoelettriche.
Centrale mareomotrice
Converte l'energia delle maree, sfruttando l'energia cinetica prodotta dalla massa d'acqua marina sia durante il flusso che nel conseguente riflusso.

Centràle (Costa Rica), cordiglièra Sistema montuoso del Costa Rica. Vetta più elevata il vulcano Irazù (3.432 m).

Centràle (Filippine), cordiglièra Rilievi montuosi delle Filippine, nell'isola di Luzon. Vetta più elevata il Monte Pulog (2.928 m).

Centràle (Ghana) Regione (1.360.000 ab.) del Ghana, capoluogo Cape Coast.

Centrale (Israele) Distretto (1.078.000 ab.) di Israele, capoluogo Ramla.

Centràle (Mongolia) Provincia (106.000 ab.) della Mongolia, capoluogo Dzun-Mod. Comprende anche la capitale autonoma Ulan-Bator.

Centràle (Repubblica Dominicana), cordiglièra Insiemi di rilievi montuosi della Repubblica Dominicana. Vetta più elevata il Pico Duarte (3.175 m).

Centràle (Sri Lanka) Provincia (2.220.000 ab.) dello Sri Lanka, capoluogo Kandy.

Centràle (Thailandia) Regione (2.823.000 ab.) della Thailandia, comprendente sei province.

Centràle (Togo) Regione (310.000 ab.) del Togo, capoluogo Sokodé. Al confine con Ghana e Benin.

centralìna, sf. 1 Piccola centrale periferica che serve un settore della zona coperta da una centrale principale. 2 Apparecchiatura in cui sono stati centralizzati dispositivi per l'alimentazione, il funzionamento e la sicurezza di macchine.

centralinìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Si dice di persona addetta a un centralino telefonico. ~ telefonista.
 sm. e sf. operator, switchboard operator.

centralìno, sm. Apparecchiatura per i collegamenti dei telefoni interni con l'esterno.
 sm. 1 telephone exchange. 2 (di albergo) switchboard.

centralìsmo, sm. Sistema di governo che tende all'accentramento dei poteri negli organi centrali dello stato.

centralità, sf. L'essere centrale.

centralizzàre, v. tr. 1 Accentrare, far dipendere da un'autorità o da un organo centrale. ~ concentrare. <> decentrare. 2 Incentrare, riunire. ~ unificare. <> suddividere.
 franc. centraliser, deriv. da central centrale.

centralizzazióne, sf. Accentramento in un unico potere centrale.

centramericàno, agg. Dell'America centrale.

Centràrchidi Famiglia di Pesci Actinopterigi Perciformi che a differenza dei percidi possiedono, in corrispondenza della pinna natatoria anale, tre spine anziché due.

centràre, v. tr. 1 Colpire nel centro. <> mancare. centrò immediatamente il nocciolo del problema. 2 Fissare, mettere nel centro. ~ bilanciare. <> squilibrare. 3 Nel gioco del calcio e in quello del rugby, gettare il pallone dai lati del campo alla linea mediana. 4 Cogliere con precisione. ~ inquadrare. <> divagare. [attenzione: non confondere "centra", "centro", … con "c'entra", "c'entro", …]
 v. tr. 1 to hit the centre of. 2 (mettere) to centre.

centràta, sf. Nel gioco del calcio è il cross verso il centro dell'area.

centràto, agg. 1 Colpito nel segno. 2 Fissato nel centro; ben equilibrato. <> squilibrato.

centrattàcco, sm. (pl. m.-chi) In una squadra di calcio, il giocatore che occupa il centro della zona d'attacco.

centratùra, sf. Operazione con la quale, nel piazzamento di un pezzo cilindrico da lavorare, si fa coincidere il suo asse con l'asse della macchina utensile.

centravànti, sm. Centrattacco.

Centre Regione (2.371.000 ab.) amministrativa della Francia, capoluogo Orléans.

centreuropèo => "centroeuropeo"

cèntrico, agg. (pl. m.-ci) 1 Simmetrico rispetto al centro. 2 Che passa nel centro.

centrìfuga, sf. Macchina che utilizza gli effetti della forza centrifuga.
 sf. 1 spin-drier. 2 (forza) centrifuge.

centrifugàre, v. tr. Sottoporre all'azione di una centrifuga.

centrifugàto, agg. Sottoposto a centrifugazione.

centrifugazióne, sf. Atto, effetto del centrifugare.

centrìfugo, agg. (pl. m.-ghi) 1 Che tende ad allontanare o ad allontanarsi dal centro. 2 Che mira a sottrarsi a un principio informatore unico per diventare autonomo.
 agg. centrifugal.
Forza centrifuga
In un sistema in moto rotatorio è la forza apparente indirizzata verso l'esterno di una traiettoria; ha intensità uguale alla forza centripeta e direzione opposta.

centrìno, sm. Tessuto ricamato, di varia forma, che si pone su mobili per appoggiarvi soprammobili o come semplice motivo ornamentale.

centrìolo, sm. Corpuscolo di forma cilindrica presente all'interno della centrosfera, nella cellula. In totale per ogni cellula se ne contano due, disposti perpendicolarmente. Presentano pareti composte da tubuli.

centrìpeto, agg. Che tende verso il centro.
Forza centripeta
Forza che fa deviare dalla traiettoria rettilinea un corpo in movimento per imprimergli un movimento circolare. La direzione della forza è verso il centro della traiettoria circolare; per esempio la forza d'attrazione esercitata dal Sole sulla Terra.

Centrìscidi Famiglia di Pesci Actinopterigi Singnatiformi Centrolofidi.

centrìsmo, sm. Tendenza di gruppi politici a formare una coalizione di centro.

centrìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) Che o chi ha una posizione di centro nello schieramento parlamentare dei partiti o all'interno dello stesso partito.

cèntro, o céntro, sm. 1 Il punto d'intersezione dei diametri di un "baricentro" ~ centro di gravità (corpi) centroide (figure) 3 Zona considerata come il punto mediano o più interno di qualcosa. ~ mezzo. 4 Settore di mezzo di un emiciclo assembleare. 5 Organo o parte di organo che svolge una specifica funzione. 6 Polo che attrae o punto da cui si dipartono energie o iniziative. ~ cuore, fulcro. 7 Raggruppamento in un determinato luogo di edifici e attrezzature utili alla vita e all'attività umana. ~ agglomerato. 8 Istituzione, organo direttivo da cui dipendono organismi periferici. ~ istituto. 9 Complesso organizzato di uomini e mezzi per la distribuzione e la produzione di beni e servizi. 10 In alcuni giochi di squadra, giocatore che si trova nella posizione centrale della linea d'attacco.
 sm. 1 centre. 2 (agglomerato urbano) town, centre. 3 (commerciale) shopping centre.
 lat. centrum, dal greco kèntron punta.
Centro di spinta
Punto di applicazione delle forze che derivano dalle pressioni che si esercitano sulla superficie di un corpo inserito in una soluzione liquida.
Centro di gravità
Punto di applicazione della risultante delle forze peso che agiscono su ogni singola particella di un corpo; in un solido omogeneo, dotato di centro di simmetria, coincide con questo.

Cèntro stùdi di investiménti sociàli (CENSIS) Fondazione che effettua ricerche sugli investimenti sociali pubblici e privati. Fondata a Roma nel 1964 è stata riconosciuta con decreto presidenziale nel 1973.

centroafricàno ved. "centrafricano"

centroamericàno ved. "centramericano"

centrocampìsta, sm. (pl.-i) Nel calcio, giocatore che svolge la sua azione a centrocampo.

centrocàmpo, sm. Nel calcio, zona centrale del campo di gioco.

centrodèstra, o céntro-dèstra, sm. invar. Coalizione tra i partiti di centro e di destra.

centroeuropèo, agg. Dell'Europa centrale. ~ mitteleuropeo.

Centrolòfidi Famiglia di Pesci Actinopterigi Perciformi cui appartiene il genere Centrolophus.

centroìde "baricentro"

centromediàno, sm. Nel gioco del calcio, giocatore che sta al centro della linea dei mediani ed ha funzione quasi esclusivamente di difesa.

centròmero, sm. Piccolo organo che occupa una posizione costante in ogni cromosoma. Fissa i cromosomi alle fibra del fuso durante la mitosi.

Centronics In informatica è il nome dell'interfaccia parallela a trentasei linee per la comunicazione tra un computer e una periferica (in genere una stampante).

centropàgina, sm. invar. Articolo che si dispone nella parte centrale della pagina del giornale per richiamare l'attenzione dei lettori.

centropus, sm. invar. Genere di Uccelli Cuculiformi che vivono in Africa e in Australia detti anche cuculi dello sperone. Appartiene alla famiglia dei Cuculidi.

centrosfèra, sf. Massa arrotondata di citoplasma differenziato che costituisce la parte esterna dell'apparato della sfera.

centrosinìstra, o cèntro-sinìstra, sm. invar. Alleanza politica di partiti che appartengono agli schieramenti di sinistra e di centro.

centrosòma, sm. Massa arrotondata di citoplasma differenziato che costituisce la parte interna dell'apparato della sfera.

Centrospèrme Ordine di piante Dicotiledoni cui appartengono molte famiglie importanti dal punto di vista ornamentale quali le amarantacee, le cactacee, le cariofillacee e le chenopodiacee.

centrotàvola, sm. (pl. centritàvola) Oggetto o composizione di oggetti d'argento, cristallo, porcellana, collocato al centro di una tavola con scopi ornamentali.

centumviràto, sm. Dignità, ufficio dei centumviri; durata della loro carica.

centùmviro, sm. Nell'antica Roma, membro di un collegio composto di cento magistrati.

centuplicàre, v. tr. 1 Moltiplicare per cento. 2 Accrescere grandemente. ~ aumentare. <> diminuire.

centùplice, agg. Composto di cento parti.

cèntuplo, agg. e sm. agg. Che è cento volte maggiore relativamente a cosa analoga.
sm. Quantità, misura cento volte maggiore.

Centuria Racconto di G. Manganelli (1979).

centùria, sf. 1 Nell'antica Roma, suddivisione della popolazione attiva maschile in base al censo. 2 Unità della legione romana. 3 Nell'antica Roma ciascuno dei quattro appezzamenti risultanti dalla suddivisione di un territorio tracciando il cardo e il decumano. 4 Insieme di cento persone o di cento cose di ugual genere. 5 Periodo di cento anni; cronistoria di un secolo.
 lat. centuria.
L'esercito romano era formato da diciotto centurie di cavalieri (milizia aristocratica), da 170 centurie di fanteria e cinque centurie di nullatenenti.
Comizio centuriato
Il complesso delle 193 centurie, che costituiva la principale assemblea politica.

centuriàto, agg. Nell'antica Roma, ordinato per centurie.

centuriazióne, sf. Suddivisione dell'agro romano in estensioni di cento iugeri.

Centurie Raccolta di profezie di M. Nostradamus (1550, 1556).

centurióne, sm. Nell'esercito romano, comandante di una centuria.
 lat. centurio,-onis.

Centùripe Comune in provincia di Enna (6.612 ab., CAP 94010, TEL. 0935).

cenùro, sm. Forma larvale della Taenia coenerus che vive nel cervello delle pecore ed è causa della cenurosi.

cenuròsi, sf. Malattia parassitaria causata dalla presenza di cenuri negli animali.

Cepagàtti Comune in provincia di Pescara (7.870 ab., CAP 65012, TEL. 085).

céppa, sf. 1 Cavità che si forma nel ceppo di un albero. 2 Parte sotterranea dell'albero dalla quale si dipartono le radici.

ceppàia, sf. 1 Nell'albero, la parte inferiore che rimane nella terra dopo il taglio del fusto. 2 Bosco o pianta cedua.

Ceppalóni Comune in provincia di Benevento (3.435 ab., CAP 82014, TEL. 0824).

ceppàta, sf. 1 Mucchio di oggetti dello stesso genere. 2 Ceppaia.

ceppatèllo, sm. Piccolo ceppo da ardere.

céppo, sm. 1 Parte inferiore di una pianta legnosa da cui si diramano le radici e si diparte il tronco. 2 Capostipite di una famiglia o di una popolazione; famiglia, origine, casata. ~ stirpe. popolo di ceppo indoeuropeo. 3 Grosso pezzo di legno da ardere. ~ ciocco. 4 Massiccio blocco di legno adatto a vari usi come quello di poggiare il capo dei condannati a morte. 5 Pesante parte di legno di diversi congegni. 6 Affusto delle antiche artiglierie. 7 Elemento a espansione del freno che, premuto contro un organo di rotazione, ne determina l'arresto. 8 Base della croce. 9 Usato nell'accezione plurale, blocchi di legno utilizzati per immobilizzare i piedi dei prigionieri. 10 Usato nell'accezione plurale, attrezzi ginnici.
 sm. 1 (base dell'albero) stump. 2 (pezzo di legno da bruciare) log. 3 (aut.) wheel clamp. 4 (stirpe) stock.
 lat. cippus, palo da palizzata.

Céppo Morèlli Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (410 ab., CAP 28030, TEL. 0324).

Cepràno Comune in provincia di Frosinone (8.546 ab., CAP 03024, TEL. 0775).

céra, sf. 1 Sostanza plastica, giallastra, fusibile di origine animale, vegetale o sintetica. 2 Tavoletta cosparsa di cera su cui scrivevano gli antichi romani. 3 Materia, anche corpo usato nelle accezioni poetiche. 4 Aspetto, espressione del viso. ~ espressione. 5 Colorito, carnagione. ~ incarnato.
 sf. 1 wax. 2 (aspetto) look, appearance, air.
 lat. cera.
Se animale, in genere deriva della secrezione delle ghiandole delle api e viene impiegata quale costituente dei favi; immergendo i favi in acqua se ne ricava la cera vergine. Questa è usata pura o con addizione di paraffina, anche in campo cosmetico e farmaceutico. Le cere sono esteri di acidi grassi superiori con alcoli monovalenti superiori.
Musei delle cere
Raccolta di statue in cera di personaggi famosi della storia e contemporanei; tra i più noti: M.me Tussaud's (Londra) e il Grévin (Parigi).

C'era due volte il barone Lamberto Favola di G. Rodari (1978).

C'era una volta Racconto di L. N. Andreev (1901).

C'era una volta gli americani Racconto di G. Stein (1925).

ceràio, sm. 1 Addetto alla lavorazione della cera. 2 Chi venda cera o oggetti in cera. ~ ceraiolo.

ceraiòlo, sm. 1 Chi costruisce o vende oggetti fatti di cera. ~ ceraio. 2 Nome attribuito ai portatori dei ceri di Gubbio.

ceralàcca, sf. (pl. ceralàcche) Miscuglio di resine, di sostanze minerali e coloranti, usato specialmente per sigillare.

Ceram Sezione dell'oceano Pacifico, nell'arcipelago delle Molucche.
Ceram
Isola (110.000 ab.) dell'Indonesia, nelle Molucche. Capoluogo Piru.

ceràmbice, sm. Insetto (noto anche come cerambicide delle querce, Cerambyx cerdo) della famiglia dei Cerambicidi e dell'ordine dei Coleotteri. Di colore scuro, si nutre della linfa delle querce.

Cerambicìdi Insetti appartenenti alla famiglia di Coleotteri. Se ne conoscono circa 20.000 specie, hanno forma allungata con lunghe antenne segmentate, colori vivaci. L'individuo adulto si nutre di vegetali mentre le larve si nutrono del legno di alcuni alberi. Spesso sono nocivi per l'agricoltura. Tra le specie più note vi è il Cerambyx cerdo.

ceramèlla, sf. Altra forma di cennamella.

Ceràmi Comune in provincia di Enna (3.100 ab., CAP 94010, TEL. 0935).

Ceràmi, Vincènzo (Roma 1940-) Narratore. Tra le opere, Un borghese piccolo piccolo (1976), Tutti cattivi (1981) e La gente (1993). Come sceneggiatore ha elaborato la sceneggiatura dei film di R. Benigni Johnny Stecchino (1991) e Il mostro (1994).

ceràmica, sf. 1 Impasto di materiale plastico, argilloso e acqua, modellato, essiccato e cotto in apposito forno, usato per la fabbricazione di porcellane, terrecotte, maioliche, e simili. ~ terraglia. 2 Arte che concerne la fabbricazione e la lavorazione della ceramica.
 sf. 1 ceramic. 2 (materiale) baked clay. 3 (arte) ceramics.
Le terrecotte, usate nel V millennio a. C. in India e Oriente, rappresentano il punto di partenza dell'evoluzione della ceramica. Presso gli assiri, babilonesi ed egizi la lavorazione subì un miglioramento qualitativo con l'aggiunta di protezioni a base di piombo o stagno
La ceramica greca, (VI-V sec. a. C.) si distinse per la raffinatezza delle decorazioni e delle tecniche. Anche gli etruschi, lucani, apuli, campani e romani (vasi aretini) contribuirono al diffondersi del materiale.
Il lustro metallico (vernice a riflessi metallici) venne impiegato dal X sec. e fu particolarmente usato dai ceramisti islamici. La ceramica si diffuse rapidamente in tutta Europa (Spagna, Francia, Olanda, Inghilterra) e in Italia arrivò nel XIV sec. col nome di maiolica (dall'isola di Maiorca). All'inizio del XVIII sec. a Messein, si fabbricò industrialmente un tipo di porcellana assai dura. A Venezia e in Francia (Sèvres, Limoges) assunse elevate forme artistiche. In Inghilterra venne usata la terraglia.

ceràmico, agg. (pl. m.-ci) Della ceramica.

ceramìsta, sm. (pl. m.-i) Chi esegue lavori di ceramica.

ceramografìa, sf. Arte del decoro con pittura su porcellana.

ceramologìa, sf. Lo studio dei prodotti dell'arte ceramica.

Cerànesi Comune in provincia di Genova (3.509 ab., CAP 16014, TEL. 010).

Ceràno Comune in provincia di Novara (7.070 ab., CAP 28065, TEL. 0321).

Ceràno (G. B. Créspi) (Cerano, Novara 1567-Milano 1632) Giovan Battista Crespi detto il Cerano. Pittore, svolse la propria attività soprattutto a Milano e Roma. La sua arte ebbe un decisivo impulso dopo l'incontro con il cardinale Federico Borromeo e fu ispirata a un pietismo religioso legato agli ambienti della controriforma, con aspetti realistici legati alla tradizione naturalistica lombarda. Tra le opere Battesimo di Cristo (1601, Francoforte, Städelsches Kunstinstitut) e Vita del beato Carlo (1602-1604, Milano, Duomo).

Ceràno d'Intèlvi Comune in provincia di Como (455 ab., CAP 22020, TEL. 031).

Ceranòva Comune in provincia di Pavia (471 ab., CAP 27016, TEL. 0382).

ceràre, v. tr. Applicare la paraffina o un prodotto similare alle cimose di una stoffa onde impedirne la sfilacciatura.

cerasèlla, sf. Liquore dolce a base di ciliegie o amarene.

cerasìfero, agg. Che reca ciliegie o frutti simili.

cerasìna, sf. In mineralogia è un sinonimo di fosgenite.

ceràso, sm. Ciliegio.

Ceràso Comune in provincia di Salerno (3.055 ab., CAP 84052, TEL. 0974).

 

ceràste, sf. Rettile (noto anche come ceraste cornuta, Cerastes cerastes) della famiglia dei Viperidi e dell'ordine degli Squamati. Lunga anche 60 cm, vive nel Sahara.

cerastium, sm. invar. Genere di piante erbacee che vivono nell'emisfero settentrionale e sono a volte coltivate nei giardini rocciosi. Appartiene alla famiglia delle Cariofillacee.

ceràta, sf. Giaccone, talora con pantaloni, in tessuto impermeabile.

ceràto, agg. Spalmato di cera.

Ceratodìdi Famiglia di Pesci Dipnoi cui appartiene il solo genere Neoceratodus, tuttora vivente. Appartiene all'ordine dei Ceratodiformi.

Ceratofillàcee Famiglia di piante acquatiche sommerse con frutti indeiscenti che contengono un solo seme. Appartiene all'ordine delle Policarpiche.

Ceratopogonìdi Famiglia di Insetti Ditteri Nematoceri cui appartengono le mosche che succhiano il sangue di altri Insetti e di alcuni vertebrati.

Ceratòpsidi Famiglia di Rettili Dinosauri Teropodi dal cranio grosso fino a due metri armato di grosse corna a forma di scudo. Sono detti anche dinosauri cornuti.

ceratosàuro, sm. Rettile dinosauro teropodo ritrovato nei terreni del Cretaceo inferiore dell'America del Nord. Lungo fino a 5 metri, possedeva forti e potenti denti aguzzi.

ceratùra, sf. Operazione di rivestimento del legno eseguita con cera naturale disciolta in acqua ragia. Serve per proteggere il legno e rifinirlo superficialmente.

C'eravamo tanto amati Film commedia, italiano (1974). Regia di Ettore Scola. Interpreti: Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Stefano Satta Flores.

Ceraziàcee Famiglia di Alghe Pirrofite Dinoficee. Appartiene all'ordine delle Peridiniali.

cèrbero, sm. 1 Arcigno custode. ~ guardiano. 2 Persona arcigna, rabbiosa. ~ iracondo.
 lat. Cerberus, dal greco Kèrberos.

Cèrbero Personaggio mitologico. Cane dalle tre teste, era a guardia dell'Ade. L'ultima fatica di Eracle consistette nel riportarlo incatenato a Euristeo.

cerbiàtto, sm. Giovane cervo.
 sm. fawn.

cerbottàna, sf. 1 Arma da getto dei primitivi composta da una canna di legno o di metallo, per lanciare piccole frecce o pallottole soffiandovi dentro. 2 Arma da fuoco simile a un archibugio. 3 Cannuccia di cui ci si serviva per parlare nell'orecchio a qualcuno.
 spagn. cerbatana, dall'arabo zarbatana.

cérca, sf. 1 Attività atta a ritrovare qualcosa o qualcuno. 2 Questua dei frati degli ordini mendicanti. 3 Azione del cane da caccia diretta a scovare la selvaggina.
 sf. search.

cercafàse, sm. invar. Strumento a forma di cacciavite che serve a individuare le fasi di un circuito elettrico.

cercafùghe, sm. invar. Strumento che serve a individuare le fughe di gas.

cercamìne, sm. invar. Apparecchio elettromagnetico o a microonde, usato nella ricerca sotterranea di mine nascoste.

cercapersóne, sm. invar. Sistema costituito da un apparecchio portatile che, emettendo un segnale acustico, avverte una persona di mettersi in contatto con qualcuno.
 sm. beeper, bleeper.

cercapòli, sm. invar. Strumento che permette di determinare la natura dei poli di una sorgente di corrente continua.

cercàre, v. v. tr. 1 Adoperarsi per trovare qualcuno o qualcosa. ~ ricercare. cercare con il lumicino, con molta cura; cercare il pelo nell'uovo, cercare il minimo difetto. 2 Studiarsi di conseguire, desiderare. 3 Visitare, frugare, esaminare attentamente. ~ perlustrare. <> rinvenire. 4 Domandare, chiedere. cercava solo un po' di comprensione. 5 Attirare. te le sei cercate.
v. intr. Tentare, adoperarsi. ~ provare.
 v. tr. to search for, to look for. v. intr. to try.
 lat. circare andare intorno, deriv. da circa intorno.

cercària, sf. Larva dei Platelminti Trematodi. È simile a un girino con due ventose e un canale digerente bifido. ~ distoma.

cercatóre, agg. e sm. (f.-trìce) agg. Che cerca.
sm. 1 Chi va alla ricerca di qualcosa. 2 Frate che fa la cerca. 3 Telescopio ausiliario montato su un telescopio grande, per puntare l'oggetto in studio.

Cercatore d'oro, Il Romanzo di B. J. Guimarães (1872).

Cercemaggióre Comune in provincia di Campobasso (4.655 ab., CAP 86012, TEL. 0874).

Cercenàsco Comune in provincia di Torino (1.632 ab., CAP 10060, TEL. 011).

Cercepìccola Comune in provincia di Campobasso (849 ab., CAP 86010, TEL. 0874).

cérchia, sf. 1 Riparo naturale o artificiale che cinge qualcosa. le cerchia delle mura difensive. 2 Insieme di persone o di cose. ~ circolo. la cerchia degli amici. 3 Raggio. ~ ambito.
 sf. 1 circle. 2 (ambito) range.
 deriv. da cerchio.

Cerchiàra di Calàbria Comune in provincia di Cosenza (3.106 ab., CAP 87070, TEL. 0981).

cerchiàre, v. tr. 1 Serrare con uno o più cerchi. 2 Cingere. ~ circondare.

cerchiàto, agg. Circondato, avvolto da un cerchio.

cerchiatùra, sf. 1 L'operazione di serrare con cerchi. 2 Insieme di cerchi di una botte.

cerchiétto, sm. 1 Usato nell'accezione plurale indica gioco che consiste nel lanciare e prendere al volo, in apposite bacchette, un cerchio. 2 Braccialetto.
 dimin. di cerchio.

Cérchio Comune in provincia di L'Aquila (1.735 ab., CAP 67044, TEL. 0863).

cérchio, sm. (pl. m. cérchi; f. cérchia) 1 Linea chiusa i cui punti hanno tutti la stessa distanza (detta raggio) da un punto fissato (detto centro). In alternativa: figura piana i cui punti hanno tutti distanza da un punto fissato (centro) minore o uguale a un valore fissato (raggio); in questa accezione quella definita prima è il suo bordo (e, spesso, viene chiamata circonferenza). 2 Qualsiasi oggetto a forma di cerchio; disco, orecchino, braccialetto, anello. ~ cerchietto. 3 Ciò che ha forma circolare e cinge qualcosa. 4 Gruppo di cose o persone disposte in circolo. ~ crocchio.
 sm. 1 ring, circle. 2 (gioco) hoop.
 lat. circulus, dimin. di circus anello.
Il segmento che unisce due punti qualsiasi (del bordo del) cerchio si chiama corda (i diametri sono le corde massime che passano per il centro). L'area del cerchio è data dall'espressione r2; la lunghezza del cerchio viene detta circonferenza (o lunghezza della circonferenza, se si usa circonferenza per indicare il bordo del cerchio) e è data da 2r (r è il raggio).
In astronomia esistono vari strumenti detti cerchio:
Cerchio azimutale
Serve per la misura degli angoli orizzontali.
Cerchio di altezza
Cerchio che si ottiene intersecando un piano che passa per lo zenit, la sfera celeste e l'osservatore.
Cerchio meridiano
Stabilisce le coordinate di un astro, nonché ascensione, retta e declinazione; si tratta di un cannocchiale mobile montato attorno a un asse orizzontale, orientato nella direzione est-ovest. Dato che questa direzione è stabile, il cannocchiale si muove solo lungo il piano verticale del meridiano astronomico; in questo modo si può misurare l'altezza degli astri in riferimento all'orizzonte attraverso un cerchio graduato verticale.
Cerchio orario
Cerchio costituito dall'intersezione di un piano passante per i poli celesti, la sfera celeste e un astro.
Cerchio verticale
È utilizzato per misurare le distanze zenitali di un astro.

Cerchio di gesso del Caucaso, Il Dramma di B. Brecht (1944).

Cerchio fiammeggiante, Il Opera di poesia di F. Sologub (1908).

cerchiobottìsmo Tendenza politica a non esporsi esplicitamente fra due posizioni o gruppi.

cerchióne, sm. Cerchio metallico usato per rinforzare le ruote di un carro o per adattarvi un pneumatico.
 sm. rim.

cèrci 1 Appendici pari che terminano l'ultimo segmento addominale di alcuni Insetti. 2 Ogni appendice del nono segmento addominale delle larve di alcuni Coleotteri.

cercidiphyllum, sm. Genere di arbusti comuni in Cina e in Giappone cui appartiene il Cercidiphyllum iaponicum albero coltivato in Europa a scopo ornamentale. Appartiene alla famiglia delle Cercidifillacee.

cercinàre, v. tr. Operazione consistente nell'asportare un anello di corteccia dal tronco degli alberi.

cercinatùra, sf. Asportazione di un anello di corteccia dal tronco degli alberi.

cércine, sm. 1 Involto di panno a foggia di cerchio, usato da chi porta pesi sul capo. 2 Neoformazione di tessuti disposti ad anello a ricoprire lesioni sul fusto e sui rami.
 circinus compasso, deriv. da circus, cerchio.

Cercìno Comune in provincia di Sondrio (647 ab., CAP 23016, TEL. 0342).

Cercivènto Comune in provincia di Udine (817 ab., CAP 33020, TEL. 0433).

cercocèbo, sm. Genere di Scimmie africane con caratteristiche intermedie tra il cercopiteco e il macaco indiano. Appartiene alla famiglia dei Cercopitecidi e al sottordine dei Catarrini.

Cércola Comune in provincia di Napoli (16.901 ab., CAP 80040, TEL. 081). Centro industriale (prodotti alimentari, chimici e metalmeccanici). Gli abitanti sono detti Cercolesi.

cercolètto, sm. Nome volgare di alcuni Mammiferi comuni in America centromeridionale noti anche con il nome di kinkajou.

Cercòpidi Famiglia di Insetti Emitteri Omotteri cui appartengono le cicale sputacchine.

Cercopitècidi Famiglia di Mammiferi Primati dalle forme agili, ampie callosità delle natiche e coda priva di ciuffo.

cercopitèco, sm. Scimmia catarrina (Cercopithecus) africana che dà nome alla famiglia dei Cercopitecidi. I cercopitechi sono animali dal muso piccolo e coda non prensile. Vivono in comunità e in genere sono arboricole. Tra le specie più note, il cercopiteco grigioverde (Cercopithecus aethiops).

cercospòra, sf. Genere di Funghi imperfetti per lo più parassiti delle piante di cui attaccano le foglie causando la cercosporiosi. Appartiene alla famiglia delle Demaziacee.

Cèrda Comune in provincia di Palermo (5.431 ab., CAP 90010, TEL. 091).

cerdocyon, sm. invar. Genere di Canidi come la volpe e il dusicione.

Cerèa Comune in provincia di Verona (14.632 ab., CAP 37053, TEL. 0442). Centro industriale (mobilifici). Vi si trova la chiesa di San Zeno, del XII sec. Gli abitanti sono detti Ceresani o Ceretani.

cereàle, sm. Il seme già raccolto di varie piante delle Graminacee ad alto potere nutritivo. ~ granaglie. l'orzo, il granturco sono cereali.
 sm. grain, cereal.
 lat. cerealis, da Ceres Cerere, dea del raccolto.

cerealìcolo, agg. Che riguarda i cereali.

cerealicoltùra, sf. Coltivazione di cereali.

cerebellàre, agg. Relativo al cervelletto.
Sindrome cerebellare
Serie di sintomi causata da lesioni vascolari, tumorali e infiammatorie del cervelletto.

cerebràle, agg. 1 Del cervello. 2 Di persona in cui il raziocinio prevale sul sentimento. ~ raziocinante, contorto. <> spontaneo, semplice.
 agg. cerebral.
 deriv. da cerebro.

cerebralìsmo, sm. Il prevalere della ragione sul sentimento e sulla spontaneità.

cerebralità, sf. Qualità dell'essere cerebrale.

cerebratulus, sm. invar. Genere di Nemertini anopli diffusi nel Mediterraneo. Appartiene all'ordine degli Eteronemertini.

cèrebro, sm. Cervello.

cerebroastenìa, sf. Stato di debolezza mentale (diminuzione della memoria, inerzia decisionale, riduzione della capacità psicomotoria) causata da uno sforzo mentale troppo intenso.

cerebroléso, agg. e sm. Che, chi ha subito una lesione cerebrale.

cerebropatìa, sf. Affezione generica che colpisce il cervello.

cerebropàtico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Riferito a un bambino con ritardo mentale neonatale o con sviluppo psichico o psicomotorio rallentato rispetto a un suo coetaneo.

cerebroscleròsi, sf. Diminuzione di elasticità dei vasi cerebrali e le conseguenti lesioni parenchimali.

cerebròside, sm. Lipide complesso del cervello costituito da sfingosina, acido cerebronico e uno zucchero. ~ glucosfingoside.

cerebrospinàle, agg. Che è relativo all'encefalo e al midollo spinale.

Ceregnàno Comune in provincia di Rovigo (4.085 ab., CAP 45010, TEL. 0425).

Ceremhovo Città (100.000 ab.) russa della Siberia sudorientale, nella provincia di Irkutsk.

Cerenkov, Pavel Alekseevic (Novaja Cigla 1904-Mosca 1990) Fisico russo, premio Nobel per la fisica nel 1958, ha scoperto l'emissione luminosa generata da una particella quando attraversa un mezzo a velocità superiore a quella della luce nel mezzo. Tale effetto viene ancora utilizzato negli studi di rivelazione di particelle ad alta velocità. Un esempio di radiazione Cerenkov è la luce azzurrina nell'acqua dei reattori nucleari a piscina.

Cerènzia Comune in provincia di Crotone (1.328 ab., CAP 88070, TEL. 0984).

cèreo, agg. e sm. agg. 1Fatto di cera. 2 Del colore della cera. ~ pallido. <> colorito.
sm. Forma antica e poetica di cero.
 lat. cereus, agg. di cera cera.

Cerepovec Città (316.000 ab.) della Russia, nella provincia di Vologda, sul Lago di Rybinsk.

Cèrere (astronomia) Primo asteroide scoperto (1801); ha un periodo di rotazione di 9,1 ore, un periodo di rivoluzione di 4,60 anni, un raggio di 500 km e dista dal Sole 2,77 unità astronomiche.

Cèrere (mitologia) Divinità romana protettrice delle messi e della terra. Dal 496 a. C. fu identificata con Demetra e aggregata al culto di Libero.

cererìa, sf. Luogo dove si fabbricano e vendono candele.

Cères Comune in provincia di Torino (939 ab., CAP 10070, TEL. 0123).

Ceresàra Comune in provincia di Mantova (2.434 ab., CAP 46040, TEL. 0376).

Cereséto Comune in provincia di Alessandria (426 ab., CAP 15020, TEL. 0142).

Ceresòle Àlba Comune in provincia di Cuneo (1.940 ab., CAP 12040, TEL. 0172).

Ceresòle Reàle Comune in provincia di Torino (167 ab., CAP 10080, TEL. 0124).

Ceréte Comune in provincia di Bergamo (1.174 ab., CAP 24020, TEL. 0346).

cerétta, sf. 1 Pomata adesiva per depilazioni. 2 Cera per le scarpe. 3 Pomata usata un tempo dagli uomini per tingere i capelli.
 sf. 1 (depilatoria) wax.
 dimin. di cera.

Cerétto Lomellìna Comune in provincia di Pavia (237 ab., CAP 27030, TEL. 0384).

cereus, sm. invar. Genere di Cactacee.

cerfòglio, sm. Pianta annua erbacea (Anthriscus cerefolium) delle Ombrellifere. Presenta fiori bianchi e foglie aromatiche usate in cucina per insalate o per insaporire le salse. Con lo stesso nome spesso si designa anche la cicutaria o il cerfoglio tuberoso che però è velenoso in tutte le sue parti a eccezione delle radici. La sua forma selvatica è l' Anthriscus silvestris.

Cergnàgo Comune in provincia di Pavia (730 ab., CAP 27020, TEL. 0384).

Cergy-Pontoise Città (159.000 ab.) della Francia, nell'Île-de-France, capoluogo del dipartimento del Val-d'Oise.

Ceriàle Comune in provincia di Savona (5.291 ab., CAP 17023, TEL. 0182).

Ceriàna Comune in provincia di Imperia (1.290 ab., CAP 18034, TEL. 0184).

Ceriàno Laghétto Comune in provincia di Milano (4.828 ab., CAP 20020, TEL. 02).

Ceriantàli Ordine di Celenterati Antozoi Esacoralli marini.

cerìfero, agg. Che produce cera.

Cerignàle Comune in provincia di Piacenza (317 ab., CAP 29020, TEL. 0523).

Cerignòla Comune in provincia di Foggia (54.500 ab., 120 m, CAP 71042, TEL. 0885) Agricoltura e industrie alimentari, chimiche, del legno, meccaniche, del tabacco.

cèrilo, sm. Maschio dell'uccello marino detto alcione.

cerimònia, sf. 1 Insieme di atti di una celebrazione religiosa o pubblica. ~ funzione, rito, manifestazione. cerimonia nuziale. 2 Usato nell'accezione plurale il termine indica complimenti esagerati e superflui. ~ complimenti, formalità. non far tante cerimonie!
 sf. ceremony.
 lat. caerimonia rito sacro.

cerimoniàle, agg. e sm. agg. Di cerimonia.
sm. 1 Complesso degli atti propri di una certa cerimonia. ~ rituale. 2 Libro che contiene tali regole. 3 Etichetta. ~ protocollo.

cerimonière, sm. Chi nelle Corti o nelle funzioni religiose, cura il cerimoniale.

cerimoniosità, sf. Qualità di cerimonioso.

cerimonióso, agg. Di persona che ama far cerimonie. ~ affettato. <> naturale, spontaneo.

cerinàio, sm. 1 Addetto alla fabbricazione di cerini. 2 Chi vendeva cerini per le strade (ora in disuso).

cerìno, sm. 1 Fiammifero di cera. 2 Stoppino incerato per accendere candele.
 sm. wax match.
 deriv. da cera.

cerinthe, sf. invar. Genere di piante erbacee spontanee nelle regioni mediterranee. Appartiene alla famiglia delle Borraginacee.

cèrio, sm. Elemento metallico di simbolo Ce, numero atomico 58, peso atomico 140,12. Di colore grigio, appartiene alle terre rare e fonde a circa 800 °C. Viene impiegato con alluminio e magnesio per la formazione di leghe piroforiche. È duttile e malleabile. I suoi sali trovano impiego nella fabbricazione del vetro.

Cerióni, Stèfano (Madrid 1963-) Schermidore italiano. Ha vinto l'oro di fioretto a squadre alle Olimpiadi del 1984 e quello individuale nel 1988 vincendo nello stesso anno anche la coppa del mondo.

Cerisàno Comune in provincia di Cosenza (3.138 ab., CAP 87044, TEL. 0984).

Cerìtidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi Prosobranchi marini provvisti di una elegante conchiglia. Appartiene all'ordine dei Mesogasteropodi.

Cerkasov, Nikolaj Konstantinovic (San Pietroburgo 1903-1966) Attore sovietico. Interpretò in particolare film di Eisenstein.

Cerkassy Città (290.000 ab.) dell'Ucraina, sul fiume Dnepr. Capoluogo della provincia omonima.

Cerkessk Città (113.000 ab.) della Russia, capoluogo della repubblica autonoma Karacajevo-Cerkessia.

Cerlétti, Ùgo (Conegliano Veneto 1877-Roma 1963) Medico e psichiatra. Gli è attribuita l'introduzione della terapia con elettroshock.

Cermenàte Comune in provincia di Como (8.119 ab., CAP 22072, TEL. 031).

Cèrmes (in ted. Tscherms) Comune in provincia di Bolzano (1.118 ab., CAP 39010, TEL. 0473).

cermet, sm. invar. Materiale costituito da composti ceramici uniti da un legante metallico.
 da cer[amica] e met[allo].

Cermignàno Comune in provincia di Teramo (2.196 ab., CAP 64037, TEL. 0861).

CERN Sigla di Comitato Europeo di Ricerche Nucleari.

Cerna Fiume (201 km) della Macedonia, nasce dal monte Babuna e sfocia nel fiume Vardar.

cernécchio, sm. Ciocca di capelli scompigliati.

Cernenko, Kostantin (Bolshaya Tes 1911-Mosca 1985) Politico sovietico. Fu segretario del Partito comunista nel 1984 e 1985.

cèrnere, v. tr. 1 Separare, distinguere cose diverse. ~ scegliere. <> mischiare. 2 Passare al vaglio. ~ setacciare. 3 Vedere distintamente.
 lat. cernere, vagliare, vedere.

cèrnia, sf. Pesce (Polyprion americanus) della famiglia dei Serranidi e dell'ordine dei Perciformi. Di colore scuro, misura sino a 1,5 m ed è dotata di grandi occhi e potenti mascelle che usa per frantumare gusci e conchiglie di molluschi e crostacei di cui si ciba. Vive in climi tropicali in prossimità di coralli e di vegetazione acquatica. È in grado di cambiare colore, soprattutto nelle specie più piccole. Ha carni assai pregiate e prelibate.
 sf. stone bass, grouper.

cernièra, sf. 1 Unione di due elementi di cui almeno uno è mobile attorno a un asse. ~ collegamento. 2 Specie di serratura a incasso. 3 Luogo di maggior curvatura di una roccia piegata. 4 Lampo. ~ zip. 5 Tela che collega la copertina al libro.
 sf. 1 hinge. 2 (lampo) zip, zipper.
 franc. charniere, dal lat. cardinaria, deriv. da cardo,-inis cardine.

Cernigov Provincia (1.406.000 ab.) dell'Ucraina. Territorio in prevalenza pianeggiante.

cèrnita, sf. Atto, effetto dello scegliere tra cose diverse. ~ scelta.
 sf. selection.

cernitóre, sm. Operaio adibito alla cernita.

cernitùra, sf. Cernita.

cèrno, sm. Grosso vaso sacro di terracotta utilizzato per riporvi i frutti della terra; era in vigore soprattutto nel culto eleusino.

Cernòbbio Comune in provincia di Como (7.233 ab., CAP 22012, TEL. 031).

Cernobyl Località dell'Ucraina situata sulla sponda settentrionale del bacino di Kiev. Il suo nome è legato al famoso incidente occorso nella centrale nucleare che ha contaminato gravemente la zona circostante e i cui effetti sono stati rilevati in tutta Europa (26 aprile 1986).

cernoforìa, sf. Processione in uso nei misteri eleusini in cui venivano portati i cerni che contenevano i vari prodotti della terra.

Cernòtto, Stéfano Pittore italiano di origine dalmata. Attivo in Italia intorno al XVI sec. Tra le opere, Cristo che scaccia i mercanti dal tempio, a Venezia, San Pietro e San Paolo (Venezia, Fondazione G. Cini).

Cernovcy Città (259.000 ab.) dell'Ucraina sul fiume Prut. Capoluogo della provincia omonima.
Cernovcy
Provincia (939.000 ab.) dell'Ucraina. Si estende tra il fiume Dnestr e il confine romeno.

Cernuda, Luis (Siviglia 1904-Città del Messico 1963) Poeta spagnolo. Tra le opere Profilo dell'aria (1927) e Come chi attende l'alba (1947).

Cernùschi, Enrìco (Milano 1821-Mentone 1896) Politico ed economista. Fece parte dei militanti delle Cinque giornate di Milano e contribuì alla difesa della Repubblica romana (1849).

Cernùsco Lombardóne Comune in provincia di Lecco (3.331 ab., CAP 22052, TEL. 039).

Cernùsco sul Navìglio Comune in provincia di Milano (27.160 ab., CAP 20063, TEL. 02). Centro industriale. Vi si trovano ville del XVI sec. Gli abitanti sono detti Cernuschesi.

Cernysevskij, Nikolaj Gavrilovic (Saratov 1828-1889) Scrittore russo. Socialista utopista, fu a favore dell'emancipazione della servitù della gleba. Entrò nella redazione della rivista Il Contemporaneo e in un'organizzazione rivoluzionaria. Venne esiliato in Siberia; scrisse il romanzo Che fare? (1863), che Lenin riprese per diffondere un saggio sul partito.

céro, sm. Grossa candela di cera. ~ torcia. accendere un cero in chiesa, per ricevere una grazia.
 sm. church candle.
 lat. cereus, da cera.

ceroferàrio, sm. Nella liturgia cattolica è il chierico che reca il cero acceso nelle funzioni solenni.

cerografìa, o cereografìa, sf. Procedimento di incisione inventato da Morse nel XVIII sec. Presa una lastra di metallo a caldo vi si spalma sopra la cera, vi i incide il disegno col bulino e si fa penetrare l'acido nelle porzioni rimaste scoperte.

Cèroli, Màrio (Castel Frentano, Chieti 1938-) Scultore. Tra le opere Ultima Cena (1965, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna).

ceròma, sm. Tumore in degenerazione cerea.

ceróne, sm. Cosmetico colorato usato per il trucco degli attori.
 sm. greasepaint.

Ceronétti, Guido (Torino 1927-) Prosatore e saggista. Tra le opere La carta è stanca (1976) e Il silenzio del corpo (1979).

ceroplàstica, sf. Arte di modellare la cera confezionando figure e statuette; diffusa nell'antichità, nel corso di medioevo e rinascimento vide l'impiego della fusione a cera persa. In Francia si produssero ritratti a grandezza naturale raccolti in musei (per esempio Chambre du Sublime di Parigi, 1675). Tale impiego è proseguito fino all'epoca contemporanea: tra gli artisti più importanti che utilizzarono questa tecnica si rammenta Medardo Rosso.

ceróso, agg. Che contiene cera.

ceròtto, sm. 1 Striscia di tela con un lato adesivo che si applica sulle ferite allo scopo di proteggerle. 2 Persona noiosa e malaticcia. 3 Disegno o pittura mal fatta o mal restaurata.
 sm. plaster, sticking plaster.
 lat. cerotum, dal greco kerotòn unguento a base di cera.

cerottoreazióne, sf. Altro nome per percutireazione.

cerréto, sm. Bosco di cerri.

Cerréto Passo (1.261 m) dell'Appennino Tosco-Emiliano.

Cerréto Castèllo Comune in provincia di Biella (568 ab., CAP 13060, TEL. 015).

Cerréto d'Àsti Comune in provincia di Asti (276 ab., CAP 14020, TEL. 0141).

Cerréto d'Èsi Comune in provincia di Ancona (2.819 ab., CAP 60043, TEL. 0732).

Cerréto di Spoléto Comune in provincia di Perugia (1.177 ab., CAP 06040, TEL. 0743).

Cerréto Grùe Comune in provincia di Alessandria (360 ab., CAP 15050, TEL. 0131).

Cerréto Guìdi Comune in provincia di Firenze (8.953 ab., CAP 50050, TEL. 0571).

Cerréto Lànghe Comune in provincia di Cuneo (383 ab., CAP 12050, TEL. 0173).

Cerréto Laziàle Comune in provincia di Roma (1.077 ab., CAP 00020, TEL. 0774).

Cerréto Sannìta Comune in provincia di Benevento (4.468 ab., CAP 82032, TEL. 0824).

Cerrìna Monferràto Comune in provincia di Alessandria (1.612 ab., CAP 15020, TEL. 0142).

Cerrióne Comune in provincia di Biella (2.628 ab., CAP 13060, TEL. 015).

Cerrìto, Fanny (Napoli 1817-Parigi 1909) Coreografa e ballerina, famosa anche in Europa.

cèrro, sm. Legno ricavato dall'albero del cerro.

Cèrro al Làmbro Comune in provincia di Milano (4.027 ab., CAP 20077, TEL. 02).

Cèrro al Voltùrno Comune in provincia di Isernia (1.682 ab., CAP 86072, TEL. 0865).

Cerro de Pasco Città (67.000 ab.) del Perú, capoluogo del dipartimento di Pasco.

Cerro Largo Dipartimento (78.000 ab.) dell'Uruguay, capoluogo Melo. Al confine con il Brasile.

Cèrro Maggióre Comune in provincia di Milano (14.246 ab., CAP 20023, TEL. 0331). Centro industriale (prodotti meccanici, calzaturieri e tessili). Gli abitanti sono detti Cerresi.

Cèrro Tànaro Comune in provincia di Asti (584 ab., CAP 14030, TEL. 0141).

Cèrro Veronése Comune in provincia di Verona (1.495 ab., CAP 37020, TEL. 045).

Cerski Catena montuosa della Russia, nella Siberia nordorientale.

Cersòsimo Comune in provincia di Potenza (882 ab., CAP 85030, TEL. 0973).

Certàldo Comune in provincia di Firenze (15.942 ab., CAP 50042, TEL. 0571). Centro agricolo (coltivazione di viti) e industriale (prodotti alimentari, enologici, calzaturieri, meccanici e conciari) sul fiume Elsa. Vi si trovano il palazzo Pretorio, del XV sec., il castello, la casa del Boccaccio, ricostruita nel 1947, e la chiesa dei Santi Michele e Jacopo del XIII sec. Gli abitanti sono detti Certaldesi.

certàme, sm. 1 Combattimento, duello. ~ contesa. 2 Gara letteraria e poetica.

certaménte, avv. 1 Senza dubbio. ~ sicuramente. <> minimamente. 2 Davvero. ~ eccome. 3 Evidentemente, chiaramente. ~ innegabilmente.
 avv. certainly.

certézza, sf. 1 Condizione di ciò che è certo, sicuro, assodato. ~ sicurezza. <> dubbio. 2 Stato mentale di chi è sicuro di essere nel vero. ~ convinzione. <> incertezza.
 sf. certainty.

certificàre, v. tr. 1 Attestare, affermare. ~ precisare. <> negare. 2 Dimostrare. ~ provare. <> smentire. 3 Autenticare, vidimare. ~ legalizzare. <> inficiare, invalidare.
 lat. tardo certificare, comp. da certus certo +-ficare (facere) fare.

certificàto, sm. Dichiarazione scritta rilasciata da chi ne ha autorità, in cui si attesta la verità di un fatto o si esprime una valutazione. ~ documento.
 sm. certificate.

certificazióne, sf. Attestazione della veridicità di qualcosa mediante un certificato.

cèrto, agg., avv., pron. e sm. agg. 1Che è convinto della verità di ciò che afferma. ~ persuaso. <> perplesso. 2 Che non può essere messo in dubbio in quanto dato di fatto storico. ~ assodato. <> incerto. 3 Concreto. ~ reale. è un rimedio certo per il tuo male. 4 Ovvio, evidente. ~ palese. <> oscuro. la vittoria è certa.
agg. invar. 1 Qualche. ~ alcuno. avvertiva un certo malessere. 2 Tale. ha chiamato un certo Bianchi.
avv. Certamente, sicuramente. <> forse.
pron. invar. pl. Taluni, certuni. ~ alcuni.
sm. 1Cosa certa. <> incerto. 2 Cambio indicante la quantità di moneta estera corrispondente a una unità della nazionale.
 agg. 1 certain, sure. 2 (qualche) some. 3 (preciso) definite. 4 (simile) such. avv. 1 certainly. 2 (senz'altro) of course. pron. invar. pl. some. sm. (lasciare il certo per l'incerto) to step into the unknown.
 lat. certus, legato a cernere stabilire.

Certo sorriso, Un Romanzo di F. Sagan (1955).

certósa, sf. 1 Nome comune di tutti i monasteri certosini. Deriva dalla località di Chartreuse, Grenoble, dato ai monasteri certosini. A Chartreuse, San Bruno (Brunone di Colonia) fondò nel 1084 il primo nucleo dell'ordine. 2 Luogo in cui regnano l'ordine e il silenzio.

Certosa di Parma, La Romanzo di Stendhal (1839). Un giovane nobile milanese, Fabrizio Del Dongo, figlio di un luogotenente francese dell'esercito napoleonico e di una nobile italiana, marchesa Del Dongo, vissuto in un ambiente familiare chiuso e autoritario, sogna la gloria e la libertà. Durante i Cento giorni di Napoleone, smania di unirsi all'esercito francese. Sua zia Gina Del Dongo Pietranera, anima generosa e romantica, l'aiuta a fuggire di casa per realizzare il progetto. La battaglia di Waterloo conclude bruscamente l'avventura napoleonica. Gli entusiasmi per Napoleone diventano sospetti dopo la sua caduta: anche il padre, filoaustriaco, gli è ormai apertamente ostile. Fabrizio si rifugia alla corte di Parma e inizia gli studi di teologia, senza rinunciare alle avventure amorose. A seguito di un duello nel quale ha ucciso l'attore Gilletti, viene imprigionato; con l'aiuto della zia e di Clelia, figlia del governatore della fortezza, innamoratasi di lui, riesce a evadere. Ma la sventura è in agguato: Clelia muore improvvisamente. Fabrizio si ritira nella Certosa di Parma, dove si spegnerà poco tempo dopo. L'opera è considera il capolavoro di Stendhal. È stata portata sullo schermo da Christian-Jacque nel 1947.

Certósa di Pavìa Comune in provincia di Pavia (3.004 ab., CAP 27012, TEL. 0382).

certosìna, sf. Tavolino rettangolare intarsiato con oro, avorio e legno colorato appartenente al tardo rinascimento.

certosìno, sm. 1 Religioso dell'ordine fondato da San Bruno (Brunone di Colonia) nel 1084 che conduce una vita di studio e di lavoro nelle certose. lavoro da certosino, che richiede molta pazienza. 2 Chi conduce una vita di solitudine e pazienza. 3 Liquore prodotto dai certosini. 4 Formaggio molle e dal sapore dolce.

certùno, pron. invar. pl. Alcuno, certe persone. ~ taluno.

cerùleo, agg. Che ha il colore del cielo, azzurro pallido.

Cerùlli, Vincènzo (Teramo 1859-Merate 1927) Astronomo. Fondatore dell'Osservatorio di Collurania, nella sua attività di osservazione celeste scoprì il pianetino Interamnia.

cèrulo, agg. Che ha gli occhi azzurri.

cerùme, sm. Prodotto di secrezione delle ghiandole sebacee del condotto uditivo.
Tappo di cerume
Accumulo di cerume nel condotto uditivo esterno da cui derivano disturbi quali ronzii, fastidio doloroso e anche sordità.

ceruminóso, agg. Riferito al cerume.
Ghiandole ceruminose
Ghiandole sebacee del condotto uditivo esterno che emettono una sostanza grassa che unita al secreto delle ghiandole sudorifere vicine da luogo al cerume.

cerusìa, sf. Chirurgia.

cerùsico, sm. (pl.-ci o-chi) Chirurgo.

cerussìte, sf. Carbonato di piombo rombico di formula PbCO3. Si trova nell'Iglesiente e a Otavi nell'Africa.

Cerùti, Giàcomo (Brescia? ca. 1700-prima del 1768) detto il Pitocchetto. Pittore. Tra le opere La lavandaia (Brescia, Pinacoteca Tosio-Martinengo) e Portarolo (ca. 1736, Milano, Brera).

Cèrva Comune in provincia di Catanzaro (1.408 ab., CAP 88050, TEL. 0961).

Cerva e la pantera, La Poema di J. Dryden (1687).

Cervantes Saavedra, Miguel de (Alcal´ de Henares 1547-Madrid 1616) Narratore, commediografo e poeta spagnolo. Quarto dei 7 figli d'un chirurgo, professione a quel tempo molto meno remunerativa di quella di medico, visse i primi anni nella città natale. Un'importante fonte di notizie sulla sua vita è rappresentata dalle introduzioni premesse alle sue opere letterarie. Da Alcal´ de Henares, la famiglia si trasferì a Salamanca, dove Cervantes studiò presso i Gesuiti fino al 1565. Nel 1566 fu a Madrid. Nel 1568 compose alcune poesie dedicandole alla morta regina Isabella di Valois, moglie del re Filippo II. Nel 1569 entrò al servizio del cardinale Acquaviva e partì per l'Italia. Nel 1570 si arruolò nell'esercito. Combatté nella battaglia di Lepanto (1571), dove fu gravemente ferito alla mano sinistra, che dovette essergli amputata, a Navarino, a Biserta e a Tunisi (1572). Fu sempre orgoglioso della sua invalidità, che testimoniava il suo sincero amore di patria. Nel 1575, durante il ritorno in Spagna per mare, venne catturato dai pirati insieme a tutto l'equipaggio della nave su cui viaggiava e ridotto in schiavitù ad Algeri, dove rimase per cinque anni, essendo falliti ben quattro tentativi di fuga. Nel 1584 si sposò e fino al 1587 si stabilì a Esquivias nella Mancia, regione che avrebbe poi immortalato nel Don Chisciotte. Risalgono a questo periodo le prime commedie, vagamente autobiografiche: I costumi di Algeri, La distruzione di Numanzia, La battaglia navale. Nel 1585 pubblicò il romanzo pastorale La Galatea, senza grande successo. Nel 1587 si trasferì in Andalusia. Iniziarono per lui anni di difficoltà economiche, caratterizzati da continui spostamenti. Per mantenere la famiglia, s'impiegò come esattore. In realtà l'attività non gli era congeniale. Truffato, fu chiamato dalle autorità a discolparsi, senza riuscirci. Venne imprigionato. Solo molti anni dopo, la pubblicazione e il successo delle sue opere gli consentì una maggiore tranquillità economica. Nel 1604 si stabilì a Valladolid, sede della corte. Riunì a sé le sorelle, la figlia Isabella e la nipote Costanza. In questo periodo venne ingiustamente accusato della morte del cavaliere Don Gaspar de Ezpeleta. Venne ancora incarcerato, questa volta insieme ai familiari. Riuscì a provare la sua innocenza. Nello stesso anno, ottenne l'autorizzazione a stampare il primo volume del Don Chisciotte della Mancia (1605-1615), storia tragicomica di un hidalgo spagnolo, che, perduto il senno, diviene cavaliere errante. Il romanzo interpreta la crisi degli ideali rinascimentali in età barocca, e il contrasto è messo ancor più in risalto dalla contrapposizione di amore, giustizia, onore da una parte e il borghese buon senso del servitore e scudiero Sancio Panza, dall'altra. La prima parte fu pubblicata a Madrid all'inizio del 1605 e fu subito un successo, ristampato in sei edizioni nello stesso anno. Il linguaggio scorrevole e di grande efficacia, la presenza di situazioni comiche, la narrazione realistica, la ricchezza di personaggi di ogni condizione sociale resi con verità psicologica furono alla base del successo dell'opera. Il significato universale del protagonista è una conquista dell'analisi critica successiva. Il successo dell'opera portò con sé la comparsa di numerose edizioni clandestine del Don Chisciotte. I protagonisti del libro, Don Chisciotte e Sancio Panza assunsero le caratteristiche di tipi umani esemplari. Il successo del suo libro migliorò poco le condizioni dell'autore, che continuò a trovarsi in ristrettezze economiche, ma proseguì instancabilmente un'intensa attività letteraria. Nel 1609 entrò a far parte di un ordine francescano. Nel 1613 dette alle stampe le Novelle esemplari. Contemporaneamente pubblicò alcuni lavori teatrali. Nel 1614 apparve il più famoso dei suoi poemi, Il viaggio al Parnaso. Nel 1615, pubblicò la seconda parte del Don Chisciotte, accolta con un successo simile alla prima. Ebbe tre edizioni in tre anni (1615-1617). Nelle edizioni successive al 1617, le due parti del Don Chisciotte vennero riunite. L'ultimo lavoro, Le peregrinazioni (I travagli) di Persile e Sigismonda (1616), fu pubblicato postumo. Cervantes morì il 23 aprile 1616 a Madrid. Fu sepolto nel convento delle Suore Trinitarie. La fama del suo capolavoro superò presto i confini della Spagna: a pochi anni dalla sua apparizione, era già stato tradotto in inglese (1612), in francese (1613) e in italiano (1622). Quando Cervantes aveva già quasi completato la seconda parte dell'opera, apparve un Secondo volume del Don Chisciotte scritto da un certo Alonso Fern´ndez de Avellaneda. Quest'opera è oggi nota come Il falso Chisciotte o Il Chisciotte di Avellaneda. Le indagini intese a individuarne meglio l'autore e i particolari della pubblicazione non sono approdate a nulla. Cervantes ne fu molto amareggiato. Il Don Chisciotte può essere letto in numerosi modi, tra i quali quello della satira del romanzo di cavalleria. Qualche studioso considera il libro al pari di numerose altre opere rinascimentali (tra le quali si cita Gargantua e Pantagruel, di François Rabelais, pubblicato nel 1532-1552) espressione del desiderio di libertà e della tolleranza religiosa e politica, che gli autori erano costretti a mascherare da opere comiche e ironiche apparentemente di tutt'altro contenuto, per evitare di incorrere nei rigori delle autorità civili e religiose (come la tristemente famosa Inquisizione). Le avventure di Don Chisciotte costituiscono il veicolo socialmente accettabile della critica sottile dell'autore ai privilegi legati alla nascita e l'elogio della libertà di coscienza. In ultima analisi, il libro può essere inteso come la narrazione della vicenda di un borghese di un piccolo villaggio della Mancia che, esaltato dalle molte letture di libri di cavalleria con i grandi esempi di coraggio e di nobiltà, a cinquant'anni lascia il suo villaggio e percorre la Spagna in cerca, come il suo eroe Amadigi, di grandiose avventure, che, in realtà sono esistite soltanto nei libri. Il suo stesso linguaggio si modella sulla presunta magniloquenza degli eroi cavallereschi descritti nei libri. Dopo aver subito ripetute sconfitte, il protagonista recupererà in punto di morte la coscienza della realtà. Viceversa, Sancio Panza, il contadino-scudiero che troviamo a fianco di Don Chisciotte, sempre con i piedi saldamente radicati a terra, scuote la testa alle pazze imprese del suo padrone, le quali tuttavia spesso riescono a far sognare anche lui. In lui, è stato visto il pícaro che lascia correre le stravaganze di Don Chisciotte, nella speranza di diventare governatore di una fantastica isola. Nei due personaggi principali, molti commentatori hanno voluto vedere due eterni tipi umani o le due eterne facce della vicenda di ogni uomo. L'opera si presta ad essere interpretata come lo specchio di una crisi sociale, economica e di ideali. Le imprese cavalleresche sono cosa del passato; l'uomo del Seicento non ha la preoccupazione di cercare la gloria cavalleresca, ma semplicemente quella di sbarcare il lunario. L'uomo rinascimentale era convinto delle capacità umane di modificare la realtà. Don Chisciotte sogna di farlo, ma troverà sulla sua strada solo una serie di delusioni: la lezione è chiara, il mondo contemporaneo non può essere cambiato. Le avventure di Don Chisciotte sono raggruppate in tre diverse campagne (due descritte nella parte iniziale dell'opera, la terza contenuta nella seconda parte). L'intreccio è multiplo, in quanto nelle numerose avventure del protagonista si innestano o si alternano alcune novelle, talvolta completamente slegate dalla vicenda principale narrata. Nell'opera è stata vista anche la sintesi felice di due generi letterari diffusi, la letteratura cavalleresca (con Don Chisciotte come personaggio chiave) e il romanzo picaresco (con Sancio Panza come figura simbolica).
Cervantes dedicò molte delle sue energie alle opere destinate al teatro, ma riuscì a raccogliere solo limitate soddisfazioni da questi lavori. Oltre alle commedie già citate, Cervantes raccolse la sua produzione in volume nel 1615 pubblicando Ocho comedias y ocho entremeses (Otto commedie e otto intermezzi). Le otto commedie sono El gallardo español (Il baldo spagnolo), La casa de los celos y selvas de Ardenia (La casa della gelosia e le selve di Ardenia), Los baños de Argel (Le prigioni di Algeri), El rufiàn dichoso (Il magnaccia fortunato), La gran sultana doña Catalina de Oviedo (La grande sultana donna Caterina di Oviedo), Laberinto de amor (Labirinto d'amore), La entretenida (La divertita), Pedro de Urdemalas (Pietro di Urdemalas). I titoli degli intermezzi, che non sono altro che commedie in miniatura, sono El juez de los divorcios (Il giudice dei divorzi), El rufiàn viudo (Il magnaccia vedovo), La elección de los alcaldes de Daganzo (L'elezione dei giudici di Daganzo), La guarda cuidadosa (La vigile sentinella), El vizcaíno fingido (Il finto biscaglino), El retablo de las maravillas (Il teatrino delle meraviglie), La cueva de Salamanca (La grotta di Salamanca), El viejo celoso (Il vecchio geloso). La datazione delle commedie rimane incerta. Tra di esse, sono state recentemente fatte oggetto di qualche attenzione Le prigioni di Algeri e I costumi di Algeri rivalutate in quanto documenti autobiografici di una prigionia durata cinque lunghi anni. Gli intermezzi, a differenza delle commedie, ebbero un certo successo tra i contemporanei e sono stati ripresi (tra gli altri, da F. García Lorca) anche in epoca moderna, in particolare La cueva de Salamanca e El viejo celoso.

Cervàra di Róma Comune in provincia di Roma (495 ab., CAP 00020, TEL. 0774).

Cervarése Sànta Cróce Comune in provincia di Padova (4.343 ab., CAP 35030, TEL. 049).

Cervàro Comune in provincia di Frosinone (6.680 ab., CAP 03044, TEL. 0776).

Cervàsca Comune in provincia di Cuneo (3.673 ab., CAP 12010, TEL. 0171).

Cervàti Rilievo (1.898 m) montuoso dell'Appennino Lucano, nel Cilento.

Cervàtto Comune in provincia di Vercelli (51 ab., CAP 13025, TEL. 0163).

cervellàta, sf. Tipo di salsiccia prodotta nel napoletano.

cervellétto, sm. Organo nervoso dei Vertebrati, collocato nella parte posteriore dell'encefalo (metencefalo). Il cervelletto è suddiviso in due emisferi, tra i quali è posta una sezione intermedia chiamata verme. Ciascun emisfero è composto da lobi, a loro volta segmentati in numerose pieghe. L'organo è circondato da una sottile membrana, chiamata corteccia cerebellare, composta da tre strati di cellule nervose. La parte interna del cervelletto è costituita da nuclei in collegamento diretto con altre parti del sistema nervoso centrale e periferico. Il cervelletto esplica funzioni di coordinamento e armonizzazione dei movimenti muscolari ordinati dalla corteccia cerebrale.

cervellièra, sf. Protezione del capo usata dai fanti nel medioevo.

cervèllo, sm. 1 Parte principale dell'encefalo posta nella cavità cranica. ~ cerebro. 2 Senno, intelletto, discernimento. ~ raziocinio. <> ottusità. 3 Mente direttiva di un'organizzazione. 4 L'uomo in quanto essere ragionevole. 5 Elaboratore elettronico. 6 Intelligenza, genialità. ~ acume. 7 Ispiratore. ~ guida.
[plurale: cervelli (menti, ingegni), cervella (materia cerebrale)].
 sm. brain.
 lat. cerebellum, dimin. di cerebrum.
Parte anteriore dell'encefalo, avvolto tutto attorno dalle meningi, tra le quali scorre il liquido cefalorachidiano. Costituito di materia grigia, è diviso nei due emisferi cerebrali (destro e sinistro) in parte uniti nella zona basale dal corpo calloso di sostanza bianca. La corteccia cerebrale nell'uomo può essere sensitiva, motrice, associativa. Suddiviso in paleoencefalo, mesencefalo e telencefalo,prevede aree associative inserite fra i centri; queste hanno il compito di presiedere alle sensazioni, alla memoria e alla coscienza. I confini tra le diverse aree comunque non sono ancora del tutto noti.

cervellóne, sm. (f.-a) Si dice scherzosamente di persona con smodate qualità intellettuali.

cervellòtico, agg. (pl. m.-ci) 1 Bizzarro, strano, illogico. ~ strampalato. <> sensato, logico. 2 Complicato, contorto. ~ tortuoso. <> lineare.

Cervèno Comune in provincia di Brescia (617 ab., CAP 25040, TEL. 0364).

Cervère Comune in provincia di Cuneo (1.682 ab., CAP 12040, TEL. 0172).

Cervesìna Comune in provincia di Pavia (1.234 ab., CAP 27050, TEL. 0383).

Cervèteri Comune in provincia di Roma (20.625 ab., CAP 00052, TEL. 06). Città fondata dagli etruschi, che la chiamarono Caere; fu poi colonia romana. Vi si trovano necropoli e tombe risalenti al VII e I sec. a. C. (Tomba dei letti funebri, Tomba dei capitelli e Tomba dei rilievi), resti di teatro e tempio romani e il Museo Nazionale Cerite. Gli abitanti sono detti Cerveterani.

Cèrvi, Alcìde (Campegine, Reggio Emilia 1875-1970) Antifascista, organizzò la lotta partigiana insieme ai figli.

Cèrvi, Gìno (Bologna 1901-Punta Ala, Grosseto 1974) Attore. Famoso per l'interpretazione del personaggio di Peppone nella serie cinematografica dei film di Don Camillo, s'impose anche al pubblico televisivo con il ciclo di episodi della serie Le inchieste del commissario Maigret (I ciclo 1964).

Cèrvia Comune in provincia di Ravenna (25.294 ab., CAP 48015, TEL. 0544). Centro turistico e balneare tra i più frequentati della riviera adriatica. Sede di uno stabilimento termale per la cura dei reumatismi. Gli abitanti sono detti Cervesi o Cerviesi.

Cerviàlto Cima (1.809 m) più elevata dei monti Picentini, nell'Appennino Campano.

cervicàle, agg. Che appartiene alla cervice.

cervicalgìa, sf. Dolore che interessa la regione del collo.

cervicàpra, sf. Nome comune di alcune antilopi africane appartenente al genere Redunca in cui solo i maschi possiedono le corna.

Cervicàti Comune in provincia di Cosenza (1.076 ab., CAP 87010, TEL. 0984).

cervìce, sf. Parte posteriore del collo. ~ nuca.

cervicìte, sf. Metrite del collo dell'utero.

cervicopessìa, sf. Fissazione del collo dell'utero tramite intervento chirurgico.

Cèrvidi Famiglia di Mammiferi Artiodattili diffusi in tutto il mondo tranne che in Australia. Solo i maschi possiedono corna che perdono ogni anno in rapporto all'attività sessuale.

cervière, o cervièro, agg. e sm. agg. Riferito alla lince in relazione alla qualità della vista.
sm. Lince.

Cervignàno d'Àdda Comune in provincia di Lodi (1.115 ab., CAP 20060, TEL. 02).

Cervignàno dél Friùli Comune in provincia di Udine (11.999 ab., CAP 33052, TEL. 0431). Centro agricolo (coltivazione di cereali e barbabietole) e industriale (prodotti alimentari, meccanici e mobilifici). Gli abitanti sono detti Cervignanesi.

Cervinàra Comune in provincia di Avellino (10.285 ab., CAP 83012, TEL. 0824). Centro industriale (prodotti alimentari, oleifici e della lavorazione del tabacco). Gli abitanti sono detti Cervinaresi.

cervìno, agg. Di cervo; si dice di pelame dal colore simile a quello del cervo.

Cervìno (comune) Comune in provincia di Caserta (4.770 ab., CAP 81020, TEL. 0823).

Cervìno (monte) Cima delle Alpi Pennine (4.478 m) tra la valle d'Aosta (Valtournenche) e il Vallese, che domina Zermatt e a sud la conca del Breuil. È formato da gneiss e scisti. Il primo a violarne la vetta è stato l'inglese E. Whymper nel 1865.

cèrvo, sm. Esemplare dei Mammiferi Ruminanti della famiglia dei Cervidi Cervus elaphus, il Cervus canadensis, Cervus elaphus corsicanus, Cervus porcinus, wapiti ecc. Il cervo europeo ha corna molto ramificate, è alto più di un metro, ha mantello bruno rossiccio e conduce vita di branco. Protetto dalla legge, in Italia è presente soprattutto nel parco dello Stelvio. In Asia vivono specie affini (Cervus hangul).
 sm. deer, stag.
Cervo nobile
Mammifero (Cervus elaphus) della famiglia dei Cervidi e dell'ordine degli Artiodattili. Alto sino a 1,5 m, è dotato di corna vistose. Vive in branchi nei boschi e nelle praterie dell'Eurasia e dell'America settentrionale.
Cervo porcino
Mammifero (Axis porcinus) della famiglia dei Cervidi e dell'ordine degli Artiodattili. Di colore marrone chiaro, misura 60 cm di altezza. Vive nelle paludi e nei sottoboschi dell'India e della Thailandia. Si nutre di vegetali.

Cèrvo (comune) Comune in provincia di Imperia (1.258 ab., CAP 18010, TEL. 0183).

Cèrvo (torrente) Torrente (55 km) del Piemonte. Nasce dal lago della Vecchia e sfocia nel fiume Sesia.

cèrvo volànte, sm. Insetto (Lucanus cervus) della famiglia dei Lucanidi e dell'ordine dei Coleotteri. Diffuso in Europa, è di colore bruno e raggiunge la lunghezza di 7 cm.
 sm. stag beetle.

cervògia, sf. Tipo di birra fabbricati dagli antichi con orzo e altri cereali.

Cervonograd Città (69.000 ab.) dell'Ucraina, nella provincia di Leopoli.

cèrvulo, sm. Genere di piccoli cervi propri dell'Asia. Appartiene all'ordine dei Ruminanti e alla famiglia dei Cervidi.

Cerzéto Comune in provincia di Cosenza (2.245 ab., CAP 87040, TEL. 0984).

cerzioràre, v. tr. Informare minuziosamente.

CESA Sigla di Centro Europeo di Studi Aziendali.

Cèsa Comune in provincia di Caserta (6.751 ab., CAP 81030, TEL. 081).

Césaire, Aimé (Basse-Pointe, Martinica 1913-) Poeta e drammaturgo di lingua francese. Tra le opere Diario di un ritorno al paese natale (1939) e Una stagione in Congo (1967).

cesalpìnia, sf. Genere di alberi diffusi nelle regioni calde con fiori gialli o rossi disposti in racemi. Appartiene alla famiglia delle Papilionacee.

Cesalpìno, Andrèa (Arezzo 1524-Roma 1603) Botanico italiano. Dopo gli studi all'università di Pisa, divenne professore e direttore dell'Orto botanico dello stesso ateneo. Trasferitosi a Roma nel 1592, fu medico di Clemente VIII e insegnò al Collegio della Sapienza. La sua opera più importante è il De plantis (1583), nella quale classificò circa 840 specie vegetali diverse, suddividendole in quindici classi. Fu inoltre tra i primi a ipotizzare l'esistenza di un sistema circolatorio negli organismi animali.

Cesàna Briànza Comune in provincia di Lecco (2.205 ab., CAP 22030, TEL. 031).

Cesàna Torinése Comune in provincia di Torino (937 ab., CAP 10054, TEL. 0122).

Cesàno Boscóne Comune in provincia di Milano (26.260 ab., CAP 20090, TEL. 02). Centro industriale (prodotti elettrotecnici, meccanici e chimici) del milanese. Gli abitanti sono detti Cesanesi.

Cesàno Madèrno Comune in provincia di Milano (31.934 ab., CAP 20031, TEL. 0362). Centro industriale (prodotti chimici e mobilifici). Vi si trova il palazzo Borromeo, del XVII sec. Gli abitanti sono detti Cesanesi.

César (Marsiglia 1921-) Nome d'arte di César Baldaccini. Scultore francese. Tra le opere La tartaruga (1958, Parigi, Musée National d'Art Moderne) e Il pollice (1966, Parigi, Collezione privata).

Cesar (Colombia) Dipartimento (817.000 ab.) della Colombia, capoluogo Valledupar.

Césara Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (579 ab., CAP 28010, TEL. 0323).

césare, sm. Imperatore. ~ sovrano.

Cesare e Cleopatra Dramma di G. B. Shaw (1899).

Césare, Gàio Giùlio (Roma 100-44 a. C.) Gaio (o spesso Caio) G. Cesare nacque il 12 luglio 102 a. C. da C. Giulio Cesare, patrizio che ricoprirà la carica di pretore. La sua infanzia e la sua giovinezza videro l'onnipotenza di Mario, la guerra sociale, la dittatura di Silla, la grande rivolta servile di Spartaco e il nascere della potenza di Pompeo in un periodo di crisi sociale e imperiale. Roma, a causa degli errori di politica interna e di politica estera commessi in passato si trovava sull'orlo di una grave crisi che solo qualcosa di nuovo avrebbe potuto risolvere. Nel 83 a. C. Cesare sposò Cornelia, figlia di Cinna, suscitando in questo modo l'inimicizia di Silla. Quando Silla si fece proclamare dittatore i suoi avversari vennero proscritti e lo stesso Cesare dovette allontanarsi da Roma. Si recò in Asia dove combatté all'assedio di Mitilene, guadagnandosi una corona civica. Nel 79 a. C. Silla depose la dittatura e nello stesso anno morì. Cesare, che nel frattempo era ritornato in Italia, accusò il console Dolabella di concussione. In questi anni per perfezionarsi nell'arte oratoria si recò a Rodi per frequentare la scuola di Molone. Nel 74 a. C. Cesare venne eletto nel collegio dei pontefici. In questo periodo, riportando alla memoria le imprese di Mario, ottenne l'appoggio del partito popolare. Nel 67 a. C., anno in cui la lex gabinia affidò a Pompeo la guerra contro i pirati, con poteri straordinari, Cesare venne eletto questore. Due anni più tardi venne eletto edile curule e nel 63 a. C. pontefice massimo. Quando Cesare entrò nel mondo della politica il quadro del periodo era già ben delineato ed egli non dovette inventare nulla di nuovo. L'Italia già da tempo era afflitta dal problema agrario e da quello militare. I grandi eserciti, composti da cittadini privi di terre e di beni, premevano con la domanda di ricompensa sui loro comandanti e di riflesso sul senato e sui comizi. I generali erano uomini politici ai quali la potenza militare garantiva l'efficacia dell'azione politica. Fu l'epoca dei grandi eserciti e dei grandi generali-politici, ma anche l'epoca dei grandi affaristi. Questi grandi ricchi, appaltatori, speculatori, usurai e commercianti con la loro influenza potevano determinare il successo di questo o quel nobile. Prestare soldi a un nobile poteva essere un ottimo affare. Cesare, ricco soprattutto di debiti, ma dotato di una grande spregiudicatezza politica, fu un ottimo affare per molti e in particolar modo per Crasso che non riusciva a contrastare l'egemonia di Pompeo. Nel 63-62 a. C. venne sventata dal console Cicerone la congiura di Catilina, uomo di nobilissima famiglia che aveva preparato l'unico vero progetto o tentativo di rivoluzione sociale nella Roma antica. Intorno a questo episodio si intrecciarono i destini politici di Cesare e Catone, di Cicerone e Crasso, di Pompeo. La situazione in senato era assai delicata, particolarmente per Cesare e Crasso, che secondo voci non erano stati completamente estranei alla congiura. Inoltre si doveva decidere sulla sorte da riservare ai congiurati scoperti e catturati. Cesare tenne un lungo discorso attraverso il quale riuscì a discolparsi e soprattutto riuscì a convincere l'assemblea a votare contro la proposta di Silano che chiedeva la condanna a morte dei congiurati. Il discorso di Cesare fu probabilmente la più significativa testimonianza della sua abilità politica al servizio di una visione più ampia e completa. Nel 62 a. C. Cesare venne eletto questore e nello stesso anno ripudiò la moglie Pompeia. Nel 61 a. C. ottenne come propretore la Spagna Ulteriore, ma poté partire solo quando Crasso estinse i suoi debiti presso i debitori. Nel 60 a. C. si ebbe la prima alleanza tra Pompeo, Cesare e Crasso, molto probabilmente dovuta in gran parte all'iniziativa di Cesare. Questo primo triumvirato, tenuto segreto sino all'anno successivo, ebbe lo scopo di assicurare ai triumviri un reciproco appoggio nelle proprie aspirazioni politiche e contro l'opposizione del senato. Nel 59 a. C. il console Cesare fece confermare al senato gli atti di Pompeo in Asia e ottenne per sé per la durata di cinque anni il governo della Gallia Cisalpina, della provincia Narbonese e dell'Illirico. Nello stesso anno Catone e Cicerone, capi del partito senatorio, vennero allontanati da Roma. Nel 58 a. C. Cesare iniziò la propria campagna militare per conquistare la Gallia (58-51 a. C.). Dopo aver sconfitto gli elvezi a Bibracte, costrinse Ariovisto a passare di nuovo il Reno. Si può affermare che Cesare cercò di ottenere il comando delle Gallie perché bisognoso di quella gloria militare necessaria per poter competere con l'amico e genero Pompeo in ambito politico, ma bisogna ricordare che Cesare conquistò queste terre con dieci anni di dura vita passati a combattere nelle foreste galliche. Nel 57 a. C. si diresse contro i belgi e conquistò la Gallia belgica. Nel 56 a. C. fu conquistata anche la Bretagna. Verso la fine dell'anno i triumviri si incontrarono a Lucca con uno scopo ben preciso. Cesare chiese la proroga del suo comando nelle Gallie per un altro quinquennio; Pompeo il governo dell'Africa e della Spagna; Crasso quello della Siria. Inoltre Pompeo e Crasso si candidarono per il consolato dell'anno seguente. Nel 55 a. C. Cesare passò il Reno, sconfisse i germani e devastò i loro territori; nell'estate attraversò la Manica e vinse i britanni. Nel frattempo Pompeo e Crasso vennero eletti consoli. Nel 54 a. C. cesare guidò una nuova spedizione contro i britanni, mentre Crasso combatteva contro i parti raggiungendo la Mesopotamia. Nel 53 a. C. un'insurrezione dei galli guidati dal re degli averni Vercingetorige venne duramente repressa; Vercingetorige si arrese a Cesare l'anno dopo; Crasso venne sconfitto e in seguito ucciso a Carre lungo l'Eufrate dal re dei parti Orode II. Nel 52 a. C., in seguito alla grave situazione e agli scontri interni, Pompeo venne eletto console senza collega. L'avvicinamento di Pompeo al senato aumentò le possibilità di rottura con Cesare. Pompeo intanto si fece prorogare per altri cinque anni il governo della Spagna e dell'Africa e allo scadere del suo consolato fece eleggere console Claudio Marcello. Nel 51 a. C. la Gallia era nuovamente sotto il controllo di Cesare; nello stesso anno pubblicò i Commentari de bello gallico. Nel 49 a. C. il senato ordinò a Cesare di lasciare il comando delle Gallie e affidò a Pompeo l'incarico di difendere la repubblica. Dopo i nove duri anni di guerra gallica Cesare desiderava essere riconosciuto, alla pari di Pompeo, supremo protettore dello stato ed entrare in trionfo a Roma. Opponendosi quindi alle decisioni del senato, passò il Rubicone e occupò le città sulla costa adriatica. Pompeo, con la maggior parte dell'aristocrazia senatoriale, si imbarcò per la Grecia e Cesare rimase unico padrone d'Italia. Affidato a M. Lepido il governo di Roma e a Marco Antonio il comando militare in Italia, Cesare sconfisse in Spagna Afranio e Petreio, luogotenenti di Pompeo, e successivamente anche M. Terenzio Varrone; lo stesso avvenne in Sicilia e in Sardegna. L'Africa restava ancora sotto il controllo dei pompeiani. Nel 48 a. C. Cesare sbarcò in Epiro. Il 9 agosto, dopo la battaglia di Farsalo, Pompeo, sconfitto, si rifugiò in Egitto, ma qui Tolomeo lo fece uccidere. Nel frattempo Cesare aveva terminato i Commentari de bello civili. Nel 48-47 a. C. diede il proprio sostegno a Cleopatra contro il fratello Tolomeo XIII. Dopo la sollevazione della popolazione di Alessandria che mise in difficoltà l'esercito romano, Cesare sconfisse gli egizi sul Nilo e Cleopatra poté salire al trono. Nel luglio del 47 a. C. Cesare partì diretto verso l'Asia minore dove il re del Bosforo Cimmerio aveva occupato l'Armenia minore. Nel 46 a. C. sconfisse a Tapso in Africa i pompeiani che si erano rifugiati presso il re Giuba. La Numidia, divenuta una provincia romana, venne affidata a Sallustio Crispo. A questo punto Cesare poté tornare a Roma e celebrare i trionfi per le proprie vittorie. L'anno successivo tornò ancora a combattere e in Spagna, a Munda, sconfisse i pompeiani guidati da Gneo e Sesto, figli di Pompeo. Divenuto dittatore a vita e assunto, con il titolo di imperatore, il comando militare di tutti gli eserciti, Cesare riunì nella propria persona una serie di poteri che facevano di lui l'unico arbitro dello stato romano. Fu console per dieci anni, pontefice massimo, ottenne la tribunicia potestas a vita ed esercitò i poteri di censore in quanto praefectus morum.
Si occupò anche della situazione interna, compiendo alcune riforme come l'aumento dei membri del senato da 600 a 900, il ripristino delle finanze dello stato, la riorganizzazione dei municipi italici e del governo delle province e l'invio di 80.000 cittadini romani nelle varie colonie. Riuscì a incrementare il commercio e l'agricoltura grazie anche ad alcuni interventi quali il prosciugamento delle paludi Pontine, i lavori di uscita al lago Fucino e il taglio dell'istmo di Corinto. Ideò anche un vasto programma di opere pubbliche, soprattutto a Roma, dove vennero aperte anche pubbliche biblioteche. Un'altra opera alla quale si dedicò fu la riforma del calendario. Nel frattempo non trascurò gli affari esteri e iniziò a preparare la guerra contro i parti. Ma il 15 marzo 44 a. C. durante le idi Cesare venne assassinato da una congiura di senatori, capeggiati da C. Crasso e M. Giunio Bruto, i quali si rifugiarono successivamente in Campidoglio. Il più attivo sostenitore di Cesare in questo periodo era Marco Antonio che, dopo essersi impossessato delle carte e del denaro di Cesare, si conquistò il favore popolare distribuendo il denaro ai cittadini e ai soldati. Il senato decretò l'amnistia dei congiurati e sotto la spinta di Antonio confermò gli atti di Cesare. I funerali e la lettura del testamento di Cesare provocarono una sollevazione popolare contro i congiurati che si videro costretti a fuggire. Nel frattempo giunse a Roma C. Ottavio, erede adottato e designato da Cesare nel testamento. L'anno successivo una legge proclamò la divinità di Cesare.

cesàreo, agg. 1 Della famiglia Giulia. 2 Imperiale. 3 Detto del parto che avviene mediante l'incisione dell'addome e dell'utero.
 agg. (med.) caesarean.

Cesarétti, Gìno (Lucca 1917-) Scrittore italiano. Esordì con I pipistrelli (1957) nella collana "I gettoni" diretta da E. Vittorini. In seguito pubblicò Il sole scoppia (1960) e Il violino del pilota (1962).

Cesariàno, Césare (Milano 1483-1543) Architetto. Tra le opere il portico di Santa Maria presso San Celso a Milano (1513).

cesàrie, sf. invar. Capigliatura lunga e folta.

Cesariòne (47-30 a. C.) Figlio di Cleopatra, fu associato nel regno alla madre dal 44. Ottaviano lo fece uccidere.

cesarìsmo, sm. Dittatura politica personale legittimata da un plebiscito.

Cesarò Comune in provincia di Messina (3.280 ab., CAP 98033, TEL. 095).

cesaropapìsmo, sm. Sistema di rapporti tra stato e chiesa nel quale lo stato considera la chiesa propria soggetta e si riserva il potere di guidarla.

cesaropapìsta, sm. e sf. Sostenitore del cesaropapismo.

Cesaròtti, Melchiòrre (Padova 1730-Selvazzano Dentro, Padova 1808) Trattatista. Tra le opere Sopra l'origine e i progressi dell'arte poetica (1762).

Cesàte Comune in provincia di Milano (10.831 ab., CAP 20020, TEL. 02). Centro industriale (prodotti dell'abbigliamento, tessili e chimici). Gli abitanti sono detti Cesatesi.

Cesbron, Gilbert (Parigi 1913-1979) Romanziere. Tra le opere Cani sperduti senza collare (1954) ed è mezzanotte dottor Schweitzer (1964).

CESDI Sigla di Centro di Studi e di Documentazione sull'Informazione.

cesellàre, v. tr. 1 Incidere metalli col cesello. ~ intagliare, bulinare, scalpellare, sbalzare. 2 Scolpire, scrivere o compiere altri lavori con estrema accuratezza. ~ rifinire. <> raffazzonare.

cesellàto, agg. Si dice di ciò che ha subito un'opera di cesellatura.

cesellatóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi lavora di cesello. 2 Artigiano che lavora ceramiche o rilega libri.

cesellatùra, sf. Lavoro eseguito col cesello.

cesèllo, sm. 1 Strumento d'acciaio duro, smusso per incidere metalli. 2 L'arte del cesellare.
 sm. chisel.
 lat. caesellum, deriv. da caedere tagliare.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_c.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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