Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 6

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 6

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 6

 

Lewis, Jerry (Newark 1926-) Nome d'arte di Joseph Levitch, attore comico e regista statunitense. Nel primo periodo in coppia con Dean Martin, recitò nei film comici La mia amica Irma (1949), Morti di paura (1953), Artisti e modelle (1955), Hollywood o morte (1956). Come regista e interprete dei suoi film Ragazzo tuttofare (1960), Le folli notti del dottor Jerryll (1963), Tre sul divano (1966), Scusi dov'è il fronte (1970), Bentornato picchiatello (1979) e Qua la mano (1983), ha rivisto in tono beffardo e ironico la società americana.

Lewis, Matthew Gregory (Londra 1775-Oceano Atlantico 1818) Romanziere. Tra le opere Il monaco (1796).

Lewis, Sinclair (Sauk Center 1885-Roma 1951) Scrittore statunitense. Premio Nobel per la letteratura nel 1930 descrisse con abile ironia e garbato sarcasmo la classe media americana nelle sue opere Strada maestra (1920), Babbitt (1922), Il dottor Arrowsmith (1925), Elmer Granty (1927), Dodsworth (1929), Sangue reale (1947).

Lex Blanche, Vallone de la Sezione superiore della Val Veny in Val d'Aosta, percorsa dalla Dora di Veny e dominata dall'omonimo ghiacciaio.

Lex Saxonum Testo legislativo, comprendente norme di carattere prevalentemente penale, che venne fatto stendere da Carlo Magno nell'802 per rafforzare il suo dominio e la religione cristiana sulla popolazione sassone sottomessa da poco.

Lexington-Fayette Città (204.000 ab.) degli USA, nello stato del Kentucky.

Lèydi, Robèrto (Ivrea 1928-) Etnomusicologo. Docente di etnomusicologia all'università di Bologna, svolse un'intensa attività di ricerca delle forme di espressione della musica popolare. Tra le opere, Musica popolare e musica primitiva (1960), Dizionario della musica popolare europea (1970), I canti popolari italiani (1973), La zampogna in Europa (1979), L'altra musica (1991).

Leyte Isola (1.073.000 ab.) delle Filippine, nel gruppo delle Visayan.

Lezama Lima, José (L'Avana 1910-1976) Poeta e romanziere cubano. Tra le opere Morte di Narciso (1937) e Paradiso (1966).

lèzio, sm. Azione, gesto affettato. ~ smanceria.

lezionàrio, sm. Libro liturgico che raccoglie le lezioni degli uffici divini dei varii giorni.

lezióne, sf. 1 Ciascuna delle unità didattiche in cui è suddiviso un corso di studi. doveva tenere un ciclo di lezioni sulla progettazione. 2 Insieme delle nozioni insegnate e apprese in una volta. ~ ammaestramento. non riusciva a studiare quella lezione. 3 Insegnamento. ~ addestramento. quella delusione purtroppo non gli servì da lezione. 4 Rimprovero e punizione esemplare. ~ sgridata. 5 Modo in cui è scritto un testo. 6 Esempio. ~ monito.
 sf. 1 lesson. 2 (di classe) class. 3 (universitaria) lecture. 4 (fare lezione) to lecture.
 lat. lectio,-onis, deriv. di lectus, p.p. di legere leggere.

Lezione di cose Opera di poesia di O. Drummond de Andrade (1962).

Lezione di tedesco Romanzo di S. Lenz (1968).

Lezione, La Commedia di E. Ionesco (1951).

Lezioni su Stendhal Opera di critica letteraria di G. Tomasi di Lampedusa (postuma 1971).

Lezioni sulla letteratura e le arti belle Opera di critica letteraria di A. W. von Schlegel (1801-1804).

leziosàggine, sf. Comportamento o maniera abitualmente leziosa. ~ affettazione.

leziosaménte, avv. In modo lezioso. ~ ricercatamente.

leziosità, sf. Caratteristica di ciò che è lezioso.

lezióso, agg. Che fa lezi; affettato, svenevole. ~ smorfioso. <> brusco.
 agg. affected, simpering.

Lézzeno Comune in provincia di Como (1.959 ab., CAP 22025, TEL. 031).

lézzo, sm. 1 Cattivo odore esalato da ciò che è lurido; effluvio, tanfo, afrore. ~ puzza. 2 Lordura, sporcizia. ~ sudiciume. <> pulizia.
 sm. stink, stench.

lezzùme, sm. 1 Insieme di cose o di persone che emanano lezzo. ~ sudiciume. 2 Insieme di persone immorali.

LF Sigla di Low Frequency (bassa frequenza).

Lhasa Città cinese (105.000 ab.) capoluogo della regione autonoma dello Xizang (Tibet). Posta a 3.630 m di altezza sul versante settentrionale dell'Himalaya, rappresenta il massimo centro religioso del lamaismo. Le principali fonti economiche sono fornite dall'agricoltura, dal bestiame e dalle industrie tessili e del vetro. Nella parte occidentale della città si trova il Potala, un complesso costituito da templi e monasteri, che fino al 1959 era la sede del dalai-lama. Nei dintorni si trovano anche il più grande dei monasteri tibetani, il monastero di Depung (1414) e il più antico, quello di Samye (VIII sec.).

L'Herbier, Marcel (Parigi 1888-Torino 1979) Regista e produttore cinematografico francese. Personalità di spicco dell'avanguardia degli anni '20, fondò l'Institut des Hautes Etudes Cinematographiques (1943). Innovatore e sperimentatore nel cinema muto con Rosa francese (1918) e Il fu Mattia Pascal (1925), passò al sonoro con thriller e opere di genere mitologico e fantastico come Il mistero della camera gialla (1931) e Gli ultimi giorni di Pompei (1948).

L'Hôpital, Guillaume François-Antoine de Sainte-Mesme (Parigi 1661-1704) Matematico francese, marchese di Saint Mesme. Descrisse l'omonima regola che consente il calcolo del limite per forme indeterminate e scrisse il primo trattato di calcolo infinitesimale.

L'Hôpital, Michel de (Aigueperse, Alvernia 1505?-Bellebat, Parigi 1573) o L'Hospital. Politico francese. Nella sua carriera veloce e prestigiosa, fu dapprima (1550) presidente del consiglio privato di Margherita di Valois, quindi (1553) presidente del consiglio privato del re, presidente della corte dei conti e infine cancelliere del regno (1560-1568). Tentò invano di conciliare riformati e cattolici con una politica di moderata tolleranza religiosa. Alla riunione degli Stati Generali a Orléans, prese le distanze contemporaneamente dalle repressioni dei cattolici e dalle sedizioni dei protestanti. La sua politica moderata e di equilibrato rispetto delle due fazioni religiose è descritta nell'opera Trattato di riforma della giustizia, di cui applicò i principi con l'autorizzazione del 1562 al culto protestante pubblico. L'editto fu però ritirato dalla regina Caterina, per timore di ritorsioni contro il figliolo Carlo IX dopo lo scoppio della guerra di religione e del massacro di Vassy. L'Hôpital si dimise da cancelliere un anno dopo la terribile strage della notte di San Bartolomeo (24 agosto 1572) in cui cercò di mettere in salvo molti ugonotti.

Lhotse Vetta (8.501 m) della catena dell'Himalaya centrale, nel massiccio dell'Everest, sul confine tra Nepal e Tibet. Quarta montagna nel mondo per altezza, fu scalata da A. Eggler nel 1956.

li, art. e pron. art. determ. m. pl. Si usa nelle indicazioni di date.
pron. pers. m. pl. Loro. non li voleva alla sua festa.
them.
 lat. illi.

lì, avv. 1 In quel luogo. ~ là. <> qui, qua. 2 In quel momento.
1 there. 2 (di lì a pochi giorni) a few days later. 3 (lì dentro) in there.

Li Simbolo chimico del litio.

Li Kung-lin (An-hui ca. 1040-Montagne di Lung-mien 1106) Pittore cinese. Tra le opere Villa nelle montagne di Lung-mien (Tai-chung, National Central Museum).

Li Peng (Chengdu 1928-) Politico cinese. Più volte ministro, fu un importante esponente della linea conservatrice del PCC e, dal 1988, primo ministro.

Li T'ang (Hoyang, Honan, ca. 1050-morto dopo il 1130) Pittore cinese. Tra le opere Ritorno dalla festa del villaggio (Boston, Museum of fine Arts).

Lìa Personaggio biblico, figlia maggiore di Labano e moglie di Giacobbe.

liaison, sf. invar. Legame, relazione. ~ rapporto.

Liàla (Como 1902-Varese 1995) Pseudonimo di Liana Negretti. Scrittrice. Nel 1931 pubblicò Signorsì, primo di una lunghissima e popolare serie di romanzi, costituita di opere singole e di cicli, come quello di Lalla (Dormire e non sognare, 1944; Lalla che torna, 1945 e Il velo sulla fronte, 1946). Tra gli altri libri sono Trasparenze di pizzi antichi (1943), Ombre di fiori sul mio cammino (1981) e Frammenti di arcobaleno (1985). Nella sua scrittura ridondante e appassionata è evidente l'influenza dannunziana. In Italia Liala è diventata sinonimo di romanzo rosa.

liàna Denominazione di piante che, incapaci di reggersi, si appoggiano al fusto e ai rami di altre piante. Presenti anche nelle regioni temperate (convolvolo, luppolo, fagiolo, edera ecc.), sono tipiche delle regioni tropicali.
 dal francese liane, da lier, legare.

Liang K'ai (ca. XIII sec.) detto Po. Pittore cinese. Tra le opere Hui-neng mentre straccia i Sutra (Tokyo, Museo Nazionale).

Liao Ho Fiume (1.345 km) della Cina meridionale, nella Manciuria. Nasce nella Mongolia Interna dal Grande Khingan e sfocia nel golfo di Liadong, nel mar Giallo, presso il porto Yingkou.

Liaoning Provincia (39.460.000 ab.) della Cina, nella Manciuria Meridionale. Capoluogo Shenyang.

Liaoyang Città (493.000 ab.) della Cina, nella Manciuria. Fa parte della provincia di Liaoning.

liàssa, sf. Insieme di documenti relativi alla stessa pratica che sono raccolti in modo da formare un unico fascicolo.

libagióne, sf. Cerimonia propria di molte religioni consistente nel versare o spargere latte, vino o altro, in onore degli dei sull'altare o per terra. ~ bevuta.
 lat. libatio,-onis.

libanése, agg., sm. e sf. agg. Del Libano.
sm e sf. Abitante e nativo del Libano.
 agg., sm. e sf. Lebanese.

Lìbano Repubblica dell'Asia occidentale, nel vicino oriente; confina a nord e a est con la Siria, a sud con Israele e si affaccia a ovest sul mar Mediterraneo.
Il territorio presenta una fascia costiera lunga circa 170 km, interrotta da promontori rocciosi e fronteggiata da isole e isolotti.
All'interno si eleva la catena del Libano, disposta da nord-est a sud-ovest, che raggiunge l'altitudine massima di 3.083 m nel Qornet el Saouda.
Procedendo ulteriormente verso l'interno, si incontra la fossa Al Beqaa, prosecuzione della depressione occupata dal mar Rosso. Infine si rileva la catena dell'Antilibano (Talat Musa, 2.629 m, Hebron, 2.815 m), circa parallela a quella del Libano, lungo il confine siriano.
Il paese gode di un clima mediterraneo sulla costa e di transizione nell'interno, con piogge più scarse.
I fiumi principali sono il Nahr el Asi (Oronte) e il Litani (Leonte).
La popolazione vive per la maggior parte nella zona costiera, dove sorgono la principali città del paese, Beirut, Tripoli, Saida (Sidone), Tiro, mentre sul versante orientale della Catena del Libano sorgono Zahlè e Baalbek, famoso centro archeologico.
Grazie alla favorevole posizione geografica e a una legislazione compiacente verso i capitali stranieri, il Libano era diventato, intorno agli anni '60 la principale piazza finanziaria del vicino Oriente. Successivamente la guerra civile del 1975-1976 tra cristiano-maroniti e musulmani ha fatto ripiombare il paese in una gravissima crisi.
L'agricoltura può contare su notevoli risorse idriche, ma la presenza delle montagne ostacola la distribuzione delle acque. Prevale, per quanto a carattere di sussistenza, la cerealicoltura, in particolare di frumento; si producono inoltre orzo, mais, avena e sorgo. In buona parte destinati all'esportazione sono gli agrumi e le banane. Numerosi sono i prodotti frutticoli (mele, pere, albicocche ecc.) e affermata è la vite, sia per la produzione di vino sia per la produzione di uva passa.
Tra la colture di oleaginose spiccano, oltre all'olivo, nettamente prevalente, anche arachidi e girasoli. Il tabacco è una discreta risorsa per i villaggi montani.
I boschi sono degradati, a causa di un indiscriminato sfruttamento (scomparsi sono i famosi cedri del Libano, di cui restano pochi esemplari protetti).
L'allevamento ha subito gravissimi danni, durante la guerra civile. Prevalgono volatili da cortile, mentre scarsi sono bovini e suini. La pesca non è molto praticata, penalizzata anche dalla scarsa pescosità delle sue acque.
Povere le risorse del sottosuolo, limitate a minerali di ferro e rocce fosfatiche.
Deficitaria è l'industria di base; meno ristretto il settore manifatturiero tessile (cotone e seta) e alimentare (zuccherifici, oleifici, conservifici, manifatture di tabacchi, birrifici ecc.).
STORIA A partire dal terzo millennio a. C., la costa è occupata dai cananei, quindi dai fenici che fondano le città stato di Byblos, Berytos (l'attuale Beirut), Sidone e Tiro. All'inizio del primo millennio i fenici dominano il commercio del Mediterraneo. Dal VII al I sec. a. C., il paese subisce la dominazione assira, egiziana, persiana, babilonese e quindi greca. Dal 64-63 a. C. al 636 d. C. il Libano fa parte della provincia romana e quindi bizantina di Siria. Nel 636 viene conquistato dagli arabi.
Nel periodo dal VII all'XI sec., la costa e la montagna servono da rifugio a varie comunità cristiane, sciite e quindi druse. Dal 1099 al 1289 i latini del regno di Gerusalemme e della contea di Tripoli dominano il litorale fino alla sua conquista da parte dei mamelucchi d'Egitto. Nel 1516 il Libano viene annesso all'impero ottomano. Dal 1593 al 1840 gli emiri drusi, specialmente Fakhr al Dïn (1593-1633) e Chihab Bach¿Ì¿r II (1788-1840) unificano la montagna libanese e cercano di ottenerne l'autonomia.
Nel 1861, alla fine di un periodo di scontri tra i drusi e i maroniti (che sono in una fase di sviluppo demografico ed economico), la Francia ottiene la creazione delle provincia del Monte Libano, dotata di una certa autonomia. Nel 1918, il Libano viene liberato dai turchi e forma con la piana della Beqaa il Grande Libano. Nel periodo dal 1920 al 1943 viene posto dalla Società delle Nazioni sotto il mandato francese.
L'indipendenza del paese viene proclamata nel 1943. Il patto nazionale istituisce un sistema politico confessionale nel quale il potere viene suddiviso tra i maroniti, i sunniti, gli sciiti, i greci ortodossi, i drusi e i greci cattolici. Nel periodo dal 1952 al 1958 C. Chamoun porta avanti una politica filo occidentale. Nel 1958 i nazionalisti arabi favorevoli a Nasser avviano una guerra civile che viene interrotta dall'intervento americano. Dal 1958 al 1970 la repubblica è presidiata da F. Chehab (1958-1964) e quindi da C. Hélou.
Nel 1967, i palestinesi, rifugiati in Libano dopo il 1948, si organizzano in modo autonomo. Dal 1970 al 1976, sotto la presidenza di S. Frangié, si hanno scontri con i palestinesi, che degenerano nella guerra civile. La Siria interviene. Si affrontano due gruppi costituti da una coalizione di sinistra (favorevole ai palestinesi, sunnita, drusa e quindi sciita, le cui principali forze armate sono i fedain, le milizie druse e quelle del movimento Amal) e una coalizione di destra (in maggioranza maronita, favorevole a Israele, le cui forze principali sono costituite dalle falangi e dall'armata del Libano del sud, alleato di Israele).
Dopo due anni di scontri, la creazione di una forza multinazionale unifica il Libano (1978). Nel 1982, l'esercito israeliano blocca la città di Beirut, dalla quale caccia le forze dell'esercito palestinese. A. Gemayel succede al fratello Bachir, assassinato, come presidente delle repubblica. Due anni più tardi viene costituito un governo di unità nazionale, sostenuto dalla Siria. Nel 1985 l'esercito israeliano si ritira dal Libano.
Continua comunque la guerra civile, complicata da scontri all'interno di ciascun campo, in particolare tra le diverse tendenze musulmane: sunniti, sciiti moderati del movimento Amal, sciiti partigiani dell'Iran (Hezbollah). Questi ultimi a partire dal 1985 prendono in ostaggio alcuni occidentali (francesi e americani). Questa situazione porta al ritorno, nel 1987, delle truppe siriane a Beirut ovest. Nel 1988 il mandato di A. Gemayel termina senza che venga eletto un successore. Vengono creati due governi (uno civile musulmano a Beirut ovest, guidato da Selim Hoss, l'altro militare cristiano a Beirut est presidiato dal generale Michel Aoun, ostile alla presenza siriana).
L'anno successivo, René Moawad, eletto alla presidenza della repubblica, viene assassinato. Gli succede Elias Hraoui. Nel 1990 una nuova costituzione, a seguito di accordi tra le parti, prevede un riequilibrio del potere a favore dei musulmani. L'esercito libanese, sostenuto dalla Siria, mette fine alla resistenza del generale Aoun.
L'anno successivo, il disarmo delle milizie e lo spiegamento dell'esercito libanese in tutta la città di Beirut e il sud del paese, segnano l'inizio di una restaurazione dell'autorità dello stato sotto tutela siriana (rafforzata dalla firma nel mese di maggio di un trattato di fratellanza tra i due paesi). La situazione economica è disastrosa. Nel 1992, a seguito di elezioni legislative, fortemente contestate, e contrassegnate dall'astensione massiccia dei cristiani, viene nominato un nuovo parlamento. Rafic Hariri diventa primo ministro. Nel 1995, sotto pressione della Siria, il mandato presidenziale di E. Hraoui viene prorogato di tre anni dal parlamento senza alcuna elezione.
Abitanti-3.009.000
Superficie-10.400 km2
Densità-289,3 ab./km2
Capitale-Beirut
Governo-Repubblica
Moneta-Lira libanese
Lingua-Arabo, francese
Religione-Cristiana, musulmana sciita e sunnita

Lìbano Nòrd Provincia (365.000 ab.) del Libano nordoccidentale, al confine con la Siria. Capoluogo Tripoli.

Lìbano Sud Provincia (250.000 ab.) del Libano meridionale, al confine con Siria e Israele. Capoluogo Saida.

libanomanzìa, sf. Nell'antica Grecia, soprattutto in Epiro, arte della divinazione in cui si osservava il fumo dell'incenso.
 comp. dal greco líbanos incenso + mantéia divinazione.

libàre, v. tr. 1 Versare o spargere un liquido sull'altare o altrove per offrirlo e consacrarlo a una divinità. 2 Gustare leggermente. ~ assaporare. 3 Brindare.

libatòrio, agg. Che serve per le libagioni.

lìbbra, sf. 1 Principale unità ponderale presso i romani o nell'Italia antica, con valori vari. 2 (in inglese pound)Unità di misura di peso in vigore nei paesi anglosassoni (sistema avoirdupois). Divisa in once equivale a 539,59 gr.
 sf. pound.
 lat. libra.

Libby, Willard Frank (Grand Valley 1908-Los Angeles 1980) Fisico statunitense. Inventò un metodo per la determinazione dell'età di resti materiali organici basato sulla percentuale di carbonio radioattivo in essi contenuto. Nel 1960 fu insignito del premio Nobel.

libecciàta, sf. 1 Tempesta provocata dal libeccio. 2 Sfuriata.

libéccio, sm. Vento da sud-ovest spesso molto violento, caratteristico del Mediterraneo centrale e settentrionale. ~ garbino.
 sm. south-west wind.

libèlla, sf. Bolla gassosa mobile che si può trovare all'interno dei cristalli, nelle inclusioni liquide in essi contenute.

libellàtici Denominazione indicante quei cristiani che si erano procurati, durante la prosecuzione di Decio, un certificato attestante che avevano offerto sacrifici agli dei pagani.
 lat. libellus libretto.

libellìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi scrive libelli.

libèllo, sm. 1 Pubblicazione diffamatoria. ~ libercolo, pamphlet. 2 Documento contenente il testo di un atto di citazione. ~ lettera citatoria.
 sm. libel.

libèllula, sf. 1 Nome comune di insetto. ~ farfalla, silfide. 2 Persona agile e aggraziata.
 sf. dragonfly.
Nome comune degli Insetti Odonati con grandi occhi, corpo allungato e ali sottili e rigide che le permettono di volare per lungo tempo e di essere un'ottima predatrice. Hanno vita ninfale acquatica a metamorfosi incompleta e vita adulta terrestre. Tra le specie più comuni c'è la libellula depressa (libellula depressa) o cavalocchio, la libellula quattro macchie (libellula quadrimaculata), la Sympetrum pedemontanum e la Aeschnac Cyanea.

Libellùlidi Famiglia di Insetti odonati anisotteri diurni a cui appartengono le libellule.

Libera nos a Malo Romanzo di L. Meneghello (1963).

Lìbera, Adalbèrto (Villa Lagarina, Trento 1903-Roma 1983) Architetto. Tra le opere il palazzo dei Congressi all'EUR a Roma (1937-1938) e la villa Malaparte a Capri (1938-1940).

Liberaki, Margarita (Atene 1919-) Scrittrice greca. Con la pubblicazione del suo primo romanzo, Gli alberi (1945), ottenne un largo consenso di pubblico e suscitò l'interesse della critica. Nel 1967 si stabilì in Francia e visse a Parigi fino alla fine della dittatura in Grecia. Tra le altre opere, Cappelli di paglia (1946), L'altro Alessandro (1950), La moglie di Kandauli. È considerata dalla critica tra le migliori autrici di romanzi della letteratura greca del dopoguerra.

liberal, agg. invar. Che è politicamente orientato a sinistra. ~ progressista. <> conservatore.

liberàle, agg., sm. e sf. agg. 1 Generoso nel dare e nello spendere; altruista, prodigo. ~ largo. <> avaro. 2 Che professa principi di libertà civile ed è fautore del liberalismo. ~ libertario. <> conservatore. adottarono provvedimenti liberali. 3 Proprio del liberalismo. aveva concezioni liberali. 4 Relativo al Partito Liberale Italiano. 5 Che si addice a persona libera per condizione e moralità. ~ democratico, progressista. <> assolutista, retrogrado. 6 Tollerante. ~ garantista. <> intollerante.
sm e sf. 1 Chi segue e sostiene il liberalismo. 2 Appartenente al Partito Liberale Italiano.
 agg., sm. e sf. liberal.
 lat. liberalis, deriv. da liber libero.

Liberàle da Veróna (Verona 1445-1529) Pittore. Tra le opere Madonna e santi (1489, Berlino, Gemäldegalerie).

liberaleggiànte, agg. Che tende al liberalismo.

liberaleggiàre, v. intr. Tendere al liberalismo.

liberalìsmo, sm. Movimento politico e dottrinale nato nel XIX sec. che valorizzava la libertà individuale, cercava di limitare il potere dello stato e della chiesa, mirava al riconoscimento dei diritti naturali dell'uomo compresa l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Storicamente affonda le radici nelle dottrine dell'illuminismo (diritto naturale) e si afferma con la rivoluzione francese. Fu la borghesia che si premurò di fare sue queste idee appoggiando i moti rivoluzionari nel momento in cui acquistava progressivamente il potere. La libertà della persona, uno stato costituzionale e di diritto in cui i cittadini hanno possibilità di essere rappresentati tramite il parlamento e libera economia sono i fondamenti del liberalismo. In economia in particolare il movimento prende il nome di liberismo, sostenendo oltre alla libertà economica anche le libertà di produzione, commercio, concorrenza e circolazione. In Inghilterra pensatori liberali furono A. Smith, G. Bentham e J. Stuart Mill, in Germania Kant, in Francia Montesquieu e in Italia Cavour: essi approfondirono anche aspetti legati sia alla politica che ai fenomeni sociali ed economici.

liberalìstico, agg. (pl. m.-ci) Liberale.

liberalità, sf. 1 Larghezza nel dare. ~ generosità. 2 Atto di o da persona generosa. ~ altruismo. <> egoismo. 3 Attribuzione patrimoniale fatta spontaneamente da una parte all'altra con l'intento di arricchirla senza compenso.

liberalizzàre, v. tr. 1 Legalizzare. ~ depenalizzare. <> proibire. liberalizzare gli scambi commerciali. 2 Rendere più libero. ~ deregolare. <> controllare. liberalizzare i piani di studio universitari, consentire maggiore libertà nella scelta degli esami da sostenere.
 v. tr. to liberalize.
 dall'inglese to liberalize.

liberalizzazióne, sf. Atto, effetto del liberalizzare. ~ deregolamentazione, depenalizzazione. <> regolamentazione, proibizione.

liberalménte, avv. 1 In modo liberale. ~ democraticamente. 2 Generosamente. ~ filantropicamente.

liberaménte, avv. 1 In modo libero. ~ autonomamente. 2 Apertamente. ~ sinceramente. 3 A volontà, a piacere. 4 A ruota libera.

liberàre, v. tr. 1 Rendere libero. ~ affrancare. <> asservire. 2 Pagare per intero, riscattare. liberare un oggetto da un pegno. 3 Salvare da un pericolo. lo liberava ogni volta dalle noie. 4 Scarcerare. ~ rilasciare. <> incarcerare. 5 Dispensare, esimere. ~ esentare. <> vincolare. 6 Sbloccare. ~ sciogliere. <> legare. 7 Sgomberare. ~ evacuare. <> ingombrare. 8 Sturare. ~ stappare. 9 Prosciogliere. ~ scagionare.
v. intr. pron. 1 Diventare libero; svincolarsi. ~ sbrogliarsi. <> impegnarsi. : :i liberò dagli impegni del pomeriggio. 2 Togliersi di torno. ~ sbarazzarsi. 3 Sfogarsi. ~ esprimersi
v. rifl. Rendersi libero. ~ districarsi.
 v. tr. 1 (mettere in libertà) to release. 2 (anche fig.) to free. 3 (liberare il passaggio) to clear. 4 (popolo) to liberate.
 lat. liberare, deriv. da liber libero.

liberatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che o chi è libero. ~ salvatore. <> oppressore.
 agg. liberating. sm. liberator.

liberatòrio, agg. Che libera da una obbligazione. ~ liberatore. <> coercitivo.

liberazióne, sf. 1 Atto, effetto del liberare. 2 Sollievo da uno stato di oppressione. ~ emancipazione. <> sottomissione. 3 Rilascio. ~ scarcerazione. <> arresto. 4 Conforto. ~ sollievo. <> oppressione.
 sf. release, liberation, freeing.
 lat. liberatio,-onis.
In diritto è l'ordinanza conseguente alla cessazione dello stato di custodia. È l'autorità giudiziaria che ha il compito di ordinare la liberazione ove non sussistano divieti particolari. Sono motivi che consentono la liberazione, l'aver scontato la pena, la mancanza o incompletezza di indizi, l'illegittimità del mandato di cattura o il decorso del termine di carcerazione cautelare.
Liberazione condizionale
Possibilità che il condannato ha di essere rimesso in libertà nel caso abbia dimostrato segnali di ravvedimento e abbia scontato almeno trenta mesi (o comunque metà della pena) e non gli manchino più di cinque anni.

libèrcolo, sm. Libro di poco conto. ~ libello.

Libere donne di Magliano, Le Romanzo di M. Tobino (1953).

Lìberi Comune in provincia di Caserta (1.395 ab., CAP 81040, TEL. 0823).

Libèria Repubblica dell'Africa occidentale, confina a nord-ovest con la Sierra Leone, a nord con la Guinea, a est con la Costa d'Avorio e si affaccia a sud-ovest sull'oceano Atlantico.
La costa è prevalentemente bassa e pianeggiante, per lunghi tratti orlata di lagune. Verso l'interno si estende una fascia pianeggiante, più ampia a nord-ovest, che si eleva verso l'interno (fino a culminare nel monte Nimba con i suoi 1.850 m, al confine tra Guinea e Costa d'Avorio) con una serie di ripiani tabulari solcati dalle valli dei fiumi, pressoché parallele tra loro; vi scorrono i fiumi Mano, Lofa, St. Paul, St. John, Cestos e Chavally che segna il confine con la Costa d'Avorio.
Il clima è di tipo equatoriale, caldo e umido, con abbondanti piogge nelle stagione estiva.
La capitale è Monrovia, unica città e principale sbocco marittimo del paese. Si hanno per il resto solo modesti centri di mercato e scali marittimi di minore importanza, come Harper e Buchanan.
L'economia della Liberia rimane caratterizzata da una notevolissima dipendenza dall'estero; sono infatti prevalentemente compagnie straniere a possedere le maggiori ricchezze nazionali (caucciù e minerale di ferro in particolare).
L'agricoltura, pur praticata dal 70% della popolazione, rimane tuttavia prettamente di sostentamento, con produttività estremamente bassa. L'alimentazione locale si basa in prevalenza sul riso e sulla manioca; importanti sono inoltre banane, patate e agrumi.
Tra le colture commerciali, destinate all'esportazione, si producono caffè, cacao, alcune oleaginose (arachidi e palma da olio), la palma da cocco, la canna da zucchero.
Una notevole risorsa di cui dispone il paese è la foresta, che offre legnami ed essenze pregiate; ma più che la produzione del legno, è rilevante quella del caucciù, di cui la Liberia è il massimo produttore africano.
L'allevamento è poco praticato, in parte perché le condizioni climatiche non sono favorevoli; si allevano con una certa diffusione soltanto volatili da cortile.
Anche la pesca ha un'importanza secondaria.
Le risorse minerarie sono piuttosto ricche, in particolare di minerali di ferro. Minore rilevanza hanno la produzione di oro e di diamanti, scarsi i minerali energetici, e la produzione di energia è quasi per due terzi ottenuta dal petrolio di importazione.
Il settore industriale ripropone anch'esso la frattura tra capitale straniero e risorse locali.
I maggiori impianti infatti sono stabilimenti della lavorazione del caucciù, una raffineria di petrolio e un cementificio, tutti di capitale straniero. L'industria locale è legata alla trasformazione dei prodotti agricoli (oleifici, birrifici, zuccherifici, conservifici ecc.); ci sono inoltre uno stabilimento per la lavorazione del legno e uno per materiale da costruzione.
Nel 1990 con l'assassinio del presidente Doe è iniziata una sanguinosa guerra civile, interrotta solo da fragili tregue. Nell'aprile 1996 le lotte sono riprese e gran parte degli stranieri hanno abbandonato il paese.
STORIA La regione viene occupata nei secoli XV-XVIII da popolazioni di lingua mandingo e kwa. Il litorale, scoperto dai portoghesi, è frequentato da mercanti europei. Nel 1822 la Società americana di colonizzazione, fondata nel 1816, comincia a insediare nell'area schiavi neri liberati, malgrado le ostilità degli autoctoni. Nel 1847 viene proclamata la Repubblica di Liberia indipendente; la capitale viene denominata Monrovia in onore del presidente Monroe.
Tra il 1885 e il 1910 vengono fissate definitivamente le frontiere del paese con accordi tra la Gran Bretagna e la Francia. Nel 1926 hanno inizio le grandi concessioni alle imprese americane. Dal 1943 al 1971 è presidente della repubblica William Tubman. Nel 1980 un colpo di stato militare rovescia il presidente Tolbert (alla guida dello stato dal 1971) e porta al potere il sergente Samuel K. Doe. Nel 1984 viene approvata tramite referendum una costituzione che prevede il ritorno a un regime civile. Ma Doe mantiene una politica autoritaria.
Nel 1990 l'espandersi della guerriglia condotta in particolare da Charles Taylor, sfocia nelle guerra civile (Doe viene ucciso nel corso di violenti combattimenti). L'anno successivo una forza di interposizione africana viene dispiegata nel paese. Nel 1993, nonostante la conclusione di vari accordi di pace e la creazione di istituzioni di transizione, continuano i combattimenti tra le fazioni rivali.
Abitanti-2.760.000
Superficie-111.369 km2
Densità-24,8 ab./km2
Capitale-Monrovia
Governo-Regime di transizione
Moneta-Dollaro liberiano
Lingua-Inglese, creolo-inglese e lingue sudanesi
Religione-Cristiana, animista e musulmana

liberiàno, agg. e sm. agg. Relativo alla Liberia.
sm. Nativo o abitante della Liberia.

liberìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) agg. Relativo al liberismo.
sm. e sf. Chi sostiene il liberismo. ~ liberoscambista. <> protezionista.

liberìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al liberismo.

lìbero, agg. e sm. agg. 1 Che può pensare e agire secondo il proprio arbitrio e la propria volontà; indipendente. ~ autosufficiente. <> sottomesso. 2 Che non è soggetto alle costrizioni e imposizioni di una autorità esterna. ~ emancipato. <> schiavo. si sentiva finalmente un libero cittadino. 3 Non soggetto a vincoli, impegni. ~ esente. <> vincolato. quel pomeriggio libero l'avrebbe dedicato al suo hobby. 4 Non occupato. ~ disponibile. <> indaffarato. il parcheggio era libero. 5 Sciolto. ~ mobile. <> legato. 6 Licenzioso, audace, disinibito. ~ sconveniente. <> educato. 7 Vacante. ~ vuoto. <> occupato. 8 Permesso. ~ consentito. <> vietato. 9 Gratuito. <> a pagamento.
sm. Nel calcio, battitore libero.
 agg. 1 free. 2 (strada sgombra) clear. 3 (taxi) for hire. 4 (vacante) vacant. 5 (vuoto) empty. 6 (libero arbitrio) free will. 7 (libero professionista) self-employed professional person.
 lat. liber,-era,-erum.
Libera chiesa in libero stato. Frase pronunciata da Cavour mentre stava morendo.

Lìbero Personaggio mitologico, dio italico identificazione di Dioniso. Era protettore della fertilità della Terra e del vino.

liberoscambìsmo, sm. Dottrina che propugna il libero scambio. ~ liberismo. <> protezionismo.

liberoscambìsta, agg., sm. e sf. Che, chi sostiene il liberoscambismo.

libertà, sf. 1 Stato, condizione di chi o di ciò che è libero. ~ autonomia. <> soggezione. 2 Potere, diritto che un'autorità riconosce a una persona. ~ indipendenza. <> dipendenza. 3 Arbitrio, scelta. ~ facoltà. <> divieto. 4 Al plurale, detto o atto troppo ardito. ~ licenza. <> riguardo.
 sf. 1 freedom, liberty. 2 (tempo libero) free time. 3 (indipendenza) independence. 4 (libertà provvisoria) bail, released without bail.
 lat. libertas,-atis.
Si chiamano diritti di libertà civile alcuni diritti pubblici soggettivi (diritto di libertà personale, di corrispondenza, religiosa, di stampa, sindacale, per citarne alcuni) che costituiscono diritti all'indipendenza dell'individuo da un'autorità superiore (in genere rappresentata dallo stato).
Libertà contrattuale
In campo civile, principio per cui due parti possono liberamente stipulare un contratto rimanendo nei limiti disciplinati dalla legge.
Libertà politica e sociale
Nel linguaggio politico, il termine libertà indica la situazione in cui una determinata azione può essere compiuta in quanto nessuna legge o norma morale la vieta espressamente oppure può non essere compiuta perché nessuna legge o norma morale la prescrive. Tale situazione può riguardare un individuo o un gruppo oppure uno stato rispetto agli altri stati. Nel corso della storia, si riscontrano varie forme di libertà e perciò differenti significati del termine. La libertà può essere negativa se corrisponde all'eliminazione di un divieto precedentemente esistente; per libertà positiva, si intende la possibilità di agire in base alle proprie determinazioni. Sul piano politico le due libertà ispirano due concezioni: il liberalismo tende a limitare l'intervento dello stato sulla vita dei cittadini e quindi a ridurre i divieti e le prescrizioni; la democrazia tende a richiedere la partecipazione attiva dei cittadini alle decisioni che li riguardano e quindi alla fissazione di regole per la vita politica e sociale. La riflessione contemporanea considera la libertà negativa e la libertà positiva strettamente connesse: senza libertà civili, come per esempio di stampa e di opinione, la partecipazione dei cittadini al potere politico è un inganno, ma senza partecipazione al potere politico, le libertà civili hanno scarse possibilità di durare.
Libertà provvisoria
In campo penale è definita come la condizione in cui viene a trovarsi un accusato di reati diversi dall'eversione (e che non prevedano la pena dell'ergastolo) che è stato scarcerato mentre era sottoposto a custodia cautelare, a patto di tenersi a disposizione dell'autorità giudiziaria. Nel nuovo codice di procedura penale viene rinominata come rimessione in libertà. La libertà provvisoria non può essere concessa se esiste la possibilità di inquinamento delle prove o reiterazione del reato. Le decisioni di concedere o negare la libertà provvisoria possono essere appellate, rispettivamente, dal pubblico ministero o dall'imputato stesso e spetta al tribunale del capoluogo di provincia competente per giurisdizione territoriale (tribunale della libertà) decidere sulla legittimità dell'appello. L'impugnazione del provvedimento di concessione della libertà provvisoria da parte del pubblico ministero non ne sospende l'esecuzione. Nel caso non venisse pronunciata alcuna sentenza o alcun rinvio a giudizio, l'imputato deve essere rimesso in libertà per decorrenza dei termini; il tempo che deve intercorrere è commisurato alla gravità del reato presunto. Se si ritiene di poter agevolare il reinserimento nella vita sociale di una persona condannata a una reclusione inferiore ai tre mesi, è possibile applicare la cosiddetta libertà vigilata o controllata, una manovra di sicurezza non detentiva che non può avere durata inferiore al doppio della pena detentiva sostituita e che obbliga l'individuo a sottostare a impegni ben precisi: trovare un lavoro fisso, non frequentare pregiudicati e dormire al proprio domicilio; la pubblica sicurezza si premunirà di far rispettare tali condizioni.
Problema della libertà
Il problema della libertà è presente nella riflessione filosofica fin dai tempi più antichi. Con il cristianesimo il discorso si incentrerà sul libero arbitrio, mentre il determinismo oppone al concetto di libertà quello di necessità. I pensatori che si sono occupati della questione sono stati numerosi. Tra gli altri, hanno preso posizione a favore dell'esistenza della libertà umana e del libero arbitrio: Sant'Agostino (De libero arbitrio, 389-395), G. Scoto Euriugena (De praedestinatione, 851), San Tommaso d'Aquino (Summa theologiae, 1269), Pico della Mirandola (De dignitate hominis, 1486), Erasmo da Rotterdam (De libero arbitrio, 1525), Cartesio (Le passioni dell'anima, 1649), I. Kant (Critica della ragione pratica, 1787). Sul fronte della negazione del libero arbitrio, sono da ricordare T. Hobbes, J. Locke, C. Darwin, L. A. White.

Libertà, stàtua délla Statua bronzea, opera di F. A. Bartholdi, donata dalla Francia agli Stati Uniti. Nel 1886 venne posta all'entrata del porto di New York. È alta 466 m e poggia su di un piedistallo di 45 m.

Libertad (El Salvador), La Dipartimento (522.000 ab.) dell'El Salvador, sull'oceano Pacifico. Capoluogo Nueva San Salvador o Santa Tecla.

Libertad (Perú), La Dipartimento (1.280.000 ab.) del Perú nordoccidentale. Capoluogo Trujillo.

Libertador General Bernardo, O'Higgins Regione VI (688.000 ab.) del Cile centrale, confinante con l'Argentina. Capoluogo Rancagua.

libertàrio, agg. e sm. 1 Anarchico. 2 Aperto. ~ garantista. <> conservatore.

liberticìda, agg. e sm. Che, chi sopprime la libertà.

liberticìdio, sm. Soppressione.

libertinàggio, sm. 1 Sregolatezza, dissolutezza. ~ sfrenatezza. <> costumatezza, morigeratezza, sobrietà. 2 Assoluta indipendenza di idee. 3 Modo di agire e di pensare proprio del libertini del XVII sec.

Libertinaggio Opera di poesia di M. Bandeira (1930).

libertinìsmo, sm. Corrente di pensiero filosofico e politico, contraria al dogmatismo religioso e alla costrizione moralistica come distruttori della libertà umana, sviluppatasi in Francia intorno al XVII sec.

libertìno, agg. e sm. agg. 1Relativo alla condizione del liberto e dei suoi discendenti, nell'antica Roma. 2 Proprio del libertinismo del XVII sec. 3 Gaudente, licenzioso, sregolato. ~ dissoluto. <> costumato.
sm. 1 Nell'antica Roma, schiavo liberato nelle forme previste dal diritto civile e ogni suo discendente. 2 Chi, in materia religiosa, si è affrancato da condotta o regole considerate universalmente obbligatorie. 3 Persona dai modi di vita sregolati o spregiudicati. ~ immorale, licenzioso. <> morale, virtuoso.
Insieme di movimenti cristiani sorti nel XIII sec. che pretendevano di interpretare liberamente le Sacre Scritture; ispirati da un vago razionalismo applicato al campo morale, pur non negando i dogmi fondamentali della chiesa, vennero perseguitati come eretici per il loro rifiuto all'autorità. Il successivo movimento del libertinismo si diffuse in Francia e in Italia intorno al XVII sec. ed ebbe tra i suoi più famosi rappresentanti P. Gassendi e G. Naudé.

libèrto, sm. Nell'antica Roma era lo schiavo liberato o dal padrone stesso o da una sentenza di un magistrato. Dopo la liberazione acquisiva la cittadinanza romana, il prenome e il nome del suo padrone; gli era comunque preclusa ogni attività politica e rimaneva legato al padrone al quale doveva rendere alcuni servigi. Solo con l'avvento di Claudio la classe dei liberti assurse a far parte degli ordini equestri che di fatto permise loro di controllare l'amministrazione imperiale.

Liberty, agg. e sm. agg. Floreale.
sm. Stile sorto agli inizi del XX sec. in Europa e negli Stati Uniti con particolare riguardo all'architettura. ~ stile floreale.
 agg. e sm. Art Nouveau.
Prese il nome dai magazzini londinesi di A. Lesenby Liberty specializzati nella vendita di prodotti dell'artigianato inglese di alto livello, di gusto floreale. In ogni nazione prese nomi differenti; in Italia fu detto stile floreale per la particolare ripetitività di elementi vegetali nelle decorazioni, in Francia, Belgio e Olanda Art nouveau, in Inghilterra Modern style, in Austria Sezessionstil, in Germania Jugendstil, in Spagna modernismo. Tra i maggiori esponenti si ricordano A. Gaudí, G. Sommaruga, R. D'Aronco, G. Klimt, E. Schiele, J. M. Olbrich, A. Loos, H. Van de Velde e O. Wagner. Legati allo sviluppo tecnologico e alla volontà di ornare i prodotti industriali, questi movimenti si presentano essenzialmente come tendenze di gusto decorativo, basate su motivi floreali e arabeschi, sulla stilizzazione delle forme e sull'enfatizzazione delle linee curve. Essi cercano un'arte che dia forma alle cose della vita quotidiana (oggetti di arredamento, mobili, lampade, utensili ecc). In Italia, considerata la situazione storico-sociale, lo stile floreale non ha lasciato che tracce superficiali.

Lìbia Stato dell'Africa settentrionale; si affaccia a nord sul mar Mediterraneo e confina a nord-ovest con la Tunisia, a ovest con l'Algeria, a sud con il Niger e il Ciad, e sud-est col Sudan e a est con l'Egitto.
La costa è bassa e pianeggiante, spalleggiata da una fascia piuttosto stretta, in particolare nella zona nordoccidentale della Tripolitania dove si estende un'ampia zona di alte terre, dal profilo più mosso, con pendii anche ripidi; tali rilievi diventano di minore elevazione e disposti ad ampie terrazze nella Sirtica e in Cirenaica.
Nell'interno, a ovest, si estende un ampio tavolato che culmina nel monte Tassili-n-Ajjer e nel monte Tibesti nella parte orientale del paese; alla zona elevata della penisola Cirenaica (Gebel el Achdar, 875 m) segue l'ampio bassopiano di Calanscio che a sua volta si innalza in un tavolato orlato a sud e a est da una serie di rilievi (elevazione massima 1.500 m); la parte sudorientale del paese è infine occupata dal deserto libico, monotonamente piatto, salvo la presenza di alcune oasi (Cufra, Gialo, Giarabub).
Il clima sulla costa è spiccatamente mediterraneo, con inverni miti, estati calde e maggiore piovosità nei mesi invernali. Man mano si procede verso l'interno diminuisce la piovosità fino quasi a scomparire.
I fiumi, limitati alla fascia costiera, sono brevissimi e di scarsa portata; gli uidian dell'interno spesso rimangono asciutti per anni.
È sulla costa che sorgono le città, Tripoli, la capitale, Homs, Misurata, Tobruk, Sirte, Agedabia, Bengasi e Derna.
La principale fonte di ricchezza del paese è il petrolio, scoperto a metà degli anni '50 e sfruttato ampiamente dall'inizio degli anni '60, che fa della Libia il paese con il reddito pro capite più alto di tutto il continente.
L'agricoltura è confinata a un'esigua fascia costiera.
Si producono cereali, in particolare frumento e orzo, prodotti orticoli, pomodori, cipolle e patate. Tipica dell'oasi è la palma da dattero; sono inoltre coltivati il tabacco e gli agrumi; caratteristica la produzione di henna, utilizzata per le tinture.
Diffuse la coltivazione dell'ulivo e della vite, delle arachidi e del ricino.
L'allevamento ha un'antica tradizione, basata sul pascolo nomadico di ovini e caprini; nei centri costieri discreto è l'allevamento di bovini. Si allevano inoltre cammelli, cavalli e asini, impiegati come animali da lavoro. Diffusi i volatili da cortile.
La pesca non ha particolare rilevanza; sulla costa della Cirenaica discreta è la raccolta delle spugne.
A prescindere dal petrolio, di qualità piuttosto pregiata e presente in quantità ingenti, la Libia non dispone di risorse minerarie rilevanti, salvo sale, gesso e carbonato sodico.
Le attività industriali sono rilevanti nel settore petrolchimico, numerose sono infatti le raffinerie e gli impianti di liquefazione del gas naturale. Per il resto si tratta prevalentemente di piccole e medie aziende, tipicamente dedite alla trasformazione dei prodotti agricoli, manifatture di tabacco, concerie, stabilimenti tessili, fabbriche di tappeti e cementifici.
STORIA Nel XIII sec. a. C. gli abitanti della regione, chiamati libici dai Greci, partecipano alle invasioni dell'Egitto da parte dei popoli del mare. Nel VII sec. a. C. i greci fondano in Cirenaica le cinque colonie della Pentapoli. Nel V sec. a. C. Cartagine domina i territori occupati dai Fenici in Tripolitania. Nel secolo successivo la Cirenaica è annessa all'Egitto. Tra il 106 a. C. e il 19 d. C. il paese è conquistato da Roma. Nel III sec. la romanizzazione è al suo apogeo.
Negli anni 642-643 inizia la conquista araba. Dal VII al XVI sec. il paese è sottomesso agli Omayyadi, agli Abbasidi e quindi a varie dinastie maghrebine o egiziane. Nel 1510 gli spagnoli occupano Tripoli. Nel 1517 gli ottomani conquistano la Cirenaica e successivamente si impadroniscono anche della Tripolitania.
Tra il 1911 e il 1912 l'Italia conquista il paese, al quale gli ottomani devono rinunciare (pace di Ouchy). Negli anni successivi si sviluppa in Cirenaica la resistenza armata alla conquista degli italiani. Nel 1934 viene creata la colonia italiana di Libia. Durante la seconda guerra mondiale, la campagna di Libia oppone le forze italo-tedesche (in particolare l'Afrikakorps di Rommel) alle truppe britanniche, aiutate da rinforzi alleati, tra i quali i francesi. Alla fine della guerra, la Francia amministra il Fezzan e la Gran Bretagna la Tripolitania e la Cirenaica. Nel 1951 i tre territori sono uniti in uno stato federale indipendente di cui viene eletto re Idris I (1951-1969).
Nel 1961 ha inizio lo sfruttamento del petrolio. Due anni più tardi l'organizzazione federale è abolita. Nel 1969 il colpo di stato degli ufficiali liberi fa diventare padrone del paese Gheddafi che nazionalizza le compagnie petrolifere. Nel 1973 Gheddafi lancia la rivoluzione culturale islamica. Negli anni successivi la Libia intensifica il proprio intervento nel Ciad. Nel 1986 il suo sostegno alle organizzazioni terroriste internazionali la costringe a subire bombardamenti di rappresaglia americani. L'anno dopo subisce una sconfitta militare nel Ciad. Qualche anno dopo ristabilisce le relazioni diplomatiche con il Ciad.
Nel 1992 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU decreta un embargo aereo e militare (rafforzato nel 1993) contro la Libia davanti al rifiuto del governo libico di collaborare alle inchieste su attentati terroristici.
Abitanti-5.407.000
Superficie-1.759.540 km2
Densità-3 ab./km2
Capitale-Tripoli
Governo-Repubblica socialista popolare
Moneta-Dinaro libico
Lingua-Arabo, diffuso il berbero
Religione-Musulmana sannita

lìbico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Della Libia.
sm. Abitante o nativo della Libia.
 agg. e sm. Libyan.

Lìbico, desèrto Regione desertica dell'Africa nordorientale, costituente la parte orientale del Sahara.

libìdico, agg. (pl. m.-ci) Della libido.

libìdine, sf. 1 Voglia smoderata di piaceri sessuali. ~ lussuria. <> continenza. 2 Irrequieto e smodato desiderio di qualcosa. ~ brama. 3 Piacere. ~ soddisfazione.
 sf. lust.
 lat. libido,-inis, deriv. da libere piacere.

libidinosaménte, avv. In modo libidinoso; lussuriosamente, impudicamente, dissolutamente. ~ voluttuosamente.

libidinóso, agg. Lussurioso, voglioso, voluttuoso. ~ lascivo. <> morigerato.

libìdo, sf. invar. Termine di origine latina che letteralmente significa desiderio. In psicologia assume particolare risalto nell'opera di S. Freud che lo identificò con l'energia psichica alimentata dalle pulsioni sessuali; più tardi Jung preferì assegnarle il significato di pulsione generica, senza una specifica determinazione.

lìbito, sm. 1 Ciò che fa piacere o capriccio. 2 Nella locuzione a libito, italianizzazione delle latina ad libitum, a piacere.

libocédro, sm. Gimnosperma (Libocedrus decurrens) della famiglia delle Cupressacee e della classe delle Conifere. Raggiunge i 45 m di altezza e vive fino a 1.800 m di quota.

libràio, sm. Venditore di libri.
 sm. bookseller.
 lat. librarius.

libràre, v. v. tr. 1 Pesare. 2 Giudicare. ~ valutare.
v. intr. pron. Tenersi sospeso o in equilibrio; levarsi, erigersi. ~ innalzarsi
 v. intr. pron. to hover.
 lat. librare, deriv. da libra bilancia.

libràrio, agg. e sm. agg. Relativo al libro.
sm. Nella legione romana, chi teneva la contabilità dei soldati.
 agg. book.

libràto, agg. 1 Giudicato. 2 Tenuto sospeso.

librazióne, sf. Fenomeno astronomico, per effetto del quale circa il 60 % del suolo lunare risulta essere osservabile da un osservatore terrestre; questo a causa della combinazione dei moti della Terra e della Luna.
Librazione fisica
Fenomeno relativo al moto rotatorio della Luna; in questo caso, oscillando intorno al proprio baricentro, a causa di un'anomala distribuzione della massa, consente la visione di una parte di faccia nascosta.
Librazione in latitudine
Fenomeno grazie al quale si può vedere una parte della faccia nascosta della Luna, grazie al fatto che l'orbita lunare ha inclinazione variabile sull'eclittica.
Librazione in longitudine
Fenomeno che consente di vedere una parte della faccia nascosta della Luna grazie alla non uniformità del moto lunare in longitudine.

librerìa, sf. 1 Negozio di libri. 2 Raccolta di libri. ~ biblioteca. 3 Luogo o mobile in cui vengono raccolti i libri. ~ scaffale. 4 In informatica designa l'insieme di funzioni e procedure raccolte per essere utilizzate di frequente.
 sf. 1 bookshop. 2 (mobile) bookcase. 3 (stanza) library.

librescaménte, avv. In modo libresco.

librésco, agg. (pl. m.-chi) 1 Che deriva dai libri e non dalla viva esperienza; scolastico, superficiale. ~ teorico. <> pratico, reale. 2 Pedante. ~ noioso.

librettìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Autore dei versi di una opera musicale.

librettìstica, sf. Genere letterario concernente i libri delle opere musicali.

librettìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo ai libretti d'opera.

librétto, sm. 1 Opuscolo. ~ fascicoletto. 2 Taccuino per appuntamenti; blocchetto, taccuino. ~ carnet. 3 In campo bancario è un diario dove sono annotate le operazioni di versamento e prelievo (libretto di conto corrente, libretto di risparmio). 4 Nel campo musicale rappresenta il testo letterario di una qualsiasi opera (oratorio, cantata o lirica).
 sm. 1 booklet, small book. 2 (taccuino) notebook. 3 (di assegni) chequebook. 4 (mus.) libretto. 5 (aut., di circolazione) logbook. 6 (di risparmio) savings bank-book.
Libretto di lavoro
Documento obbligatorio rilasciato dal comune di residenza di cui ogni lavoratore dipendente deve essere provvisto; è infatti necessario per l'iscrizione nelle liste dell'ufficio di collocamento. Al momento della risoluzione del rapporto il datore di lavoro, che lo aveva in consegna, lo restituisce al lavoratore.

Libreville Città (352.000 ab.) del Gabon, sull'estuario del fiume Gabon. Capitale dello stato. Porto commerciale e industriale (prodotti alimentari, tessili, meccanici e del legno). Sede di un aeroporto. Fu fondata nel 1849.

Librìzzi Comune in provincia di Messina (2.161 ab., CAP 98064, TEL. 0941).

lìbro, sm. 1 Insieme dei fogli scritti cuciti insieme e rilegati in una copertina. ~ testo, opera, edizione, lavoro, volume. 2 Ciascuna delle parti in cui è divisa un'opera letteraria. ~ tomo. 3 Registro.
 sm. 1 book. 2 (libro di cassa) cash book. 3 (libro paga) payroll.
 lat. liber,-bri.
Per risalire alle origini del libro, occorre andare indietro nel tempo di circa 5.000 anni. È in Oriente che il libro fa la sua prima comparsa su argilla, legno, papiro e pergamena. Nel primo medioevo (XII sec.) fiorisce un'intensa attività editoriale portata avanti dagli amanuensi. L'introduzione della carta permette la sostituzione delle pergamene il cui costo era sempre più alto. La vera rivoluzione in questo ambito fu portata dalla stampa attorno al 1450. Ancora oggi grazie ai continui progressi forniti dalla fotocomposizione, dalla lettura ottica e dall'impressione contemporanea di più colori, è il mezzo più utilizzato per ogni tipo di divulgazione scientifica e di informazione.
Libri contabili
Libri che l'impresa deve tenere in aggiunta a quelli già obbligatori per la corretta gestione della contabilità; tassativi sono il libro giornale e il libro degli inventari.
Libro d'ore
Testi di devozione per i laici in uso in Francia, in Italia e nelle Fiandre tra il XIII e XVI sec., comprendenti brani evangelici, litanie, salmi e gli uffici della Vergine e dei defunti. Preziose testimonianze dell'arte della miniatura, i più famosi sono le Horae di Lorenzo il Magnifico e di Bona Sforza.

Libro degli esercizi spirituali Trattato di religione di Sant'Ignazio di Loyola (1548).

Libro degli schizzi, Il Racconto di W. Irving (1819-1820).

Libro dei canti, Il Opera di poesia di H. Heine (1827).

Libro dei cento capitoli, Il => "Stoglav"

Libro dei morti Raccolta di formule magiche e religiose di origine egizia (dal XVI sec. a. C.).
Libro dei morti
Opera di religione di anonimo (VIII sec.).

Libro dei nonsense, Il Opera di poesia di E. Lear (1846, 1861-1863).

Libro dei Re Opera di poesia di Firdusi (X-XI sec.).

Libro del buon amore Opera di poesia di J. Ruiz (ca. 1330-1343).

Libro del Cortegiano Trattato di B. Castiglione (1528).

Libro del forestiero, Il Opera di poesia di L. De Libero (1930-1942).

Libro del guanciale, Il Prosa di Sei Shonagon (994-1021 ca.).

Libro della collana Opera di poesia di M. Ibn Ezra (XII sec.).

Libro della consolazione divina, Il Opera mistica di Meister Eckhart (XIII-XIV sec.).

Libro della giungla, Il Romanzo di J. R. Kipling (1894). L'opera raccoglie una serie di racconti legati tra loro e ambientati in una giungla in qualche modo umanizzata e favolosa, nella quale la comunità degli animali è retta da leggi precise come una bene organizzata collettività nella quale è la legge morale a guidare i comportamenti. Il protagonista della narrazione è un ragazzo indiano, Mowgli, che si allontana dal suo villaggio e viene accolto da una famiglia di lupi. L'intelligenza del giovane e la sua abilità manuale lo fanno apprezzare dagli animali, i quali lo difendono dai pericoli della vita selvaggia. Mowgli impara la complessa Legge della giungla e a sua volta trasmette qualità umane agli animali. Palesemente racconto per bambini, Il Libro della Giungla ha trovato anche l'apprezzamento di lettori adulti, alcuni dei quali vollero vederci il tema del rapporto dell'individuo con la società o la metafora del governo coloniale inglese. Il successo si ripeté anche alla pubblicazione del Secondo libro della giungla nel 1895.

Libro della prigione, Il Canzoni di Charles d'Orléans (ca. 1415-1440).

Libro della sua vita Memorie di Santa Teresa d'Ávila (postume 1588).

Libro delle tre scritture Opera di poesia di Bonvesin de la Riva (ca. 1274).

Libro dell'Es, Il Opera di psicologia di G. Graddeck (1923).

Libro di Mencio => "Meng-tzu"

Libro di Sigüenza, Il Romanzo di G. Miró (1917).

Libro d'ore, Il Opera di poesia di R. M. Rilke (1899, 1905).

libùrna, sf. Antica popolazione illirica che viveva nelle isole Ionie e sulle coste orientali del mar Adriatico, nel quale compivano piraterie. Furono sconfitti nel 387 a. C. da Dionigi di Siracusa. In seguito entrarono nell'orbita di Roma costituendo un conventus della provincia dell'Illirico con centro a Sardona.

liburniàno, agg. e sm. Relativo a un piano dell'Eocene inferiore costituito da marne e ligniti che si trova nella Venezia Giulia. È ricco di fossili sia terrestri che d'acqua dolce.

libùrnico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al Liburniano.

licantropìa, sf. 1 Nelle credenze popolari, la trasformazione dell'uomo in lupo. 2 Forma di isterismo per cui il malato si crede trasformato in lupo.

licàntropo, sm. Chi è affetto da licantropia. ~ lupo mannaro.

licaóne, sm. (Lycaon pictus) Carnivoro della famiglia dei Canidi. Alto circa 75 cm, si differenzia dal lupo suo simile per la testa più tozza e il pelo più variamente macchiato. Diffuso nelle savane dell'Africa equatoriale, caccia in branco grossi Mammiferi, avvalendosi della sua abilità e resistenza nella corsa.

Licàta Comune in provincia di Agrigento (41.300 ab., CAP 92077, TEL. 0922). Centro agricolo e commerciale (coltivazione e mercato di foraggi, ortaggi e frutta) e industriale (prodotti alimentari, chimici, meccanici, raffinerie di zolfo e cantieri navali) alla foce del fiume Salso. Vi si trovano reperti archeologici, presso il Museo Civico, e il Castel Sant'Angelo, del XVII sec. Gli abitanti sono detti Licatesi.

Licciàna Nàrdi Comune in provincia di Massa Carrara (4.418 ab., CAP 54016, TEL. 0187).

lìccio, sm. Dispositivo di telaio per tessitura che alza e abbassa i fili dell'ordito per far passare la navetta.

licciòlo, sm. Ciascuno delle due asticciole orizzontali che sottendono e guidano le maglie del liccio.

liceàle, agg. e sm. agg. Di Liceo.
sm. Alunno di liceo.

licèe, sf. pl. Feste dell'antica Grecia celebrate sul monte Liceo in Arcadia in onore di Zeus Licio.
 greco lýkaia.

liceità, sf. Condizione di ciò che è lecito. ~ legittimità. <> illiceità.

Licènidi Famiglia di Insetti Lepidotteri eteroneuri comprendenti farfalle del gruppo dei ropaloceri.

licènza, sf. 1 Permesso. ~ autorizzazione. <> divieto. 2 Permesso concesso ai militari di assentarsi dal servizio per recarsi a casa. ~ congedo. 3 Atto con il quale il titolare di un brevetto o di un marchio ne consente a terzi lo sfruttamento economico. 4 Disdetta. 5 Diploma ottenuto dopo aver superato un esame che conclude un corso di studi. ~ attestato. 6 Eccessiva libertà. ~ sfrenatezza. <> castigatezza.
 sf. 1 licence. 2 (permesso) leave, permission. 3 (edilizia) planning permission. 4 (mil.) leave.
 lat. licentia, deriv. da licere.

Licènza Comune in provincia di Roma (955 ab., CAP 00026, TEL. 0774).

licenziaménto, sm. Atto, effetto del licenziare. ~ allontanamento. <> assunzione.
 sm. dismissal, firing.
Azione del datore di lavoro che unilateralmente decide di rescindere il rapporto di lavoro. Tale procedimento può essere attuato solo se esiste una giusta causa o un motivo valido. Nel primo caso si ha il cosiddetto licenziamento in tronco ove non esistano le condizioni per il proseguimento del rapporto; il secondo caso si presenta quando il lavoratore non rispetta adempimenti contrattuali o per ragioni legate all'organizzazione dell'attività produttiva; in tal caso deve essere preceduto da un adeguato periodo di preavviso. In ogni caso non può essere addebitato a motivi politici o religiosi e deve sempre essere intimato in forma scritta. Il lavoratore ha quindici giorni di tempo per richiedere i motivi che hanno portato al licenziamento e a sua volta il datore ne ha altri sette per rispondere (sempre in forma scritta). L'inosservanza di tali regole invalida completamente la procedura.

licenziàndo, agg. e sm. Che, chi sta per ottenere una licenza scolastica.

licenziàre, v. v. tr. 1 Congedare, espellere, salutare. ~ accomiatare. 2 Porre fine a un rapporto di lavoro; esonerare, sollevare. ~ dimissionare. <> assumere. si sentiva male al pensiero di dover licenziare anche uno solo dei dipendenti. 3 Pubblicare. ~ stampare. licenziare un libro alle stampe. 4 Dare la licenza. ~ diplomare, patentare. <> bocciare, respingere. lo licenziarono con il massimo dei voti.
v. rifl. 1 Rinunciare a un impiego. ~ dimettersi. 2 Terminare il corso di studi. 3 Congedarsi. ~ accomiatarsi. si licenziò con imbarazzo dagli ospiti. 4 Ritirarsi.
 v. tr. 1 to dismiss, to fire. 2 (ins.) to award a certificate to. v. rifl. to resign, to hand in one's notice.
 deriv. da licenza.

licenziatàrio, sm. Chi ha acquistato mediante contratto di licenza il diritto di sfruttare commercialmente un brevetto.

licenziàto, sm. 1 Chi ha subito o ha voluto la rescissione del proprio contratto di lavoro. ~ dimesso. 2 Chi ha concluso un regolare corso di studi.

licenziosaménte, avv. In modo licenzioso. ~ dissolutamente.

licenziosità, sf. Carattere di chi è licenzioso. ~ scostumatezza. <> castità, moralità.

licenzióso, agg. Dissoluto, depravato, volgare, sconcio, sfrenato, sregolato. ~ indecente. <> morale.

licèo, sm. 1 Celebre scuola di Atene, presso la quale insegnava Aristotele. 2 Scuola media superiore.
 sm. (ins.) secondary school.

lìchen, sm. Gruppo di dermatosi contraddistinte da papule pruriginose accompagnate dall'ispessimento e dal disseccamento della cute. In particolare, il lichen scrofulosorum è conseguenza di un'infezione tubercolare e si localizza principalmente al tronco del soggetto colpito; il lichen simplex è invece una forma cronica che si diffonde su nuca, braccia e gambe del paziente. È abbastanza frequente anche il lichen ruber planus, che può interessare tutta la superficie cutanea, concentrandosi però sulle mucose orale e genitale.

lichène, sm. Organismo vegetale costituito dalla simbiosi di un fungo con un'alga unicellulare delle Cloroficee o delle Cianoficee. Grazie alla sua straordinaria capacità di sopravvivenza alle condizioni più sfavorevoli, dai ghiacci polari ai deserti sabbiosi, è l'organismo vegetale a più ampia diffusione; può vivere sui muri, sugli alberi, sulle rocce e in terra.
Lichene delle renne
Lichene (Cladonia rangiferina) prevalentemente terricolo. Costituisce l'alimento principale delle renne.
Lichene d'Islanda
Lichene (Cetraria islandica) con un tallo suffruticoso; si trova nei pascoli alpini. Viene usato come medicinale.
Lichene geografico
Lichene (Lecidea geographica) con un tallo crostoso di colore giallo. Si trova nelle zone di montagna.
Lichene tipografico
Lichene (Graphis scripta) con un tallo crostoso. Si trova su rocce e cortecce dove disegna tacche simili a caratteri tipografici.

lichenificazióne, sf. Ispessimento cutaneo che presenta formazione di rughe e ispessimento delle pliche cutanee.

lichenìna, sf. Polisaccaride ad alto peso molecolare. Presente in diversi tipi di Licheni, si può identificare con la cellulosa di riserva.

Lichine, David (Rostov 1910-Stati Uniti 1972) Ballerino e coreografo russo naturalizzato statunitense. Fu tra i più grandi interpreti dei Balletti Russi di Diaghilev.

Licht Ciclo operistico diviso nei giorni della settimana di K. Stockhausen, libretto proprio (Milano, 1996).

Lichtenberg, Georg Christoph (Oberramstadt, Darmstadt 1742-Gottinga 1799) Scienziato. Tra le opere Aforismi (postumo, 1902-1908).

Lichtenstein, Roy (New York 1923-1997) Pittore statunitense. Tra le opere Takka Takka (1962, Colonia, Museo Ludwig).

Lìcia Mitica e antica regione dell'Asia minore sudoccidentale situata sul mare. Abitata originariamente dai solimi e dai termili, bellicosi popoli dediti alla pirateria, passò sotto il dominio persiano nel 546 a. C. conquistata da Aspargo; riuscì comunque a mantenere una propria dinastia e una certa autonomia fino alla completa colonizzazione da parte di Alessandro Magno. Nel 169 a. C. Roma la rese indipendente e si formò così la confederazione licia che incluse ventitré città. Nel 43 a. C. Claudio la fece divenire una provincia romana. Della sua antica civiltà sono giunti a noi importanti reperti funerari ed epigrafici.

Licìni, Osvàldo (Monte Vidon Corrado, Ascoli Piceno 1894-1958) Pittore. Tra le opere Uccello (1936, Torino, Galleria d'Arte Moderna) e Amalasunta su fondo cinabro (1949, Parigi, Collezione privata).

Licìnio, Bernardìno (Poscante di Bergamo ca. 1485-Venezia ca. 1550) Pittore. Tra le opere Ottaviano Grimani, Procuratore di San Marco (1541, Vienna, Kunsthistorisches Museum).

Licìnio, Valèrio Liciniàno (Nuova Dacia 250 ca.-Tessalonica 325) Imperatore romano. Augusto dell'occidente dal 308, sconfisse Massimino e Massenzio con la collaborazione di Costantino. I due si incontrarono a Milano nel 313 per spartirsi l'impero, ma presto si combatterono in guerra e Licinio venne ucciso.

lìcio, agg. e sm. agg. Relativo alla Licia.
sm. 1 Nativo o abitante della Licia. 2 Lingua parlata nell'antica Licia.

licitàre, v. intr. Offrire un prezzo all'asta.

licitazióne, sf. 1 Offerta di prezzo a un'asta pubblica. 2 Asta. ~ incanto. 3 Nel bridge, dichiarazione di punteggio e di seme all'apertura del gioco.
 lat. licitatio,-onis, deriv. da licitari.

Lick Osservatorio astronomico fondato da James Lick nel 1874 sul monte Hamilton, in California. Vi si trova uno dei maggiori rifrattori mondiali, con una lente di 90 cm, e uno dei maggiori riflettori.

Licodìa Eubèa Comune in provincia di Catania (3.056 ab., CAP 95040, TEL. 0933).

licodónte, sm. Nome comune e genere di Rettili Squamati indomalesi della famiglia dei Colubridi, comprendente serpenti non velenosi la cui mascella è munita di due-sei denti di forma allungata.

licósa, sf. Genere di Aracnidi Araneidi a cui appartengono ragni corridori della famiglia dei Licosidi, tra i quali vi sono la tarantola delle Puglie e alcune specie velenose originarie del Brasile.

Licósa, pùnta Promontorio della Campania, sulla costa salernitana, nel mar Tirreno. Chiude a sud il golfo di Salerno.

Licosìdi Famiglia di Aracnidi comprendente ragni cacciatori presenti su tutti il globo.

Lìctidi Famiglia di Insetti Coleotteri che comprende il genere Lyctus.

Licùrgo (Atene) (Atene 390 ca.-324? a. C.) Politico e oratore ateniese. Come amministratore delle finanze della città dal 338 al 327 a. C. fece costruire molte opere pubbliche tra le quali anche il teatro di Dioniso. Si oppose ad Alessandro Magno. Scrisse quindici discorsi giudiziari tra i quali anche due arringhe in sua difesa. Sono giunti sino a noi pochi frammenti e le Contro Leocrate.

Licùrgo (Sparta) Leggendario legislatore a cui Erodoto attribuiva la creazione del sistema politico spartano e l'organizzazione dell'esercito. La datazione della sua vita è incerta: secondo alcuni sarebbe vissuto nel X o IX sec. a. C., secondo Aristotele nell'VIII sec. a. C.

Lìdia Antica regione dell'Asia Minore occidentale posta tra la Frigia, la Misia e la Caria. Oltre alla capitale Sardi altre città fiorenti sono Clazomene e Colofone. Conobbe il periodo di maggior prosperità intorno al XIII-VIII sec. a. C. sotto la dinastia degli Eraclidi, il cui ultimo re Candaule fu ucciso da Gige della dinastia dei Mermnadi nel 685. Sotto Creso, ultimo suo appartenente, ebbe la sua massima ampiezza, portandosi fino alle città ioniche dell'Asia e fino al fiume Halys. Dopo la sconfitta da parte di Ciro, imperatore dei Persiani nel 547 a. C., fu poi conquistata da Alessandro Magno nel 333 a. C. e passò definitivamente sotto il dominio romano nel 133 a. C., incorporata nella provincia denominata Asia.

Lidia de Malkiel, Ròsa (Buenos Aires 1910-Oakland, California 1962) Filologa argentina. Studiosa di letteratura classica greca e latina, si dedicò successivamente alla letteratura spagnola medioevale e rinascimentale. Tra le opere Introducción al teatro de Sófocles (1944), La originalidad artistica de la Celestina (1962) ed Estudios de literatura española y comparada (pubblicato postumo, 1965).

lìdio, agg. e sm. agg. 1 Relativo alla Lidia. 2 Secondo Erodoto, etrusco.
sm. 1 Nativo o abitante della Lidia. 2 Lingua parlata nell'antica Lidia. 3 Secondo Erodoto, etrusco.4 Una dei modi classici dell'antica teoria musicale greca e uno dei loro toni di trasposizione.

lìdo, sm. 1 Lembo estremo di terra prospiciente il mare o un lago, su cui battono le onde. ~ sponda. 2 Ciascuno delle lingue di terra emerse parallelamente alla costa che separano tratti di mare formanti una laguna. ~ litorale. 3 Località marina attrezzata turisticamente. 4 Territorio, paese. ~ luogo.
 sm. shore, beach.
 lat. litus,-oris.

Lìdo di Òstia Frazione del comune di Roma (62.000 ab.), presso la foce del fiume Tevere. Turismo balneare. Divisa in due zone: il borgo fondato da Gregorio IV nell'830, oggi centro agricolo, e la zona archeologica, con gli scavi di Ostia antica. Collegata a Roma dalla via Ostiense, dall'autostrada, dalla ferrovia e dalla metropolitana, conserva edifici storici quali il castello del XV sec., la chiesa rinascimentale di Santa Aurea e numerosi resti e rovine di costruzioni romane: gli scavi archeologici di Ostia antica hanno portato alla luce una vasta area dell'antico centro, che per la ricca documentazione monumentale e per le numerose opere artistiche, si è rivelata una delle zone più importanti per la conoscenza del mondo romano. Di particolare interesse i sepolcreti, tra cui la grande necropoli dell'odierna Isola Sacra, con tombe di varie forme, colombari, rilievi, sarcofagi e iscrizioni. Fondata nella seconda metà del IV sec. a. C., dopo la conquista e la colonizzazione di Anzio, come base navale militare, divenne in seguito scalo commerciale e centro di raccolta del grano per l'approvvigionamento di Roma. Nel II sec. a. C. cominciò la sua decadenza, accelerata dalle devastazioni operate dalle popolazioni barbariche.

lie detector, loc. sost. m. invar. Macchina della verità: strumento che registra le modificazioni della pressione del sangue, del polso, del respiro e della conducibilità elettrica della cute con cui si vorrebbero "rilevare" le reazioni emotive nella formulazione delle bugie.

Lie, Sophus (Nordfjordeid 1842-Cristiania 1899) Matematico norvegese. Compì importanti studi sulla teoria dei gruppi di trasformazione e fece importanti applicazioni alla teoria delle equazioni differenziali.

Liebermann, Max (Berlino 1847-1935) Pittore tedesco. Studiò a Berlino, Weimar e Parigi. Sensibile alle condizioni del popolo, sviluppò una pittura ispirata al realismo e alla denuncia. Tra le opere Filatrici di lino (1887, Berlino, Gemäldegalerie), Ricamatrici al tombolo (Venezia, Ca' Pesaro) e Ritratto del barone Berger (1905, Amburgo, Kunsthalle).

Liebig, Justus von (Darmstadt 1803-Monaco 1873) Chimico tedesco. Introdusse i concimi chimici e favorì la fabbricazione degli estratti di carne, cui legò il suo nome.

Liebknecht, Wilhelm (Giessen 1826-Charlottenburg 1900) Politico tedesco. Nel 1864 promosse la prima Internazionale e nel 1869 fondò con A. Bebel il Partito operaio socialdemocratico. Nel 1875, al congresso di Gotha, venne fondato il Partito socialdemocratico tedesco. Ebbe un ruolo importante anche nella nascita della seconda Internazionale (1889).

Liechtenstein Monarchia costituzionale dell'Europa centrale, è situato sul confine tra Svizzera e Austria.
Ha una superficie di 160 km2 e una popolazione di circa 28.000 abitanti.
Il territorio è montuoso; raggiunge nella sua parte orientale l'altitudine di 2.500 m e digrada in direzione ovest verso la valle del Reno che segna tutto il confine svizzero e lungo il quale si apre una sia pure esigua fascia pianeggiante.
Il clima è tipicamente alpino, con inverni rigidi ed estati fresche e ventilate, mitigato a nord dalla presenza del lago di Costanza. Il paese è frequentemente interessato dal fohn, vento asciutto proveniente dalle Alpi.
La capitale è Vaduz, graziosa cittadina, abitata da quasi l'intera popolazione del paese; oltre alla capitale sorgono una decina di villaggi, tra cui Balzers, Schaan e Triesen.
L'economia è molto florida.
L'agricoltura occupa un ruolo ormai marginale nell'economia generale; si producono cereali (mais), patate e ortaggi; la presenza di estese zone a prato e pascolo hanno permesso un discreto sviluppo dell'allevamento e delle attività casearie.
La prosperità del paese è assicurata dalle attività industriali e terziarie (commercio, attività finanziarie e bancarie, turismo)
Sorgono in particolare industrie di meccanica di precisione e produzioni a elevato contenuto tecnologico (strumenti scientifici, apparecchiature elettroniche), oltre ad alcuni complessi alimentari, chimici, farmaceutici e alla tradizionale tessitura.
STORIA Costituitosi dall'unione dei signori di Vaduz e di Schellenberg, il Liecthenstein diventa principato nel 1719. Viene quindi inserito nella Conferederazione del Reno (1806-1814) e quindi nella Confederazione germanica (1815-1866). Dotato di una costituzione democratica dal 1921, è legato economicamente alla Svizzera (Unione doganale e finanziaria del 1923). Il Liechtenstein è diventato membro dell'ONU nel 1990.
Abitanti-31.000
Superficie-157 km2
Densità-197,4 ab./km2
Capitale-Vaduz
Governo-Monarchia costituzionale
Moneta-Franco svizzero
Lingua-Tedesco
Religione-Cattolica

lied, sm. (pl. lieder) Composizione tedesca di vario genere in cui musica e poesia rivestono importanza pressoché paritetica. Diffuso sin dal primo medioevo sia in rappresentazioni polifoniche che monodiche, ha avuto l'apice del successo nel XIX sec. Il lied romantico è una raffinata composizione, spesso su testi di alto valore poetico, per voce e pianoforte o orchestra. Così, F. Schubert compose alcuni lieder su poesie di J. W. Goethe, tra i quali si ricorda il celeberrimo Der Erlkönig (Il re degli elfi), che, cantato nel 1821 da M. Vogl, rese l'autore popolare a Vienna. Tra i maggiori esponenti troviamo G. Mahler, F. Schubert, R. Schumann, F. Mendelssohn, H. Wolf per l'Ottocento e P. Hindemith, A. Schönberg e A. Webern per il Novecento.

liederìstica, sf. Genere letterario del Lieder.

liederìstico, agg. (pl. m.-ci) Che concerne i lieder.

Liedholm, Nils (Valdemarsvik 1922-) Calciatore e allenatore svedese. Come giocatore conquistò quattro scudetti con il Milan (1951, 1955, 1957 e 1959). È allenatore dal 1961.

Liègi (in francese Liège, in belga Luik) Città belga (200.000 ab.) capoluogo della provincia omonima (3.862 km2, 1.000.000 ab.) posta sul fiume Mosa. Principale centro di lingua francese. Città prevalentemente religiosa e commerciale già dal XV sec., divenne gradualmente un centro industriale grazie allo sfruttamento del carbone, del legname e dei minerali delle Ardenne. Possiede numerose industrie siderurgiche (data l'ottima disponibilità di carbone), metallurgiche (in particolare zinco), meccaniche (automobili, locomotive, biciclette), della gomma, del vetro, del cemento, chimiche, tessili, alimentari e delle armi. È sede vescovile, di un'università, di un'accademia delle belle arti e del conservatorio reale. I musei Curtius, Ansembourg e del Vetro, il palazzo comunale, il palazzo vescovile (XVI sec.) e la cattedrale di St. Paul (XIII-XIV sec.) rappresentano le opere d'arte più importanti. Nota già dal VI sec., nel 720 Sant'Umberto vi portò la sede episcopale. Diventata principato grazie alle donazioni degli imperatori francesi e sassoni, nel 972 diventa un importante centro culturale. Dal 1302 al 1500 ebbe alterne fortune, passando sotto il dominio di diversi principi e re, fino a quando, nel 1492 Massimiliano d'Austria fu costretto a riconoscere al principato diversi privilegi. Nel periodo successivo Liegi sfuggì al declino economico dei Paesi Bassi e all'inquisizione e vide la nascita di nuove industrie (armi, vetro, chiodi). Nel XVIII sec. divenne la città più importante dei Paesi Bassi; successivamente fu annessa al Belgio nel 1830. Durante la seconda guerra mondiale la città subì gravi danni.

Lièrna Comune in provincia di Lecco (1.668 ab., CAP 22050, TEL. 0341).

lietaménte, avv. In modo lieto; allegramente. ~ festosamente.

lièto, agg. 1 Che sente o esprime contentezza; contento, allegro. ~ felice. <> triste. era lieto di quella visita. 2 Che riempie di gioia. ~ gaio. <> mesto. 3 Di evento, fausto. ~ gioioso. <> infausto. a lieto fine, che lascia tutti contenti.
 agg. 1 glad, happy, pleased. 2 (nelle presentazioni, molto lieto) pleased to meet you.
 lat. laetus grasso, allegro.

liève, agg. 1 Che pesa quasi nulla. ~ leggero. <> pesante. 2 Che è facile. ~ agevole. <> gravoso. 3 Tenue, fievole. ~ impercettibile. <> forte. un lieve respiro si avvertiva nel buio. 4 Piccolo. ~ irrilevante. <> considerevole. quel lieve impegno non lo preoccupava.
 agg. 1 slight, light. 2 (tenue) soft.
 lat. levis.

lieveménte, avv. 1 In modo lieve. ~ leggermente, mollemente. <> pesantemente. 2 Un po'. <> molto.

Lievens, Jan (Leida 1607-Amsterdam 1674) Pittore olandese. Tra le opere Ritratto di Constantijn Huygens, uomo di stato e poeta (ca. 1629-1630, Amsterdam, Rijksmuseum).

Lièvi, Césare (Gargnano 1952-) Regista teatrale. Portò in scena testi di Trakl, Pirandello e Goethe e fu anche drammaturgo e poeta.

lievissimaménte, avv. Impercettibilmente. ~ insensibilmente.

lievità, sf. Leggerezza, delicatezza. ~ tenuità. <> pesantezza.

lievitàre, v. v. tr. Amalgamarsi con il lievito.
v. intr. 1 Gonfiarsi della pasta per effetto del fermento che la rende morbida. ~ fermentare. <> diminuire. 2 Gonfiarsi e disfarsi della calce viva lasciata con poca acqua nel trogolo. ~ fermentarsi.
 v. tr. to leaven. v. intr. to rise.
 deriv. da lievito.

lievitazióne, sf. 1 Atto, effetto del lievitare. ~ fermentazione. 2 Aumento. ~ crescita. <> calo.

lièvito, sm. 1 Insieme di microorganismi (fermenti) che consentono la fermentazione di amido o di zuccheri. 2 Impulso. ~ stimolo.
 sm. 1 yeast. 2 (in polvere) baking powder. 3 (lievito di birra) brewer's yeast.
 lat. volg. levitus, p.p. di levare sollevare.
Se lo sviluppo dei microorganismi è spontaneo, il lievito viene detto naturale, se sono coltivati, artificiale, se l'insieme è costituito da sostanze chimiche si ha il lievito minerale. I primi due tipi di lievito sono formati principalmente da funghi Saccaromiceti e sono responsabili per esempio della lievitazione della birra, dell'orzo e del pane.

Lièvore, Càrlo (Carré, Vicenza 1937-) Lanciatore del giavellotto italiano. È stato più volte campione italiano e l'unico italiano che ha conquistato il primato mondiale nella specialità (nel 1961 con 86,74 m).

Lifar, Serge (Kiev 1905-Losanna 1986) Ballerino e coreografo russo. Tra i favoriti di Diaghilev nei Balletti Russi, in seguito creò balletti neoclassici (Icaro, 1935).

LIFO In informatica è la sigla di Last-in First-out (l'ultimo che entra è il primo che esce). Si tratta di una modalità di gestione dei dati mediante la quale viene elaborato per primo l'ultimo dato introdotto.

liftàre, v. tr. e intr. Nel tennis, eseguire un colpo liftato.
 inglese lift sollevare.

lifting, sm. invar. Eliminazione chirurgica delle rughe. ~ plastica.
 sm. face-lift.

Ligabùe, Antònio (Zurigo 1899-Gualtieri, Reggio Emilia 1965) Pittore italiano. Nato in Svizzera da emigranti italiani, venne affidato all'età di nove mesi a una famiglia di Zurigo. Espulso dalla Confederazione elvetica a causa della sua instabilità mentale, fu affidato al sindaco di Gualtieri, dove vagabondò, guadagnandosi da vivere con la realizzazione di cartelloni e fondali per i circhi di provincia. Dopo il 1930 conobbe lo scultore M. Mazzacurati, che intuì le sue doti artistiche e gli insegnò le tecniche di pittura e scultura. I suoi dipinti, caratterizzati dai colori accesi, vengono attualmente considerati come i migliori esempi di arte naïf. Tra le opere, Il re della foresta (Reggio Emilia, collezione Cesare Garavelli) e Agguato nella foresta (Novara, collezione privata).

Ligabùe, Luciàno (Correggio 1960-) La rockstar italiana più interessante degli anni '90. Utilizzando un rock personale, imperniato di sensazioni e sentimenti popolari, è riuscito a comporre pezzi in cui la perfetta fusione fra parole e musica non penalizza la trasmissione di un messaggio di vita semplice e vero che tanto è amato dal pubblico che lo segue. Tra gli album Ligabue (1990), Lambrusco, coltelli, rose & popcorn (1991), Sopravvissuti e sopravviventi (1993), Buon compleanno Elvis (1996), Su e giù dal palco (1997).

Ligeti, György (Dicsöszentmárton 1923-) Compositore ungherese. Autore tra l'altro di Le grand Macabre (opera, 1977) e Lux aeterna (per coro a cappella, 1966).

light, agg. invar. Detto di prodotto alimentare a basso contenuto calorico.

lìgio, agg. (pl. f.-gie) 1 Nel diritto feudale, detto di vassallo legato al suo signore da fedeltà assoluta. 2 Che è strettamente legato a una persona, a interessi, a sentimenti. 3 Osservante. ~ fedele. <> avverso. 4 Attento. ~ rigoroso, scrupoloso. <> negligente.
 agg. loyal, faithful.
 franc. antico lige.

lignàggio, sm. Discendenza, casa, casata, famiglia, dinastia, progenie. ~ stirpe.
 franc. lignage, deriv. da ligne.

Lignàna Comune in provincia di Vercelli (480 ab., CAP 13030, TEL. 0161).

Lignàno Sabbiadòro Comune in provincia di Udine (5.695 ab., CAP 33054, TEL. 0431).

Ligne, Charles-Joseph prìncipe di (Bruxelles 1735-Vienna 1814) Generale belga. Tipico rappresentante del cosmopolitismo del Settecento, fu consigliere a Vienna dell'imperatore Giuseppe II. Scrisse Miscellanea di scritti militari, letterari, sentimentali (1795-1811).

lìgneo, agg. Di legno. ~ legnoso.
 lat. ligneus.

lignìcolo, agg. e sm. Di animale, che vive nel legno.

lignificàre, v. v. tr. Trasformare con il processo della lignificazione.
v. intr. pron. Subire il processo di lignificazione.
 dal lat. lignum legno +-ficare.

lignificazióne, sf. Modificazione per infiltrazione della lignina.

lignìna, sf. Insieme di sostanze chimicamente complesse che incrostano la cellulosa delle pareti cellulari.

lignìte, sf. Carbon fossile di formazione recente (in particolare cenozoica e più raramente mesozoica) con carbonizzazione non molto avanzata e con potere calorico non elevato. Costituito per il 70% circa da carbonio, dal 15 al 45% d'acqua e da altri componenti organici (zolfo), è considerato uno stadio intermedio tra torba e litantrace. Tra i diversi tipi si hanno la lignite xiloide o piligno (legnosa e di colore scuro), la lignite picea (nera e compatta), la lignite torbosa (con residui vegetali tenuti insieme da una pasta scura).

lignolìte, sf. Materiale caratterizzato da una buona elasticità e coibenza acustica che si ottiene impastando la segatura di legno con ossido e ossicloruro di magnesio. Viene utilizzato per realizzare pavimentazioni di interni.

Ligny Centro del Belgio situato sulla Ligne, in provincia di Namur.
Storia
Fu teatro della battaglia che il 16 giugno 1815 (due giorni prima di quella di Waterloo) vide Napoleone vittorioso sull'esercito prussiano comandato da Blücher.

Ligónchio Comune in provincia di Reggio Emilia (1.195 ab., CAP 42039, TEL. 0522).

Ligòrio, Pìrro (Napoli ca. 1510-Ferrara 1583) Architetto. Tra le opere la villa d'Este a Tivoli (1550-1572) e il casino di Pio IV a Roma (1559-1562).

Ligosùllo Comune in provincia di Udine (211 ab., CAP 33020, TEL. 0433).

ligroìna, sf. Miscela di idrocarburi derivati dal petrolio che bolle tra i 100 e 130°C.

lìgula, sf. 1 In botanica, porzione della pagina superiore di graminacee e di altre piante simili situata nel punto di passaggio dalla guaina alla lamina. 2 In zoologia, pezzo dell'apparato boccale di alcuni Insetti Imenotteri che si è formato per fusione delle due glosse.

Lìgure Settore del mar Mediterraneo nordoccidentale, tra le coste della Liguria, della Provenza e della Corsica. Zona di previsione meteorologica (bollettino del mare) a nord del parallelo passante per capo Corso. Vi si affacciano alcune importanti città (La Spezia, Genova, Savona e Imperia) e centri turistici e di villeggiatura (Santa Margherita L., Portofino, Rapallo, Albenga, San Remo ecc.).

lìgure, agg., sm. e sf. agg. Della Liguria.
sm. e sf. Abitante, nativo della Liguria.

Lìgure, Appennìno Quella parte dell'Appennino settentrionale che si estende tra il colle di Cadibona e il passo della Cisa occupando parte della Liguria, del Piemonte, dell'Emilia e della Toscana e che ha il suo culmine nel monte Maggiorasca (1.800 m).

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_i.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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