Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale G parte 5

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale G parte 5

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale G parte 5

 

ginevrìno, agg. e sm. agg. Relativo a Ginevra.
sm. Abitante a Ginevra.

ginger, sm. invar. Bibita fatta con acqua, zucchero, acido citrico, anidride carbonica e aromatizzata con estratti vegetali.

gingillàrsi, v. rifl. Trastullarsi con gingilli. ~ baloccarsi.
 v. rifl. to fritter away one's time.
 deriv. da gingillo.

gingìllo, sm. 1 Qualsiasi oggetto o cosa di aspetto grazioso, ma di valore irrisorio. ~ ciondolo. 2 Occupazione che fa perdere il tempo. ~ trastullo.
 sm. plaything.

gìnglimo, sm. Termine utilizzato in anatomia per indicare alcuni tipi di articolazione.
 greco gínglimos cardine.
Articolazione a ginglimo angolare
Articolazione trocleare.
Articolazione a ginglimo laterale
Articolazione trocoide.

Gìni, Corràdo (Motta di Livenza 1884-Roma 1965) Statistico. Dal 1926 al 1932 fu il primo presidente dell'ISTAT. Tra le sue opere, L'ammontare e la composizione della ricchezza delle nazioni (1914) e Ricchezza e reddito (1959).

gìnkgo, sm. invar. Gimnosperma (Ginkgo biloba) della classe delle Ginkgoine. Non cresce spontaneamente, ma solo per rimboschimento. In Cina e in Giappone viene utilizzato come elemento decorativo in templi e palazzi. In fitoterapia viene utilizzato per migliorare la microcircolazione cerebrale.

Ginkgoìne Classe di piante della famiglia delle Gimnosperme, oggi comprendente il solo genere ginkgo, che comparvero nel Paleolitico e si svilupparono notevolmente nel Giurassico.

ginnasiàle, agg., sm. e sf. agg. Del ginnasio.
sm. e sf. Allievo del ginnasio.

ginnàsio, sm. 1 Luogo in cui la gioventù greca si esercitava nella ginnastica. 2 Scuola media superiore della durata di due anni che collega la media inferiore con il liceo classico. 3 Edificio in cui ha sede tale scuola.
 lat. gymnasium, dal greco gymnàsion.

ginnàsta, sm. e sf. 1 Atleta che pratica la ginnastica artistica. ~ agonista. 2 Nel mondo greco-romano, il maestro di ginnastica.
 sm. e sf. gymnast.
 greco gymnastès.

ginnàstica, sf. 1 Attività motoria finalizzata al miglioramento della efficienza fisica. ~ atletica, educazione fisica. 2 Esercitazione di tipo intellettuale.
 sf. 1 (disciplina) gymnastics. 2 (attività) exercise, keep-fit exercises.
La ginnastica è disciplina olimpica fin dalle prime olimpiadi di Atene del 1896.
Ginnastica aerobica
Insieme di movimenti a corpo libero eseguiti a tempo di musica che tende a migliorare l'assorbimento e l'utilizzo dell'ossigeno da parte dell'organismo.
Ginnastica artistica
Attività agonistica molto spettacolare, che consiste in esercizi su attrezzi (parallele, anelli, cavallo con maniglie, cavallo per volteggio, sbarra per gli uomini e trave, parallele asimmetriche e cavallo per volteggio per le donne) e a corpo libero.

ginnàstico, agg. (pl. m.-ci) Ginnico.

gìnnico, agg. (pl. m.-ci) Che riguarda la ginnastica. ~ sportivo.
 lat. gymnicus, dal greco gymnikòs.

ginocchiàta, sf. Colpo dato con il ginocchio.

ginocchièllo, sm. 1 Fascia di cuoio o d'altro per proteggere il ginocchio del cavallo dalle cadute. 2 Altezza dell'asse di una bocca di fuoco rispetto al suolo. 3 Nelle armature antiche, ginocchietto. 4 Parte della gamba del maiale macellato, che va dal ginocchio allo stinco. 5 Impronta del ginocchio sui calzoni.

ginocchièra, sf. 1 Fascia elastica che si applica al ginocchio per protezione o cura. 2 Rinforzo interno al ginocchio dei calzoni. 3 Nelle armature antiche ginocchiello.

ginòcchio, sm. (pl. -chi o -chia) 1 Regione dell'arto inferiore in cui la gamba si articola. 2 Parte dei pantaloni che ricopre il ginocchio. 3 Parte centrale dei remi. 4 Pezzo di legno o di metallo snodato.
 sm. 1 knee. 2 (stare in ginocchio) to kneel, to be on one's knees.
 lat. genuculum, dimin. di genu ginocchio.
Articolazione che unisce la gamba alla coscia, permettendone la flessione e l'estensione, costituita dalla parte superiore della tibia, da quella inferiore del femore e dalla rotula. La completano i due menischi (laterale e mediano), la capsula articolare e i legamenti che collegano le sue varie parti ai muscoli di gamba e coscia. La parte anteriore presenta una sporgenza centrale tondeggiante, posta proprio in corrispondenza della rotula, ai fianchi della quale si evidenziano altri due rilievi, che coincidono con i condili femorali. La parte posteriore è invece leggermente incavata e consente il passaggio di nervi, vasi sanguigni e tendini; contiene inoltre alcune ghiandole linfatiche e formazioni di tessuto adiposo. L'articolazione del ginocchio può essere soggetta a malformazioni o a deviazioni (ginocchio valgo e ginocchio varo che determinano, rispettivamente, la sporgenza del ginocchio verso l'interno o l'esterno della gamba) o a processi infiammatori (sinovite, tendinite, artrite).

ginocchióni, avv. In ginocchio.
 avv. on one's knees.

ginogènesi, sf. Particolare partenogenesi.

Ginòsa Comune in provincia di Taranto (21.907 ab., CAP 74013, TEL. 099). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, tabacco, barbabietole e mandorle) e industriale (prodotti alimentari) delle Murge. Vi si trovano il castello del XVI sec. e grotte preistoriche. Gli abitanti sono detti Ginosini.

Ginsberg, Allen (Paterson, New Jersey 1926-New York 1997) Poeta statunitense. Tra le opere Urlo (1956) e La caduta dell'America (1972).

gìnseng, sm. invar. Angiosperma (Panax ginseng) della famiglia delle Araliacee e dell'ordine delle Policarpiche. Pianta erbacea perenne originaria della Cina e del Giappone. In Cina questa radice è considerata un rimedio universale e un afrodisiaco.

Ginzburg, Moisei Jakovlevic (Minsk 1892-1946) Architetto russo. Tra le opere il palazzo di giustizia ad Alma-Ata(1927-1930).

Ginzburg, Natalia (Palermo 1916-Roma 1991) Scrittrice e commediografa. Nel 1938 sposò Leone Ginzburg, antifascista e direttore della casa editrice Einaudi. A quel periodo risale il suo primo romanzo, La strada che va in città (1944). Dopo la guerra, lavorò come redattrice per la casa editrice Einaudi. Nel 1983 fu eletta al Senato. Nei suoi romanzi, È stato così (1947), Tutti i nostri ieri (1952), Valentino (1957), Le voci della sera (1961), Lessico famigliare (1963), Caro Michele (1973) e La città e la casa (1984), Natalia Ginzburg analizzò i rapporti familiari, riservando un'attenzione particolare alla condizione femminile, alla concretezza della vita famigliare e allo sfondo sociale. Il tema dei ricordi e il suo linguaggio piano e spesso ironico hanno influenzato numerosi giovani scrittori italiani. Nei saggi (Mai devi domandarmi, 1970 e La famiglia Manzoni, 1985) e nelle commedie raccolte nei volumi Ti ho sposato per allegria e altre commedie (1967) e Paese di mare (1973), si ritrovano gli stessi temi e lo stesso stile semplice dei romanzi.

Gioacchìno o Gioachino. Santo e secondo tradizione, marito di Sant'Anna e padre di Maria Vergine. Il suo nome è citato però solo in un vangelo apocrifo, quello di San Giacomo.

Gioacchìno da Fióre (Celico 1130 ca.-San Giovanni in Fiore 1202) Teologo e mistico, abate cistercense, ritiratosi in meditazione sulla Sila, fondò nel 1191 un eremo a San Giovanni in Fiore; il suo ordine, detto dei monaci florensi, fu riconosciuto nel 1196 da Celestino III. Secondo la sua visione, la storia umana si esplicava secondo la divina Trinità. La sua teoria venne fortemente condannata dalla chiesa nel corso del IV concilio Lateranense (1215); da essa però scaturì un vasto movimento culturale, detto giacobinismo. Tra le sue opere, Commento all'Apocalisse, Concordanza del Vecchio e del Nuovo Testamento, Salterio delle dieci corde.

Giòbbe Personaggio biblico, protagonista dell'omonimo libro dell'Antico Testamento, ricordato come esempio di giustizia e soprattutto di pazienza, prefigura la passione di Cristo. Messo alla prova da Dio che, attraverso Satana, gli fa provare una serie di sofferenze e sventure, riesce a sopportarle e superarle mantenendo sempre viva la sua fede nella giustizia divina.
Libro di Giobbe
Uno dei cinque libri dell'Antico Testamento detti sapienziali presumibilmente composto dopo la fine dell'esilio babilonese (538 a. C.). Il libro di Giobbe è diviso in varie sezioni: un racconto iniziale in prosa, tre discorsi pronunciati da ciascuno dei tre sapienti amici di Giobbe (Elifaz di Teman, Bildad di Suca e Zofar di Naama) i quali cercano successivamente di confortarlo e ai quali egli risponde nove volte protestando la sua innocenza, un elogio della sapienza, ulteriori interventi di Giobbe, un discorso tra Giobbe e un nuovo personaggio, Eliu, il discorso di Dio a Giobbe con le risposte di Giobbe e un brano conclusivo in prosa contenente il rimprovero di Dio ai tre amici e la riabilitazione di Giobbe. Giobbe è un uomo onesto e giusto, che rifiuta il male e rispetta Dio. Satana sfida Dio a mettere alla prova la fedeltà di Giobbe colpendolo con tremende tribolazioni. Ma, sebbene privato di tutti i suoi beni e con il corpo coperto di piaghe, Giobbe accetta la volontà di Dio. Tre amici, venuti per confortarlo, affermano che le sofferenze di Giobbe sono certamente la punizione per qualche colpa da lui commessa. Giobbe difende la propria innocenza, ma continua a rispettare Dio, pur esponendo la propria esperienza dolorosa e le ingiustizie di cui il mondo è pieno. Eliu, un nuovo interlocutore che sembra aver seguito i dialoghi precedenti, interviene nella discussione e rimprovera Giobbe affermando che Dio è maestoso e giusto. Interviene Dio e, avvolto da un turbine di vento, sfida Giobbe a spiegargli come è stato creato l'universo e come sono ordinate le varie parti di esso (luce e tenebre, neve e grandine, lampi e pioggia, astri e costellazioni, nuvole e fulmini, leoni e corvi, stambecchi e cervi, asino selvatico, bufalo, struzzo, cavallo, falco e avvoltoio, ippopotamo, coccodrillo). Riconoscendo la sua ignoranza di fronte al mistero dei disegni di Dio e alla sua onnipotenza, Giobbe si pente e si cosparge il capo di cenere. Rivolgendosi a Elifaz di Teman, Dio rimprovera i tre sapienti amici di Giobbe perché non hanno detto la verità sul conto di Dio e ingiunge loro di andare da Giobbe e portargli sette tori e sette montoni da offrire in sacrificio. Dopo il sacrificio e la preghiera, Dio libera Giobbe dalle sue sofferenze e gli assegna il doppio delle ricchezze che possedeva in precedenza, facendolo vivere fino a 140 anni.
Giobbe
Romanzo di J. Roth (1930).

Giobèrti, Vincènzo (Torino 1801-Parigi 1852) Filosofo e politico. Fu ordinato sacerdote nel 1825. Per le sue idee repubblicane venne incarcerato e costretto all'esilio, prima a Parigi (1833) e poi a Bruxelles (dal 1834). Progressivamente si allontanò dalle posizioni repubblicane per avvicinarsi a quelle più moderate, riformiste. Nel Primato civile e morale degli italiani (1843), propose come soluzione alla questione italiana una confederazione di stati sotto il controllo morale del papa, al quale Gioberti riconosceva un primato insostituibile nelle vicende politiche italiane. In contrasto con le tesi mazziniane, non riconosceva la validità dell'iniziativa popolare, sostenendo che il clero e i principi potessero contribuire in modo determinante all'unità italiana. Le idee di Gioberti ebbero molto successo presso i moderati italiani e influenzarono gli eventi degli anni successivi. Con le sue convinzioni riuscì ad avvicinare le forze cattoliche alla corrente risorgimentale. Venne eletto deputato, diventò ministro e presidente del consiglio (1848-1849) e abbandonò i suoi progetti di federalismo neoguelfo, in favore di uno stato liberale unitario (Rinnovamento d'Italia, 1851). Morì in esilio a Parigi, città nella quale si era rifugiato dopo la sconfitta di Novara.

giocàbile, agg. Nel calcio, detto del pallone che può essere giocato in modo proficuo.

giocàre, v. v. tr. 1 Applicarsi ad attività piacevoli per divertimento. giocare a biliardo. 2 Scommettere. ~ puntare. voleva giocarsi un caffè su quella scommessa. 3 Esercitare le proprie capacità fisiche e intellettive. ~ circuire. 4 Praticare un gioco sportivo. 5 Muoversi liberamente. 6 Aver gioco. ~ burlare. 7 Riflettersi. 8 Prendere in giro. ci ha giocato con uno dei suoi trucchetti.
v. rifl. 1Giostrarsi, divertirsi. ~ svagarsi. 2 Rischiare. si giocava la reputazione quella volta.
 v. tr. e intr. 1 to play. 2 (scommettere) to bet. 3 (d'azzardo) to gamble. 4 (fig., ingannare) to make a fool of, to fool. 5 (fig., avere peso) to play a part.
 lat. iocare.

Giocàsta Personaggio mitologico, moglie di Laio, re di Tebe. Si innamorò del figlio Edipo, senza sapere il loro rapporto di parentela, e conosciuta la verità, si impiccò.

giocàta, sf. 1 Durata e modo del giocatore. 2 Posta e scommessa del gioco. ~ puntata. 3 Combinazione di numeri o di risultati su cui si punta.
 sf. bet, stake.

giocatóre, sm. 1 Chi pratica un gioco. 2 Chi, agendo con astuzia, raggira gli altri. 3 Chi pratica giochi sportivi.
 sm. 1 player. 2 (d'azzardo) gambler.
 deriv. da giocare.

Giocatore, Il Romanzo di F. M. Dostoevskij (1867). Tema del romanzo è la passione del gioco, una malattia incurabile che affliggeva l'autore proprio nel tempo della scrittura, passione cieca ed esclusiva che concentra tutte le aspirazioni e facoltà su un solo punto, rendendo l'uomo incapace di reagire ad altri stimoli, costringendolo a rinunciare ai suoi interessi personali e a quelli sociali, riducendo i suoi sogni alle probabilità della roulette pair e impair, rouge e noir. Un pezzo di bravura composto in soli 26 giorni con l'aiuto della stenografa Anna Gregorevna Snitkina, che poi sarebbe diventata la seconda moglie di Dostoevskij.

Giocatore, Il (film) Film drammatico, americano (1998). Regia di J. Dahl. Interpreti: M. Damon, J. Malkovich.

giocattolàio, sm. Chi vende i giocattoli.

giocàttolo, sm. 1 Oggetto idoneo a far divertire i bambini. ~ passatempo. 2 Chi si lascia manovrare da altri.
 sm. toy, plaything.
La sua origine è antichissima e trova radici in attività religiose o magiche, con funzioni educative e simboliche (astragali, sonagli, palle, bambole). È ormai riconosciuto il ruolo che il giocattolo ha nell'evoluzione del bambino, anche se le varie scuole di pensiero (Montessori, Winnicot, Dewey e altri) non sono concordi nel suo impiego.

giocherellàre, v. intr. 1 Trastullarsi. ~ baloccarsi. 2 Nel calcio, indugiare nell'azione. 3 Divertirsi di tanto in tanto.
 v. intr. to toy, to play.

giocherellóne, sm. Chi ama giocherellare.
 deriv. da giocherellare.

giochétto, sm. 1 Gioco di poco impegno. 2 Scherzo. ~ bazzecola.
 sm. 1 (anche fig., è un giochetto) it's child's play. 2 (tranello) trick.

Giochi nell'acqua Film commedia, britannico (1988). Regia di Peter Greenaway. Interpreti: Bernard Hill, Joan Plowright, Jason Edward. Titolo originale: Drowning by Numbers

giochicchiàre, v. intr. e tr. Giocare senza impegno. ~ giocherellare.

giòco, sm. 1 Esercizio fisico e mentale fatto per divertimento. 2 Gara tra persone o squadre. ~ competizione. 3 Giocata. 4 Insieme di oggetti utili per giocare. 5 Scherzo. ~ celia. 6 Effetto artificiale. 7 Piccolo spazio fra due oggetti metallici. ~ agio.
 sm. 1 play, game. 2 (d'azzardo) gambling. 3 (stare al gioco) to play along. 4 (fare il doppio gioco) to doublecross. 5 (per gioco) for run. 6 (giocattolo) toy. 7 (gioco degli scacchi) chess set.
 lat. iocus.
Giochi olimpici
Nell'antica Grecia, feste solenni celebrate per venerare le divinità, consistenti in gare sportive, musicali e poetiche. I più famosi furono i giochi olimpici (dai quali derivano le odierne olimpiadi), che si svolgevano ogni quattro anni presso il santuario di Zeus a Olimpia. Altri giochi celebri furono quelli istmici, dedicati a Poseidone, celebrati ogni due anni a Corinto, quelli pitici, in onore di Apollo Pitio, svolgentesi presso il santuario di Delfi e quelli nemei, in onore di Zeus, che si tenevano nella valle di Nemea, in Argolide, ogni tre anni dal 572 a. C.
Teoria dei giochi
In economia è la teoria, elaborata dal matematico J. Von Neumann (1928) e dall'economista O. Morgenstern (1944), che studia il comportamento dei giocatori in un gioco di società a due o più persone; il gioco altro non è che una rappresentazione schematica della vita economica, intesa come ricerca del massimo utile.

Gioco del cerchio, Il Opera di poesia di M. Atwood (1964).

Gioco dell'amore e del caso, Il Commedia di P. de Marivaux (1730).

Gioco delle perle di vetro, Il Romanzo di H. Hesse (1943).

Gioco nel mondo, Il Romanzo di J. Cortázar (1963).

giocofòrza, sm. Essere necessario.

giocolàre, v. intr. 1 Giocherellare. ~ sollazzarsi. 2 Fare giochi da giocoliere.

giocolière, sm. 1 Chi esegue giochi di destrezza. ~ prestigiatore. 2 Chi esplica la sua attività con virtuosismi. ~ fantasista.
 sm. juggler.
 franc. antico joculer, dal lat. iocularis.

Gioconda, La Dramma lirico in quattro atti di A. Ponchielli, libretto di Tobia Gorrio (Arrigo Boito) (Milano, 1876).
La vicenda si svolge a Venezia, nel XVII secolo. Gioconda è innamorata di Enzo, ma di lei è invaghito Barnaba, cantastorie e spia. Questi fa arrestare la madre cieca di Gioconda che però viene liberata da Laura. Enzo e Laura si amano e la protagonista li salva da tragici eventi. Dopo la fuga dei due, però, Gioconda si uccide, lasciando a Barnaba il suo corpo privo di vita.
Gioconda, La
Tragedia di G. D'Annunzio (1899).

giocondità, sf. 1 Gioia serena. ~ allegria. 2 Diletto.
 lat. iucunditas,-atis.

giocóndo, agg. 1 Lieto. ~ contento. <> serioso. 2 Che rallegra. ~ comico.
 lat. iucundus, deriv. da iuvare piacere.

giocosaménte, avv. Con giocosità.

giocosità, sf. Caratteristica di giocoso.

giocóso, agg. 1 Che è e si mostra faceto. ~ allegro, ameno. <> serio, severe. 2 Che diverte. ~ piacevole, spassoso. <> cupo, lugubre.
 agg. jesting, playful.

Gioèle (secc. IV-III a. C.) Personaggio biblico, uno dei dodici profeti minori; gli è dedicato l'omonimo libro. Vissuto attorno al 400 a. C. a Gerusalemme, era figlio di Petuel. Il suo libro della Bibbia è suddiviso in due parti: nella prima descrive la distruzione causata dall'invasione delle cavallette, nella seconda celebra la misericordia di Dio, la sua vittoria sul male e profetizza la venuta dello Spirito Santo tra gli uomini, dopo l'avvento di Cristo, il Messia.

giogàia, sf. 1 Serie di gioghi montuosi. 2 Piega della pelle del collo che hanno molti animali.

giogàtico, agg. (pl. m.-ci) Nel diritto antico di alcune regioni italiane, particolare tipo di contratto di locazione di animali in cui gli stessi venivano affittati in cambio di denaro.

giógo, sm. 1 Trave di legno arcuata che si mette al collo dei bovini per legarli in coppia a un carro. 2 Dominio assoluto. ~ sottomissione. il giogo straniero schiacciava il popolo. 3 Sommità di una montagna. ~ cima. 4 Valico. ~ passo. 5 Oppressione. ~ tirannide. <> autonomia. liberarsi dal giogo, dalla schiavitù. 6 Braccio della bilancia.
 sm. yoke.
 lat. iugum.

Giógo Àlto, ghiacciàio di Ghiacciaio delle Alpi Venoste, tra i gruppi montuosi della Palla Bianca e del Similaun, al confine italo-austriaco.

Giòi Comune in provincia di Salerno (1.697 ab., CAP 84056, TEL. 0974).

giòia, sf. 1 Stato d'animo di intensa allegria. ~ felicità. <> dolore. saltò dalla gioia quando seppe la notizia. 2 Rinforzo anulare della canna delle antiche bocche di fuoco a guisa di cornice. 3 Pietra preziosa. ~ gioiello, monile. custodiva le gioie di famiglia al sicuro. 4 Persona o cosa che procura piacere. i figli erano la sua gioia.
 sf. 1 delight, joy. 2 (gioiello) jewel. 3 (pietra preziosa) precious stone.
 franc. joie, dal lat. gaudia, pl. di gaudium contentezza; nei significati [3] e [4]: deriv. da gioiello.

Giòia Golfo del mar Tirreno, tra capo Vaticano e lo stretto di Messina.

Giòia déi Màrsi Comune in provincia di L'Aquila (2.275 ab., CAP 67055, TEL. 0863).

Giòia dél Còlle Comune in provincia di Bari (26.290 ab., CAP 70023, TEL. 080). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, uva, olive e mandorle) e industriale (prodotti alimentari e meccanici) delle Murge. Vi si trovano un aeroporto militare e il castello, del XIII sec., sede di un Museo Archeologico Nazionale. Gli abitanti sono detti Gioiesi.

Giòia Sannìtica Comune in provincia di Caserta (3.723 ab., CAP 81010, TEL. 0823).

Giòia Tàuro Comune in provincia di Reggio Calabria (18.484 ab., CAP 89013, TEL. 0966). Centro agricolo e industriale (prodotti alimentari). Gli abitanti sono detti Gioiesi.

Giòia, Flàvio (Amalfi, secc. XIII-XIV) Secondo la leggenda, inventore della bussola. In realtà, non vi sono prove storiche della sua esistenza, anche se il suo nome deriverebbe da un'errata interpretazione che Giraldi fece di un passo scritto da Flavio Biondo in cui si narrava dell'invenzione della bussola.

Giòia, Melchiòrre (Piacenza 1767-Milano 1829) Filosofo e scrittore politico, fu uno tra i più attivi sostenitori del liberalismo economico. Attraverso le pagine de Il Monitore italiano, condusse una feroce polemica contro la politica francese in Italia. In filosofia andò oltre il sensismo di Condillac, prospettando una sorta di superiorità e originalità dell'intelletto. Tra le sue opere, Teoria civile e penale del divorzio (1803); Nuovo prospetto delle scienze economiche (1815-1817) e Del merito e delle ricompense (1818) e Ideologia (1822).

gioiellàre, v. tr. 1 Ornare con un gioiello. 2 Incastonare un gioiello. ~ montare.

gioiellerìa, sf. 1 Arte del lavorare le pietre. 2 Negozio di gioielli. 3 Insieme di oggetti preziosi.
 sf. jewelry, jeweller's shop, jeweller's craft.

Gioielli indiscreti, I Romanzo di D. Diderot (1747).

gioiellière, sm. 1 Artigiano che confeziona i gioielli. 2 Chi vende i gioielli.
 sm. jeweller.

gioièllo, sm. 1 Ornamento di metallo lavorato e ornato di pietre preziose. ~ monile. 2 Persona cara. 3 Capolavoro. ~ meraviglia.
 sm. 1 jewel. 2 (monile) piece of jewellery.
 franc. joel, dal lat. iocale, deriv. da iocus gioco.

Gioiello del Nilo, Il Film d'avventura, americano (1985). Regia di Lewis Teaque. Interpreti: Michael Douglas, Kathleen Turner, Danny De Vito. Titolo originale: The Jewel of the Nile

Gioiósa Iònica Comune in provincia di Reggio Calabria (7.071 ab., CAP 89042, TEL. 0964).

Gioiósa Marèa Comune in provincia di Messina (6.867 ab., CAP 98063, TEL. 0941).

gioiosaménte, avv. In modo gioioso.

gioiosità, sf. Caratteristica di chi è gioioso.

gioióso, agg. 1 Pieno di gioia. ~ raggiante. <> infelice. 2 Piacevole. ~ festoso. <> triste. 3 Soddisfatto. ~ appagato. <> scontento.
 agg. merry, joyful.
 franc. antico joyeux.

gioìre, v. intr. 1 Essere pieno di gioia per qualcosa. ~ esultare, gongolare. <> addolorarsi, abbattersi. 2 Godere. ~ entusiasmarsi. <> affliggersi.
 v. intr. to rejoice.
 franc. antico joir, dal lat. volg. gaudire.

giòlito, sm. 1 Piacere. ~ godimento. 2 Lieto riposo.
 catalano jolit.

Giolìtti, Antònio (Roma 1915-) Politico di ideologia comunista. Dopo i fatti d'Ungheria nel 1956, aderì al PSI. Negli anni '80 fu più volte ministro e si riavvicinò al PCI e quindi al PDS.

Giolìtti, Giovànni (Mondovì 1842-Cavour 1928) Uomo politico, di orientamento liberale. Deputato dal 1882, ministro del tesoro nel governo Crispi, fu nominato primo ministro nel 1892, ma, travolto dallo scandalo della Banca romana, si dimise e si rifugiò in Germania. Dopo l'archiviazione del procedimento giudiziario nei suoi confronti, tornò in Italia nel 1897 divenendo personaggio di spicco della sinistra moderata. Nel governo Zanardelli fu ministro dell'interno; in seguito, quasi ininterrottamente dal 1901 al 1914, fu presidente del consiglio. Tale periodo coincise con un grande sviluppo economico e sociale, la creazione di grandi banche permise al mercato finanziario di decollare e al sistema industriale di svilupparsi. Furono allargati i diritti sindacali e politici delle classi lavoratrici, grazie ai quali Giolitti poté avere l'appoggio in parlamento dei socialisti riformisti. Nel 1911-1912 conquistò la Libia, in netto contrasto con il Partito socialista. La più importante riforma istituzionale giolittiana, fu la concessione del suffragio universale maschile. Nel 1912 per evitare il pericolo di un'affermazione del partito socialista, Giolitti stipulò con alcune organizzazioni cattoliche un accordo elettorale (patto Gentiloni) che gli garantì il successo elettorale, ma polemiche e malumori all'interno del suo stesso partito provocarono la caduta del suo governo. Durante la prima guerra mondiale rimase ai margini della politica avendo scelto una linea neutralista. Nel dopoguerra, tornato al governo nel 1920-1921, sottovalutò il movimento fascista credendo di poterlo utilizzare in funzione antisocialista e non comprendendo il pericolo che rappresentava per le istituzioni democratiche. Solo dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti (1924) passò a una dichiarata opposizione. Ha lasciato l'opera autobiografica, Memorie della mia vita (1922).

giolittìsmo, sm. La politica attuata da Giovanni Giolitti che si basava su di una tattica parlamentare a carattere clientelistico, atta ad assicurare la stabilità del governo, e su tentativi per istituzionalizzare gli schieramenti politici estremi.

Giòna Personaggio biblico, quinto dei dodici profeti minori. Gli è dedicato l'omonimo libro della Bibbia. Membro della tribù di Zabulon, figlio di Amittai, visse nell'VIII sec. a. C., quando regnavano i re Ozia (su Giuda) e Geroboamo su Israele. Nell'iconografia cristiana, la sua figura era molto amata nei primissimi secoli del cristianesimo. Viene spesso raffigurato mentre esce dalla balena che secondo la tradizione, lo aveva inghiottito. Particolari della sua vita sono infatti stati ritratti dai fiamminghi Brueghel (Giona esce dalla balena) e da Rubens. Si possono inoltre trovare miniature risalenti al medioevo e affreschi del III sec.

Giònata Personaggio della Bibbia, figlio di Saul, perse la vita combattendo contro i filistei a Gelboe.
Gionata Maccabeo
(?-143 a. C.) Uno dei cinque Maccabei, fratello di Giuda, gli succedette nel 160 a. C. Guidò la rivolta contro i seleucidi e divenne capo di Israele dopo il riconoscimento di Alessandro Bala. Fu sommo sacerdote dal 153 al 142 a. C.

Gionata Wild il grande Romanzo di H. Fielding (1743).

Giono, Jean (Manosque 1895-1970) Romanziere francese. Tra le opere Presentazione di Pan (trilogia, 1929-1930).

Giordàna, Andrèa (Roma 1946-) Attore televisivo. Raggiunse l'apice del successo nel 1966, interpretando il personaggio di E. Dantès ne Il conte di Montecristo. In seguito recitò in numerose opere televisive, tra le quali, Eneide (1971), Sandokan (1972), La coscienza di Zeno (1988), Un cane sciolto (1990), Piazza di Spagna (1992). Inoltre, fu presentatore del Festival di Sanremo (1983) e conduttore di W le donne (1984), in coppia con Amanda Lear.

Giordàna, Màrco Tùllio (Milano 1950-) Regista cinematografico. Diresse Maledetti, vi amerò (1980) e Pasolini: un delitto italiano (1995).

Giordània Monarchia costituzionale dell'Asia occidentale. Confina a nord con la Siria, a nord-est con l'Iraq, a sud e sud-est con l'Arabia Saudita, a ovest con Israele e a sud-ovest si affaccia sul mar Rosso.
Il territorio del paese, prevalentemente occupato da altopiani, si può distinguere in due parti: la Transgiordania a est, tavolato quasi desertico, e la Cisgiordania a ovest, comprendente la Samaria e parte della Giudea. Le due zone sono divise e incise profondamente dal fiume Giordano (350 km) e dal mar Morto (1.020 km2) che scende notevolmente al di sotto del livello del mare (-593 m). Il nome di questo mare deriva dal fatto che, data l'alta salinità delle acque, è privo di forme di vita vegetale e animale. Gli altopiani sono sovrastati da alcuni rilievi isolati (Tulul el Asahaqif, 1.049 m).
La Cisgiordania è la parte più fertile e più densamente popolata, mentre la Transgiordania, più arida, presenta insediamenti e colture prevalentemente nella parte settentrionale, dove gli affluenti del Giordano permettono una discreta irrigazione.
Il clima presenta caratteri di transizione tra l'influsso del mare e le caratteristiche più continentali. Tipicamente caldo e secco, le piogge diventano più scarse procedendo verso est e verso sud, dove aumentano anche le escursioni termiche. La vegetazione è prevalentemente quella della steppa, anche se sono presenti zone desertiche e la macchia mediterranea nelle aree più piovose.
La popolazione è formata quasi interamente da arabi (di cui una parte considerevole di beduini e pastori nomadi) e ha subito un forte aumento a seguito dell'ingresso di numerosissimi profughi palestinesi, provenienti in gran parte dai territori occupati da Israele.
La capitale è Amman, città antichissima (biblica capitale degli ammoniti) e oggi centro commerciale e industriale; altri centri sono Al Zarquah, secondo centro industriale del paese e Irbid, situata nella zona più fertile e, per questo motivo, centro agricolo del paese.
Il paese è fortemente arretrato e deve contare su ingenti aiuti finanziari, soprattutto da parte degli altri paesi arabi.
L'agricoltura quasi esclusivamente di pura sussistenza può contare su un territorio molto esiguo. Si producono essenzialmente cereali, legumi e ortaggi, nonché agrumi, tabacco, olive, banane, datteri, fichi, lenticchie e sesamo.
Diffusa la pastorizia (ovini e caprini).
La principale risorsa mineraria è rappresentata dai giacimenti di fosfati, sali potassici e minerali di rame.
Presunti giacimenti di petrolio devono ancora essere sfruttati.
L'industria è a carattere semiartigianale, prevalentemente di trasformazione di prodotti agricoli.
Ci sono inoltre alcuni cementifici, una raffineria di petrolio (proveniente dall'Arabia Saudita) presso la città di Al Zarqah e un complesso chimico per la produzione di fertilizzanti.
Di qualche rilevanza il turismo.
STORIA Il regno di Giordania, viene fondato nel 1949 dall'unione del regno hascemita della Transgiordania (creato nel 1921) e della Cisgiordania (che faceva parte dello stato arabo previsto dal piano di spartizione della Palestina del 1947). Nel 1951 il re Abdullah viene assassinato da un palestinese. L'anno successivo gli succede al potere re Hussein. Nel 1956 l'inglese Glubb Pascià deve dare le dimissioni da comandante della legione araba. La Giordania viene coinvolta nel 1967 nella terza guerra arabo-israeliana, durante la quale Israele occupa Gerusalemme est e la Cisgiordania. Un potere palestinese armato si oppone all'autorità reale.
Nel 1970 le truppe reali intervengono contro i palestinesi che vengono respinti verso il Libano e la Siria. A seguito degli accordi di Camp David tra Israele e l'Egitto, nel 1978, la Giordania si riavvicina ai palestinesi. Nel 1984 la Giordania rinnova le proprie relazioni con l'Egitto. Nel 1991 una carta nazionale avvia il pluralismo. Due anni dopo, a seguito della firma dell'accordo palestinese-israeliano, vengono avviati negoziati tra la Giordania e Israele. Nel 1994 la Giordania firma un trattato di pace con Israele. Nel febbraio del 1999 muore re Hussein, una delle figure principali della storia mediorientale del dopoguerra.
Abitanti-5.439.000
Superficie-88.946 km2
Densità-61,1 ab./km2
Capitale-Amman
Governo-Monarchia costituzionale
Moneta-Dinaro giordano
Lingua-Arabo
Religione-Musulmana sunnita, con minoranze cristiane e greco-ortodosse

Giordàno Fiume della regione siropalestinese, avente le sorgenti sul monte Hermon (nel Libano) e che scorre per 350 km verso sud percorrendo la valle che coincide con la fossa tettonica siro-africana. Confluisce nel mar Morto dopo aver formato il lago di Tiberiade, a ovest della Galilea, a 390 m sotto il livello del mare. Dopo la costruzione da parte degli israeliani di una diga (sfruttata da una centrale idroelettrica) alla confluenza con il fiume Yarmuk, la portata del fiume è diventata molto regolare. Nel periodo di magra, le acque del Giordano sono salate per il 30% e le sue acque vengono sfruttate per l'irrigazione. Sulle sponde del fiume Gesù Cristo ricevette il battesimo da Giovanni Battista e sempre sulle sue rive e nelle zone circostanti svolse la maggior parte della sua missione.

giordàno, agg. e sm. agg. Della Giordania.
sm. Abitante della Giordania.
 agg. e sm. Jordanian.

Giordàno, Lùca (Napoli 1634-1705) Pittore e decoratore molto attivo in Italia (Napoli, Venezia, Firenze) e in diverse città spagnole. Dopo essere stato apprendista presso J. Ribera, all'età di cica vent'anni si recò a Roma e iniziò a lavorare alla copiatura delle opere dei grandi maestri del Cinquecento. Assimilò dai maestri veneti e spagnoli tecniche e linguaggi diversi. Eseguì dipinti per l'Escorial e per il palazzo Reale di Madrid (1692-1702), tele con Storie della Vergine (1667) per la chiesa di Santa Maria della Salute a Venezia, affreschi in Santa Brigida, Sant'Agostino degli Scalzi e San Gregorio Armeno a Napoli (1658), decorazioni di palazzo Medici-Riccardi a Firenze (1682-1683) e della cappella del Tesoro di San Martino a Napoli (1703-1704). L'arte di Giordano, iniziata con la copia di opere classiche, perviene a uno stile arioso e sciolto da ogni riferimento naturalistico, che anticipa il gusto decorativo del Settecento.

Giordàno, Umbèrto (Foggia 1867-Milano 1948) Compositore. Autore tra l'altro di Andrea Chénier (opera, 1896) e Fedora (opera, 1898).

Giórgi, Stéfano (Ragusa 1579-1632) Nome italianizzato del poeta croato Stijepo Durdevic. Esiliato a Napoli con l'accusa di cospiratore, scrisse poesie d'amore di ispirazione petrarchesca e alcune opere tra le quali Il derviscio, una sorta di monologo di tema amoroso.

giorgìna, sf. Varietà di dalia.

giorgìno, sm. Nei secc. XVI-XVIII, denominazione di alcune monete genovesi, d'oro o d'argento, su cui era impressa la figura di San Giorgio a cavallo che atterra il drago.

Giòrgio (santo) (270-Lidda 303?) Santo e martire originario della Cappadocia. Membro della guardia del corpo di Diocleziano, secondo la leggenda liberò a Giaffa, da un dragone marino, la figlia di un re. È patrono d'Inghilterra, di Russia e di alcune città tra cui Genova.

Giòrgio (sovrani) Nome di sovrani.
Boemia Giorgio Pod¿Æ¿brad
(Podebrad 1420-Praga 1471) Re di Boemia dal 1458. Hussita, resistette alla crociata condotta contro di lui da Mattia Corvino, re d'Ungheria, dal 1466 al 1469 anche grazie all'aiuto polacco.
Grecia Giorgio I di Grecia
(Copenaghen 1845-Salonicco 1913) Figlio di Cristiano IX di Danimarca, succedette a Ottone I di Baviera. Re di Grecia dal 1863, nel 1912 occupò l'Epiro e la Macedonia meridionale a discapito dei turchi. Morì assassinato da una squilibrata.
Giorgio II di Grecia
(Atene 1890-1947) Figlio di Costantino I, fu re dal 1922 al 1924, venne deposto dal regime repubblicano, ma tornò sul trono e regnò nuovamente dal 1935 al 1947, imponendo una dittatura militare con l'aiuto del generale Metaxas.
Inghilterra Giorgio I
(Osnabrück 1660-Hannover 1727) Figlio dell'elettore di Hannover Ernesto Augusto, gli succedette nel 1698 con la stessa carica e nel 1714, a seguito della morte di Anna d'Inghilterra, per i diritti ereditati dalla madre Sofia del Palatinato, fu nominato re di Gran Bretagna e Irlanda, iniziando così la dinastia Hannover. Continuò a risiedere però in Germania, disinteressandosi completamente della politica e lasciando totale libertà d'azione ai ministri C. Stanhope e R. Walpole.
Giorgio II
(Herrenhausen 1683-Kensington 1760) Figlio di Giorgio I, alla sua morte (1727) gli succedette come re ed elettore di Hannover. Continuò la politica paterna, lasciando come ministro R. Walpole fino al 1742; partecipò alla guerra di successione austriaca (1740-1748) contro la Francia e a quella dei sette anni (1756-1763). Grazie all'attività di politica estera del nuovo ministro W. Pitt il Vecchio (1756), cui non fu mai molto favorevole, fece importanti conquiste in America, Africa e Asia.
Giorgio III
(Londra 1738-Windsor 1820) Figlio di Federico principe di Galles e di Augusta di Sassonia, gli succedette al trono d'Inghilterra e Irlanda e fu elettore di Hannover dal 1760. Divenne presto impopolare e si scontrò con il parlamento, perché cercò di ristabilire il potere della corona. Pose fine alla guerra dei Sette anni e ottenne vaste colonie francesi nell'America settentrionale con la pace di Parigi (1763). Nel 1783, con il trattato di Parigi, fu costretto ad accettare l'indipendenza di tutte le colonie americane. Nel 1783, a causa di una malattia mentale del re, fu chiamato al governo W. Pitt il Giovane. Aggravandosi le sue condizioni di salute, nel 1811, fu nominato reggente il figlio.
Giorgio IV
(Londra 1762-Windsor 1830) Figlio di Giorgio III e suo successore (1820) come sovrano di Gran Bretagna, Irlanda e Hannover; venne soprannominato il re dandy per gli atteggiamenti frivoli. Reggente per il padre dal 1811 si allontanò dai whig, consentendo il ritorno al potere dei tory; si trovò costretto ad accettare l'emancipazione dei cattolici e nel 1827 nominò come primo ministro G. Canning.
Giorgio V
(Londra 1865-Sandringham 1936) Figlio di Edoardo VII e suo successore nel 1910, divenne imperatore delle Indie nel 1911. Dopo aver combattuto nel corso della prima guerra mondiale, dovette riconoscere l'indipendenza dell'Irlanda (1921) e l'autonomia di alcuni dei più importanti dominion (Commonwealth). Nel 1917 lasciò ogni titolo tedesco assumendo per la casa reale inglese il nome di Windsor.
Giorgio VI
(Sandringham 1895-1952) Alberto Federico, figlio di Giorgio V, succedette al fratello Edoardo VIII nel 1936 come re di Gran Bretagna e Irlanda. Fu imperatore delle Indie fino al 1947, anno in cui queste proclamarono l'indipendenza.

Giórgio da Sebenìco (?-Sebenico 1475) Giorgio Orsini detto Giorgio da Sebenico. Architetto dalmata. Tra le opere la cattedrale, la sagrestia e il battistero di Sebenico (dopo il 1441) e la cappella di Sant'Anastasio(1444-1447, Spalato, Duomo).

Giorgióne (Castelfranco Veneto 1477 ca-Venezia 1510) Nome con il quale è conosciuto il pittore Giorgio da Castelfranco. È il primo dei grandi pittori veneti del Cinquecento. Le sue opere certe sono poche, scarsi i documenti che lo riguardano. Le notizie più attendibili sulla sua vita e su alcune caratteristiche della sua pittura provengono dall'opera di G. Vasari, che lo considera iniziatore di una riforma della pittura basata sull'uso del colore. Una delle cause di questa relativa oscurità è legata al fatto che numerosi quadri di Giorgione sono destinati a privati e quindi conservati fuori dei luoghi frequentati da numerose persone. La tradizione vuole che Giorgione abbia studiato presso la bottega di G. Bellini. Nei suoi dipinti grande importanza assunse il colore e di conseguenza il paesaggio naturale. Infatti, Giorgione non definisce lo spazio mediante un'intelaiatura prospettica, ma contrapponendo, per esempio, i colori freddi dello sfondo a quelli caldi del primo piano. Tra le opere a lui concordemente attribuite, si ricordano la Pala con la Madonna, il Bambino e i santi Liberale e Francesco (1504-1505, Castelfranco Veneto, duomo), Adorazione dei pastori (Washington, National Gallery), Ritratto di giovane donna (1506, Kunsthistorisches Museum), Ritratto d'uomo (Museo di San Diego in California), La tempesta (1506, Venezia, Galleria dell'Accademia), I tre filosofi (1508, Vienna, Kunsthistorisches Museum), Concerto campestre (in collaborazione con Tiziano, Parigi, Louvre), Venere dormiente (1510, terminata da Tiziano, Dresda, Gemäldegalerie).

giornalàio, sm. Chi vende i giornali. ~ edicolante.
 sm. news-vendor, newsagent.

giornàle, sm. 1 Pubblicazione di solito quotidiana, sulla quale vengono pubblicate le notizie di avvenimenti importanti, nonché articoli di carattere politico, artistico, letterario e scientifico. ~ gazzetta. 2 Sede dell'amministrazione di un quotidiano. ~ redazione. 3 Diario dei fatti giornalieri. ~ registro.
 sm. 1 mews paper. 2 (diario, registro) diary, journal. 3 (giornale di bordo) logbook. 4 (giornale radio) radio news.
 deriv. da giorno.
Gli antenati del giornale possono considerarsi gli acta diurna romani e le novelle medievali. I primi veri giornali, pochi fogli con notizie di cronaca, incominciarono a circolare nel XVII sec. L'invenzione della stampa accrebbe notevolmente la diffusione del giornale, che divenne settimanale o plurisettimanale, il cui primo esempio fu l'Aviso Relation oder Zeitung (1606, Johannes Carolus), mentre il primo quotidiano risale al 1660 (Leipziger Zeitung). La rapida circolazione delle notizie indusse i governi a controllare l'informazione tramite una rigida censura e a privilegiare quei giornali che favorissero il regime (Gazzette de France di Th. Renaudot, 1631 su autorizzazione di Richelieu). In seguito l'abolizione della censura in Inghilterra (1695) portò come conseguenza un'enorme fioritura di giornali, tra cui The Daily Courant (1702) e lo Spectator (1711), primi esempi di giornali moderni. In Italia in questo periodo vanno ricordati l'Osservatore veneto (1760) di Gozzi, Il Caffè (1764) di Verri; Il Conciliatore (1818) a Milano e L'Antologia (1821) a Firenze. Verso la metà del 1800 il numero dei lettori dei giornali crebbe, anche in relazione a un'affermazione della libertà di stampa e a importanti scoperte nel campo della tecnica (la prima rotativa, 1846; la linotype, 1885) che rivoluzionarono completamente anche la struttura economica del giornale. In molti paesi cominciavano a imporsi alcuni grande testate, quali The Times (1785), Le Temps (1861), la Frankfurter Zeitung (1856) e il New York Times (1851), attualmente con oltre 1 milione e mezzo di copie domenicali. Tra quelli italiani, i più importanti sono oggi il Corriere della sera (1876), Il Messaggero (1878), La Stampa (1895) e La Repubblica (1976). In Italia si pubblicano attualmente meno di cento quotidiani con una tiratura complessiva di circa sei milioni di copie, ben poco se si pensa ai circa quattro milioni e mezzo del tedesco Bild Zeitung (1952) o addirittura ai quattordici milioni di copie del giapponese Yommiuri Shimbun (1874).

giornalétto, sm. Fumetto per ragazzi.

giornalièro, agg. e sm. agg. 1 Di ogni giorno. ~ quotidiano. 2 Che varia ogni giorno. ~ odierno.
sm. Lavoratore retribuito a giornata. ~ diurnista.
 agg. 1 daily. 2 (che vale un giorno) day. sm. day labourer.
 spagn. jornalero, deriv. da jornal paga giornaliera.

giornalìno, sm. Fumetto.

Giornalino di Gian Burrasca, Il Romanzo di Vamba (1920).

giornalìsmo, sm. 1 Insieme delle attività connesse con la pubblicazione di notizie attraverso la stampa. 2 Insieme dei giornalisti e dei giornali. ~ stampa, quinto potere.
 sm. journalism.

giornalìsta, sm. sf. (pl. m.-i) Chi scrive per i giornali o ne cura la redazione. ~ cronista.
 sm. e sf. journalist, pressman.

giornalìstico, agg. (pl. m.-ci) 1 Proprio dei giornalisti. 2 Che si riferisce ai giornali.

giornalménte, avv. Giorno per giorno. ~ quotidianamente.

giornànte, sm. 1 Chi lavora a giornata nelle case altrui. 2 Confratello della Compagnia della Misericordia in Firenze.

giornàta, sf. 1 Spazio di tempo compreso fra l'alba e il tramonto. ~ giorno. <> notte. vedersi in giornata, entro oggi. 2 Distanza percorsa in un giorno di cammino. il paese dista a due giornate di cammino. 3 Giorno celebrativo. ~ ricorrenza. 4 Il lavoro di un giorno. gli ci volevano tre giornate per concludere il tutto.
 sf. 1 day. 2 (giornata lavorativa) working day. 3 (in giornata) today.
 deriv. da giorno.

Giornata di Ivan Denisovic, Una Romanzo di A. I. Solzenicyn (1962).

Giornata particolare, Una Film drammatico, italiano (1977). Regia di Ettore Scola. Interpreti: Marcello Mastroianni, Sophia Loren, John Vernon.

Giornate di bordo Prosa di A. Soffici (1915).

giornèa, sf. 1 Antica sopravveste militare. 2 Toga del giudice.

Giorni della menzogna, I Romanzo di N. Gordimer (1953).

Giorni della vita, I Dramma di W. Saroyan (1939).

Giorni di guerra Memorie di G. Comisso (1930).

Giorni perduti Film drammatico, americano (1945). Regia di Billy Wilder. Interpreti: Ray Milland, Jane Wyman, Philip Terry. Titolo originale: The Lost Weekend

Giorni scelti Memorie di W. Whitman (1882).

giórno, sm. 1 Spazio di tempo pari a ventiquattro ore. ~ dì. 2 Spazio di tempo in cui il Sole è sopra all'orizzonte. ~ giornata. <> notte. 3 Solennità, ricorrenza. ~ celebrazione.
 sm. 1 day. 2 (feriale) weekday. 3 (ogni giorno) every day. 4 (il contrario della notte) daytime, day. 5 (luce del giorno) daylight. 6 (giorno libero) day off. 7 (al giorno d'oggi) nowadays.
 lat. diurnum, deriv. da dies giorno.
Carpe diem. (Afferra il giorno) Frase di Orazio che vuole indicare che il tempo scorre e l'ora che fugge non tornerà mai più.
Tempo impiegato dalla Terra per compiere una rotazione su se stessa. In astronomia si distinguono quello siderale, che indica l'intervallo di tempo che separa due passaggi di una stessa stella su un meridiano di un dato luogo (la cui durata è di 23 h 56 min e 4 s) e quello solare, ossia l'intervallo di tempo compreso tra due successive culminazioni del Sole a uno stesso meridiano.

Giorno del giudizio, Il Romanzo di S. Satta (postumo 1977).

Giorno della civetta, Il Romanzo di L. Sciascia (1961). La vicenda narrata inizia con un omicidio realizzato con due colpi di lupara. Vittima è il capo di una cooperativa edilizia che, si scopre, ha rifiutato la protezione della mafia. Mentre vengono commessi altri due omicidi, le indagini portano il capitano dei carabinieri Bellodi a conoscere Don Mariano Arena, con la sua divisione dell'umanità in cinque categorie (uomini, mezz'uomini, ominicchi, cornuti e quaquaraquà). Emergono storie di attribuzioni di appalti, indizi che conducono a uomini insospettabili vicini al potere politico, spiragli di luce sulle radici economiche di un fenomeno complesso. Il lavoro si inquadra nel progetto dell'autore per una letteratura impegnata civilmente, la cui attenzione è concentrata sull'amata Sicilia e sui suoi problemi.

Giorno della locusta, Il Romanzo di N. West (1939).

Giorno delle pistole, Il Romanzo di M. Spillane (1964).

Giorno di regno, Un Melodramma giocoso in due atti di G. Verdi, libretto di F. Romani (Milano, 1840).

Giorno dopo giorno Opera di poesia di S. Quasimodo (1947).

Giorno maledetto Film drammatico, americano (1954). Regia di John Sturges. Interpreti: Spencer Tracy, Robert Ryan, Anne Francis. Titolo originale: Bad Day at Black Rock

Giorno, Il Poema di G. Parini in quattro parti: Il mattino (1763), Il mezzogiorno (1765), Il vespro, La notte (postumi, 1801). Parini rappresenta la giornata di un giovin signore, esempio tipico del vivere un po' vuoto e pieno di pregiudizi dell'aristocrazia lombarda di fine Settecento.

Giòsafat (?-846? a. C.) Re di Giuda dall'873 all'850 ca. a. C. Fu autore di riforme religiose volte ad arginare la corruzione e l'idolatria e si alleò con re Acab d'Israele.
Giosafat, valle di
Luogo biblico immaginario in cui secondo un passo di Gioele avverrà il giudizio universale. È identificato con la valle di Cedron, a est di Gerusalemme.

Giosìa (sec. VII a. C.) Re di Giuda dal 640 al 609 a. C. Fu autore di una riforma religiosa che portò, tra il 621 e il 620, al ritrovamento del Libro della Legge.

giòstra, sf. 1 Torneo cavalleresco. ~ tenzone. giostra del Saracino, in cui si deve colpire in corsa un manichino imperniato a terra. 2 Carosello del parco di divertimenti per bambini. 3 Altalena, ridda. ~ vortice. videro una giostra di colori come non ne avevano mai visti. 4 Al plurale, parco giochi. ~ luna park.
 sf. 1 (torneo) joust. 2 (per bambini) merry-go-round.
 provenz. josta, deriv. da jostar giostrare.

giostràre, v. v. intr. 1 Prendere parte a una giostra. ~ torneare. 2 Andare girando qua e là, a zonzo. ~ barcamenarsi. 3 Contrastare.
v. rifl. Ingegnarsi con abilità in situazioni difficili. ~ destreggiarsi.

giostratóre, sm. Cavaliere che partecipava a una giostra.

Giosuè (XIII a. C. sec.) Successore di Mosè e condottiero ebreo, è protagonista dell'omonimo libro della Bibbia. Guidò le dodici tribù di Israele attraverso il Giordano per occupare la Terra Promessa.

giottésco, agg. e sm. agg. Relativo al pittore e architetto toscano Giotto.
sm. Pittore seguace di Giotto.

Giottìno (Firenze, seconda metà del XIV sec.) Pittore. Tra le opere Pietà di San Remigio (ca. 1360-1365, Firenze, Uffizi).

Giòtto (Colle di Vespignano 1267 ca.-Firenze 1337) Pittore e architetto. Nacque nel 1267 a Colle di Vespignano presso Vicchio di Mugello. Coetaneo di Dante visse in un periodo di eccezionale dinamismo storico. Firenze era uno dei maggiori centri produttivi e finanziari d'Europa, un grande opificio che impiegava gran parte della popolazione. Giotto si trovò a essere uno dei maggiori interpreti di questo periodo. Spirito laico fu uno dei più autorevoli creatori di una nuova cultura laica; interessante fu il modo in cui affrontò gli episodi miracolosi della storia sacra. Rivisse l'Annuncio a Sant'Anna con semplicità estrema rappresentando l'angelo che si affaccia dalla finestrina alta come il figliolo della vicina di casa. Per Giotto la vita dell'uomo era caratterizzata dall'evidenza dei gesti e dalla ferma e univoca chiarezza degli atteggiamenti morali. Il suo tipo di religiosità si esplicava interamente nel rapporto con gli altri, agendo con semplicità in ogni situazione. Intorno alla figura di Giotto di Bondone sono fiorite fin dal XIV sec. molte leggende, la più nota delle quali è quella che narra come Cimabue avrebbe scoperto casualmente le doti innate del giovane Giotto scorgendolo mentre ritraeva una pecora su di un sasso e l'avrebbe condotto nella sua bottega per istruirlo. Tuttavia, la tradizione secondo cui fu allievo di Cimabue ha un fondamento accettabile, perché Giotto ereditò dal maestro il senso del volume realizzato con il chiaroscuro e messo in rilievo dalla linea di contorno. Giotto si formò presso Cimabue tra il 1280 e il 1290, compiendo diversi viaggi a Roma. La critica insiste sui molteplici legami che unirono Giotto agli artisti romani quali Arnolfo, Giovanni Pisano, Cavallini; le limpide volumetrie arnolfiane contribuirono al suo solenne plasticismo; l'intensità dei gesti del Pisano fu determinante per l'incisività dei suoi gesti. La dolcezza del colore romano e la misurata spazialità del Cavallini favorirono il costituirsi della sua metrica. All'inizio della sua attività artistica Giotto dipinse due opere su tavola: il Crocifisso (1290) di Santa Maria Novella e la Madonna (1290) di San Giorgio alla Costa. Esse attestano, anche se in modo diverso, le inquietudini dell'artista. Nel Crocifisso si intravede la drammaticità del Cimabue che cerca di concretizzarsi; mentre nella Madonna si intravedono le scandite volumetrie arnolfiane. Negli affreschi di Assisi intraprese una strada diversa; nella Deposizione e nelle Storie di Isacco (1290-1295) dimostrò nella composizione una pacatezza nuova, un gusto compiaciuto di lenta grandiosità. Le Storie di Isacco risultano un capolavoro di montaggi spaziali molto calibrati, di incastri rispondenti di gesti, di scavo intenso dei personaggi. In quest'opera gli elementi romani abbondano, ma ancora di più risaltano i volumi nitidi, la parsimonia di elementi, la misura e la tensione dei gesti. Nel 1296 Arnolfo si trasferì a Firenze e fu nominato capomastro dell'Opera del Duomo. In questo periodo Giotto iniziava il ciclo francescano di Assisi. Il ciclo ebbe inizio dal secondo affresco della parete di destra con l'Elemosina del Mantello e fu condotto assai rapidamente in quanto Giotto nel frattempo era stato chiamato a Roma. Le trame architettoniche e prospettiche inquadrano lo spazio e le scene ma con una fondamentale difficoltà di snodi e suture; i gesti dei personaggi non riescono a occupare il grande spazio a disposizione. Giotto conosceva da una lunga tradizione l'istanza del quadro come unità di superficie coerente ed armonica e si rendeva conto che le sfaldature spaziali avrebbero minato l'unità. Il ricorso ossessivo alle riquadrature architettoniche in tutto il ciclo francescano attestano questa preoccupazione. Giotto usò lo spazio tridimensionale come mezzo per una migliore rappresentazione del racconto pittorico. Nel 1300 si recò a Roma e portò a termine gli affreschi commissionati da Bonifacio VIII per la loggia del nuovo Palazzo Laterano, affreschi di cui rimane solo il frammento conservato nella basilica. Il periodo successivo al ciclo francescano di Assisi rimane documentato dal solo Polittico di Badia (1302); l'architettura lignea della tavola suggerisce attraverso le figure il gusto di scansioni lente, di proporzioni agiate e piene. Quest'opera anticipa in qualche modo la grande impresa pittorica degli affreschi della Cappella Scrovegni all'Arena a Padova (1303-1305); questa sarà l'opera più piena e suggestiva, il suo primo capolavoro della maturità. I lavori di decorazione pittorica comprendono tre fasce orizzontali sovrapposte, disposte sulle pareti longitudinali. I temi raffigurati sono Storie di Gioacchino, Sant'Anna e la Vergine, le Storie di Gesù Cristo e il Giudizio universale. Giotto aspirava a un risultato di tuttopieno ma non riuscì a raggiungerlo nelle opere padovane; lo spazio giottesco era inteso come spazio definito piano per piano dagli oggetti contenuti. Giotto realizzò una metrica compositiva quanto mai fitta ed esatta che voleva comporre unitariamente le dimensioni del dipinto. Nella Natività di Maria evidenziò la traslazione della figura attraverso lo strascico delle vesti della donna che porta doni e che resta arretrata fuori del portichetto; nell'Annuncio a Sant'Anna la figura dell'ancella raggiunge quel senso di lavoro in atto grazie alla forma delle mani e al distribuirsi asimmetrico delle pieghe; nella Fuga in Egitto il piccolo triangolo di pelle tra il calzare e l'orlo della veste del giovanetto che cammina accanto a San Giuseppe suggerisce l'andare svelto. Tutti questi esempi dimostrano il realismo dell'opera giottesca, così come le pieghe suggeriscono un volume, un movimento, una tensione. A Padova compì un'operazione ancora più straordinaria di quella di Assisi; dissociò la materia, la caricò d'umano, cercò di trovare in quelle vicende motivazioni ed espressioni terrene. Gli strumenti prospettici si fecero più sicuri ed organici; accentuò le inquadrature architettoniche, le scatole prospettiche abbondano ma sempre caratterizzate dalla semplicità. Nel periodo successivo realizzò un mosaico della Navicella nel portico della basilica di San Pietro (1310). Il mosaico andò distrutto durante il rifacimento cinquecentesco di San Pietro; rimangono due busti di angelo conservati a Boville Èrnica e al museo Petriano di Roma. Di questo periodo è la Madonna d'Ognissanti conservata agli Uffizi, che di Padova conserva la materia fusa e luminosa la folta trama spaziale e compositiva. Nel 1314 Giotto si recò a Firenze dove nominò dei procuratori per la tutela dei propri interessi. Successivamente affrescò la Cappella della Maddalena nella chiesa inferiore della Basilica di Assisi. Dal punto di vista compositivo la scena della cappella lascia intravedere un Giotto diverso che usa una struttura più distesa e placata appoggiata a larghe simmetrie. Durante il suo secondo soggiorno padovano, tra il 1315 e il 1318, eseguì probabilmente gli affreschi del Capitolo del Santo e la decorazione della volta del Palazzo della Ragione. Sono di questo periodo anche il Crocifisso del Tempio Malatestiano di Rimini e quello della Cappella degli Scrovegni. Il Crocifisso è considerato l'opera più alta del secondo decennio.
Negli anni compresi tra il 1320 e il 1322 Giotto si trovò a Firenze e proprio in questi anni si collocano gli affreschi della Cappella Peruzzi in Santa Croce che raffigurarono storie di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista. I cicli fiorentini e le opere a essi connesse rivelano uno stile radicalmente cambiato rispetto a Padova. Nella Cappella Peruzzi Giotto dà alle composizioni una lettura ritmica che percorre e collega lo spazio nelle varie direzioni e piani. La composizione risulta ricca di figure, ma anche più diradata; si possono notare gruppi compatti, regolari, solenni che si alternano a grandi pause di vuoto in un ampio giuoco ritmico articolato su piani diversi. Risalgono a questi anni numerose opere su tavole: nella Dormitio Virginis del Museo di Berlino, in una forma meno limpida si ritrova la distribuzione in larghezza a grandi gruppi contrapposti. Una serie di piccole tavole è sparsa in vari musei: l'Adorazione dei Magi nel Metropolitan Museum di New York; la Presentazione di Gesù al Tempio nel Gardner Museum di Boston; la Pentecoste nella National Gallery di Londra; la Deposizione nella collezione Berenson; l'Ultima Cena con la Crocifissione e Gesù al Limbo nella Pinacoteca di Monaco. In queste tavole lo stile di Giotto raggiunge una preziosità tale da far quasi dimenticare l'effettiva solennità propria di molte delle figure e la genialità di certe invenzioni prospettiche. Tra gli affreschi della Cappella Peruzzi e quelli della Cappella Bardi, Giotto realizzò quattro valve di polittico: la Madonna col Bambino, San Giovanni Evangelista, San Lorenzo, Santo Stefano, conservati nei musei rispettivamente di Washington, Châalis, Horne e a Firenze. In queste opere la grandiosità giottesca emerge più evidente nelle quattro figure isolate degli scomparti, una grandiosità costituita da infinite sottigliezze spaziali e cromatiche, di rispondenze compositive e luminose mirabili. Tra il 1324 e il 1328 affrescò la Cappella Bardi in Santa Croce a Firenze. Questa è l'ultima grande opera giottesca pervenutaci. La Cappella Bardi fu pensata in termini frontali e simmetrici. Con questi affreschi Giotto instaurò una tradizione di misura e di equilibrio fondamentale per l'arte futura. Nei quattro affreschi delle pareti le architetture raggiunsero una eccezionale semplicità; Giotto arrivò a una concezione della pittura sottilmente misurata nei piani elastici e segretamente mobile nelle sue cadenze luminose, tanto da sentire il disagio delle armature architettoniche troppo rigide e meccaniche. Nel periodo tra il 1328 e il 1333 soggiornò a Napoli presso Roberto d'Angiò. Nel 1334 fu nominato capomastro dell'Opera del Duomo e sovrintendente di tutte le fabbriche e fortificazioni del comune di Firenze. Il 19 luglio 1334 venne iniziata la costruzione del Campanile del Duomo di Firenze, oggi noto come Campanile di Giotto, perché da lui ideato e disegnato. Quest'opera si ispirava a un gusto fastoso e riccamente adorno. Giotto pose le basi delle fondamenta del campanile e costruì il primo ordine con gli esagoni dentro ai riquadri. Successivamente Andrea Pisano raddoppiò questo ordine con rombi dentro ai riquadri e costruì due ordini di lesene e nicchie. Più tardi il Talenti ritornò in parte al progetto giottesco riprendendo il motivo delle bifore e delle inquadrature che le contengono; sviluppò però il campanile secondo un senso più grandioso e un'altezza maggiore anche per adeguarsi all'innalzamento della navata della cattedrale. Appartengono a questo periodo l'Incoronazione della Cappella Baroncelli in Santa Croce a Firenze, il Polittico della Pinacoteca di Bologna, il Polittico Stefaneschi della Pinacoteca Vaticana, la Crocifissione dei Musei di Berlino e Strasburgo. Sono opere nelle quali si avvertono la sottigliezza pittorica e luministica, la sua penetrazione prospettica e in molti casi la profondità umana delle ultime opere di Giotto. Nel 1336 Giotto fece un viaggio a Milano, dove eseguì alcuni lavori, oggi perduti per i Visconti. Morì a Firenze l'8 gennaio 1337.

giovaménto, sm. 1 Utilità, convenienza. ~ vantaggio. <> scapito. 2 Miglioramento, aiuto. ~ beneficio. <> danno.
 sm. advantage, benefit.
 deriv. da giovare.

gióvane, agg. e sm. agg. 1 Che è nell'età della giovinezza. ~ acerbo, immaturo. <> anziano. 2 Nato da poco tempo. ~ recente. 3 Minore. ~ junior. <> senior. 4 In forma, fresco. ~ giovanile. <> sfiorito. non si sentiva più così giovane da poter fare quelle sfacchinate. 5 Di stagione. ~ nuovo. <> invecchiato. 6 Da giovani. moda giovane.
sm. Chi è giovane di età. ~ ragazzo.
 1 young. 2 (aspetto giovane) youthful. sm. youth, young man. sf. girl, young woman.
 lat. iuvenes.

Giovane e innocente Film giallo, britannico (1937). Regia di Alfred Hitchcock. Interpreti: Nova Pilbeam, Derrick De Marney, Mary Clare. Titolo originale: Young and Innocent

Giovane Holden, Il Romanzo di J. D. Salinger (1951). Scritto sotto forma di resoconto autobiografico di uno studente di nome Holden Caulfield, segnò l'affermazione J. D. Salinger come romanziere americano che dimostrava il coraggio di affrontare temi ritenuti socialmente scandalosi per quei tempi. Holden, giovane intelligente, curioso e sensibile mette alla prova il suo mondo: i costumi sessuali dei coetanei e dei più vecchi, i principi della sua educazione e la sua personalità autonoma nascente. La tecnica di Salinger è quella di affrontare questi grandi temi con mano leggera, utilizzando i dialoghi per introdurre gli argomenti in modo che appaiano naturali e credibili.

giovanétto, agg. e sm. agg. Appena sorto.
sm. Che è nella prima gioventù.

Giovani leoni, I Romanzo di I. Shaw (1948).
Giovani leoni, I
Film drammatico, americano (1958). Regia di Edward Dmytryk. Interpreti: Marlon Brando, Montgomery Clift, May Britt. Titolo originale: The Young Lions

Gióvani tùrchi Movimento riformatore liberale turco, trasformatosi poi in partito, fondato nel 1868 da Midhat Pascià e con lo scopo di rinnovare le strutture dell'impero ottomano e realizzare una nazione libera dal predominio economico e politico europeo. Nel 1908, con una rivolta militare, ottenne dal sultano Abd ul-Hamid il ripristino della costituzione del 1876. Nel 1909 trasformò il movimento in partito, ne assunse la guida e pose sul trono Maometto V avviando una politica di nazionalismo intransigente che portò l'impero ottomano alla prima guerra balcanica (1912-1913) e all'intervento nella prima guerra mondiale a fianco della Germania.

giovanìle, agg. 1 Tipico della giovinezza. 2 Di chi appare giovane. ~ florido. <> sfiorito. 3 Sportivo, pratico. ~ casual.
 agg. 1 youthful. 2 (errore) of youth. 3 (opere) early.
 lat. iuvenilis.

giovanilìsmo, sm. Comportamento di chi non è più giovane, ma vuol sembrare tale.

giovanilìstico, agg. (pl. m.-ci) Ispirato al giovanilismo.

giovanilménte, agg. In modo giovane.

Giovànna (sante) Nome di sante.
Giovanna Antida Thouret
(Sancey-Le-Lond, Franca Contea 1765-Napoli 1826) Fondatrice delle suore della Carità. Fattasi suora nel 1799, fu costretta a lasciare l'abito dalla rivoluzione francese. Successivamente, fondò l'Istituto delle suore della Carità a Besançon, per le quali scrisse la regola. Nel 1810, fondò un nuovo istituto a Napoli. Fu canonizzata nel 1934 da papa Pio XI.
Giovanna Elisabetta Bichier des Ages
(Castello des Ages, Poitou 1773-La Puye, Vienne 1838) Fondatrice, insieme a Sant'Andrea Uberto Fournet, della Congregazione delle figlie della Croce, denominate anche Suore di Sant'Andrea. Fu canonizzata da Pio XII nel 1947.
Giovanna de Lestonnac
(Bordeaux 1556-1640) Nipote di M.-E. Montaigne, andò sposa a Gaston de Montferrand nel 1573. Dopo la morte del marito (1595), sistemati i suoi sette figli, si dedicò completamente alle opere di carità. Fondò la Compagnia delle Figlie di Maria Nostra Signora (1607), una congregazione femminile sul tipo della Compagnia di Gesù, avente per obiettivo l'educazione delle ragazze. Fu canonizzata da Pio XII nel 1949.
Giovanna della Croce
(Saumur 1666-1736) Religiosa francese. Figlia di commercianti, dal 1688 si dedicò al servizio dei poveri. Nel 1709 scrisse la regola delle Ancelle dei poveri. Beatificata nel 1947 da papa Pio XII. È stata canonizzata nel 1982 da papa Giovanni Paolo II.
Giovanna di Valois
(Parigi 1464-Bourges 1505). Figlia del re di Francia Luigi XI. Nel 1476 fu costretta a sposare il re di Francia Luigi XII d'Orléans (1462-1514). Dopo il divorzio (1498), voluto da Luigi XII (si procurò l'assenso di papa Alessandro VI Borgia cedendogli il ducato di Valentinois) per poter sposare Anna di Bretagna, Giovanna si ritirò a Bourges, dove si dedicò alle opere pie e prese i voti. Beatificata nel 1743, è stata canonizzata da papa Pio XII nel 1950.
Giovanna Francesca Frémyot de Chantal
(Digione 1572-Moulins 1641) Di nobili origini, sposò il barone di Chantal nel 1592. Alla morte del marito (1600), sotto la direzione di San Francesco di Sales, fondò ad Annecy l'Ordine della Visitazione di Maria (1610). Venne beatificata nel 1751 e canonizzata nel 1767.

Giovànna (sovrane) Nome di sovrane.
Bulgaria Giovanna di Savoia
(Roma 1907-) Regina di Bulgaria. Quarta figlia del re d'Italia, Vittorio Emanuele III, andò sposa nel 1930 a Boris III di Bulgaria, cui diede una figlia e un figlio, Simeone. Rimase vedova nel 1943. Nel 1946 seguì il figlio in esilio in Spagna.
Castiglia Giovanna di Portogallo
(Almada 1438-Madrid 1475) Regina di Castiglia. Figlia del re del Portogallo, Edoardo. Andò sposa a Enrico IV re di Castiglia nel 1455. Ebbe una figlia, Giovanna, soprannominata la Beltraneja, per la presunta paternità illegittima attribuita a Beltrán de la Cueva, favorito della regina.
Francia Giovanna di Borgogna
(1292-Roye 1330). Figlia di Ottone IV di Borgogna, nel 1307 andò sposa a Filippo V il Lungo, che divenne re di Francia nel 1316. Fu coinvolta in un processo scandalistico insieme con le cognate Bianca e Margherita. Le tre donne si sarebbero riunite nella torre di Nesle, sulla Senna, e si sarebbero date a orge in compagnia di amanti occasionali che poi sarebbero stati assassinati. Giovanna ottenne il perdono del marito.
Giovanna di Boulogne
(1326-1361) Regina di Francia. Figlia del conte d'Alvernia Guglielmo XII, nel 1338 andò sposa a Filippo di Borgogna, che divenne re di Francia nel 1350 con il nome di Giovanni II, detto il Buono.
Navarra Giovanna I di Navarra
(Bar-sur-Seine 1273-Vincennes 1305) Regina di Francia. Figlia del re di Navarra Enrico I il Grosso, nel 1284 andò sposa a Filippo IV il Bello re di Francia (1268-1314) portando in dote i diritti sul regno di Navarra, da lei ereditato nel 1274.
Giovanna II di Navarra
(1311-Conflans 1349) Regina di Navarra. Figlia di Luigi X il Testardo. Andò sposa a Filippo III d'Évreux. Alla morte del re di Navarra Carlo IV (ultimo della dinastia dei Capetingi), salì al trono di Navarra (1328). Ebbe un figlio, futuro re di Navarra con il nome di Carlo II detto il Malvagio (1332-1387). Alla morte del marito, fu reggente per il figlio Carlo II.
Giovanna Enriquez
(1425-1468) Regina di Navarra e d'Aragona. Figlia dell'ammiraglio di Castiglia Federico Enríquez. Andò sposa al re di Navarra (poi re di Aragona), Giovanni II. Ebbe un figlio, Ferdinando, futuro re di Spagna, conosciuto con il nome di Ferdinando V (detto il Cattolico).
Giovanna III d'Albret
(Pau 1528-Parigi 1572) Regina di Navarra. Figlia del re di Navarra, Enrico II d'Albret. Sposata al duca di Clèves contro la sua volontà, ottenne l'annullamento del matrimonio nel 1543. Nel 1548 andò sposa al duca di Vendôme, Antonio di Borbone. Nel 1555 divenne regina di Navarra. Nel 1562 si convertì al protestantesimo e lo impose a tutto il regno di Navarra. Partecipò attivamente alla difesa della fortezza di La Rochelle. Ebbe due figli: il futuro Enrico IV, prima re di Navarra (1572) e poi re di Francia (1589-1610) e Caterina, futura duchessa di Lorena.
Napoli Giovanna I d'Angiò
(Napoli 1326-Muro Lucano, Potenza 1382) Regina di Napoli. Figlia del duca Carlo di Calabria e di Margherita di Valois. Andò sposa ad Andrea d'Angiò. Nel 1328 ereditò il regno di Napoli. In seguito alla morte del nonno Roberto I d'Angiò (1343), gli succedette nel regno. Nel 1347 fu ritenuta complice dell'uccisione del marito e dovette fuggire ad Avignone a causa dell'invasione del re d'Ungheria, Luigi I, intenzionato a vendicare la morte del fratello Andrea d'Angiò. Dopo essere stata scagionata dal papa in cambio della cessione di Avignone al papato, nel 1352 fece ritorno nella città partenopea, riuscendo a ristabilire la propria autorità grazie all'opera del gran siniscalco N. Acciaiuoli. Nel 1363, rimasta vedova, sposò Giacomo III d'Aragona-Maiorca. Nel 1372 Giovanna rinunciò ai diritti sulla Sicilia. Morto Giacomo III nel 1375, sposò Ottone di Brunswick nel 1376. Nel 1380 fu scomunicata da Urbano VI, per aver riconosciuto l'antipapa Clemente VII (che nel 1378 aveva provocato lo scisma d'occidente). Il regno di Napoli venne attaccato e occupato dall'erede designato Carlo III di Durazzo, in precedenza incoronato dal papa a Roma. Giovanna venne imprigionata nel castello di Muro Lucano e poi uccisa.
Giovanna II d'Angiò-Durazzo
(Napoli 1371-1435) Regina di Napoli. Figlia di Carlo III d'Angiò. Nel 1386 andò sposa a Guglielmo d'Asburgo, duca d'Austria. Restò vedova nel 1406. Nel 1414 succedette sul trono di Napoli al fratello Ladislao (1356-1414) morto improvvisamente, sembra per veleno. Nel 1415 sposò Giacomo II di Borbone. Per la crudeltà di questi, si verificò una ribellione dei baroni (1416), che lo allontanarono dal regno di Napoli. Per il governo del regno, Giovanna si appoggiò al ministro Giovanni Caracciolo detto Sergianni, suo favorito, e al condottiero Muzio Attendolo Sforza. Priva di eredi, Giovanna fu indecisa nella scelta del successore, incerta tra gli Angiò e gli Aragona. L'incertezza favorì l'insorgere della guerra civile tra le due fazioni. Prima di morire, nominò erede Renato d'Angiò. Fu l'ultima rappresentante del ramo Durazzo degli Angiò.
Sicilia Giovanna d'Inghilterra
(1165-Rouen 1199) Regina di Sicilia. Figlia del re d'Inghilterra Enrico II, nel 1177 andò sposa al re di Sicilia Guglielmo II detto il Buono (1153-1189). Morto Guglielmo II, in mancanza di eredi legittimi, gli succedette Tancredi, figlio illegittimo di Guglielmo il Malo e conte di Lecce, che la fece imprigionare. L'intervento del fratello Riccardo I Cuor di Leone, di passaggio per la terza crociata (1189-1192), riuscì a ottenere la liberazione di Giovanna e un indennizzo per la rinuncia ai diritti che le spettavano. Giovanna si stabilì in Francia, dove visse per il resto dei suoi giorni.

Giovànna d'Aragóna (Napoli 1502-? 1575) Figlia naturale di Ferdinando, a sua volta figlio naturale del re di Napoli. Di aspetto bellissimo, fu ritratta da Raffaello. Andò sposa al principe di Tagliacozzo, Ascanio Colonna.

Giovànna d'Àrco (Domrémy 1412-Rouen 1431) Eroina francese, santa. Jeanne d'Arc o Darc, conosciuta anche come la Pucelle d'Orléans (la pulzella d'Orléans). Figlia di contadini e analfabeta si considerò, fin da giovanissima, scelta da Dio per liberare la Francia dal dominio degli inglesi. Aveva appena tredici anni quando credette di udire le prime voci soprannaturali e parlò dell'apparizione di San Michele, Santa Margherita e Santa Caterina. Nel 1428, lasciata la casa paterna, si proclamò chiamata da Dio per la liberazione d'Orléans e la salvezza della patria. Inizialmente inascoltata, nel 1429 riuscì a convincere il capitano Robert de Baudricourt a condurla a Chinon dal re Carlo VII, proprio mentre gli inglesi ponevano l'assedio alla città di Orléans. Con la determinazione che le veniva dalle voci soprannaturali, persuase Carlo VII della sua missione di liberazione e della futura consacrazione dello stesso Carlo a re di Francia a Reims. Dopo aver superato un'inchiesta dei teologi, Giovanna riuscì a ottenere un esercito, a entrare in Orléans e a liberare la città dall'assedio inglese (8 maggio 1429). I francesi guidati da Giovanna d'Arco batterono quindi rovinosamente le truppe inglesi a Patay (18 giugno 1429), continuando la conquista fino a Reims. Non avendo ottenuto i rinforzi per la conquista di Parigi, proseguì l'impresa da sola con un piccolo contingente di soldati e il solo appoggio popolare; venne catturata nei pressi di Compiègne dai Borgognoni di Giovanni di Lussemburgo (1430) che, tramite il vescovo di Beauvais Pierre Cauchon, la vendettero agli inglesi per 10.000 scudi d'oro (24 ottobre 1429). Fu condotta dal Cauchon a Rouen e denunciata per eresia. Il processo fu tenuto nel vecchio castello di Rouen, di fronte a un tribunale ecclesiastico inquisitorio che la condannò al rogo per eresia e stregoneria. La sentenza venne eseguita il 30 maggio 1431 nella piazza del mercato vecchio di Rouen. Le sue ceneri vennero gettate nella Senna. Nonostante la sua morte, il risultato della sua azione fu irreversibile: lo spirito nazionale francese era ormai risvegliato e gli inglesi non avrebbero più ripreso le posizioni perdute. Carlo VII fece pace con la Borgogna (1435) e riconquistò Parigi nel 1436. Riorganizzato l'esercito nel 1445, riuscì a scacciare gli inglesi dalla maggior parte della Francia (1453). Nel 1450, dopo la riconquista di Rouen da parte dei francesi, venne istruito un nuovo processo, che nel 1456 si concluse con la piena riabilitazione di Giovanna d'Arco. Nel 1455 Giovanna d'Arco venne riabilitata da papa Callisto III. Beatificata da Pio X nel 1909, fu canonizzata da Benedetto XV nel 1920 e dichiarata patrona della Francia. La sua festa si celebra il 30 maggio.
Opere letterarie e musicali
La storia di Giovanna d'Arco, con la sua vicenda umana, politica e religiosa, entrò presto nella leggenda e nella trasposizione letteraria, non sempre rispettosa della verità storica. A partire dal Poema di Giovanna d'Arco (1429), poemetto agiografico di Christine de Pizan composto quando l'eroina era all'apice dei suoi successi militari, e dalla citazione di François Villon nella Ballata delle dame del tempo che fu (Ballade des dames du temps jadis) "... Et Jeanne la bonne Lorraine / Qu'Anglais brzlèrent a Rouen?...", la vicenda di Giovanna d'Arco è stata spesso al centro di opere letterarie. Tra le altre, si ricordano il dramma Enrico VI (circa 1594)di W. Shakespeare, dove l'eroina è trattata in modo equivoco (d'altra parte l'autore è inglese); l'irriverente La Pucelle d'Orléans (1762) di Voltaire; il dramma Die Jungfrau von Orléans (1801), interpretazione romantica della vicenda di F. Schiller, che accentua il tema religioso; la biografia di Jules Michelet (Jeanne d'Arc, 1853), quella di Anatole France (Vie de Jeanne d'Arc, 1908); il dramma Santa Giovanna (Saint Joan, 1923) di G. B. Shaw con la sua conclusione ironica e surreale; l'opera poetica di Paul Claudel (Jeanne d'Arc au bûcher, 1939, musicata da A. Honegger), sul genere dei misteri medievali. La vicenda ha ispirato anche i lavori musicali di A. Weber, G. F. Malipiero, G. Verdi, F. Liszt (Jeanne d'Arc au bûcher, 1858), P. I. Caikovskij (La Pulzella d'Orléans, 1881). Tra le numerose versioni per lo schermo, è da ricordare La passione di Giovanna d'Arco di C. T. Dreyer (1928).
Giovanna d'Arco
Dramma lirico (1845) in un prologo e tre atti di G. Verdi, su libretto di T. Solera ricavato dall'omonima tragedia di F. Schiller. Come è noto, della vicenda di Giovanna d'Arco, Schiller mette in rilievo i temi della religione e dell'amore. Nella riduzione operata da T. Solera, l'azione, che appariva già arbitraria in Schiller, diventa palesemente poco sostenibile. L'opera è considerata musicalmente debole, tra quelle meno convincenti composte da G. Verdi. Dai critici è stata apprezzata la sinfonia di apertura, peraltro del tutto indipendente dall'opera teatrale che accompagna, e le melodie dell'ultimo atto nelle quali la musica riesce a esprimere la partecipazione al dramma umano di Giovanna d'Arco.

Giovanna d'Arco al rogo Oratorio drammatico (Jeanne d'Arc au bûcher, 1939) in un prologo e undici scene di A. Honegger, su testo di P. Claudel. Il titolo è motivato dal fatto che l'azione ha luogo sul rogo: prima dell'esecuzione, Giovanna d'Arco ripercorre i momenti decisivi della sua vita, leggendo da un libro che un religioso le porge. Le undici scene sono la rievocazione diretta da parte dell'eroina degli episodi significativi della sua vita: l'infanzia, la lotta contro gli inglesi, l'ingresso a Reims, l'accusa di stregoneria e la successiva condanna. L'opera è considerata una delle composizioni più importanti e riuscite dell'autore, in quanto racchiude e armonizza nella rappresentazione coro, balletti, motivi di canto popolare e gregoriano, interpretando con grande sensibilità e partecipazione il significato del testo poetico musicato.

Giovànna di Borbóne (1338-1377) Figlia del duca Pietro I. Nel 1350 sposò il futuro re di Francia Carlo V (1338-1380) detto "il Saggio".

Giovànna di Brabànte (Bruxelles 1322-1406) Figlia del duca di Brabante Giovanni III. Nel 1334 andò sposa a Guglielmo d'Avesnes. Dopo la morte di Guglielmo (1345), sposò Venceslao di Lussemburgo, fratello dell'imperatore di Germania Carlo IV. Nel 1355 successe al padre. Alla morte di Venceslao, dovette difendere il ducato con le armi. Nel 1399 designò erede Margherita di Fiandra, sua nipote e sposa del duca di Borgogna, Filippo l'Ardito.

Giovànna di Cambry (Douai 1581-St. André-lez-Lille 1639) Riformatrice agostiniana. Suora a Tournai, e successivamente superiora a Menin, lasciò scritti mistici, che delineano il percorso dell'anima fino al raggiungimento dell'amore di Dio.

Giovànna di Frància o di Montfort (?-1374) Figlia del conte di Francia Luigi I, andò sposa a Giovanni conte di Montfort nel 1329. Promosse la guerra per il possesso del ducato di Bretagna e la continuò anche dopo essere rimasta vedova (1345).

Giovànna di Penthièvre (1319-1384) Duchessa di Bretagna, era figlia di Guido di Bretagna. Andò sposa a Carlo di Châtillon-Blois. Il ducato le fu contestato con le armi da Giovanni di Montfort appoggiato dagli inglesi. Fu costretta a condurre una lotta ventennale (1347-1365) prima insieme al marito e poi da sola dopo la morte del marito (1364). Nel 1365 accettò di lasciare il ducato al figlio di Giovanni di Montfort e conservò per sé la contea di Penthièvre e di Limoges.

Giovànna di Savòia (Roma 1907-) Quarta figlia di Vittorio Emanuele III, dal 1930 moglie di Boris III di Bulgaria. È esule dal 1946.
Giovanna di Savoia
Impèeratrice d'oriente. => "Anna di Savoia"

Giovànna Hainaut (1188-1244) Contessa di Fiandra e di Hainaut. Figlia del conte Baldovino IX di Fiandra. Educata a cura del re di Francia Filippo Augusto, andò sposa a Ferdinando di Portogallo. Rimasta vedova nel 1233, sposò Tommaso II di Savoia nel 1237. Essendo senza eredi, alla sua morte, le succedette la sorella Margherita II.

Giovànna la Beltraneja (1462-Lisbona 1530) Principessa di Castiglia. Il soprannome con cui è nota deriva dalla presunta paternità illegittima risalente a don Beltrán de la Cueva, favorito della madre, Giovanna di Portogallo. Alla morte di Enrico IV re di Castiglia (1474), Giovanna era l'unica erede, ma dovette prendere le armi contro la zia Isabella la Cattolica, che, aiutata da Ferdinando il Cattolico, rivendicava il trono di Castiglia. Nonostante l'aiuto ottenuto da Alfonso V re del Portogallo, le sorti della guerra le furono sfavorevoli. Alfonso V venne sconfitto a Toro e Giovanna si ritirò nel convento di Santa Chiara a Coimbra.

Giovànna la Pàzza (Toledo 1479-Tordesillas 1555) Figlia dei re cattolici Ferdinando V il Cattolico e di Isabella di Castiglia, nel 1496 andò sposa a Filippo d'Asburgo detto il Bello. Regina di Castiglia dal 1504, fu madre di Ferdinando I e di Carlo I di Spagna (Carlo V di Germania). Alla morte del marito, nel 1506, Giovanna impazzì per il dolore, e da allora visse segregata nel castello Tordesillas presso Valladolid. Alla morte di Ferdinando II, la Castiglia e l'Aragona vennero occupate dal figlio Carlo I.

Giovànna, papessa Nobildonna anglosassone. Secondo la leggenda, diffusa nel XIII sec., la donna assunse, celandosi sotto abiti maschili, al soglio pontificio con il nome di Giovanni VIII l'Inglese succedendo a Leone IV (847-855) nell'anno 855 e governando la chiesa fino all'858, prima del papato di Benedetto III. Sarebbe stata scoperta solo quando le doglie del parto la sorpresero durante una processione. Anche se la leggenda fu ampiamente diffusa nel medioevo, la chiesa cattolica non ha mai riconosciuto la veridicità di quest'antica credenza, né sono noti documenti in grado di accreditarla.

giovannèo, agg. 1 Riferito a un Giovanni. 2 Relativo al papa Giovanni XXIII.

Giovannétti, Luciàno (Bottegone, Pistoia 1945-) Ha vinto la medaglia d'oro nel tiro a volo fossa alle Olimpiadi di Mosca del 1980 e di Los Angeles del 1984.

Giovannétti, Mattèo (Viterbo?-Roma 1367) Pittore. Tra le opere Storie di San Marziale (1344-1345, Avignone, Palazzo dei Papi).

Giovànni (papi) Nome di papi e antipapi.
Giovanni I
(Populonia 470 ca.-Ravenna 526) Santo e papa dal 523 al 526. Teodorico, nel 525, lo inviò a Costantinopoli per fermare le persecuzioni antiariane; al suo rientro, avendo fallito, fu imprigionato.
Giovanni II
(Roma 470 ca.-535) Papa dal 533 al 535. Mutò per primo il suo nome in Mercurio.
Giovanni III
(?-Roma 574) Papa dal 561 al 574.
Giovanni IV
(Salona 580 ca.-Roma 642) Papa dal 640 al 642.
Giovanni V
(Antiochia 630 ca.-Roma 686) Papa nel 685 e 686.
Giovanni VI
(Efeso-Toma 705) Di origine greca, fu papa dal 701 al 705. Appoggiò i bizantini contro i longobardi.
Giovanni VII
(?-Roma 707) Papa dal 705 al 707.
Giovanni VIII (antipapa)
Venne eletto nel 844 in opposizione a Sergio II.
Giovanni VIII
(Roma 820-882) Papa dall'872 all'882. Cercò l'alleanza di bizantini e carolingi contro la minaccia saracena. Incoronò imperatori Carlo il Calvo (875) e Carlo il Grosso (881).
Giovanni IX
(Tivoli 840-Roma 900) Papa dall'898 al 900. Si oppose ad Arnolfo di Carinzia appoggiando Lamberto di Spoleto e riabilitò la memoria di papa Formoso.
Giovanni X
(Tossignano 860 ca.-Roma 928) Papa dal 914 al 928. Incoronò imperatore Berengario I nel 915, anno in cui promosse una lega contro i saraceni e li sconfisse a Garigliano. Legato alla famiglia di Teofilatto, appoggiò Ugo di Provenza a scapito di Marozia, la quale lo fece uccidere dal marito Guido di Toscana.
Giovanni XI
(Roma 910 ca.-936) Figlio di Marozia, fu papa dal 931 al 935. Fu dominato dal fratello Alberico di Roma.
Giovanni XII
(Roma 937?-964) Figlio di Alberico di Roma e nipote di Marozia, papa dal 955 al 964. Si scontrò con Berengario II e chiese l'appoggio di Ottone I di Sassonia, che incoronò imperatore nel 962. In seguito entrò in opposizione con lui, che gli oppose Leone VIII.
Giovanni XIII
(?-Roma 972) Papa dal 965 al 972. Sostenne Ottone I e Ottone II.
Giovanni XIV
(?-Roma 984) Vescovo di Pavia, venne eletto papa per volontà di Ottone II nel 983, ma nel 984 fu deposto dalla nobiltà romana che gli impose Bonifacio VII.
Giovanni XV
(?-Roma 996) Papa dal 985 al 996, venne esiliato dai Crescenzi. Invocò l'aiuto di Ottone III, ma questi giunse a Roma solo nel 996, dopo la sua morte.
Giovanni XVI (antipapa)
(?-Fulda 1013) Venne eletto dai Crescenzi nel 997 contro Gregorio V. Fu deposto da Ottone III nel 999.
Giovanni XVII
(?-Roma 1003) Papa nel 1003, solo per pochi mesi.
Giovanni XVIII
(?-Roma 1009) Papa dal 1004 al 1009. Rimase sottomesso alla politica dei Crescenzi.
Giovanni XIX
(?-Roma 1032) Romano dei Conti di Tuscolo, fu papa dal 1024 al 1032. Nel 1027 incoronò Corrado II imperatore.
Per un errore nella numerazione, non vi fu alcun papa Giovanni XX.
Giovanni XXI
(Lisbona 1215-Viterbo 1277) Pietro di Giuliano o Ispano, filosofo e scienziato portoghese, fu papa nel 1276 e 1277. Scrisse un manuale di logica Summulae logicales e mediò tra Carlo d'Angiò e Rodolfo d'Asburgo nella speranza di organizzare una crociata.
Giovanni XXII
(Cahors 1245-Avignone 1334) Jacques Duése vescovo di Frèjus e di Avignone (1310), venne eletto papa nel 1316 da un concilio a Lione, divenendo il secondo pontefice a risiedere ad Avignone. Uomo di grande cultura, riformò il sistema fiscale; consentì all'Inquisizione di condannare i fraticelli e accusò di panteismo J. Eckhart; condannò i teologi minimalisti Marsilio da Padova, Guglielmo di Occam e Giovanni di Jadun e canonizzò Tommaso d'Aquino.
Giovanni XXIII (antipapa)
(Napoli 1370 ca.-Firenze 1419) Venne eletto papa contemporaneamente a Gregorio XII, patriarca di Costantinopoli, da un concilio tenutosi a Pisa nel 1410 e a Benedetto XIII, residente ad Avignone. Subì una condanna per eresia e simonia e fu deposto (1415); dovette riconoscere il nuovo papa Martino V, dal quale venne eletto cardinale e vescovo di Tuscolo (1419).
Giovanni XXIII
(Sotto il Monte 1881-Roma 1963) Papa dal 1958, iniziò la carriera ecclesiastica nel 1904, quando fu nominato sacerdote, per divenire delegato apostolico in Turchia e Grecia, amministratore apostolico del vicariato di Costantinopoli (1935) e nunzio a Parigi dal 1944 al 1953. Convocò il concilio Vaticano II (1962), che portò grandi cambiamenti nell'organizzazione delle comunità ecumeniche e pronunciò molte encicliche, Aeterna Dei Sapientia (1961), Mater et Magistra (1961), Pacem in terris (1963).

Giovànni (santi) Nome di santi.
Giovanni
=> "Giovanni Evangelista"
Giovanni Battista
(7 a. C. ca.-Macheronte 30 ca.) Personaggio del Nuovo Testamento, precursore della predicazione di Gesù. Figlio di Zaccaria, sacerdote del tempio, e di Elisabetta, parente di Maria madre di Gesù. Poco si conosce della sua vita prima della sua missione pubblica, tranne il fatto che la sua nascita venne profetizzata miracolosamente e che Giovanni condusse una vita da eremita nel deserto, in preghiera, meditazione e penitenza, prima di trasferirsi sulle rive del Giordano. Ottenne il riconoscimento come profeta nella valle del Giordano, dove radunò i discepoli. La sua missione pubblica iniziò con la proclamazione di un battesimo di pentimento in preparazione della venuta del Messia. Numerose persone vennero per ricevere il battesimo e tra esse lo stesso Gesù di Nazareth suo cugino, che Giovanni riconobbe subito come Messia. Venne arrestato per ordine di Erode Antipa, di cui aveva biasimato la condotta lussuriosa con la cognata Erodiade, e fu decapitato su richiesta di Salomè, figlia di Erodiade, istruita dalla madre a chiedere la testa del Battista come ricompensa dell'esecuzione di una danza. La festa di san Giovanni Battista ricorre il 24 giugno.
Giovanni Battista de la Salle
(Reims 1651-Rouen 1719) Educatore francese e fondatore di scuole primarie gratuite a Reims nel 1679, basate sul lavoro di gruppo e su innovative tecniche pedagogiche. Sostituì anche l'insegnamento del francese a quello del latino. Istituì una congregazione laicale a voti semplici di insegnanti, detti Fratelli delle scuole cristiane nel 1682. Ordinato prete nel 1678, fu canonizzato nel 1900 e, dal 1950, è il patrono degli insegnanti. Tra gli innumerevoli scritti, ha lasciato La direzione delle scuole cristiane (1717), I doveri del cristiano (1703), Regole della buona creanza e dell'educazione cristiana (1950), un precursore dei libri di galateo. La sua festa si celebra il 7 aprile.
Giovanni Battista Maria, Vianney
(Dardilly 1786-Ars-sur-Formans 1859) Ecclesiastico francese. Fu parroco ad Ars. La sua festa si celebra il 9 agosto.
Giovanni Bosco
(Castelnuovo don Bosco 1815-Torino 1888) Sacerdote (ordinato nel 1841) ed educatore. Fondò collegi, scuole professionali e gli oratori festivi, il primo dei quali istituito a Valdocco nel 1842. Diede vita assieme a don Rua e don Cagliero alla congregazione dei salesiani, ufficializzata nel primo capitolo del 1859. La congregazione ebbe anche un equivalente femminile nelle figlie di Maria Ausiliatrice. Fu istituito in seguito un terzo ordine detto della Pia unione dei cooperatori salesiani. Nella sua vita, Giovanni Bosco si dedicò principalmente all'assistenza e all'educazione dei fanciulli, fondando un metodo pedagogico descritto nelle sue opere divulgative destinate a insegnanti ed educatori. Scrisse Il sistema preventivo nell'educazione della gioventù (1877). Fu beatificato nel 1929 e canonizzato nel 1934. La sua festa si festeggia il 31 gennaio.
Giovanni Climaco
(579-649?) Santo bizantino. Fu anacoreta in una grotta nel monte Sinai per 40 anni e scrisse La scala del paradiso. La sua festa si festeggia il 30 marzo.
Giovanni Crisostomo
(Antiochia 344?-Comana 407) Padre della chiesa greca. Detto Crisostomo (dal greco chrysós = oro, e stóma = bocca) per la sua eloquenza. Si convertì al cristianesimo a diciotto anni. Dopo aver vissuto come eremita, fu ordinato sacerdote nel 386 e nominato vescovo di Costantinopoli nel 397 dall'imperatore Arcadio. L'imperatrice Eudossia, moglie di Arcadio, irritata dalle sue omelie che stigmatizzavano i vizi, in accordo con il patriarca di Alessandria Teofilo lo fece deporre nel 403 e lo condannò all'esilio. Relegato a Cucusa (in Armenia), fu trasferito successivamente nel Caucaso ma morì, durante il viaggio, a Comana nel settembre del 407. Nel 438, l'imperatore Teodosio II ne portò a Costantinopoli il corpo tributandogli tutti gli onori. Fu autore di omelie, di trattati morali e di 238 lettere ed è considerato il più grande teologo moralista della chiesa antica. I suoi lavori sono basati sulla esegesi letterale propugnata dalla scuola di Antiochia, contro l'esegesi allegorica della scuola di Alessandria. La sua festa si celebra il 13 settembre.
Giovanni da Capestrano
(Capestrano 1386-Ilok, Croazia 1456) Francescano. Partecipante al concilio di Firenze e organizzatore di una crociata, fu lui stesso al comando militare e nel 1456 sconfisse gli ottomani a Belgrado. La sua festa di festeggia il 23 ottobre.
Giovanni Damasceno
(Damasco 675-Gerusalemme 749) Monaco a Gerusalemme e padre della chiesa greca. Combatté l'iconoclastia e l'islam. Scrisse La fonte della conoscenza. La sua festa si celebra il 4 dicembre.
Giovanni d'Avila
(Almodóvar del Campo 1500-Montilla 1569) Predicatore spagnolo. Tra le sue opere, Epistolario spirituale e Trattato dell'amore di Dio. La sua festa si celebra il 10 maggio.
Giovanni della Croce
(Fontiveros, Ávila 1542-Ubeda, Joén 1591) Juan de la Cruz detto Giovanni della Croce. Mistico spagnolo. Direttore spirituale di santa Teresa di Ávila, fu il fondatore del primo convento di carmelitani scalzi. Fu autore di liriche e canzoni a carattere mistico-spirituale. Tra le opere Cantico spirituale tra l'anima e Cristo suo sposo e Fiamma d'amor viva (1582-1588). La sua festa si festegia il 24 novembre.
Giovanni di Dio
(Montemór-o-Novo 1495-Granada 1550) João Ciudad Duarte, religioso portoghese. Organizzatore di un ospedale per i poveri, ebbe numerosi seguaci, noti come Fatebenefratelli. La sua festa si celebra l'8 marzo.
Giovanni Fischer
(Beverley 1469?-Londra 1535) Cardinale e umanista inglese. Amico di Erasmo e Timoro, si oppose al divorzio di Enrico VIII e Caterina d'Aragona e fu per questo decapitato. La sua festa si celebra il 22 giugno.
Giovanni Gualberto
(Petroio, Siena 995?-Passignano, Firenze 1073) Fondatore dell'ordine di stampo benedettino dei vallombrosani a Vallombrosa. La sua festa si celebra il 12 luglio.
Giovanni Nepomuceno
(Pomúk 1340 ca.-Praga 1393) Vicario di Praga e patrono della Boemia. Si oppose alle decisioni di re Venceslao IV e fu per questo annegato nella Moldavia. La sua festa si celebra il 16 maggio.

Giovànni (sovrani) Nome di sovrani.
Bisanzio Giovanni I Zimisce
(Ierapoli 925-Costantinopoli 976) Imperatore bizantino dal 969, conquistò la Bulgaria e tra il 974 e il 975 strappò agli arabi la Siria e la Palestina.
Giovanni II Comneno
(1088-Anazarbo 1143) Imperatore bizantino dal 1118. Conquistò la Serbia, la Cilicia, l'Ungheria e assoggettò i principati crociati di Antiochia ed Edessa (1137).
Giovanni III Ducas Vatatze
(Didymotikon 1193-Ninfeo 1254) Imperatore di Nicea dal 1222. Nel 1225 riuscì a riconquistare gran parte dei possedimenti latini in Asia Minore e iniziò la restaurazione bizantina a Costantinopoli, che assediò nel 1235.
Giovanni IV Lascaris
(1250-Bitinia 1284) Figlio di Teodoro II, gli succedette come imperatore bizantino ancora bambino nel 1258. Costretto a dividere il trono con Michele VIII Paleologo, fu a lui ben presto assoggettato.
Giovanni V Paleologo
(Didymotikon 1332-Costantinopoli 1391) Figlio di Andronico III, gli succedette dal 1341 come imperatore di Bisanzio. Tra il 1347 e il 1354 fu costretto a cedere il trono a Giovanni VI e riconquistatolo, tra il 1376 e il 1409, al figlio Andronico IV. Tentò invano di ottenere aiuti in occidente per controbattere la minaccia turca in Asia Minore, ma dovette infine riconoscersi vassallo dei sultani ottomani.
Giovanni VI Cantacuzeno
(Costantinopoli 1292?-Mistra 1383) Tolse il trono bizantino nel 1347 con l'appoggio turco a Giovanni V. Quest'ultimo tornò tuttavia al potere nel 1354 con l'aiuto genovese.
Giovanni VII Paleologo
(1370 ca.-Monte Athos 1410 ca.) Nipote di Manuele II, lo detronizzò per pochi mesi nel 1390, divenendo così imperatore di Bisanzio. Tenne poi la reggenza per lo zio tra il 1399 e il 1402.
Giovanni VIII Paleologo
(Costantinopoli 1390-1448) Figlio di Manuele II, gli succedette nel 1425 come imperatore di Bisanzio. Accettò l'unione della chiesa greca con quella di Roma nel 1439 per ottenere l'aiuto dell'occidente contro i turchi, ma la crociata che mandarono in suo aiuto venne sconfitta nel 1444 a Varna.
Boemia Giovanni I di Lussemburgo, detto il Cieco
(Parigi? 1296-Crécy 1346) Figlio di Enrico VII, fu re di Boemia dal 1310. Quale vicario dell'imperatore Ludovico il Bavaro in Italia, tra il 1330 e il 1333 si insignorì di varie città lombarde ed emiliane. Perì combattendo per conto dei francesi a Crécy.
Etiopia Giovanni I Negus il Giusto
(-1682) Re d'Etiopia dal 1667 al 1682.
Giovanni II Negus
Re d'Etiopia nel 1769.
Giovanni III Negus
Re d'Etiopia nel 1840 e 1841.
Giovanni IV Negus
(1832-Metemma 1889) Re d'Etiopia dal 1872 al 1889. Dovette cedere Assab e Massaua all'Italia rispettivamente nel 1882 e 1885. Inoltre, nel 1887, venne sconfitto a Dogali.
Francia Giovanni I il Postumo
(Parigi 1316-1316) Figlio postumo di Luigi X, visse solo pochi giorni. Gli succedette al trono lo zio Filippo V.
Giovanni II il Buono
(Le Mans 1319-Londra 1364) Figlio di Filippo VI, gli succedette al trono di Francia nel 1350. Gli inglesi lo sconfissero e lo presero prigioniero a Poitiers nel 1356 durante la guerra dei cent'anni. Nel 1360 venne liberato in cambio di riscatto.
Giudea Giovanni I Ircano
(134-104 a. C.) Figlio di Simone Maccabeo e iniziatore della dinastia degli Asmonei, fu sommo sacerdote ed etnarca di Giudea dal 134 al 104 a. C. Conquistò la Samaria e la Giudea ai Seleucidi.
Inghilterra Giovanni Senza Terra
(Oxford 1167-Newark 1216) Fratello di Riccardo Cuor di Leone, gli succedette nel 1199 come re d'Inghilterra. Filippo Augusto lo sconfisse e tra il 1202 e il 1214, gli tolse quasi tutti i possedimenti in Francia. Ebbe inoltre una lunga controversia con il papato, e fu per questo costretto dai baroni a concedere nel 1215 la Magna charta.
Polonia Giovanni III Sobiesky
(Olesko 1624-Wilanow 1696) Succedette a Michele Wisniowiecky come re di Polonia dal 1674. Alleato di papa Innocenzo XI e Leopoldo I d'Austria contro i turchi, nel 1683 riuscì a liberare Vienna dall'assedio nemico.
Portogallo Giovanni I il Grande
(Lisbona 1357-1433) Figlio di Pietro I, divenne re del Portogallo dal 1385. Conquistò Ceuta ai mori e favorì le esplorazioni africane del figlio Enrico il Navigatore.
Giovanni II il Perfetto
(Lisbona 1455-Alvôr 1495) Re di Portogallo dal 1481, promosse le esplorazioni di Dìaz lungo le coste africane.
Giovanni III il Pio
(Lisbona 1502-1557) Figlio di Emanuele I, fu re del Portogallo dal 1521. Consolidò il suo potere in Asia e promosse la colonizzazione del Brasile.
Giovanni IV il Fortunato
(Villaviciosa 1604-Lisbona 1656) Fondatore della dinastia di Braganza, fu re del Portogallo dal 1640. Fino al 1665 fu impegnato in una lunga guerra d'indipendenza contro gli spagnoli, e riuscì perfino a riconquistare i possedimenti coloniali in Angola e Brasile agli olandesi.
Giovanni V il Magnanimo
(Lisbona 1689-1750) Figlio di Pietro II di Braganza e grande mecenate, fu re del Portogallo dal 1707.
Giovanni VI il Clemente
(Lisbona 1769-1826) Figlio di Pietro III, dal 1792 resse il trono per la madre, e quindi nel 1807 venne deposto da Napoleone; andò in esilio in Brasile, cui diede lo statuto di regno. Tornò in patria nel 1821 dopo aver riconosciuto la costituzione liberale.
Ungheria Giovanni Szápolyai
(Szepesvár 1487-Szászebes 1540) Voivoda di Transilvania dal 1511 e re d'Ungheria dal 1526. Dopo essere stato sconfitto e privato del titolo da Ferdinando I d'Asburgo, strinse alleanza con Solimano il Magnifico. Nel 1538 riuscì a raggiungere un accordo con gli Asburgo accettando che alla sua morte, la corona ungherese passasse a Ferdinando.

Giovànni da Cermenàte (Milano 1280 ca.-1344 ca.) Cronista italiano e notaio ghibellino. Scrisse l'Historia de situ Ambrosianae urbis et cultoribus ipsius... che andava dalle origini al 1314.

Giovànni da Milàno (Caversaccio, Como, not. 1346-1369) Giovanni di Jacopo di Guido detto Giovanni da Milano. Pittore. Tra le opere Polittico (1354, Prato, Pinacoteca Comunale) e Polittico di Ognissanti (ca. 1360, smembrato, Firenze, Uffizi; Buenos Aires, Istituto Di Tella; Venezia, collezione privata).

Giovànni da Nòla (Marigliano 1488-Napoli 1558) Giovanni Marigliano detto Giovanni da Nola. Scultore. Tra le opere Compianto sul Cristo Morto (1549, Napoli, Santa Maria a Caponapoli).

Giovànni da Piàn dél Càrpine (Piàn del Càrpine 1182?-Antivari, Montenegro 1252) Francescano. Papa Innocenzo IV lo inviò in ambasceria presso il khan dei tartari dal 1245 al 1247. Scrisse un'importante relazione di viaggio (Historia mongolorum).

Giovànni da Pròcida (Salerno 1210 ca.-Roma 1298) Medico, signore di Procida e consigliere di re Manfredi. Legato alla casa sveva, nel 1266, dopo la battaglia di Benevento, ascesi gli Angioini, esulò in Aragona, dove servì Giacomo I e Pietro III, di cui preparò l'intervento in Sicilia. Fu tra i promotori della rivolta dei vespri nel 1282. Il suo personaggio, nel registro di basso, compare anche nell'opera di Verdi I vespri siciliani, ove sprona i suoi compatrioti alla rivolta all'inizio del secondo atto con un'aria ricca di patriottismo, fervore e amore per la sua terra (O tu Palermo, terra adorata).

Giovànni da Rimìni (not. 1292-prima metà del XIV sec.?) Pittore. Tra le opere Storie di Maria (ca. 1300-1320, Rimini, Sant'Agostino, Campanile).

Giovànni da Ùdine (Udine 1487-Roma 1564) Pittore e architetto. Tra le opere Decorazione delle Logge di Raffaello in Vaticano (1517-1519) e Torre dell'orologio a Udine (metà del XVI sec.).

Giovànni dàlle Bànde Nére (Forlì 1498-Mantova 1526) Soprannome di Giovanni de' Medici, figlio di Giovanni de' Medici detto il Popolano e Caterina Sforza Riario, fu capitano di ventura al servizio di Leone X nella guerra franco-spagnola tra Francesco I e Carlo V, ma cambiò spesso la parte per la quale combatteva. Ciononostante, fu molto apprezzato per il suo valore militare, il coraggio e le doti morali. Nel 1521 passò ai francesi e nel 1526 ebbe il comando della fanteria degli stati italiani nella guerra della lega di Cognac. Morì a Borgoforte in battaglia, presso Mantova mentre contrastava l'avanzata dei lanzichenecchi su Roma. Il suo soprannome (bande nere) gli fu dato alla morte di Leone X, quando i suoi soldati innalzarono vessilli neri in segno di lutto. Un anno dopo la sua morte, le sue truppe si sciolsero.

Giovànni d'Àustria (Madrid 1629-1689) Figlio di Filippo IV di Spagna, nel 1648 represse la rivolta napoletana e divenne viceré di Sicilia fino al 1651.

Giovànni d'Àustria, don (Ratisbona 1545-Bourges 1578) Militare e politico spagnolo. Figlio di Carlo V, fu al comando della flotta italo-spagnola che nel 1571 sconfisse i turchi a Lepanto. Dal 1576 fu governatore dei Paesi Bassi e promosse il ritorno al lealismo della province cattoliche.

Giovànni di Baldùccio (not. 1317-1349) Scultore. Tra le opere Tomba Baroncelli (ca. 1328, Firenze, Santa Croce, cappella Baroncelli) e Arca di San Pietro Martire (1339, Milano, Sant'Eustorgio).

Giovànni di Pàolo (Siena 1395/1400-1482) Pittore. Tra le opere Presentazione di Maria al tempio, Crocifissione e Fuga in Egitto (1436, Pisa, Pinacoteca Nazionale) e Madonna dell'Umiltà (ca. 1445, Siena, Pinacoteca Nazionale).

Giovànni di Salisbury (Salisbury 1111 ca.-Chartres 1180) Filosofo inglese, ecclesiastico, fu segretario di Tommaso Becket, alla cui morte fu nominato vescovo di Chartres (1176). Studioso di Aristotele, nell'opera Metalogicon difese la logica aristotelica, prospettando un ideale di cultura imperniato sull'unione tra scienza e lettere. Nel Polycraticus difese la superiorità del potere papale su quello temporale.

Giovànni Evangelista (I sec. d. C.) Santo, autore del quarto Vangelo, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo. Nacque a Betsaida presso il lago di Genesaret. Fu uno dei primi apostoli chiamati da Gesù. Pescatore come il padre, abbandonò tutto per seguire Cristo; fu sempre vicino al maestro e la sua presenza è rilevata in tutti i momenti particolarmente solenni, come la trasfigurazione, l'agonia e la morte sulla croce. Nel quarto Vangelo non è mai nominato espressamente se non come il discepolo amato da Gesù. Durante l'ultima cena chiese a Gesù il nome del traditore e sotto la croce Gesù gli affidò sua madre. Dopo la resurrezione di Cristo fu da lui riconosciuto per primo sulle rive del lago di Generaset. Fu sempre insieme a San Pietro, sia per diffondere il Vangelo che al concilio di Gerusalemme. Non si sa esattamente quando abbandonò la Palestina; la tradizione cristiana indica Efeso come centro della sua attività e luogo della sua morte. Tertulliano sostiene che subì il supplizio dell'olio bollente a Roma, presso la porta Latina, uscendone illeso. Giovanni svolse un ruolo importante nella chiesa primitiva. La tradizione gli attribuisce la redazione del quarto Vangelo, di tre epistole, e dell'Apocalisse (libro scritto nell'isola di Patmos durante l'esilio al quale era stato condannato sotto l'imperatore Domiziano). La festa di San Giovanni Evangelista ricorre il 27 dicembre.

Giovànni Pàolo Nome di papi.
Giovanni Paolo I
(Forno di Canale 1912-Roma 1978) Nome del pontefice Albino Luciani. Vescovo di Vittorio Veneto e patriarca di Venezia, fu eletto papa il 26 agosto 1978 e morì dopo poco più di un mese di pontificato.
Giovanni Paolo II
(Wadowice 1920-) Nome del pontefice polacco Karol Wojtyla vescovo di Cracovia. Primo papa non italiano dal 1523, fu eletto papa il 18 ottobre 1978. Il suo pontificato è stato caratterizzato da una particolare attenzione alle questioni sociali e della pace, da un rigoroso rispetto delle tradizioni e da una presenza continua della chiesa tra i fedeli di tutto il mondo, concretizzata dai suoi innumerevoli viaggi e dalle numerose encicliche emanate, Redemptor hominis (1979), Dives in misericordia (1980), Laborem exercens (1981), Sollicitudo rei socialis (1988), Centesimus annus (1989), Evangelium vitae (1995). Nel 1981, a Roma, fu gravemente ferito in un attentato.

Giovànni Pisàno (Pisa 1245 ca.-Siena 1314 ca.) Scultore e architetto, figlio di Nicola Pisano e suo collaboratore nella realizzazione del pulpito del duomo di Siena e nella fonte Maggiore di Perugia (1278). Abbandonò il classicismo dello stile ispirato dalla cultura francese gotica; ne risultò uno stile molto impetuoso e intenso. Tra le altre opere, il pulpito di Sant'Andrea a Pistoia (1297-1301), la serie delle Madonne col Bambino (tra cui quella della cappella degli Scrovegni a Padova, 1305-1306), il pulpito del duomo di Pisa (1302-1310).

Giovànni Stéfano II Figlio di Michele III di Bulgaria, gli succedette nel 1330 a seguito dell'assassinio dello zar da parte dei serbi. Nonostante l'aiuto della madre, la principessa serba Anna, non riuscì a governare a lungo la Bulgaria e dovette abdicare a favore del cugino Giovanni Alessandro.

Giovanni Verga Opera di critica letteraria di L. Russo (1919).

giovanòtto, sm. 1 Uomo giovane. ~ adolescente, ragazzo. 2 Scapolo. ~ celibe. <> coniugato. 3 Nella marina mercantile, marinaio al di sotto dei 18 anni.
 sm. youth, young man.
 deriv. da giovane.

giovàre, v. v. intr. 1 Essere utile. ~ convenire. <> nuocere. 2 Dilettare.
v. rifl. Servirsi, trarre profitto. ~ avvalersi.
 v. intr. to do good, to be good. v. rifl. to make use of.
 lat. iuvare.

Giòve (astronomia) Il pianeta più grande del sistema solare, quinto in ordine di distanza dal Sole, dal quale dista in media 780 milioni di chilometri. Il periodo di rivoluzione di Giove è di circa dodici anni terrestri e la sua rotazione si compie in meno di dieci ore. Ha una massa pari al doppio della somma delle masse di tutti gli altri pianeti (cioè circa 318 volte quella della Terra) ma il suo diametro equatoriale è di 11,23 volte quello terrestre, con un volume, quindi, uguale a quello di 1.400 globi terrestri. Da questi dati si può facilmente calcolare che la densità di Giove è meno di un quarto di quella del nostro pianeta. È di conseguenza un pianeta allo stadio fluido, formato in gran parte da idrogeno e da elio con tracce di metano, ammoniaca e altri elementi; tutto questo rende Giove più simile a una stella che a un pianeta. L'analogia è confermata anche dall'enorme energia che Giove irradia nello spazio circostante (uguale a circa il doppio di quella che riceve dal Sole), che ne fa presumere un lentissimo ma inesorabile collasso gravitazionale. Le bande multicolori osservate già in passato sulla sua superficie sono dovute a cause sia meccaniche che chimiche. Le fasce bianche sono dovute all'ammoniaca che, a causa delle basse temperature delle zone atmosferiche più elevate, solidifica in piccoli cristalli di ghiaccio. Le striature di altri colori, tra le quali la più famosa e studiata è la cosiddetta "macchia rossa"(40.000 km di longitudine e 13.000 km di latitudine), sono dovute a reazioni chimiche che avvengono nell'atmosfera. Possiede infine un campo magnetico quattordici volte più intenso di quello della Terra ed è circondato da sedici satelliti, tra i quali i quattro più grandi (Io, Europa, Ganimede e Callisto) sono noti fin dal 1610 e gli ultimi tre sono stati scoperti dalle sonde americane Pioneer 10 e 11 (1973-1974) e Voyager 1 e 2 (1979-1980).

Giòve (comune) Comune in provincia di Terni (1.666 ab., CAP 05024, TEL. 0744).

Giòve (mitologia) Dio supremo della religione di Roma antica, rappresentazione della luce e del cielo; insieme a Marte e a Quirino, inizialmente, e con Giunone e Minerva poi, costituisce la triade romana per eccellenza. Si identifica con il greco Zeus e l'etrusco Tinia.

giovedì, sm. Quarto giorno della settimana.
 sm. Thursday.
 lat. Iovis dies giorno di Giove.

Giovenàle, Dècimo Giùnio (Aquino 60 ca.-140 ca.) Poeta satirico latino, scrisse sedici Satire, divise in cinque libri, pubblicati tra il 100 e il 127. In esse il tema principale è la critica spietata ma ironica dei vizi della società del suo tempo.

giovènca, sf. Vacca giovane. ~ vitella.

giovènco, sm. Bue giovane.

gioventù, sf. Età della vita umana che si estende dalla fine dell'adolescenza alle soglie della maturità. ~ giovinezza. <> senilità.
 sf. youth.
 lat. iuventus,-utis, deriv. da iuvenis giovane.

Gioventù Isola (71.000 ab.) di Cuba, la più estesa dell'arcipelago delle Canarreos. Capoluogo Nueva Gerona.

Gioventù bruciata Film drammatico, americano (1955). Regia di Nicholas Ray. Interpreti: James Dean, Natalie Wood, Sal Mineo. Titolo originale: Rebel Without a Cause

giovévole, agg. Che reca giovamento. ~ vantaggioso. <> pernicioso.

Giòvi Passo (472 m) dell'Appennino Ligure, tra le valli Polcevera e Scrivia.

gioviàle, agg. 1 Di temperamento che conosce il prevalere dell'influsso di Giove. 2 Abitualmente gaio. ~ cordiale. <> introverso. 3 Allegro, gioioso. ~ ridanciano. <> malinconico.
 agg. jolly, jovial.

giovialità, sf. Abituale gaiezza. ~ affabilità, cordialità. <> compassatezza, introversione.

giovialóne, sm. Persona allegra.

gioviàno, sm. Ipotetico abitante del pianeta Giove.

Gioviàno (Singiduno 331?-Dadastana 364) Imperatore romano nel 363 e 364. Cristiano, abrogò le leggi filopagane di Giuliano l'Apostata, ma concluse con i persiani un'umiliante pace.

giovinàstro, sm. Giovane scapestrato. ~ bulletto.
 sm. lout, hooligan.

Giovinàzzo Comune in provincia di Bari (20.933 ab., CAP 70054, TEL. 080). Centro agricolo e commerciale (coltivazione e mercato di agrumi e ortaggi) e industriale (prodotti siderurgici). Vi si trova una cattedrale, del XIII sec., al cui interno è contenuta una cripta con colonne romaniche. Gli abitanti sono detti Giovinazzesi.

giovincèllo, sm. Giovanotto futile.

gióvine => "giovane"

Gióvine Itàlia Associazione politica segreta, fondata da Mazzini (Marsiglia, 1831), con l'intento preciso di trasformare l'Italia in una repubblica democratica. Tra i suoi membri, reclutati soprattutto negli ambienti intellettuali e della piccola e media borghesia, vengono ricordati tra gli altri Garibaldi e Guerrazzi. I suoi progetti tramontarono con il drammatico fallimento dei moti rivoluzionari; nel 1848 venne sostituita dall'Associazione nazionale italiana.

giovinétto => "giovanetto"

giovinézza, sf. 1 Età di chi è giovane, fior degli anni. ~ gioventù. <> vecchiaia. gli ideali della sua giovinezza erano stati calpestati. 2 Innocenza, ingenuità. ~ freschezza. è solo un errore di giovinezza. 3 Freschezza, entusiasmo. sentiva il bisogno di una ventata di giovinezza.
 sf. youth.
 deriv. da giovane.
Quanto è bella giovinezza Che si fugge tuttavia!. Inizia così Il trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo il Magnifico.

Giovinezza, giovinezza Opera di narrativa di L. Preti (1964).

giovinòtto => "giovanotto"

Giòvo Comune in provincia di Trento (2.288 ab., CAP 38030, TEL. 0461).

Giòvo, colle del Passo (516 m) dell'Appennino Ligure, a ovest del monte Beigua.

GIP Sigla di Giudice per le Indagini Preliminari.

gipèto, sm. Uccello (Gypaëtus barbatus) della famiglia degli Accipitridi e dell'ordine dei Falconiformi. Di colore scuro, vive sulle montagne dell'Eurasia e dell'America del Nord. Si nutre di carogne e di ossa che fa cadere contro le rocce al fine di frantumarle.

gippóne, sm. Grosso autoveicolo adatto ai terreni accidentati.

gipso- Primo elemento di parole composte.
 greco gýpsos gesso.

gipsotèca, sf. Raccolta di gessi.

giràbile, agg. Che si può girare.

giradìschi, sm. Il complesso meccanico munito di braccio portante la testina fonografica. ~ fonografo, grammofono.
 sm. record player.
 da gira + dischi.

giradìto, sm. Patereccio.
 da gira-+ dito.

Giràffa Costellazione scoperta da Hevelius nel 1614; è formata da stelle poco splendenti e si trova nell'emisfero celeste boreale, tra Cassiopea e l'Orsa Maggiore. Appare circumpolare per le latitudini dell'Italia.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_g.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

Significato del termine ?

Cosa vuol dire ?

Come si dice in inglese ?

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale G parte 5

 

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale G parte 5

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

 

Significato del termine ?

Come si dice in inglese ?

Cosa vuol dire ?

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale G parte 5