Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 10

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 10

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 10

 

Lugàno Città svizzera del Canton Ticino (28.000 ab.), posta sul lago omonimo. Ha industrie tessili, alimentari, dell'abbigliamento, del legno e del tabacco. È una stazione climatica e un importante centro finanziario. In tedesco Lauis. Si sviluppò intorno al 1000 poiché si trovava sulla via del valico di Monte Ceneri. Oggetto di contesa tra Milano e Como, passò in mano ai francesi (fine del XV sec.) e fu occupata, nel 1512, dalle milizie svizzere. Durante il risorgimento italiano, vi si rifugiarono diversi patrioti. Tra i monumenti il duomo di San Lorenzo (XV-XVI sec.), la chiesa Santa Maria degli Angeli (XVI sec., affreschi del Luini), casa Lucchini al Forte (XVI sec.), palazzo Riva (XVIII sec., barocco) e palazzo di Giustizia. Ha un museo delle Belle Arti e una pinacoteca.
Lago di Lugano o Ceresio
Lago di origine glaciale (50 km2, profondità massima 300 m), diviso tra Svizzera (Canton Ticino) e Italia (province di Como e Varese). Suo emissario è il fiume Tresa, che si butta poi nel lago Maggiore.

Lugansk Città (504.000 ab.) dell'Ucraina, sul fiume Lugan. Capoluogo della provincia omonima.

lùglio, sm. Settimo mese dell'anno.
 sm. July.

Lugnàcco Comune in provincia di Torino (349 ab., CAP 10080, TEL. 0125).

Lugnàno in Teverìna Comune in provincia di Terni (1.600 ab., CAP 05020, TEL. 0744).

Lùgo (comune) Comune in provincia di Ravenna (32.204 ab., CAP 48022, TEL. 0545). Centro agricolo (coltivazione di barbabietole e frutta), zootecnico (allevamento di bovini) e industriale (prodotti meccanici, tessili e alimentari). Vi si trovano la chiesa dell'Ascensione, del XVI sec., e la rocca estense. Gli abitanti sono detti Lughesi.

Lugo (Spagna) Città (81.000 ab.) della Spagna, nella Galizia, sul fiume Miño. Capoluogo della provincia omonima (382.000 ab.), affacciata all'oceano Atlantico.

Lùgo di Vicènza Comune in provincia di Vicenza (3.550 ab., CAP 36030, TEL. 0445).

Lugones, Leopoldo (Rio Seco 1874-Buenos Aires 1938) Romanziere argentino. Tra le opere Le montagne d'oro (1897) e Romancero (1924).

lùgubre, agg. Che esprime grande cordoglio. ~ funereo, spiacevole, doloroso, triste. <> festoso, lieto, giocondo.
 agg. sombre, gloomy.
 lat. lugubris, deriv. da lugere essere in lutto.

lugubreménte, avv. In modo lugubre.

Luhmann, Niklas (Lüneburg 1927-) Sociologo tedesco. Fondò la riflessione sociologica su nuove basi, quali la teoria dei giochi, la cibernetica ecc. Tra le sue opere, Sociologia del diritto (1972), Struttura della società e semantica (1980-1981) e Amore come passione (1982).

lùi, pron. m. sing. Indica la persona di cui si parla.
 pron. 1 (soggetto) he. 2 (complemento) him. 3 (lui stesso) he himself.

luìgi, sm. Moneta d'oro francese coniata per la prima volta da Luigi XIII.

Luìgi (santi) Nome di santi.
Luigi Gonzaga
(Castiglione delle Stiviere 1568-Roma 1591) Figlio di Ferrante e paggio di Filippo II di Spagna. Entrato nella Compagnia di Gesù, morì presto di peste curando gli ammalati. È il patrono della gioventù.
Luigi IX il Santo
ved. ¤Luigi (sovrani)-Francia¤
Luigi Maria Grignion de Montfort
(Montfort-sur-Mer 1673-Saint-Laurent-sur-Sèvre 1716) Missionario apostolico, fondatore della congregazione delle Figlie della Sapienza e della Compagnia di Maria, si impegnò nella diffusione del culto della Madonna. La sua festa si celebre il 28 aprile.
Luigi Orione
(Pontecurone 1872-Sanremo 1940) Sacerdote e beato. Fondatore della piccola opera della Divina Provvidenza, dedita ad attività missionarie e di assistenza ai bisognosi.

Luìgi (sovrani) Nome di sovrani.
Baviera Luigi I di Wittelsbach
(Strasburgo 1786-Nizza 1868) Figlio di Massimiliano I, fu re di Baviera dal 1825 al 1848. Le spese eccessive e la scandalosa relazione con la ballerina Lola Móntez lo costrinsero ad abdicare in favore del figlio Massimiliano II.
Luigi II di Wittelsbach
(Castello di Nymphenburg, Monaco, 1845-Lago di Starnberg, 1886) Figlio di Massimiliano II, fu re di Baviera dal 1864. Dopo una guerra persa a fianco della Prussia contro la Francia, vide svanire il suo sogno della ricostituzione dell'Impero tedesco. Gradualmente perse ogni interesse per le vicende politiche contingenti e divenne sempre più eccentrico, concentrando i suoi interessi sul teatro e la musica, e in particolare sulle opere di Wagner, di cui fu patrono, e continuò a sognare una sovranità dai poteri assoluti, assumendo Luigi XIV di Francia come modello. Fece costruire tre castelli (Linderhof, Neuschwanstein and Herrenchiemsee) enormemente costosi. A causa della stravaganza, della omosessualità e dello sperpero delle risorse parenti e ministri spinsero per la sua dichiarazione di insanità mentale e la sua deposizione, avvenuta nel 1886. Pochi giorni dopo di essa fu trovato annegato nel lago di Starnberg assieme al suo medico, non si sa se per un incidente, un assassinio o un suicidio.
Luigi III di Wittelsbach
(Monaco 1845-S´rvar 1921) Succedette a Ottone come re di Baviera dal 1913 al 1918. I moti socialisti del novembre 1918 lo costrinsero ad abdicare.
Francia Luigi I
ved. Ludovico il Pio
Luigi II il Balbo
(846-Compiègne 879) Figlio di Carlo il Calvo, dall'867 fu re di Aquitania e dall'877 di Francia.
Luigi III
(863?-Saint-Denis 882) Figlio di Luigi II, fu re di Francia dall'879, insieme al fratello Carlomanno.
Luigi IV d'Oltremare
(921-Reims 954) Figlio di Carlo il Semplice, fu re di Francia dal 936, continuamente contrastato da insurrezioni di feudatari.
Luigi V il Neghittoso
(967?-Compiègne 987) Figlio di Lotario, fu re di Francia dal 986, ultimo dei carolingi.
Luigi VI il Grosso
(Parigi 1080 ca.-1137) Figlio di Filippo I, fu re di Francia dal 1108. Combatté le autonomie feudali, Enrico I d'Inghilterra e l'imperatore Enrico V, e consolidò la monarchia francese.
Luigi VII il Giovane
(1120 ca.-Parigi 1180) Figlio di Luigi VI, gli succedette come re di Francia nel 1137, continuandone la politica di consolidamento della corona sulla feudalità. Nel 1137 ottenne l'Aquitania e il Poitou sposando Eleonora d'Aquitania, ma nel 1152, divorziando da lei, li perdette. Dal 1147 al 1149 capeggiò la seconda crociata.
Luigi VIII il Leone
(Parigi 1187-Montpensier 1226) Figlio di Filippo II Augusto, gli succedette nel 1223 come re di Francia. Nel 1224 conquistò agli inglesi gran parte del Poitou e nel 1226 vinse agli albigesi la Linguadoca.
Luigi IX il Santo
(Poissy 1214-Tunisi 1270) Figlio di Luigi VIII e di Bianca di Castiglia, divenne re nel 1226 e rimase fino al 1242 sotto la tutela della madre. Nel 1234 si sposò con Margherita di Provenza. Quando assunse il potere portò avanti una politica accentratrice e moralizzatrice e creò il primo modello del parlamento e della corte dei conti. Firmò i trattati di Corbeil (1258) e di Parigi (1259). Nel 1270 partecipò all'ottava crociata. Morì di peste dopo lo sbarco in Tunisia. Fu canonizzato nel 1297 da Bonifacio VIII (festa 25 agosto).
Luigi X il Rissoso
(Parigi 1289-Vincennes 1316) Figlio di Filippo IV il Bello, fu re di Francia dal 1314.
Luigi XI
(Bourges 1423-Plessis-les-Tours 1483) Figlio di Carlo VII fu re dal 1461. In lotta contro il duca di Borgogna Carlo il Temerario, prese possesso di parte dei suoi territori. Fu erede della casa d'Angiò.
Luigi XII
(Blois 1462-Parigi 1515) Figlio di Carlo I d'Orléans, divenne re nel 1498. Rivendicò, grazie alla sua ava Valentina Visconti, i diritti sul ducato di Milano che strappò a Ludovico il Moro nel 1499. Aderì alla lega di Cambrai ma, in seguito alla sconfitta di Ravenna, lasciò Milano agli Sforza.
Luigi XIII
(Fontainebleau 1601-Saint-Germain-en-Laye 1643) Figlio di Enrico IV e di Maria de' Medici, fu re di Francia dal 1610. Nel 1617 pose definitivamente fine al turbolento periodo di regno della madre uccidendone il favorito C. Concini e affiancando al governo il duca di Luynes. Nel 1624 elesse Richelieu primo ministro e ne appoggiò la politica di rafforzamento della monarchia e di intervento nella guerra dei cent'anni.
Luigi XIV
Luigi XIV, detto il Re Sole
Luigi XV
(Versailles 1710-1774) Figlio di Luigi di Borgogna e di Maria Adelaide di Savoia, fu detto il Beneamato. Succedette a Luigi XIV nel 1715, sotto la reggenza di Luigi Filippo duca d'Orlèans. Di carattere debole, affidò il governo prima a Luigi di Borbone (1723-1726) e poi al cardinale Fleury (1726-1743), dei quali fu succube. Influenzato dalla sua favorita M. me de Pompadour, si alleò con l'Austria contro la Prussia e la Gran Bretagna, dando vita alla guerra dei sette anni (1756-1763) che portò alla Francia un grave dissesto finanziario. A causa anche delle lotte intestine e della perdita del Canada e dell'India, il suo regno segnò l'inizio della disgregazione economica e politica dello stato.
Luigi XVI
(Versailles 1754-Parigi 1793) Figlio del delfino Luigi e di Maria Giuseppina di Sassonia, salì al trono nel 1774. Ereditò dal predecessore Luigi XV un regno dissestato economicamente e politicamente corrotto. Di scarsa intelligenza, si lasciò guidare completamente dalla moglie Maria Antonietta e dall'aristocrazia di corte, non sapendo tenere testa all'opposizione dimostrata alle riforme. Dopo un tentativo, effettuato dai ministri Turgot e Necker, di risanare le finanze, nel 1789, convocò gli Stati Generali. Non riuscì tuttavia a contenere il malcontento della borghesia, causando la rivoluzione francese. Nel 1791 tentò di fuggire all'estero (fuga di Varennes) e fu salvato solo dall'intervento dell'Assemblea Costituente. Nel 1791 firmò la costituzione. In seguito alla sua richiesta d'aiuto a corti straniere per sedare la rivoluzione, provocò una rivolta del popolo, che assaltò Le Tuileries e lo imprigionò al Tempio, decretando definitivamente la fine alla monarchia (21 settembre 1792). Fu condannato dalla Convenzione e ghigliottinato.
Luigi XVII
(Versailles 1785-Parigi 1795) Figlio di Luigi XVI, fu delfino di Francia alla morte del fratello. Nel 1792 venne rinchiuso con la famiglia nella prigione del Tempio, dove morì.
Luigi XVIII
(Versailles 1755-Parigi 1824) Fratello di Luigi XVI, fu re di Francia dal 1814. Nel 1791 espatriò e al crollo dell'impero tornò in Francia. Dopo aver restaurato la monarchia assoluta, governò con moderazione, ma dopo il 1820, con l'assassinio del duca di Berry, passò ad appoggiare la destra reazionaria. Gli succedette il fratello Carlo X.
Luigi Filippo d'Orléans
(Parigi 1773-Claremont 1850) Figlio di Luigi Filippo Giuseppe d'Orléans (detto Égalité)e di Luisa di Borbone, fu re di Francia dal 1830 al 1848. Nel 1789 si schierò con la rivoluzione e nel 1780 divenne membro del club dei giacobini. Fu capo dell'opposizione liberale durante la Restaurazione. Nel 1793 disertò e visse in esilio per alcuni anni. Al suo rientro, incentivò la rivoluzione di luglio che lo portò al trono al posto di Carlo X. La sua politica, inizialmente liberale, assunse un carattere conservatore, promuovendo lo sviluppo della borghesia finanziaria e industriale. Una nuova rivoluzione lo costrinse a rinunciare al trono (1848).
Luigi Bonaparte
(Ajaccio 1778-Livorno 1846) Terzo fratello di Napoleone, fu posto da quest'ultimo sul trono d'Olanda dal 1806 al 1810, anno in cui dovette rinunciare alla corona per aver cercato di svolgere una politica autonoma.
Portogallo Luigi I
(Lisbona 1838-Cascais 1889) Re dal 1821, abolì la schiavitù e instaurò un regime costituzionale.
Ungheria Luigi I il Grande
(Visegr´d 1326-Trnava 1382) Figlio di Carlo Roberto d'Angiò e Elisabetta di Polonia, fu re d'Ungheria dal 1342 e di Polonia dal 1370. Dal 1348 al 1352 invase il regno di Napoli, che aveva conteso a Giovanna I. Nel 1358 conquistò gran parte della Dalmazia a Venezia.
Luigi II
(Buda 1506-Moh´cs 1526) Figlio di Ladislao II, gli succedette nel 1516 come re d'Ungheria e di Boemia, ultimo degli Jagelloni. Solimano II lo sconfisse e lo uccise a Mohàcs. Questo assassinio pose le premesse per il passaggio dell'Ungheria agli Asburgo.

Luìgi Antònio di Borbóne d'Angoulême (Versailles 1775-Gorizia 1844) Nobile francese. Figlio primogenito del re di Francia Carlo X, all'inizio della Rivoluzione fuggì all'estero con il padre e prese parte alle guerre contro il governo repubblicano. Sposatosi con Maria Teresa, figlia di Luigi XVI e Maria Antonietta, tornò in Francia nel 1814 e divenne luogotenente generale del regno. Nel giugno del 1815 tentò di fermare Napoleone che, fuggito dall'esilio nell'isola d'Elba, lo sconfisse ripetutamente. Nel 1823 fu a capo dell'esercito francese durante l'invasione della Spagna, per restaurarvi il governo monarchico. Fu quindi costretto di nuovo esilio dai nuovi moti rivoluzionari del 1830.

Luìgi XIV, détto il Re Sóle (Saint Germain-en-Laye 1638-Versailles 1715) Nacque il 5 settembre 1638, quando i suoi genitori Luigi XIII e Anna d'Austria, sposati da ventidue anni, non lo speravano più. Battezzato con il nome di Louis-Dieudonné, venne seguito dalle cure delle donne sino all'età di sette anni. Il 14 maggio 1643 suo padre morì ed egli, a soli cinque anni, venne innalzato al trono. Il 18 maggio, però, il parlamento di Parigi annullò il testamento di Luigi XIII, così Anna d'Austria divenne la reggente e il cardinal Mazzarino primo ministro. L'educazione di Luigi XIV venne affidata a un istruttore, il marchese di Villeroy, e a un precettore, l'abate di Beaumont de Péréfixe, futuro arcivescovo di Parigi, controllati dal primo ministro, cardinale Mazzarino. L'istruzione che ne derivò, fu insufficiente. Luigi XIV imparò un poco di francese e di latino, ancor meno di spagnolo e d'italiano. La sua educazione militare e politica fu, invece, molto approfondita. Mazzarino lo associò, molto presto, al lavoro dei ministri. Questo apprendistato riguardò soprattutto gli affaires du dehors, gli affari esteri, maggior preoccupazione del cardinale, mentre gli affaires du dedans, gli affari interni, vennero appena accennati al giovane. L'insegnamento di Mazzarino fece sviluppare nel re il gusto della dissimulazione e il disprezzo degli uomini. L'influenza della madre, molto più discreta, determinò i sentimenti religiosi e il senso della grandezza reale. Il giovane re crebbe nel clima di una profonda crisi della società e dello stato, di cui la Fronda ne fu l'espressione. A causa dei tragici eventi di questo periodo, il 5 gennaio 1649 il re e sua madre dovettero scappare da Parigi in piena notte e raggiungere Saint-Germain-en-Laye. Nel 1651, a tredici anni, Luigi XIV, venne dichiarato maggiorenne e, nel 1654, fu consacrato a Reims. Mazzarino, nel frattempo, riuscì a ristabilire un parziale ordine all'interno del paese e, all'estero, grazie all'alleanza con Cromwell, vinse la Spagna e ottenne, con il trattato dei Pirenei (7 novembre 1659), l'Artois e il Rossiglione. Inoltre, il 9 giugno 1660, il matrimonio tra Luigi XIV e l'infanta Maria Teresa di Spagna, figlia di Filippo IV, fu come un'opzione sulla successione spagnola. Il 26 agosto 1660, la giovane coppia di sposi entrò trionfante a Parigi; alcuni mesi dopo, il 9 marzo 1661, morì il cardinal Mazzarino. Il giorno seguente il re decise che avrebbe comandato da solo. Iniziò, così, il regno personale di Luigi XIV, che durò cinquantaquattro anni e il suo concetto di governo assolutista è sintetizzato dalla sua celebre frase "l'Etat c'est Moi" (Io sono lo Stato). Fu un uomo con una grande vitalità, seppe assecondare al tempo stesso le esigenze del suo temperamento vigoroso e sensuale e gli obblighi del mestiere di re. Per una precisa scelta accentratrice, la corte divenne il centro di attrazione per tutta la nobiltà di Francia e per questo vi fu creata un'atmosfera di giovinezza, galanteria e libertà. Il re, dopo il matrimonio politico con Maria Teresa, corteggiò Enrichetta duchessa di Orléans, fu poi l'amante di Louise de La Vallière e in seguito di Athénais de Montespan, la quale gli darà otto figli.
Tutto ciò, però, non lo distolse mai dai suoi molteplici impegni di sovrano: consigli e udienze di ogni genere, incontri con i vari ministri e ore e ore di lavoro al suo scrittoio. Si considerò sempre come il luogotenente di Dio sulla terra e ciò guidò tutte le sue azioni e tutti i suoi gesti. Non poté però fare a meno di collaboratori, così regnò affiancato da Colbert, Le Tellier e Lionne. Jean-Baptiste Colbert si occupò per venti anni di tutta l'amministrazione del regno tranne degli affari esteri, compito di Lionne e dei suoi successori, e degli affari militari, affidati a Le Tellier e suo figlio Louvois. Luigi XIV capì che il compito più urgente era ristabilire l'ordine interno. La nobiltà fu lentamente addomesticata alla corte, le compagnie di funzionari furono poste sotto il controllo degli intendenti. I giansenisti, trattati nuovamente con rigore, suscitarono incidenti a Port-Royal de Paris e in parecchie diocesi; il tutto terminò nel 1668 con la tregua provvisoria detta la pace della Chiesa. I sollevamenti popolari, anche se meno frequenti, furono spietatamente repressi. Nel 1665 il re e Colbert incaricarono un consiglio di giustizia della redazione di diverse costituzioni (ordonnance): la costituzione civile (code Louis, 1667), la costituzione delle acque e delle foreste (1669), la costituzione penale (ordonnance criminelle, 1670) e il codice mercantile (1673). Il re si impegnò, anche, in un energico assestamento delle finanze. Tramite una severa contabilità e una diminuzione degli oneri dello stato, nonostante la carestia che colpì il regno nel 1661-1662, Colbert riuscì ad assicurare l'equilibrio del bilancio fin dal 1662, grazie anche allo sviluppo delle esportazioni e all'estensione delle corporazioni. Luigi XIV seguì ancor più da vicino, dando il meglio di sé, la politica estera preparandosi all'apertura della successione spagnola. Dopo la morte di Filippo IV, avvenuta nel settembre del 1665, il re e Turenne prepararono l'invasione dei Paesi Bassi, in quanto la Spagna non aveva riconosciuto il diritto della Francia su questi territori. La guerra, detta di Devoluzione (1667-1668), portò, alla fine, solo alla conquista di dodici città di Fiandra, tra cui Lilla, Douai e Tournai, a causa dell'intervento olandese che limitò notevolmente le ambizioni francesi. Tra il 1668 e il 1672 il re attuò una accorta politica per la sua rivalsa: isolò diplomaticamente l'Olanda, si assicurò l'appoggio dell'Inghilterra e la neutralità delle altre potenze europee. Nel 1672 iniziò la guerra contro l'Olanda. Il 12 giugno gli eserciti francesi passarono il Reno e il 20 entrarono a Utrecht; la loro avanzata si fermò ad Amsterdam, in quanto gli olandesi, aprendo le dighe di Muiden, avevano sommerso gran parte del paese. Nel frattempo, Guglielmo d'Orange, riuscì a formare una coalizione europea contro la Francia, che in questo modo si trovò da sola a dover combattere su diversi fronti. La stanchezza di tutti i belligeranti condusse, nel 1678-1679, alla firma dei trattati di Nimega secondo i quali l'Olanda non perse nulla e la Spagna cedette alla Francia la Franca Contea, il Cambrésis e le nuove conquiste in Fiandra e nello Hainaut. Questa guerra, però, provocò pesanti problemi finanziari al paese e Colbert si vide costretto a ricorrere a espedienti quali l'aumento delle imposte, la vendita delle cariche e la creazione di nuove tasse con la conseguente scomparsa di parecchie manifatture e compagnie commerciali. Il re, tuttavia, continuò a preoccuparsi della sua gloria e nonostante la precaria situazione finanziaria, investì molto denaro per far trasformare il padiglione di caccia a Versailles nella sua reggia, dove, nel 1682, la corte si stabilì ufficialmente. Luigi XIV volle anche far valere i suoi diritti sulla Chiesa di Francia e tutto ciò lo portò in conflitto con il papa. Il clero di Francia, durante l'Assemblea del 1682, adottò una dichiarazione detta dei quattro articoli di ispirazione gallicana e ostile a Roma. Inoltre, a partire dal 1679, Luigi XIV, nell'intento di ristabilire l'unità della fede mediante la conversione di tutti i protestanti, istituì le dragonnade o dragonnate, cioè missionari con gli stivali che grazie alle loro brutalità ottennero numerose conversioni. In politica estera, dopo Nimega, intraprese una politica di riunioni alla corona e di annessioni in piena pace (in particolare quella di Strasburgo nel 1681) sollevando proteste in tutta l'Europa. La Spagna, direttamente interessata nell'invasione del Lussemburgo, non trovò l'aiuto di nessun paese europeo e si vide costretta a firmare a Ratisbona, il 15 agosto 1684, una tregua di venti anni con la Francia. Il re, in questi anni, sposò segretamente la signora Maintenon, cominciò a pensare sempre più alla sua salvezza e al culto di se stesso. Con la morte di Colbert nel 1683 e quella di Le Tellier nel 1685, il re iniziò a governare in maniera sempre più assolutistica, con i ministri, più che mai, semplici esecutori. In politica estera, continuò a far pesare la sua presenza. Nel gennaio del 1685 obbligò il doge di Genova a recarsi personalmente da lui per scusarsi di aver aperto il porto alle galere spagnole e nel marzo, dopo la morte dell'elettore palatino, rivendicò una parte del Palatinato in nome della duchessa d'Orléans, sorella dell'elettore scomparso. Questi e altri fatti portarono alla formazione, nel luglio del 1686, della Lega di Augusta che riunì Leopoldo, il re di Spagna, e molti principi tedeschi per opporsi a Luigi XIV. Tra l'altro, visto che nel 1688, Innocenzo XI non aveva nominato il candidato scelto dal re per la sede episcopale di Colonia, Luigi XIV fece occupare il Comtat Venaissin, possesso pontificio, il vescovado di Colonia e anche il Palatinato del quale ordinò la devastazione. Iniziò, così, la prima delle due grandi guerre che portarono il regno alla fine. La coalizione contro la Francia comprendeva, oltre ai firmatari della lega di Augusta, la Savoia e Guglielmo d'Orange, statholder d'Olanda che, dopo la rivoluzione inglese del 1688, divenne re d'Inghilterra con il nome di Guglielmo III. Nel 1690 la flotta francese vinse al Beachy Head ma venne parzialmente distrutta due anni dopo a La Hougue; nel frattempo gli alleati fallirono vari tentativi di invadere la Francia. La guerra impoverì sempre più le finanze dello stato. Nel 1693-1694 ci fu una seconda terribile carestia che peggiorò la situazionee le questioni religiose continuarono a creare disordini. Nel 1697 i belligeranti, oramai esausti, firmarono i trattati di Ryswick che obbligarono la Francia a restituire tutte le riunioni e annessioni fatte dopo Nimega, tranne Strasburgo. La pace durò solo cinque anni, infatti la successione spagnola e nuovi passi falsi di Luigi XIV, provocarono la formazione di una nuova coalizione. Il 25 marzo 1700 Luigi XIV e Guglielmo III firmarono il trattato di spartizione della successione spagnola, ma Carlo II lasciò un testamento nel quale designava come suo successore Filippo duca d'Angiò. Luigi XIV accettò questo testamento e riconobbe Filippo V come re di Spagna. Nel 1701 inglesi e olandesi firmarono con l'imperatore Leopoldo l'alleanza dell'Aja che aveva come scopo la sostituzione di Filippo II con l'arciduca Carloe il 15 maggio 1702 dichiararono guerra alla Francia e alla Spagna. La Francia subì numerose sconfitte tra le quali quella a Blenheim (1704), a Ramillies (1706) e a Lille (1708), che significarono la perdita della Baviera, dei Paesi Bassi e l'invasione, mentre in Spagna Carlo si fece riconoscere re con il nome di Carlo III. Alla Francia, ormai in ginocchio per il dissesto finanziario e la miseria, non restò che chiedere la pace, ma viste le dure condizioni che le vennero imposte, con un enorme sacrificio continuò a combattere. La guerra si protrasse sino al 1713 quando vennero firmati i trattati di Utrecht e di Rastad con i quali la Francia riuscì a conservare l'integrità del suo territorio. Internamente, la Francia si ritrovò ancora a far fronte a disordini religiosi e sull'orlo della bancarotta. Nel 1711 era morto il figlio maggiore del re, il delfino, e nel 1712 anche il figlio di quest'ultimo. La successione al trono francese passò al figlio di Luigi duca di Borgogna e di Maria Adelaide di Savoia. Nell'agosto del 1715 Luigi XIV, sentendosi vicino alla morte, fece le ultime raccomandazioni al futuro re di Francia e il 1° settembre morì.

Luìni, Bernardìno (Milano 1485 ca.-Milano 1531 ca.) Pittore italiano. Fu un importante esponente del classicismo lombardo. Le prime testimonianze della sua attività risalgono al 1507: di quell'anno è una pala d'altare dipinta raffigurante una Madonna con Bambino e due santi (Parigi, Museo Jacquemart-André). Risale certamente al 1512 l'affresco dell'abbazia di Chiaravalle raffigurante la Vergine e il Bambino in trono con due angeli musicanti. Nel 1516 dipinse la cappella del Sacramento in San Giorgio al Palazzo a Milano. Dipinse anche Madonne caratterizzate da un'espressione dolce e una serenità di stampo classico, come la Madonna del roseto (Milano, Museo di Brera). Al 1523 ca risalgono una serie di dipinti per la villa della Pelucca, presso Lesmo (Milano, Museo di Brera). Luini creò una pittura semplice e immediata, dal ritmo e dai colori inconfondibili, chiari e pacati. Nella sua opera è avvertibile la lezione di Leonardo e di Raffaello reinterpretata in modo originale. Altre opere Storie di San Giuseppe (Milano, Museo di Brera), Crocifissione (Lugano, chiesa di Santa Maria degli Angeli) e Storie di Santa Caterina (Milano, cappella Besozzi del monastero Maggiore).

Luìno Comune in provincia di Varese (14.883 ab., CAP 21016, TEL. 0332). Centro industriale (prodotti calzaturieri, tessili e meccanici) del lago Maggiore. Vi si trova la chiesa della Madonna del Carmine, del XV sec. Gli abitanti sono detti Luinesi.

Luìsa (sovrane) Nome di sovrane.
Belgio Luisa Maria d'Orléans
(Palermo 1812-Ostenda 1850) Figlia del re di Francia Luigi Filippo, fu data in sposa a Leopoldo I re del Belgio. Dal matrimonio, nacquero il futuro re del Belgio Leopoldo II (1835-1909) e Carlotta, la futura sposa (1857) dell'arciduca Massimiliano d'Asburgo imperatore del Messico (1832-1867).
Francia Luisa di Savoia, reggente di Francia
(Pont-d'Ain 1476-Grès-sur-Loing, Gatinais 1531) Figlia del duca di Savoia Filippo II Senza Terra, andò sposa al conte di Angoulême Carlo d'Orléans. Madre di Francesco I (futuro re di Francia dal 1515) e di Margherita regina di Navarra. Fu reggente di Francia nel 1496 dopo la morte del marito e poi nuovamente durante la sfortunata campagna d'Italia del figlio Francesco I. Durante la prigionia di Francesco I a Madrid (1524-1526) in seguito alla sconfitta di Pavia, dimostrò grande energia organizzando la lega di Cognac (1526) con Enrico VIII d'Inghilterra, Venezia e il papa. Negoziò la pace di Cambrai (detta anche la "pace delle due dame") con Margherita d'Austria (1529).
Portogallo Luisa di Guzmán
(Sanlúcar de Barrameda, Andalusia 1613-Xabregas, Lisbona 1666) Figlia di Juan Manuel, duca di Medina Sidonia. Nel 1633 andò sposa a Giovanni di Braganza (1604-1656), che nel 1640 venne proclamato re del Portogallo con il nome di Giovanni IV. La casa di Braganza avrebbe regnato ininterrottamente in Portogallo fino al 1910. Alla morte del marito (1656), assunse la reggenza per il figlio minorenne, futuro re (1656-1683) con il nome di Alfonso VI. Accusata di complotto, fu costretta a ritirarsi in convento (1662).
Prussia Luisa di Meclemburgo-Strelitz
(Hannover 1776-Neustrelitz 1810) Regina di Prussia. Figlia del duca di Meclemburgo-Strelitz, Carlo, andò sposa a Federico Guglielmo III re di Prussia. Fautrice della guerra contro Napoleone, dovette sopportare le conseguenze delle vittorie dei francesi a Jena e Auerstedt (1806). Un intervento personale presso Napoleone a Tilsit (1807), in occasione dei negoziati di pace, non ottenne alcun risultato.
Svezia Luisa Ulrica
(Berlino 1720-Svartsiö 1782) Figlia di Federico Guglielmo I re di Prussia e sorella di Federico il Grande, andò sposa al re di Svezia Adolfo Federico. Promosse a corte la cultura illuminista francese. Dotata di grande energia, tentò, senza successo, di rafforzare l'autorità regia quando il marito salì al trono (1751). Nel 1753, fondò a Stoccolma l'accademia svedese per l'arte e la scienza. Nel 1762 concluse la pace con la Prussia, uscendo dalla guerra dei Sette anni (1756-1763, Prussia e Inghilterra contro Austria, Russia, Francia, Sassonia e Svezia). Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1771, il figlio Gustavo III (1746-1792) accentrò tutto il potere nelle proprie mani, escludendo qualsiasi interferenza nella gestione degli affari di stato.

Luìsa di Hochberg (Karlsruhe 1768-1820) Nel 1788 andò sposa a Carlo Federico, granduca di Baden. Dal matrimonio nacquero quattro figli, tra i quali Leopoldo salì al trono del granducato nel 1830, dopo la morte, senza eredi, dello zio Ludovico, che era succeduto al padre Carlo Federico nel 1818. Luisa fu al centro dell'oscura storia del rapimento del figlio di un nipote, allo scopo di assicurare il trono ai propri figli.

Luìsa di Marillac (Parigi 1591-1660) Religiosa francese. Nel 1613 andò sposa al segretario della regina di Francia Maria de' Medici. Dopo la morte del marito (1625), si dedicò all'assistenza dei poveri sotto la guida di San Vincenzo de' Paoli. Nel 1633 ricevette l'incarico di curare la formazione delle giovani assistenti, che successivamente sarebbero state inquadrate nella congregazione delle Figlie della Carità. Venne canonizzata nel 1934 da papa Pio XI. La sua festa si celebra il 15 marzo.

Luìsa Elisabètta di Borbóne (Versailles 1727-1759) Duchessa di Parma e Piacenza. Figlia del re di Francia Luigi XV, nel 1739 andò sposa giovanissima a Filippo di Borbone, figlio del re Filippo V di Spagna. Con la pace di Aquisgrana del 1748, che sancì la fine della guerra di successione, al marito venne affidato il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, cosa non gradita a Elisabetta, per la diretta dipendenza dalla Spagna. Francofila, influenzò politicamente in tal senso il marito. Luisa Elisabetta si prodigò per la diffusione della cultura e dell'arte francese: invitò a Parma il filosofo É. B. de Condillac e fece nominare segretario di stato Guillaume du Tillot.

Luìsa Marìa di Frància (Versailles 1737-Saint-Denis 1787) Figlia del re di Francia Luigi XV e di Maria Leszczynska, Si fece suora carmelitana entrando nel convento di Saint-Denis. Proclamata venerabile nel 1873 da papa Pio IX.

Luisa Miller Melodramma tragico in tre atti di G. Verdi, libretto di S. Cammarano (Napoli, 1849).
Luisa Miller ama, riamata, Rodolfo ma il conte di Walter, padre di Rodolfo, contrasta il loro amore. Nel frattempo, il padre di Luisa viene arrestato per aver cospirato contro il conte e la figlia cede a compromessi per salvargli. Dopo una serie di equivoci, la storia si conclude tragicamente con il suicidio dei due amanti.

Luisàgo Comune in provincia di Como (2.111 ab., CAP 22070, TEL. 031).
Poemetto campestre, composto tra il 1782 e il 1784, in tre scene o idilli di Johann Heinrich Voss

Luise Poemetto campestre, composto tra il 1782 e il 1784, in tre scene o idilli di Johann Heinrich Voss (1751-1826). L'opera prende il nome dalla protagonista, figlia del parroco di Grünau che festeggia il diciottesimo compleanno con il suo fidanzato Walter con una gita in campagna. Nella seconda scena, il fidanzato si reca in visita a casa di Luise. L'ultima scena narra la preparazione delle nozze e la festa di matrimonio. Il lavoro ebbe anche l'apprezzamento di J. W. Goethe.

Luìsi, Francésco (Bari 1943-) Musicologo italiano. Insegnante di storia della musica all'università di Firenze e di paleografia musicale al Pontificio istituto di musica sacra di Roma, ha prodotto studi sulla musica rinascimentale (La musica vocale nel Rinascimento, 1977; Laudasio giustinianeo, 1983)

Luìsi, Luciàno (Livorno 1924-) Poeta italiano. La sapienza del cuore (1946-1986) è la raccolta delle sue poesie fino al 1986. Del 1989 è Luna d'amore, un'antologia di poesie d'amore di ogni tempo e paese da lui curata.

LUISS Sigla di Libera Università Internazionale degli Studi Sociali.

Luk´cs, György (Budapest 1885-1971) Critico e filosofo ungherese. Fu uno dei maggiori pensatori marxisti. Militante comunista, durante la repubblica di Béla Kun fu nominato commissario del popolo per la pubblica istruzione (1919). Alla caduta di quest'ultimo si rifugiò prima a Vienna e poi a Mosca. Nel 1945 tornò in Ungheria e fu docente all'università di Budapest. Durante la rivolta del 1956 fu ministro della cultura popolare del governo Nagy. Dopo l'intervento della Russia fu deportato in Romania per qualche mese. Il suo saggio di Storia e coscienza di classe (1923) costituì uno dei testi fondamentali del marxismo occidentale. Importanti furono anche i suoi studi sull'estetica. Partendo da premesse di carattere marxista, definì l'arte come uno specchio della realtà. Tra i suoi scritti vi sono anche, Il romanzo storico (1938), Saggi sul realismo (1948), La distruzione della ragione (1954), Estetica (1963).

Lukuga Fiume (320 km) dello Zaire, emissario del lago Tanganica, confluisce nel fiume Lualaba.

Lùla Comune in provincia di Nuoro (1.791 ab., CAP 08020, TEL. 0784).

Lule Fiume (450 km) della Svezia, nella contea di Norrbotten. Sfocia nel golfo di Botnia.

Luleå Città (69.000 ab.) della Svezia, capoluogo della contea di Norrbotten.

Lùlli, Giàn Battìsta (Firenze 1632-Parigi 1687) Compositore di origine italiana naturalizzato francese (in francese Lully). Ebbe una rapida carriera alla corte di Parigi, diventando sovrintendente musicale di Luigi XIV (1661). Suonava violino, clavicembalo e organo e danzava. Creò un genere operistico francese detto tragédies lyriques, componendo, insieme al poeta Quinault, una ventina di opere. Fu un predecessore della concertazione e della direzione d'orchestra. Con Molière creò il modello della comédie-ballet, commedia in prosa con pezzi musicali e balletti (Il borghese gentiluomo,1670). Compose inoltre numerosi balletti e musiche di scena sia sacre che profane. Tra le opere Cadmio ed Ermione (1673), Alceste (1674), Armida (1686) e unidici grandi mottetti, tra cui il Miserere (1664).

Lùllo, Raimòndo (Palma di Maiorca 1232 ca.-Bougie 1316) Nome italianizziato di Ramón Llull, filosofo, scrittore e teologo catalano. Terziario francescano, svolse un'intensa opera missionaria in Asia e in Africa e fu detto Doctor Illuminatus. Scrisse numerose opere in diverse lingue. La sua concezione filosofica, secondo la quale era possibile arrivare ai principi che regolano il mondo e il pensiero mediante un sistema logico complesso, basato su un elenco di concetti semplici, espressi mediante numeri e simboli da combinare tra di loro, fu espressa in una trilogia di opere (Ars Magna, 1273; Ars inventiva, 1289 e Ars generalis ultima, 1305-1308).

Lully, Jean-Baptiste (Firenze 1632-Parigi 1687) Compositore francese di origine italiana. Condotto in Francia dal duca di Guisa, rivelò presto eccezionali doti di violinista e passò al servizio del re Luigi XIV. Intrigante e spregiudicato, ottenne dal re una sorta di monopolio musicale (1672). Tra le numerose opere teatrali Il borghese gentiluomo (commmedia-balletto in collaborazione con Molière, 1670), Le feste di Amore e di Bacco (1672), Alceste (1674), Teseo (1675), Psiche (1678), Proserpina (1680), Perseo (1682), Amadigi (1684), Rolando (1685), Armida (1686), Aci e Galatea (1686). Inoltre, sono da ricordare 12 grandi mottetti per due cori a cinque voci, orchestra e organo e circa 15 piccolimottetti per tre voci e basso continuo. Dotato di sensibilità straordinaria, Lully intuì i desideri del pubblico francese e riportò l'opera al recitativo delle origini, adattandolo alle esigenze della lingua francese. Con la libertà che gli veniva dal favore del re, adottò anche innovazioni in campo strumentale: aumentò l'organico orchestrale aggiungendo flauti, oboi, trombe e timpani. Alle sue opere fece precedere un componimento di apertura in tre movimenti (grave-allegro-grave) che servì da modello agli operisti europei e un prologo nel quale fece confluire il balletto di corte. Il gusto francese razionalista con il suo ideale di equilibrio e di simmetria, pur contrassegnato dalla mancanza di passione e lirismo, segna il limite e il pregio di Lully.

Lulù Commedia di C. Bertolazzi (1903).

Lulu Dramma dittico di F. Wedekind che comprende le opere Lo spirito della terra e Il vaso di Pandora (1902, 1904).
Lulu
Opera in un prologo e tre atti di A. Berg, libretto proprio (Zurigo, 1937).

lumàca, sf. (pl.-che) 1 Mollusco gasteropodo. ~ limaccia, chiocciola. 2 Persona lenta e pigra. ~ tartaruga. <> fulmine. 3 Pasta corta da minestra.
 sf. 1 (chiocciola) snail. 2 (fig.) slug.
Denominazione relativa a Molluschi Gasteropodi dei generi Arion, della famiglia degli Arionidi, e Limax, della famiglia dei Limacidi. È detta anche limaccia o lumacone. Vive nei luoghi umidi e freschi. Ha l'aspetto simile alle chiocciole, con il corpo cilindrico variamente colorato e dotato di una conchiglia rudimentale interna (limacella), radula fornita di parecchi dentelli e capo con quattro tentacoli retrattili. Onnivora, è dannosa per le coltivazioni a causa della sua voracità. Tra i tipi più comuni in Italia vi sono Arion alter, Arion hortensis, Arion rufus e Limax agrestis.

lumachèlla, sf. Roccia sedimentaria calcarea di origine organogena spesso usata come marmo. È molto ricca di conchiglie fossili.

lumacóne, sm. 1 Lumaca 2 Persona dai movimenti lenti e incerti.

Lumàrzo Comune in provincia di Genova (1.509 ab., CAP 16024, TEL. 0185).

Lumbrìcidi Famiglia di Anellidi oligocheti dell'ordine degli Opistopori a cui appartiene il lombrico.

lùme, sm. 1 Apparecchio per illuminare. ~ lampada. lume a olio. 2 Stella. 3 Chiarore. ~ luminosità. ~ oscurità. cenarono a lume di candela. 4 Facoltà visiva. lume della ragione, razionalità, buon senso. 5 Al plurale, consiglio, spiegazione. ~ parere. gli chiesero lumi sulla situazione.
 sm. 1 light. 2 (lampada) lamp. 3 (a lume di naso) by rule of thumb.
 lat. lumen,-inis, della stessa radice di lux luce, lucere.

lumeggiaménto, sm. Atto, effetto del lumeggiare.

lumeggiàre, v. tr. 1 Dare brillantezza, in un dipinto. 2 Far risaltare per mezzo della parola. lumeggiava gli eventi della giornata con grande descrizione di particolari.
 deriv. da lume.

lumeggiatùra, sf. Lumeggiamento.

Lumèlli, Àngelo (Momperone, Alessandria 1944-) Poeta italiano. Nel suo lavoro sostiene visioni spinte sul piano del fantastico. Ha scritto Cosa bella cosa (1977) e Trattatello incostante (1980).

lùmen, sm. invar. Unità di flusso luminoso.

lumenòmetro, sm. Apparecchio misuratore del flusso luminoso.

Lumet, Sidney (Filadelfia 1924-) Regista statunitense teatrale, televisivo e cinematografico. Ha realizzato film su testi teatrali e letterari e ha trattato tematiche sociali. È considerato un grande regista anche per la sua capacità di analisi psicologica dei personaggi. Tra le sue opere, La parola ai giurati (1957), Uno sguardo dal ponte (1962), L'uomo del banco dei pegni (1964), La collina del disonore (1965), Serpico (1973), Assassinio sull'Orient Express (1974), Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975), Quinto potere (1976), Il principe della città (1981), Il verdetto (1982), Il mattino dopo (1986), Sono affari di famiglia (1989), Un'estranea tra di noi (1992).

Lumezzàne Comune in provincia di Brescia (23.619 ab., CAP 25065, TEL. 030). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi e cereali) e industriale (prodotti meccanici e tessili). Gli abitanti sono detti Lumezzanesi.

lumìa, sf. Limetta.

lumicìno, sm. Piccolo lume. ~ lumino. la sua tomba non aveva neanche un lumicino; le loro speranze erano ridotte al lumicino, erano veramente poche.
 dimin. di lume.

lumièra, sf. Sorgente luminosa.

Lumière, Louis-Jean (Besançon 1864-Bandol 1948) Chimico e industriale francese, pioniere della tecnica fotografica. Assieme al fratello Auguste (Besançon 1862-Lione 1954), inventò il cinematografo (Cinématographe), con il quale nel 1895 proiettò a Parigi dieci brevi visioni d'attualità, tra cui L'uscita dalle fabbriche, Lumière e L'innaffiatoio innaffiato. Nel 1899 inventò il fotorama; nel 1903, tramite una lastra tricomatica, cominciò a studiare il colore. Nel 1907 cominciò le riprese a colori.

luminànza, sf. In fisica rapporto tra l'intensità luminosa emessa da una sorgente puntiforme in una data direzione e l'area apparente dell'emittente. Si misura in nit nel Sistema Internazionale, in lambert e in stilb.

luminàre, sm. Persona insigne per intelligenza e dottrina. ~ celebrità.
 lat. luminare,-is, deriv. da lumen,-inis lume.

luminària, sf. 1 Illuminazione pubblica in occasione di feste. 2 Quantità ingente di lumi.
 sf. pl. illuminations.

luminèllo, sm. Piccolo anello o cerchio in cui si infila il lucignolo delle lanterne o che lo mantiene a galla nei lumini da notte.

luminescènte, agg. Dotato di luminescenza.
 deriv. dal lat. lumen,-inis.

luminescènza, sf. Emissione di luce.

luminìstico, agg. (pl. m.-ci) Del luminismo.

lumìno, sm. 1 Piccola lampada a olio con lucignolo galleggiante. 2 Cerino entro un dischetto di carta che si mette sul luminello.

luminosaménte, avv. In modo luminoso. ~ fulgidamente.

luminosità, sf. 1 Caratteristica di ciò che è luminoso. ~ lucentezza. 2 Grandezza caratteristica di un obiettivo fotografico.
In fisica è il termine con il quale si indica il rapporto tra la luminanza del soggetto e l'illuminamento dell'immagine, all'interno di un sistema ottico.
In astronomia la luminosità o, più propriamente, lo splendore di una stella è misurato in magnitudine apparente (che tiene conto della distanza alla quale si trova l'astro), secondo una scala convenzionale, definita da N. Pogson nel 1857, in modo tale che la stella Polare avesse magnitudine 2,12. La magnitudine assoluta è la magnitudine apparente che un astro avrebbe se si trovasse a 10 parsec (32,6 anni luce) dalla Terra.

luminóso, agg. 1 Che emette luce. ~ lucente. <> oscuro. 2 Chiaro, palese. ~ evidente. <> ambiguo. 3 Detto di obiettivo fotografico con notevole luminosità. 4 Ridente. ~ gioioso. <> cupo. il suo sorriso luminoso aveva il potere di ridargli serenità. 5 Nobile. ~ ammirevole. <> riprovevole. 6 Brillante. un giovane dal luminoso avvenire, giovane capace e di belle speranze. 7 Pieno di luce. ~ illuminato. <> buio. stanze ampie e luminose.
 agg. 1 bright. 2 (che emette luce) luminous. 3 (sorriso) radiant, bright.
 lat. luminosus, deriv. da lumen,-inis lume.

lumpenproletariat, sm. invar. Termine marxista che indica la parte del proletariato formata da chi non dispone di alcun reddito e che manca completamente di coscienza politica.

Lumumba, Patrice (Katako Kombe 1925-Elisabethville 1961) Politico congolese. Fu fautore dell'unità del suo Paese. Dopo che il Congo ottenne l'indipendenza dal Belgio (1960), divenne presidente del consiglio. Per le sue idee filocomuniste, entrò in conflitto con il presidente della repubblica I. Kasavubu e con il capo dell'esercito J. Mobutu. Fu destituito il 5 settembre 1960, arrestato e consegnato ai successionisti del Katanga, con a capo M. Ciombe, che lo uccisero (1961).

Lùna, sf. 1 Il satellite naturale della Terra. vivere nel mondo della luna, perdere il contatto con la realtà che ci circonda. 2 Incostanza di carattere. avere la luna di traverso, essere di cattivo umore. 3 Carta da gioco dei tarocchi.
 sf. 1 moon. 2 (avere la luna) to be in a bad mood. 3 (luna di miele) honeymoon.
 lat. luna.
È un astro con un diametro medio di 3.476 km che dista in media dalla Terra 384.400 km. La sua massa è circa un ottantesimo di quella terrestre mentre il volume è circa un cinquantesimo di quello della Terra. La Luna compie un moto di rivoluzione intorno alla Terra, un moto di rotazione, insieme alla Terra, intorno al Sole e un moto di rotazione intorno al proprio asse. Il moto di rivoluzione si svolge su un piano inclinato in media di 5° 8' 30" rispetto a quello dell'eclittica terrestre, che interseca in due nodi. Il periodo di rivoluzione, misurato rispetto alle stelle fisse, è di 27 giorni, 7 ore e 43 minuti ed è chiamato mese siderale. A causa della sovrapposizione dei moti di rotazione terrestre e di rivoluzione lunare, il tempo impiegato dalla Luna per ritornare nella stessa posizione rispetto alla Terra o al Sole, è più lungo del mese siderale. Questo periodo, detto mese sinodico o lunazione, dura 29 giorni, 12 ore e 44 minuti. A causa della stessa sovrapposizione di moti, la Luna sembra spostarsi in cielo di 13° e 11' al giorno, apparendo illuminata in modo sempre diverso (fasi lunari). Inoltre, poiché il moto di rotazione intorno a se stessa ha lo stesso periodo di quello di rivoluzione siderale, la Luna rivolge alla Terra sempre la stessa faccia. È tuttavia possibile, grazie al fenomeno della librazione, arrivare a vedere circa un 10% della faccia nascosta. Si ha un'eclisse quando Luna, Terra e Sole sono allineati e la Luna è uno dei due nodi. La Luna è stata inizialmente studiata mediante sonde spaziali automatiche (Lunik e Zond sovietiche; Ranger, Surveyor e Lunar Orbiter statunitensi). Il primo atterraggio dell'uomo sulla Luna avvenne il 21 luglio 1969 (Apollo 11, statunitense). Seguirono diversi altri viaggi compiuti sia dai russi che dagli statunitensi. In questi viaggi, tramite l'utilizzo di mezzi avanzati come il Lunakhod, si sono riusciti a prelevare dati scientifici e campioni di terreno. Da tutti gli studi effettuati si è riusciti, tra l'altro, a compilare una mappa dell'intera superficie lunare, suddivisa in zone pianeggianti e ricoperte da rocce laviche scure che riflettono poco la luce solare incidente (mari) e in rilievi montagnosi o di forma circolare (circhi e crateri), dovuti all'impatto di meteoriti. Si è scoperto anche che manca completamente l'atmosfera e che la composizione della crosta lunare è abbastanza simile a quella terrestre poiché presenta solo tre nuovi minerali. Dagli studi effettuati è stato possibile anche stabilire l'età apparente della Luna, calcolata in 4,5 miliardi di anni; sono state formulate anche tre ipotesi sulla nascita del nostro satellite; la prima collega tale fenomeno a quello che avrebbe generato anche la Terra nella nebulosa primordiale; per la seconda la Luna deriva dal distacco di un frammento della Terra mentre la terza ipotizza la cattura gravitazionale.

Luna dei Caraibi, La Dramma di E. O'Neill (1918).

Luna di fronte Opera di poesia di J. L. Borges (1925).

Luna e i falò, La Romanzo di C. Pavese (1950). Il tema fondamentale intorno a cui tutti gli altri sono intrecciati è il ritorno. Un emigrato in America, Anguilla, ritorna al proprio paese e sente il bisogno di rivivere i luoghi del proprio passato. Deve però constatare che le cose di un tempo sono mutate e le persone sono scomparse. Ai falò e ai rituali dei contadini delle Langhe si sono aggiunti altri falò, prima quello della guerra partigiana, poi quello di un suicidio. Una visita ai luoghi e agli ambienti dell'infanzia, che finisce col tracciare un bilancio amaro dell'esistenza. Il libro è l'ultima opera di Pavese ed è considerato uno dei suoi lavori migliori.

Luna e sei soldi, La Romanzo di W. S. Maugham (1919).

Luna è tramontata, La Romanzo di J. Steimbeck (1942).

lùna park, loc. sost. m. invar. Parco di divertimenti all'aperto.
 sm. invar. funfair, amusement park.

Luna piena di marzo Opera di poesia di W. B. Yeats (1935).

Lunacarskij, Anatolij Vasilevic (Poltava 1875-Mentone 1933) Politico russo. Partecipò alla rivoluzione russa del 1905. Fu commissario del popolo per l'istruzione (1917-1929) e si impegnò contro l'analfabetismo. Morì durante il viaggio per raggiungere la Spagna, essendo stato nominato ambasciatore a Madrid (1933). Diede un'interpretazione più aperta del marxismo. Tra gli scritti vi sono Religione e socialismo (1908-1911), Arte e rivoluzione (1924) e Da Spinoza a Marx (1925).

Lunamatròna Comune in provincia di Cagliari (1.896 ab., CAP 09022, TEL. 070).

Lunàno Comune in provincia di Pesaro (1.086 ab., CAP 61020, TEL. 0722).

Lunar Rover Veicolo lunare a quattro ruote motrici utilizzato delle ultime tre missioni Apollo. È stato realizzato dalla Boeing Company per conto della NASA.

lunàre, agg. Relativo alla luna. ~ selenitico.
 agg. moon, lunar.
 lat. lunaris.

Lunàri, Ènzo (Milano 1937-) Disegnatore italiano. Autore della striscia Vecchietti, nel 1965 ha creato Girighiz, un cavernicolo dell'età mesozoica, nel 1966 Frà Salmastro da Venegono, un predicatore francescano del XIII sec.

lunària, sf. Genere di piante erbacee, appartenenti alla famiglia delle Crocifere, che presentano grandi fiori lilla disposti in grappoli.

lunàrio, sm. 1 Tavola delle fasi lunari. 2 Libretto che riporta i giorni del mese, le fasi della luna, i santi, le fiere e le previsioni meteorologiche. ~ almanacco.
 sm. 1 (almanacco) almanac. 2 (sbarcare il lunario) to make ends meet.

lunaticherìa, sf. L'essere lunatico.

lunàtico, agg. (pl. m.-ci) 1 Detto di persona volubile. ~ incostante. <> equilibrato. 2 Bizzarro. ~ eccentrico. <> normale.
 agg. temperamental, whimsical, moody.
 lat. tardo lunaticus.

lunàto, agg. 1 Che ha forma di falce di luna. 2 In silvicoltura, relativo al legno che presenta il difetto della lunatura, ossia che ha un anello completo del cuore formato da alburno che compare in posizione anomala.

lunazióne, sf. Mese sinodico lunare.

lunch, sm. invar. Leggero pasto. ~ colazione.

Lundkvist, Arthur (Oderlijunga 1906-Stoccolma 1991) Scrittore svedese. Fece parte del gruppo d'avanguardia Fem unga. La sua opera risentì degli influssi del surrealismo francese. Scrisse, tra l'altro, Brace (1928), Vita come erba (1954), Le esperienze di Orian (1960), Escursioni con scrittori stranieri (1969), La vita nell'occhio (1974), Fuga e sopravvivenza (1977), La serietà del gioco (1987) e Le foglie tremanti (1988).

lunedì, sm. Primo giorno della settimana.
 sm. Monday.

lunènse, agg. 1 Relativo all'antica città di Luni. 2 Relativo alla Lunigiana. 3 Di un tipo di marmo delle Alpi Apuane.

lunétta, sf. 1 Elemento architettonico di una muratura, a forma semicircolare, che sovrasta una porta o una finestra. le lunette avevano ormai quasi perso gli affreschi originali. 2 Sistemazione di terreni declivi con ripiani semicircolari. 3 Sostegno dell'ostia consacrata nell'ostensorio. 4 Il cerchio metallico che fissa il rivestimento in vetro dell'orologio.
 dimin. di luna.

Lunètta, Màrio (Roma 1934-) Scrittore italiano. Ha scritto saggi di analisi letterarie e di costume e romanzi. Tra le opere si ricordano Poesia italiana della contraddizione (1989) e i romanzi Dell'elmo di Scipio (1974), Guerriero Cheyenne (1987), Puzzle d'autunno (1989) e L'ubicazione di Lhasa (1993).

Lunga estate calda, La Film drammatico, americano (1958). Regia di Martin Ritt. Interpreti: Paul Newman, Joanne Woodward, Anthony Franciosa. Titolo originale: The Long Hot Summer

Lunga fedeltà, Una Opera di critica letteraria di G. Contini (1974).

Lunga Marcia, La Denominazione della ritirata delle truppe comuniste di Mao Tse-tung che scapparono dallo Jiangxi meridionale per sfuggire l'accerchiamento delle forze nazionaliste di Chiang Kai-shek nell'ottobre del 1934. L'esercito comunista percorse in un anno più di 12.000 Km.

Lunga notte del '43, La Film drammatico, italiano (1960). Regia di Florestano Vancini. Interpreti: Belinda Lee, Gabriele Ferzetti, Enrico Maria Salerno, Gino Cervi.

Lunga vita alla signora Film commedia, italiano (1987). Regia di Ermanno Olmi. Interpreti: Marco Esposito, Simona Brandalive, Stefania Brusarello.

Lunga vita di Marianna Ucria, La Opera di narrativa di D. Maraini (1990).

lungàggine, sf. 1 Il mandare troppo a lungo qualcosa. ~ indugio. <> solerzia. 2 Prolissità. <> concisione.
 sf. slowness.

lungagnàta, sf. Discorso o scritto prolisso, noioso.

lungaménte, avv. 1 A lungo, per molto tempo. 2 Diffusamente. ~ prolissamente. <> brevemente.

Lungavìlla Comune in provincia di Pavia (2.186 ab., CAP 27053, TEL. 0383).

lunghézza, sf. 1 Estensione dei corpi misurata orizzontalmente. la lunghezza del campo era circa il doppio della larghezza. 2 Estensione massima di qualcosa. ~ ampiezza. 3 Durata. ~ permanenza. la lunghezza di quelle giornate di solitudine era insopportabile.
 sf. 1 length. 2 (fis., lunghezza d'onda) wavelength.
 deriv. da lungo.

lùngi, avv. Lontano. <> vicino.

lungimirànte, agg. Di persona che ha la capacità di prevedere i futuri sviluppi di un fatto. ~ previdente. <> sconsiderato.
 agg. farsighted.

lungimirànza, sf. Caratteristica di ciò che è lungimirante.

lùngo, agg. e prep. (pl. m.-ghi) agg. 1 Che ha una determinata lunghezza. ~ esteso. <> corto. 2 Che si estende in altezza. ~ alto. <> basso. 3 Che si estende nel tempo. ~ durevole. <> breve. la lunga convalescenza lo tenne lontano dal lavoro parecchio tempo. 4 Lento. ~ flemmatico. <> svelto. era un impiegato lungo nel completare il lavoro. 5 Di bevanda preparata con sovrabbondanza di acqua. ~ allungato. <> ristretto. preferiva il caffè lungo. 6 Monotono. ~ noioso. <> brioso.
prep. 1 Rasente. lo troverai a pescare lungo il fiume. 2 Durante. lungo il cammino incontrarono diversi amici.
 agg. 1 long. 2 (a lungo) for a long time. 3 (fig., lento) slow. 4 (diluito) weak, watery. 5 (alto) tall. prep. along.
 lat. longus.

Lungo addio, Il Romanzo di R. Chandler (1954).

Lungo viaggio verso la notte Dramma di E. O'Neill (1956).

lungodegènte, sm. Ammalato, il cui ricovero in ospedale si protrae nel tempo.

lungodegènza, sf. Prolungato periodo di ricovero in ospedale.

lungofiùme, sm. (pl.-i) Strada che si snoda parallelamente al corso di un fiume.

lungolàgo, sm. (pl.-ghi) Strada che si snoda parallelamente alla sponda di un lago.
 sm. lake-front.

lungomàre, sm. (pl.-i) Strada che si snoda parallelamente alla riva di mare.
 sm. promenade, seafront.

lungometràggio, sm. Film della normale durata di circa un'ora. <> cortometraggio.

Lùngro Comune in provincia di Cosenza (3.256 ab., CAP 87010, TEL. 0981).

Lunigiàna Regione della Toscana nordoccidentale e della Liguria. Il territorio, che comprende parte dell'Appennino Ligure e parte di quello Toscano, è in prevalenza montuoso. È percorso dal fiume Magra. Vi sono coltivati uva, olive, cereali e ortaggi. I centri principali sono Fivizzano, Fosdinovo e Pontremoli. Abitata fin dal Paleolitico, nel 177 a. C. venne conquistata dai romani. Nell'XI sec. fu contea dei vescovi della città di Luni, dalla quale prese il nome. Divenne poi proprietà dei marchesi di Toscana, dei Malaspina (XIV sec.) e del granducato di Toscana (XV sec.).

Lunik Nome di una serie di sonde russe destinate all'esplorazione della Luna. La prima fu lanciata nel gennaio del 1959, l'ultima nel 1974. Il Lunik 23 è divenuto un satellite della Luna. Nel corso di queste missioni fu sbarcato anche un veicolo mobile, il Lunachod, allo scopo di fare rilevamenti sulla superficie e raccogliere campioni.

lunisolàre, agg. Relativo alla luna e al sole.

lunòtto, sm. Vetro posteriore dell'automobile.
 sm. 1 (aut.) rear window. 2 (aut., termico) heated rear window.
 deriv. da luna.

lunula, sf. 1 Oggetto a forma di falce di luna. 2 In anatomia zona ovale biancastra alla base dell'unghia umana sede dei fenomeni di accrescimento. 3 In matematica parte di piano delimitata da due archi di circonferenza con diverso raggio ma aventi in comune una corda e posti nello stesso semipiano rispetto alla corda stessa.

luògo, sm. (pl.-ghi) 1 Porzione di spazio delimitata. ~ parte. odiava rimanere per troppo tempo in luoghi chiusi. 2 Regione della superficie terrestre. ~ località. luogo di nascita. 3 Costruzione o parte di essa. ~ ambiente, ambito. frequentava quel luogo di preghiera da molto tempo. 4 Momento opportuno. non era quello il luogo per parlare di simili questioni riservate. 5 Condizione sociale. 6 Funzioni. ~ veci. firmò in suo luogo.
 sm. 1 place. 2 (posto, il luogo del delitto) the scene of the crime. 3 (passo di libro) passage. 4 (in luogo di) instead of. 5 (luogo comune) commonplace. 6 (dar luogo a) to give rise to.
 lat. locus.

Luogosàno Comune in provincia di Avellino (1.313 ab., CAP 83040, TEL. 0827).

Luogosànto Comune in provincia di Sassari (1.875 ab., CAP 07020, TEL. 079).

luogotenènte, sm. 1 Chi sostituisce temporaneamente un sovrano o esercita il potere su un determinato territorio. 2 Nelle compagnie degli antichi eserciti, ufficiale che faceva le veci del capitano. 3 Assistente. ~ aiutante.
 sm. (mil.) lieutenant.

luogotenènza, sf. Ufficio o durata del luogotenente.

luogotenenziàle, agg. Di luogotenente.
Decreto legge luogotenenziale
Provvedimento emanato dal governo italiano durante il periodo delle luogotenenza, ossia durante la prima guerra mondiale e dal 1944 al 1946, in assenza dei normali organi legislativi.

lùpa, sf. 1 La femmina del lupo 2 Meretrice. 3 Insaziabile cupidigia. 4 Burrasca impetuosa di breve durata. 5 Nome comune di alcune malattie che colpiscono vegetali, come la carie del tronco dell'olivo e la malattia dell'esca della vite.

Lùpa capitolìna Statua di bronzo, considerata un'opera etrusca degli inizi del V sec. a. C., che richiama la leggenda di Romolo e Remo. È custodita al Museo dei Conservatori di Roma.

Lupa, La Novella di G. Verga contenuta in Vita dei campi (1880).

lupacchiòtto, sm. Cucciolo di lupo.

lupanàre, sm. Postribolo. ~ casino.

lupàra, sf. 1 Cartuccia da caccia. 2 Fucile da caccia a canne mozze.
 sf. sawn-off shotgun.
 deriv. da lupo.

Lupàra Comune in provincia di Campobasso (792 ab., CAP 86030, TEL. 0874).

lupercàle, agg. e sm. agg. Del dio Luperco.
sm. 1 Grotta sacra a Luperco, situata ai piedi del colle Palatino. 2 Al plurale, feste in onore di Luperco, di carattere popolare e licenzioso, che venivano celebrate a Roma il 15 febbraio fino al IV sec. d. C.

lupésco, agg. (pl. m.-chi) Di lupo.

lupétto, sm. 1 Nell'associazione dei giovani esploratori membro di età compresa fra i 7 e gli 11 anni. 2 Maglioncino a collo alto.

lupinàio, sm. Chi vende lupini.

lupinèlla, sf. Nome volgare della Onobrychis viciifolia, detta anche erba crocetta o fieno santo, una leguminosa che presenta fiori di rosei riuniti in grappoli.

lupìno, sm. e agg. sm. Nome di alcune Leguminose Papilionacee del genere Lupinus. Hanno legumi compressi e fiori colorati o bianchi, di solito disposti in racemi. Alcuni tipi vengono usati nell'industria alimentare e in quella tessile.
agg. Di lupo.

Lupìno, Ìda (Londra 1917-Los Angeles 1995) Attrice e regista cinematografica statunitense. Interpretò Una pallottola per Roy (1941) e Il grande coltello (1955) e diresse La preda della belva (1950) e La grande nebbia (1954).

Lùpo Costellazione difficilmente osservabile dalle latitudini italiane, in quanto completamente nascosta dall'orizzonte; si trova infatti a sud della Bilancia, nell'emisfero celeste australe.

lùpo, sm. 1 Mammifero carnivoro. 2 Pelliccia conciata del lupo. 3 Macchina tessile per pulire i cascami di cotone.
 sm. 1 wolf. 2 (cane lupo) alsatian.
Mammifero carnivoro (Canis lupus) della famiglia dei Canidi. Ha il corpo magro, lungo circa 1 m, robuste zampe, muso appuntito con orecchie corte e dritte, occhi obliqui e coda lunga e pelosa. Vive in alcune regioni montuose dell'Europa. In Italia si trova sull'Appennino centrale e meridionale. Fatto oggetto di una caccia spietata, è ora una specie protetta, in via di estinzione.
Lupo d'Alsazia
Tipo di cane pastore tedesco avente il corpo muscoloso e il pelo liscio di diverse lunghezze. La varietà avente il pelo corto è detta cane.

Lùpo Albèrto Fumetto creato nel 1973 dal disegnatore Guido Silvestri. I personaggi delle sue storie sono animali che hanno la particolare caratteristica di assomigliare agli uomini.

Lupo dei mari, Il Film d'avventura, americano (1941). Regia di Michael Curtiz. Interpreti: Edward G. Robinson, Ida Lupino, John Garfield. Titolo originale: The Sea Wolf

Lupo della steppa, Il Romanzo di H. Hesse (1927). Il libro è la narrazione della crisi del cinquantenne Harry Haller, il lupo della steppa. Haller si trova a oscillare non solo tra i due poli dell'istinto e della spiritualità, tra il richiamo della santità e quello della vita selvaggia, ma tra mille impulsi contraddittori. Come scrittore, egli cerca di superare la propria malattia facendola oggetto della sua indagine, cercando di penetrare nel proprio inconscio. È una sorta di discesa all'inferno, affrontata con coraggio. La scrittura permette di evitare la disperazione: al di sopra del mondo del caos splende il mondo immortale della fede. Il libro è ispirato alla crisi vissuta direttamente dall'autore. L'uscita del libro fu accolta da apprezzamenti entusiasti, ma incontrò anche netti rifiuti.

Lùpo, Albèrto (Genova 1925-San Felice Circeo, Latina 1984) Nome d'arte di Alberto Zoboli, attore. Inizialmente attivo in teatro, sin dall'esordio televisivo nello sceneggiato Piccole donne (1955) ottenne un discreto successo, imponendosi particolarmente all'attenzione del pubblico femminile. In seguito recitò in vari altri sceneggiati, tra i quali Il vicario di Wakefield (1959), Una tragedia americana (1962) fino a raggiungere l'apice del successo con La cittadella (1964) ), tratta dal libro di Cronin, e Resurrezione (1965), dal libro di Tolstoi. Diventato un vero e proprio personaggio del mondo televisivo, si esibì anche come conduttore di Canzonissima (1971) e Teatro 10 (1971).

lupòma, sm. (pl.-i) Tubercolo che rappresenta la lesione elementare caratteristica del lupus vulgaris.

Luporìni, Césare (Ferrara 1909-Firenze 1993) Filosofo italiano. Dopo la guerra si impegnò a favore dello sviluppo del marxismo in Italia. A tal proposito pubblicò Voltaire e le "Lettres philosophiques" (1955) e Spazio e materia in Kant (1961). Si ricorda anche l'opera Studi su Marx, del 1980.

luppolìna, sf. Miscuglio di sostanze amare e resinose contenute nell'ovario dei fiori femminili del luppolo.

lùppolo, sm. Angiosperma (Humulus lupulus) della famiglia delle Cannabinacee e dell'ordine delle Urticali. Pianta erbacea perenne, originaria dell'Europa e dell'Asia, molto diffusa in Germania e Gran Bretagna. Cresce spontanea anche in Italia. La luppolina, estratta dalle brattee, viene utilizzata per aromatizzare la birra.
 sm. hop.

lùpus, sm. Più propriamente definito lupus eritematoso sistematico, è un'affezione dermatologica di varia natura che interessa diversi organi e apparati e della quale non si conoscono le cause. Predilige soprattutto i soggetti femminili in età tra i 20 e i 50 anni. Il decorso patologico è caratterizzato da una produzione anomala di anticorpi diretti contro il nucleo delle cellule dell'organismo stesso. Si presume che la causa sia un'infezione virale che, in soggetti predisposti, produce anomalie al sistema immunologico.
Lupus discoide
Malattia cronica della pelle consistente nella comparsa, in particolare sul volto, di chiazze eritematose in rilievo con ipercheratosi follicolare al loro interno.
Lupus tubercolare
Tubercolosi cutanea consistente nella presenza sul volto di lupomi, piccoli tubercoli molli di circa 1 mm di diametro.

lupus in fabula, loc. inter. Si usa per sottolineare l'improvvisa comparsa della persona della quale si stava parlando.

Luràgo d'Èrba Comune in provincia di Como (4.517 ab., CAP 22040, TEL. 031).

Luràgo Marinóne Comune in provincia di Como (1.798 ab., CAP 22070, TEL. 031).

Luràno Comune in provincia di Bergamo (1.598 ab., CAP 24053, TEL. 035).

Lùras Comune in provincia di Sassari (2.762 ab., CAP 07025, TEL. 079).

Luràte Caccìvio Comune in provincia di Como (9.340 ab., CAP 22075, TEL. 031).

Lurçat, André (Bruyères-en-Vosges 1894-Parigi 1970) Architetto francese. Tra le opere la villa Hefferlin a Ville-d'Avray (1931-1932).

lùrco, agg. (pl. m.-chi) Che è ingordo.

Luria, Salvador Edward (Torino 1912-Lexington 1991) Scienziato statunitense. Di origine italiana, compì importanti studi di genetica batterica, studiando i batteriofagi e le loro mutazioni. Nel 1969, con M. Delbrück e A. D. Hershey, fu insignito del premio Nobel per la medicina e la fisiologia.

luridaménte, avv. In modo lurido. ~ sudiciamente, turpemente.

lùrido, agg. 1 Lordo. ~ sozzo. <> pulito. 2 Sconcio. ~ osceno. <> integro.
 agg. filthy.

luridùme, sm. 1 Stato di chi è lurido. 2 Cosa lurida. ~ sudiciume. <> pulizia, nettezza.

Lurija, Aleksandr Romanovic (Kazan 1902-Mosca 1977) Neuropsicologo russo. Scrisse Le funzioni corticali superiori nell'uomo (1962).

Lusaka Città (982.000 ab.), capitale dello Zambia e capoluogo della provincia omonima (1.207.000 ab.). Centro agricolo e commerciale (coltivazione di cotone, mais e tabacco) e industriale (prodotti alimentari, tessili, automobilistici, meccanici e chimici). Sede di un aeroporto e di un'università.

Lusàzia Regione dell'Europa tra il fiume Elba e l'Oder. È divisa tra Germania, Polonia e repubblica Ceca.

luscéngola, sf. Nome comune del Chalcides chalcides, un rettile lacertile della famiglia degli Scincidi.

Lusciàno Comune in provincia di Caserta (12.855 ab., CAP 81030, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di viti) e industriale (prodotti alimentari). Gli abitanti sono detti Luscianesi.

lùsco ved.¤ losco¤

Lusèrna Comune in provincia di Trento (386 ab., CAP 38040, TEL. 0464).

Lusèrna San Giovànni Comune in provincia di Torino (8.054 ab., CAP 10062, TEL. 0121). Centro agricolo (uva, ortaggi, frutta), dell'allevamento (bovini) e industriale (tessili, dell'abbigliamento, alimentari).

Lusernétta Comune in provincia di Torino (497 ab., CAP 10060, TEL. 0121).

Lusèvera Comune in provincia di Udine (781 ab., CAP 33010, TEL. 0432).

Lùsia Comune in provincia di Rovigo (3.584 ab., CAP 45020, TEL. 0425).

Lusiadi, I Poema di L. V. Camões (1572). Celebrazione poetica dell'epopea imperiale portoghese con le conquiste di Vasco de Gama e l'apertura della via marittima delle Indie con la circumnavigazione del Capo di Buona Speranza.

Lusiàna Comune in provincia di Vicenza (2.801 ab., CAP 36046, TEL. 0424).

Lusigliè Comune in provincia di Torino (494 ab., CAP 10080, TEL. 0124).

lusignòlo, sm. Termine usato anticamente per usignolo.

lusìnga, sf. (pl.-ghe) 1 Atteggiamento che, valendosi di parole adulatorie, mira a carpire la stima di qualcuno. ~ allettamento. 2 Speranza illusoria. ~ illusione. 3 Attrattiva. ~ fascino.
 sf. flattery.
 provenz. antico lausenga, dal franc. antico losenge.

lusingàre, v. v. tr. 1 Allettare. ~ Adulare. <> disilludere. 2 Soddisfare. ~ gratificare.
v. intr. pron. Illudersi. ~ sperare.
 v. tr. 1 to flatter. 2 (illudere) to delude.
 deriv. da lusinga.

lusinghévole, agg. 1 Pieno di lusinghe. 2 Compiacente.

lusinghièro, agg. Che lusinga; che suscita gioia e soddisfazione. ~ gratificante.
 agg. flattering, gratifying.
 provenz. antico lauzengier.

Lusitània Settore occidentale della penisola Iberica, compresa tra i fiumi Tago e Douro.

lusitàno, agg. e sm. agg. Dell'antica Lusitana.
sm. Portoghese.

Lusón (in ted. Lusen) Comune in provincia di Bolzano (1.373 ab., CAP 39040, TEL. 0472).

lusòrio, agg. Che serve al gioco.

lussàre, v. tr. Spostarsi delle ossa in un'articolazione. ~ slogarsi.
 v. tr. to dislocate.
 lat. luxare, deriv. da luxus,-us lussazione.

lussatùra, sf. Lussazione.

lussazióne, sf. Spostamento permanente dei capi ossei di un'articolazione. ~ disarticolazione.
 sf. dislocation.
Lesione che interessa le articolazioni e si verifica quando, in seguito a un trauma più o meno grave, i capi articolari si spostano dalla loro sede naturale. Interessa con maggior frequenza la spalla, il gomito, le dita, l'anca e il ginocchio. La lussazione può essere completa o parziale; in tal caso si definisce sublussazione. L'articolazione interessata presenta deformità, dolore e riduzione o assenza di motilità. Se si tenta di muoverla si apprezza una caratteristica resistenza elastica. Le lussazioni devono essere ridotte, cioè i capi articolari devono essere riportati nella loro sede naturale nel più breve tempo possibile. Poiché questa operazione richiede la conoscenza di manovre specifiche, è necessario che venga attuata da personale competente. Pertanto, chi dovesse prestare una prima opera di soccorso dovrà assicurarsi che l'infortunato possa raggiungere un centro specializzato in breve tempo, comunque non oltre le 24/48 ore, altrimenti subentrerebbe la possibilità di dover ricorrere a intervento chirurgico.

lussemburghése, agg. e sm. agg. Del Lussemburgo.
sm. Abitante o nativo del Lussemburgo.

Lussembùrgo (Belgio) Provincia (240.000 ab.) del Belgio sudorientale, al confine con il Lussemburgo e la Francia. Capoluogo Arlon.

Lussembùrgo (città) Città (76.000 ab.), capitale del granducato del Lussemburgo e capoluogo del cantone omonimo (117.000 ab.). Centro commerciale e finanziario, ospita banche e società straniere. Le principali industrie sono quelle metalmeccaniche, tessili, alimentari, del tabacco e dei mobili. Sede di alcuni organi della CEE. Vi si trovano rovine di un castello, di fortificazioni, la cattedrale di Notre Dame del XVII sec. e il palazzo del governo del XVIII sec.

Lussembùrgo (stato) Stato dell'Europa occidentale; confina a nord e a ovest con il Belgio, a est con la Germania e a sud con la Francia.
Il territorio è occupato quasi interamente dalle alture che formano lo spartiacque tra la Mosa e la Mosella.
Si possono distinguere due regioni: quella settentrionale (Osling o Eisling), propaggine orientale dell'altopiano delle Ardenne, alta in media 500 m, collinare e solcata da diversi tributari del Sauer (o Szre), e quella meridionale (Gutland), pianeggiante, lievemente ondulata, intensivamente coltivata, in cui sorgono i principali centri abitati e il cui sottosuolo è ricco di minerali: infatti nell'estremità sudoccidentale affiorano minerali di ferro, sui quali il paese ha basato la propria prosperità.
Il fiume principale è il Sauer, che attraversa il paese da ovest a est e che affluisce nella Mosella, a sua volta tributaria del Reno.
Il clima è di tipo continentale di transizione, con estati fresche e inverni molto rigidi.
La capitale è Lussemburgo, bellissima fortezza naturale, che è oggi la più importante città industriale, finanziaria e politica del paese.
Altri centri rilevanti sono: Esch-sur-Alzette, Differdange, Dudelange e Pétange, centri industriali legati all'attività mineraria.
Paese per secoli tipicamente agricolo e piuttosto povero, ha iniziato un processo di industrializzazione intenso dalla fine dell'800, con l'estrazione dei minerali di ferro, diventando ben presto uno dei massimi produttori di acciaio del mondo.
L'agricoltura quindi ha ormai un ruolo secondario, producendo orzo, avena e patate, oltre a frumento e frutta; discreta importanza ha la coltivazione dei fiori, in particolare delle rose.
L'allevamento è tecnologicamente avanzato, in particolare quello bovino, e consente una notevole esportazione di carne e di latticini.
L'industria deve fare i conti con l'esaurimento dei minerali di ferro, di cui il Lussemburgo è diventato un forte importatore. Rimane nettamente primaria l'industria siderurgica, mentre piuttosto diversificato è il settore manifatturiero che comprende industrie tessili, concerie e pelletterie, fabbriche di pneumatici, cementifici, manifatture di tabacchi, industrie alimentari e chimiche.
L'economia del paese si è tuttavia ristrutturata negli ultimi decenni, con un fortissimo impulso del settore terziario; i servizi finanziari e bancari sono infatti tali da attrarre al Lussemburgo ingenti capitali esteri.
STORIA Nel 963 dalla suddivisione della Lotaringia, si forma la contea di Lussemburgo. Nel 1308 il conte Enrico VII è eletto imperatore. Il nipote Carlo IV trasforma nel 1354 la contea in ducato per il fratello Venceslao. Nel 1441 il Lussemburgo passa a Filippo il Buono, duca di Borgogna; successivamente diventa possedimento degli Asburgo di Spagna (1506). Nella seconda metà del XVII sec. viene progressivamente occupato dalla Francia. Con il trattato di Rastatt del 1714, il Lussemburgo è ceduto all'Austria. Nel 1795 viene annesso alla Francia. Il congresso di Vienna del 1815 ne fa un granducato, legato a titolo personale al re dei Paesi Bassi e membro della Confederazione germanica. Nel 1831 la metà occidentale del granducato diventa belga; l'altra parte rimane sotto il dominio del re dei Paesi Bassi. Con il trattato di Londra del 1867 il Lussemburgo diventa uno Stato neutrale sotto la garanzia delle grandi potenze. Nel 1890 la corona passa ad Adolfo di Nassau. Nel 1912 la legge salica è abrogata e Maria Adelaide diventa granduchessa. Durante la prima guerra mondiale il Lussemburgo è occupato dai tedeschi. Alla fine della guerra la granduchessa Carlotta dà al paese una costituzione democratica. Nel 1922 viene sancita l'unione economica con il Belgio. Nella seconda guerra mondiale, nuova occupazione tedesca. Nel 1947 il Lussemburgo diventa membro del Benelux. L'anno successivo il paese abbandona il proprio stato di neutralità. Nel 1957 entra nella CEE; nel 1964 la granduchessa Carlotta abdica a favore del figlio Giovanni.
Abitanti-406.000
Superficie-2.586 km2
Densità-157 ab./km2
Capitale-Lussemburgo
Governo-Monarchia costituzionale
Moneta-Franco lussemburghese
Lingua-Lussemburghese, francese e tedesco
Religione-Cattolica

Lussìno Isola della Croazia, nel golfo di Quarnaro, sul mar Adriatico.

lùsso, sm. 1 Sfoggio di ricchezza. ~ sfarzo. <> sobrietà, semplicità. 2 Cosa spesso costosa, eccessiva o superflua. ~ sfizio. non poteva permettersi certi lussi. 3 Ricchezza, abbondanza. ~ profusione. <> modestia. viveva nel lusso.
 sm. luxury.
 lat. luxus,-us, deriv. da luxus spostato.

Lùssu, Emìlio (Armungia, Cagliari 1890-Roma 1975) Memorialista. Tra le opere Un anno sull'Altipiano (1938).

lussuosaménte, avv. In modo lussuoso.

lussuóso, agg. Di lusso. ~ sfarzoso. <> semplice.
 agg. luxurious.
 franc. luxueux.

lussureggiànte, agg. 1 Rigoglioso. ~ prosperoso. <> stentato. 2 Ricco. ~ fiorito.

lussureggiàre, v. intr. Essere rigoglioso.
 v. intr. to be luxuriant.
 deriv. dal lat. luxuria.

lussùria, sf. Desiderio e godimento sfrenato di piaceri sensuali. ~ libidine. <> pudore.
 sf. lust.
 lat. luxuria,-ies esuberanza, deriv. da luxus,-us.

lussuriosaménte, avv. In modo lussurioso.

lussurióso, agg. 1 Che ha il vizio della lussuria. ~ dissoluto. <> morigerato. 2 Che denota lussuria. ~ impudico. <> casto.
 lat. luxuriosus.

lùstra, sf. 1 Tana. 2 Ricchezza o di potere apparente.

Lùstra Comune in provincia di Salerno (1.189 ab., CAP 84050, TEL. 0974).

lustràle, agg. Attinente alla cerimonia di lustrazione.

lustràre, v. tr. 1 Rendere lucido. ~ lucidare. <> opacizzare. 2 Adulare, leccare, blandire. ~ lusingare.
 v. tr. to shine, to polish.
 lat. lustrare rischiarare.

lustrascàrpe, sm. invar. Chi pulisce e lucida le scarpe per mestiere.
 sm. invar. shoeshine.

lustratùra, sf. Atto, effetto del lustrare.

lustrazióne, sf. 1 Nell'antica Roma, sacrificio di espiazione. 2 Revisione periodica degli estimi catastali.

lustreggiàre, v. intr. Essere lustro.

lustrìno, sm. Ciascuno dei dischetti di metallo lucente che guarniscono gli abiti da sera femminili. ~ paillette.
 sm. sequin.

lùstro, agg. e sm. agg. Di superficie lucente. ~ luccicante. <> opaco.
sm. 1 Prestigio, decoro. ~ vanto. <> disonore. 2 Splendore. ~ fulgore.
 agg. shiny. sm. 1 gloss, shine. 2 (prestigio) prestige. 3 (quinquennio) five-year period.

Lutàzio Càtulo, Càio Uomo politico romano. Divenuto console nel 242 a. C., pose fine alla prima guerra punica sbaragliando la flotta cartaginese presso le isole Egadi nel 241 a. C.

luteìna, sf. Ormone secreto dal corpo luteo. ~ progesterone.

lùteo, agg. Di colore giallo.

luteranésimo, sm. Con questo termine si indicano le dottrine predicate da Martin Lutero (1483-1546), la teologia corrispondente e l'insieme delle chiese evangeliche nate dalla riforma luterana. Il luteranesimo venne riconosciuto solo dopo la morte di Lutero, nel 1555, da parte di Carlo V (Dieta di Augusta). Successivamente si diffuse in quasi tutti gli Stati germanici, in Danimarca (1536), in Svezia (1527-1540) e in Norvegia (1547). In seguito però la sua diffusione si scontrò con quella (avvenuta nelle Fiandre, nei Paesi Bassi, in Ungheria, in Boemia, in Polonia e in Moravia) di altre religioni riformate, come il calvinismo, e con la controriforma. Dopo la morte di Lutero, inoltre, si ebbero numerose dispute all'interno dello stesso luteranesimo che portarono a diverse scissioni. La prima disputa fu tra i seguaci dell'ortodossia rigida, tra cui Flacio Illirico, e i melantoniani. Altre ribellioni al luteranesimo rigido sono state in seguito rappresentate dal pietismo (XVII sec.) e dal protestantesimo liberale (XVIII-XIX sec.). I luterani si sono uniti nel 1947 nella Federazione luterana mondiale. Sono diffusi soprattutto in Germania, Scandinavia e USA.
Secondo la teoria luterana l'uomo è completamente immerso nel peccato e non ha alcuna possibilità di redimersi con le sue sole forze. Solo la fede in Cristo (la giustificazione mediante la sola fede)lo può salvare. Poiché Dio ordina tutto, l'essere e l'agire umano compresi, non vi è posto per il libero arbitrio che farebbe meritorio anche il credente. L'arbitrio umano o è servo del demonio o è servo di Dio. Non sfuggì a Lutero il profondo e radicale scetticismo nei confronti dell'uomo e l'inconciliabilità della predestinazione con la bontà di Dio. La sua risposta fu la proclamazione del mistero della volontà di Dio.
In materia di fede l'unico riferimento per il cristiano è costituito dalla Bibbia (il principio della sola scrittura). Nessuno ha il diritto di proclamarsi esclusivo interprete del testo sacro. Tra la Bibbia e i singoli fedeli non deve esistere alcuna mediazione. Ogni singolo fedele è chiamato a rafforzare la propria fede studiando direttamente la Bibbia sotto la guida dello Spirito Santo. Oltre alle conseguenze di carattere teologico, questo principio mette in discussione il primato della chiesa del vescovo di Roma, che non risulta fondata né sul diritto divino né sul vangelo, ma è istituzione umana, di origine storica.
Ogni credente è sacerdote per se stesso(il principio del sacerdozio universale dei credenti) e può accedere direttamente alla scrittura. Le comunità luterane sono guidate da pastori (uomini o donne eletti dalla comunità) aventi il compito di istruire i fedeli, predicare e celebrare i sacramenti (ridotti a due: il battesimo e la Santa Cena). Il nucleo del servizio divino (o culto) è costituito dalla Santa Cena e dalla predicazione della parola di Dio.

luteràno, agg. e sm. agg. Relativo a Martin Lutero.
sm. Che segue la confessione religiosa luterana.

Lutèro, Martìn (Eisleben 1483-1546) In tedesco Martin Luther. Riformatore religioso tedesco promulgatore della riforma protestante. Nacque il 10 novembre 1483 a Eisleben (Sassonia) da Giovanni Luder minatore e da Margherita Lindemann. La sua famiglia era modesta, non povera, religiosa e severissima nell'educazione dei figli. Nel 1497 Lutero frequentò la scuola di latino a Magdeburgo presso i Fratelli della vita comune. Attirato dagli studi universitari si iscrisse all'Università di Erfurt (1501) dove conseguì il titolo di Baccalaureus artium. Durante la frequenza universitaria il giovane Lutero fu indotto a meditare sull'ira divina a causa della morte prematura di un giovane compagno di studi e per un forte spavento causatogli da un fulmine durante un temporale. Queste paure fecero maturare nella mente di Lutero un'improvvisa scelta, dettata più dall'impeto che dalla vocazione: entrò nel convento agostiniano di Erfurt. Fu consacrato sacerdote nel 1507, nonostante i rimproveri del padre, non convinto della sua vocazione. Il giovane monaco si dedicò agli studi teologici e alla pratica delle virtù monastiche a cominciare dall'umiltà. Il vicario generale dell'ordine, Staupitz, fu attratto dalle capacità e dalla disciplina del giovane monaco e lo segnalò al principe elettore Federico di Sassonia che aveva appena fondato l'università di Wittenberg e cercava nuovi insegnanti. Nel 1508 Lutero insegnò dialettica e fisica leggendo e commentando l'Etica a Nicomaco di Aristotele nell'Università di Wittenberg: diresse le disputationes degli studenti; proseguì i suoi studi di teologia e delle scritture. Nel 1510 fu inviato a Roma in rappresentanza del convento agostiniano di Erfurt per questioni interne all'Ordine. Il 19 ottobre dell'anno seguente si laureò in teologia. Nel 1513 iniziò le lezioni sui Salmi all'università di Wittenberg. Papa Leone X concesse l'Indulgentia plenaria (1514) a ogni fedele che dopo la confessione e la comunione avesse fatto un'offerta per la costruzione della basilica di San Pietro a Roma. Nel Württemberg scoppiò la rivolta dei contadini denominata del Povero Corrado. Nel 1515 Lutero fu nominato dal capitolo degli Agostiniani vicario generale dei numerosi conventi del distretto della Misnia e della Turingia; lo Staupitz lo invitò ad accompagnarlo in una visita a molti di questi conventi. Lutero dettò le linee generali per l'organizzazione della chiesa evangelica della Sassonia, fornendo il modello fondamentale alle altre chiese luterane. Nello stesso anno iniziòle lezioni sull'Epistola ai Romani.
Il 31 marzo 1515 papa Leone X con la bolla Sacrosancti Salvatoris et Redemptoris nominò quale commissario delle indulgenze il principe Alberto di Brandeburgo per otto anni. I redditi ricavati dalle indulgenze dovevano essere devoluti per metà alla fabbrica di San Pietro, mentre l'altra metà veniva lasciata all'arcivescovo per estinguere un debito contratto con la curia per la conferma all'elezione vescovile di Magonza. Nel 1516 Lutero iniziò le lezioni sull'Epistola ai Galati; nello stesso anno visitò le comunità dell'Ordine di Dresda, Neustadt, Orla, Erfurt, Gotha, Langensalza e Nordhausen. L'anno successivo il domenicano Giovanni Tetzel, sottocommissario generale dell'arcivescovado di Magonza, fu incaricato da Alberto di Brandeburgo di predicare le indulgenze; egli giunse a Jüteborg nelle vicinanze di Wittenberg. Nel frattempo Lutero inviò all'arcivescovo Alberto di Magonza 95 tesi riguardanti il valore e l'efficacia delle indulgenze. In questo periodo l'interesse per la cultura superiore e per gli studi universitari era molto sentito fra le popolazioni tedesche; alle vicende di Wittenberg partecipavano tutti i cittadini, gli artigiani, gli studenti, i professori, il Principe elettore e i monaci dei vari monasteri. Nel gennaio del 1518 arrivò a Roma l'annuncio della discussione proposta con le tesi sulle quali discutere; papa Leone X fece trasmettere l'incartamento al generale vicario dell'Ordine degli Eremitani Agostiniani con l'annotazione di tenere tranquillo Lutero. Giovanni Tetzel attaccò duramente il Sermone sull'indulgenza e la grazia scritto in tedesco da Lutero; ma il sermone ebbe subito un notevole successo con ben ventuno ristampe prima del 1520. Il popolo prestò ascolto alla nuova teologia che si diffuse con rapidità sorprendente. Nell'aprile del 1518 Lutero fu citato a comparire davanti al capitolo dell'Ordine ad Heidelberg; successivamente Lutero inviò le Risoluzioni, cioè le dimostrazioni delle sue 95 tesi a papa Leone X. A maggio si svolse il processo romano contro Lutero; gli fu intimato di presentarsi a Roma entro sessanta giorni per scolparsi dell'accusa di aver diffuso idee erronee. Della parte teologica del procedimento fu incaricato Silvestro Mazzolini; grazie all'intervento del principe Elettore di Sassonia Lutero ottenne di poter comparire ad Augusta di fronte al cardinale legato Caietano. Il 12 e il 14 ottobre si svolse il primo interrogatorio di Lutero. Il cardinale Caietano con un'azione diplomatica cercò di ottenere da Lutero una pubblica e completa ritrattazione, in modo tale da ridurlo al silenzio, farlo arrestare e inviarlo a Roma per essere esaminato e giudicato. Lutero fu condannato, ma poiché non si considerava eretico con coraggio scrisse al papa invocandone la protezione contro i calunniatori e i nemici. Questa richiesta fu un espediente tattico; Lutero dopo tre mesi pubblicò a Wittenberg le lettere inviate al papa. Nel frattempo entrò in polemica con un altro domenicano, il Maestro dei sacri palazzi Silvestro Mazzolini. Questi ingiunse a Lutero di ritrattare per evitare di incorrere nell'eresia di quanti negavano il buon diritto della Chiesa Cattolica Romana di amministrare le indulgenze. Il 31 agosto Lutero pubblicò il suo sermone De virtute excommunicationis opponendo il proprio testo autentico a una serie di estratti che avevano pubblicato i Domenicani. Federico il Saggio scrisse a Lutero consigliandolo di rinunciare alla stampa; ma l'opuscolo stampato cominciò a circolare cinque giorni prima dell'invio della lettera con il consiglio del sovrano. Lutero era stato convocato a Roma per i primi di luglio, ma scrisse al Principe e ai consiglieri comunicando la sua intenzione di non partire per Roma, in quanto ne sarebbe andato di mezzo l'onore dell'università di Wittenberg, e chiedendo l'intervento del Principe Elettore affinché il processo si tenesse in Germania. In agosto il papa dichiarò Lutero eretico e scrisse al Principe Elettore che lo facesse arrestare. In questo periodo arrivò a Wittenberg Filippo Melantone e l'università offrì aiuto a Lutero. Quando arrivò l'ordine di presentarsi al Legato alla Dieta d'Augusta, Lutero si decise a partire e a ottobre fu nel convento degli Agostiniani ad Augusta. Alla fine di ottobre lasciò Augusta di nascosto e agli inizi di novembre fu nuovamente a Wittenberg. L'episodio di Augusta fu una vittoria non solo del monaco Lutero che poté evitare di ritrattare, ma anche della politica di Federico il Saggio, il quale aveva ottenuto che Lutero fosse giudicato in terra tedesca. Mentre Lutero pubblicava l'Appello del dottor M. Lutero a un Concilio Ecumenico, da Roma alla fine del 1518 arrivò, con il pretesto della consegna della Rosa d'oro, il giovane sassone Carl von Miltitz, con l'incarico di convincere Lutero a rinunciare alla polemica pubblica. Lutero accettò di essere giudicato da una commissione presieduta da un vescovo tedesco e promise di pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere obbedienti e sottomessi alla Chiesa; questo scritto fu intitolato l'Istruzione su alcune dottrine (1519). Il 29 marzo 1519 Miltitz ricevette un Breve di citazione con il quale Lutero era invitato a Roma con l'assicurazione di indulgenza e benevolenza. Successivamente si tenne fra Lutero e Giovanni Eck una discussione pubblica a Lipsia. Insoddisfatto Lutero scrisse l'opuscolo Resolutiones Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae disputatis. Il 9 gennaio 1520 si riunì il primo Concistoro contro Lutero; in giugno fu emanata la Bolla Exsurge Domine che intimava a Lutero di ritrattare ufficialmente entro sessanta giorni o di comparire a Roma per fare altrettanto. Lutero replicò pubblicando ad agosto il libro Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca, sulla riforma della cristianità, con il quale invitò i nobili, i capi, i tutori della nazione tedesca alla lotta contro il giogo pontificio e romano. Ad esso seguì nell'ottobre il trattato, più dottrinale e teologico, De captivitate babylonica ecclesiae, scritto dopo la diffusione in Germania della notizia della scomunica solenne pontificia. Lutero dichiarò che i suoi scritti sulle indulgenze erano pieni di superstizioni romane, criticò la celebrazione dell'eucaristia della Messa cattolica, criticò i voti, la dottrina e il modo di amministrare i sacramenti. Il 10 dicembre 1520, dopo aver avvisato la cittadinanza e gli studenti di Wittenberg, bruciò la bolla papale. Agli inizi del 1521 pubblicò una Difesa di tutte le proposizioni condannate dalla nuova Bolla. Lutero venne formalmente scomunicato. Il 27 gennaio 1521 si aprì la Dieta di Worms; di fronte all'assemblea rifiutò di ritrattare e il 25 maggio con l'Editto di Worms fu emesso un bando imperiale contro Lutero e i suoi seguaci e furono bruciati i suoi scritti. Lutero venne condotto in salvo nel castello di Wartburg per ordine del principe Elettore di Sassonia. A dicembre iniziò la traduzione del Nuovo Testamento; nel frattempo a Erfurt e a Wittenberg iniziarono violente agitazioni anticlericali. Lutero si recò di nascosto a Wittenberg travestito da cavaliere. Di ritorno al castello scrisse Una fedele esortazione a tutti i Cristiani a guardarsi dai tumulti e dalle rivolte. Nel 1521 morì papa Leone X e gli successe Adriano VI. La prima edizione del Nuovo Testamento, tradotto da Lutero in tedesco, fu pubblicata nel 1522; nello stesso anno i Ritter (cavalieri) si gettarono sulle terre dell'elettorato di Treviri, guidati da Franz von Sickingen e Ulrich Hutten, per aprire una breccia nel Vangelo ma furono sconfitti dalle forze del reggimento imperiale. Lutero pubblicò il libro Sull'autorità secolare, fino a che punto si sia tenuti a prestarle obbedienza (1523) contro gli anabattisti. Il 26 maggio 1524 si ebbe la prima insurrezione di contadini a Forchheim e il movimento si diffuse in tutta la Germania meridionale e centrale. Nell'aprile del 1525 Lutero pubblicò l'Esortazione alla pace, sopra i Dodici articoli dei contadini di Svevia, in tedesco. Nel maggio dello stesso anno morì Federico il Saggio; gli successe il fratello Giovanni. Tommaso Münzer fu sconfitto nella battaglia di Frankenhausen da Filippo d'Assia e dai principi di Sassonia e il 27 giugno fu giustiziato. Lutero pubblicò Una terribile storia e un giudizio di Dio sopra T. Münzer. Il 13 giugno 1525 Lutero sposò Caterina von Bora e pubblicò il De servo arbitrio contro Erasmo da Rotterdam. Nel giugno 1530 venne presentata la Confessione Augustana. A ottobre dello stesso anno Zwingli fu sconfitto e ucciso nella battaglia di Kappel. Nel febbraio del 1531 venne conclusa tra i principi e le città protestanti la Lega Smalcaldica. Nello stesso anno Lutero pubblicò l'Avvertimento del dottor M. Lutero ai suoi cari Tedeschi.Nel 1534 uscì la Bibbia completamente tradotta in tedesco daLutero. Intanto veniva eletto papa Alessandro Farnese con il nome di Paolo III. Gli anabattisti presero il potere a Münster in Westfalia, ma nel giugno 1535 la città fu riconquistata dal vescovo Francesco di Waldeck con l'aiuto di Filippo d'Assia. Lutero morì a Eisleben il 18 febbraio 1546.

lutèzio, sm. Elemento chimico del gruppo dei lantanidi, avente simbolo Lu, numero atomico 71 e peso atomico 174,97. È presente nei minerali contenenti ittrio. È un metallo dal colore argenteo, utilizzato per la preparazione di nuclidi stabili.

Luthuli, Albert John (Rhodesia del Sud 1898-Durban 1967) Politico sudafricano. Dal 1952 fu presidente dell'ANC (African National Congress, Partito del Congresso Nazionale Africano) da lui fondato. Fu l'organizzatore di un vasto movimento contro l'apartheid e per l'eguaglianza razziale. Nel 1961 fu insignito del premio Nobel per la pace. Ha lasciato un'autobiografia, Let my people go (Libertà per il mio popolo, 1953).

lùto, sm. 1 Fango. 2 Sostanza pastosa, costituita da litargirio e argilla impastati con olio di lino cotto, che indurisce per essiccamento.

Luton Città (164.000 ab.) della Gran Bretagna, nella contea di Bedfordshire in Inghilterra.

lutròforo, agg. e sm. 1 Nell'antica Grecia, fanciullo che portava l'acqua per il lavacro nelle cerimonie nuziali e nei riti funebri. 2 Anfora in cui era portata l'acqua per il lavacro.

lùtto, sm. 1 Dolore per la morte di qualcuno. ~ disperazione. un grave lutto colpì la sua famiglia. 2 Segno esteriore con cui si esterna e si esprime tale dolore. ~ cordoglio. era sempre vestita a lutto, in abiti scuri.
 sm. 1 mourning. 2 (dolore) grief. 3 (essere in lutto) to be in mourning. 4 (perdita) loss.
 lat. luctus,-us deriv. da luctus, p.p. di lugere essere in lutto.

Lutto si addice ad Elettra, Il Dramma di E. O'Neill (1931).

luttuosaménte, avv. In modo luttuoso.

luttuóso, agg. 1 Che è causa di lutto. 2 Funesto. ~ infausto. <> giocondo.
 agg. 1 sorrowful, mournful, sad. 2 (funesto) tragic.
 lat. luctuosus.

lutulènto, agg. Pieno di loto.

Luvinàte Comune in provincia di Varese (1.282 ab., CAP 21020, TEL. 0332).

lux, sm. Unità di misura dell'illuminamento.

Luxemburg, Rosa (Zamosc, Polonia 1870-Berlino 1919) Rivoluzionaria tedesca di origine polacca. Di simpatie socialiste, fu costretta a espatriare riparando prima in Svizzera e poi in Germania. Schieratasi contro la guerra, fondò con C. Zetkin e Karl Liebknecht la Lega di Spartaco. Imprigionata durante la prima guerra mondiale, costituì nel 1918 il Partito comunista tedesco insieme a K. Liebknecht. Nella repressione militare della rivolta spartachista di Berlino nel gennaio del 1919 fu arrestata e uccisa insieme a Liebknecht. Teorica marxista rifiutò le posizioni più moderate degli altri militanti, esponendo le proprie idee in L'accumulazione del capitale (1912) e La crisi della socialdemocrazia (1915).

lùxmetro, sm. Apparecchio in grado di misurare l'intensità di illuminamento. Si tratta di un fotometro portatile che si basa sull'effetto fotoelettrico.

Luxor Città (148.000 ab.) dell'Egitto, sul fiume Nilo. Fa parte del governatorato di Qena. Con la vicina Karnak, sorge nella zona dell'antica Tebe, sede dei faraoni e città santa. Importante centro turistico del paese. Vi si trovano le rovine del tempio di Ammone del XIV sec. a. C.

Luynes, Charles dùca di (Pont-Saint-Esprit 1578-Lot-et-Garonne 1621) Politico francese. Marchese d'Albert, nel 1618 fece uccidere Concini in accordo con Luigi XIII. Una volta assicuratosi il controllo politico del regno, cacciò da corte Maria de' Medici e adottò una politica ostile agli ugonotti.

Luzhou Città (170.000 ab.) della Cina, nella provincia di Sichuan, sul fiume Chang Jiang.

Lùzi, Màrio (Firenze 1914-) Poeta. Tra le opere Avvento notturno (1940) e Il giusto della vita (1960).

Lùzio, Alessàndro (San Severino Marche 1857-Mantova 1946) Giornalista e storico italiano. Diresse la Gazzetta di Mantova dal 1882 al 1893, anno in cui fu costretto a fuggire a Vienna per motivi politici. Tornato in patria nel 1899, fu nominato direttore dell'Archivio di Stato di Mantova e, nel 1917, di quello di Torino. Tra le opere Il processo Pellico-Maroncelli (1903), Studi e bozzetti di storia letteraria (1910), Felice Orsini (1914), Carlo Alberto e Mazzini (1923), La massoneria e il Risorgimento italiano (1925), e Aspromonte e Mentana (1935).

Luzon La più estesa delle isole Filippine (con le isole minori 108.172 km2, 24.000.000 ab.). Si trova tra lo stretto di Luzon a nord, l'oceano Pacifico a est e il mar Cinese meridionale a ovest. La parte centro-settentrionale è occupata da tre catene montuose che sono in direzione dei meridiani, la Sierra Madre a est, la Cordillera Central (monte Pulog, 2.930 m) al centro, che forma con la precedente la valle di Cagayan, e i monti Zambales a ovest. Al centro vi è una pianura alluvionale, mentre la parte meridionale forma la penisola di Camarines, sulla quale si trova il maggiore dei numerosi vulcani attivi dell'isola, il monte Mayon (2.420 m). Il clima è monsonico. Dalle foreste si ricavano legni pregiati come tek, mogano e bambù oltre a caucciù, oli vegetali e resine. Sono coltivati riso, palma da cocco, mais, canna da zucchero, tabacco, abaca. Viene praticata la pesca. Sono estratti, in modeste quantità, oro, rame, cromo, nichel, manganese, amianto e carbone. Esistono solo industrie di trasformazione dei prodotti locali. Le città principali sono la capitale Manila, Angeles, Baguio, Quezon City, San Carlos, San Pablo, Tarlac.

lùzula, sf. Genere di piante erbacee pelose appartenente alla famiglia delle Giuncacee.

Luzzàna Comune in provincia di Bergamo (617 ab., CAP 24060, TEL. 035).

Luzzàra Comune in provincia di Reggio Emilia (7.949 ab., CAP 42045, TEL. 0522).

Luzzàtti, Luìgi (Venezia 1841-Roma 1927) Politico. Deputato della destra, dal 1871 al 1873 fu tra gli autori dell'Inchiesta industriale, e nel 1878 e 1887 diresse la revisione delle tariffe doganali. Fu più volte ministro e nel 1910 anche presidente del consiglio.

Luzzàtto, Gìno (Padova 1878-Venezia 1964) Studioso di storia economica. Iniziò gli studi di storia economica delle Marche con la pubblicazione di Storia del commercio (1914), in cui analizzava l'economia fino al medioevo. La sua opera principale fu però Storia economica nell'età moderna e contemporanea (in più volumi, 1932-1948). Redasse anche una storia economica a carattere nazionale, propugnata nell'opera Per una storia economica d'Italia, progressi e lacune (1957).

Luzzàtto, Samuel David (Trieste 1800-Padova 1855) Ebraista e docente di teologia morale e dogmatica, di letteratura, esegesi e storia al collegio rabbinico di Padova dal 1829, fondò la scienza del giudaismo. Tra le sue opere Grammatica ebraica ed Epistolario, Lezioni di teologia dogmatica israelitica e Autobiografia.

Lùzzi Comune in provincia di Cosenza (11.024 ab., CAP 87040, TEL. 0984). Centro agricolo (coltivazione di olive, cereali, ortaggi e frutta). Vi si trova l'abbazia Sambucina, del XII sec. Gli abitanti sono detti Luzzesi.

Lwoff, André (Ainay-le-Château 1902-Parigi 1994) Microbiologo francese. Nel 1965 fu insignito del premio Nobel per la medicina con F. Jacob e J. Monod.

Lyanyungang Città (446.000 ab.) della Cina, nella provincia di Jiangsu, sul mar Giallo.

lychnis, sf. invar. Genere di piante erbacee della famiglia delle Cariofillacee, che vivono nelle regioni temperate dell'Eurasia.

lycopodium, sm. invar. Genere di piante licopodiali pluriramificate, erette o striscianti, al cui apice si trova un peduncolo che termina in una specie di spiga nella quale vengono formate le spore.

lycra, sf. invar. Filato elastico prodotto dalla Du Pont de Nemours (USA), il cui marchio è registrato.

Lyell, Charles (Kinnordy 1797-Londra 1875) Geologo britannico. Teorizzò l'attualismo e scrisse Principi di geologia (1830-1833).

Lyly, John (Weald of Kent 1554-Londra 1606) Scrittore inglese. Tra le opere Euphues o l'anatomia dell'ingegno (1578), Euphues e la sua Inghilterra (1580) e Endimione (1588).

¿L¿yna Fiume (264 km) della Polonia, che attraversa il voivodato di Olsztyn. Entra in Russia e con il nome di Lava confluisce nel fiume Pregolja.

Lynch, David (Missoula 1946-) Regista cinematografico statunitense. Diresse Eraserhead (1975), Elephant Man (1980), Velluto blu (1986), Cuore selvaggio (1990) e Twin Peaks-Fuoco cammina con me (1992).

Lyne, Adrian (1948-) Regista cinematografico inglese. Diresse Flashdance (1982), 9 settimane e 1/2 (1986), Attrazione fatale (1987) e Proposta indecente (1993).

Lynen, Feodor (Monaco 1911-1979) Biochimico tedesco. Docente all'università di Monaco e direttore dell'istituto Max Planck, si occupò di chimica cellulare, e in particolare della biosintesi di terpeni e acidi grassi. Nel 1964 con K. E. Bloch, fu insignito del premio Nobel per la medicina e la fisiologia.

Lyot, Bernard Ferdinand (Parigi 1897-Il Cairo 1952) Astronomo francese. Studioso delle superfici planetarie e in particolare del Sole, inventò il coronografo.

lyrurus, sm. invar. Genere di Uccelli galliformi della famiglia dei Tetraonidi a cui appartiene il fagiano di monte (Lyrurus tetrix), presente anche sulle Alpi.

Lys Fiume (214 km) delle Fiandre francesi e belghe. Nasce in Francia dalle colline dell'Artois e confluisce nel fiume Schelda.

Lysenko, Trofim Denisovic (Karlovka 1898-Mosca 1976) Biologo ucraino. Sostenne che l'ereditarietà dei caratteri fosse influenzata da fattori ambientali e non genetici. Le sue teorie però, anche se condivise da Stalin, si dimostrarono dannose e fallimentari nelle loro applicazioni agricole.

Lyskamm Gruppo montuoso delle Alpi Pennine, nel massiccio del Monte Rosa, sul confine italo-svizzero. Vetta più elevata il Lyskamm Orientale (4.532 m).

Lyubimov, Yurij Petrovic (1917-) Regista teatrale russo. Dal 1964 al 1984 fu direttore del teatro Taganka, quindi venne espulso dall'URSS. Allestì I dieci giorni che sconvolsero il mondo (1965), Tartufo (1969), Amleto (1974), Il maestro e Margherita (1977) e Delitto e castigo (1983).

 

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_i.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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