Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale F parte 3

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale F parte 3

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale F parte 3

 

Sicilia Federico I
> "Federico II di Svevia"
Federico II
(1272-Paternò 1337) Figlio di Pietro III d'Aragona, divenne re nel 1296. Dal 1314 chiamò accanto a sé sul trono il figlio Pietro II.
Federico III il Semplice
(Catania 1342-Messina 1377) Re di Sicilia dal 1355. Nel 1362 si riconobbe vassallo degli Angioini di Napoli, dopo aver a lungo lottato contro di loro.

Federìco da Monteféltro (Gubbio 1422-Ferrara 1482) Duca di Urbino, fu valido uomo di armi e prestò servizio presso molti signori italiani. Giocò un ruolo notevole nella politica del suo tempo, riuscendo anche a incrementare il proprio stato. Fece erigere il palazzo Ducale, opera del Laurana, organizzò una splendida biblioteca e fece della sua corte una delle migliori d'Italia.

Federìco Guglièlmo Nome di sovrani.
Federico Guglielmo I
> "Federico Guglielmo I di Prussia"
Federico Guglielmo II
(Berlino 1744-Potsdam 1797) Nipote di Federico II, gli succedette come re di Prussia dal 1786. Fece parte della prima coalizione antifrancese e di due spartizioni della Polonia (1793 e 1795).
Federico Guglielmo III
(Potsdam 1770-Berlino 1840) Re di Prussia dal 1797. Fu sconfitto da Napoleone nel 1806 a Jena e a Auerstädt, ma diede un contributo decisivo alla sua disfatta nel 1813-1815. Nel 1813 abolì la servitù della gleba.
Federico Guglielmo IV
(Berlino 1795-Potsdam 1861) Figlio di Federico Guglielmo III, fu re di Prussia dal 1840. Nel 1848 rifiutò la corona imperiale di Germania che gli era stata offerta dalla dieta di Francoforte in quanto ostile all'idea di sovranità popolare.
Federico Guglielmo di Hohenzollern, detto il Grande Elettore
(Berlino 1620-Potsdam 1688) Elettore di Brandeburgo dal 1640. Riuscì a unificare in un piccolo ma ben organizzato stato l'insieme eterogeneo dei territori di cui era sovrano.

Federìco Guglièlmo I di Prussia (Berlino 1688-Potsdam 1740) Figlio di Federico I gli succedette nel 1713. Rafforzò l'assolutismo monarchico, potenziò l'esercito e centralizzò l'amministrazione statale, cercando di porre rimedio al dissesto finanziario cagionato da guerre e carestie attraverso politiche mercantilistiche, un'azione di ripopolamento delle campagne e di incentivo alla produzione. Tutto ciò contribuì enormemente a costituire un potere accentrato e a far sì che la Prussia diventasse uno stato solido, che il figlio Federico II avrebbe trasformato in una grande potenza.

Federìco I Barbaróssa (Waiblingen 1122-Cilicia 1190) Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Germania, della casa dei Hohenstaufen; fu anche duca di Svevia dal 1147. Si dedicò a consolidare l'autorità centrale mediando i contrasti dei grandi feudatari tedeschi e ottenendone il sostegno. Grazie a questo e al favore della chiesa poté affrontare il problema italiano, dove l'autorità imperiale era in declino: distrutta Tortona e proclamata la prima dieta di Roncaglia, venne incoronato a Monza re d'Italia e quindi imperatore d'Italia e imperatore del Sacro Romano Impero a Pavia, nel 1155, da papa Adriano IV, dopo averlo aiutato contro Arnaldo da Brescia. Presto si staccò dal papato intraprendendo una politica volta a rivendicare la supremazia del potere imperiale su quello della chiesa e sui comuni (seconda dieta di Roncaglia, 1158). Sceso ancora in Italia nel 1163, distrusse Milano (1162), sottomise Novara, Cremona e Pavia e si scontrò con papa Alessandro III. L'appoggio dato dall'imperatore all'antipapa Vittore IV produsse lo scisma. Il papato fomentava le ribellioni dei comuni e pertanto Federico organizzò una seconda spedizione. Le leghe dei comuni si fusero con il giuramento di Pontida nella Lega lombarda, che sconfisse Federico a Legnano (1176) e lo costrinse a firmare la conciliazione con il papa (pace di Venezia, 1177), nonché la pace di Costanza del 1183, con la quale si riconosceva l'autorità comunale. Cercò di estendere la propria autorità nell'Italia meridionale tramite il matrimonio del figlio Enrico VI con Costanza d'Altavilla, erede del regno di Sicilia. Morì durante la terza crociata per la riconquista di Gerusalemme.

Federìco II di Prùssia (Berlino 1712-Potsdam 1786) Figlio del grande Federico Guglielmo I, gli succedette nel 1740, muovendo subito guerra all'Austria, nel tentativo di affermare la supremazia prussiana contro il predominio asburgico; occupò la Slesia, scatenando il conflitto con Maria Teresa d'Austria, vinto grazie all'appoggio francese. L'annessione dell'Alta e Bassa Slesia e della Frisia orientale consentirono a Federico di allargare e rafforzare ulteriormente il proprio regno. A livello interno fece redigere nuovi codici, favorì lo sviluppo del commercio e dell'agricoltura e iniziò un'imponente opera di bonifica e colonizzazione. In occasione della coalizione antiprussiana tra Austria e Russia, cui partecipò anche la Francia, Federico II si alleò con l'Inghilterra (trattato di Westminster 1756) e invase la Sassonia dando inizio alla guerra dei sette anni. Dopo avere riportato una serie interminabile di sconfitte, la Prussia fu salvata dal ritiro dal conflitto dello zar Pietro III, che in un secondo momento si propose addirittura come alleato e che, con la pace di Hubertusburg (1763) riuscì a mantenere il controllo della Slesia; ciò permise alla Prussia di rimanere una grande potenza e di partecipare al trattato di San Pietroburgo per la spartizione polacca. Abile nel campo militare, fu anche grande ammiratore della cultura francese (amico di Voltaire), nonché letterato e scrittore.

Federìco II di Svevia (Jesi 1194-Castel Fiorentino 1250) Re di Napoli, di Sicilia e di Germania con l'appoggio di papa Innocenzo III, nonché imperatore del Sacro Romano Impero (1220). Membro della casa di Hohenstaufen, figlio di Enrico VI e di Costanza di Altavilla, proseguì la politica iniziata da Federico Barbarossa; nel 1228 intraprese la crociata in Terra Santa, conclusasi con la restituzione di Gerusalemme, della quale fu nominato re. Prestò poco interesse alle vicende germaniche, concedendo al contempo grande autonomia alla nobiltà, e si occupò invece delle vicende italiane; combatté contro la Lega lombarda, che vinse a Cortenuova (1237), ma dalla quale fu sconfitto a Fossalta (1249). La sua corte salernitana fu centro importante della scuola poetica siciliana; fondò anche l'università di Napoli.

FEDERMECCANICA Sigla di Federazione Sindacale dell'Industria Meccanica Italiana.

FEDERPRO Sigla di Federazione Professionale della Pubblicità.

FEDERSTAMPA Sigla di Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

FEDERTERRA Sigla di Federazione dei Lavoratori della Terra.

Federzóni, Luìgi (Bologna 1878-Roma 1967) Politico. Dal 1911 fu direttore di L'idea Nazionale, movimento nazionalista che fece confluire nel fascismo nel 1923. Sotto questo regime ricoprì alte cariche.

fedìgrafo, agg. (pl. m.-ghi) Che rompe i patti e non mantiene le promesse o gli impegni assunti. ~ disertore, rinnegato. <> fedele, serio, sincero.

fedìna, sf. 1 Certificato del casellario che attesta se un cittadino abbia riportato o meno condanne penali. 2 Ognuna delle strisce di barba che prolungano le basette scendendo sotto le gote.
 sf. police record, criminal record.

Fedone Opera di filosofia di Platone (prima metà IV sec. a. C.).

Fèdor Nome di zar.
Fedor I
(1557-1598) Ultimo zar della dinastia Rjurik, dal 1584, era figlio di Ivan IV il Terribile. Gli succedette Boris Godunov.
Fedor II
(1589-Mosca 1605) Figlio di Boris Gudonov, gli succedette come zar di Russia nel 1605. Dopo aver dato l'annuncio della proclamazione a zar del falso Demetrio, venne assassinato.
Fedor III
(1661-1682) Zar di Russia dal 1676, fu artefice di una politica di centralizzazione statale.

Fedora Melodramma in tre atti di U. Giordano, libretto di A. Colautti (Milano, 1898).
Fedora
Dramma di V. Sardou (1882).

Fèdra Personaggio mitologico, figlia di Minosse e di Pasifae e moglie di Teseo. Si innamorò del figliastro Ippolito, ma non corrisposta lo calunniò presso il padre Teseo, che lo maledisse causandone la tragica morte. Fedra allora si impiccò. Ispirò tragedie di Euripide, Sofocle, Racine e Seneca.
Fedra
Tragedia di J. Racine (1677).
Fedra
Tragedia di G. D'Annunzio (1909).
Fedra
Opera tragica in tre atti di I. Pizzetti, testo di G. D'Annunzio (Milano, 1915).

Fèdro (20 a. C.-50 d. C.) Grande favolista, arrivò a Roma come schiavo di Augusto e, prendendo a modello Esopo, introdusse nella letteratura latina il nuovo genere della favola. Il tema principale e ricorrente delle sue opere era il senso di oppressione patito dai deboli nei confronti dei più potenti.

Fedro (filosofia) Opera di filosofia di Platone (prima metà IV sec. a. C.).

feed-back, sm. invar. In varie tecnologie, sistema di ritorno per l'individuazione e la correzione di errori. ~ retroazione.

feeling, sm. invar. Intesa che si stabilisce tra due o più persone. ~ simpatia.

fegatéllo, sm. Pezzetto di fegato di maiale, avvolto nella sua stessa rete o cucinato in padella o allo spiedo.

fegatìno, sm. Fegato di pollo, piccione o altro volatile.

fégato, sm. 1 Organo dei Vertebrati, collegato all'apparato digerente, di un colore rosso bruno in quanto molto ricco di sangue. 2 Coraggio, audacia. ~ ardimento. <> pavidità, pavore.
 sm. 1 liver. 2 (fig.) pluck.
È la ghiandola più grossa del corpo, che si occupa della produzione dei sali, dei pigmenti biliari e della secrezione della bile nell'intestino, svolgendo una funzione fondamentale. Le sue funzioni sono essenziali per l'organismo, per il metabolismo glicidico, lipidico e proteico e serve da filtro delle sostanze assorbite poi dall'intestino. Nell'uomo si trova nella parte superiore destra della cavità addominale, al di sotto del diaframma; è diviso in quattro lobi. I problemi più comuni del fegato sono dovuti a malformazioni congenite, a processi infiammatori e degenerativi (epatiti e cirrosi), a processi distruttivi (neoplasie). Tali malattie, per l'importanza ricoperta dall'organo, sono spesso gravi e possono compromettere la sua intera funzionalità.

fegatóso, agg. e sm. 1 Che, chi soffre di mal di fegato. 2 Rabbioso, animoso. ~ astioso. <> pacifico, sereno. 3 Audace, temerario. ~ coraggioso. <> pavido.

Feininger, Andreas (1906-) Fotografo statunitense. Scrisse alcuni libri divulgativi: La fotografia a colori: nuove tecniche (1969) e L'occhio del fotografo (1963).

Feininger, Lyonel (New York 1871-1956) Pittore e grafico statunitense, visse a lungo in Europa ove entrò in contatto con gli esponenti del cubismo orfico e con le correnti d'avanguardia, divenendo in seguito uno dei maggiori esponenti dell'espressionismo, nonché insegnante alla Bauhaus. Tra le sue opere, Il villaggio di Alt-Sellenthin, Fila di case illuminate, Velieri (1917, Lugano, collezione Thyssen-Bornemisza) e Tramonto in riva al mare (1927, New York, Solomon R. Guggenheim Museum).

Feira de Santana Città (406.000 ab.) del Brasile, nello stato di Bahia.

Feisòglio Comune in provincia di Cuneo (459 ab., CAP 12050, TEL. 0173).

Fejér Contea (423.000 ab.) dell'Ungheria, capoluogo Székesfehérv´r.

Felber Tauern Passo (2.881 m) dell'Austria, tra la valle del fiume Drava e quella del fiume Salzach.

fèlce, sf. Pianta appartenente alla classe delle Felci (Filicatae), caratterizzata da più di 10.000 specie. È tra le piante più antiche della terra, in quanto comparsa 350 milioni di anni fa; è priva di fiori e rami e le sue foglie (fronde) hanno sulla pagina inferiore sporangi con spore. Dalla spora si genera un organo laminare (protalla), che ha nella pagina inferiore gli organi sessuali maschili (anteridi) e femminili (archegoni), responsabili della produzione dell'embrione da cui si originerà la pianta. In Italia si trova in ambienti umidi e freschi (capelvenere, felce aquilina).
 sf. fern.
Felce aquilina
Nome comune del Pteridium aquilinum, pianta della famiglia delle Polipodiacee dalle foglie molto lunghe e profondamente incise.
Felce femmina
Nome comune dell'Athyrium filix foemina, pianta della famiglia delle Polipodiacee coltivata nei giardini.
Felce maschio
Nome comune della Dryopteris filix mas, pianta boschiva della famiglia delle Polipodiacee che forma grandi ciuffi verdi.

feldmaresciàllo, sm. Massimo grado di generale dell'ex impero austriaco, in Germania e in Gran Bretagna.

feldspàto, sm. Minerale appartenente agli allumosilicati di potassio, sodio, calcio e bario. Può contenere piccole quantità di bario, ferro e stronzio; costituiscono il 60% della litosfera. Viene utilizzato nell'industria delle porcellane, delle ceramiche, degli smalti o come pietra da taglio.

feldspatòidi Silicati di alluminio, componenti essenziali di rocce effusive alcaline. Si differenziano dai feldspati per il basso contenuto di silice.

Felétto Comune in provincia di Torino (2.482 ab., CAP 10080, TEL. 0124).

felìce, agg. 1 Chi è pienamente soddisfatto, appagato. ~ beato. <> infelice. 2 Di cosa che fa felice, che soddisfa. 3 Di epoca, tempo o condizione in cui si è stati contenti. ricordava con gioia quei giorni felici e spensierati. 4 Opportuno, bello. ~ eccellente. <> sfavorevole. è stata una scelta felice. 5 Di cosa, avvenimento, attività ben riuscita. ~ indovinato. <> mal riuscito. 6 Favorevole, fausto. ~ propizio. <> avverso.
 agg. glad, happy.
 lat. felix,-icis, da fecondo, fecundus, fetus.

Felìce Nome di papi e antipapi.
Felice I
(?-Roma 274) Santo e papa dal 269 al 274.
Felice II
(?-Roma 365) Papa dal 355 al 358.
Felice III
(?-Roma 492) Santo e papa dal 483 al 492, nel suo primo anno di papato, in opposizione al monofisismo, depose Acacio, patriarca di Costantinopoli.
Felice IV
(?-Roma 530) Santo e papa dal 526 al 530.
Felice V (antipapa).
(Chambéry 1383-Ginevra 1451) Amedeo VIII di Savoia, antipapa.

feliceménte, avv. 1 Nella felicità, da persona felice. ~ lietamente. 2 Con successo. 3 Convenientemente. ~ opportunamente.

Felìci, Péricle (Segni 1911-Foggia 1982) Cardinale italiano. Partecipò alla preparazione del Concilio Vaticano II dal 1959, fu segretario generale del Concilio ecumenico e infine divenne cardinale per mano di Paolo VI (1967).

felicità, sf. 1 Stato di chi è felice. ~ gioia. <> scontentezza. il rivederla e abbracciarla era motivo di grande felicità per lui. 2 Cosa o circostanza che procura contentezza. 3 Prosperità. ~ fortuna. <> disgrazia. 4 Perizia, capacità. ~ abilità. <> incapacità.
 sf. happiness.
 lat. felicitas,-atis.

Felicita Colombo Commedia di G. Adami (1935).

Felicità coniugale Romanzo di G. Montefoschi (1982).

felicitàre, v. v. tr. Rendere felice.
v. intr. pron. 1 Congratularsi. ~ complimentarsi. <> compiangere, rammaricarsi. 2 Essere felice. ~ gioire. <> dolersi.
 v. intr. pron. to congratulate.

felicitazióne, sf. Il felicitarsi, il congratularsi; l'atto e le parole con cui lo si fa. ~ rallegramento.

Felìdi Famiglia di carnivori Fissipedi, che raggruppa un numero elevato di specie snelle ed eleganti, disposte al salto; digitigradi, hanno dita con cuscinetto e artigli retrattili (tranne il ghepardo) e bocca con canini molto sviluppati e appuntiti, pelo morbido e lucente, udito e vista acutissimi e organi del tatto molto sviluppati (vibrisse). Hanno testa piccola, muso corto e orecchie erette. Molto importante la dentatura che prevede due molari, quattro o sei premolari a seconda delle specie, due canini e sei incisivi. Le zampe anteriori hanno cinque dita, quelle posteriori quattro. Presenti in tutti i continenti tranne l'Antartide. Predatori, preferiscono cacciare all'alba o al tramonto. Le pupille, rotonde al buio, all'esposizione della luce si chiudono in fessure verticali. Gli esemplari maschi sono in genere di dimensioni più grandi. Tra i generi più importanti, la lince, il gatto, il leone e il ghepardo.

felìno, agg. Di, da gatto. ~ agile.
 agg. feline.

Felìno Comune in provincia di Parma (6.354 ab., CAP 43035, TEL. 0521).

Felìtto Comune in provincia di Salerno (1.578 ab., CAP 84055, TEL. 0828).

felix culpa, loc. sost. f. invar. Espressione latina che significa "felice colpa". Indica una colpa o una mancanza che genera però conseguenze salutari.

Félix Vargas Romanzo di Azorín (1928).

Felizzàno Comune in provincia di Alessandria (2.510 ab., CAP 15023, TEL. 0131).

Fella Fiume (55 km) della Carnia. Nasce dall'Alpe di Ugovizza e confluisce nel Tagliamento.

fellàh, sm. e sf. Contadino della valle del Nilo.

fellandrène, sm. Nome generico di idrocarburi terpenici che si trovano nelle essenze di elemi, finocchio e gingergrass.

Fellària, vedrétta di Ghiacciaio delle Alpi Retiche, in Lombardia. Si estende anche sul versante meridionale del Bernina.

Fellini Satyricon Film fantastico, italiano (1969). Regia di Federico Fellini. Interpreti: Martin Potter, Hiram Keller, Salvo Randone.

Fellìni, Federìco (Rimini 1920-Roma 1993) Regista cinematografico, è stato anche disegnatore umoristico, giornalista e sceneggiatore. Le sue prime opere presentano temi neorealisti, come l'ironica rievocazione del passato e il gusto della favola, mentre i suoi film successivi sono ricchi di metafore, scenograficamente barocchi ed espressione di una dimensione nascosta della realtà. Tra i suoi film più importanti, I vitelloni, La strada (premio Oscar 1954), Le notti di Cabiria (premio Oscar 1957), La dolce vita, Otto e mezzo (premio Oscar 1963), Amarcord (premio Oscar 1973). Nel 1993 ha ricevuto il premio Oscar alla carriera.

felliniàno, agg. Relativo al registra cinematografico italiano Fellini e al suo stile.

fellodèrma, sm. (pl.-i) Tessuto parenchimatico che viene prodotto nei fusti e nelle radici delle piante.

fellògeno, sm. Tessuto meristematico secondario.

fellóne, agg. e sm. (f.-a) 1 Che, chi manca alla parola data. ~ traditore. 2 Perfido, scellerato. ~ malvagio. 3 Spietato, inumano. ~ crudele. 4 Rabbioso, infuriato, adirato. ~ furioso.

fellonésco, agg. (pl. m.-chi) Da fellone, sleale, perfido. ~ maligno.

fellonìa, sf. Tradimento. ~ inganno.

fellow, sm. invar. Membro privilegiato di una società accademica o di un college universitario inglese.
 termine inglese che significa "compagno".

Felònica Comune in provincia di Mantova (1.810 ab., CAP 46022, TEL. 0386).

félpa, sf. 1 Tessuto morbido di cotone, lana o altre fibre con una sola faccia pelosa. 2 Indumento confezionato con tale tessuto.
 sf. 1 brushed fabric. 2 (indumento) sweatshirt.

felpàto, agg. 1 Rivestito di felpa o lavorato a felpa. 2 Che non produce rumore. ~ attutito.

Felsìna Nome antico di Bologna.
 etrusco Velzna.

felsìneo, agg. Di Bologna.

feltràio, sm. Operaio addetto alla confezione dei feltri.

feltràre, v. v. tr. 1 Ridurre a feltro. 2 Rivestire di feltro.
v. intr. pron. 1 Divenire feltro o compatto come il feltro. 2 Intrecciarsi.

feltratùra, sf. 1 Lavorazione della lana o di altro pelo animale per ottenere il feltro. 2 Il foderare di feltro.

Féltre Comune della provincia di Belluno (20.000 ab., CAP 32032, TEL. 0439) a est del fiume Piave. Importante mercato agricolo, nonché ricco di industrie metalliche, tessili e grafiche. Dopo essere stato libero comune nel medioevo, cedette a Venezia nel 1404. Tra i monumenti la chiesa di San Rocco e i resti del castello.

Feltrinèlli, Antònio (Milano 1887-Gargano 1942) Industriale e mecenate italiano. Riuscì a trasformare l'azienda di legname del padre in un colosso industriale e finanziario. Utilizzò buona parte delle sue sostanze per istituire presso l'Accademia Nazionale dei Lincei un fondo (che porta il suo nome) per l'assegnazione annuale di premi a chi si è distinto nel campo delle arti, delle lettere, della medicina, delle scienze morali e storiche, fisiche, matematiche e naturali, oltre a un premio speciale quinquennale che viene assegnato a un'impresa di grande valore umanitario o morale.

Feltrinèlli, Giangiàcomo (Milano 1926-Segrate 1972) Fondatore dell'omonimo Istituto per la storia del socialismo e del movimento letterario internazionale (1950) e dell'omonima casa editrice (1954). Perì nella preparazione di un attentato terroristico.

féltro, sm. 1 Falda di lana o di altri peli animali, non tessuto, ma compresso e imbevuto di una colla speciale. 2 Pezzo di feltro. 3 Cappello di feltro.
 sm. felt.

felùca, sf. 1 Nave piccola e lunga con due alberi a vele latine. 2 Cappello a tre punte dell'alta uniforme degli ufficiali della marina, degli accademici, dei diplomatici. 3 Ambasciatore.

félze, sm. Copertura smontabile posta e protezione dei passeggeri nel mezzo della gondola.

fem Sigla di forza elettromotrice.

fémina, sf. Donna, femmina.

fémmina, agg. e sf. agg. invar. 1 Dotata di femminilità, desiderabile. ~ attraente. 2 Che rappresenta la parte ricevente di un incastro.
sf. 1 Nome generico di ogni individuo umano o animale portatore di gameti femminili. 2 Essere umano di sesso femminile. ~ donna. <> uomo. : :veva tre figli, due maschi e una femmina. 3 Pezzo di un congegno che consente l'inserimento stabile di un altro pezzo. la femmina di una spina elettrica
 sf. female.
 lat. femina, da legare a fecundus fecondo e fetus feto.

femminèlla, sf. 1 Germoglio degli alberi da frutta che nasce in anticipo. 2 In viticoltura, germoglio erbaceo originato dai controcchi che può produrre solo grappoli che non giungeranno a maturazione e che quindi viene eliminato con la potatura estiva.

femmìneo, agg. 1 Da femmina. 2 Effeminato.

femminìle, agg. e sm. agg. 1 Di, da femmina. aveva dei lineamenti molto femminili. 2 Proprio o riservato alle donne. ~ muliebre. <> mascolino. il torneo femminile si terrà nelle sue settimane successive a quello maschile. 3 Armonioso, delicato. ~ aggraziato. <> rude.
sm. Genere grammaticale femminile.
 agg. 1 feminine. 2 (sesso) female.

femminilìsmo, sm. Condizione che contraddistingue un individuo di sesso maschile che presenta aspetti femminili, congeniti o acquisiti.

femminilità, sf. 1 L'insieme delle qualità fisiche e psichiche proprie della donna. <> virilità. 2 Dolcezza, garbo. ~ delicatezza.

femminilizzazióne, sf. Progressivo aumento della presenza femminile in un ambito tradizionalmente maschile.

femminìno, agg. e sm. agg. Di, da donna.
sm. Femminilità: l'eterno femminino.

femminìsmo, sm. Movimento ideologico, sorto e diffusosi in tutta Europa negli anni '60, con l'intento di ottenere una parificazione dei diritti della donna a quelli dell'uomo, in tutti i settori della società, della quale contestava l'aspetto e il carattere fortemente maschilista e il fatto di essere retta su imprescindibili differenze e discriminazioni di sesso. Punto di partenza è stato per tutti la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina di O. de Gouges (1721). Negli anni '70, il movimento ha spostato i suoi interessi da un ambito prettamente politico e sociale a uno più strettamente psicologico e sessuale, arrivando anche a ottenere notevoli successi, quali la regolamentazione legale dei casi di scioglimento del matrimonio, il nuovo diritto di famiglia, l'istituzione dei consultori famigliari, la legge sulle pari opportunità, la liberalizzazione dei contraccettivi e l'approvazione delle leggi che regolano l'aborto. Tra i precursori del problema femminile, si può citare S. de Beauvoir, che ha dedicato alla condizione della donna un voluminoso saggio (Il secondo sesso, 1949). Secondo la Beauvoir i tratti distintivi della natura femminile sarebbero dovuti al lungo asservimento e non a differenze originarie e immutabili.
 sm. feminism.

femminìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Che segue il femminismo.

femminùccia, sf. (pl.-ce) 1 Vezzeggiativo di femmina. ~ donnetta. 2 Uomo o bambino debole e pauroso. ~ donnicciola. <> maschione.

femoràle, agg. Attinente al femore.
Arteria femorale
Termine anatomico che designa l'arteria passante nella coscia.

fèmore, sm. Osso della coscia dei Vertebrati terrestri. È articolato al bacino attraverso l'estremità prossimale (testa del femore) e alla tibia e alla fibula con quella distale in corrispondenza del ginocchio. È l'osso più lungo del corpo umano.
 sm. thigh-bone, femur.

fèmto Prefisso di unità di misura fondamentali, rappresentato dal simbolo f, che riduce il valore dell'unità nel rapporto 10-15.

Fen He Fiume (700 km) della Cina, nella provincia dello Shanxi.

fen(o)- 1 Primo elemento di termini chimici indicante la presenza in un composto organico di fenoli o derivati. 2 Primo elemento di termini scientifici.
 greco pháinesthai apparire.

fenachistoscòpio, sm. Antico strumento che dà l'illusione del movimento, basato sulla brevità della persistenza delle immagini nella retina dell'occhio.
 comp. dal greco phenakistikós che inganna + skopêin esaminare.

fenacil- Prefisso indicante la presenza in un composto del gruppo feracile.

fenacìte, sf. Silicato di berillo che si presenta in cristalli romboedrici incolori e limpidi.

fenantrène, sm. Idrocarburo triciclico contenuto nel catrame del carbon fossile.

fenazìna, sf. Composto eterociclico, un solido giallo che fonde a 171°C.

fenciclidìna, sf. Sostanza tossica dalle proprietà allucinogene indicata con la sigla PCP. Viene detta anche polvere degli angeli.

fendènte, sm. Colpo di sciabola per taglio dall'alto al basso.

fèndere, v. v. tr. 1 Spaccare trasversalmente. ~ tagliare. <> congiungere. 2 Attraversare in mezzo. ~ solcare. lo scafo fendeva velocemente le acque.
v. intr. pron. Spaccarsi, creparsi, aprirsi. ~ screpolarsi. con forti escursioni termiche la pietra può fendersi.
 v. tr. to cut through.
 lat. findere.

Féndi (sorelle) Casa di moda condotta dalle cinque sorelle Fendi (Ada, Anna, Carla, Franca e Paola), specializzata nel campo di pelli e pellicce sia d'alta moda sia prêt-a-porter.

fendinébbia, agg. e sm. invar. Di proiettori per autoveicoli che consentono una discreta visibilità in caso di nebbia. ~ antinebbia.
 sm. fog lamp.

fenditóio, sm. Strumento usato per spaccare trasversalmente.

fenditùra, sf. Fessura, apertura, taglio. ~ crepa.

Fenegrò Comune in provincia di Como (2.301 ab., CAP 22070, TEL. 031).

Fénelon, François de Salignac de la Mothe (Castello di Fénelon 1651-Cambrai 1715) Scrittore e moralista francese, fu ecclesiastico dedito allo studio dei problemi pedagogici. Fu precettore del duca di Borgogna, nipote di Luigi XIV, per cui scrisse le Favole, I dialoghi dei morti e Le avventure di Telemaco, romanzo pedagogico, fondato su principi di tolleranza e moderazione, anticipatore di molti elementi dell'illuminismo, nonché iniziatore di una nuova prosa poetica. Cacciato da corte e nominato vescovo di Cambrai, si avvicinò al quietismo, polemizzando con Bossuet, e attirandosi le condanne della chiesa, in seguito alla pubblicazione della Spiegazione delle massime dei Santi. Tra le altre opere, Le Tavole di Chaulnes, Lettera alla Académie Française.

Fenestèllidi Famiglia di briozoi fossili che si trovano nei terreni paleozoici.

Fenestrèlle Comune in provincia di Torino (678 ab., CAP 10060, TEL. 0121).

Feng Meng-lung (ca. 1574-1645) Favolista cinese. Tra le opere Storie per istruire la gente, Storie per mettere in guardia la gente e Storie per svegliare la gente.

Fengshan Città (294.000 ab.) di Taiwan, capoluogo della contea di Kaohsiung.

feniàni Nelle leggende epiche irlandesi confluite nell'Ossian, nome di una serie di guerrieri legati al loro signore, l'eroe Finn, da uno stretto legame di devozione.

fenìce, sf. 1 Uccello leggendario che gli Egizi rappresentavano sotto le sembianze di un airone; originario dell'Etiopia, viveva oltre 500 anni. Sentendosi prossima alla fine costruiva un rogo di piante aromatiche ove moriva bruciata; dalle ceneri risorgeva un'altra fenice che volava a Eliopoli dove veniva consacrata nel tempio del Sole. Tornava infine in Etiopia per vivere la sua lunghissima esistenza, cibandosi di perle d'incenso. Erodoto la descrive come una grossa aquila dal variopinto piumaggio. 2 Persona o cosa più unica che rara. 3 Moneta d'oro o d'argento coniata a Palermo nel 1732-1733, avente sul rovescio la morte della fenice. 4 Genere di palme a cui appartiene anche la palma da datteri.
Araba fenice
Locuzione usata per la prima volta dal Metastasio, attualmente usata per indicare persone o cose di cui tutti parlano, ma che nessuno ha mai visto.

Fenìce (astronomia) Costellazione scoperta da J. Bayer nel 1603, difficilmente osservabile dalle latitudini italiane, in quanto coperta dall'orizzonte; si trova nell'emisfero celeste australe.

Fenìce (teatro) L'ultimo di otto teatri lirici costruiti a Venezia dal 1637. Inaugurato nel 1792, fu distrutto quasi completamente da un incendio nel 1995.

fenìci Popolazione semitica, abitante nel IV millennio a. C. la regione dell'Asia Minore, a nord del monte Carmelo (la zona di Canaan corrispondente all'attuale Libano). Fenici era il nome con cui erano chiamati dai greci, forse derivato dal termine greco "purpureo", in quanto essi producevano e commerciavano stoffe colorate con la porpora. Lo stato dei fenici era diviso in città stato, le cui più importanti erano Biblo, Sidone e Tiro; erano ottimi navigatori e conquistatori, tanto che tutta la zona da Cipro alle coste africane (Cartagine) cadde in loro potere, così come Sardegna, Sicilia e Spagna. Subirono interminabili invasioni e aggressioni, anche se le città finicie riuscirono comunque sempre a mantenere una propria indipendenza: egizi, assiri e babilonesi, persiani e greci furono i dominatori prima che i romani li includessero nella provincia della Siria. Le continue invasioni permisero loro di espandersi a livello commerciale e consentirono a popoli nuovi di apprendere le loro arti, compresa la navigazione. Furono commercianti di stoffe e legnami, nonché artigiani di vetro e metalli. Si spinsero alla ricerca di materie prime (rame, stagno e oro) in tutto il Mediterraneo e fin oltre lo stretto di Gibilterra. La colonizzazione del Mediterraneo vide la fondazione di numerose città costiere in Sicilia, Sardegna, Spagna e Africa. La loro lingua era simile all'ebraico ed è stata decifrata nel XVIII sec. Ai fenici è attribuita l'invenzione dell'alfabeto fonetico e la forma esteriore delle lettere che fu adottata dai greci. È grazie a loro che furono diffuse le unità di misura e il sistema dei pesi babilonesi in tutto il bacino del Mediterraneo. A livello religioso, la figura più importante era El, con la moglie Asherah, anche se il più venerato era Baal, dio della pioggia e della vegetazione, unitamente a Astarte o Anat, simbolo della madre terra; le costruzioni religiose consistevano in templi recintati con al centro una pietra (Betilo), dimora del dio; i riti prevedevano la prostituzione sacra e il sacrificio dei bambini. L'arte fenicia non è stata molto originale, in quanto fusione di stili diversi, egizio, mesopotamico, egeo, così come si osserva dalle costruzioni e le architetture ritrovate nei centri di Ugarit, Biblo e Cartagine. Molto più originali e tipici sono i lavori in vetro, i gioielli e i pannelli scolpiti in avorio, usati per la decorazione dei mobili.

Fenìcia L'antica regione dei fenici. Comprendeva il litorale del Libano e della Siria.

fenìcio, agg. e sm. (pl. f.-cie) agg. Dell'antica Fenicia.
sm. Abitante o nato nell'antica Fenicia.

fènico, agg. (pl. m.-ci) Di un tipo di acido chiamato impropriamente fenolo.

Fenicottèridi Famiglia di Uccelli Anseriformi comprendente solo i fenicotteri con i generi Phoenicopterus, Phoeniconaias e Phoenicoparrus.

fenicòttero, sm. Membro del genere degli Uccelli Fenicotteriformi (Phoenicopterus); l'esemplare più noto è il fenicottero rosa, alto più di 1 m, con corpo snello e collo molto lungo e sviluppato. Ha un becco molto allungato, zampe sottili e snelle e il caratteristico piumaggio rosa, da cui prende il nome. Vive in grandi stormi in Africa settentrionale e in alcune zone costiere del bacino del Mediterraneo.
 sm. flamingo.

fenil- Prefisso indicante la presenza in un composto organico del gruppo fenile-C6H5.

fenilacètico, agg. (pl. m.-ci) Relativo ai fenilderivati dell'aldeide.

fenilalanìna, sf. Amminoacido essenziale presente in particolare nelle proteine del latte e delle uova. Nel corpo umano viene convertita in tirosina.

fenilammìna, sf. Amminoacido essenziale che in natura è presente nella forma levogira. Nei tessuti animali viene metabolizzata in tirosina. Si trova nell'uovo intero e nel latte scremato.

fenìle, sm. Gruppo monovalente derivante dal fenolo per soppressione dell'ossidrile o dal benzene per eliminazione di un idrogeno.

fenilendiammìna, sf. Diammina aromatica.

fenìlico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a composti contenenti il gruppo fenile.

fenilidrazìna, sf. Idrazina sostituita che viene utilizzata nella preparazione dell'aspirina e di alcuni coloranti.

Fénis Comune in provincia di Aosta (1.603 ab., CAP 11020, TEL. 0165).

fènnec, sm. invar. Nome volgare del Fennecus zerda, un piccolo mammifero carnivoro africano della famiglia dei Canidi, caratterizzato da muso sottile e appuntito e grandi orecchie.

Fennoscàndia Nome con il quale viene indicata la parte più settentrionale dell'Europa, costituita dalla penisola della Scandinavia e di Kola, dalla Finlandia e da parte della Carelia.

fenogenètica, sf. (pl.-che) Parte della genetica che studia in che modo i caratteri ereditari specificati dai geni si manifestano nel fenotipo.

Fenòglio, Bèppe (Alba, Cuneo 1922-Torino 1963) Narratore. Tra le opere I ventitré giorni della città di Alba (1952), Primavera di bellezza (1959) e Il partigiano Johnny (postumo, 1968).

fenolftaleìna, sf. Ftaleina del fenolo, incolore in ambiente acido e rossa in ambiente alcalino. Utilizzata, per queste sue proprietà, come indicatore in acidimetria, viene impiegata anche come purgante.

fenòlico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo a un fenolo. 2 Di composto derivante dai fenoli.

fenòlo, sm. Composto chimico, la cui formula è C6H5OH, derivato dal benzolo. È molto tossico e può causare intossicamento; è solubile in solventi organici, mentre lo è meno in acqua. Viene usato nella preparazione di composti chimici come solvente e nella fabbricazione di resine fenoliche.

fenologìa, sf. Studio dei fenomeni ritmici della vita animale e vegetale in rapporto al cambio delle stagioni.

fenològico, agg. (pl. m.-ci) Di, della fenologia; relativo alla fenologia.

fenomenàle, agg. 1 Di fenomeno. 2 Straordinario, meraviglioso. ~ incredibile. <> ordinario.

fenomenicaménte, avv. In modo fenomenico.

fenomenicità, sf. Carattere fenomenico.

fenomènico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a un fenomeno.

fenomenìsmo, sm. Teoria filosofica secondo la quale la conoscenza della realtà è limitata alla rappresentazione delle cose fornita dall'esperienza.

fenòmeno, sm. 1 Tutto ciò che può essere osservato e studiato attraverso una conoscenza diretta. 2 Fatto, evento che richiama su di sé una particolare attenzione. ~ avvenimento. si erano verificati degli strani fenomeni luminosi sulla collina quella notte. 3 Cosa o persona straordinaria. ~ mostro. lo avrebbero considerato un fenomeno da quel momento in poi, dopo quella dimostrazione di bravura. 4 Prodigio. ~ miracolo.
 sm. 1 phenomenon. 2 (meraviglia) marvel.
 greco phainomenon, p.pres. di phainesthai apparire.

fenomenologìa, sf. Descrizione di fenomeni.
Gli esponenti maggiori di tale dottrina sono stati G. F. W. Hegel, per il quale essa è la descrizione delle forme storiche nelle quali si realizza il cammino della coscienza nel suo farsi e divenire, ossia il passaggio della coscienza da uno stato sensibile al sapere assoluto, all'autocoscienza; E. Husserl che indica un preciso indirizzo filosofico, per l'analisi dell'essenza (noema) delle cose, quali manifestazioni nell'esperienza della coscienza trascendentale, in seguito all'eliminazione dell'esistenza empirica, psichica e fisica dell'oggetto intuito e del soggetto intuente dalla sua considerazione. Analizzando la coscienza è possibile analizzare anche tutti i modi in cui qualcosa può essere percepito, ricordato. La fenomenologia è stata largamente utilizzata nella filosofia, psichiatria e psicologia contemporanea. La scuola fenomenologico critica italiana (A. Banfi, E. Pace e L. Anceschi) ha proposto l'applicazione della fenomenologia alla pedagogia, all'estetica e alla critica letteraria.

Fenomenologia della percezione Opera di filosofia di M. Merlau-Ponty (1945).

Fenomenologia dello spirito Opera di filosofia di G. W. F. Hegel (1807).

fenomenologicaménte, avv. Dal punto di vista fenomenologico.

fenomenològico, agg. (pl. m.-ci) Di, della fenomenologia, relativo alla fenomenologia.

fenoplàsto, sm. Resina ottenuta dal fenolo e utilizzata nell'industria chimica, tessile, elettrica e delle vernici.

fenotìpo, sm. Insieme delle caratteristiche visibili di un individuo o di una popolazione.

Fens Regione della Gran Bretagna, intorno all'insenatura nota con il nome di The Wash, nell'Inghilterra orientale.

feocromocitòma, sm. Raro tumore, quasi sempre benigno, delle cellule cromaffini. Nella maggior parte dei casi è localizzato nella parte midollare del surrene, ma può presentarsi anche nel rene, nella vescica o nell'aorta.

Feodàri Sottordine di Protozoi Sarcodici appartenenti all'ordine dei Radiolari, che presentano scheletro siliceo e capsula perforata da un'apertura principale e due secondarie.

Feofìte Suddivisione del regno vegetale, classe delle Protofite, composta di circa 1.500 specie, organismi pluricellulari, di varia forma, da laminare a nastriforme a filamentosa. Anche dette alghe brune. Popolano le acque fredde e aderiscono alla roccia: i sargassi ne sono una forma galleggiante.

feràce, agg. 1 Fertile, fecondo. ~ produttivo. 2 Ricco di fantasia, d'inventiva.

feracità, sf. L'essere ferace. ~ fertilità.

feràle, agg. Che porta morte. ~ letale.

ferberìte, sf. Wolframato di ferro. Forma, insieme alla hübnerite, delle miscele isomorfe dette wolframite.

Ferdinàndo Nome di sovrani.
Sacro Romano Impero Ferdinando I
=> "Ferdinando I d'Asburgo"
Ferdinando II d'Asburgo
(Graz 1578-Vienna 1637) Cugino di Mattia, gli succedette nel 1619. Nel 1620 debellò la rivolta protestante in Boemia e quindi ottenne numerose vittorie all'inizio della guerra dei trent'anni, senza però riuscire nel suo sogno di restaurazione cattolica e imperiale.
Ferdinando III d'Asburgo
(Graz 1608-Vienna 1657) Figlio di Ferdinando II, gli succedette nel 1637. Nel 1634 batté gli svedesi a Nordlingen, ma nel 1648 fu costretto a firmare la pace di Westfalia.
Aragona e Sicilia Ferdinando I il Giusto
(1380 ca.-Igualada 1416) Figlio di Giovanni I di Castiglia e nipote di Martino II, succedette a quest'ultimo come re d'Aragona, di Sicilia e di Sardegna nel 1412.
Ferdinando II
=> "Ferdinando II il Cattolico"
Austria Ferdinando I
(Vienna 1793-Praga 1875) Figlio di Francesco I, gli succedette come imperatore d'Austria dal 1835 al 1848, seguendo la politica del Metternich. Nel 1848 abdicò in favore del nipote Francesco Giuseppe in seguito all'insurrezione viennese.
Bulgaria Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Gotha
(Vienna 1861-Coburgo 1948) Principe di Bulgaria dal 1887, nel 1908 divenne zar dei bulgari, titolo che ricoprì fino al 1918, quando abdicò a favore del figlio Boris. Nel 1915 si schierò a fianco degli imperi centrali.
Castiglia e León Ferdinando I di Castiglia
(1016?-León 1065) Dapprima conte (1029) e quindi re Castiglia (1035), nel 1037 conquistò il León. Fondò la monarchia castigliana.
Ferdinando II di Castiglia
(1137-Benavente 1188) Re di León dal 1157 e dal 1158 anche di Castiglia, conquistò quest'ultimo titolo prevalendo sul fratello Sancio III.
Ferdinando III il Santo
(1200 ca.-Siviglia 1252) Figlio di Berengaria e di Alfonso IX, nel 1217 succedette alla madre in Castiglia e nel 1230 al padre in León, unendo così definitivamente i due regni. Conquistò Cordoba nel 1236 e Siviglia nel 1246.
Ferdinando IV di Castiglia e León
(Siviglia 1286-Jaén 1312) Re dal 1295, conquistò agli arabi Gibilterra.
Mantova e Monferrato Ferdinando Gonzaga
(Mantova 1587-Mantova 1626) Succedette al fratello Francesco II nel 1612 come duca di Mantova e Monferrato. Senza eredi, nominò successore Carlo di Rethel, del ramo Gonzaga-Nevers (1625).
Napoli Ferdinando I detto Ferrante
(Valenza 1431-Napoli 1494) Figlio naturale di Alfonso V d'Aragona, salì al trono nel 1458. Dovette affrontare la congiura dei baroni e le mire espansionistiche di Carlo VIII in Italia.
Ferdinando II detto Ferradino
(Napoli 1467-1496) Figlio di Alfonso II, gli succedette come re di Napoli nel 1495. Tentò senza successo di opporsi a Carlo VIII.
Parma e Piacenza Ferdinando di Borbone
(Parma 1751-Badia di Fontevivo 1802) Duca di Parma e Piacenza dal 1765 al 1801. Nel 1771 licenziò l'illuminato ministro Du Tillot, e seguì una politica filoaustriaca. Nel 1801 venne deposto da Napoleone.
Romania Ferdinando I di Romania
(Sigmaringen 1865-Sinaia 1927) Re dal 1914, durante la prima guerra mondiale si schierò a fianco dell'intesa nel 1916 e conquistò la Transilvania, la Bucovina e il Temesvàr.
Spagna Ferdinando VI
(Madrid 1713-Villaviciosa de Odón 1759) Figlio di Filippo V, fu re dal 1746. Ignorando il patto di famiglia, non aiutò la Francia nella guerra dei sette anni. Morì senza eredi.
Toscana Ferdinando I de' Medici
(Firenze 1549-1609) Figlio di Cosimo I e fratello di Francesco I, succedette a quest'ultimo come duca di Toscana dal 1587. Promosse lo sviluppo di Livorno e si avvicinò molto alla Francia, in particolare con il matrimonio con Maria Cristina di Lorena.
Ferdinando II de' Medici
(Firenze 1610-1670) Figlio di Cosimo II, nel 1621 gli succedette come granduca di Toscana sotto la reggenza della madre Maria Maddalena e della nonna Maria Cristina. Subì anche in seguito la loro influenza.
Ferdinando III di Lorena
(Firenze 1769-1824) Figlio di Pietro Leopoldo, quando questi divenne imperatore, gli succedette come granduca di Toscana (1790-1801 e 1814-1824). Nel 1801 venne deposto da Napoleone, ma fu reintegrato dei suoi possessi e governò assecondando la politica del ministro Fossombroni.

Ferdinàndo I d'Asburgo (Alcalà de Henares 1503-Vienna 1564) Figlio di Filippo I il Bello e di Giovanna la Pazza divenne re di Boemia e di Ungheria in seguito all'ottenimento della sovranità delle provincie austriache degli Asburgo con il trattato di Worms e, dopo che il fratello Carlo V abdicò, fu anche imperatore. Fu favorevole alla controriforma, tentando sempre però di mantenere uno stato di pace religiosa in Germania (pace di Augusta, 1555). Organizzò tutti i territori da lui controllati a livello amministrativo, soffocando tendenze autonomiste ponendo così le basi del futuro potere asburgico.

Ferdinàndo I di Borbone (Napoli 1751-1825) Figlio di Carlo VII, gli succedette al trono quando questi divenne re di Spagna. Dopo il matrimonio con Maria Carolina d'Asburgo, si verificò uno spostamento verso posizioni angloasburgiche della politica estera del regno. Aderì alla coalizione antifrancese, ma venne ugualmente sconfitto dalle truppe francesi, che entrarono nel regno proclamando la Repubblica Partenopea e costringendolo a fuggire in Sicilia. Al suo ritorno, grazie alla riconquista del territorio dalle truppe del cardinale F. Ruffo, iniziò una feroce repressione, che ebbe come conseguenza una sua ennesima cacciata a opera di Napoleone (1806), che lo costrinse a riparare ancora in Sicilia, dove egli concesse una costituzione parlamentare e restò fino alla sconfitta definitiva delle truppe francesi nel 1816. Ritornato ancora a Napoli, fece condannare G. Murat e, dopo aver unificato i suoi domini, proclamò il regno delle Due Sicilie. Dovette affrontare ancora delle sommosse e moti rivoluzionari, che sedò con l'appoggio delle truppe reazionarie, ottenuto con il congresso di Lubiana (1821) e con l'occupazione dell'esercito austriaco che riportò l'ordine.

Ferdinàndo II di Borbone (Palermo 1810-Caserta 1859) Figlio di Francesco I e di Maria Carolina d'Asburgo, fu re dal 1830. Prospettò originariamente delle riforme finanziarie e amministrative, che pensò bene di ritrattare, ritornando su posizioni assolutistiche e reazionarie; instaurò un rigido regime di polizia (fucilazione dei fratelli Bandiera). Fu costretto a concedere una costituzione (1848) in seguito ai moti scoppiati in Sicilia, ma fu una breve parentesi, in quanto riottenuto il potere, con l'appoggio delle truppe richiamate dalla Lombardia e guidate da G. Pepe, soppresse duramente i rivoltosi e sciolse il parlamento. Come conseguenza ci fu un inasprimento del regime assolutistico e una feroce repressione di ogni tentativo di ribellione (C. Pisacane).

Ferdinàndo II il Cattolico (Sos 1452-Madrigalejo 1516) Erede al trono di Giovanni II d'Aragona, fu il responsabile dell'unificazione della Spagna a seguito del matrimonio con Isabella di Castiglia (1469). Insieme portarono a compimento l'unificazione territoriale del paese, tramite le conquiste delle città di Granada, sottratta agli arabi (1492) e della Navarra spagnola e quella religiosa, con l'istituzione del tribunale dell'Inquisizione per convertire musulmani ed ebrei. La Spagna con loro come sovrani divenne una delle massime potenze marittime del Mediterraneo e dell'oceano Atlantico, conquistando tra l'altro Algeri, Orano e Tripoli e il regno di Napoli (1502-1504).

Ferdydurke Romanzo di W. Gornbrowicz (1938).

ferecratèo, agg. e sm. Relativo a un verso che veniva usato come clausola alla fine di un periodo o di un sistema lirico.

Ferenczi, S´ndor (Miskolc 1873-Budapest 1933) Psicologo ungherese. Discepolo di Freud, studiò le fasi di sviluppo dell'Io e cercò di applicare i criteri psicoanalitici alla biologia dei processi sessuali. Tra le opere Isteria e patonevrosi (1919) e Thalassa, psicoanalisi della vita sessuale (1924).

ferentàrio, sm. Soldato romano a piedi o a cavallo che, nei primo periodo della repubblica, doveva provocare il nemico durante le battaglie.

Ferentìllo Comune in provincia di Terni (2.005 ab., CAP 05034, TEL. 0744).

Ferentìno Comune in provincia di Frosinone (19.149 ab., CAP 03013, TEL. 0775). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi e frutta) e industriale (prodotti alimentari, tessili, plastici e cartari) della Ciociaria. Fondata dagli ernici, venne poi conquistata dai romani nel V sec. a. C. Vi si trovano resti romani dell'acropoli, la chiesa di Santa Maria Maggiore, del XII sec., e il duomo dell'XI sec.

fèretro, sm. 1 Bara ricoperta da un drappo. ~ catafalco. 2 Bara. ~ sarcofago.
 sm. coffin.

Fergana Città (227.000 ab.) dell'Uzbekistan, capoluogo della provincia omonima.
Regione (2.000.000 ab.) dell'Asia centrale, divisa tra Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan.

fergusonìte, sf. Niobato e tantalato di ittrio dai cristalli tetragonali lucenti di colore bruno-nero.

fèria, sf. 1 Nel calendario liturgico, tutti i giorni della settimana esclusi i festivi. 2 Al plurale, giorno di riposo a cui ha diritto il lavoratore. ~ vacanze. avrebbe trascorso le ferie in casa. 3 Giorno in cui l'attività lavorativa è interrotta. ferie giudiziarie.
 lat. feriae.

Feria d'agosto Opera di narrativa di C. Pavese (1946).

feriàle, agg. Di giorno non festivo. ~ lavorativo. <> festivo.
 agg. weekday, working.

Ferìda, Luìsa (Castel San Pietro Terme, Bologna 1914-Milano 1945) Nome d'arte dell'attrice cinematografica Luisa Manfrina Farnet. Tra le sue interpretazioni, La cena delle beffe (1942), La corona di ferro e La bella addormentata. Collaboratrice attiva della repubblica di Salò, venne giustiziata dai partigiani insieme al suo compagno Osvaldo Valenti.

feriménto, sm. Il ferire, l'essere ferito.

ferinità, sf. Carattere felino. ~ bestialità

ferìno, agg. 1 Di, da fiera. ~ belluino. 2 Crudele, feroce. ~ efferato. <> benigno.

ferìre, v. v. tr. 1 Colpire provocando una ferita. ~ trafiggere. chi di spada ferisce, di spada perisce, il trattamento che riserviamo agli altri prima o poi verrà fatto a noi. 2 Addolorare con atti e parole, offendere. ~ umiliare. <> allietare. le sue parole lo ferirono. 3 Fare profonda impressione. 4 Colpire dando fastidio. senza colpo ferire, senza spargimento di sangue né opposizione.
v. intr. pron. e rifl. Prodursi una ferita. ~ tagliarsi.
 v. tr. to injure, to hurt, to wound.
 lat. ferire colpire.

ferìta, sf. 1 L'effetto del ferire. ~ lesione. ferita da taglio, da arma da fuoco. 2 Colpo, dolore. ~ dispiacere. sentiva ancora viva la ferita di quelle parole umilianti.
 sf. injury, wound.
 deriv. da ferire.
Si definisce ferita una lesione che provoca la rottura della cute con esposizione dei tessuti posti al di sotto di essa. Le cause possono essere diverse. Spesso sono costituite da oggetti o altro che in qualche modo provocano lacerazione dei tessuti; a volte, però, le ferite possono avvenire per cause interne, come nel caso di lacerazione dei tessuti da parte di monconi ossei in seguito a fratture esposte.
Le situazioni sono molto varie; si spazia da quadri assolutamente privi di pericolosità, a condizioni di assoluta emergenza. Le escoriazioni sono situazioni benigne determinate dal semplice sfregamento della cute con perdita della sua parte superficiale. Capitano molto frequentemente nei bambini durante il gioco. Il rischio maggiore, in queste situazioni, è determinato dalla possibilità di contrarre infezioni.
I tagli sono provocati da oggetti affilati quali coltelli, rasoi ecc. La gravità della ferita dipende dalla profondità del taglio, dalla lesione di organi o vasi sanguigni importanti, dalla sede della lesione. Si possono presentare quadri molto gravi.
Le ferite da punta di solito sono provocate da oggetti taglienti e appuntiti quali coltelli, temperini, cacciaviti, punteruoli, schegge, chiodi, vetri. Anche in questo tipo di ferite si possono presentare situazioni molto gravi. I problemi che possono derivare da queste situazioni sono rappresentati dalla possibilità di emorragie, sia esterne che interne, e dalla possibile insorgenza di infezioni.
Le ferite lacero-contuse sono causate da oggetti con margini irregolari e non uniformi. In queste situazioni, alla ferita, rappresentata da una lacerazione dei tessuti di dimensioni variabili, si somma un trauma contusivo.
Nei casi più banali è sufficiente un'adeguata detersione e disinfezione della ferita per risolvere il problema. Usare i comuni prodotti antisettici presenti in commercio evitando possibilmente l'alcol. Occorre cercare di liberare la ferita da vestiti e parti di abbigliamento, utilizzando, se possibile, delle forbici. Rimuovere eventuali corpi estranei, tenendo però presente che, in caso di oggetti di una certa consistenza conficcati nella ferita, non è consigliabile effettuarne la rimozione.
Arrestare l'eventuale emorragia. Il metodo consigliato è quello di effettuare una compressione diretta sul punto della ferita, eventualmente associata all'elevazione se la ferita è localizzata a livello di un arto, allo scopo di chiudere i vasi sanguigni lacerati. Per tale operazione utilizzare come tampone il pezzo di stoffa più pulito che si riesce a reperire sul luogo dell'incidente. Tenere la compressione fino all'arresto della emorragia. È da evitare l'uso del laccio se non come ultima risorsa, per il pericolo di ischemizzare i tessuti adiacenti la ferita. Prima di fasciare la ferita assicurarsi di aver arrestato l'emorragia.

ferità, sf. L'essere ferino, ferocia. ~ crudeltà.

ferìto, agg., sm. e sf. agg. 1 Che ha subito una o più ferite. ~ leso. 2 Offeso. ~ mortificato.
sm. e sf. Chi ha subito una o più ferite.
 sm. e sf. injured, wounded.

Ferito a morte Romanzo di R. La Capria (1961).

feritóia, sf. 1 Piccola apertura praticata sulle mura di fortezze, mezzi blindati ecc. allo scopo di sparare al nemico rimanendo al riparo. 2 Qualsiasi apertura stretta. 3 Fessura. ~ spiraglio.
 deriv. da ferire.

feritóre, sm. (f.-trìce) Chi ferisce.

Fèrla Comune in provincia di Siracusa (3.029 ab., CAP 96010, TEL. 0931).

Ferlinghetti, Lawrence (Yonkers, New York 1919-) Poeta ed editore statunitense. Esponente della cosiddetta beat generation (generazione del movimento culturale e letterario di protesta sorto negli Stati Uniti d'America negli anni '50), fondò a San Francisco la casa editrice City Lights Books presso la quale vennero pubblicate le opere dei più noti autori beat. Tra le opere poetiche, A Coney Island of the Mind (Coney Island della mente, 1958), Landscapes of living and dying (Paesaggi di vivi e di morenti, 1979) e The Secret Meaning of the Things (Il significato segreto delle cose, 1979). Tra le opere narrative Her (Lei, 1960) e Over all the obscene boundaries (Sopra tutti i confini osceni, 1984).

férma, sf. 1 Periodo di permanenza sotto le armi per adempiere al servizio militare. ~ leva. 2 Puntata del cane da caccia davanti a un animale.
 sf. 1 period of service. 2 (cane da caccia) pointer.

fermacampióne, sm. Fermaglio metallico a farfalla per tenere chiuse le buste a sacchetto.

fermacapélli, sm. invar. Fermaglio per capelli.

fermacàrro, sm. Ostacolo con respingenti, messo all'estremità di un binario tronco.

fermacàrte, sm. invar. Oggetto pesante usato per tenere ferme le carte sul tavolino.
 sm. paperweight.

fermacravàtta, sm. invar. (pl. invar.-e) Molletta o spilla per fissare la cravatta alla camicia e tenerla tesa.
 da ferma-+ cravatta.

fermàglio, sm. Oggetto avente forma di gancio usato per chiudere o a tenere ferme due parti staccate di qualcosa. ~ fibbia.
 sm. 1 fastener, clasp. 2 (capelli, documenti) clip. 3 (ornamento prezioso) brooch.

fermaménte, avv. 1 In modo fermo. ~ saldamente. 2 Senza dubbio, di sicuro. ~ decisamente.

Fermanagh Distretto (54.000 ab.) della Gran Bretagna, nell'Irlanda del Nord.

fermanèllo, sm. Anello sottile che si porta al dito per evitare di perderne un altro più prezioso.

fermapièdi, sm. invar. Staffa di metallo delle biciclette che impedisce al piede di scivolare.

fermàre, v. v. tr. 1 Arrestare qualcuno o qualcosa in movimento. ~ trattenere. <> muovere. 2 Trattenere qualcuno in stato di fermo. ~ incarcerare. <> liberare. 3 Assicurare qualcosa che si muove. ~ fissare. <> staccare. aveva dimenticato di fermare le imposte, che ora erano in balia del vento. 4 Prenotare. 5 Sospendere, cessare. ~ interrompere. CONTR continuare. il direttore fermò i lavori.
v. intr. Cessare di andare, far tappa. ~ sostare.
v. intr. pron. 1 Interrompere un movimento. ~ arrestarsi. <> avviarsi. si fermò un istante per allacciarsi le stringhe. 2 Stabilirsi. ~ insediarsi. <> andarsene.
 v. tr. 1 to halt, to stop. 2 (interrompere) to interrupt. 3 (fissare un bottone ecc.) to fix, to fasten. 4 (fermo di polizia) to detain, to hold. v. intr. e intr. pron. 1 to stop, to halt. 2 (in un luogo) to stay.
 lat. firmare stabilire, deriv. da firmus stabile.

fermascàmbio, sm. Apparecchio atto a bloccare gli aghi dello scambio di una linea ferroviaria in modo tale da impedirne lo spostamento laterale.

Fermat, Pierre de (Beaumont-de-Lomagne 1601-Castres 1665) Matematico francese tra i più originali del suo tempo, compì inizialmente studi di giurisprudenza; nominato poi consigliere parlamentare a Tolosa, ebbe la possibilità di conoscere i più eminenti scienziati e filosofi del suo tempo. Avviò, assieme a Pascal, gli studi moderni di teoria delle probabilità e, contemporaneamente a Cartesio, quelli di geometria analitica; contribuì alla nascita della moderna teoria dei numeri. I suoi studi dei massimi e minimi sono le prime trattazioni del calcolo differenziale, che egli applicò alla riflessione e rifrazione della luce.
Principio di Fermat
Principio di ottica geometrica, secondo cui un raggio luminoso, procedendo da A a B, segue il cammino che necessita del minor tempo possibile.
L'Ultimo Teorema di Fermat
Afferma l'impossibilità di soddisfare con numeri interi l'equazione an + bn = cn per valori di n maggiori o uguali a 3 (per n = 2 si rientra invece nella relazione pitagorica, per la quale esistono infinite soluzioni). Di questo teorema F. scrisse: "Dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema, che non può essere contenuto nel margine troppo stretto della pagina". Probabilmente il teorema non fu mai dimostrato (correttamente) da Fermat; ci sono voluti più di tre secoli di tentativi per concludere se questo enunciato (apparentemente semplice) era valido o no: solo nel 1994 è stata trovata una risposta affermativa da parte del matematico inglese Andrew Wiles, della Princeton University (che sin dall'età di dieci anni sognava di essere il solutore di questo "enigma"), che dimostrò il teorema usando recenti e sofisticate tecniche matematiche.

fermàta, sf. 1 Il fermare, il fermarsi; sosta. ~ arresto. <> continuazione. 2 Interruzione della corsa di un mezzo di trasporto pubblico per lasciare scendere e salire i passeggeri. ~ sosta, tappa. 3 Punto in cui si ferma un mezzo di trasporto pubblico per fare salire e scendere i passeggeri. ~ stazione. la fermata dell'autobus distava un centinaio di metri. 4 Sospensione del lavoro. ~ break.
 sf. 1 halt, stop. 2 (autobus) bus stop. 3 (facoltativa) request stop.

Fermata d'autobus Film commedia, americano (1956). Regia di Joshua Logan. Interpreti: Marilyn Monroe, Don Murray, Arthur O'Connell. Titolo originale: Bus Stop

Fermata nel deserto Opera di poesia di J. A. Brodskij (1970).

fermàto, agg. e sm. Che, chi è sottoposto al fermo di polizia.

fermatùra, sf. Atto ed effetto del fermare.

fermentàre, v. v. tr. Sottoporre una sostanza all'azione dei fermenti.
v. intr. 1 Essere in fermentazione. 2 Essere agitato. ~ ribollire. 3 Detto della pasta, lievitare.
 deriv. da fermento.

fermentatìvo, agg. Di, della fermentazione; atto a fermentare.

fermentàto, agg. Che ha subito un processo di fermentazione.

fermentatóre, sm. Apparecchio per la fermentazione.

fermentazióne, sf. Processo chimico impiegato per demolire i carboidrati grazie all'opera di microrganismi detti fermenti (lieviti, muffe, batteri); essi utilizzano materiale che sono in grado di attaccare per ottenere energia sufficiente alla loro vita, producendo alcol citrico e acetone. Può essere anaerobica, se avviene fuori del contatto dell'aria (fermentazione alcolica); aerobica se necessita della presenza dell'ossigeno (acetica), nella quale si verifica la trasformazione dell'alcol etilico in alcol acetico.
 deriv. da fermentare.

ferménto, sm. 1 Sostanza che provoca la fermentazione; enzima, lievito. 2 Il moto provocato dalla fermentazione. 3 Agitazione che preannuncia un sovvertimento o un rinnovamento di una situazione. ~ subbuglio. <> tranquillità. la popolazione era in fermento. 4 Creatività. aveva un'intelligenza in continuo fermento.
 sm. ferment, turmoil.
 lat. fermentum, deriv. da fervere bollire, agitarsi.

fermézza, sf. 1 Qualità di fermo. ~ fissità. <> mobilità. 2 Saldezza, costanza. ~ risolutezza. <> volubilità.
 sf. steadfastness, firmness.

férmi, sm. invar. Unità di misura di lunghezza pari a 10-13 cm. Viene utilizzata in fisica nucleare.

Férmi, Enrìco (Roma 1901-Chicago 1954) Fisico italiano studiò i nuclei atomici e i neutroni; scoprì la radioattività artificiale generata dal bombardamento di neutroni e il loro rallentamento da parte dei nuclei d'idrogeno. Ipotizzò l'esistenza del neutrino. Fuggito negli USA per scampare alle leggi antiebraiche (1939), si occupò del problema dell'ottenimento dell'energia nucleare controllata partendo da materiale radioattivo, raggiungendo tale obiettivo il 2 dicembre 1942 con l'entrata in funzione del primo reattore nucleare (pila di Fermi). Collaborò con Hoppenheimer allo sviluppo della bomba atomica, e si occupò infine di fisica del plasma e delle particelle. Nel 1938 ottenne il premio Nobel per la fisica.
Statistica Fermi-Dirac
Statistica cui obbediscono elettroni, protoni, neutroni e altre particelle subatomiche, dette fermioni.

Fermignàno Comune in provincia di Pesaro (6.722 ab., CAP 61033, TEL. 0722).

fèrmio, sm. Elemento chimico artificiale transuranico, di numero atomico 100, simbolo Fm, identificato per la prima volta nel 1952 nei residui di una esplosione nucleare. Così denominato in onore del fisico italiano E. Fermi.

fermióne, sm. Particella elementare che sottostà alla statistica di Fermi-Dirac.

férmo, agg. e sm. agg. 1 Che non si muove. ~ immobile. <> spostabile. 2 Deciso, energico ~ risoluto. <> titubante. sembrava molto fermo nei suoi propositi. 3 Perseverante in un proposito, tenace, saldo. ~ irremovibile. 4 Fisso. ~ fissato. <> mobile, spostabile. era fermo come una roccia. 5 Sicuro, decretato. ~ stabilito. <> incerto. era diventato il punto fermo del progetto.
sm. 1 Fermata. 2 Limitazione provvisoria della libertà personale decisa dalla polizia giudiziaria nei confronti di persone indiziate di reato. ~ arresto. fermo di polizia. 3 Arnese con cui si fermano porte, finestre e simili.
 1 motionless, still. 2 (stabile, saldo) steady, firm. 3 (veicolo) stationary. 4 (stai fermo!) keep still. 5 (orologio) not working. sm. 1 lock, stop. 2 (chiusura) catch. 3 (fermo di polizia) police detention, provisional arrest.
 lat. firmus, stabile solido.

Férmo Comune della provincia di Ascoli Piceno (35.000 ab., CAP 63023, TEL. 0734), situato su un colle non molto lontano dal mare Adriatico. Attività principale l'agricoltura, industrie enologiche, della pelletteria e l'artigianato del ferro. Di origine picena, divenne colonia romana nel III sec. a. C., appartenendo in seguito al ducato longobardo di Spoleto e alla chiesa; intorno all'anno 1000 fu al centro della marca Fermana che godette di notevole autonomia. Tra i monumenti il duomo, la pinacoteca civica, i palazzi del 1400 e 1500, la piazza del Popolo e il centro storico.

Férmo e Lucìa Titolo della prima versione dei Promessi sposi di A. Manzoni.

fermopòsta, loc. avv., agg. e sm. loc. avv. e agg. invar. Di corrispondenza che viene trattenuta all'ufficio postale d'arrivo e ritirata dal destinatario.
sm. Servizio postale così effettuato e reparto in cui viene effettuato. si doveva recare al fermoposta.
 avv. e sm. poste restante.
 da fermo posta.

Fernandel (Marsilia 1903-Parigi 1971) Fernand Contandin, attore francese. Interpretò Carnet di ballo (1937) e il popolarissimo Don Camillo (1952).

Fern´ndez de Córdoba, Gonzalo (Montilla 1453-Granada 1515) Militare spagnolo. Le sue battaglie in Italia dal 1494 al 1496 e dal 1500 al 1503 garantirono alla Spagna il regno di Napoli, di cui fu nominato viceré, titolo che mantenne dal 1504 al 1506.

Fern´ndez de Lizardi, José Joaquín (Città del Messico 1776-1827) Romanziere. Tra le opere Periquillo Sarniento (1816).

Fern´ndez, Gregorio (Sarria 1576-Valladolid 1636) Scultore spagnolo. Tra le opere Retablo per la Chiesa di San Miguel a Valladolid (1606).

fernèt, sm. Liquore amaro digestivo a base di sostanze vegetali.

fernìco, sm. (pl.-ci) Nome commerciale di una lega metallica formata da nichel, ferro e cobalto, utilizzata nella fabbricazione dei tubi termoelettrici.

Fèrno Comune in provincia di Varese (6.134 ab., CAP 21010, TEL. 0331).

feróce, agg. 1 Che ha natura di fiera. ~ fiero. <> mansueto. 2 Violento. ~ aggressivo. 3 Crudele, inumano, efferato. ~ spietato. <> caritatevole, pietoso. 4 Sarcastico. ~ maligno.
 agg. 1 ferocious, cruel. 2 (animale) wild, wild beasts. 3 (fig.) raging.
 lat. ferox,-ocis, deriv. da ferus.

feroceménte, avv. In modo feroce, crudele. ~ brutalmente.

feròcia, sf. Atrocità, efferatezza. ~ spietatezza. <> mansuetudine.
 lat. ferocia.

feròdo, sm. Nome commerciale di materiale usato nei tamburi dei freni o negli innesti a frizione.

Feroléto Antìco Comune in provincia di Catanzaro (2.280 ab., CAP 88043, TEL. 0968).

Feroléto délla Chiésa Comune in provincia di Reggio Calabria (2.018 ab., CAP 89050, TEL. 0966).

ferràccio, sm. 1 Rottame di ferro. 2 Ghisa.

ferràglia, sf. Quantità di rottami di ferro.

ferragósto, sm. Festa del 15 agosto e periodo di vacanza intorno a tale data.
 sm. feast of the Assumption.

ferràio, sm. Chi lavora il ferro.

ferraiòlo, sm. 1 Mantello a ruota portato da cardinali e prelati. 2 Operaio che pone in opera l'armatura in ferro delle costruzioni in cemento armato.

ferràme, sm. Quantità di pezzi di ferro.

ferraménta, sf. pl. 1 Assortimento di oggetti metallici per uso domestico, artigianale e industriale. 2 Il negozio in cui si vendono tali oggetti. ~ ferrareccia.
 sf. pl. 1 hardware, ironmongery, ironware. 2 (negozio) hardware shop.

Ferrandìna Comune in provincia di Matera (9.427 ab., CAP 75013, TEL. 0835).

Ferràra Città dell'Emilia Romagna (141.000 ab., CAP 44100, TEL. 0532) è capoluogo della provincia omonima e si estende nella pianura a destra del Po. Si tratta di un nucleo medievale, a cui è stata aggiunta una parte del Cinquecento da Ercole I d'Este. L'economia ferrarese si fonda sull'agricoltura, l'allevamento e l'industria (alimentare, meccanica, tessile ecc.). Sorse nell'alto medioevo, passò poi alla chiesa nel 774, dopo essere stato un ducato longobardo; divenne libero comune nel 1100, quando aderì alla Lega lombarda (1167), divenendo oggetto di disputa tra gli Estensi e i Salinguerra. Passata agli Estensi nel 1240, raggiunse il massimo splendore tra la seconda metà del XV sec. e la prima parte del XVI, quando si trasformò in uno dei massimi centri culturali d'Europa (università creata nel 1391). Dopo la parentesi austriaca (1847-1859) entrò a far parte del regno d'Italia nel 1860. Tra i molti monumenti conservati, il castello Estense, iniziato da Bartolino da Novara nel 1385 e terminato nel 1570, con una facciata romano gotica, portali scolpiti da Nicolò, la chiesa di San Francesco, il palazzo Schifanoia, il palazzo Ludovico il Moro e il palazzo dei Diamanti.
Provincia di Ferrara
(365.000 ab., 2.632 km2) Territorio compreso tra il fiume Po, il Reno e il mare Adriatico; per la maggior parte è occupato dalle valli di Comacchio, nelle quali vengono praticate le principali attività economiche, ossia l'agricoltura, l'allevamento e la pesca (anguille).
Concilio di Ferrara e Firenze
Concilio ecumenico della chiesa cattolica (1438-1445), continuò il lavoro svolto durante il concilio di Basilea, circa il problema del Filoque.
Guerra di Ferrara
Guerra scoppiata tra Ercole I d'Este, marchese di Ferrara e Venezia, per una controversia circa il commercio del sale, anche se la ragione fondamentale erano le mire espansionistiche dei veneziani, spalleggiati da papa Sisto IV. Il conflitto terminò nel 1484 con la cessione del Polesine a Venezia.
Paci di Ferrara
Paci firmate nel 1428 e nel 1433 tra Filippo Visconti e la lega antiviscontea, che segnò la cessione di Bergamo a Venezia da parte di Filippo Visconti.

Ferràra di Mónte Bàldo Comune in provincia di Verona (167 ab., CAP 37020, TEL. 045).

Ferrara, Abel (New York 1952-) Regista cinematografico statunitense. Diresse L'angelo della vendetta (1981), Il cattivo tenente (1992) e Occhi di serpente (1993).

Ferràra, Francésco (Palermo 1810-Venezia 1900) Economista e politico. Di ideologia liberista, scrisse le prefazioni ai tomi della Biblioteca dell'economista, di cui fu direttore.

ferràre, v. tr. 1 Munire di ferro o ferri. 2 Applicare ferri agli zoccoli di cavalli, asini, muli e buoi.

ferraréccia, sf. (pl.-ce) 1 Bottega di ferramenta. 2 Insieme di arnesi di ferro.

ferrarése, agg. e sm. agg. Relativo a Ferrara.
sm. Abitante o nativo di Ferrara.

Ferràri, Andrèa Càrlo (Lalatta di Pratopiano, Parma 1850-Milano 1921) Beato, cardinale e arcivescovo di Milano dal 1894. Fu promotore di numerose iniziative culturali e assistenziali.

Ferràri, Defendènte (Chivasso not. 1510-1531) Pittore. Tra le opere Polittico (1531, Ranverso, Sant'Antonio).

Ferràri, Ènzo (Modena 1898-1988) Pilota e industriale automobilistico. Iniziò la sua lunga carriera come corridore automobilistico alla guida di un'Alfa Romeo prima di fondare, nel 1920, una propria scuderia con macchine Alfa, adottando il simbolo del cavallino rampante (inizialmente solo sulla carta intestata; sulle vetture compare per la prima volta nel 1932, alla 24 Ore di Spa). Nel 1939 fondò a Modena la sua società di produzione di auto sportive e da corsa. Successivamente la scuderia venne trasferita a Maranello. Il nome Ferrari divenne rapidamente uno dei simboli dell'eccellenza dell'industria automobilistica italiana. Le vetture Ferrari vinsero più volte il campionato del mondo di Formula 1 piloti (Ascari, 1952 e 1953, Fangio 1956, Hawthorn 1958, P. Hill 1961, Surtees 1964, Lauda 1975 e 1977 e Scheckter 1979).

Ferràri, Gaudènzio (Valduggia ca. 1475-Milano 1546) Pittore. Recatosi dopo il 1505 nell'Italia centrale, ebbe modo di apprendere la lezione del Perugino, di Leonardo e di Bramante dei quali subì l'influenza. È considerato il maggior pittore piemontese del Cinquecento. Tra le opere Polittico di Sant'Anna (1508, Torino, Galleria Sabauda; Londra, National Gallery) e Storie della Passione (1513, Varallo, Santa Maria delle Grazie).

Ferràri, Giovànni (Alessandria 1907-Milano 1982) Calciatore italiano. Campione italiano in otto campionati e due volte campione mondiale, fu allenatore della nazionale italiana.

Ferràri, Ludovìco (Bologna 1522-1565) Matematico, allievo di Cardano e insigne esponente della scuola bolognese. Trovò un metodo di risoluzione algebrica per le equazioni di quarto grado. Riuscì a dimostrare anche la formula proposta dal matematico Tartaglia per la soluzione delle equazioni di terzo grado.

Ferràri, Pàolo (Bruxelles 1929-) Attore. Esordì sul piccolo schermo nello spettacolo di prosa Incantesimo (1956), per poi passare alla conduzione della serie Giallo Club (1959), ottenendo un grande successo, sull'onda del quale presentò il Festival di Sanremo (1960). Seguirono, tra le altre, La granduchessa e il cameriere (1963), la realizzazione di uno spot pubblicitario per una nota marca di detersivo, Nero Wolfe (1969) e Quei trentasei gradini (1984).

Ferràris, Galilèo (Livorno Vercellese 1847-Torino 1897) Laureatosi nel 1869 in ingegneria civile, approfondì a tal punto le proprie conoscenze sia della matematica che della fisica da essere nominato, nel 1877, titolare della cattedra di fisica tecnica del museo industriale di Torino. Si dedicò in seguito allo studio dell'elettricità, che gli permise di scoprire il principio del campo magnetico rotante, da lui poi applicato alla creazione dei motori elettrici a campo rotante, di cui costruì personalmente un primo esemplare nel 1885.

Ferraròtti, Frànco (Palazzolo Vercellese 1926-) Sociologo. Tra le opere Max Weber e il destino della ragione (1965) e Trattato di sociologia (1974).

ferràta, sf. 1 Itinerario alpinistico su roccia attrezzato con funi e altri sostegni metallici. 2 Colpo di ferro da stiro sulla stoffa. 3 Impronta che può lasciare il ferro da stiro.

Ferràti, Sarah (Firenze 1906-Roma 1982) Attrice teatrale drammatica. Fu celebre interprete della Medea di Euripide e delle Tre sorelle di Cechov.

ferràto, agg. 1 Munito di ferro. 2 Chi è ben preparato su qualche argomento. ~ competente. <> impreparato.
 agg. (essere ferrato in) to be well up in.

ferratùra, sf. 1 Il ferrare gli animali da lavoro. 2 L'insieme dei ferri applicati agli animali da lavoro. 3 Insieme di elementi in ferro che armano porte, finestre ecc.

ferravècchio, sm. Chi compra e rivende ferri vecchi. ~ robivecchio.

Ferravìlla, Edoàrdo (Milano 1846-1916) Attore comico teatrale.

Ferrazzàno Comune in provincia di Campobasso (2.555 ab., CAP 86010, TEL. 0874).

Ferràzzi, Ferrùccio (Roma 1891-1978) Pittore italiano. Seguì inizialmente il futurismo, per poi rivolgersi alla pittura metafisica. Tra le opere, Carrettiere romano.

Ferràzzi, Pierpàolo (Valstagna, Vicenza 1965-) Canoista italiano. Ha vinto la medaglia d'oro nello slalom alle Olimpiadi di Barcellona del 1992.

Ferré, Gianfrànco (Legnano, Milano 1944-) Creatore di moda italiano riconosciuto a livello mondiale. Ha presentato la sua prima collezione nel 1978. Ha lavorato per Christian Dior dal 1989 al 1996.

fèrreo, agg. 1 Di ferro. 2 Robusto. ~ resistente. <> debole. 3 Che non cede, inflessibile. ~ rigido. <> indulgente. 4 Tenace. ~ fermo. <> fragile.
 agg. iron.
 lat. ferreus.

Ferrer, Antònio (sec. XVII) Uomo politico spagnolo. Dal 1619 al 1634 fu gran cancelliere del governo di Spagna a Milano. Venne reso famoso da Alessandro Manzoni, che lo inserì tra i personaggi de I promessi sposi come responsabile dei tumulti popolari causati dal calmiere sul pane.

Ferrèra di Varése Comune in provincia di Varese (545 ab., CAP 21030, TEL. 0332).

Ferrèra Erbognóne Comune in provincia di Pavia (1.164 ab., CAP 27032, TEL. 0382).

Ferrère Comune in provincia di Asti (1.307 ab., CAP 14012, TEL. 0141).

Ferrèri, Màrco (Milano 1928-Parigi 1997) Regista cinematografico. Diresse L'ape regina (1963), Dillinger è morto (1969), La grande abbuffata (1973), Storie di ordinaria follia (1981), La casa del sorriso (1991), Diario di un vizio (1993) e Nitrato d'argento (1996).

Ferrèri, Vincènzo (Valencia 1350-Vannes, Bretagna 1419) Nome con il quale è noto in Italia, il religioso domenicano spagnolo Vicente Ferrer. Santo. Svolse la sua attività di predicazione in vari paesi europei. In Spagna, operò numerose conversioni di ebrei e di mori. Si adoperò inutilmente per comporre lo scisma tra i due papi Clemente VII e Urbano VII. La sua festa si celebra il 5 aprile.

Ferrèro, Lorènzo (Torino 1951-) Compositore. Esponente di spicco della corrente neoromantica, scrisse varie opere, tra le quali Rimbaud (1978), Marylin (1980), Salvatore Giuliano (1986).

Ferret, Col de Passo (2.537 m) alpino, tra le Alpi Graie e le Pennine. Collega l'omonima valle svizzera.

Ferrétti, Brùno (Bologna 1913-) Fisico italiano, collaboratore del CERN di Ginevra. Ha eseguito ricerche sui raggi cosmici, sugli acceleratori di particelle e sull'elettrodinamica quantistica.

ferrettizzazióne, sf. Processo di alterazione che trasforma depositi alluvionali e glaciali ciottolosi in suoli argillosi di colore rossastro a causa della grande quantità di idrossidi di ferro che contengono. La ferrettizazione consiste in un'idrolisi dei silicati accompagnata da fenomeni di ossidazione, idratazione e decalcificazione.

ferrétto, sm. Terreno ferruginoso e impermeabile tipico delle lande e delle brughiere.

Fèrri, Enrìco (San Benedetto Po 1856-Roma 1929) Uomo politico, penalista e criminologo, fece parte del socialismo massimalista, divenendo anche direttore dell'Avanti! dal 1900 al 1905. Venne eletto più volte deputato prima di aderire direttamente al fascismo. Con C. Lombroso fondò la scuola positivista. Tra le sue opere, Principi di diritto criminale, I nuovi orizzonti del diritto e della procedura penale, ovvero sociologia criminale.

Fèrri, Gabrièlla (Roma 1942-) Cantante e attrice italiana. È interprete di canzoni popolari che esegue con stile molto personale.

fèrrico, agg. (pl. m.-ci) Attributo improprio di ossidi e sali contenenti ferro trivalente o esavalente.

Ferrier, Kathleen (Higer Walton, Lancashire 1912-Londra 1953) Contralto inglese. Agli inizi, esordì dando lezioni di pianoforte. Dotata di una bellissima voce dal tono caldo, si dedicò al canto e interpretò composizioni di Gluck, Händel, Mahler e Bach. Lavorò con Bruno Walter eseguendo canzoni e Lieder. Il musicista B. Britten scrisse alcuni lavori appositamente per lei.

ferrièra, sf. Stabilimento siderurgico per la lavorazione dei lingotti di ferro. ~ fonderia.

Ferrière Comune in provincia di Piacenza (2.675 ab., CAP 29024, TEL. 0523).

Ferrière, Adolphe (Ginevra 1879-1960) Psicologo e pedagogista svizzero sostenne la scuola attiva, per esporre la quale si rifece alle teorie bergsoniane, enfatizzandone gli aspetti spontaneistici. Fu fondatore della Ligue internationale pour l'éducation nouvelle. Tra le sue opere, Trasformiamo la scuola, La scuola attiva, Liberazione dell'uomo, La scuola attiva in Europa.

Ferrièri, Ènzo (Milano 1890-1969) Critico teatrale. Fondatore e direttore della rivista Il Convegno (1920), svolse anche un'intensa attività di regista nel Teatro del Convegno e alla radio, privilegiando il repertorio moderno. Tra le opere, Novità di teatro (1941 e 1950) raccoglie in volume parte dei suoi lavori critici.

ferrìfero, agg. 1 Composto di ferro. 2 Contenente ferro.

ferrìgno, agg. 1 Di ferro o che ha l'aspetto del ferro. 2 Resistente come il ferro, forte. ~ robusto. <> fiacco. 3 Duro. ~ arcigno, spietato. <> mite.

ferrimagnetìsmo, sm. Il magnetismo tipico delle ferriti, caratterizzato dalla tendenza dei momenti magnetici di atomi e ioni diversi di un reticolo cristallino a disporsi parallelamente, ma con orientazioni opposte.

ferritìna, sf. Complesso ferroproteico presente nel sangue e nelle cellule di molti tessuti, considerato un importante deposito di ferro nell'organismo.

ferro- Prefisso improprio che indica la presenza in un composto di ferro bivalente.

Fèrro Valle del Friuli-Venezia Giulia, percorsa dal fiume Fella.

fèrro, sm. 1 Elemento chimico. 2 Oggetto di ferro o altro metallo. Andare sotto i ferri, essere operato. 3 Strumento per arricciare capelli, barba e baffi. 4 Arma da taglio. ~ spada. 5 Al plurale, ceppi dei prigionieri. ~ catene. 6 Al plurale, graticola per cuocere le vivande.
 sm. 1 iron. 2 (ferro battuto) wrought iron. 3 (da calza) knitting needle. 4 (di cavallo) horseshoe.
 lat. ferrum.
Elemento chimico, il cui simbolo è Fe, appartenente all'VIII gruppo del sistema periodico degli elementi. È un metallo pesante (peso specifico 7,8 g/cm3), di colore bianco argenteo. Rappresenta circa il 5% in peso della crosta terrestre, in quanto è presente in quasi tutti i minerali o rocce. Il ferro è il quarto elemento, in abbondanza, della crosta terrestre dopo silicio, ossigeno e alluminio. È l'elemento predominante del nucleo terrestre (90%). Svolge un ruolo importante anche per gli organismi viventi, in quanto componente fondamentale della clorofilla e dell'emoglobina. I minerali più importanti da cui si estrae sono la magnetite, l'ematite, la limonite, la pirite e la siderite. Le caratteristiche del ferro sono duttilità e malleabilità. Numero e peso atomico del ferro sono 26 e 56. L'atomo del ferro ha grande affinità con ossigeno e acqua. Non si modifica in presenza di aria secca o a contatto con acqua purché priva di anidride carbonica, mentre dall'aria umida viene corroso profondamente trasformandosi in carbonato basico idrato, ossia in ruggine o ossido di ferro. Allo stato puro, il ferro esiste in quattro forme cristalline denominate ferro , , ,  e ha punto di fusione a 1535 °C. Le temperature di transizione da una forma cristallina all'altra sono a 780, 930 e 1390 °C.
Età del ferro
Era, successiva all'età del bronzo, che ha inizio dalla metà del II millennio con la diffusione del ferro e dei suoi manufatti, coincidendo in alcuni paesi del Medio e Vicino Oriente con un notevole sviluppo sociale e civile. Testimoniata da principio presso gli ittiti nel XIV sec. a. C. in Europa occidentale tale periodo iniziò verso il primo millennio a. C. in occasione dell'introduzione del rito incineratorio. I primi sfruttamenti intensi di giacimenti ferrosi furono nella Tauride, in Armenia e in Persia. Nei paesi centroeuropei vengono solitamente distinti due periodi, quello di Hallstatt, che dura 500 anni e quello di La Tène, che arriva fino alla romanizzazione. In Italia le culture principali sono quelle di Golasecca, di Este, la villanoviana in Emilia e la picena in alcune regioni del sud.
Ferro di cavallo
1 In botanica, nome comune dell'Hippocrepis carnosa, una piantina dalle foglie imparipennate e con legumi piatti a forma di ferro di cavallo. 2 In zoologia, nome comune dei pipistrelli microchirotteri della famiglia dei Rinolofidi.
Ferro di lancia
Nome comune del Bothops atrox, un serpente viperide dal veleno assai potente diffuso nell'America centromeridionale e in alcune isole delle Antille.

Fèrro, Tùri (Catania 1921-) Attore teatrale. Interpretò ruoli tipici della tradizione siciliana, in particolare lavori di Martoglio, Sciascia, Capuana e Pirandello.

ferrobattèri Gruppo di batteri aerobi capaci di trasformare i composti solubili del ferro e del manganese in ossidi insolubili.

ferrocianìdrico, agg. (pl. m.-ci) Esacianoferrico.

ferrocianùro, sm. Esacianoferrato.

ferrod, sm. invar. Antenna trasmittente per microonde in cui piccoli cilindri di ferrite polarizzata vengono eccitati per mezzo di guida d'onda.

ferroelettricità, sf. Proprietà di alcuni cristalli (detti per questo ferroelettrici) i cui momenti elettrici dipolari interni si organizzano spontaneamente in determinate direzioni, così da generare una polarizzazione elettrica globale non nulla e permanente. Il segno della polarizzazione ruisultante può essere invertito immergendo il cristallo ferroelettrico in un campo elettrico esterno.

ferroléga, sf. Lega di ferro e di altri elementi per la fabbricazione di acciai speciali.

ferromagnètico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al ferromagnetismo.

ferromagnetìsmo, sm. Proprietà tipica di alcune leghe, metalli, terre rare e attinidi, negli atomi dei quali, sotto l'azione di un campo magnetico anche debole, i momenti magnetici seguono la tendenza all'allineamento spontaneo verso una stessa direzione. In queste sostanze sono rilevabili zone di maggiore concentrazione ferromagnetica, chiamate domini di Weiss, separate tra loro da sottili aree che non presentano tale proprietà (pareti di Bloch). L'aumento della temperatura tende a modificare l'assetto di questo reticolo cristallino, inducendo un'agitazione termica che altera l'orientamento dei momenti magnetici. Tutte le sostanze ferromagnetiche hanno una temperatura critica, chiamata punto di Curie, oltre la quale perdono le loro caratteristiche peculiari e si trasformano in paramagnetiche.

ferropentacarbonìle, sm. Composto di formula Fe(CO)5 che veniva utilizzato come antidetonante per i motori a scoppio. Ora al suo posto viene usato il piombotetraetile.

ferróso, agg. Di ferro, che contiene ferro.

ferrotranviàrio, agg. Attinente a ferrovie e tranvie.

ferrotranvière, sm. Addetto ai servizi delle tranvie e delle ferrovie.

FERROTRANVIERI Sigla di Federazione Nazionale Lavoratori Autoferrotranvieri e Internavigatori.

ferrovècchio, sm. (pl. ferrivècchi) 1 Chi commercia ferro vecchio o oggetti usati di scarso valore. 2 Persona vecchia, malandata. ~ rudere. 3 Arnese o apparecchio in pessime condizioni. ~ catorcio. 4 Persona di mentalità retrograda.

ferrovìa, sf. 1 Strada fornita di guide d'acciaio o di rotaie e destinata esclusivamente ai treni. 2 Stazione ferroviaria. 3 Servizio e amministrazione ferroviaria.
 sf. railway.
Sistema di trasporto terrestre, che avviene attraverso convogli che percorrono una loro sede apposita (binari). La prima ferrovia con rotaie in ferro risale al 1738, a Whitehaven, con il nome di tramways e le carrozze trainate da cavalli. Le prime locomotive a vapore sono del 1800, quando R. Trevithick nel 1802 utilizzò per la prima volta la locomotiva per spingere un treno su strada ferrata a Tyolfil, in Inghilterra. Il servizio viaggiatori fu introdotto nel 1930, sul tratto Liverpool-Manchester, con una locomotiva di Stephenson, colui che avviò anche il primo servizio merci (1825, sul tratto Stockton-Darlington). La velocità era molto ridotta, anche per le rotaie in ghisa, che vennero presto sostituite da quelle in ferro e acciaio. Dopo un lungo periodo caratterizzato da una grande fede nel progresso, si verificò una certa diffidenza verso le scoperte tecnologiche, che segnalò un brusco arresto delle invenzioni e che toccò inevitabilemente anche il settore dei trasporti. La prima linea italiana fu la Napoli-Portici (1839), seguita da quella Milano-Monza e Pisa-Livorno. Il massimo sviluppo e innovazione si ebbero con la scoperta e l'utilizzo della corrente elettrica. La ferrovia può assumere diverse caratteristiche a seconda di quale aspetto tecnico si prenda in considerazione; può essere normale o ridotta, per lo scartamento; naturale o artificiale se il movimento avviene per attrito o no, per l'aderenza; di pianura o di montagna, per il tracciato seguito; elettrica o a vapore, per la trazione. Negli ultimi anni sono stati effettuati degli interventi notevoli per aumentare ulteriormente la velocità dei convogli, alcuni dei quali oggi raggiungono la velocità di 515 km/h (TGV-Atlantique).

ferroviàrio, agg. Delle ferrovie.
 agg. railway.

ferrovière, sm. (f.-a) Chi è addetto al servizio delle ferrovie.
 sm. railwayman.

Ferroviere, Il Film drammatico, italiano (1956). Regia di Pietro Germi. Interpreti: Pietro Germi, Luisa Della Noce, Sylva Koscina.

Fèrru Massiccio montuoso di origine vulcanica della Sardegna. Vetta più elevata il monte Urtigu (1.050 m).

Ferrùcci, Francésco (Firenze 1489-Gavinana 1530) Militare. Difese strenuamente contro gli imperiali la Repubblica fiorentina (1529 e 1530). Per rompere l'assedio a Firenze partì da Pisa, ma a Gavinana gli imperiali lo ferirono, lo imprigionarono e Maramaldo lo uccise.

ferrugginóso, agg. Che contiene ferro in soluzione o un suo composto.

ferruminatòrio, agg. Che si usa per saldare.

Ferruzzàno Comune in provincia di Reggio Calabria (916 ab., CAP 89030, TEL. 0964).

Ferrùzzi, Serafìno (1908-1979) Industriale. Fondò a Ravenna l'omonimo gruppo.

Ferry, Jules-François-Camille (Saint-Dié 1832-Parigi 1893) Uomo politico francese tra i più importanti della terza repubblica. Fu ministro della pubblica istruzione dal 1879 al 1883 e organizzò la scuola stabilendo l'obbligatorietà, la gratuità e la laicità dell'insegnamento primario. Presidente del consiglio promosse l'espansione coloniale francese (Tunisi, Annam, Tonchino, Madagascar), introdusse riforme amministrative, il divorzio e legalizzò i sindacati. Fu senatore dal 1891 e presidente del senato nel 1893.

ferry-boat, sm. invar. Nave attrezzata per trasportare convogli ferroviari e autoveicoli. ~ traghetto.

fèrsa, sf. Denominazione di malattie che colpiscono le piante arboree, manifestantisi con la comparsa di piccole macchie di colore rossastro o bruno sulle foglie.

Fersen, Alessàndro (Lód? 1911-) Regista e teorico del teatro. Si ispirò a Stanislavskij.

FERT Sigla di Fortitudo Eius Rhodum Tenuit (la sua forza difese Rodi, motto di casa Savoia).

fèrtile, agg. 1 Che produce o rende molto. ~ fecondo, produttivo. <> sterile. 2 Fecondo. ~ prolifero. <> arido. 3 Abbondante, ricco. ~ generoso. <> avaro. 4 Creativo. ~ fantasioso.
 agg. fertile.
 lat. fertilis.

fertilità, sf. Qualità di fertile. ~ fecondità.
 lat. fertilitas,-atis.

fertilizzànte, agg. e sm. Sostanza di origine naturale o artificiale usata per concimare terreni agrari. Il composto opportunamente dosato, viene introdotto nel terreno per dare alle coltivazioni gli elementi necessari allo sviluppo e migliorare le condizioni del terreno stesso. ~ concime.
 sm. fertilizer.

fertilizzàre, v. tr. 1 Rendere fertile un terreno concimandolo. ~ concimare. 2 Rendere produttivo. ~ ravvivare. <> impoverire.
 v. tr. to fertilize.

fertilizzazióne, sf. Concimazione.

fèrula, sf. 1 Bacchetta che si usava per punire gli scolari. 2 Correzione, critica. ~ biasimo. 3 Nel medioevo, bastone pastorale del vescovo. 4 Stecca per sostenere e immobilizzare arti fratturati.

fervènte, agg. 1 Assai caldo. ~ scottante. 2 Ardente, intenso. ~ acceso. <> blando.
 agg. fervent.

ferventeménte, avv. In modo fervente.

fèrvere, v. tr. 1 Essere cocente. ~ ardere. 2 Di un liquido, ribollire. 2 Pulsare, brulicare. ~ fremere. <> languire.

fervidaménte, avv. In modo fervido.

fèrvido, agg. 1 Cocente. ~ fervente. <> distante, freddo. 2 Vivace, attivo. ~ creativo. <> arido. 3 Caloroso. ~ affettuoso. 4 Appassionato. ~ intenso. <> tiepido.

fervóre, sm. 1 Ardore, entusiasmo, veemenza. ~ impeto. <> torpore. 2 Il punto in cui un'azione è al colmo d'intensità. ~ culmine. 3 Attività frenetica. ~ impegno.
 sm. ardour, fervour.
 lat. fervor,-oris, deriv. da fervere.

fervorìno, sm. Discorso breve ma fervido di esortazione o di ammonimento. ~ predica, predicozzo.

fervoróso, agg. Pieno di fervore, molto fervido.

Ferzétti, Gabrièle (Roma 1925-) Attore teatrale, cinematografico e televisivo. Interpretò La provinciale (1953) e A ciascuno il suo (1967).

fèrzo, sm. Ciascuna delle strisce di tela che formano la vela.

FES Sigla di Fondo Europeo di Sviluppo.

fésa, sf. Polpa di carne di macellata, ricavata dalla coscia.

fescennìno, agg. e sm. Poesia satirica latina che prese spunto dai versi improvvisati che si scambiavano i contadini di Fescennio dopo la mietitura.

fesserìa, sf. 1 Discorso, comportamento da fesso. ~ idiozia. 2 Cosa di poco o nessun conto. ~ quisquilia.
 sf. 1 rubbish, nonsense. 2 (cosa di poco conto) nothing, trifle.

fésso, agg. e sm. agg. 1 Tagliato, spaccato per il lungo. ~ incrinato. 2 Stanco. ~ spossato. 3 Incrinato. ~ sordo.
agg. e sm. Che, chi è sciocco, tonto. ~ balordo. <> furbo.
 agg. cracked, crazy.

fessùra, sf. 1 Spaccatura lunga e sottile. ~ incrinatura. 2 Sottile apertura. ~ spiraglio.
 sf. 1 fissure. 2 (fenditura) crack, slit, split. 3 (per moneta, gettone ecc.) slot.

fèsta, sf. 1 Giorno in cui ricorre una solennità religiosa o civile. ~ festività. <> giorno feriale. 2 La celebrazione che si fa per solennizzare una festa religiosa o civile. ~ ricorrenza. 3 Giorno in cui si celebra una ricorrenza personale o familiare. oggi è la mia festa. 4 Cerimonia per celebrare una ricorrenza o un avvenimento. ~ ricevimento. aveva organizzato una festa per il suo compleanno. 5 Giorno di astensione dal lavoro per riposo o per festività. 6 Dimostrazione di gioia, di allegria. ~ allegrezza. <> afflizione. 7 Lieta accoglienza. 8 Baldoria. ~ bisboccia. fecero festa tutta la notte, in seguito a quella grande vittoria.
 sf. 1 (religiosa) feast. 2 (vacanza) holiday. 3 (festività) festivity. 4 (ricevimento) party, celebration. 5 (fare festa) to have a holiday.
 lat. festa, da festus festivo.

Fèsta Campanìle, Pasquàle (Melfi, Potenza 1927-Roma 1986) Romanziere, regista e sceneggiatore. Tra le opere La nonna Sabella (1957) e Conviene far bene l'amore (1975). Ha diretto fra l'altro La ragazza di Trieste (1982).

Festa in giardino, La Racconto di K. Mansfield (1922).

Festa mobile Prosa di E. Hemingway (postuma 1964).

festaiòlo, agg. e sm. agg. Che fa sempre festa.
sm. Chi allestisce o organizza feste. ~ viveur.

festànte, agg. Allegro, gaio. ~ lieto. <> cupo.

Feste galanti Opera di poesia di P. Verlaine (1869).

festeggiaménto, sm. 1 Celebrazione con festa. 2 Al plurale, insieme delle manifestazioni con cui si festeggia qualcuno.
 sm. celebration.

festeggiàre, v. tr. 1 Celebrare con una festa. ~ commemorare. 2 Accogliere in modo festoso. ~ esultare.
 v. tr. 1 to celebrate, to welcome. 2 (persona) to have a celebration for.

festeggiàto, sm. Chi è onorato con feste, persona celebrata con una festa o una celebrazione.

festeggiatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi festeggia.

festévole, agg. 1 Allegro, gioioso. ~ festoso. 2 Che ama far festa. 3 Di festa, che è proprio della festa.

festevolézza, sf. L'essere festevole; gaiezza. ~ allegria.

festìno, sm. Festa con musica, ballo, rinfreschi, in genere notturna. ~ ricevimento.
 sm. 1 (con ballo) ball. 2 (ricevimento) party.

fèstival, o festivàl, sm. invar. 1 Manifestazione musicale, cinematografica o teatrale. ~ rassegna. 2 Festa popolare all'aperto.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_f.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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