Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 1

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 1

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 1

 

l, L Dodicesima lettera dell'alfabeto italiano. Può essere utilizzata minuscola o maiuscola come simbolo o abbreviazione. Il diagramma gl rappresenta la consonante laterale palatale.
In biologia una L maiuscola posta dopo il nome latino si riferisce alla classificazione di Linneo.
In chimica l-indica che il composto è levogiro.
In fisica L indica il lavoro.
In metrologia l è simbolo di litro.
Nella numerazione romana L rappresenta il numero 50.

L'assassinio di sister George Film drammatico, americano (1969). Regia di Robert Aldrich. Interpreti: Beryl Reid, Susannah York, Coral Browne. Titolo originale: The Killing of Sister George

là, avv. 1 In quel luogo; lì, ivi. ~ colà. <> qua. se ne stava là nell'angolo, in disparte dagli altri; al di là, oltre; 2 Con significato di tempo, all'incirca, verso. essere in là con gli anni, avere età avanzata; da quel giorno in là, da quel momento in poi.
1 there. 2 (di là, da quel luogo) from there. 3 (al di là) on the other side. 4 (dall'altra parte) over there. 5 (di là di) beyond. 6 (più in là) further on.
lat. illac per di là.

La Simbolo chimico del lantanio.

la, art., pron. e sm. art. determ. f. sing.Si elide davanti a vocale.
pron. pers. e dimostr. f. sing. Forma atona di leiusata come complemento oggetto.
sm. invar. Sesta nota della scala diatonica.
 art. determ. f. the. pron. 1 (persona) her. 2 (cosa) it. 3 (formula di cortesia) you. sm. invar. (mus.) A, la.
Nei paesi latini rappresenta la sesta nota della scala di do maggiore. Il la centrale (440 Hz) viene utilizzato come suono di riferimento (nel diapason) per accordare gli strumenti e intonare le voci.

La Aracaunía Regione (775.000 ab.) del Cile settentrionale, capoluogo Temuco.

La Beaumelle, Laurent Angliviel de (Valleraugue, Cevenne 1726-Parigi 1773) Scrittore francese. Tra le opere, Mes pensées ou qu'en dira-t-on? (1751), Mémoires pour servir à l'histoire de Madame de Maintenon e Lettres de Madame de Maintenon (1756).

La Bruyère, Jean de (Parigi 1645-Versailles 1696) Scrittore e moralista francese. Chiamato a far da precettore al duca di Borbone, visse a lungo alla corte dei Condé traendo spunto e materiale per la stesura dei Caratteri di Teofrasto, tradotti dal greco, con i caratteri o costumi di questo secolo (1688). L'opera, che accanto alla traduzione del moralista greco propone una serie di ritratti satirici di notevole efficacia, ebbe subito un grande successo e venne ripetutamente rielaborata fino all'ultima edizione del 1696.

La Càpria, Raffaèle (Napoli 1922-) Scrittore. Tra le opere Ferito a morte (1961) e Fiori giapponesi (1979).

La Càssa Comune in provincia di Torino (1.056 ab., CAP 10040, TEL. 011).

La Cierva, Juan de (Murcia 1895-Croydon 1936) Ingegnere spagnolo. Nel 1923 inventò l'autogiro.

La Condamine, Charles-Marie de (Parigi 1701-1774) Geografo e geodeta francese. Per definire il metro, lavorò alla misurazione dell'arco di meridiano.

La Coruña Città (257.000 ab.) della Spagna, nella Galizia. Capoluogo della provincia omonima.

Là dove scende il fiume Film western, americano (1952). Regia di Anthony Mann. Interpreti: James Stewart, Julie Adams, Rock Hudson. Titolo originale: Bend of the River

La Farìna, Giusèppe (Messina 1815-Torino 1863) Politico. Fondò con altri e diresse dal 1857 la Società nazionale. Cavour lo incaricò di controllare la spedizione in Sicilia del 1860, ma egli ne venne espulso da Garibaldi. Scrisse Storia d'Italia dal 1815 al 1850 (1852).

La Fayette, Marie-Joseph-Paul Yves-Roch-Gilbert de Motier de (Chavaniac 1757-Parigi 1834) Marchese di La Fayette, generale e politico francese. Dal 1777 al 1781 combatté nella guerra d'indipendenza americana fornendo il suo aiuto agli insorti. Nel 1789 fu deputato della Nobiltà agli stati generali e ordinò la guardia nazionale successivamente alla presa della Bastiglia. Fu ostile al regime napoleonico e favorevole invece a una monarchia illuminata. Mantenne posizioni liberali anche dopo la restaurazione, allorché, divenuto deputato (1818 e 1827), contrastò la politica reazionaria dei Borbone. Dopo lo scoppio della rivoluzione di Parigi nel 1830 appoggiò l'avvento al trono di Luigi Filippo d'Orléans. In seguito prese le parti dei vari moti rivoluzionari in atto in Europa, rendendosi inviso al re e finendo così in esilio.

La Fayette, Marie-Madeleine Pioche de la Vergne de (Parigi 1634-Parigi 1693) Scrittrice francese, detta Madame de La Fayette. Il suo capolavoro è La principessa di Clèves (1678) imperniato sull'analisi dell'amore e dei sentimenti e considerato il capostipite del romanzo psicologico. Tra le altre opere, le novelle La principessa di Montpensier (1662) e La contessa di Tenda (postuma, 1724) e il romanzo Zayde (1670).

La Fontaine, Jean de (Château-Thierry 1621-Parigi 1695) Poeta francese. La sua fama è legata alle Favole ispirate a Esopo, Fedro e a varie fonti orientali e medievali. Pubblicò i primi sei libri delle Favole nel 1668 dedicati al Delfino, altri cinque dal 1678 al 1679 e l'ultimo nel 1694. L'opera ripropone rinnovato il genere dell'apologo attraverso una narrazione efficace e ironica ricca di risvolti psicologici e una forma espressiva limpida e si colloca tra le più raffinate ed eleganti produzioni poetiche francesi. Tra le altre opere, Racconti e novelle in versi (1664-1671), Amori di Psiche e di Cupido (1669).

La Fresnaye, Roger de (Le Mans 1885-Grasse 1925) Pittore francese. Tra le opere L'uomo seduto (1914, Parigi, Musée National d'Art Moderne).

La Harpe, Frédéric-César de (Rolle 1754-Losanna 1838) Politico svizzero. Dal 1798 al 1800 fu membro del Direttorio della Repubblica Elvetica. Riuscì a ottenere al congresso di Vienna l'indipendenza del cantone di Vaud.

La Lòggia Comune in provincia di Torino (6.303 ab., CAP 10040, TEL. 011).

La Maddaléna Comune in provincia di Sassari (11.048 ab., CAP 07024, TEL. 0789). Centro turistico (balneazione) e della pesca dell'arcipelago della Maddalena. Gli abitanti sono detti Maddalenini.

La Magdeleine Comune in provincia di Aosta (105 ab., CAP 11020, TEL. 0166).

La Màlfa, Giórgio (Milano 1939-) Politico, figlio di Ugo. Dal 1987 al 1995 fu segretario del PRI. Nel 1996 è stato eletto deputato nelle file di Rinnovamento italiano.

La Màlfa, Ùgo (Palermo 1903-Roma 1979) Politico. Antifascista, collaborò nel 1941 alla fondazione del partito d'azione. Nel dopoguerra aderì al PRI, di cui divenne segretario nel 1965. Fu vicepresidente del consiglio nel governo Moro (1974). Nel 1979 fu il primo laico della storia repubblicana a ricevere l'incarico di formare il governo.

La Màrmora La cima (1.834 m) più elevata della catena del Gennargentu, in Sardegna.

La Màrmora, Albèrto Ferrèro di (Torino 1789-1863) Militare. Dal 1849 fu comandante generale della Sardegna. Compì importanti studi geografici e sociali sulla regione.

La Màrmora, Alessàndro Ferrèro di (Torino 1799-Kadikoy, Crimea 1856) Militare. Generale piemontese e fondatore nel 1836 del corpo dei bersaglieri. Durante la guerra di Crimea morì di colera.

La Màrmora, Alfònso Ferréro (Torino 1804-Firenze 1878) Generale e uomo politico. Nel 1849 fu nominato ministro della guerra e mantenne l'incarico fino al 1860. Comandò le truppe piemontesi durante la spedizione di Crimea del 1855. Nel 1861 fu incaricato di reprimere il brigantaggio nel sud del paese. Assunta la guida dell'esercito nella terza guerra d'indipendenza (1866), fu sconfitto a Custoza.

La Màsa, Giusèppe (Trabia 1819-Roma 1881) Patriota. Il 12 gennaio 1848 fu alla guida dell'insurrezione palermitana e organizzò i volontari siciliani per la spedizione dei Mille.

La Mècca => "Mecca"

La Mettrie, Julien Offroy de (Saint-Malo 1709-Berlino 1751) Filosofo francese. Appartenente alla guardia francese in qualità di medico (1743), fu perseguitato per le sue convinzioni materialiste e meccanicistiche e, a seguito dell'effetto provocato dalla pubblicazione dell'opera Storia naturale dell'anima (1745), fu costretto a fuggire a Berlino. Fu un assertore dell'uguaglianza di tutti gli esseri viventi. Scrisse anche L'uomo macchina (1748).

La Mòrra Comune in provincia di Cuneo (2.416 ab., CAP 12064, TEL. 0173).

La Motta, Jake (New York 1921-) Pugile italo-americano. Dal 1949 al 1951 fu campione mondiale dei pesi medi.

La Palisse, Jacques II de Chabannes (1470-Pavia 1525). Generale francese che combatté a Ravenna (1512), a Marignano (1515), alla Bicocca (1522); nel 1524 affrontò e vinse con il conestabile Carlo I di Borbone che si era ribellato a Francesco I. L'anno successivo perì nella battaglia di Pavia. Da un passo di un canto composto in suo onore che citava "un quarto d'ora prima di morire era ancora in vita", scaturì l'aggettivo lapalissiano per intendere un'espressione evidente o palese.

La Pampa Provincia (260.000 ab.) dell'Argentina centrale, capoluogo Santa Rosa.

La Paz Capitale amministrativa della Bolivia (quella politica è Sucre) (1.035.000 ab.), capoluogo del dipartimento omonimo che ha un'estensione di circa 140.000 km2 e 2.370.000 abitanti. Posta a 3.577 m di quota, sorge ai piedi della Cordigliera Reale e del vulcano Illimani. Rappresenta un fiorente mercato agricolo e zootecnico. Oltre a un raffinato artigianato sono presenti anche industrie cartarie, chimico farmaceutiche, tessili, metallurgiche, alimentari e del tabacco. Fondata nel 1548 dallo spagnolo Alonso de Mendoza, dal 1898 è sede del governo. Di particolare interesse storico oltre alla chiesa e al monastero di San Francesco (1778) è il museo archeologico. È anche un centro universitario.

La Pérouse, Jean François de Galaup cónte di (Le Gua 1741-isola di Vanikoro 1788). Navigatore francese. Partì nel 1785 con due navi, la Boussole e l'Astrolabe verso il Pacifico settentrionale completando così le precedenti spedizioni di J. Cook; rilevò l'esatta posizione delle isole Hawaii, doppiò capo Horn, toccò l'isola di Pasqua, l'Alaska, le Filippine e, navigando tra Corea e Giappone, raggiunse la penisola della Kamcatka. Scoprì lo stretto che da lui prese il nome. Gli ultimi documenti noti furono inviati dalle coste orientali dell'Australia, da dove poi ripartì per non fare più ritorno dirigendosi verso est. Solo nel 1826 Dillon e nel 1828 Dumont d'Urville ritrovarono le tracce dell'Astrolabe nell'arcipelago di Santa Cruz nell'isola di Vanikoro.
Stretto di La Pérouse
Stretto lungo 42 km posto nel Pacifico nordoccidentale tra le isole Sahalin (Russia) a nord e l'isola Hokkaido (Giappone) a sud. Congiunge il mare di Ohotsk a nord con il mare del Giappone a sud e con lo stretto di Tartaria a nord-ovest.

La Plata Città (520.000 ab.) dell'Argentina, capoluogo della provincia di Buenos Aires. Centro amministrativo, industriale e di commercio di prodotti agricoli (cotone, tabacco e canna da zucchero). Le principali industrie sono quelle siderurgiche, chimiche, alimentari e del petrolio.

La Rochefoucauld, François duca di (Parigi 1613-1680). Scrittore e moralista francese proveniente da una delle famiglie francesi più nobili. Cospirò con i nobili prima contro Richelieu, successivamente contro Mazzarino e militò attivamente nella fronda. Allontanatosi dalla politica alimentò i salotti intellettuali di Madame de Sablé introducendo la moda delle massime. Da questi incontri nacquero dapprima le Memorie (1662) e quindi le famose Massime (1665) in cui venivano approfonditi i segreti della psicologia dell'animo umano e la convinzione che l'egoismo rappresenterebbe la vera ragione di tutte le azioni umane.

La Rocque, François de (Lorient 1886-Croissy 1946) Politico francese. Come capo delle Croix-de-feu, fu alla guida della sommossa fascista del 6 febbraio 1934. Nel 1936 fondò il Partito sociale francese.

La Rue, Pierre de (Tournai ca. 1460-Courtrai 1518) Compositore franco-fiammingo. Tra le opere 31messe, 8 magnificat e circa 40 chansons.

La Sablière, Marguerite Hessein madame de (Parigi 1636-1693) Letterata francese. Nel 1668, dopo la separazione dal marito Antoine de La Sablière, trasformò la sua casa parigina in un cenacolo di artisti e letterati. La Fontaine vi abitò dal 1673, dedicandole i versi finali del IX libro delle Favole e i Discours à Madame de La Sablière.

La Salle Comune in provincia di Aosta (1.679 ab., CAP 11015, TEL. 0165).

La Salle, René-Robert Cavelier de (Rouen 1643-presso il fiume Brazos, Texas 1687) Esploratore francese. Percorse tutto il Mississippi fino a giungere al mare, esplorandone tra il 1681 e il 1682 l'ampio bacino. Chiamò la regione Louisiana in onore di Luigi XIV.

La Serena Città (120.000 ab.) del Cile, situata alla foce del fiume Elqui. Capoluogo della regione IV Coquimbo.

La Spèzia => "Spezia"

La Thuile Comune in provincia di Aosta (764 ab., CAP 11016, TEL. 0165).

La Tour du Pin, René de (Arrancy 1834-Losanna 1924) Sociologo francese. Di ideologia cattolica e teorico del corporativismo, scrisse Verso un ordine sociale cristiano (1907).

La Tour, Georges de (Vic-sur-Seille 1593-Lunéville 1652) Pittore francese. Tra le opere Il baro, con l'asso di quadri (prima metà del XVII sec., Parigi, Louvre) e San Giuseppe falegname (ca. 1640, Parigi, Louvre).

La Trémoille, Louis II de (Thouars 1460-Pavia 1525) Generale francese, visconte di Thouars e principe di Talmont. Nel 1500, sconfitto Ludovico il Moro a Novara, occupò il ducato di Milano, dove fu in seguito luogotenente di Francesco I. Perì nella battaglia di Pavia.

La Union Provincia (453.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Luzon. Capoluogo San Fernando.

La Vàlle (in ted. Wengen) Comune in provincia di Bolzano (1.199 ab., CAP 39030, TEL. 0471).

La Vàlle Agordìna Comune in provincia di Belluno (1.197 ab., CAP 32020, TEL. 0437).

La Vallette, Jean Parisot de (1494-Malta 1568) Gran maestro dell'ordine di Malta dal 1557. Nel 1565 respinse l'assalto di un'imponente armata ottomana e avviò la fondazione della città che è oggi capitale di Malta, che prese il suo nome.

La Vallière, Louise de la Baume le Blans, duchéssa di (Tours 1644-Parigi 1710) Favorita del re di Francia Luigi XIV e madre di quattro suoi figli. Dal 1674, soppiantata da Madame de Montespan, si ritirò a vivere in un convento di carmelitane.

La Vega Provincia (301.000 ab.) della Repubblica Dominicana, a 105 km da Santo Domingo.

La Vìa, Vincènzo (Nicosia 1895-San Gregorio di Catania 1982) Filosofo. Esponente della cosiddetta "filosofia realistica" e fondatore della rivista Teoresi (1946), sostenne la reciproca implicazione di pensiero ed essere. Tra le opere, L'idealismo attuale di Gentile (1925) e Dall'idealismo all'assoluto realismo (1941).

La Vólpe, Albèrto (Napoli 1933-) Giornalista televisivo. Dopo aver esordito come giornalista radiofonico (1966), passò al piccolo schermo in veste di speaker del telegiornale, per poi percorrere interamente la carriera televisiva, da inviato speciale a vicedirettore del Tg3 e infine direttore del Tg2 (dal 1987 al 1993). Particolare interesse suscitarono le rubriche da lui introdotte, Diogene in onda alla fine del Tg2 delle 13.00 e Pegaso, alla fine dell'edizione della notte.

Laban, Rudolf von (Bratislava 1879-Weybridge 1958) Coreografo ungherese e fondatore, nel 1910 a Monaco, del primo centro di danza libera.

Làbano Personaggio biblico. Nipote di Abramo, fu padre di Rachele e Lia, moglie di Giacobbe.

làbaro, sm. Stendardo.
 lat. labarum.

làbbia, sf. 1 Aspetto. ~ sembianze. 2 Volto. ~ viso. 3 Al plurale, labbra.

làbbo, sm. Nome volgare di Uccelli Caradriformi appartenenti al genere Stercorarius.

Làbbro Monte (1.193 m) calcareo della Toscana, in provincia di Grosseto, tra le valli dei fiumi Albegna e Fiora.

làbbro, sm. 1 Ognuna delle due pieghe muscolo-cutanee mobili che nei Mammiferi circondano l'apertura della cavità orale. Intervengono nella nutrizione e nella fonazione. 2 Al plurale, bocca. 3 Di ferita, margine, orlo. ~ bordo.
[plurale: i labbri (di una ferita, di un vaso), le labbra (della bocca)]
 sm. lip.
 lat. labrum, da lambere leccare.
Labbro leporino
Detto anche cheloischisi, è una malformazione congenita che consiste in una fenditura del labbro superiore che si estende nei casi più gravi alle fosse nasali.
Piccole e grandi labbra
Nei Mammiferi sono le pieghe cutanee che delimitano l'apertura vulvare nell'apparato genitale esterno femminile.

Làbdaco Personaggio mitologico, re di Tebe, padre di Laio e nipote di Cadmo. Fu il capostipite dei labdacidi.

Labé Città (66.000 ab.) della Guinea settentrionale, capoluogo della regione omonima.

Labé, Louise (Lione 1524-Parcieux-en-Dombes 1565) Poetessa francese. La sua casa costituì il centro di ritrovo dei poeti della Scuola lionese, fiorita a Lione negli anni 1530-1550, influenzati dalla poesia petrarchista italiana. Tra essi, Maurice Scève, Pontus de Tyard e Olivier de Magny, che le ispirò i versi più appassionati. Denominata "la belle cordière" (la bella cordaia), poiché il marito Ennemond Perrin era di professione cordaio, ha lasciato tre elegie e 24 sonetti notevoli per la sincerità dei sentimenti, oltre a un'opera in prosa, Débat de folie e d'amour (Disputa di follia e d'amore, 1555).

labèllo, sm. 1 In botanica, elemento del verticillo perianziale interno delle Orchidacee, simile nell'aspetto a un petalo. 2 In zoologia, pezzo pari articolato che si trova all'estremità distale del labbro di alcuni Insetti e che può essere connesso con il simmetrico.
 lat. labellum dim. di labrum labbro.

làbeo, sm. Genere di Pesci Cipriniformi di acqua dolce della famiglia dei Ciprinidi che vivono nelle regioni calde dell'Europa.

Laberthonnière, Lucien (Chazelet 1860-Parigi 1932) Filosofo francese. Figura di spicco del modernismo, ne diresse dal 1905 al 1913 la rivista Annali di filosofia cristiana. Seguendo Blondel concepì una filosofia con funzione attiva. Tra le sue opere, Saggi di filosofia religiosa (1903), Il realismo cristiano e l'idealismo greco (1905), Sulla via del cattolicesimo (1912).

lab-ferménto, sm. Termine fisiologico che indica l'enzima del succo gastrico in grado di coagulare la caseina del latte. In biochimica lo stesso enzima viene chiamato rennina.
 tedesco Lab caglio.

labiàle, agg. Che riguarda le labbra.
 deriv. dal lat. labium labbro.

labializzàre, v. v. tr. Rendere labiale.
v. intr. pron. Diventare labiale.

labializzazióne, sf. Articolazione di un suono mediante le labbra.

Labiàte Famiglia di piante Dicotiledoni dell'ordine delle Tubiflore comprendente circa tremile specie, da molte delle quali si estraggono oli essenziali. Hanno fiori zigomorfi caratterizzati da corolla bilabiata, pistillo bicarpellare con ovario supero, due o quattro stami e frutto di tipo tetrachenio. Vivono nelle regioni temperate di Europa, Asia e Africa.

labiàto, agg. 1 Che ha forma simile a quella delle labbra. 2 Labializzato.

Labiche, Eugène (Parigi 1815-1888) Commediografo. Tra le opere Un cappello di paglia di Firenze (1851) e Il viaggio del signor Perrichon (1860).

Labìco Comune in provincia di Roma (2.488 ab., CAP 00030, TEL. 06).

Labidognàti Gruppo di Aracnidi Araneidi con cheliceri perpendicolari rispetto all'asse del corpo.

Labièno, Tìto (Piceno 100?-Munda 45? a. C.) Militare romano. Luogotenente di Cesare in Gallia, nel 49, dopo il passaggio del Rubicone, si unì ai pompeiani e combatté a Tapso, a Farsalo e a Munda, dove morì.

làbile, agg. 1 Che viene meno facilmente; caduco, passeggero, fugace. ~ effimero. <> stabile. 2 Di memoria, debole. ~ corto. <> di ferro. 3 Emotivamente fragile. ~ debole. <> forte.
 agg. faint, weak.
 lat. labilis, deriv. da labi scivolare.

labilità, sf. 1 Caratteristica di ciò che è labile; fugacità, inconsistenza. ~ caducità. <> stabilità. 2 Proprietà di ciò che è labile.

labilménte, avv. In modo labile.

labiodentàle, agg. Detto di consonante la cui articolazione comporta un avvicinamento del labbro inferiore agli incisivi superiori.

labiovelàre, agg. Detto di suono che comporta la combinazione di una articolazione velare.

Labirinthus Noctis Regione del pianeta Marte, così chiamata da Schiaparelli, caratterizzata da profondi solchi dovuti all'erosione, in cui i vapori dell'atmosfera marziana danno luogo al fenomeno di nebbie intense.

labirìntico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo a un labirinto. 2 In anatomia, che è in relazione o appartiene al labirinto dell'orecchio.

labirintìte, sf. Patologia infiammatoria del labirinto (cavità dell'orecchio interno). Caratterizzata da vertigini, diminuzione o perdita della capacità uditiva, la labirintite può insorgere a seguito di un'infezione da virus o batteri (otite, parotite, meningite). Dopo una fase sierosa, una fase siero-fibrinosa e una fase purulenta, la labirintite può anche cronicizzarsi. L'unico rimedio è la terapia chirurgica.

labirìnto, sm. 1 Nella mitologia greca si riferisce all'opera di Dedalo fatta erigere da Minosse presso Cnosso per rinchiudervi il Minotauro. 2 Luogo, edificio, intreccio di strade dove è difficile orizzontarsi; intrico, groviglio, confusione, viluppo. ~ dedalo. 3 Boschetto con vialetti intricati nel parco di una villa. 4 Situazione intricata; ginepraio, guazzabuglio, pasticcio. ~ imbroglio. 5 Insieme delle strutture che formano la parte profonda dell'orecchio interno.
 sm. labyrinth, maze.
 lat. labyrinthus, dal greco labyrinthos.
In architettura è elemento simbolico cristiano utilizzato dal IV sec. e presente come decorazione sui pavimenti delle chiese medievali. Nel rinascimento venne utilizzato per la realizzazione dei giardini all'italiana.
In anatomia è costituito dal labirinto osseo, cavità scavata nell'osso temporale e rivestita dal labirinto membranoso. I canali formati dal labirinto osseo contengono l'endolinfa, mentre la perilinfa divide il labirinto membranoso dalla parte ossea. Il labirinto è di fondamentale importanza nell'udito e nell'equilibrio.

Labirinto della solitudine, Il Saggio di O. Paz (1950).

Labirinto magico, Il Romanzo di M. Aub (1943-1968).

Labirinto nel mondo, Il Trilogia autobiografica di M. Yourcenar (1974-1980).

Labirinto, Il Dramma di F. Arrabal (1961).

Labirontodónti In paleontologia. sottoclasse di Anfibi, formanti assieme ai fillospontili il gruppo degli stegocefali, aventi dimensioni anche gigantesche, corpo ricoperto da scudi ossei e vertebre ossificate.

labor omnia vicit, loc. avv. Espressione latina di Virgilio che significa "il lavoro vince ogni difficoltà". Esprime fiducia nella laboriosa fatica dell'uomo.

laboratòrio, sm. 1 Locale o insieme di locali forniti di attrezzature per ricerche scientifiche. ~ gabinetto. avevano un laboratorio di analisi ben attrezzato. 2 Locale annesso a un negozio dove si fanno o si riparano gli oggetti in vendita; atelier, bottega, manifattura. ~ studio. si trovava in quel momento nel laboratorio dell'orefice.
 sm. 1 laboratory. 2 (locale) workshop.
 deriv. dal lat. laborare lavorare.

laboràtorìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi lavora come tecnico o ricercatore in un laboratorio.

laboriosaménte, avv. In modo laborioso.

laboriosità, sf. Caratteristica di chi è laborioso; alacrità, industriosità. ~ operosità. <> pigrizia.

laborióso, agg. 1 Che comporta difficoltà; arduo, difficile, duro, faticoso. ~ gravoso. <> facile. 2 Dedito al lavoro; alacre, attivo, industrioso, operoso. ~ produttivo. <> pigro. 3 Denso di realizzazioni. ~ frenetico. <> tranquillo.
 agg. 1 laborious. 2 (operoso) hard-working.
 lat. laboriosus, deriv. da labor,-oris lavoro.

Laboulbeniàli Ordine di Funghi Ascomiceti che non hanno riproduzione asessuata e il cui micelio è composto da poche cellule. In genere parassitano esternamente alcuni Insetti, in particolare Ditteri, Coleotteri e Imenotteri.

Labrador Penisola dell'America settentrionale appartenente al Canada con le province del Quebec e di Terranova. Si estende per circa 1.300.000 km2 tra la baia di Hudson a ovest e l'oceano Atlantico a est. Il tratto di costa lungo l'oceano è ripido e frastagliato, mentre il resto del territorio si presenta prevalentemente pianeggiante e ricco di fiumi e laghi di origine glaciale, gelati per gran parte dell'anno. Il clima è continentale freddo o polare con copiose precipitazioni nevose. Le estese foreste vengono sfruttate dall'industria del legno. Dal sottosuolo vengono estratti ferro, rame e amianto. Attive la pesca e la caccia. La città principale è Battle Harbour.
Corrente del Labrador
Corrente freddissima dell'oceano Atlantico nordoccidentale. Proveniente dalla baia di Baffin, si dirige a sud lungo la penisola del Labrador e, in corrispondenza dell'isola di Terranova, incontra la corrente del Golfo.
Mare del Labrador
Parte dell'oceano Atlantico nordoccidentale compresa tra la Groenlandia meridionale e la penisola del Labrador. Vi è praticata la pesca di aringhe e merluzzo.

labrador retriever Originario dell'Inghilterra, è un valido cane da riporto sia in pianura sia in acqua. Ha una corporatura robusta, pelo fitto e duro resistente all'acqua. È dotato di un olfatto eccezionale.

Làbridi Famiglia di Pesci Perciformi originari delle regioni tropicali e subtropicali, caratterizzati da labbra carnose, ossa faringee inferiori formanti un elemento a forma di T su cui sono presenti robusti denti e livree variopinte.

Labriòla, Antònio (Cassino 1843-Roma 1904) Filosofo. Partendo da posizioni vicine al pensiero socialista, stimolato da Engels nel corso dei loro contatti epistolari (1890), si dedicò allo studio del marxismo. Avviata un'opera di diffusione e di elaborazione filosofica e politica di tale teoria, si affermò come moderno interprete del materialismo storico ed ebbe grande importanza nello sviluppo della cultura italiana. L'ultimo periodo è contrassegnato dalla polemica condotta nei confronti delle filosofie di Bernstein e Sorel, oltre che di Gentile e Croce. Tra gli scritti, In memoria del Manifesto dei comunisti (1895), Del materialismo storico. Delucidazione preliminare (1896), Discorrendo di socialismo e di filosofia (1898).

Labriòla, Artùro (Napoli 1873-1959) Politico ed economista. Aderente dal 1895 al Partito socialista, si dedicò alla diffusione del marxismo in Italia e all'organizzazione del sindacalismo rivoluzionario. Uscito dal Partito socialista nel 1907, si dichiarò interventista in occasione dell'impegno bellico (1915). Fu ministro del lavoro nel gabinetto Giolitti (1920-1921). Ostile al fascismo, fu costretto all'esilio in Francia e Belgio fino al 1937. Alla fine della guerra partecipò alla Costituente e fu membro del senato dal 1948. Tra gli scritti, Le dottrine economiche di Quesnay (1897), La teoria del valore di Karl Marx (1899), Il capitalismo (1910), Le due politiche: fascismo e riformismo (1923), La dittatura della borghesia (1924).

Làbro Comune in provincia di Rieti (293 ab., CAP 02010, TEL. 0746).

labrònico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a Livorno.

Labrouste, Henri (Parigi 1801-Fontainebleau 1875) Architetto francese. Tra le opere la Biblioteca Ste-Geneviève (1843-1850) e la Biblioteca Nazionale (1862-1868) a Parigi.

Labuan Isola (12.000 ab.) federale della Malaysia, nel Borneo, sul mar Cinese Meridionale. Capoluogo Victoria. Basa le sue risorse economiche sugli importanti giacimenti di carbone.

labuntur anni, loc. avv. Espressione latina di Orazio che significa "gli anni scorrono via". Sta a sottolineare la fugacità del tempo.

laburìsmo, sm. Movimento politico e ideologico britannico. Ebbe origine in Gran Bretagna alla fine del XIX sec. nell'ambiente delle associazioni dei lavoratori e si organizzò nel Partito laburista indipendente (da labour, lavoro); in senso più specifico sta a indicare l'evoluzione del movimento operaio postcartista verso l'inserimento dei lavoratori nella vita politica parlamentare. Portò avanti rivendicazioni di tipo economico e sociale a favore delle fasce popolari. Dal punto di vista dottrinario si configura come un socialismo moderato riformista, basato sul rispetto delle fondamentali libertà democratiche, profondamente differente dal marxismo e contrario a qualsiasi forma di dittatura. Sotto l'aspetto politico esso si caratterizzò come blocco elettorale popolare tendente alla conquista dei seggi parlamentari. Nel primo dopoguerra entrò nel governo in Gran Bretagna, diffondendosi poi anche in Scandinavia e nei paesi del Commonwealth.

laburìsta, agg., sm. e sf. agg. Del, aderente del laburismo.
sm. e sf. Seguace del laburismo.
 agg. labour. sm. e sf. Labour Party member.
 ingl. labourist.

laburìstico, agg. (pl. m.-ci) Che si riferisce al laburismo.

Lac Prefettura (248.000 ab.) del Ciad, sul lago Ciad. Capoluogo Bol.

Lacaille, Nicolas Louis de (Rumigny 1713-Parigi 1762) Astronomo e geodeta francese, compiendo studi e osservazioni dal Capo di Buona Speranza, determinò la parallasse del Sole e della Luna; misurò la posizione di quasi 10.000 stelle dell'emisfero celeste australe, denominando quattordici nuove costellazioni.

Lacan, Jacques (Parigi 1901-1981) Psicologo. Tra le opere Lo stadio dello specchio come formatore della funzione dell'io (1949) e Scritti (1966-1972).

làcca, sf. (pl.-che) 1 Denominazione generica che indica sostanze colorate resinose di origine vegetale o artificiale, utilizzate per ricoperture di oggetti diversi a scopo decorativo o protettivo. ~ vernice. 2 Colore formato per fissazione meccanica o chimica di un colorante organico su di un supporto. 3 Fissatore per pettinature.
 sf. 1 lacquer. 2 (fissatore per capelli) hair spray.
 arabo lakk, dal persiano lak.
Lacca del Giappone
Sostanza resinosa di origine vegetale fornita dalla Rhus vernicifera, pianta della famiglia delle Anacardiacee diffusa in Giappone e utilizzata per vernici.

Laccadìve Insieme di arcipelaghi corallini nell'oceano indiano scoperti nel 1499 dai navigatori portoghesi. Attualmente fanno parte del Lakshadweep, territorio dell'Unione Indiana (insieme alle Amindivi e all'isola di Malabar).

laccamùffa, sf. 1 Lichene (noto anche come lichene tintorio, Roccella tinctoria); presenta un tallo cilindrico e si trova sulle rocce costiere. Viene usato come colorante. 2 Tornasole.

laccàre, v. tr. Verniciare con lacca; smaltare. ~ verniciare.
 deriv. da lacca.

laccàsi, sf. Enzima presente nel lattice degli alberi da lacca che costituisce un fermento ossidante, contenente manganese, che fissa l'ossigeno sui polifenoli.

laccàto, agg. Colorato con lacca.

laccatóre, sm. (f.-trìce) Chi esegue lavori con lacca.

laccatùra, sf. Atto, effetto del laccare.

lacchè, sm. 1 Valletto in livrea che per strada seguiva o procedeva il padrone; servitore. ~ domestico. 2 Persona che si umilia e si disonora in maniera servile; galoppino, lecchino. ~ portaborse.

Lacchiarèlla Comune in provincia di Milano (6.825 ab., CAP 20084, TEL. 02).

lacciàia, sf. Laccio.

làccio, sm. 1 Corda con cappio o nodo scorsoio che si stringe tirando. ~ cappio. laccio emostatico, per stringere i vasi sanguigni. 2 Trappola. ~ trabocchetto, insidia. 3 Legaccio. ~ stringa. gli si spezzarono i lacci delle scarpe. 4 Nodo. 5 Capestro. 6 Vincolo. ~ legame. sentiva forte il laccio dell'amore.
 sm. 1 string, lace. 2 (emostatico) tourniquet.
 lat. volg. lacius.

lacciòlo, sm. 1 Piccolo laccio utilizzato in special modo per catturare gli uccelli. 2 Trappola, insidia, imbroglio. ~ inganno.

Làcco Amèno Comune in provincia di Napoli (3.936 ab., CAP 80076, TEL. 081).

laccolìte, sf. Massa di roccia intrusiva avente forma di lente e posta a pochi chilometri di profondità tra strati di rocce sedimentarie.

Lacedèlli, Lìno (Cortina d'Ampezzo 1925-) Alpinista. Scalò il K2 insieme ad A. Compagnoni nel 1954.

Lacedèlli, Robèrto (Cortina d'Ampezzo 1919-) Sciatore italiano. Fu componente della squadra azzurra olimpionica, vinse cinque volte il campionato italiano nelle specialità alpine e fu allenatore della squadra nazionale femminile.

lacedèmone, o lacedemònio, agg. Spartano.

Lacedònia Comune in provincia di Avellino (3.163 ab., CAP 83046, TEL. 0827).

laceràbile, agg. Che si può lacerare.

laceraménto, sm. Atto, effetto del lacerare.

lacerànte, agg. 1 Che ferisce per la sua forza; lancinante, acuto. ~ straziante. 2 Stridulo, penetrante. ~ assordante.

laceràre, v. v. tr. 1 Ridurre in brandelli. ~ stracciare. la caduta nei rovi aveva lacerato i pantaloni. 2 Straziare, torturare. ~ tormentare. quelle urla laceravano gli animi. 3 Consumare, sbranare, dilaniare. ~ squartare.
v. intr. pron. 1 Strapparsi. ~ rompersi. si era lacerata un'amicizia per un semplice sgarbo. 2 Ferirsi.
 v. tr. to tear, to lacerate. v. intr. pron. to tear.
 lat. lacerare.

lacerazióne, sf. 1 Atto del lacerare. ~ strappo. 2 Strazio.
 lat. laceratio,-onis.

lacèrna, sf. Presso i romani, mantello di stoffa fine aperto, serrato sulle spalle, che si portava sulla tunica e sull'armatura.

làcero, agg. 1 Strappato in più punti; logoro, liso. ~ frusto. <> nuovo. 2 Detto di persona che indossa vestiti logori. ~ cencioso. <> decoroso.
 agg. 1 ragged, torn, tattered. 2 (med.) lacerated.
 lat. lacer,-era,-erum.

làcero-contùso, agg. Detto di ferita i cui margini sono privi di continuità.

Lacèrtidi Famiglia di Rettili per la maggior parte ovipari, caratterizzati da palpebre mobili, lingua bifida, coda lunga e sottile in grado di riprodursi con facilità e arti forniti di cinque dita munite di unghie, alla quale appartengono le lucertole. Vivono nelle regioni temperate e calde di Europa, Asia e Africa.
 lat. lacerta lucertola.

lacèrto, sm. 1 Parte del corpo umano, soprattutto muscolare. 2 Lucertola.

Làces (in ted. Latsch) Comune in provincia di Bolzano (4.320 ab., CAP 39021, TEL. 0473).

Lachenal, Louis (1921-1955) Alpinista francese. Nel 1950 con M. Herzog, scalò l'Annapurna.

Làchesi Personaggio mitologico, una delle tre moire.

Lachmann, Karl (Braunschweig 1783-Berlino 1851) Filologo. Tra le opere Edizione del De rerum natura di Lucrezio (1850).

lacìnia, sf. 1 Frangia. 2 Incisione irregolare. 3 Frammento, parte minima di un'opera letteraria.

laciniàto, agg. Che presenta lacinie.

Laclos, Pierre-Ambroise-François Choderlos de (Amiens 1741-Taranto 1803) Scrittore francese. Ufficiale del genio e successivamente generale nell'armata napoleonica, ottenne una grande notorietà con il romanzo epistolare Amicizie pericolose (1782), lucida fotografia di un'aristocrazia depravata, amorale e corrotta nel periodo precedente la rivoluzione francese.

Làconi Comune in provincia di Nuoro (2.459 ab., CAP 08034, TEL. 0782).

Lacònia Nomo (95.000 ab.) della Grecia, nel Peloponneso. Capoluogo Sparta.

laconicità, sf. Qualità di chi è laconico; essenzialità, sinteticità. ~ concisione. <> prolissità.

lacònico, agg. (pl. m.-ci) 1 Della Laconia, regione della Grecia in cui si trovava Sparta. 2 Detto di persona poco loquace; conciso, breve, telegrafico, incisivo. ~ essenziale. <> prolisso. un messaggio laconico lo aveva avvisato che l'incontro previsto e tanto atteso non ci sarebbe stato.
 lat. Laconicus, dal greco Lakonikòs della Laconia, dei Laconi; nel significato [2]: dal lat. Laconicum.

laconìsmo, sm. Modo conciso di esprimersi.

Lacordaire, Henri Dominique (Recey-sur-Ource 1802-Sorèze 1861) Ecclesiastico domenicano francese. Fondò insieme a Lamennais il giornale cattolico L'Avenir. Si dedicò al progetto di ripristinare l'ordine domenicano, di cui fu superiore, in Francia. Si impegnò nel favorire un miglioramento del rapporto tra la religione e la società e divenne uno tra i maggiori esponenti del cattolicesimo liberale. Tra le sue opere Considerazioni sul pensiero filosofico del Lamennais (1834), Conferenze di Notre-Dame 1833-1851 (1844-1851), Lettere a un giovane sulla vita cristiana (1857).

Lacordaire, Jean-Baptiste-Henri (Recuy-sur-Ource 1802-Sorèze 1861) Predicatore francese. Nel 1830 fondò L'Avenir insieme a Montalambert e a Lamennais. Nel 1848 fu deputato alla Costituente. Cattolico liberale, scrisse Lettere a un giovane sulla via cristiana (1857).

Lacoste, René (Parigi 1904-Saint-Jean de Luz 1997) Tennista francese. Vinse due volte il torneo di Wimbledon (1925 e 1928), i campionati Internazionali USA (1926 e 1927) e quelli di Francia (1925, 1927 e 1929). Inventò e produsse la famosa maglietta col marchio del coccodrillo.

làcrima, sf. 1 Liquido acquoso prodotto dalle ghiandole lacrimali dell'occhio. sentiva che sarebbe scoppiato in lacrime continuando quel doloroso discorso, avrebbe pianto. 2 Goccia o piccola quantità di liquido. ~ stilla. una lacrima di rugiada. 3 Oggetto che ha l'aspetto di una lacrima.
 sf. tear.
 lat. lacrima.
Lacrime di San Lorenzo
Nome volgare con cui vengono indicati i perseidi, sciame di meteore della costellazione del Perseo visibili nelle notti attorno a S. Lorenzo (9, 10 e 11 agosto).

lacrimàle, agg. Delle lacrime.

lacrimàre, v. v. tr. Compiangere. ~ commiserare.
v. intr. 1 Piangere. 2 Gocciolare. ~ colare.
 v. intr. to water.
 lat. lacrimare, deriv. da lacrima lacrima.

lacrimàto, agg. Desiderato con lacrime.

lacrimatóio, sm. Flaconcino per unguenti.

lacrimatòrio, agg. Relativo alle lacrime.

lacrimazióne, sf. Processo fisiologico che consiste nella secrezione da parte delle ghiandole lacrimali delle lacrime. Tale secreto, distribuito uniformemente grazie al movimento palpebrale, mantiene umida la superficie della cornea e della congiuntiva e provvede a eliminare corpi estranei e pulviscolo. Raccolto nella parte inferiore, confluisce nel meato inferiore delle fosse nasali. L'eccessiva produzione di secreto come nel pianto o in caso di occlusione delle vie naso-lacrimali può superare la barriera costituita dal tessuto grasso della palpebra e irrorare le guance. La lacrimazione avviene con meccanismo nervoso riflesso, ma può essere condizionata da fattori emotivi o da stimoli ottici e meccanici.

Lacrime amare di Petra von Kant, Le Film drammatico, tedesco (1972). Regia di Rainer Werner Fassbinder. Interpreti: Margit Carstensen, Hanna Schygulla, Katrin Schaake. Titolo originale: Die bitteren Tränen der Petra Von Kant

lacrimévole, agg. 1 Che induce a piangere; commovente, patetico, triste, malinconico. ~ toccante. <> divertente. 2 Compassionevole. ~ commiserabile.
 lat. tardo lacrimabilis.

lacrimògeno, agg. 1 Che provoca lacrime. 2 Commovente.
 agg. 1 tear. 2 (gas) tear gas.
 da lacrima +-geno.

lacrimosaménte, avv. In modo lacrimoso.

lacrimóso, agg. 1 Pieno di lacrime; spezzato. ~ rotto. 2 Che è causa di lacrime; patetico, commovente, strappalacrime. ~ struggente.
 lat. lacrimosus.

lacrosse, sm. invar. Gioco a squadre molto diffuso in Canada derivante dall'irochese baggataway. La regolamentazione attuale risale agli inizi del 1800.

lactobacillus, sm. invar. Genere di Batteri della famiglia Lactobacillaceae, il più rappresentativo, a cui appartengono circa quindici specie immobili, bastoncellari e non sporigene in grado di fermentare gli zuccheri formando acido lattico, solo o con altri prodotti secondari.

lacuàle, agg. Relativo al lago.

lacùna, sf. 1 Interruzione nella scrittura lasciato da uno spazio bianco. ~ spazio. 2 Cavità. 3 Vuoto, mancanza. ~ carenza.
 sf. gap.
 lat. lacuna pozza.

lacunàre, sm. e agg. sm. Soffitto in cui, l'intelaiatura dei travi, resa visibile, è usata come ornamento; cassettone. ~ riquadro.
agg. In medicina, si dice lesione lacunare una condizione patologica di sostanze nervose in cui sono presenti lacune.

lacunosaménte, avv. Con lacune.

lacunosità, sf. Caratteristica di ciò che è lacunoso.

lacunóso, agg. Pieno di lacune; carente, difettoso, incompleto. ~ incompiuto. <> esauriente.
 agg. incomplete, patchy.
 lat. lacunosus.

lacùstre, agg. Relativo ai laghi.
 deriv. dal lat. lacus lago.

Ladakh Distretto (105.000 ab.) dell'India, nello stato di Jammu e Kashmir. Capoluogo Leh.

làdano, sm. Resina estratta dal Cistium ladaniferum e da specie affini che viene utilizzata in profumeria.

laddóve, avv. e cong. avv. Dove, nel luogo in cui.
cong. Mentre.

ladìno, agg. e sm. agg. 1 Relativo alla regione ove si parla il ladino. 2 Facile. 3 Lubrico.
sm. Gruppo dialettale neolatino.
È presente in tre aree: l'area occidentale del cantone svizzero dei Grigioni, ove viene parlato il grigionese o romancio, l'area centrale (dolomitico) di alcune valli delle province di Bolzano, Trento e Belluno, ove è in forte calo, e l'area orientale del friulano comprendente Carnia e Friuli, che ha il maggior numero di parlanti.

Ladislào Nome di sovrani.
Napoli Ladislao d'Angiò-Durazzo, il Magnanimo
(Napoli 1377-1414) Figlio di Carlo III, gli succedette come re di Napoli nel 1386, ma riuscì a prendere possesso del regno solo nel 1400, dopo aver cacciato Luigi II d'Angiò. Approfittando dello scisma d'occidente, si impadronì dell'Umbria e di gran parte del Lazio a scapito del papato.
Polonia Ladislao I Lokietek
(1260-Cracovia 1333) Re di Polonia dal 1320 della dinastia dei piasti, riuscì a unificare quasi tutto il paese.
Ladislao II di Polonia
(1350-Grodek 1434) Gran principe di Lituania e quindi re di Polonia dal 1386, della dinastia degli Jagelloni, da lui fondata, ottenne il titolo regale sposando Edvige, figlia ed erede di Luigi d'Angiò. Nel 1410 sconfisse i cavalieri teutonici a Tannenberg.
Ladislao III Jagellone
(Cracovia 1424-Varna 1444) Figlio di Ladislao II, fu re di Polonia dal 1434 e nel 1440 ottenne come L. V la corona d'Ungheria. Morì lottando contro i turchi a Varna.
Ladislao IV Vasa
(Cracovia 1595-Merecz 1648) Figlio di Sigismondo III, fu re di Polonia dal 1632. Strappò l'Estonia e la Livonia a Russia e Svezia.
Ungheria Ladislao I il Santo
(1043?-Nitra 1095) Re d'Ungheria dal 1077, favorì lo sviluppo del cristianesimo e si impadronì della Croazia.
Ladislao II
(1131-1163) Re dal 1162, anno in cui usurpò il trono a Stefano III.
Ladislao III
(1199?-Vienna 1205) Re dal 1204.
Ladislao IV il Cumano
(1262-Körösszeg 1290) Re d'Ungheria dal 1272. Nel 1278 batté Ottocaro di Boemia.
Ladislao V
=> "Ladislao III di Polonia"
Ladislao VI il Postumo
(Kom´rom 1440-Praga 1457) Figlio di Alberto II d'Asburgo, fu re d'Ungheria dal 1445, sotto la reggenza di G. Hunyadi. Dal 1453 fu anche re di Boemia.
Ladislao VII Jagellone
(1456-Buda 1516) Re di Boemia dal 1471, nel 1479 dovette lasciare il potere a Mattia Corvino, ma alla morte di questi divenne anche re d'Ungheria.

Ladìspoli Comune in provincia di Roma (19.319 ab., CAP 00055, TEL. 06). Centro agricolo (coltivazione di carciofi) e turistico (balneazione). Venne fondata dal principe Ladislao Odescalchi. Gli abitanti sono detti Ladispolani.

Làdoga Lago (18.400 km2) della Russia, al confine con la Finlandia, nella repubblica autonoma di Carelia. Il maggiore d'Europa per superficie. Situata a 4.000 m di altitudine, con una profondità massima di 220 m, ha come immissari i fiumi Volhov, Sjas, Ojat, Suir e come emissario il fiume Neva che sfocia nel mar Baltico presso il golfo di Finlandia. I principali porti sono Novaja Ladoga e Priozersk. Vi si pratica la pesca.

ladrerìa, sf. Comportamento da ladri; furto, ladroneria, ladrocinio, truffa. ~ ruberia.

ladrescaménte, avv. In modo ladresco.

ladrésco, agg. (pl. m.-chi) Da ladro; furfantesco. ~ ladronesco.

Ladri di biciclette Film drammatico, italiano (1948). Regia di Vittorio De Sica. Interpreti: Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell.

làdro, agg. e sm. agg. 1 Che ruba. 2 Pessimo.
sm. 1 Chi ruba; borsaiolo, rapinatore. ~ scippatore. ladro d'amore, rubacuori. 2 Chi richiede prezzi o compensi eccessivi; mascalzone, profittatore. ~ strozzino. : :uel bottegaio è un vero ladro: ha prezzi troppo alti
 sm. thief, burglar.
 lat. ladro,-onis bandito.
Governo ladro, piove! Citazione di Casimiro Teja a una vignetta comparsa sul Pasquino, nel 1861.

Ladro e gentiluomo Film commedia, americano (1990). Regia di Bill Forsyth. Interpreti: Burt Reynolds, Casey Siemaszko, Sheila Kelley. Titolo originale: Breakin In

ladrocìnio, sm. Ruberia con inganno; furto, rapina. ~ estorsione.
 sm. theft, larceny.

ladronàia, sf. 1 Furto. ~ rapina. 2 Rifugio di ladri. ~ covo. 3 Amministrazione corrotta, ufficio disonesto.

ladróne, sm. 1 Ladro incallito. 2 Masnadiero. ~ brigante.
 lat. latro-onis predone.

ladroneggiàre, v. intr. Compiere azioni da ladri.

ladronerìa, sf. 1 Comportamento da ladro. 2 Grosso furto.

ladronésco, agg. (pl. m.-chi) Da ladrone.

ladrùncolo, sm. Ragazzo che ruba. ~ rubagalline.
 lat. latrunculus.

lady, sf. invar. Titolo inglese spettante alla figlia o alla moglie di un Lord. ~ dama.

Lady Eva Film commedia, americano (1941). Regia di Preston Sturges. Interpreti: Barbara Stanwyck, Henry Fonda, Eugène Pallette. Titolo originale: The Lady Eve

Lady Lou (La donna fatale) Film commedia, americano (1933). Regia di Lowell J. Sherman. Interpreti: Mae West, Cary Grant, Owen Moore. Titolo originale: She Done him Wrong

Lady Roxana Romanzo di D. Defoe (1724).

Ladybirb Ladybird Film drammatico, britannico (1993). Regia di Ken Loach. Interpreti: Crissy Rock, Vladimir Vega, Sandie Lavelle. Titolo originale: Ladybird Ladybird

Lae Città (62.000 ab.) della Papua Nuova Guinea, capoluogo della provincia di Morobe.

Laèrru Comune in provincia di Sassari (1.115 ab., CAP 07034, TEL. 079).

Laèrte Personaggio mitologico, re di Itaca e padre di Ulisse, cui cedette il trono. Durante l'assenza di quest'ultimo visse in solitudine e al suo ritorno lo aiutò a battere i proci.

Lafargue, Paul (Santiago de Cuba 1842-Draveil 1911) Politico francese. Genero di Marx, nel 1882 fondò il Partito operaio francese con J. Guesde.

Laffitte, Jacques (Bayonne 1767-Parigi 1844) Finanziere e politico francese. Sotto Luigi Filippo fu presidente del consiglio nel 1830 e 1831.

Laforgue, Jules (Montevideo 1860-Parigi 1887) Poeta francese, precursore del simbolismo. Nella sua opera si coglie la consapevolezza della fugacità dell'esistenza dalla quale scaturiscono un cupo pessimismo e un umorismo dai toni macabri e sarcastici. Tra le sue opere, I compianti (1885), i racconti filosofici in prosa Moralità leggendarie (1887), Gli ultimi versi (postuma, 1890).

Laganàdi Comune in provincia di Reggio Calabria (617 ab., CAP 89050, TEL. 0965).

Lagarìna Valle delle Prealpi Venete, parallela al lago di Garda. È percorsa dal fiume Adige. Situata tra Calliano e la Chiusa di Verona, è delimitata dal gruppo del Monte Baldo e dai monti Lessini. Coltivazioni di vigneti e frutteti. Centri principali Rovereto e Ala.

lagenorìnco, sm. (pl.-chi) Genere di Mammiferi Cetacei Odontoceti della famiglia dei Delfinidi dal capo largo e il muso corto, a cui appartengono tre specie note: il lagenorinco dal becco bianco (Lagenorhynchus albirostris), il lagenorinco dai fianchi bianchi (Lagenorhynchus acutus) e il lagenorinco oscuro (Lagenorhynchus obscurus), tutti Cefalopodi.

lager, sm. invar. 1 Campo di concentramento. ~ prigione. 2 Istituzione o comunità assistenziale la cui modalità di gestione si estrinsecano in forme di crudeltà e angheria verso i soggetti che ne fruiscono.
 ted. lager.

Lagerkvist, Pär (Växjö 1891-Stoccolma 1974) Poeta e scrittore svedese. La sua opera rappresenta una ricerca e un'indagine su temi esistenziali ed è interamente dominata dal misticismo. Ebbe con i suoi romanzi una larga fama e nel 1951 ottenne il premio Nobel per la letteratura. Tra le sue opere, le liriche Angoscia (1916), Caos (1919), i drammi L'ultimo uomo (1917), Il segreto del cielo (1919), i romanzi Il boia (1933), Il nano (1944), Barabba (1950), La Sibilla (1956).

Lagerlöf, Selma (Maarbacka, Värmland 1858-1940) Scrittrice svedese. Tra le opere La saga di Gösta Berling (1890-1891).

laggiù, avv. Là in basso. <> lassù.
 avv. 1 down there. 2 (di là) over there.

Làghi Comune in provincia di Vicenza (173 ab., CAP 36010, TEL. 0445).

Laghman Provincia (325.000 ab.) dell'Afghanistan nordorientale, capoluogo Metarlam.

Laghouat Città (72.000 ab.) dell'Algeria, capoluogo del wilaya omonimo.

Làglio Comune in provincia di Como (907 ab., CAP 22010, TEL. 031).

làgna, sf. 1 Piagnisteo. ~ lamento. 2 Barba. ~ afflizione. 3 Cantilena. ~ nenia.

lagnànza, sf. Atto, effetto del lagnarsi; rimostranza, reclamo. ~ lamentela.

lagnàrsi, v. intr. pron. 1 Risentirsi e mostrare il proprio malcontento. ~ lamentarsi. 2 Dolersi, rincrescersi, rammaricarsi. ~ dispiacersi. <> rallegrarsi. 3 Recriminare. ~ protestare.
 v. intr. pron. to complain.
 lat. laniare se strapparsi (i capelli dal dolore).

Lagnàsco Comune in provincia di Cuneo (1.341 ab., CAP 12030, TEL. 0175).

làgno, sm. Lamento.
 deriv. da lagnare.

lagnóne, agg. Che si lagna continuamente.

lagnosaménte, avv. In modo lagnoso.

lagnóso, agg. 1 Lamentoso. ~ piagnucoloso. 2 Noioso, seccante. ~ pesante.

Làgo Comune in provincia di Cosenza (3.401 ab., CAP 87035, TEL. 0982).

làgo, sm. (pl.-ghi) 1 Massa d'acqua che riempie una cavità senza una comunicazione diretta con il mare. 2 Abbondante quantità di liquido sparso.
 sm. 1 lake. 2 (fig.) pool.
 lat. lacus,-us.
Si parla di lago aperto quando l'acqua superficiale o sotterranea può affluire a esso attraverso gli immissari e defluire attraverso gli emissari. I laghi sono caratterizzati da temperatura, colore, trasparenza e salinità. In base alla salinità si possono distinguere in laghi dolci, salmastri e salati. In questi ultimi la concentrazione salina è paragonabile o superiore a quella marina, come nel caso del mar Morto. I laghi vengono classificati, in base all'origine, in alluvionali, formati per ristagno dell'acqua a seguito dell'alluvione di un fiume; di circo che riempiono un circo glaciale; vulcanici che occupano una caldera o un cratere spento o quiescente o sono stati formati dallo sbarramento delle colate di lava; di frana, formati dallo sbarramento di un corso d'acqua da parte di materiale franato a fondo valle; costieri, separati dal mare dalla sabbia accumulata in dune o lidi; vallivi formati nel fondo di valli scavate da ghiacciai (lago Maggiore, lago di Como e lago d'Orta); intermorenici, formati in conche delimitate da depositi morenici; tettonici, formati in fosse e pieghe conseguenti ad abbassamento o corrugamento della crosta terrestre; di sorgente, alimentati da una sorgente sul fondo; carsici che occupano il fondo di cavità carsiche; relitti, derivati da regressioni marine e perciò salati come il mar Caspio e il lago d'Aral. I laghi possono anche essere classificati in base al regime in permanenti e temporanei.

Lago dei cigni, Il Balletto in quattro atti di P. I. Cajkovskij, libretto di V. Beghiscev e V. Geltzer (Mosca, 1877).

lagoftàlmo, sm. Incapacità delle palpebre di ricoprire completamente l'occhio.

Lagomòrfi Ordine dei Mammiferi simili ai Roditori dai quali si differenziano per orecchie più lunghe, asimmetria evidente nello sviluppo delle zampe (quelle posteriori sono molto più sviluppate) e la presenza di due denti incisivi in più. Da citare la famiglia degli Ocotonidi (o lepri fischianti) proprie dell'America e dell'Asia e quella dei Leporidi (coniglio e lepre). Queste ultime specie sono state introdotte dall'uomo in Madagascar e in Australia a scopo di allevamento.

lagóne, sm. Termine usato nella zona dei soffioni boraciferi della Toscana per indicare dei piccoli bacini di forma circolare, contenenti acque piovane o di condensazione, in corrispondenza delle quali si hanno evaporazioni di vapore acqueo unito a carbonio e ammoniaca.

Lagonégro Comune della provincia di Potenza (6.245 ab., CAP 85042, TEL. 0973), situato a 666 m di altezza, nell'alto bacino del fiume Noce. Centro di villeggiatura estivo. La parte antica del centro abitato è arroccata su una rupe dove si trovano i resti del castello e di altre fortificazioni; di rilievo la chiesa di San Nicola del X sec. Nota fin dalla preistoria, ebbe grande importanza nel medioevo, fu feudo dei Carafa, si liberò nel 1552 dai feudatari. Durante il periodo napoleonico fu teatro di combattimenti.

Lagopésole Centro della Basilicata, frazione di Avigliano, in provincia di Potenza, situato a 830 m d'altezza, noto per il castello, splendido esempio di architettura svevo-pugliese (1242-1250).

Lagorài Catena montuosa delle Alpi Dolomitiche. Vetta più elevata la cima di Cece (2.772 m).

Lagòrio, Gìna (Bra, Cuneo 1930-) Scrittrice e saggista. Legata alla terra d'origine e alle sue influenze culturali, tra le quali lo scrittore B. Fenoglio, è autrice di saggi letterari sullo stesso Fenoglio e sui poeti Camillo Sbarbaro (1888-1967) e su Angelo Barile (1888-1967). La sua narrativa è caratterizzata da un linguaggio a un tempo realistico e lirico. Tra le opere, Approssimato per difetto (1971), La spiaggia del lupo (1977), Tosca dei gatti (1983), Golfo del Paradiso (1987), Tra le mura stellate (1991), Il silenzio (1993) e Il bastardo (1996).

Lagos Città della Nigeria (1.243.000 ab.), situata sulla laguna alla foce del fiume Ogun e collegata al golfo di Guinea dal canale Mac Gregor. Il centro storico sorge sull'isola omonima collegata da ponti al continente. Centro commerciale e porto di grande importanza (il più grande di tutta la costa occidentale dell'Africa), comunica per via ferroviaria con l'interno; esporta legno, manufatti di cotone, olio di palma e possiede industrie alimentari, chimiche, tessili, delle automobili, delle attrezzature elettroniche, meccaniche e calzaturiere. È sede arcivescovile cattolica e di un'università. La città, chiamata Eko dagli indigeni, fu successivamente chiamata Lagos dai navigatori portoghesi nel XV sec. Punto di partenza della tratta degli schiavi fino alla metà del XIX sec., venne occupata dagli inglesi nel 1861 che vi stabilirono la loro sovranità. Divenne capitale coloniale della Nigeria nel 1914. Nel 1960 la conquista dell'indipendenza, favorì un notevole sviluppo economico. Dal 1991 la sede del governo fu trasferita nella città di Abuja (all'interno del Paese).
Lagos
Stato (5.686.000 ab.) della Nigeria, capoluogo Ikeja.

Lagosànto Comune in provincia di Ferrara (4.387 ab., CAP 44023, TEL. 0533).

Lagrange, Joseph Louis de (Torino 1736-Parigi 1813) Matematico italiano di origine francese. Si dedicò a studi e ricerche di fondamentale importanza nel campo della matematica riguardanti il calcolo delle variazioni, la teoria delle funzioni analitiche e il procedimento di calcolo delle derivate. Nella sua opera Meccanica analitica (1788) propone una trattazione della meccanica su basi analitiche. Elaborò la teoria delle perturbazioni e condusse importanti studi sul problema dei tre corpi.

làgrima e derivati => "lacrima e derivati"

lagùna, sf. Specchio d'acqua litoraneo comunicante con il mare.
 sf. lagoon.
 lat. lacuna, deriv. da lacus,-us lago.

Laguna Provincia (973.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Luzon. Capoluogo Santa Cruz.

lagunàre, agg. e sm. agg. Relativo alla laguna.
sm. Nell'esercito italiano militare indica una speciale unità tattica della fanteria che opera su mezzi anfibi.

Lagùndo (in ted. Algund) Comune in provincia di Bolzano (3.841 ab., CAP 39022, TEL. 0473).

Lahn Fiume (245 km) della Germania. Nasce dal Rothaar e confluisce nel Reno.

Lahore Città del Pakistan (2.953.000 ab.) capoluogo del Punjab. Sorge sulla sinistra del fiume Ravi, in prossimità del confine con l'Unione Indiana. Dal XII sec. fu capitale dell'impero musulmano dell'India e conobbe tra il XVI e XVII sec. il suo periodo di maggior fulgore. Subì la dominazione britannica dal 1849. Testimonianza dell'antichità è data dai numerosi monumenti tra i quali le moschee, il Lahore Fort e il padiglione di marmo. Ha industrie alimentari, vetrarie, tessili, conciarie, meccaniche, siderurgiche, chimiche, del legno e del tabacco ed è fiorente l'artigianato orafo, della seta, del cotone. Attivo il commercio di cereali e cotone.

lai, sm. Termine riferito a due generi di componimento poetico in voga in Francia nel medioevo. Il lai narrativo, di origine bretone, indicava un poemetto in ottosillabi rimati di argomento amoroso o fantastico ed ebbe come massima esponente Maria di Francia. Il lai lirico indicava una composizione poetica su tema cortese, dalla complessa struttura metrica e musicata.

Laiàtico Comune in provincia di Pisa (1.475 ab., CAP 56030, TEL. 0587).

laicàle, agg. Proprio di un laico.

laicaménte, avv. In modo laico.

laicàto, sm. 1 Ordine dei laici. 2 Insieme dei laici.

laicismo, sm. Orientamento o atteggiamento ideologico favorevole a una riduzione dell'influenza della religione e dell'autorità ecclesiastica nella vita sociale attraverso una separazione tra chiesa e stato. Venne validamente propugnato nel XIX sec., ma ha origini che possono essere individuate nel Defensor pacis (1324) di Marsilio da Padova e nei conflitti tra impero e papato. Oggi la chiesa stessa condivide il principio dell'autonomia e dell'indipendenza della comunità politica da essa. La differenziazione moderna della sfera religiosa dagli altri ambiti del vivere sociale è interpretata da molti come processo di secolarizzazione e laicizzazione. Secondo alcuni teorici (tra cui si citano R. Carnap, B. Russel), la scienza moderna nel suo sviluppo è destinata a occupare uno spazio sempre maggiore a spese della metafisica; questo spiegherebbe la progressiva laicizzazione della cultura e della società. Alcuni teologi rivalutano questo processo, vedendolo come la manifestazione dell'uomo divenuto adulto, autonomo e responsabile.

laicìsta, agg. (pl. m.-ci) Proprio dei laici.

laicìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al laicismo.

laicità, sf. Qualità o condizione di chi è laico.

laicizzàre, v. v. tr. Rendere laico.
v. intr. pron. Diventare laico.

laicizzazióne, sf. Atto, effetto del laicizzare.

làico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. 1 Che non fa parte del clero. ~ non religioso. <> ecclesiastico. predicatore laico. 2 Che si ispira ai principi del laicismo. 3 Che non appartiene alla categoria professionale degli uomini di legge. 4 Profano. ~ secolare. <> religioso. 5 Di pensiero, indipendente. ~ autonomo.
sm. 1 Chi non fa parte del clero. 2 Converso.
 agg. 1 lay. 2 (vita) secular. sm. layman.
 lat. laicus, deriv. dal greco laos popolo.

laidaménte, avv. In modo laido.

laidézza, sf. 1 Caratteristica di ciò che è laido. 2 Disonestà. 3 Oscenità.

làido, agg. 1 Sporco o brutto; orrendo, sudicio, sordido. ~ repellente. <> bello, magnifico. 2 Turpe, osceno, sconcio. ~ vergognoso. <> puro.
 franc. antico laid.

laidùme, sm. 1 Sudiciume. 2 Ammasso di cose sporche.

Laiguèglia Comune in provincia di Savona (2.417 ab., CAP 17020, TEL. 0182).

Laika Cane lanciato nello spazio (primo essere vivente) il 3 novembre 1957 a bordo dello Sputnik 2.

Lainàte Comune in provincia di Milano (21.320 ab., CAP 20020, TEL. 02). Centro industriale (prodotti alimentari, tessili, chimici e meccanici). Gli abitanti sono detti Lainatesi.

Laing, Ronald David (Glasgow 1927-Saint-Tropez 1989) Psichiatra britannico. Fu un noto esponente dell'antipsichiatria. Tra le sue opere, L'Io diviso (1959), L'Io e gli altri (1961) e La politica dell'esperienza (1967).

Laìno Comune in provincia di Como (477 ab., CAP 22020, TEL. 031).

Laìno Bórgo Comune in provincia di Cosenza (2.439 ab., CAP 87014, TEL. 0981).

Laìno Castèllo Comune in provincia di Cosenza (971 ab., CAP 87015, TEL. 0981).

Làio Personaggio mitologico, re di Tebe. Per evitare che la profezia dell'oracolo, secondo la quale sarebbe stato ucciso dal proprio figlio, si avverasse, tentò invano di abbandonare sul Citerone il figlio Edipo.

Lais Opera di poesia di Maria di Francia (seconda metà XII sec.).

laissez faire, laissez passer, loc. avv. Locuzione francese che significa "lasciate fare, lasciate passare". Espressione del liberismo economico attribuita da alcuni a Gournay e da altri a Quesnay, venne ripresa da A. Smith a sostegno della teoria secondo la quale la partecipazione dello stato nell'economia privata ottiene effetti non positivi, ma al contrario dannosi.

Làives (in ted. Leifers) Comune in provincia di Bolzano (13.707 ab., CAP 39055, TEL. 0471). Centro industriale (prodotti del legno, tessili e meccanici) e dell'attività estrattiva di porfido. Gli abitanti sono detti Laivesani, Laivesotti o Leiferer.

Lajòlo, Dàvide (Vinchio, Asti 1912-Roma 1984) Saggista. Tra le opere Il vizio assurdo (1960) e Veder l'erba dalla parte delle radici (1977).

Lajón (in ted. Lajen) Comune in provincia di Bolzano (1.945 ab., CAP 39040, TEL. 0471).

Lakmé Opera in tre atti di L. Delibes, libretto di Gondinet e Gille (Parigi, 1883).

Lakshadweep Territorio (52.000 ab.) federato dell'India, capoluogo Kavaratti.

Lalande, Joseph Jérôme Lefrançois de (Bourg-en-Bresse 1732-Parigi 1807) Astronomo francese, famoso per l'osservazione del passaggio di Venere di fronte al disco solare (1761 e 1769), fatto molto importante perché gli permise di calcolare la distanza tra la Terra e il Sole; con N. L. Lacaille misurò la parallasse della Luna e catalogò circa 47.000 stelle.

lallazióne, sf. Emissione di suoni consonantici del bambino intorno al terzo mese di età, prima dell'articolazione del linguaggio.

Làllio Comune in provincia di Bergamo (2.773 ab., CAP 24040, TEL. 035).

Lalo, Edouard (Lilla 1823-Parigi 1892) Compositore francese. Autore tra l'altro di Le roi d'Ys (opera, 1888) e Sinfonia spagnola (1875).

lalopatìa, sf. Turbe del linguaggio.
 comp. dal greco lalêin discorrere e páthos malattia.

Lam, Wilfredo (Sagua la Grande 1902-Parigi 1982) Pittore cubano. Tra le opere La giungla (1942, New York, Museum of Modern Art).

làma, sm. e sf. sm. invar. 1 Monaco buddhista del Tibet o della Mongolia. 2 Mammifero artiodattilo.
sf. 1 Parte di un coltello, di un rasoio, o simili destinata a tagliare. ~ taglio. 2 Parte o attrezzo tagliente. 3 Terreno basso che si trasforma in palude.
 sm. (zool.) llama. sf. blade.
Nome riservato ai monaci buddhisti lamaisti di alto livello con a capo il dalai-lama o lama incarnato (secondo le credenze tibetane è l'incarnazione del Buddha), autorità religiosa e politica, e il panchen-lama autorità solamente religiosa. I lama, nella loro funzione, hanno carattere sacerdotale e hanno l'obbligo di osservare 250 regole disciplinari.
Mammiferi Artiodattili della famiglia dei Camelidi comprendenti le specie Lama huanachu o guanaco, Lama glama o domestico, Lama vicugna o vigogna, Lama pacos o alpaca. Animali di grosse dimensioni con collo lungo e corpo snello, zampe alte, pelo lungo e soffice, coda corta presenti principalmente sulle Ande (Perú, Bolivia, Argentina) anche allo stato selvatico. Allevati da alcuni secoli, forniscono carne, lana pregiata e sono utilizzati come animali da soma, potendo trasportare per chilometri carichi di oltre 60 kg.

Làma déi Pelìgni Comune in provincia di Chieti (1.515 ab., CAP 66010, TEL. 0872).

Làma Mocógno Comune in provincia di Modena (3.039 ab., CAP 41023, TEL. 0536).

Làma, Lìna (Faenza 1932-) Violinista italiana. Accademica di Santa Cecilia, svolge attività concertistica. È diplomata, oltre che in violino, in viola, pianoforte e composizione.

Làma, Luciàno (Gambettola 1921-Roma 1996) Sindacalista. Di ideologia comunista, dal 1970 al 1986 fu segretario generale della CGIL.

lamaìsmo, sm. (Dal termine tibetano lama, maestro) Forma di buddhismo praticata in Tibet, introdotta da predicatori cinesi e indiani nel VII sec. e poi diffusa in tutta la regione dell'Himalaya, comprese le regioni del Bhutan, Nepal e Sikkim. Dottrina mista tra il buddhismo Mahayana ed elementi religiosi locali, ha carattere principalmente mistico. La storia del buddhismo tibetano può essere suddivisa in tre periodi. Tra il VII e il IX sec. il buddhismo fu introdotto dall'India e lentamente accettato, data l'opposizione degli aderenti alla religione sciamanica indigena del Tibet, detta bon. Il merito della diffusione va ascritto ai maestri buddhisti Padmasambhava e Shantarakshita. Nel IX sec. il re Lang-Dar-Ma perseguitò la nuova fede e riuscì a farla scomparire per un certo tempo. Nel secondo periodo il buddhismo venne reintrodotto dall'India e poi riformato nell'XI sec. Durante questo periodo, fu compilato il canone buddhista tibetano (notevole per le sue accurate traduzioni e per gli utili commenti di testi in sanscrito ora perduti). Nel terzo periodo visse il riformatore Tsong-kha-pa (1357-1419) che fondò la scuola dei berretti gialli alla quale appartiene anche la serie dei dalai lama (oceanico maestro, dal tibetano lama, maestro e dalai, oceano). Ognuno di questi lama fu ritenuto la reincarnazione del lama precedente (e la manifestazione in terra di Buddha e Bodhisattva) e divenne il governatore spirituale e temporale del Paese. Nel 1959 il dalai lama (XIV sec.) fuggì davanti all'invasione cinese insieme a migliaia di civili tibetani e a numerosi altri lama. Da allora essi vivono in esilio soprattutto in India, ma anche in Nepal e altrove.
Tra le caratteristiche del buddhismo tibetano è da ricordare l'accettazione dei tantra (libri sacri) buddhisti come parte integrante e centrale della religione, l'accentuazione dell'importanza della relazione maestro discepolo sia per l'educazione religiosa sia per la meditazione, il riconoscimento di un vasto pantheon di Buddha, Bodhisattva, santi, demoni e divinità, l'espressione della religiosità, sia da parte dei monaci buddhisti tibetani che da parte dei laici, attraverso le ruote di preghiera, i pellegrinaggi e le processioni intorno ai luoghi santi, la prostrazione, le offerte, la recitazione di testi e il canto dei mantra (preghiere o inni).

Lamànna, Eustàchio Pàolo (Matera 1885-Firenze 1967) Filosofo e storico della filosofia italiano. Le sue opere principali sono La religione nella vita dello spirito (1914) e Storia della filosofia (1939-1964).

lamantìno, sm. Nome comune del Trichecus manatus, Mammifero acquatico appartenente all'ordine Sirenidi. Vive lungo le coste atlantiche dall'America centrale al Brasile e in corrispondenza dell'estuario dei fiumi.

Lamarck, Jean-Baptiste de Monet de (Bazentin, Somme 1744-Parigi 1829) Naturalista e biologo francese. Studiò nel collegio dei gesuiti di Amiens e, dopo alcuni anni trascorsi nell'esercito, nel 1768 si trasferì a Parigi, dove proseguì gli studi di medicina e scienze naturali. Nel 1793 ottenne l'incarico di insegnante di zoologia degli animali invertebrati presso il Museo di storia naturale. Tra le opere più significative, Ricerche sui principali fatti fisici (1794), Memorie di fisica e di storia naturale (1797), Storia naturale degli animali invertebrati (1815-1822), Idrogeologia (1802) e Filosofia zoologica (1809).

lamarckìsmo, sm. Teoria evoluzionistica proposta da Lamarck nel 1809, secondo la quale le condizioni ambientali inducono negli organismi viventi delle modifiche e degli adattamenti che vengono poi trasmessi alle generazioni seguenti. Lamarck portò numerosi esempi per illustrare la sua teoria fra cui quello della giraffa: costretta a brucare alberi, il suo collo e le sue gambe si sono allungate per soddisfare un'abitudine derivata da un bisogno. La teoria di Lamarck si può riassumere in due aspetti fondamentali: 1) Regola dell'uso e del non uso degli organi: l'organo viene creato dal bisogno che lo fa crescere e lo rende forte; al contrario la deficienza d'uso porta all'atrofia dell'organo non utilizzato. 2) Regola dei caratteri acquisiti: il carattere acquisito è trasmesso, in seguito all'influenza dell'ambiente, con la riproduzione. Questa sua teoria, fu aspramente criticata e lui stesso non riuscì mai a dimostrarla concretamente. Tuttavia, malgrado gli insuccessi e le critiche, il lamarckismo non scomparve del tutto. La teoria venne successivamente rivista alla luce del darwinismo, ma pose le basi dell'evoluzionismo.

Lamartine, Alphonse de (Mâcon 1790-Parigi 1869) Scrittore, poeta e politico francese. Segretario dell'ambasciata a Napoli e Firenze e in seguito membro del governo provvisorio dopo la rivoluzione del 1848, abbandonò la politica a seguito del colpo di stato del 1851. La sua opera dai toni tristi e sentimentali ha connotazione romantica. Tra le opere, Meditazioni poetiche (1820), Nuove meditazioni (1823), La morte di Socrate (1823), L'ultimo canto del pellegrinaggio d'Aroldo (1825), Armonie politiche e religiose (1830), Jocelyn (1836), La caduta di un angelo (1838), I raccoglimenti (1839), La storia dei Girondini (1847), Graziella (1852).

Lamb, Charles (Londra 1775-Edmonton 1834) Scrittore e critico britannico. Divenne famoso soprattutto per la sua collaborazione come saggista a varie riviste, esperienza dalla quale trasse I saggi di Elia (1823 e 1833). Argute osservazioni, sottile umorismo e acuto senso critico decretarono il successo di questa opera che ha in parte carattere autobiografico.

Lamb, Willis Eugene jr. (Los Angeles 1913-) Fisico atomico statunitense. Compì importanti studi sui livelli energetici dell'idrogeno e nel 1955 fu insignito del premio Nobel con P. Kusch.

lambàda, sf. Ballo latino-americano che si basa su di un ritmo semplice e ripetitivo. In origine veniva ballata dai portuali della zona caraibica.

Lambayeque Dipartimento (935.000 ab.) del Perú, affacciato sull'oceano Pacifico. Capoluogo Chiclayo.

làmbda, sm. invar. Nome dell'undicesima lettera dell'alfabeto greco.

lambdacìsmo, sm. Difficoltà di pronuncia della lettera L.

Lambert, Anne Thérèse de Marguenat de Courcelles marchésa di (Parigi 1647-1733) Scrittrice francese. Nota per il suo rinomato salotto letterario attivo a Parigi e per una serie di saggi di argomento morale di ispirazione razionalista. Tra le opere i Consigli di una madre alla propria figlia e al proprio figlio (1728) e i saggi Riflessioni sulle donne, Trattato della vecchiaia, Trattato dell'amicizia (1728).

Lambert, Johann Heinrich (Mülhausen 1728-Berlino 1771) Matematico, fisico e filosofo tedesco. Condusse numerose ricerche in vari campi della matematica (sviluppò una dimostrazione dell'irrazionalità di ) e in geometria, anticipando la geometria non euclidea. In logica, Lambert è considerato un innovatore, in quanto introdusse perfezionamenti riguardanti l'utilizzo dei simboli. In fisica elaborò dei principi fondamentali dell'ottica espressi dalle leggi di Lambert o del coseno e dalla legge di Lambert-Beer. Tra le sue opere, si ricordano Photometria (1760), Lettere cosmologiche sulla struttura dell'universo (1761), Nuovo Organo (1764), Contributi all'uso della matematica e alla sua applicazione (1765-1772), Disegno dell'architettura (1771), Saggi logici e filosofici (postumi, 1782-1787).

Lambèrti, Giórgio (Brescia 1969-) Nuotatore. Agli Europei del 1989 ottenne il primato mondiale nei 200 m stile libero con 1'46"69.

Lambèrti, Piètro (Firenze 1393-Verona 1435) Scultore. Tra le opere Annunciazione (ca. 1420, Firenze, Orsanmichele).

Lambèrto (Spoleto 880?-Marengo 898?) Duca di Spoleto, re d'Italia dall'891 e dall'anno successivo imperatore con il padre Guido; dall'894 da solo. Nell'896 venne incoronato da papa Formoso nonostante l'opposizione di Arnolfo di Carinzia.

lambiccaménto, sm. Atto, effetto del lambiccare.

lambiccàre, v. v. tr. 1 Distillare con l'alambicco. 2 Esaminare e ponderare per capire.
v. rifl. Affannarsi per capire. ~ scervellarsi.

lambiccàto, agg. Eccessivamente complicato; artificioso, studiato. ~ contorto. <> semplice.

lambiccatùra, sf. Sottigliezza nel ragionare.

lambìcco => "alambicco"

lambìre, v. tr. 1 Leccare leggermente. 2 Sfiorare. ~ rasentare. 3 Bagnare.
 v. tr. to lick, to lap up.
 lat. lambere.

lamblìa, sf. Genere di Flagellati parassiti dell'intestino di uomini e altri Mammiferi, appartenenti alla famiglia delle Octomitidacee. ~ giardia.
 dal nome del medico ceco Lambl.

Lamborghìni, Ferrùccio (Cento 1916-Perugia 1993) Industriale. Nel 1949 fondò l'omonima società a Cento (Ferrara). All'origine produttrice solo di bruciatori, trattori e simili, nel 1963 ampliò la produzione con la costruzione di automobili di lusso a Sant'Agata Bolognese. Dal 1987 è della Chrysler.

Lambràte Quartiere industriale milanese posto alla destra del Lambro.

lambrecchìno, sm. 1 Banda di stoffa pendente, a festoni, impreziosita con ghiande e frange, utilizzata dai tappezzieri per decorare i rideaux delle finestre e i cieli del letto. 2 In architettura, elemento frastagliato con cui si orna l'orlo delle tettoie per nascondere grondaie e doccioni.

lambrétta, sf. Tipo di motoretta analoga alla Vespa.

lambris, sm. invar. Rivestimento decorativo con cui venivano rivestiti i locali interni a partire dal rinascimento.
 francese lambrisser rivestire.

Làmbro Fiume (130 km) della Lombardia. Nasce dal monte Forcella e confluisce nel Po. Percorre la Valassina, alimenta il lago di Pusiano e attraversa la Brianza (da Erba a Como). Principale affluente è il Lambro meridionale.

Lambrùgo Comune in provincia di Como (2.079 ab., CAP 22045, TEL. 031).

lambrùsca, sf. (pl.-che) Specie di vite e di uva. ~ Abrostine.

Lambruschìni, Alessàndro (Fucecchio 1965-) Atleta italiano, specialista dei 3.000 m siepi. Medaglia d'oro ai campionati europei del 1994, ha vinto la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atlanta del 1996.

Lambruschìni, Raffaèllo (Genova 1788-Figline Valdarno 1873) Pedagogista. Dopo aver intrapreso la carriera ecclesiastica, la abbandonò per fondare a San Cerbone un istituto di educazione ove poter realizzare il suo progetto pedagogico, basato su di un rapporto di collaborazione tra alunno e insegnante e sulla valorizzazione delle capacità individuali. Fondò e diresse la rivista La guida dell'educatore (1836-1845). Deputato del regno e professore di pedagogia, ebbe l'incarico di sovrintendente dell'Istituto di studi superiori. Tra le sue opere, Della educazione (1849), Della istruzione (1871), Dell'autorità e della libertà: pensieri di un solitario (postuma, 1932).

lambrùsco, sm. (pl.-chi) Vino emiliano di colore rosso, frizzante, ricavato dal vitigno omonimo.

lambswool, sm. invar. Lana di agnello inglese.

lamé, sm. invar. Tessuto fabbricato con inserimento di sottili fili o lamine argentate o dorate. ~ laminato.

lamèlla, sf. 1 Sottile lamina di qualsiasi materiale. 2 Sottile tessuto cellulare animale o vegetale.

lamellàre, agg. 1 Che a forma di lamelle. 2 Che si rompe secondo superfici piane. ~ lamelliforme.
 deriv. da lamella.

lamellàto, agg. Laminato.

Lamellibrànchi => "Bivalvi"

Lamennais, Hugues-Félicité-Robert de (Saint-Malo 1782-Parigi 1854) Filosofo francese. Consacrato sacerdote nel 1816, orientato verso tendenze montaniste e apologiste, divenne il maggior esponente del cattolicesimo liberale. Fondò con Lacordaire e Montalembert la rivista L'Avenir (1830). Quando la chiesa condannò le idee propugnate attraverso il suo giornale (1832), si distaccò da essa opponendo a capitalismo e assolutismo i valori democratici del cristianesimo. Venne nominato deputato nel 1848. Tra le sue opere, Saggio sull'indifferenza in materia di religione (1817), Della religione considerata nei suoi rapporti con l'ordine politico e sociale (1825), Dei progressi della rivoluzione e della guerra contro la chiesa (1829), Parole di un credente (1834), Il libro del popolo (1838), La schiavitù moderna (1839), Il Paese e il governo (1840).

Lament del marchionn di gamb avert, El Opera di poesia di C. Porta (1816).

lamentàre, v. v. tr. Trarre da qualcuno motivo di dolore, avvertirne la perdita. ~ piangere. <> gioire. lamentavano i caduti della guerra.
v. rifl. 1 Dimostrare con lamenti un dolore fisico. ~ gemere. <> compiacersi. 2 Dimostrarsi risentito con qualcuno; protestare. ~ reclamare. si lamentava dei pessimi servizi ricevuti. 3 Crucciarsi. ~ rammaricarsi. <> rallegrarsi.
 v. tr. to lament. v. rifl. 1 to lament. 2 (gemere) to groan, to moan. 3 (rammaricarsi) to complain.
 lat. tardo lamentare, deriv. da lamentum lamento.

lamentazióne, sf. 1 Espressione insistente di dolore; lamento, gemito, pianto. ~ querimonia. 2 Componimenti elegiaci sulla distruzione di Gerusalemme, inclusi nel libro biblico di Geremia. 3 Commo.
 lat. lamentatio,-onis.

lamentèla, sf. 1 Lamento prolungato e insistente. 2 Lagnanza. ~ rimostranza.
 sf. complaint, complaining.

lamentévole, agg. 1 Che esprime lamento; lamentoso, lagnoso. ~ piagnucoloso. 2 Degno di compianto; compassionevole, miserevole. ~ doloroso.
 lat. lamentabilis.

lamentevolménte, avv. In modo lamentevole.

Lamenti Opera di poesia di J. Kochanowski (1580).

Lamenti, I Opera di poesia di J. Laforgue (1885).

laménto, sm. 1 Voce o grido più o meno forte esprimente dolore. ~ gemito. non riuscì a dormire a causa dei lamenti dei cani. 2 Pianto per la morte di qualcuno. 3 Specie di componimento poetico, di argomento storico, che trae occasione da una disfatta. 4 Lagna. ~ cantilena. 5 Lamentela. ~ reclamo.
 sm. 1 wail, lament. 2 (gemito) moaning.
 lat. lamentum lamento.

Lamento di Portnoy, Il Romanzo di Ph. Roth (1969).

Lamento per Ignacio S´nchez Mejías Opera di poesia di F. García Lorca (1935).

lamentóso, agg. 1 Pieno di lamenti; accorato, sofferente. ~ triste. 2 Lamentevole. ~ piagnucoloso.
 agg. plaintive.

Lamet Monte (3.478 m) della Francia, nelle Alpi Graie. Fa parte del gruppo del Rocciamelone.

lamétta, sf. Lama a due tagli molto affilata che si innesta sul rasoio di sicurezza.
 sf. razor blade.
 dimin. di lama.

Lamèzia Tèrme Comune in provincia di Catanzaro (69.000 ab., CAP 88046, TEL. 0968), ha per sede comunale Nicastro. Si affaccia sulla piana di Sant'Eufemia a 216 m di altezza. Centro balneare e turistico di una certa importanza, è dotato di aeroporto internazionale. Ha industrie alimentari, meccaniche, edili, delle materie plastiche e del legno.

làmia, sf. 1 Volta, copertura a volta. 2 Volta rustica. 3 Nelle credenze popolari degli antichi romani, e nel medioevo, mostro con il volto di donna e corpo di serpente. 4 Strega.

Lamia Città della Grecia (42.000 ab.), capoluogo del nomo della Ftiotide, situato nella pianura dello Spercheo. Fondata presumibilmente all'inizio del V sec. a. C., divenne il centro più importante della Malide. Nel III sec. a. C. entrò a far parte della Lega etolica. Visse in prosperità fino a quando fu distrutta da Acilio Glagrione, nel 190 a. C.

lamièra, sf. Profilato in materiale metallico dello spessore variabile da 0,2 a 50 mm. ~ lamina.
 sf. plate, sheet metal.
Si ottiene per laminazione e ha varie applicazioni nell'edilizia e nella meccanica. Ulteriori trattamenti di tipo chimico o meccanico comportano una rifinitura del pezzo o un cambiamento della forma. La lamiera può essere ondulata e avere così maggior resistenza alla flessione.

lamierìno, sm. Lamiera avente spessore compreso tra 0,3 e 4 mm (secondo le norme UNI).
Lamierino a cristalli orientati
Lamierino di materiale magnetico che è costituito da monocristalli di ferro e ferrosilicio.
Lamierino magnetico
Lamierino di materiale ferromagnetico che viene usato nei circuiti magnetici delle macchine elettriche rotanti e dei trasformatori.

lamierìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi è addetto alla lavorazione degli oggetti in lamiera.

làmina, sf. 1 Piastra, falda molto sottile, specie metallica. 2 Suddivisione interna a uno strato di roccia. 3 Lembo fogliare. ~ foglia.
 sf. 1 foil, leaf. 2 (lastra sottile) thin sheet.
 lat. lamina.

laminàre, agg. e v. agg. Che ha forma di lamina.
v. tr. 1 Ridurre in lamine. 2 Coprire di lamine. 3 Calandrare.
 v. tr. to laminate.

laminàto, agg. e sm. agg. Coperto di lamine.
sm. Prodotto siderurgico ottenuto con procedimento di laminazione. Detto anche di materiale plastico usato come rivestimento di mobili e simili.
 agg. 1 laminated. 2 (stoffa) lamé. sm. laminate.

laminatóio, sm. Impianto a cilindri rotanti utilizzato per ridurre materiali metallici in lamine, fogli, nastri o tubi con procedimento a caldo o a freddo. Il materiale proveniente dalle fonderie passa attraverso due rulli lisci o sagomati che ruotano in senso opposto su assi paralleli e viene appiattito. L'intero impianto, che comprende più laminatoi in serie, viene detto treno di laminazione. Tra i vari tipi di laminatoi si collocano sbozzatori, calibratori universali per profilati, duo reversibile, trio, calibratore per barre, a passo di pellegrino, Mannesmann per tubi.

laminatóre, sm. (f.-trìce) Chi è addetto alla laminazione.

laminatùra, sf. Atto, effetto del laminare.

laminazióne, sf. 1 Lavorazione con deformazione plastica di materiali metallici per ottenere lamiere, profilati e simili. 2 Operazione con cui si sottopongono a grande pressione dei materiali plastici.
 deriv. da laminare.

laminectomìa, sf. Resezione chirurgica di una o più lamine vertebrali eseguita per raggiungere gli elementi anatomici del canale midollare.

laminoplàstica, sf. (pl.-che) Tecnica chirurgica usata per decomprimere il midollo spinale al fine di curare le artrosi cervicali. Si utilizza in alternativa alla laminectomia tradizionale che può portare complicanze neurologiche.

làmio, sm. Genere di piante erbacee della famiglia delle Labiate, con fiori bilabiati bianchi o rossi, che nascono spontaneamente nelle regioni temperate eurasiatiche.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_i.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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