Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale D parte 1
Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale D parte 1
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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale D parte 1
d, D Quarta lettera  dell'alfabeto italiano e latino. La sua origine risale al daleth fenicio, passando dal delta greco. In italiano è un'occlusiva dentale  sonora.
  In metrologia d (minuscola) rappresenta l'abbreviazione di deci-o indica il  giorno (inglese day).
  In biochimica una D (maiuscola) è una vitamina.
  In chimica la D (maiuscola) è il simbolo del deuterio.
  In fisica indica il coefficiente di diffusione o lo spostamento dielettrico.
  In musica, nei paesi anglosassoni e tedeschi, D equivale alla nota Re secondo  un'antica intavolatura musicale, tuttora in uso (sistema di Oddone di Cluny).  In questi paesi, la D maiuscola può indicare la tonalità di re maggiore, la d  minuscola la tonalità di re minore.
d. C. Sigla di dopo Cristo.
da, prep. 1 Forma  i complementi di moto da, per e verso luogo e gli stati in luogo. • arrivava  da una riunione sfiancante di lavoro. 2 Esprime allontanamento,  separazione o distacco. •: :li odi familiari mi divisero da lei. 3 Indica provenienza, origine o causa. • molti termini italiani  derivano dal francese. 4 Esprime una qualità, una caratteristica,  una stima, una misura o un prezzo
  • sala da pranzo; giovane dal cuore d'oro. 5 Ha  significato temporale. • è da ieri che ti sto aspettando. 6 Ha valore di mezzo e modale. • uscì dalla porta di servizio. 7 Introduce il fine, la destinazione o lo scopo a cui qualcosa è adibito. 8 Può indicare una quantità approssimativa e una limitazione. 9 Concorre  alla formazione di locuzioni avverbiali. 10 Con gli articoli  determinativi forma le preposizioni articolate. 11 Quando è seguita da  un infinito introduce proposizioni consecutive e finali. 12 Sigla di  deca-. 13 Primo elemento di composti nominali col valore dieci; preposto  al nome delle unità di misura, ne indica il multiplo di ordine dieci.
  
 1 (provenienza) from. 2 (destinazione) to. 3 (stato in luogo) at. 4 (moto per luogo)  through. 5 (agente, causa) by. 6 (come) like. 7 (con  valore consecutivo) as. 8 (durata) for. 9 (decorrenza) since. 10 (limitazione) in.
  
 lat. de ab; nel significato [12]: dal  greco déka dieci.
Da Lat Città (105.000 ab.) del Viet Nam, nell'Annam meridionale. Capoluogo della provincia di Lam Dong.
Da Nang Città (492.000 ab.) del Viet Nam, nell'Annam, capoluogo della provincia di Quang Nam-Da Nang. Porto del mar Cinese Meridionale, nella baia omonima. Le principali industrie sono alimentari, tessili (filatura del cotone e della seta) e, vicino al porto, si trovano numerosi cantieri navali. Importante base militare costruita dagli Stati Uniti durante la guerra del Viet Nam. Sede di un museo sugli usi e costumi delle antiche popolazioni locali.
da pòco => "dappoco"
Da Pónte, Lorènzo (Vittorio Veneto 1749-New York 1838) Pseudonimo di Emanuèle Conegliano, librettista e poeta di corte a Vienna, scrisse tre libretti per Mozart (Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte). Si trasferì in America nel 1819 ove scrisse le sue Memorie (1823-1827).
Da Quarto al Volturno. Noterelle d'uno dei Mille Memorie di G. C. Abba (1880, 1891).
Da qui  all'eternità ved. "Di qui all'eternità"
  Da qui all'eternità
  Film drammatico, americano (1953). Regia di Fred  Zinnemann. Interpreti: Montgomery Clift, Burt Lancaster, Frank Sinatra. Titolo  originale: From Here to Eternity
Da una casa di morti Opera in tre atti di L. Jan´cek, libretto proprio (Brno, 1930).
dabbàsso, avv. Di sotto, in basso. ~ giù.
dabbenàggine,  sf. Ingenuità, candore che indicano semplicità di mente e facilità a lasciarsi  ingannare. ~ semplicioneria, stupidità. <> accortezza,  avvedutezza.
  
 deriv.  da dabbene.
dabbène, agg.  invar. Buono, probo. ~ onesto. <> disonesto.
  
 agg.  invar. decent, honest.
  
 da da  bene.
Dabrowa Górnicza Città (132.000 ab.) della Polonia, nel voivodato di Katovice.
Dacca (o Dhaka) Capitale del Bangladesh (6.000.000 ab.), situata sul fiume Burhi; porto fluviale a Narayanganj. Importante centro industriale del Paese con industrie alimentari, tessili, chimiche, del vetro, del legno e cantieri navali. Nel 1947, con la divisione della colonia britannica in Unione Indiana e Pakistan, divenne capitale della provincia orientale di quest'ultimo e, dal 1971, del Bangladesh.
daccànto, avv. A fianco. ~ vicino.
daccàpo, o da  càpo, avv. e sm. avv. 1 Da capo, di nuovo, un'altra volta, da  principio. ~ ancora. • rieccoci daccapo con questa faccenda! 2 In uno scritto o nelle composizioni a stampa indica il cominciare una  nuova riga. • andare daccapo dopo il punto.
  sm. Didascalia che prescrive la ripetizione di un brano.
  
 once again, over again.
dacché, cong. 1 Da quando. 2 Poiché, giacché. ~ siccome.
 since.
dacèlide, sm. Piccolo uccello coraciiforme australiano della famiglia degli Alcedinidi dal piumaggio bianco e bruno.
Dachau Città della Baviera (33.000 ab.) situata nelle vicinanze di Monaco. Nel 1933 vi fu costruito il primo campo di concentramento nazista. Ospitò complessivamente 200.000 prigionieri di cui 70.000 circa morirono. Il lager fu liberato il 28 aprile 1945.
dachiardìte, sf. Silicato idrato di sodio, potassio e calcio del gruppo delle zeoliti. Si presenta in piccoli cristalli di colore biancastro.
Dachstein Vetta (2.995 m) dell'Austria, nelle Alpi Orientali. La cima più elevata delle Prealpi del Salisburgo.
dàcia, sf. (pl.-cie o-ce) Villetta rustica russa.
Dàcia Antica regione della Tracia, regno dei daci. Abitata da popolazioni, divise in tribù, dedite alla pastorizia e all'agricoltura, fu ripetutamente invasa da stirpi celtiche. Il re Burebista (60 a. C.) conquistò Tracia e Pannonia. Dopo numerosi scontri con i romani, si giunse a una riappacificazione (89) che segnò l'inizio della colonizzazione romana del Paese. Con la definitiva conquista da parte di Traiano, al termine delle guerre daciche (101-106), fu ridotta a provincia romana. All'arrivo dei goti, nel 271, fu abbandonata da Aureliano.
dàcico, agg. (pl. m.-ci)  Relativo alla Dacia o ai daci.
  Guerre daciche
  Insieme delle campagne condotte tra il 101 e il 106 a. C. da Traiano contro i  daci. Il ricordo di queste guerre è tramandato da numerose opere d'arte in  Dacia e a Roma (Colonna traiana).
dàco, sm. (f.-a; pl. m.-ci) Chi apparteneva alla popolazione dell'antica Dacia, corrispondente all'attuale Romania.
D'Acquìsto, Sàlvo (Napoli 1920-Palidoro, Roma 1943) Carabiniere. Durante la seconda guerra mondiale, in cambio della vita di ventidue ostaggi si fece fucilare dai tedeschi. Fu insignito della medaglia d'oro.
dacrioadenìte, sf. Infiammazione delle ghiandole lacrimali.
dacriocistìte, sf. Infiammazione del sacculo lacrimale.
dactilìte, sf. Infiammazione o l'infezione delle dita.
Dad (Papà) Film drammatico, americano (1989). Regia di Gary David Goldberg. Interpreti: Jack Lemmon, Ted Danson, Olympia Dukakis. Titolo originale: Dad
dàda, agg. e sm.  invar. agg. Dadaista.
  sm. Dadaismo o suo seguace.
Dadàglio, Luìgi (Sezzadio, Alessandria 1914-Roma 1990) Cardinale italiano. Fu consacrato vescovo nel 1960 e divenne cardinale nel 1985 per mano di Giovanni Paolo II. Coordinò la conferenza episcopale dell'America Latina.
dadaìsmo, sm. Corrente  artistica letteraria di avanguardia fondata nel 1916 a Zurigo da Tzara, Arp e  altri membri del Cabaret Voltaire. Movimento futurista, esaltava il carattere  anarchico dell'individuo, il rifiuto della cultura (il nome del movimento  deriva da un nome scelto a caso in un dizionario francese) e della morale. Il  movimento fu rigorosamente pacifista, a differenza del futurismo. I dadaisti  nella pittura usavano tecniche non convenzionali, a volte stravaganti, mentre  nella letteratura rifiutavano ogni vincolo sintattico. Tale rifiuto totale di  regole fisse e schemi e la visione della libertà come massima espressione della  vita condussero allo scioglimento del movimento nel 1922. Molti esponenti  passarono al surrealismo.
  
 franc. dadaisme, deriv. da dada.
dadaìsta, agg. e  sm. (pl. m.-i) agg. Relativo al dadaismo.
  sm. Seguace del dadaismo.
Dàddi, Bernàrdo (Firenze ca. 1290-ca. 1348) Pittore. Tra le opere Trittico di Ognissanti (1328, Firenze, Uffizi) e Storie dei Santi Lorenzo e Stefano (ca. 1330, Firenze, Santa Croce, Cappella Pulci).
Daddy Nostalgie Film drammatico, francese (1990). Regia di Bertrand Tavernier. Interpreti: Dirk Bogarde, Jane Birkin, Odette Laure. Titolo originale: Daddy Nostalgie
dàdo, sm. 1 Piccolo cubo di vario materiale (osso, legno, avorio o materiale plastico) con  l'incisione, sulle facce, di punti da uno a sei, in modo che le due facce  opposte diano sempre sette come somma. Usato per diversi giochi, per lo più  d'azzardo, fin dall'antichità. 2 Ogni oggetto di forma cubica. 3 Prisma di forma solitamente esagonale con foro filettato che si avvita  sull'estremità della vite. 4 Blocchetto di metallo che nell'arrampicata  su roccia viene incastrato sulla roccia e utilizzato come ancoraggio. 5 Base della colonna.
  
 sm. 1 dice, die. 2 (cuc.) stock cube. 3 (mecc.) screw nut.
  
 lat. datum,  deriv. da datus, p.p. di dare.
  • Il dado è tratto. Frase pronunciata da Giulio Cesare mentre  passava il Rubicone.
• In meccanica sono  chiamati galletti i dadi per il serraggio manuale. Può avere forma  esagonale, quadrata, ad alette, a foro cieco, cilindrica e scanalata, a  farfalla. Per evitare allentamenti del dado si ricorre al suo bloccaggio usando  la copiglia, le rondelle e il controdado.
dadòforo, sm. Portatore di  fiaccola.
  
 dal  greco dás, dadós fiaccola e phóros che porta.
dadolàta, sf. Insieme di piccoli dadi di pane, legumi ecc. usati come guarnizione per le minestre.
Dadra e Nagar Haveli Stato (139.000 ab.) federato dell'India, capoluogo Silvassa.
dadùco, sm. Nell'antica Grecia, sacerdote che occupava il secondo posto nella gerarchia sacerdotale dopo lo ierofante. Il deduco celebrava Eleusi portando la sacra fiaccola di Demetra.
Daedong Fiume (458 km) della Corea del Nord. Nasce dal Monte Nangnimsan e sfocia nel mar Giallo.
Daegu Città (2.229.000 ab.) della Corea del Sud, capoluogo della provincia di Gyeongsang Settentrionale.
Daejeon Città (1.050.000 ab.) della Corea del Sud, capoluogo della provincia di Chungcheong Meridionale.
daemon Nel linguaggio informatico designa un programma che, nel sistema UNIX, viene sempre eseguito in background.
daffàre, o da  fàre, sm. invar. Insieme di occupazioni varie che richiede un'attività  costante.
  
 sm. toil, work.
D'Afflìsio Morèri, Elisabètta Attrice italiana morta intorno al 1760 a Finale Emilia, conosciuta anche con il soprannome di Passalacqua. Appartenente a una famiglia di attori, fece parte anche della compagnia teatrale di G. Imer. Recitò al teatro San Samuele di Venezia, dove conobbe C. Goldoni, con il quale ebbe una tormentata relazione. Per lei, Goldoni scrisse Don Giovanni Tenorio.
dàfne, sf. Genere di arbusti o suffrutici dai fiori rossi e profumati della famiglia delle Timelacee. Numerose specie sono tossiche e vengono utilizzate in farmacia.
Dàfne Nella mitologia greca ninfa, figlia di Peneo, dio dei fiumi, e di Gea. Fu amata da Apollo e, per fuggire da lui, chiese aiuto al padre che la tramutò in albero d'alloro. Questa pianta divenne da allora sacra ad Apollo.
Dàfni Personaggio mitologico, pastore siciliano figlio di Ermete, inventore del canto bucolico. Una ninfa lo accusò di infedeltà e lo accecò.
Dafni e Cloe Romanzo di Longo il Sofista (II-III sec.).
dàfnia, sf. Piccolo crostaceo (Daphnia pulex), detto anche pulce d'acqua (per i rapidi movimenti con cui si muove), dell'ordine dei Cladoceri, planctonico, d'acqua dolce. Serve da nutrimento ai pesci. Di forma rotonda è munita di antenne che usa come mezzo di locomozione in acqua.
dàga, sf. Spada corta a due tagli.
D'Àgata, Màrio (Arezzo 1926-) Pugile italiano, sordomuto. Fu campione italiano dei pesi gallo nel 1953, europeo nel 1955 e mondiale nel 1956.
dagherrotipìa, sm. Antico sistema di fotografia.
dagherròtipo, sm. Apparecchio usato per la dagherrotipia; la lastra di rame argentato sulla quale si imprimeva l'immagine ottenuta con la dagherrotipia e l'immagine stessa.
Daghestan Centro industriale della Gran Bretagna posto a nord del Tamigi, nato per lo sviluppo di grandi officine automobilistiche. È diviso nei due distretti della Grande Londra di Barking and Dagenham e di Redbridge.
dàgli, prep. e  inter. prep. Composta da da e gli.
  inter. Si usa per esortare, incitare.
Dagobèrto Nome di  sovrani.
  Dagoberto I
  (600 ca.-Saint-Denis 639) Figlio di Clotario II, fu re d'Austrasia dal 623 e  nel 629 riunì i regni merovingi sottomettendo parte della Britannia.
  Dagoberto II
  (652-679) Santo, re d'Austrasia dal 676 al 679.
  Dagoberto III
  (699-715) Re di Neustria dal 711 al 715, venne in seguito spodestato da Pipino  d'Héristal.
Daguerre, Louis-Jacques (Cormeilles 1787-Bry-sur-Marne 1851) Pittore e inventore francese. Realizzò a Parigi, nel 1822, il diorama, genere di spettacolo in cui mostrava la visione di ampi paesaggi. Elaborò nel 1839 il procedimento fotografico di dagherrotipia.
Dagùri Popolazione mongola della Cina nordorientale costituita da circa settanta migliaia di individui parlanti una propria lingua, il daguro, e praticanti una religione sciamanica di origine siberica. Sono dediti alla caccia, all'agricoltura, all'allevamento e allo sfruttamento delle risorse forestali.
Dahlak Gruppo di isole del mar Rosso, davanti alle coste dell'Eritrea.
Dahra Regione montuosa dell'Algeria, tra la valle del Chélif e la costa mediterranea.
dài, prep. art.  m. pl. e inter. prep. Composta da da e i.
  inter. Come dagli, si usa per incitare.
  
 inter. come on.
Daiàno Comune in provincia di Trento (615 ab., CAP 38030, TEL. 0462).
Daïas Regione dell'Algeria, tra i monti Oulad Naïl a nord e il Mzab a sud.
daily, agg. invar. Nei paesi anglosassoni indica i quotidiani.
Daily Express Quotidiano britannico fondato nel 1900 da Arthur Pearson che sperimentò la prima pagina. Durante la seconda guerra mondiale era al primo posto per la tiratura. Nel 1966 passò al secondo posto dopo il Daily Mirror.
Daily Herald Quotidiano britannico fondato nel 1912 come organo ufficiale del partito laburista. Fu acquistato dal Daily Mirror nel 1964 e quindi sostituito da The Sun.
Daily Mail Quotidiano britannico fondato nel 1896. Tra il 1920 e il 1930 rappresentò il primo quotidiano per tiratura del mondo.
Daily Mirror Quotidiano britannico illustrato fondato nel 1903 come giornale femminile e trasformato successivamente in un quotidiano illustrato per aumentarne la tiratura. Fu acquistato nel 1984 da Robert Maxwell assieme al gruppo Mirror a cui appartiene.
Daily News Quotidiano britannico di indirizzo liberale fondato nel 1846 da Charles Dickens. Sostenne la causa unionista durante la guerra di secessione americana e le guerre d'indipendenza italiane. Cambiò nome nel 1930 diventando il News Chronicle.
Daily Telegraph Quotidiano londinese fondato nel 1855, di tendenza conservatrice. Nel 1937 ha assorbito il Morning Post diventando il Daily Telegraph and Morning Post.
dàino, sm. Mammifero  Artiodattilo (Dama dama) ruminante della famiglia dei Cervidi. Il  maschio, lungo circa 1,50 m e alto quasi un metro, ha grandi corna larghe e  appiattite, che si rinnovano ogni anno, mantello rossiccio con macchie bianche  d'estate, grigio scuro d'inverno. Ha ottime carni e la pelle conciata è morbida  e flessibile. Un tempo molto diffuso in Europa, vive oggi, anche in Italia, nei  parchi demaniali e nelle riserve.
  Daino, sm.
  (f.-a) Pelle usata per fare guanti e simili.
  
 sm. 1 fallow deer. 2 (pelle) chamois leather, buckskin.
Dairàgo Comune in provincia di Milano (4.337 ab., CAP 20020, TEL. 0331).
Dairy Belt Regione degli USA, tra i Grandi Laghi e la Costa Atlantica.
daisy-wheel, sf. invar. Tipo di stampante seriale per elaboratore.
Dakar Capitale del Senegal (1.382.000 ab.) all'estremità meridionale della penisola di Capo Verde. Principale porto commerciale e peschereccio (pesca del tonno) dell'Africa occidentale. Centro commerciale e sede di industrie chimiche, cantieristiche, petrolchimiche, meccaniche e del cemento. Cresciuta attorno a una roccaforte francese del 1857, divenne capitale dell'Africa occidentale francese nel 1904.
dakota Popolazione amerindia della famiglia Sioux, stanziata in origine nella regione dei Grandi Laghi e organizzata in tribù (santee, yankton, teton). I dakota furono sottomessi solo nel 1864. Oggi vivono in riserve assegnate dagli stati del Montana, del Dakota del Sud e del Minnesota.
Dakota del Nord Stato degli USA (634.000 ab., 183.119 km2) posto al confine con il Canada. È pianeggiante a est, mentre presenta degli altipiani a ovest, attraversati dal fiume Missouri. La ricchezza economica si fonda sull'agricoltura (cereali) e sull'allevamento del bestiame. È ricco di risorse minerarie (petrolio, lignite e gas naturale) e possiede una notevole attività industriale (alimentare, meccanica ed elettrotecnica). La capitale è Bismarck.
Dakota del Sud Stato degli USA (693.000 ab., 199.730 km2), caratterizzato da un vasto altopiano, con vette che raggiungono i 2.207 m, nel gruppo dei Black Hills. La produzione si basa sull'allevamento del bestiame e connesse industrie di trasformazione, affiancate da industrie minerarie (oro, argento, petrolio, ferro). Fino al 1889 costituiva lo stato unico del Dakota con il Dakota del Nord. La capitale è Pierre.
dal, prep. art. m. pl. Composta da da e il.
Dal Fiume (520 km) della Svezia, formato dall'unione dei fiumi Västerdal e Österdal. Sfocia nel golfo di Botnia.
Dal Fèrro, Scipióne (Bologna 1465-Bologna 1526) Matematico. Fornì la regola per risolvere algebricamente le equazioni di terzo grado. La sua opera, andata perduta, conteneva probabilmente problemi di geometria risolti con l'uso del compasso.
Dàl Molìn, Tommàso (Altissimo, Vicenza 1902-Desenzano 1930) Aviatore italiano. Fu tra i primi a superare i 500 Km/h.
Dàl nuòvo mòndo Titolo della sinfonia numero 5 in mi minore opera 95 di Dvor´k ispirata al poema Il canto di Hiawatha di Longfellow. Composta nel 1893, l'autore la chiamò così perché la scrisse nel "nuovo mondo", ossia in America, dove visse per alcuni anni.
Dal Pózzo, Pàolo (Firenze 1397-1482) Astronomo e matematico, aderì al gruppo di astronomi che, nel XV sec. a Firenze, iniziò gli studi di astronomia e geografia; fu collaboratore di Brunelleschi nella realizzazione della cupola del Duomo di Firenze e costruì lo Gnomone solstiziale in Santa Maria del Fiore, molto importante perché gli consentì di stabilire l'inclinazione dell'ellittica.
Dal tuo al mio Romanzo di G. Verga (1905).
Dal vicolo del trionfo Romanzo di R. Huch (1902).
Daladier, Édouard (Carpentras 1884-Parigi 1970) Politico francese. Di ideologia radical-socialista, fu presidente del consiglio nel 1933, nel 1934 e dal 1938 al 1940. Non si oppose all'espansionismo nazista e nel 1938 sottoscrisse gli accordi di Monaco.
Dalài Lama Monti della Cina, nel Tibet, tra i Monti Tanglha e Ning Ting.
dàlai-lama, sm. invar. Titolo con il quale si indica il capo assoluto del buddhismo tibetano (lamaismo); un tempo sovrano dello stato teocratico tibetano per concessione del Kubylai Khan, imperatore mongolo (XIII sec.), fino all'epoca della conquista del Tibet da parte della Cina (1959). Viene considerato l'incarnazione terrena del bodhisattva Avalokitesvara, dio protettore del Tibet. Il quattordicesimo dàlai-lama Tenzin Gyatso ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1989.
Dalälven Fiume (520 km) della Svezia. Sfocia nel golfo di Botnia.
Dale, Henry (Londra 1875-Cambridge 1968) Neurofisiologo inglese. Scoprì e chiarì il ruolo dell'acetilcolina quale mediatore chimico degli impulsi nervosi. Nel 1936 fu insignito del premio Nobel con O. Loewi.
D'Alèma, Màssimo (Roma 1949-) Politico. Deputato dal 1987, fu direttore de L'Unità dal 1988 al 1990 e dal 1994 è segretario nazionale del PDS dal 1994, quando sostituì Achille Occhetto. Nel 1997 è diventato presidente della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali. Nell'ottobre del 1998 ha sostituito R. Prodi alla guida del governo.
D'Alembert, Jean-Baptiste ved. "Alembert, Jean-Baptiste Le Rond d'"
Dalen, Gustaf (Stensport 1869-Stoccolma 1937) Fisico svedese. Inventò una valvola solare che consente l'accensione e lo spegnimento automatico dei fari e delle boe. Per questo nel 1912 fu insignito del premio Nobel.
Dalí, Salvador Felipe Jacinto (Figueras 1904-1989) Pittore spagnolo. A Madrid frequentò la scuola di belle arti e conobbe F. García Lorca e L. Buñuel. All'inizio della sua carriera, la sua arte era ispirata a quella metafisica di pittori come G. De Chirico e C. Carrà; trasferitosi a Parigi (1928), entrò in contatto con Picasso, Miró, Breton e, di conseguenza, con l'arte surrealista. Allontanatosi dal surrealismo nel 1934, si indirizzò verso il realismo classicheggiante e virtuosistico. Durante la guerra, si trasferì negli Stati Uniti. Specialmente nel dopoguerra, la sua creatività si indirizzò ai settori più diversi, dalle illustrazioni (Don Chisciotte, Bibbia, Divina Commedia) ai gioielli, ai mobili, alla grafica; collaborò con L. Buñuel in alcuni suoi film (L'âge d'or, Le chien andalou). Tra le opere Persistenza della memoria (1931, New York, Museum of Modern Art), La nascita dei desideri liquidi (1932, Venezia, Collezione Guggenheim), Giraffa che brucia (Basilea), Il grande paranoico (Rotterdam, Boymans van Beuningen Museum), Crocefissione (MOMA di New York) e La Venere a cassetti (1936, Parigi, collezione privata).
dàlia, sf. Pianta erbacea  appartenente al la famiglia delle composite. Originaria del Messico, ha foglie  alterne e fiori in capolini. Coltivata per le qualità ornamentali, esistono  molte varietà di ibridi dai molti colori appariscenti.
  
 sf. dahlia.
Dalia azzurra, La Film poliziesco, americano (1946). Regia di George Marshall. Interpreti: Veronica Lake, Alan Ladd, William Bendix. Titolo originale: The Blue Dahlia
Dàlila Personaggio biblico. Donna filistea, cortigiana di Gaza, divenne l'amante di Sansone al fine di carpirgli il segreto della sua forza e venderlo ai filistei. Saputo che la forza di Sansone risiedeva nella folta chioma non esitò a tagliarla notte tempo. La sua vicenda ha ispirato l'opera francese Sansone e Dalila, di Camille Saint-Saëns, in cui il ruolo di Dalila è affidato a un mezzo soprano. Famoso anche il dipinto Dalila e Sansone di A. Mantegna (National Gallery di Londra).
dàlla, prep. art. f. sing. Composta da da e la.
Dàlla Chièsa, Càrlo Albèrto (Saluzzo 1920-Palermo 1982) Generale dei carabinieri. Dal 1978 coordinò le indagini sulle Brigate rosse. Dal 1982 fu prefetto di Palermo; venne assassinato lo stesso anno dalla mafia.
Dalla mia vita. Poesia e verità Opera autobiografica di J. W. Goethe (1809-1814, 1830).
Dalla parte di lei Opera di narrativa di A. De Céspedes (1949).
Dàlla Pòrta, Niccolò (Trieste 1910-) Fisico italiano, professore dell'università di Padova. Ha diretto importanti ricerche nella fisica delle alte energie utilizzando la tecnica delle emulsioni nucleari. Si interessa anche di astrofisica e di cosmogonia.
Dalla Russia con amore Romanzo di I. Fleming (1957).
Dalla Védova (o Dalla Védoa), Vincènzo (Murano sec. XVIII) Decoratore di vetri. Noto per aver introdotto, verso il 1750, la tecnica dell'incisione del vetro alla rotella.
Dàlla, Lùcio (Bologna 1943-) Cantante e cantautore (Piazza grande, L'anno che verrà, Attenti al lupo, Caruso e Canzone).
Dallapìccola, Luìgi (Psino 1904-Firenze 1975) Compositore. Autore tra l'altro di Volo di notte (opera, 1940), Il Prigioniero (opera, 1950) e Ulisse (opera, 1968).
Dallas Città degli USA (1.010.000 ab., area metropolitana 3.655.000 ab.) nel Texas. Situata al centro di enormi distese di piantagioni di cotone, è sede di numerose industrie per la sua lavorazione. Fondata nel 1841, nel dopoguerra divenne uno dei principali centri dell'industria del petrolio. Sono presenti anche industrie tessili, automobilistiche, aeronautiche e alimentari. Nel 1963 vi fu assassinato il presidente Kennedy.
dallàto, avv. Da parte, accanto, di fianco.
dàlle, prep. art. f. pl. Composta da da e le.
Dalle Dèstre, Vincènzo (Treviso ?-prima del 1543) Pittore. Fu attivo a Treviso e a Venezia (1505-1537), dove, tra l'altro, collaborò con G. Bellini nella decorazione del Palazzo Ducale. Tra le opere, Madonna in trono e Santi e la Sacra famiglia (Treviso, Museo Civico) e Circoncisione (Venezia, Museo Correr).
dàllo, prep. art. m. sing. Composta da da e lo.
Dall'Óngaro, Francésco (Mansuè, Treviso 1808-Napoli 1873) Commediografo. Tra le opere Il fornaretto di Venezia (1855).
dàlmata, agg.,  sm. e sf. (pl. m.-i) Della Dalmazia.
  • Membro di antiche tribù illiriche stanziate nella penisola balcanica;  nel 156 a. C. i dalmati iniziarono un lungo scontro con i romani, terminato con  l'assoggettamento del territori all'impero romano.
  In zoologia è una specie di cane, caratterizzato da macchie nere o marroni su  un mantello bianco, resa celebre dal noto film della Disney, La carica dei  101.
Dalmati, Margherita (Chalkida 1921-) Scrittrice greca. Tra le opere, Schizzi nella nebbia, pubblicata nel 1952 e Mare di Citera pubblicata nel 1971. Tradusse le principali opere dei poeti italiani in greco in modo estremamente accurato e preciso.
dalmàtica, sf. 1 Tunica bianca corta portata dai romani. 2 Paramento liturgico indossato dal diacono e dal vescovo nella messa.
Dalmau, Luis (not. 1428-1460) Pittore spagnolo. Tra le opere Madonna dei consiglieri (1445, Barcellona, Museo de Bellas Artes de Cataluña).
Dalmàzia Regione storico geografica dei Balcani, divisa tra Croazia, Bosnia Erzegovina e Montenegro. Si estende lungo la costa affacciata sul mar Adriatico, comprendendo numerose isole e isolotti. Notevole è la produzione di vino, olio, tabacco e frutta. Lungo il litorale molto attiva è l'industria del turismo. Più volte invasa da Roma, fu conquistata nel 117 a. C. e divenne provincia romana nell'11 a. C. Suddivisa tra i regni di Croazia e Serbia, fu oggetto di contesa tra Ungheria e Venezia che riuscì a conquistarla nel 1409 e a detenerne il controllo fino all'avventura napoleonica (1797-1814). Passò sotto il controllo austriaco nel 1814; a seguito del trattato di Rapallo divenne iugoslava, tranne Zara e le isole del Quarnaro, italiane fino al 1947. Città principali sono Zara, Spalato, Ragusa, Sebenico.
Dàlmine Comune in provincia di Bergamo (18.511 ab., CAP 24044, TEL. 035). Centro industriale (prodotti chimici, tessili, siderurgici, alimentari e metalmeccanici). Gli abitanti sono detti Dalminesi.
Daloa Città (61.000 ab.) della Costa d'Avorio. Capoluogo del dipartimento omonimo.
Dalton, John (Eaglesfield 1766-Manchester 1844) Chimico e fisico inglese. Si dedicò allo studio dei gas ed elaborò la legge delle proporzioni multiple e l'ipotesi atomica, ipotizzando l'uguaglianza degli atomi di un determinato elemento e l'invariabilità del loro peso; teorizzò inoltre che il peso atomico di un composto fosse uguale alla somma dei pesi dei suoi componenti. Studiò su se stesso il fenomeno visivo omonimo (daltonismo).
daltònico, agg.  e sm. (pl. m.-ci) Effetto da daltonismo.
  
 agg. colour-blind.
daltonìsmo, sm. Impossibilità congenita di percepire le differenze tra gli altri colori e il rosso (protanopia) o il verde (deuteranopia). Il termine daltonismo è stato coniato per ricordare il fisico inglese J. Dalton il quale, essendone affetto, già nel 1798 ne descrisse i sintomi. ~ acromatopsia, discromatopsia.
d'altrónde, loc. avv. D'altra parte, per altro.
Dam, Henrik (Copenaghen 1895-1976) Biochimico danese. Compì importanti studi sulla vitamina E e scoprì la vitamina K. Nel 1943, insieme a E. A. Doisy, fu insignito del premio Nobel per la medicina.
dàma, sf. 1 Donna  di nobile condizione. ~ nobildonna. <> plebea, popolana. 2 Gioco antichissimo, praticato da due giocatori che, muovendo a turno una delle  dodici pedine su una scacchiera, devono cercare di eliminare tutte quelle  avversarie. 3 Nel ballo, la donna che danza in coppia con il ballerino.
  
 sf. 1 lady. 2 (gioco) draughts. 3 (nel ballo) partner.
  
 franc.  antico dame.
Dama di picche,  La Opera in tre atti e sette quadri di P. I. Cajkovskij, libretto di M. Cajkovskij  (San Pietroburgo, 1890).
  Dama di picche, La
  ved. "Donna di picche, La"
damalìsco, sm. (pl.-chi) Nome comune e genere di Mammiferi Ruminanti della famiglia dei Bovidi, Antilopi africane dalle corna che si incurvano all'indietro.
Damanhzr Città (226.000 ab.) dell'Egitto, capoluogo del governatorato di Beheira.
damascàre, v. tr. Lavorare il panno a damasco, fiorami.
damascàto, agg. e sm. Di tessuti realizzati in cotone, lino o fibre miste, sul diritto dei quali appaiono disegni in rilievo. I damascati sono usati soprattutto per tappezzerie, biancheria da tavola e simili.
damascatùra, sf. Il damascare.
damaschinàre, v. tr. Decorare una superficie metallica con intarsi d'oro e d'argento.
damàsco, sm. (pl.-chi)  Tessuto di seta di filati diversi ma di un solo colore il cui disegno, in  genere a fiorami, risalta per contrasto di lucentezza sul fondo.
  
 sm. damask.
Damàsco Città della  Siria (1.326.000 ab.), capitale dello Stato. Sorge sulle pendici  dell'Antilibano, tra cui svetta il monte Herbon. Centro di molti traffici  commerciali, è un fiorente mercato agricolo (cereali, tabacco, ortaggi e  frutta) e sviluppata è anche l'industria tessile, conciaria e alimentare. Non  mancano piccole imprese artigiane, continuazione della vecchia tradizione araba  (tappeti, damaschi, armi cesellate). Capitale aramaica nel 1000 a. C., fu  soggetta a molte dominazioni (assiri, persiani, babilonesi). Divenne possesso  romano a opera di Alessandro Magno nel 66 a. C. Fu conquistata dai musulmani  nel 635 e venne incorporata nell'impero ottomano nel 1076, rimanendovi fino al  1918, quando entrò a far parte del mandato francese. Dal 1940 è la capitale  dello stato indipendente della Siria. Numerosi sono i monumenti islamici  conservati, l'Accademia Araba, le moschee, tra le quali quella degli Omayyadi.
  Damàsco
  Distretto (1.363.000 ab.) della Siria, ai confini con il Libano.
Damaskinos, Dimitrios Papandreu (Dobritsa 1889-Atene 1949) Arcivescovo di Atene di religione ortodossa. Fu reggente di Grecia dal 1944 al 1946.
Dàmaso Nome di papi.
  Damaso I
  (304?-384) Santo, papa dal 366. Si batté in collaborazione con l'imperatore  Teodosio e con Sant'Ambrogio contro le eresie ariane e donatiste.
  Damaso II
  (-Roma 1048) Papa per ventiquattro giorni, nel 1048.
D'Amàto, Enrìco (Roma 1932-) Attore e regista italiano. Affermatosi come attore al Piccolo Teatro di Milano, ha collaborato con Strehler e con altri importanti registi teatrali. Ha lavorato anche come attore e regista televisivo. Si ricordano Vita è sogno (1980) e Il precettore (1983).
Dàmbel Comune in provincia di Trento (432 ab., CAP 38010, TEL. 0463).
Dame blanche, La Opera comica in tre atti di F. B. Boileldieu, libretto di E. Scribe (Parigi, 1825).
dameggiàre, v. intr. Frequentare compagnie di dame.
Damerìni, Massimiliàno (Genova 1951-) Pianista italiano. Ha cominciato molto presto a lavorare nei principali enti e nelle maggiori istituzioni concertistiche italiane.
damerìno, sm. Chi è lezioso e ricercato nel vestire. ~ bellimbusto. <> straccione.
Dames Anglais Gruppo di cinque vette del massiccio del Monte Bianco.
Damiàni, Damiàno (Pasiano 1922-) Regista cinematografico. Diresse Quien sabe? (1967), Il giorno della civetta (1968), L'inchiesta (1987) e L'angelo con la pistola (1991).
Damiàno Martire insieme a Cosma a Ciro in Siria durante la persecuzione di Diocleziano del 125 ca. Patrono dei medici.
damièra, sf. Scacchiera per il gioco della dama.
Damiétta Città (90.000 ab.) dell'Egitto, capoluogo del governatorato omonimo.
damigèlla, sf. 1 Fanciulla di nobile famiglia; signorina. ~ fanciulla. 2 Damigella d'onore è la fanciulla che accompagna la sposa nel corteo nuziale. ~ donzella.
Damigella di Bard, La Commedia di S. Gotta (1936).
damigélla di Numìdia Nome volgare dell'Anthropoides virgo, una grossa gru che vive principalmente in Africa e Asia.
damigiàna, sf. Recipiente di  vetro a forma di grande fiasco ricoperto in genere di fibre vegetali.
  
 sf. demijohn.
  
 franc. dame-jeanne.
Damilàno, Maurìzio (Scarnafigi 1957-) Atleta. Nei 200 km di marcia, ottenne la medaglia d'oro alle olimpiadi del 1980 e vinse i mondiali di Roma (1987) e di Tokyo (1991).
damìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi gioca a dama.
Damma Rilievi montuosi della Svizzera, nelle Alpi Bernesi. Vetta più elevata il Dammastock (3.630 m).
Dammàm, Ad Città (128.000 ab.) dell'Arabia Saudita, capoluogo della provincia Orientale.
dammar, sm. invar. Voce malese che indica una sorta di residenza fornita da alberi originari della Nuova Zelanda e dell'Indonesia.
Dammastock Massiccio (3.630 m) montuoso della Svizzera, tra le Alpi Bernesi e le Alpi di Glarona.
damméno, agg. invar. Inferiore per grado o capacità. <> dappiù.
damnatio memoriae, loc. sost. f. invar. Locuzione latina che significa "condanna della memoria". Nell'antica Roma era un provvedimento con il quale si dichiarava un detentore del potere supremo dello stato come nemico pubblico e se ne proscriveva ogni forma di ricordo. Tale condanna fu pronunciata anche contro l'imperatore Costantino.
dàmo, sm. Giovane amato. ~ fidanzato.
Dàmocle (sec. IV a. C.) Cortigiano di Dionigi I il Vecchio, tiranno di Siracusa. Questi per dimostrare la caducità della felicità dei potenti, durante un banchetto gli fece sospendere sul capo una spada appesa a un crine di cavallo.
Damodar Fiume (541 km) dell'India, affluente del fiume Hooghly.
Damoh Città (77.000 ab.) dell'India, nel Madhya Pradesh. Capoluogo del distretto omonimo.
D'amore si muore Dramma di G. Patroni Griffi (1958).
damper, sm. invar. Piccolo ammortizzatore installato sulla testa di un albero motore allo scopo di annullare e smorzare le eventuali vibrazioni torsionali.
Dampier Penisola  dell'Australia, protesa nell'oceano Indiano.
  Dampier
  Arcipelago dell'oceano Indiano, davanti alla costa nordoccidentale  dell'Australia.
Dampier, William (East Coker 1652-Londra 1715) Navigatore inglese. Tra il 1699 e il 1701 compì un'importante spedizione esplorando le coste nordoccidentali dell'Australia e scoprendo l'omonimo arcipelago in Nuova Guinea.
DAMS Sigla di Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo.
dan, sm. invar. Nel judo, grado supplementare assegnato ai detentori della cintura nera.
Dana, James Dwight (Utica 1813-New Haven 1895) Geologo statunitense. Insieme con il figlio Edward Salisbury compì importanti ricerche di mineralogia e petrografia.
danace, sm. 1 Moneta d'argento dei persiani acheminidi del V sec. a. C. 2 In Grecia una di tali monete veniva posta nella bocca dei defunti per pagare il pedaggio del traghetto della palude Acherusia negli Inferi.
Dànae Personaggio mitologico, figlia di Acrisio, re di Argo. Zeus la fecondò in forma di pioggia d'oro, generando con lei Perseo.
Danàidi Secondo la mitologia antica, le cinquanta figlie di Danao, re della Libia. Per espressa volontà del padre, alla prima notte di nozze, uccisero tutti i loro cinquanta mariti; solo Linceo venne risparmiato da Ipermestra. Per tale delitto, le Danaidi, uccise con il padre da Linceo, vennero condannate nell'Ade al trasporto di acqua con botti senza fondo.
Dànao Personaggio mitologico, figlio di Belo. Impose alle cinquanta figlie di uccidere i rispettivi mariti figli di suo fratello Egitto. Ipermestra si rifiutò di ubbidire, tutte le altre furono condannate nell'Ade a riempire una botte senza fondo.
danàro => "denaro"
danaróso, agg. Che ha molto denaro, agiato. ~ ricco. <> povero.
Dance, George il Gióvane (Londra 1741-1825) Architetto. Tra le opere il Royal College of Surgeons a Londra(1806-1813).
dancing, sm. invar. Locale da ballo. ~ discoteca.
dànda, sf. Ciascuna delle due strisce di tessuto o di cuoio con cui si sorreggono i bambini quando iniziano a camminare.
dandìsmo, sm. Ostentazione di eleganza, di ricercatezza.
Dàndolo, Andrèa (?-1298)  Ammiraglio veneziano. Perì in una battaglia contro i genovesi a Curzola.
  Dàndolo Andrea
  (Venezia 1307-1354) Doge di Venezia dal 1343, lottò contro Genova e contro i  turchi, ai quali riconquistò Zara. Fu anche insigne giurista e curò una  raccolta di tutti i trattati stipulati tra Venezia e gli stati italiani (Liber  blancus) e levantini (Liber albus).
Dàndolo, Enrìco (Venezia 1107?-Costantinopoli 1205) Ammiraglio, doge di Venezia dal 1192, fornì le navi (cinquanta galee) per la quarta crociata (1202-1204). Vinse più volte in mare i pisani e, in cambio dell'aiuto offerto durante la crociata, ebbe l'appoggio delle truppe cristiane per riconquistare Zara e per assaltare Costantinopoli (1204). Sotto la sua amministrazione, Venezia conobbe un periodo di splendore economico e culturale.
Dàndolo, Francésco (?-1339) Doge di Venezia dal 1329. In battaglia contro gli scaligeri acquisì Bassano, Treviso, Castelfranco e Ceneda (1337-1338).
Dàndolo, Giovànni (?-1289) Doge di Venezia dal 1280.
Dàndolo, Mìlly (Milano 1895-1946) Scrittrice italiana di numerosi romanzi di vena romantica. Tra le opere, È caduta una donna (1936) e Croce e delizia (1944).
Dàndolo, Vincènzo (Venezia 1758-Varese 1819) Chimico. Tra i suoi lavori, sono da ricordare le traduzioni delle opere di A. Lavoisier e C. Berthollet, oltre al manuale Fondamenti della scienza fisico-chimica (1795).
Dandong Città (524.000 ab.) della Cina, nella provincia del Liaoning.
dandy, sm. invar. 1 Chi segue i dettami della moda più raffinata nel comportamento e soprattutto nell'abbigliamento. ~ elegantone. 2 Tipo di imbarcazione da diporto.
danelaw, sm. invar. In Inghilterra, territorio abitato dai danesi invasori, corrispondente alla Northumbria, alla Mancia orientale e all'Anglia orientale.
Danelija, Georgij (Tbilisi 1930-) Regista cinematografico russo. Diresse A zonzo per Mosca (1966) e Kin-dza-dza (1987).
danése, agg. e  sm. e sf. agg. Della Danimarca.
  sm. e sf. 1 Chi è nato in Danimarca. 2 Lingua parlata in  Danimarca.
  
 agg. Danish. sm. e sf. Dane.
Danièle Il quarto profeta della Bibbia. Membro della tribù di Giuda, venne deportato da giovane in Babilonia dove fu educato alla corte di Nabucodonosor (605-562 a. C). Il suo libro, scritto in lingue ebraica e aramaica e in greco, narra di visioni avute tramite alcune interpretazioni fornitegli da un messaggero celeste. Tale visione venne interpretata come un presagio dello sterminio dei quattro imperi (persiano, babilonese, medo e greco) per la realizzazione del regno di Dio.
Daniele Cortis Romanzo di A. Fogazzaro (1885).
Danièle da Voltèrra (Volterra ca. 1509-Roma 1566) Daniele Ricciarelli detto Daniele da Volterra. Pittore manierista. Allievo di B. Peruzzi e di Perin del Vaga (con il quale collaborò nella Cappella del Crocefisso in San Marcello al Corso), fu attivo a Roma, dove divenne seguace di Michelangelo. Tra le opere Vita di Q. Fabio Massimo (prima metà del XVI sec., Roma, Palazzo Massimo alle Colonne), Deposizione (ca. 1545, Roma, Trinità dei Monti, Cappella Orsini) e Busto di Michelangelo (Firenze, Bargello).
Danièle, Pìno (Napoli 1955-) Cantante e cantautore rock-blues. Tra le canzoni più note Je so' pazzo, Napule è e l'album Dimmi cosa succede sulla terra (1997).
Danimàrca Monarchia  costituzionale ereditaria dell'Europa centrosettentrionale, formata dalla  penisola dello Jutland (Jylland) e da circa 500 isole; è limitata a nord e a  ovest dal Mare del Nord, a est dal Mar Baltico mentre confina a sud con la Germania.
  La penisola dello Jylland può considerarsi la continuazione del bassopiano  germanico che si protende verso la Svezia. La massima altitudine è di soli 173  m sul livello del mare (Ejer Bavnehúj).
  Il tratto di mare intermedio è occupato da tre grandi isole (Fionia, Sjælland e  Lolland) e circa 500 isole.
  Le isole sono separate tra loro e dalle zone continentali da numerosi bracci di  mare; tra i più importanti: il Piccolo Bælt (Lille Bælt), il Grande Bælt (Store  Bælt) e Øresund.
  Da ricordare anche lo Skagerrak e il Kattegat che separano la penisola dello  Jylland dalla penisola scandinava, separati a loro volta dal Capo Grenen,  estrema punta settentrionale del paese.
  Le coste occidentali sono piatte e uniformi, orlate da lagune e con fondali  bassi.
  La costa orientale e quella delle isole sono invece molto frastagliate,  ricchissime di insenature e porti naturali dalla tipica conformazione (fiordi).
  Il clima è tipicamente oceanico mitigato da correnti umide di origine atlantica  (Corrente del Golfo). Caratteristiche sono le fitte nebbie invernali.
  La capitale è Copenaghen (1.367.000 ab.), sulla costa orientale di Sjælland che  raccoglie un quarto della popolazione complessiva del paese e che è situata in  una posizione ideale per i traffici commerciali tra la Danimarca e la Svezia  meridionale e rappresenta un importante centro economico, politico e  amministrativo.
  La seconda città per importanza è Ärhus (194.000 ab.), nello Jylland,  importante porto e sede di numerose industrie.
  Altre città sono Odense, Älborg, Frederiksberg e Gentofte.
  La Danimarca è uno dei paesi più economicamente avanzati del mondo e secondo  solo al Lussemburgo nella Comunità Economica Europea per reddito pro capite.
  L'economia si è basata principalmente fino agli anni recenti sull'agricoltura  praticata con l'ausilio delle più moderne tecnologie. Da considerarsi tra le  meglio organizzate del mondo, anche se la sua funzione è oggi meno rilevante  (partecipa per circa il 5% alla formazione del prodotto nazionale lordo) rimane  tuttavia un fattore essenziale del benessere del paese; è tradizionalmente  basata sulla coltivazione dei cereali ed è stata dal secolo scorso  reindirizzata al servizio dell'allevamento (foraggi e sottoprodotti di altre  coltivazioni).
  Si coltivano ortaggi, patate, barbabietole da zucchero con un'organizzazione  marcatamente cooperativistica (cooperative di medi e piccoli coltivatori).
  Il patrimonio zootecnico è ingente (bovini, suini e animali da cortile).
  Fiorente la produzione casearia (il burro in particolare, tradizionalmente  esportato in Gran Bretagna) e l'industria di trasformazione della carne suina  (gli insaccati tradizionalmente esportati in Germania).
  La pesca nel Mare del Nord è molto attiva e alimenta l'industria di  trasformazione, rappresentando una voce importante dell'esportazione.
  La Danimarca è povera di risorse energetiche e la produzione di energia  elettrica è quasi interamente di origine termica, alimentata da risorse di  importazione (petrolio e carbone).
  L'industria più tradizionale è quella legata alla trasformazione dei prodotti  dell'agricoltura e della zootecnia, ma attivi sono anche il settore tessile del  cotone e della lana e il settore cartario.
  Di tutto rispetto è anche l'industria di base, in particolare quella  siderurgica (acciaio e ghisa) e metallurgica (lavorazione di alluminio, piombo  e zinco); l'industria metalmeccanica è sostanzialmente di natura navale, con i  grandi cantieri di Copenaghen, Helseingúr, Svendborg, ma produce anche  macchinari e veicoli.
  Tipica è la produzione di biciclette.
  Ben sviluppate le industrie chimiche, in particolare quelle che producono  prodotti destinati all'agricoltura (fertilizzanti); produzioni tipiche del  settore manifatturiero, ovunque contraddistinto da un'eccellente qualità dei  prodotti, sono le manifatture di tabacco e le celebri porcellane.
  Nota in tutto il mondo è anche la birra di produzione danese.
  STORIA Popolato a partire dal Neolitico, il paese conosce nell'età del  bronzo una cultura molto elaborata. Nel IX sec. i danesi e i norvegesi  (vichinghi) razziano le coste dell'Europa occidentale e circa cento anni dopo  la dinastia Jylland unifica il paese, che progressivamente si cristianizza.  Svend I (986-1014) s'impadronisce dell'Inghilterra e il figlio Knud il Grande  regna sull'Inghilterra, la Danimarca e una parte della Scandinavia; ma nel 1042  l'Inghilterra si affranca dalla Danimarca.
  Nel XII sec. si sviluppa il regime feudale, mentre l'influenza della Chiesa  romana si rafforza, moltiplicando le chiese e i monasteri. Nel 1167 il vescovo  Assalonne fonda Copenaghen e l'era dei Valdemar segna l'apogeo della  civiltà medioevale della Danimarca. Nel XIII sec. si ha un indebolimento  politico ed economico, dovuto alla concorrenza commerciale delle città  anseatiche; il risollevamento avviene a opera di Valdemar IV (1340-1375) e  soprattutto della figlia Margherita Valdemarsdotter, che realizza l'unione dei  tre regni scandinavi sotto il dominio danese (unione di Kalmar, 1397).
  Il XVI sec. è caratterizzato dall'egemonia culturale tedesca e  dall'affermazione di una prosperosa borghesia commerciale nei porti. Nel 1523  l'unione di Kalmar viene definitivamente infranta con l'elezione di Gustavo  Vasa al trono di Svezia e nel 1536 il luteranesimo diventa religione di stato.  La guerra tra Danimarca e Svezia (1563-1570) per il possesso degli stretti  (Sund) consacra la Danimarca come guardiano del Baltico e segna la fine della  dominazione anseatica.
  La Danimarca partecipa alla guerra dei Trent'Anni (1625-1629), ma è sconfitta.  Nel 1645 attaccata e vinta dagli Svedesi, deve rinunciare a percepire dagli  Svedesi i pedaggi sugli stretti e nel 1658 la pace di Roskilde assegna la  Scania alla Svezia. Nel 1665 la monarchia danese diventa ereditaria,  sforzandosi invano di recuperare la Scania. Nel 1720 con il trattato di  Frederiksborg, ottiene il sud dello Slesvig. Nel XVIII sec. la Danimarca  conosce un periodo di espansione economica e commerciale; nel 1772 Cristiano  VII lascia il potere a Struensee, che governa con una forma di dispotismo  illuminato e decide importanti riforme.
  All'inizio del XIX sec. la Danimarca aderisce alla lega dei paesi neutrali, ma  la pressione inglese (bombardamento di Copenaghen nel 1801 e 1807) la spinge  nell'orbita francese. Con la pace di Kiel (1814), la Danimarca perde la  Norvegia e riceve in compenso il Lussemburgo. Nel 1849 Federico VII promulga  una Costituzione democratica. Nel 1864 a seguito della guerra dei Ducati, la  Danimarca deve cedere lo Slesvig, l'Holstein e il Lauenburg alla Prussia e  all'Austria. Nel 1866 un emendamento costituzionale crea due camere, il Landsting e il Folketing.
  Nel 1901 la formazione di una classe operaia fortemente sindacalizzata  contribuisce all'ascesa al potere di una maggioranza radicale e socialista.  Dopo la prima guerra mondiale l'Islanda diventa indipendente, ma resta unita al  regno tramite la persona del re. Nel 1920 un plebiscito restituisce il nord  dello Slesvig alla Danimarca, rimasta neutrale durante la prima guerra  mondiale. Nel periodo fra le due guerre il potere è quasi costantemente nelle  mani dei socialdemocratici, che introducono importanti riforme sociali. Durante  la seconda guerra mondiale la Danimarca è occupata dai tedeschi, ma il re  Cristiano X resta al potere, favorendo la resistenza. Nel 1944 l'Islanda si  distacca completamente dalla Danimarca.
  Nel dopoguerra il partito socialdemocratico, diretto da J. O. Krag, domina la  scena politica e restituisce al paese la sua prosperità. Nel 1972 la regina  Margherita II succede al padre, Federico IX e un anno dopo la Danimarca entra  nel Mercato Comune. Nel 1982 i conservatori arrivano al potere con Poul  Schluter; essi vincono le elezioni del 1984, 1987, 1988 e 1990. Nel 1993 dopo  le dimissioni di P. Schluter, il leader del partito socialdemocratico, Poul  Nyrup Rasmussen, forma un nuovo governo. I danesi approvano la ratifica del trattato  di Maastricht, che era stato respinto con un primo referendum nel 1992, ma non  entrano nel 1998 nell'Unione europea. Nel marzo 1998 il partito di Rasmussen  rivince le elezioni parlamentari.
  • Abitanti-5.230.000
  Superficie-43.092 km2
  Densità-121,4 ab./km2
  Capitale-Copenaghen
  Governo-Monarchia costituzionale ereditaria
  Moneta-Corona danese
  Lingua-Danese
  Religione-Protestante (luterana)
Daninos, Pierre (Parigi 1913-) Umorista. Tra le opere Il carnet del maggiore Thompson (1954) e Vacanze a tutti i costi (1958).
dannàbile, agg. Condannabile. ~ punibile.
dannàre, v. v. tr. Condannare. ~ punire. • verrà dannato per i suoi atti peccaminosi.
  v. rifl. 1 Andare all'inferno. ~ perdersi. <> redimersi. •: :i dannerai l'anima con questi atteggiamenti. 2 Affaticarsi penosamente intorno a una cosa. ~ affannarsi. 3 Tormentarsi, disperarsi. ~ crucciarsi. <> rasserenarsi. • continuo a dannarmi su un progetto che non sembra mai terminare
  
 v.  tr. to damn. v. rifl. to be worried to death.
  
 lat. damnare condannare, deriv. da damnum danno.
dannataménte, avv. In modo forte, intenso. ~ maledettamente.
Dannati della terra, I Opera di sociologia di F. Fanon (1961).
Dannati di Varsavia, I Film di guerra, polacco (1957). Regia di Andrzej Wajda. Interpreti: Teresa Izewka, Wienczylaw Glinski, Stanislaw Mikulski. Titolo originale: Kanal
dannàto, agg. e  sm. agg. 1 Condannato all'inferno. <> redento. • gridare  come un'anima dannata, in modo disperato. 2 Maledetto. ~ disperato. 3 Terribile. ~ insopportabile. • questo  tempo dannato mi impedisce di fare qualsiasi cosa. 4 Smisurato. ~ enorme. • una paura dannata del vuoto.
  sm. 1 Chi è condannato all'inferno. 2 Cattivo, scellerato. ~ sciagurato. <> buono.
dannazióne,  inter. e sf. inter. Esprime rabbia e disappunto. ~ accidenti.
  sf. 1 Il dannare e l'essere dannato. ~ perdizione,  condanna. 2 Tormento, pena. ~ sofferenza. <> gioia.
  
 sf. damnation.
  
 lat. damnatio,-onis.
Dannazione di Faust, La Leggenda drammatica in quattro parti e un epilogo di H. Berlioz (Parigi, 1846).
danneggiaménto, sm. Il danneggiare e l'essere danneggiato. ~ danno.
danneggiàre, v. v. tr. 1 Fare danno. 2 Nuocere, ledere. ~ offendere. <> difendere. 3 Deteriorare, mettere fuori uso. ~ sciupare. <> aggiustare.
  v. rifl. Rovinarsi. ~ guastarsi.
  
 v.  tr. 1 to damage. 2 (guastare) to spoil.
  
 deriv.  da danno.
danneggiàto, agg. e sm. Che, chi ha subito un danno. ~ guastato, svantaggiato. <> integro, risarcito.
dànno, sm. 1 Pregiudizio a cosa o a persona. ~ nocumento. <> beneficio,  giovamento. 2 Somma destinata al risarcimento di un danno. 3 Guasto. ~ lesione. <> riparazione.
  
 sm. 1 damage. 2 (personale) harm, injury.
  
 lat. damnum.
  • A livello giuridico può essere contrattuale, qualora derivi da  violazione di obbligazioni contrattuali; extracontrattuale, se deriva da atto  illecito. Esiste poi il danno patrimoniale, consistente nella riduzione del  patrimonio o nel mancato guadagno, dovuto a comportamento illecito altrui; il  danno alla persona, qualora la persona venga danneggiata a livello fisico; il  danno biologico che consiste nella lesione del diritto alla salute, con  incidenza su tutte le persone indipendentemente dalla capacità di guadagno. È  previsto anche il danno morale, di natura non patrimoniale e suscettibile di  valutazione per il risarcimento, solo se l'illecito abbia natura penale.
dannosaménte, avv. In modo dannoso. ~ nocivamente.
dannosità, sf. L'essere dannoso. ~ nocività.
dannóso, agg. Che reca danno. ~ nocivo. <> vantaggioso.
  
 agg. injurious, harmful.
dannunzianèsimo, sm. Atteggiamento letterario e di costume legato alle opere e allo stile di vita di Gabriele D'Annunzio.
dannunziàno,  agg. e sm. agg. Di D'Annunzio o relativo alla sua opera.
  sm. Chi imita D'Annunzio.
D'Annùnzio,  Gabrièle (Pescara 1863-Gardone Riviera 1938) Poeta e scrittore italiano; trascorsa  l'adolescenza a Prato, studiò dal 1881 a Roma dove incominciò a frequentare  l'ambiente mondano dei primi del Novecento. A questo periodo risalgono le prime  opere, Primo vere e Canto novo, già piene di quella  sensualità e raffinatezza che saranno i caratteri dominanti della sua  produzione. Successivamente elaborò la filosofia di Nietzsche e il modello del  superuomo, spogliandolo di ogni implicazione di carattere etico: da qui il  sensualismo delle sue opere, senza alcuna limitazione di tipo moralistico o  psicologico, si afferma sempre più prepotentemente, accompagnato da maestria e  sensibilità musicale. A questo periodo risalgono le Laudi, il cui libro  terzo viene considerato all'unanimità il suo capolavoro. Dopo l'incontro e l'amore  con Eleonora Duse (1897) si avvicinò anche al teatro. Nel 1910 lasciò l'Italia,  per problemi economici che sfociarono nel sequestro di tutti i suoi beni, e  visse per qualche anno in Francia. Ritornato nel 1915, fu attivo nella vita  politica, ponendosi a favore degli interventisti e partecipando direttamente  alla guerra; compì anche gesti clamorosi, come la beffa di Buccari e il volo su  Vienna, gettando volantini in favore dell'evento bellico. Nel 1919 marciò su  Ronchi e fu presente alla conquista di Fiume, divenendo capo della reggenza  italiana del Carnaro. La produzione letteraria della maturità si attesta su  temi più riflessivi e malinconici, e, dal 1920, lo scrittore si ritira nella  splendida villa sul Garda, il Vittoriale, trasformato in mausoleo pieno di  cimeli della sua Vita inimitabile.
  Massimo esponente del decadentismo italiano, ebbe un successo enorme presso i  contemporanei, riuscendo a superare la prosaicità dell'Italia giolittiana, con  una vita che voleva rifarsi al modello del superuomo di Nietzsche. Attualmente  la critica ne mette in risalto le enormi capacità formali, nonché l'influenza  che ha avuto nel periodo storico in cui operò e in quello immediatamente  successivo. La potenza suggestiva del linguaggio dannunziano ha esercitato  notevole influenza sullo sviluppo successivo della letteratura italiana. Tra le  sue poesie, Primo vere, Canto novo, Poema paradisiaco e iquattro libri (Maia, Elettra, Alcyone, Merope)delle Laudi.Tra i romanzi, Il piacere, L'innocente, Il trionfo della morte, Il fuoco, Forse che sì forse che no.  Tra le tragedie, La città morta, Francesca da Rimini, La  fiaccola sotto il moggio, La nave, Fedra. Tra le opere  autobiografiche, La Leda senza cigno, Notturno, Le faville del  maglio. Postumo l'epistolario Solus ad solam.
Dànta di Cadore Comune in provincia di Belluno (603 ab., CAP 32040, TEL. 0435).
dànte, sm. Daino.
Dànte Alighièri (Firenze  1265-Ravenna 1321) È considerato, grazie alla sua opera maggiore La divina  commedia, uno dei fondatori della letteratura italiana. Dante Alighieri  nacque a Firenze nel maggio 1265, da Alighiero di Bellincione e da Bella  d'ignoto casato. Era una famiglia nobile, non ricca, e schierata con i Guelfi.  In quegli anni Firenze stava diventando la città più potente dell'Italia  centrale e una delle maggiori per ricchezza e popolazione del mondo  occidentale. L'attività manifatturiera e mercantile l'aveva resa indipendente  dalle strutture e dai poteri feudali. I Guelfi ritornarono al potere a Firenze  nel 1266 e bandirono i Ghibellini che erano al governo da sei anni. Poche le  notizie sull'infanzia del poeta. Da alcuni documenti risulta che Dante perse la  madre all'età di tredici anni e il padre nei cinque anni successivi. Secondo la  narrazione della Vita Nuova nel 1274 all'età di nove anni, ebbe il primo  incontro con Beatrice della quale si innamorò. Rivedendola dopo nove anni ne  ebbe un dolcissimo salutare e gli sembrò di raggiungere la beatitudine.  Da questo momento iniziò per Dante il percorso decisivo che l'avrebbe portato  all'affermazione della sua moralità e libertà in mezzo agli impulsi della  passione. Dante fece tirocinio letterario con il poeta stilnovista Guido  Cavalcanti (ca. 1250-1300) al quale sono ispirate le prime poesie della Vita  Nuova (1292-1294). Nel periodo compreso tra il 1283 e il 1290 Dante scrisse  le poesie dei primi ventisette capitoli della Vita Nuova e parte di  quelle comprese nelle Rime. Nel frattempo sposò Gemma Donati (1285) e  cominciò a partecipare attivamente alla vita politica del comune fiorentino.  Già dalle prose della Vita Nuova risulta che verso il 1293 la cultura di  Dante si estendeva oltre il campo della poesia volgare con la lettura del De  consolatione Philosophiae di Boezio e del trattato De amicitia di  Cicerone. I segni di questa trasformazione si possono trovare nel Convivio che presenta una versione diversa dell'episodio della donna gentile inserito nella Vita Nuova; traspare la tentazione amorosa, ma Dante  cerca di rifarsi una degna reputazione dando rilievo alla sua appassionata  competenza in filosofia. La vita politica di Firenze era stata modificata dagli  Ordinamenti di Giustizia (1293) che toglievano il diritto di partecipazione a  coloro che non fossero iscritti a un'Arte, quindi a tutti i nobili che  ritenevano per etica di classe di non dover esercitare un mestiere o una  professione. Questa disposizione colpì anche Dante, ma nel 1295 gli Ordinamenti  furono rivisti e i nobili riammessi a partecipare alla vita politica con  l'impegno di farsi registrare nel libro di una delle Arti. Dante entrò a far  parte di quella dei medici e degli speziali. Documenti d'archivio che si  riferiscono agli anni dalla fine del 1295 all'autunno del 1301 permettono di  seguire la traccia di Dante in molti consigli e uffici del Comune, mentre si  acuiva in città la lotta tra le fazioni dei Bianchi e Neri che si erano  sostituite ai Guelfi e ai Ghibellini. Al 1296 risale probabilmente l'inizio  delle rime petrose. Dante manifestò in queste una visione tormentosa e  passionale dell'amore, vissuto e concepito questa volta come forza crudele che  ferisce e distrugge. Queste poesie costituiscono un elaboratissimo esperimento  di metrica e di stile. Il ciclo delle rime petrose ebbe molta importanza  per gli esperimenti tecnici e tematici e ancora più che per l'amplificazione  del mondo poetico di Dante. In questa fase della lirica dantesca l'amore non  era più una dimensione psicologica in cui il libero arbitrio attuava il destino  morale e spirituale dell'uomo, ma un campo di agitazioni tormentose da cui  l'impotenza morale era sorta come tentazione. Dante uscì da questa fase quando  scrisse la Divina Commedia. Contrario alle mire egemoniche del pontefice  Bonifacio VIII, si schierò fra i capi di parte bianca e nel giugno del 1300,  facendo parte dei sei priori chiamati a governare la città, tentò con i suoi  colleghi di reprimere la lotta tra Bianchi e Neri mandando in esilio sette capi  di parte bianca e sette di parte nera. Nel 1301 fu tra quelli che si  rifiutarono di mettere a disposizione di papa Bonifacio VIII un reparto di  cento soldati. Più tardi si recò a Roma in ambasciata presso il pontefice e si  trattenne fino ai primi di novembre, mentre il principe francese Carlo di  Valois faceva il suo ingresso a Firenze. Dante fu condannato per baratteria ed  esiliato il 27 gennaio 1302. I primi dieci anni del suo esilio furono incerti;  Dante scrisse due canzoni probabilmente destinate ad essere commentate nei due  ultimi trattati del Convivio. La prima giustamente detta la grande  canzone dell'esilio presenta tre donne allegoriche che circondano il cuore  innamorato del poeta dicendo di essere state abbandonate dagli uomini (Tre  donne intorno al cor mi son venute); l'altra canzone parla degli uomini  privi di virtù, specialmente degli uomini avari (Doglia mi reca). Fra il  periodo delle poesie liriche e la lunga elaborazione della Divina Commedia sembrò svilupparsi una fase di perfezionamento filosofico-letterario e di  lavoro prosastico rappresentata dall'elaborazione del De vulgari eloquentia e del Convivio. Il Convivio venne iniziato verso la fine del 1304  e la sua redazione si protrasse oltre la primavera del 1306 prima di arrestarsi  alla conclusione del quarto trattato; il De vulgari eloquentia, scritto  in latino e quindi destinato ai dotti, fu interrotto nel mezzo del secondo  libro. Dante nel De vulgari eloquentia tratta l'argomento relativo  all'esigenza di un volgare illustre, comune a tutte le regioni d'Italia,  accanto alla varietà dei quattordici dialetti principali distinti da Dante. Il  secondo libro è dedicato alla capacità espressiva e all'uso migliore del volgare  nella poesia. L'ampiezza delle notizie filosofiche, letterarie, scientifiche e  ancor di più la loro precisione lasciano pensare che Dante avesse a  disposizione molti libri e, data la sua condizione di esule, ne deriva la  supposizione che egli si trovasse in un attivo centro di studi, forse a Bologna  presso l'università. All'età di quarant'anni Dante con un'esperienza di vita  intensa, d'amore, di poesia, di cultura e di impegno politico, era stato  cacciato dalla città natale, infamato dalle imputazioni della sentenza di  bando, con il ricordo di una bella esistenza passata e un futuro politico  oscuro. Ci furono tentativi da parte dei fuoriusciti di rientrare a Firenze nel  1302 e nel 1304; entrambi però fallirono. Dante partecipò al convegno dei  fuoriusciti tenutosi a San Godenzo in Mugello. La mediazione per rappacificare  Bianchi e Neri svolta dal cardinale Niccolò da Prato, inviato a Firenze da papa  Benedetto XI, successore di Bonifacio VIII, nella primavera del 1304, fallì.  Risale a questo periodo una lettera scritta in latino da Dante a nome degli  esuli fiorentini. Niccolò da Prato lasciò Firenze nel giugno 1304 scagliando  l'interdizione sulla città; il 7 luglio morì Benedetto XI e tredici giorni più  tardi i fuoriusciti fiorentini vennero sconfitti alla Lastra.
  Per quanto riguarda la composizione della Divina Commedia, pare che il  poema fosse stato iniziato in latino prima dell'esilio di Dante, interrotto e  poi ripreso in volgare quando Dante ricevette da Firenze, tramite il marchese  Moroello Malaspina, i canti scritti in precedenza. In questo periodo (1307)  Dante si trovava in Lunigiana con un incarico diplomatico affidatogli dallo  stesso Moroello Malaspina. La veridicità dell'interruzione sembrerebbe fondata,  in quanto si può notare nel racconto una specie di frattura tra il settimo e  l'ottavo canto. La Divina Commedia, quasi tutta scritta durante  l'esilio, narra l'itinerario che porta il poeta dall'inferno all'empireo,  quindi da una estremità dell'universo all'altra, iniziando con la discesa al  centro della terra nel mondo della colpa non perdonata. La Commedia è  l'unica opera letteraria il cui argomento abbraccia la totalità dell'esistente,  l'intero universo contemplato insieme nella sua dimensione integrale, nella sua  natura fisica. Il viaggio di Dante si svolge tutto nell'altro mondo, con un  dichiarato intento spirituale; fino agli ultimi canti del Paradiso la  materia del racconto rimane però ancorata al mondo terreno dal quale né  dannati, né penitenti, né beati possono distogliere l'affetto e il pensiero.  Iniziata sotto il trinomio dominante della filosofia, dell'amore, della  passione politica, la Divina Commedia termina con l'assoluta  integrazione del sapere filosofico concordante con l'assunzione dell'amore. La Commedia venne composta negli anni che videro l'elezione di Arrigo VII, la sua discesa  in Italia, la sua morte seguita un anno dopo da quelle di papa Clemente V e di  Filippo il Bello. Tutti questi avvenimenti furono vissuti in prima persona da  Dante che successivamente si rifugiò a Verona presso Cangrande della Scala,  vicario per l'Italia del successore di Arrigo VII. Gli ultimi canti dell'Inferno e i primi del Purgatorio risalgono al periodo compreso tra il 1308 e il  1310. Proprio nel 1310, a ottobre, Arrigo VII discese in Italia con il consenso  di papa Clemente V; nel frattempo Dante scriveva l'epistola latina Ai  principi e popoli d'Italia. Arrigo VII fu incoronato a Milano il 6 gennaio 1311; Cangrande della Scala succedette ad Alboino quale signore di  Verona. Dante scrisse le epistole latine Ai Fiorentini e A Arrigo VII.  A questi anni risale forse anche il trattato De Monarchia. L'opera, in  tre libri, sostiene la necessità di una monarchia universale, al di sopra di  tutti i regnanti e con il compito di svolgere la funzione di supremo arbitro  delle loro contese. L'autorità imperiale deriva da Dio che nel suo disegno  provvidenziale l'ha concessa al popolo romano che ha avuto il compito di  unificare il mondo, rendendolo adatto all'accoglimento del messaggio  evangelico. Il rapporto dell'autorità imperiale con l'autorità religiosa è  descritto dalla metafora dei due soli: nessuna subordinazione, ma  autonomia. La rispettiva sfera di azione è distinta. L'Impero deve riverenza  alla Chiesa, poiché il fine della Chiesa (la salvezza eterna) e più alto di  quello dell'Impero (il benessere sulla terra). Gli ultimi canti del Purgatorio furono scritti negli anni tra il 1311 e il 1313. Nel 1312 fu soppresso l'ordine  dei Templari. Arrigo VII, ricevuto da Clemente V l'ordine di desistere  dall'impresa contro Roberto d'Angiò re di Napoli, pose l'assedio a Firenze il  19 settembre e lo tolse due mesi dopo. Nel 1313, Arrigo VII fu scomunicato.  Scagliatosi contro il re di Napoli, morì poco dopo a Buonconvento. Cangrande  della Scala riportò una vittoria sui padovani nei pressi di Vicenza nel 1314;  il 200 aprile dello stesso anno, morto Clemente V, Dante scrisse  l'epistola Ai cardinali italiani (1314) e un'epistola A un amico  fiorentino (1315). Il Ghibellino Uguccione della Faggiola riportò una  inutile vittoria sui fiorentini vicino a Montecatini. La sentenza capitale  emanata contro Dante venne confermata. A Ravenna diventò signore Guido Novello  da Polenta, mentre al pontificato veniva eletto Giovanni XXII (1316). Dante  scrisse L'Epistola a Cangrande contenente la dedica del Paradiso al  signore di Verona. Si trasferì poi a Ravenna. Nella chiesa di Sant'Elena di  Verona lesse la Quaestio de aqua et terra (1320). Al ritorno da Venezia  a Ravenna, nel settembre 1321 Dante morì.
  La divina commedia
  È stata iniziata nel 1307, negli ultimi anni di vita dal poeta; il termine  commedia si contrappone a quello di tragedia, per lo stile adottato e per il  finale positivo. Il poema è diviso in tre cantiche (Inferno, Paradiso e Purgatorio) di trentatré canti ciascuna, oltre a un canto  introduttivo; consta di 14.233 versi, in endecasillabi in terzine a rima  concatenata. Narra di un viaggio immaginario del poeta nell'oltretomba,  compiuto nel 1300, anno del giubileo, sotto la guida di Virgilio nei primi due  regni e di Beatrice prima e San Bernardo poi, nel paradiso. Il viaggio è la  metafora della società, guidata dalla ragione (Virgilio), mirante alla felicità  terrena (paradiso terrestre), illuminata dalla rivelazione (Beatrice), per  giungere alla massima felicità eterna (Empireo). La Commedia, summa della  cultura del tempo e massima espressione delle capacità espressive di Dante,  ebbe grande successo e diffusione immediata; dimenticata con il classicismo, fu  ripresa dal romanticismo ed è a tutt'oggi una delle manifestazioni culturali  più significative di tutti i tempi.
Dànte Alighièri (Società) Associazione culturale fondata nel 1889, ha svolto un'estesa attività culturale nei paesi verso i quali si è rivolta l'emigrazione italiana. Ha istituito, tra l'altro, corsi di italiano per gli emigrati.
dante causa, loc. sost. f. invar. Indica il soggetto giuridico che trasmette ad altri un diritto nell'acquisto a titolo derivativo.
Dante, Joe (1948-) Regista cinematografico statunitense, collaboratore di Corman e di Spielberg. Diresse Gremlins (1984), Gremlins 2(1990) e Matinée (1992).
dantésca, sf. Sedia cinquecentesca con braccioli a forma di X.
dantésco, agg. (pl. m.-chi) Relativo a Dante Alighieri e alla sua opera.
Dànti, Vincènzo (Perugia 1530-1576) Architetto e scultore. Tra le opere Onore che vince l'inganno (scultura, ca. 1560, Firenze, Museo del Bargello).
dantìsmo, sm. 1 Studio di Dante. 2 Parola o locuzione coniata da Dante.
dantìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Studioso di Dante.
dantìstica, sf. Studio di Dante e delle sue opere.
Danton, Georges-Jacques (Arcis-sue-Aube 1759-Parigi 1794) Uomo politico francese, fu avvocato del re, aderì alla rivoluzione e creò a Parigi il club dei cordiglieri (agosto 1789). Diede inizio alle manifestazioni di massa che condussero alle stragi del Campo di Marte (luglio 1791) e all'arresto di Luigi XVI. Capo dei montagnardi alla convenzione di settembre, istituì il tribunale rivoluzionario e il comitato di salute pubblica, del quale fu anche presidente (1793). Fu arrestato, su ordine di Robespierre, in quanto ritenuto responsabile del fallimento della Compagnia delle Indie e giustiziato con la ghigliottina.
D'Antòni, Sèrgio (Caltanissetta 1946-) Sindacalista. Dal 1991 fu segretario generale della CISL.
danubiàno, agg. Del fiume  Danubio o delle regioni che esso attraversa.
  Culture danubiane
  Culture preistoriche originatesi nella regione dell'alto Danubio, esempi delle  prime culture neolitiche europee (5500-4000 a. C.). La fonte di sostentamento  era fornita dall'agricoltura e dall'allevamento.
  Principati danubiani
  Formazioni politico territoriali, formatesi nel XIX sec. nella regione  balcanica del basso Danubio e sottomesse all'impero ottomano (Bulgaria, Serbia,  Moldavia). Nel 1862 Alessandro Giovanni I Cuza venne eletto gospodaro dei due  principati, riunitisi nel 1866 nel principato di Romania.
  Scuola danubiana
  Insieme di artisti tedeschi della prima metà del 1500 (A. Altdorfer, W. Huber,  H. Leinberger), attivi tra le città di Linz e Ratisbona, che elaborarono delle  opere impregnate di una forte passionalità.
Danùbio Fiume  dell'Europa centrorientale (2.860 km). Nasce dalla Foresta Nera in Germania e  sfocia, dopo un lunghissimo tragitto, nel mar Nero, al confine tra Romania e  Ucraina. È navigabile dalla città di Ratisbona fino alla foce (2.379 km),  presentando dei regimi non uniformi, con correnti pericolose. Rimane una delle  principali vie di comunicazione dell'Europa, regolata da una convenzione  internazionale, firmata a Belgrado da tutti i paesi attraversati.
  Danubio
  Opera di critica letteraria di C. Magris (1989).
dànza, sf. 1 Successione  di movimenti eseguiti a ritmo di musica. ~ ballo. 2 Testo di  musica scritto per essere danzato. 3 Intrigo. ~ briga.
  
 sf. dance.
  
 deriv.  da danzare.
  Danza classica
  Stile del balletto classico, caratterizzato da alcuni schemi che prevedono  cinque posizioni fisse, da una delle quali partono tutti i movimenti. Venne  regolata dall'Académie Royale de Danse di Parigi (1661).
  Danza di società
  Modo di svago e di riunione molto diffuso già dall'VIII sec. Tuttora esiste il  ballo delle debuttanti. Danza libera
  Stile di ballo, nato all'inizio del XIX sec., che prevede l'inosservanza dei  principi e delle regole fisse della danza classica.
  Danza folclorica
  Rappresentazione spettacolare di balli etnici.
  Danza moderna
  Sviluppo americano della danza, influenzata dal jazz, dalla tradizione popolare  e creata da M. Graham negli anni '20.
  Danza nuova
  La ricerca di gesti e movimenti ritmici che si distaccano da quelli  convenzionali.
Danza del dolore, La Opera di poesia di D. Levertov (1967).
Danza delle luci, La Film musicale, americano (1933). Regia di Mervyn Le Roy. Interpreti: Dick Powell, Joan Blondell, Ruby Keeler. Titolo originale: Gold Diggers of 1933
Danza di Venere, La Film musicale, americano (1933). Regia di Robert Z. Leonard. Interpreti: Joan Crawford, Clark Gable, Fred Astaire. Titolo originale: Dancing Lady
Danza macabra Dramma di A. Strindberg (1901).
Danza nella foresta Dramma di W. Soyinka (1960).
danzànte, agg. Che danza.
danzàre, v. v. tr. Eseguire  un ballo.
  v. intr. Ballare. ~ piroettare, volteggiare.
  
 v.  tr. e intr. to dance.
  
 franc.  antico dancier.
danzatóre, sm. (f.-trìce) Chi danza. ~ ballerino.
Dànzica Città della  Polonia (461.000) sulla costa sudoccidentale del golfo omonimo che si affaccia  sul mar Baltico. Sorge a ovest della foce del fiume Vistola. Capoluogo del  voivodato omonimo è principale sbocco sul mare del Paese. Fu capitale del  ducato di Pomerania (XII sec.). Città anseatica si proclamò indipendente sotto  la protezione polacca (1454). Divenne un importante sbocco sul mar Baltico,  soprattutto per il commercio dei cereali. A seguito della seconda spartizione  della Polonia, venne consegnata alla Prussia nel 1793, rimanendo tedesca fino  al 1919, quando fu dichiarata città libera dalla Società delle Nazioni. Fu  oggetto di dispute tra la Polonia e la Germania che riuscì a occuparla nel  1939. Venne liberata nel 1945 dall'esercito tedesco per essere poi annessa alla  Polonia. Il centro storico della città conserva ancora qualche monumento  antico, come la cattedrale di Santa Maria, il palazzo del Municipio e la porta  della Gru.
  Danzica
  Golfo della Polonia, nel mar Baltico, tra la penisola di Hel e quella russa di  Samland.
  Danzica
  Voivodato (1.438.000 ab.) della Polonia, nei pressi del fiume Vistola e della  Pomerania orientale.
Daóne Comune in provincia di Trento (609 ab., CAP 38080, TEL. 0465).
dàpe, sf. (pl. f. dàpe, m. dàpi) 1 Vivanda. ~ vettovaglia. 2 Banchetto. ~ libagione. 3 Nutrimento spirituale.
Daphnis et Chloé Sinfonia coreografica in un atto e tre quadri di M. Ravel, libretto di M. Fokine (Parigi, 1812).
dappertùtto,  avv. In ogni parte, in tutti i luoghi. ~ ovunque.
  
 avv. everywhere.
dappiè, o dappiède, avv. Nella parte inferiore, ai piedi.
dappiù, agg. Superiore per grado o capacità. <> dammeno.
dappocàggine, sf. L'essere dappoco. ~ inettitudine.
dappòco, agg.  invar. 1 Che vale poco o nulla. ~ inetto. ~ valente. 2 Che  ha poca importanza.
  
 agg. invar. worthless, inept.
dappòi, avv. 1 Più tardi. ~ dopo. 2 Dopo che.
dappoiché, avv. Dopo che. ~ poiché.
Dappòrto, Càrlo (Sanremo 1911-Roma 1989) Attore cinematografico comico e caratterista. Il suo nome resta legato alla rivista, nella quale esordì nel 1937, e alle commedie musicali (Snob, 1950; Giove in doppiopetto, 1954-56).
Dappòrto, Màssimo (Milano 1945-) Attore. Figlio d'arte, dopo un inizio come attore di commedie brillanti, approdò al piccolo schermo per interpretare personaggi drammatici in Storia d'amore e d'amicizia (1982), Diventerò padre (1987), Mignon è partita (1988), Non siamo soli (1992). Ha lavorato anche nelle miniserie televisive Come una mamma (1990) e Amico mio (1994, 1995), in cui interpretò il ruolo del dottor Magri.
dapprèsso, o da prèsso, avv. Vicino nello spazio e nel tempo.
dapprìma, avv. In un primo  momento, prima. ~ inizialmente. <> successivamente.
  
 avv. at first.
dapprincìpio, avv. All'inizio, da principio.
Daqahlîya Governatorato (3.889.000 ab.) dell'Egitto. Capoluogo El-Manszra.
dàra, sf. Insieme dei pezzi di riserva delle navi a vela. ~ droma.
Darbhanga Città (135.000 ab.) dell'India, nel Bihar.
Darboux, Gaston (Nîmes 1842-Parigi 1917) Matematico francese. Compì studi di geometria infinitesimale.
Dardanèlli Stretto della Turchia (lungo 71 km, largo da 1 a 10 km e profondo 50-90 m) che collega l'Europa e l'Asia Minore e mette in comunicazione il mar Egeo con il mar di Marmara. Di notevole importanza strategica, nel 1915-1916 fu teatro di uno sbarco fallimentare anglofrancese, ideato da Churchill e terminato con una cocente sconfitta.
Dàrdano Personaggio mitologico, figlio di Zeus e della ninfa Elettra. Fu capostipite dei dardani o troiani.
dardeggiàre, v. v. tr. Colpire con i dardi.
  v. intr. 1 Scoccare dardi. 2 Di sole, di occhiate  infiammate e simili.
dàrdo, sm. 1 Arma  simile alla freccia da lanciare con l'arco. ~ strale. 2 Fulmine,  raggio infuocato, sguardo. ~ saetta.
  
 sm. dart.
  
 franc. dard, dal francone darod.
dàre, v. e sm. v. tr. 1 Trasferire da sé ad altri qualcosa che si possiede, che si conosce. ~ fornire, procurare. <> prendere. • gli diedero  l'appartamento in affitto. 2 Porgere. ~ offrire. • non  si deve dare cibo agli animali dello zoo. 3 Regalare, elargire. ~ donare. <> carpire. • darebbe se stesso per il prossimo,  se potesse. 4 Concedere. ~ accordare. <> rifiutare. • dare il passo, farsi da parte. 5 Consegnare,  affidare. ~ assegnare. 6 Pagare. ~ sborsare. <> riscuotere. 7 Vendere. 8 Fruttare, rendere. ~ produrre. 9 Fornire. ~ procurare. 10 Comunicare una notizia. 11 Prescrivere e  somministrare una medicina. 12 Infliggere, provocare. ~ arrecare. • gli diedero tante botte, che passò un mese all'ospedale. 13 Impartire  ordini. 14 Considerare, definire (solo al participio passato). 15 Organizzare. • questa sera i tuoi vicini danno una festa.
  v. intr. 1 Imbattersi. ~ inciampare. 2 (solo di  case e finestre) Guardare, essere rivolto. 3 Colpire. • dare  nell'occhio, non passare inosservati.
  v. intr. pron. 1 Verificarsi. ~ accadere. 2 Battersela. ~ svignarsela. • darsela a gambe.
  v. rifl. 1 Arrendersi. ~ abbandonarsi. 2 Spacciarsi. 3 Dedicarsi. ~ applicarsi. • si diede  completamente alla passione politica.
  sm. 1 Ciò che uno deve, di denaro, ad altri. 2 Il passivo  nei bilanci.
  
 v.  tr. 1 to give. 2 (produrre) to produce, to yield. 3 (qualificare) to call. v. intr. (porta, casa: guardare) to open on, to  look on. v. intr. pron. 1 to devote oneself. 2 (da fare) to bustle  about. sm. (econ.) debt, amount due.
  
 lat. dare.
Darè Comune in provincia di Trento (188 ab., CAP 38080, TEL. 0465).
Dare e avere Opera di poesia di S. Quasimodo (1961).
Dar-es-Salaam Città della  Tanzania (1.488.000 ab.). Situata in un'insenatura del Tanganica, il suo porto,  all'imbocco del canale di Zanzibar sull'oceano Indiano, è utilizzato anche per  i traffici di Zambia e Zaire. Tra le sue risorse, l'esportazione di caffè,  canna da zucchero, tabacco, cotone e piretro. Sono presenti anche industrie  alimentari, tessili, metallurgiche, chimiche e meccaniche.
  Città (757.000 ab.) della Tanzania, capoluogo della regione di Pwani.
Daret, Jacques (Tournai? ca. 1404-dopo il 1468) Pittore fiammingo. Tra le opere Adorazione dei Magi (1534-1535, Berlino, Gemäldegalerie).
Dàrfo Boàrio Tèrme Comune in provincia di Brescia (13.206 ab., CAP 25047, TEL. 0364). Centro industriale (prodotti siderurgici) in Valcamonica. Importanti stabilimenti idrotermali nella frazione di Boario Terme. Gli abitanti sono detti Darfensi.
Darfur Stato (3.094.000 ab.) federato del Sudan, capoluogo El Fasher. Spicca il massiccio vulcanico del Gebel Marra (3.088 m).
Darhan Città (89.000 ab.) della Mongolia, costituente un'unità amministrativa.
dàrico, o darìco, sm. Moneta d'oro in uso presso i persiani achemenidi che fu creata da Dario I.
Dàrio Nome di  sovrani.
  Dario I
  => "Dario I"
  Dario II
  (?-404 a. C.) Re di Persia dal 424. Nella guerra del Peloponneso appoggiò  Sparta.
  Dario III
  (380 ca.-Ecatompilo 330 a. C.) Re di Persia dal 336, fu l'ultimo achemenide.  Alessandro Magno lo sconfisse tre volte: a Granico (334), Isso (333) e Arbela  (331). Venne ucciso dal satrapo della Battiana Besso.
Dàrio I (550-486 a. C.) Figlio di Istarpe, divenne re nel 521 a. C. in seguito all'uccisione di Gaumata. Allargò l'impero su tutta la valle dell'Indo, sulla Tracia e impose la sua supremazia sulla Macedonia e sulle isole dell'Egeo. Divise l'impero in satrapie, controllate da satrapi. Combatté contro gli sciti, senza successo e sedò le rivolte nelle città greche dell'Asia Minore e della Tracia (500-493 a. C.), prendendo lo spunto per dichiarare guerra alla Grecia (guerre persiane). Fu sconfitto a Maratona dai greci (490 a. C.).
Darío, Rubén (Metapa 1867-Leon 1916) Poeta. Tra le opere Azzurro (1888) e Canti di vita e di speranza (1905).
dark music, loc. sost. f. invar. Filone musicale nato alla fine degli anni '60 come prosecuzione dell'ultimo punk. La dark music si collega con una visione pessimistica del mondo e con un abbigliamento di tono mistico-religioso.
Darlan, François (Nérac 1881-Algeri 1942) Ammiraglio francese. Durante la seconda guerra mondiale, fu tra i principali esponenti del regime filotedesco di Vichy, ma dopo lo sbarco alleato in Algeria, passò con questi ultimi. Venne ucciso in un attentato.
Darling Il fiume (2.720 km) più lungo dell'Australia. Nasce nel Queensland e confluisce nel Murray percorrendo il Nuovo Galles del Sud.
Darmstadt Città (140.000 ab.) della Germania, nell'Assia meridionale.
Darò un milione Film commedia, italiano (1935). Regia di Mario Camerini. Interpreti: Vittorio De Sica, Assia Noris.
D'Arónco, Raimóndo (Gemona del Friuli 1857-Sanremo 1932) Architetto. Tra le opere la loggia e la torre dei Sisli a Istanbul (1899) e i padiglioni dell'Esposizione di Arte Decorativa a Torino (1902).
D'Arrìgo, Stéfano (Alì, Messina 1919-Roma 1992) Romanziere. Esordì nel 1957 con la raccolta di poesie Codice siciliano. Tra le altre opere, Horcynus Orca (1975), imperniato sulla storia di un pescatore siciliano che arruolatosi in Marina, torna nella sua terra d'origine dopo aver affrontato numerose disavventure tra cui la lotta contro un'orca, e Cima delle nobildonne (1985).
dàrsena, sf. Parte più  interna di un porto. ~ approdo.
  
 sf. dockyard, dock.
D'artagnan Uno dei quattro protagonisti della trilogia di Alexandre Dumas padre costituita dai libri I tre moschettieri, Vent'anni dopo e Il viscone di Bragelonne. Il personaggio si ispira a Charles de Batz o de Montesquiou, conte di D'artagnan che fu capitano dei moschettiere durante il regno di Luigi XIV.
Daru Città di Papua Nuova Guinea, che si affaccia sul golfo dei Papua, in corrispondenza dello stretto di Torres.
darviniàno, o darwiniàno, agg. Che si riferisce a Darwin e alle sue teorie.
darvinìsmo, o darwinìsmo, sm. Teoria del naturalista inglese Charles Darwin sull'evoluzione delle specie.
Darwin Città (74.000 ab.) dell'Australia, capitale del Territorio del Nord.
Darwin, Charles  Robert (Shrewsbury 1809-Down 1882) Naturalista inglese. La comprensione della vita e  dell'opera di Darwin sono strettamente legate a quelle del nonno. Erasmus  Darwin era nato il 12 dicembre 1731 a Helston Hall (Nottingham). Figlio di un  avvocato, fu un grande personaggio e le sue opere ebbero notevole influenza sul  nipote Charles. Appassionato di poesia arcadica e classicheggiante, Erasmus era  in politica giacobino. Dopo aver studiato a Cambridge e a Edimburgo, si laureò  nel 1756 in medicina; lo stesso anno si trasferì a Lichfield e vi iniziò  l'attività di medico. Nel 1757 sposò Mary Howard, continuando nel frattempo a  esercitare la sua professione di medico a Lichfield, cittadina non lontana da  Birmingham che risentiva gli influssi e lo svilupparsi dell'attività  manifatturiera e il coinvolgimento nello sviluppo della scienza e della  tecnica. Erasmus conobbe numerosi protagonisti di questi progressi e insieme a  loro organizzò il club Lunar Society nel quale venivano dibattuti  problemi sociali e scientifici. Nel 1758 nacque Charles Darwin senior.  Laureatosi brillantemente in medicina a Edimburgo, scrisse alcuni saggi,  accolti con grande favore dal pubblico scientifico dell'epoca. Morì però  giovanissimo di infezione. Il secondo figlio, Erasmus, era di tutt'altro  carattere; nato nel 1759 morì suicida a quarant'anni. Il terzo figlio, Robert  Warning, nacque nel 1766. Nel 1780 Erasmus si sposò in seconde nozze con  Elisabeth Chandos Pole e si trasferì a Derby. Sette anni dopo Robert W. Darwin  ottenne la laurea in medicina e si stabilì a Shrewsbury. Il dottor Erasmus  Darwin pubblicò nel 1789 la sua prima opera intitolata Gli amori delle  piante sul sistema sessuale delle piante. L'opera ottenne un grande  successo. Nel 1784 Erasmus pubblicò la sua seconda opera, La zoonomia o  leggi della vita organica, su problemi generali di psicologia, biologia,  patologia. In essa si incontrano e scontrano le teorie delle correnti  illuministiche e romantiche. Quest'opera fu accolta da molti con grande favore,  ma venne anche combattuta sul piano scientifico e sul piano teorico. Erasmus  Darwin morì nel 1802 a Derby quando aveva poco più di settant'anni. Robert  Darwin studiò medicina e la praticò con successo, diventando anche molto ricco.  Stabilitosi a Shrewsbury, sposò Susannah Wedgwood dalla quale ebbe sette figli  di cui due maschi: Erasmus Alvey, nato nel 1804, e Charles Robert, nato nel  1809.
  Charles Darwin trascorse l'infanzia dorata del figlio di una facoltosa famiglia  a Shrewsbury, nella grande e lussuosa casa fatta costruire dal padre sul colle  Frankwell. A otto anni morì la madre e le sorelle presero le redini della  famiglia e cercando a modo loro di educare il giovane fratello. A sedici anni  fu mandato all'università di Edimburgo dove già studiava il fratello maggiore  Erasmus. Questa università era la migliore della Gran Bretagna per gli studi  scientifici, ma Charles ebbe una brutta impressione dell'insegnamento e provò  ripugnanza per la medicina. Il padre gli propose allora di lasciare la medicina  e di intraprendere la carriera ecclesiastica (1828). Charles si interrogò sulla  propria vocazione religiosa e decise definitivamente di frequentare  l'università di Cambridge per studiare teologia. A Cambridge nel 1829 conobbe  il reverendo Henslow, giovane botanico e il reverendo Sedgwick, professore di  geologia; si appassionò alle scienze naturali e alla Natural Theology del Paley. In questi anni le guerre napoleoniche procurarono all'Inghilterra  notevoli problemi ma al tempo stesso portarono al crollo del regno di Spagna  che determinò un forte movimento delle colonie sudamericane verso  l'indipendenza. I porti del Sudamerica furono aperti al commercio inglese e  vennero inviate navi a compiere il rilevamento idrografico delle coste e dei  canali del continente. Il capitano King compì una lunga crociera tra il 1826 e  il 1830 con due navi attrezzate, l'Adventure e la Beagle. Il  servizio idrografico pensò che fosse utile completare il rilevamento della  Terra del Fuoco e di condurre una rete di misure geodetiche nei vari continenti  e mari. Perciò organizzò una nuova spedizione guidata dal capitano Fitzroy,  ottimo cartografo. Fitzroy scelse la Beagle, brigantino di 240  tonnellate. I preparativi durarono quasi un anno e nel frattempo si cercò un  naturalista da aggregare alla spedizione. Il compito del naturalista era quello  di riportare notizie sui prodotti utili o preziosi delle terre esplorate. Il  capitano Fitzroy scelse Charles Darwin perché molto qualificato per l'osservazione  e la raccolta di materiali interessanti. La spedizione ebbe inizio il 27  dicembre 1831; la Beagle salpò lasciando un paese in condizioni drammatiche: il  governo dei whig si prestava a trasformare le strutture politiche e sociali per  le quali la rivoluzione industriale aveva condotto alla miseria molti  cittadini, scontrandosi con la Camera dei Lord e con il nuovo sovrano. Fermenti  di rivolta serpeggiavano per il paese, alla fame si aggiunse il colera. A bordo  della Beagle la situazione era drammatica. Tra il comandante e  l'equipaggio si era sviluppata una situazione di forte tensione, a seguito  della punizione di alcuni marinai. Charles Darwin, sofferente di mal di mare,  doveva stare immobile sulla sua amaca. Alle Canarie fu imposta la quarantena per  il colera. La situazione migliorò successivamente e la nave acquistò una grande  reputazione per l'efficienza del suo equipaggio e la perizia del capitano. Nel  1832 in Gran Bretagna il progetto di riforma venne approvato anche dalla Camera  dei Lord, mentre la Beagle dopo aver esplorato la coste della Patagonia  e delle Falkland affrontò i mari della Terra del Fuoco. Nelle vicinanze di Capo  Horn restò per settimane in balìa di un uragano. Nonostante avesse un bagaglio  di nozioni scientifiche limitato, Charles Darwin riuscì a compiere un ottimo  lavoro; questa esperienza di rilevamento della flora, della fauna e geologico  di tanti paesi nuovi e remoti risultò molto positiva. Charles era dotato di una  eccellente capacità di osservazione e si dedicò all'analisi di tutto quanto  veniva trovato, dalla formazione di certe concrezioni minerali al movimento  degli stami dei cactus, dal lampeggiare degli insetti luminosi all'orogenesi  delle Ande, dallo sviluppo del senso dell'olfatto nei condor al ruolo svolto  dalle gigantesche alghe Macrocystis come substrato di una fiorente  fauna. Darwin aveva ereditato sicuramente queste doti dal padre ma anche dal  nonno Erasmus. Sorprendente fu il suo sforzo metodico di fornire spiegazioni  attraverso un paziente lavoro induttivo e una vasta tessitura di ipotesi. Nel  1834 fu abolita la schiavitù nei domini britannici. Una seconda spedizione  della Beagle raggiunse le acque della Terra del Fuoco, eseguendo un  rilevamento delle coste del Sudamerica. La Beagle rientrò in patria nel  1836 e trovò il paese profondamente rinnovato: il sistema elettorale era stato  riformato, erano state emanate le leggi sulle fabbriche e sui poveri, era nata  anche l'università di Londra. Londra era nel frattempo diventata un centro  scientifico fiorente e vigoroso e Darwin venne accolto con grandi onori.  Henslow pubblicò estratti delle sue lettere, fece conoscere le sue teorie  geologiche, le collezioni di animali e di fossili sudamericani che destarono  vivissimo interesse. Questa improvvisa notorietà lo stupì molto e ancora di più  lo sorprese il fatto di essere ricercato da persone come Charles Lyell, Robert  Brown e Richard Owen. Nel 1837 dopo un breve soggiorno a Cambridge si stabilì a  Londra. Si dedicò subito alla pubblicazione di tre volumi di resoconti redatti  da vari naturalisti sui materiali da lui raccolti; compose infine il terzo  volume della Narrative of the Surveying Voyages of H.M.S. Adventure and  Beagle, lavoro diventato famoso con il nome di Viaggio di un naturalista  intorno al mondo. Quest'opera rese illustre Darwin anche al di fuori  dell'ambiente accademico e della stessa Inghilterra. Il libro riportava una  grande massa di notizie scientifiche attendibili e controllate unite a una  particolare vivacità di stile. Nel 1839 Darwin sposò la cugina Emma Wedgwood,  donna schiva e gentile che si dedicò esclusivamente alla famiglia. Dopo sei  anni di soggiorno a Londra Darwin lasciò la capitale rinunciando a molte  cariche e si ritirò a Down nel Kent (1842) per condurre una vita di gentiluomo  di campagna.
  Nel 1837 aveva formulato appunti ricchi di elementi nuovi e personali sulla  teoria dell'evoluzione; prese in considerazione la variabilità della specie  considerando la ripercussione nella trasformazione della specie stessa. Darwin  arrivò a concludere che l'agente della selezione era la mortalità  differenziata; a completamento della teoria cercò di spiegare anche la  divisione in entità separate della specie stessa. Verso la fine del 1844 dopo  aver terminato la stesura del Saggio ebbe timore di pubblicarlo temendo  il fallimento della sua opera. Nel frattempo si ammalò e scrisse una lettera  testamento alla moglie indicandole di affidare il manoscritto a un abile  naturalista che lo completasse e lo preparasse per la stampa. Dopo questo  episodio si dedicò allo studio sistematico dei Cirripedi, Crostacei marini che  vivono attaccati alle rocce o agli oggetti galleggianti; a questo lavoro dedicò  otto anni durante i quali pubblicò quattro monografie, le prime due nel 1851,  le altre due nel 1854. Terminato il lavoro sui Cirripedi si dedicò assiduamente  allo sviluppo della sua teoria, raccolse dati su dati e compilò un grosso  trattato. Il 1° luglio 1858 Darwin lesse alla Linnean Society una nota  sull'evoluzione mediante selezione naturale e presentò una nota con analogo  contenuto speditagli da Alfred Wallace dall'Indonesia. Dopo questo episodio  Darwin si decise a redigere l'opera l'Origine della specie che  venne pubblicata il 26 novembre 1859. Quest'opera non fu accolta bene, in  particolar modo da Owen, invidioso nel vedersi portare via un'idea sulla quale  aveva molto riflettuto e scritto. Entusiasmo nei confronti di Darwin fu  dimostrato da Thomas Huxley. L'Origine della specie era un'opera  concepita in un paese che con la libera concorrenza aveva creato un impero  sparso in tutto il mondo. Darwin dovette far fronte a una violenta e  inaspettata reazione dei naturalisti delusi e del clero anglicano e, trovandosi  impreparato, attese che la situazione si attenuasse da sola; il battagliero  Huxley invece usò le sue capacità dialettiche per combattere. Il primo  sconfitto fu il vescovo Wilbeforce, il 30 giugno 1860 a Oxford. Successivamente  Darwin si dedicò agli studi di botanica e alla fecondazione delle orchidee;  arrivò a spiegare i legami tra fiori e insetti dal punto di vista dell'impollinazione.  Nel 1862 pubblicò I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee  vengono fecondate. Nel 1864 gli fu conferita la Copley Medal, il più alto  riconoscimento al merito scientifico in Gran Bretagna. In seguito si occupò  della rielaborazione dell'opera Le variazioni degli animali e delle piante  allo stato domestico (1868) iniziata precedentemente. L'opera portò alla  luce la personalità di Darwin; questa volta non venivano più rielaborate le  teorie di Buffon e di Erasmus Darwin sulla ereditarietà; le gemmule di Charles  Darwin avevano forte analogia con le molecole organiche o con quelle animali  ipotizzate dai biologi del Settecento. Darwin indagò sull'origine e sulle basi  della variabilità, come logiche conseguenze della sua teoria evolutiva. Nel frattempo  venivano pubblicate altre opere sull'evoluzione. Nel 1871 Darwin decise di  rompere il silenzio mantenuto per prudenza sul tema relativo all'origine  dell'uomo e pubblicò l'Origine dell'uomo e la scelta in rapporto al sesso.  L'opera fu un successo grazie alle capacità di osservazione dell'autore che  sviluppò nuove idee sulla posizione dell'uomo nell'ordine dei Primati. In  quest'opera Darwin inserì alcune considerazioni sulla mimica. Queste idee  successivamente rielaborate furono alla base di un altro volume: L'espressione  delle emozioni negli uomini e negli animali (1872). Durante gli ultimi anni  di vita Darwin seppe rinnovarsi e cominciò a trattare i problemi del movimento  e della sessualità nei vegetali mettendo a punto un tipo di logica  induttivo-deduttiva sperimentata solo occasionalmente. La sua ultima opera La  formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrici fu pubblicata nel  1881. Darwin morì il 19 aprile 1882. La società vittoriana in cui visse  gli aveva attribuito i massimi onori. Una rappresentanza parlamentare propose  la sepoltura nell'abbazia di Westminster: qui fu sepolto il 26 aprile accanto  ai grandi artefici del pensiero moderno: Faraday, Lyell, Newton.
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
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Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_d.doc
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