Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 10

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 10

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 10

 

motociclìsmo, sm. Attività sportiva praticata con la motocicletta.
 sm. motorcycle.

motociclìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Chi guida una motocicletta. 2 Chi pratica il motociclismo.
 sm. e sf. motorcyclist.

motociclìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al motociclismo e ai motociclisti.

motocìclo, sm. 1 Motocicletta. 2 Motoveicolo a due ruote.
 sm. motorcycle.

motocistèrna, sf. Nave cisterna dotata di apparato motore a combustione interna.

motocolònna, sf. Colonna motorizzata.

motocoltivatóre, sm. Piccola trattrice impiegata in operazioni di falciatura e simili.

motocoltùra, sf. Coltivazione del terreno eseguita con macchine.

motocompressóre, sm. Gruppo costituito da un compressore e dal motore che lo mette in azione.

motocorazzàto, agg. Di reparto militare autotrasportato e corazzato.

motocròss, sm. invar. Attività sportiva motociclistica effettuata su percorsi accidentati.

motocrossìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi pratica il motocross.

motòdromo, sm. Impianto sportivo per gare motociclistiche.

motoèlica, sf. Propulsore costituito da uno o più motori a combustione interna con una o più eliche.

motofalciatrìce, sf. Macchina a motore impiegata per la falciatura.

motofurgóne, sm. Motocarro dotato di furgone.

motolància, sf. (pl.-ce) Lancia a motore.

motoleggèra, sf. Motocicletta di piccola cilindrata.

motonàuta, sm. e sf. (pl. m.-i)¤ ¤Chi naviga a bordo di un'imbarcazione dotata di motore.

motonàutica, sf. (pl.-che) Sport praticato con imbarcazioni a motore, in mare o in acque interne, sia a livello agonistico che per diporto. A livello agonistico le competizioni sono divise in classi di imbarcazioni, in funzione della cilindrata e del peso del motore. A livello internazionale sono definite otto categorie: entrobordo corsa, entrobordo sport, fuoribordo corsa, fuoribordo sport, entrofuoribordo, imbarcazioni pneumatiche, offshore e cabinati.

motonàutico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla motonautica.

motonàve, sf. Nave mercantile mossa da motore a scoppio.

motoneuróne, sm. Neurone motore, cellula nervosa delle corna anteriori del midollo spinale.

motopescheréccio, sm. Nave da pesca con motore a scoppio.

motopìsta, sf. Pista riservata alle motociclette.

motopómpa, sf. Gruppo costituito da una pompa e dal motore che la mette in funzione.

motopropulsóre, agg. Detto di gruppo costituito da un propulsore e dal relativo motore.

motoradùno, sm. Raduno sportivo o turistico di motociclisti.

motóre, agg. e sm. (f.-trìce) agg. Che muove, che trasmette il moto.
sm. Macchina in grado di trasformare diverse forme di energia in energia meccanica.
 agg. motor. sm. 1 motor, engine. 2 (veicolo a motore) motor vehicle.
In funzione del tipo di energia utilizzata, i motori sono classificati in motori ad accumulo di energia (sfruttano l'energia potenziale di una molla, di un volano o di un peso), eolici (sfruttano l'energia cinetica del vento), idraulici (sfruttano l'energia cinetica di un fluido in moto). I motori più comuni appartengono alle categorie dei motori elettrici e termici,applicazione pratica delle leggi dell'elettromagnetismo e della termodinamica. I primi motori a svilupparsi furono i motori termici, grazie allo studio del calore e delle leggi che ne governano lo scambio fra i corpi: la locomotiva a vapore, simbolo della rivoluzione industriale dell'Ottocento, ne è l'esempio più immediato. La prima macchina a vapore fu opera di J. Watt, ingegnere scozzese, nel 1769.
Motore a scoppio
L'invenzione del motore a scoppio non è chiaramente attribuibile a un solo scienziato, in quanto molti contribuirono alla nascita dell'odierna automobile. L'idea originale era contenuta già nella pistola di Alessandro Volta (1777), partendo dalla quale nel 1807 lo svizzero De Rivaz applicò a un carretto un dispositivo simile alla pistola di Volta, con accensione per elettricità e funzionante con una miscela di metano e ossigeno. Nel 1876 i tedeschi Otto e Langen, partendo dalle esperienze degli italiani Barsanti e Matteucci realizzarono un motore a quattro tempi funzionante a petrolio leggero. Dieci anni dopo il tedesco Daimler costruì i primi motori e nel 1888 produsse il Daimler a due cilindri, che costituì il primo standard per i costruttori europei. La prima manifestazione sportiva automobilistica avvenne a Parigi nel 1894: diciassette vetture si presentarono alla partenza e la competizione fu vinta dal marchese de Dion. Le prime industrie automobilistiche in Italia si affermarono a partire dal 1901. Nel 1913 Henry Ford avviò la produzione di automobili con catene di montaggio a Detroit.
Motore ad aria compressa
Sono motori a turbina e volumetrici che agiscono sfruttando l'espansione dell'aria compressa preventivamente da un compressore.
Motore di ricerca
Insieme di programmi e procedure che ricercano e recuperano dati in Internet.
Motore elettrico
Macchina in grado di trasformare l'energia elettrica in lavoro meccanico. I motori elettrici si distinguono in lineari e rotativi a seconda del tipo di movimento trasmesso. I lineari sono intensamente usati in robotica e quando serve un'attuazione lineare. Nei motori rotativi si distingue una parte rotante, detta rotore o indotto, contenuta in un elemento fisso, detto statore o induttore. Entrambe le parti dispongono di circuiti elettrici e di circuiti magnetici. La coppia motrice è esplicata dall'azione del campo magnetico sui circuiti elettrici della parte rotante. I motori elettrici si distinguono poi in motori a corrente continua e a corrente alternata, in funzione del tipo di alimentazione. Nel caso dei motori a corrente alternata, essi possono essere poi sincroni o asincroni, a seconda che abbiano una velocità di funzionamento costante (sincronismo) oppure no: in questo secondo caso la velocità varia in funzione del carico e cioè diminuisce all'aumentare dello sforzo richiesto (scorrimento).
Motore termico
Macchina in grado di trasformare l'energia termica prodotta da una combustione in lavoro meccanico. Si parla di motori a combustione esterna (esotermici) e motori a combustione interna (endotermici). Nei motori a combustione esterna la cessione di calore avviene tra i gas prodotti dalla combustione e il fluido motore (acqua o vapore) attraverso uno scambiatore detto caldaia. Sono motori esotermici le turbine a vapore e i motori alternativi a vapore, oggi utilizzati quasi soltanto in campo ferroviario. Nei motori endotermici il fluido motore è costituito dai gas prodotti dalla combustione. Tra questi i motori alternativi, che funzionano con un pistone in moto rettilineo alternativo. Sono utilizzati diversi tipi di cicli termodinamici, dal ciclo Otto proprio dei motori a scoppio, al ciclo Diesel. Perché si verifichi la combustione occorre comunque che il combustibile (benzina, nafta ecc.) sia miscelato, in proporzioni opportune, con l'aria e si hanno dispositivi a carburatore e a iniezione. La trasformazione di energia termica in lavoro meccanico avviene in quattro fasi successive: aspirazione di combustibile e aria, compressione della miscela all'interno della camera di scoppio, combustione ed espansione. L'intero ciclo si verifica in due giri dell'albero motore e si parla di motore a quattro tempi. Se invece l'intero ciclo termico avviene in un solo giro dell'albero motore si parla di motori a due tempi, nei quali le fasi di aspirazione-compressione e di scoppio-scarico avvengono ciascuna in un'unica corsa dello stantuffo. La fase motrice è comunque soltanto l'ultima e si usa perciò un volano, solidale con l'albero motore, per renderne uniforme la rotazione, restituendo durante le fasi passive l'energia accumulata nella fase attiva. Il motore Wankel si differenzia dal motore a scoppio alternativo in quanto è un motore di tipo rotativo, nel quale il ciclo Otto avviene all'interno di un cilindro ovale, dove ruota in modo eccentrico un pistone di forma opportuna, pressocché triangolare. Nei motori a scoppio la combustione avviene per innesco da parte di una scintilla generata da dispositivi elettromagnetici o elettronici. Nel ciclo Diesel invece, la combustione avviene per autoaccensione del combustile iniettato nell'aria resa calda dalla compressione. In campo aeronautico si utilizzano i motori a reazione, nei quali il fluido esercita la propria spinta sulla parete di un recipiente mentre fuoriesce da un ugello.

motoreattóre, sm. Gruppo costituito da un propulsore a reazione, dal relativo compressore e dal motore alternativo.

motorétta, sf. Motociclo di piccola e media cilindrata, motoscooter.

motorhome, sf. invar. Veicolo a motore simile all'autocaravan con cabina di guida unita al vano abitabile.

motorìno, sm. 1 Motociclo di piccola cilindrata. ~ ciclomotore. 2 Piccolo motore elettrico per avviare gli autoveicoli.
 sm. moped.

motòrio, agg. Che concerne il moto, la trasmissione del moto.

motorìsmo, sm. L'insieme delle attività sportive praticate con mezzi a motore.

motorìsta, sm. (pl.-i) Chi è addetto ai motori a scoppio. ~ meccanico.

motorìstica, sf. (pl.-che) Complesso di attività relative alla progettazione e alla costruzioni di motori.

motorìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alle attività sportive praticate con mezzi a motore.

motorizzàre, v. v. tr. Munire di motore o di mezzi di trasporto a motore. ~ meccanizzare. aveva il problema di motorizzare un intero reparto senza disporre però di fondi sufficienti.
v. rifl. Munirsi di apparecchiatura a motore.
 franc. motoriser.

motorizzàto, agg. Di reparto, fornito di mezzi di trasporto a motore.
 agg. 1 (mil.) motorized. 2 (persona) having a car.

motorizzazióne, sf. 1 Il motorizzare. 2 L'insieme dei problemi tecnici e organizzativi concernenti i mezzi di trasporto a motore. l'ufficio della motorizzazione civile non brillava per efficienza nello smaltire le pratiche.
 franc. motorisation.

motorscooter, sm. invar. Motociclo di piccola e media cilindrata con ruote piccole.

motoscàfo, sm. Imbarcazione mossa da motore a scoppio, entro o fuoribordo.
 sm. motorboat.

motoscooter, o motoscùter => "motorscooter"

motoscùter => "motoscooter"

motoscuterìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi guida un motoscooter.

motoséga, sf. Sega azionata da un motore.

motosidecar, sm. invar. Termine inglese corrispondente all'italiano motocarrozzetta.

motosilurànte, sf. Nave silurante, piccola e veloce.

motoslìtta, sf. 1 Tipo di slitta con motore a elica. 2 Motociclo munito di cingoli e pattino da neve.

motóso, agg. Sporco di mota.

mototorpedinièra, sf. Torpediniera dotata di apparato motore endotermico.

motovedétta, sf. Nave piccola e veloce, antisommergibile, impiegata nella vigilanza delle coste.

motoveìcolo, sm. Veicolo a motore dotato di due o tre ruote.

motovelièro, sm. Veliero fornito di apparato ausiliario di propulsione a motore.

motovelòdromo, sm. Pista con curve sopraelevate per gare ciclistiche e motoristiche, costruita in cemento o in legno.

motovettùra, sf. Motoveicolo a tre ruote, generalmente dotato di carrozzeria chiusa.

motozàppa, sf. Macchina a motore per lavorare il terreno.

motozàttera, sf. Grossa barca, generalmente a fondo piatto, dotata di motore.

motrìce, sf. Macchina o veicolo atto a trainare.
 sf. engine.

motricità, sf. La funzione motoria e i complessi meccanismi che vi intervengono.

Mott, Neville F. (Leeds 1905-Milton Keynes 1996) Fisico inglese. Compì importanti studi di magnetismo e nel 1977, con J. H. Van Vleck e P. Anderson, fu insignito del premio Nobel.

Mòtta Balùffi Comune in provincia di Cremona (980 ab., CAP 26045, TEL. 0375).

Mòtta Camàstra Comune in provincia di Messina (965 ab., CAP 98030, TEL. 0942).

Mòtta d'Afférmo Comune in provincia di Messina (1.158 ab., CAP 98070, TEL. 0921).

Mòtta de' Cónti Comune in provincia di Vercelli (896 ab., CAP 13010, TEL. 0161).

Mòtta di Livènza Comune in provincia di Treviso (8.596 ab., CAP 31045, TEL. 0422).

Mòtta Montecorvìno Comune in provincia di Foggia (1.159 ab., CAP 71030, TEL. 0881).

Mòtta San Giovànni Comune in provincia di Reggio Calabria (6.592 ab., CAP 89065, TEL. 0965). Centro agricolo (cereali, bergamotto, olive), dell'allevamento (ovini, caprini), della pesca e industriale (materiali da costruzione).

Mòtta Sànta Lucìa Comune in provincia di Catanzaro (968 ab., CAP 88040, TEL. 0968). Centro agricolo e della pastorizia.

Mòtta Sant'Anastàsia Comune in provincia di Catania (8.716 ab., CAP 95040, TEL. 095).

Mòtta Viscónti Comune in provincia di Milano (5.495 ab., CAP 20086, TEL. 02).

Mòtta, Àngelo (Gessate 1890-Milano 1957) Fondatore nel 1919 dell'omonima società dolciaria.

Mottafollóne Comune in provincia di Cosenza (1.665 ab., CAP 87010, TEL. 0981).

Mottalciàta Comune in provincia di Biella (1.343 ab., CAP 13030, TEL. 0161).

Mottaróne Monte (1.491 m) del Piemonte orientale, in provincia di Novara, tra il lago Maggiore e il lago d'Orta.

motteggiaménto, sm. Atto del motteggiare frequente.

Motteggiàna Comune in provincia di Mantova (1.812 ab., CAP 46020, TEL. 0376).

motteggiàre, v. v. tr. Pungere con motti.
v. intr. Dire motti.

motteggiatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, o chi, motteggia, mordace.

mottéggio, sm. Il motteggiare.

Mottelson, Ben Roy (Chicago 1926-) Fisico danese. Di origine statunitense, compì importanti studi sulla struttura nucleare. Nel 1975, con J. Rainwater e A. Bohr fu insignito del premio Nobel.

mottétto, sm. 1 Componimento popolare in rima, di solito breve e arguto. 2 Composizione musicale, specialmente su testi latini e d'uso sacro. Creato dalla scuola musicale francese di Notre Dame, il mottetto fu la forma musicale più importante del medioevo. Il Manoscritto di Montpellier e il Manoscritto di Bamberga sono le principali raccolte di mottetti.

mòtto, sm. Detto breve e arguto, spesso scherzoso e pungente. ~ proverbio.
 sm. 1 motto. 2 (proverbio) saying. 3 (battuta spiritosa) witty.

Motto di spirito Opera di psicologia di S. Freud (1905).

Mòttola Comune in provincia di Taranto (16.795 ab., CAP 74017, TEL. 099). Centro agricolo (coltivazione di olive, viti e frumento) e industriale (prodotti alimentari). Vi si trova la cattedrale costruita tra il XIII e il XVI sec. Gli abitanti sono detti Mottolesi.

motuléso, agg. e sm. Che, o chi, è leso nelle sue capacità motorie.

motupròprio, avv. e sm. avv. Spontaneamente.
sm. invar. Decreto emesso da papi e sovrani di loro iniziativa, specialmente per concedere onorificenze e titoli nobiliari.

Mouchette (Tutta la vita in una notte) Film drammatico, francese (1967). Regia di Robert Bresson. Interpreti: Nadine Nortier, Paul Hebert, Jean Vimenet. Titolo originale: Mouchette

Mouhoun Provincia (289.000 ab.) del Burkina Faso, capoluogo Dédougou.

Moulmein Città (220.000 ab.) del Myanmar, sul fiume Salween. Capoluogo dello stato di Mon.

Moulouya Fiume (515 km) del Marocco. Nasce dal Medio Atlante e sfocia nel mar Mediterraneo.

Moundou Città (281.000 ab.) del Ciad, capoluogo della prefettura di Logone Occidental.

mount In informatica è il nome di un comando del sistema operativo UNIX che permette di aggiungere un insieme di directory al file system.

Mountain Provincia (103.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Luzon. Capoluogo Bontoc.

mountain bike, loc. sost. f. invar. Bicicletta con cambio a molte velocità e con caratteristiche che la rendono adatta a percorrere salite molto ripide e percorsi accidentati.

Mountbatten, Philip (Corfù 1921-) Duca di Edimburgo. Dal 1947 è marito di Elisabetta II d'Inghilterra.

mouse, sm. invar. Dispositivo di puntamento, utilizzato nei computer per inserire comandi e informazioni in alternativa alla tastiera. Deriva il suo nome (in inglese significa topo) dalla forma compatta (idonea per renderlo facilmente maneggiabile) e dal filo di collegamento al computer che simula la coda di un topo. Funziona trasformando gli spostamenti laterali sul piano di lavoro in spostamenti sul video del computer; uno o due pulsanti consentono di confermare un'azione o un comando selezionato.

mousse, sf. invar. 1 Piatto freddo a base di un passato di carni diverse. 2 Crema. ~ spuma, schiuma.

movènte, sm. Motivo, impulso, stimolo.
 sm. motive.

movènza, sf. Atteggiamento nel muoversi. ~ movimento.

movìbile, agg. Che si può muovere, mobile.
 lat. mediev. movibilis.

movìl, sm. invar. Nell'industria chimica, filato di cloruro di polivinile prodotto in Italia.

movimentàre, v. tr. Rendere mosso, animato. ~ muovere.
 v. tr. to liven up.
 franc. mouvementer, deriv. da mouvement movimento.

movimentàto, agg. Agitato, mosso. ~ animato. <> tranquillo.
 agg. 1 animated, lively. 2 (trafficato) busy.

movimentìsmo, sm. Tendenza a privilegiare l'iniziativa spontanea della base rispetto all'azione delle strutture gerarchiche.

movimentìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Sostenitore del movimentismo.

moviménto, sm. 1 L'azione del muovere e del muoversi. ~ moto. <> stasi. era impacciato nei movimenti. 2 Animazione, traffico. ~ turbolenza. il movimento di veicoli nell'ora di punta era snervante. 3 Parte di sinfonia, sonata e simili. 4 Reazione dell'animo. un movimento d'ira si impadronì di lui. 5 Corrente artistica.
 sm. 1 movement. 2 (traffico) traffic. 3 (mus.) movement, tempo.

Movimento e istituzione Opera di sociologia di F. Alberoni (1977).

moviménto modèrno In architettura e urbanistica si definisce movimento moderno il complesso di opere che, nel periodo compreso tra la prima e la sconda guerra mondiale, promosse il rinnovamento dell'architettura, vissuta come impegno civile per il rinnovamento della società. Tra gli esponenti principali del movimento W. Gropius, fondatore a Weimar del Bauhaus, Mies van der Rohe, Le Corbusier e M. Breuer.

moviòla, sf. Apparecchio per il montaggio di pellicole cinematografiche usato per sincronizzare le immagini con la colonna sonora, utilizzato in televisione anche per osservare al rallentatore particolari scene di azioni sportive.
 deriv. dall'ingl. movie film.

Mowatt, Anna Cora Ritchie (Bordeaux 1819-Twickenham 1870) Scrittrice e attrice statunitense. Attrice celebre, è autrice di un libro satirico di successo (Moda, 1845) e di un apprezzato lavoro autobiografico, Autobiografia di un'attrice (1856).

Moxico Provincia (334.000 ab.) dell'Angola orientale, capoluogo Lwena.

Moyen-Chari Prefettura (745.000 ab.) del Ciad, al confine con la Repubblica Centrafricana. Capoluogo Sarh.

Moyo Città (178.000 ab.) dell'Uganda, al confine con il Sudan. Capoluogo la città omonima.

Mozambìco Repubblica dell'Africa meridionale, confina a nord con la Tanzania, a ovest con il Malawi, lo Zambia e lo Zimbabwe, a sud-ovest e a sud con la Repubblica Sudafricana e lo Swaziland, a est si affaccia all'oceano Indiano (Canale del Mozambico).
Le coste, che si sviluppano per più di 2.400 km, sono alte e rocciose a nord, basse e sabbiose a sud, spesso orlate da cordoni sabbiosi, che si articolano nelle due baie di Inhambane e Maputo.
L'entroterra è costituito da una prima fascia pianeggiante, di origine alluvionale, che si innalza verso l'interno in un altopiano di altitudine media di 300 m.
Il Mozambico centrale è dominato dall'ampia e profonda incisione della valle dello Zambesi; a sud ci sono alcuni massicci isolati; fra questi il monte Binda tocca i 2.436 m, massima vetta del paese.
Numerosi fiumi solcano il territorio scendendo dalle terre alte del continente e sfociando direttamente nell'oceano Indiano.
Lo Zambesi attraversa il paese con il suo corso finale, arricchito da vari tributari, tra cui lo Shire e il Luangwa. Gli altri corsi d'acqua sono il Rovuma, il Lùrio, il Save, il Limpopo, di regime piuttosto irregolare; la loro navigabilità è spesso impedita dalla presenza di rapide e cascate, di cui alcune sfruttate per la produzione di energia elettrica (è il caso delle cascate di Cabora Bassa, sullo Zambesi).
Al Mozambico appartiene inoltre una parte del lago Niassa.
Il clima registra temperature elevate, con scarse escursioni annue.
Centro principale è la capitale, Maputo, sbocco importante di un vasto retroterra, uno dei principali centri dell'Africa meridionale.
Altri importanti centri sono Beira, Quelimane e Nampula.
A eccezione di gruppi misti lungo la costa, la popolazione è composta in grande maggioranza da neri bantu.
Base dell'economia del paese è l'agricoltura che interessa oltre l'80% della popolazione attiva.
Prevale nettamente un'attività di puro sostentamento, che produce manioca, cereali (riso, mais, sorgo, frumento), nonché patate e altri prodotti orticoli.
Le colture più remunerative rimangono quelle commerciali di piantagione, rappresentate da cotone, canna da zucchero, tè, agave sisalana e acajù, (noce dell'anacardio, sfruttata dall'industria farmaceutica). Un certo rilievo hanno anche gli agrumi, le banane, alcune oleaginose (arachidi, ricino, girasole), il tabacco e la palma da cocco, diffusa nella fascia costiera.
Ingenti sono le risorse forestali, da cui si traggono varie essenze pregiate.
Modesto è il patrimonio zootecnico, ben sviluppata è la pesca.
Le risorse minerarie appaiono cospicue, benché manchi tuttora un loro adeguato sfruttamento.
Si estraggono carbone, bauxite, oro, rame, fluorite, uranio, pietre preziose ecc. Sono in corso prospezioni petrolifere mentre sono già stati individuati ricchi giacimenti di minerali di ferro.
L'industria conta alcune raffinerie, dei cementifici, piccoli stabilimenti meccanici; i settori meglio rappresentati sono quello chimico (che produce fertilizzanti, acido solforico ecc.) e quello della trasformazione dei prodotti agricoli locali: manifatture di tabacco, cotonifici, oleifici, zuccherifici, birrifici, impianti per la lavorazione delle noci di acajù, complessi molitori.
STORIA Tra il X e il XV sec., il paese popolato da bantu, è organizzato in piccole tribù guidate da dinastie ereditarie: i regni Maravi. Essi esportano verso sud l'avorio locale. Nel 1490 i portoghesi si insediano lungo le coste. I commercianti arabi indirizzano il commercio verso lo Zambesi. Nel 1544 Lorenzo Marques fonda una città alla quale dona il proprio nome (oggi Maputo). Nei secoli XVII-XVIII, l'influenza portoghese si afferma nelle basse valli orientali. Nel periodo 1887-1893 le frontiere della nuova colonia portoghese vengono fissate tramite accordi con la Germania e la Gran Bretagna. Nel 1951 il Mozambico diventa provincia portoghese d'oltremare.
Nel 1964 il Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo) fondato due anni prima, avvia la guerriglia contro la dominazione portoghese. Nel 1975 viene proclamata l'indipendenza. Il presidente del Frelimo, Samora Machel, diventa presidente della repubblica popolare. La situazione economica si aggrava negli anni seguenti e, a partire dal 1979, una ribellione armata anticomunista si sviluppa con il sostegno dell'Africa del Sud. Nel 1986 Samora Machel muore in un incidente aereo. Gli succede Joaquim Chissano. Nel 1990 una nuova costituzione mette fine a quindici anni di regime a partito unico e instaura il pluralismo. Nel 1992 J. Chissano e il capo della ribellione firmano un accordo di pace. Due anni dopo, le prime elezioni presidenziali pluraliste confermano J. Chissano alla guida dello stato. Nel 1995 il Mozambico diventa membro del Commonwealth.
Abitanti-16.004.000
Superficie-786.380 km2
Densità-20,3 ab./km2
Capitale-Maputo
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Metical
Lingua-Portoghese e lingue bantu
Religione-Animista, cattolica, musulmana
Stretto del Mozambico
Braccio di mare dell'oceano Indiano che separa le coste sudorientali dell'Africa dall'isola di Madagascar.

Mozambìco (città) Città del Mozambico (12.500 ab.), in provincia di Nampula, porto situato sulla piccola isola corallina di Mozambico a pochi chilometri della costa continentale. Venne toccata da Vasco de Gama nel 1948 e poi occupata dai portoghesi nel 1508. Ha edifici del XVI sec.

mozàrabi Nome con il quale venivano indicati nel medioevo i cristiani spagnoli che furono assoggettati dai musulmani e assimilarono da loro lingua e costumi, dando vita a una letteratura arabo-cristiana.

mozaràbico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Relativo alla cultura islamica dei mozarabi, sviluppatasi in Spagna sotto il dominio arabo.

Mozart in viaggio per Praga Racconto di E. Mörike (1856).

Mozart, Wolfgang Amadeus (Salisburgo 1756-Vienna 1791) Compositore austriaco. Nacque il 27 gennaio 1756 da Leopold Mozart e Anna Maria Pertl; fu battezzato il giorno dopo nel duomo di Salisburgo con i nomi Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theofilus. Ebbe sei fratelli ma solo il quarto, Maria Anna Walpurga detta Nannerl, rimase in vita. Il padre dotato di musicalità non comune riuscì a farsi valere come violinista e pianista e trasmise questa dote ai figli. Riuscì a sviluppare le geniali doti di Wolfgang, ponendole su una solida base e indirizzandole musicalmente; a quattro anni Mozart era in grado di suonare piccoli minuetti sul pianoforte, a cinque li imparava in mezz'ora e nell'estate 1762 il padre poté trascrivere su un libretto le prime composizioni del figlio. Il padre intraprese molto presto lunghi viaggi per far conoscere al mondo le capacità del figlio. Questi viaggi iniziati quando Wolfgang aveva solo sei anni, ebbero un'influenza negativa sulla gracile costituzione del bambino, ma resero possibile il contatto del genio con il mondo della cultura europea. Le capacità recettive del piccolo Mozart, per tutte le impressioni musicali ricevute, furono addirittura incredibili. Durante il carnevale del 1762 Wolfgang aveva imparato a suonare il violino; il padre intraprese con i due figli un viaggio di tre settimane a Monaco di Baviera. I ragazzi si esibirono anche davanti al Principe elettore Massimiliano. Nel settembre 1762 la famiglia partì per la capitale, Vienna, e il 13 ottobre Mozart suonò alla presenza dell'imperatrice Maria Teresa suscitando grande ammirazione e entusiasmo e ricevendo un'abbondante ricompensa in denaro e doni preziosi. Nella primavera del 1763 furono iniziati i preparativi per un nuovo lungo viaggio. La prima tappa fu Monaco, poi Augusta, la città natale di Leopoldo. Il 7 luglio Wolfgang suonò il grande organo del monastero di Ulm, quindi proseguirono per Heidelberg, Mannheim, Worms e Magonza dove rimasero sino alla metà di settembre per poi continuare per Coblenza, Bonn, Colonia, Aquisgrana e Bruxelles. In novembre giunsero a Parigi dove si fermarono per cinque mesi. Ben presto furono introdotti nei migliori circoli della buona società di Parigi e in marzo e aprile diedero anche due concerti pubblici. In questo periodo apparvero le prime composizioni di Wolfgang in stampa. Furono quattro sonate per pianoforte con accompagnamento di violino (K. 6-9) scritte tra il 1762 e il 1764, piccoli pezzi freschi e vivaci. Il 10 aprile 1764 i Mozart lasciarono Parigi e il 23 aprile giunsero a Londra. Qui Johann Christian Bach fu molto vicino al piccolo Mozart, non solo dal punto di vista artistico, ma anche personalmente come maestro e amico. I suoi insegnamenti di musica moderna, sia operistica che strumentale italiana, sarebbero stati di esempio a Mozart per tutta la vita. L'avvenimento più importante di questo periodo fu la composizione delle dueprimesonate, in mi bem. maggiore (K. 16) e in re maggiore (K. 19), scritte nell'estate. Nel luglio 1765 i Mozart lasciarono Londra e passando per Gent, Anversa e Rotterdam giunsero all'Aja dove vennero accolti dal principe Orange. Wolfgang compose per la sorella del principe una bella aria per soprano Conservati fedele (K. 23), sei sonate per pianoforte e violino (K. 26-31), alcune piccolezze e una deliziosa sinfonia in mi bem. maggiore (K. 22). Il viaggio di ritorno, essendosi ammalati Nannerl e Wolfgang, venne rinviato sino al maggio 1766. Il 10 maggio i Mozart arrivarono a Parigi e suonarono a corte. Il viaggio proseguì attraverso Digione, Lione, Ginevra, Losanna, Berna e Zurigo dove tennero due concerti, quindi per Winterthur, Schaffhausen, Donaueschingen dove trascorsero dodici giorni allegri facendo musica notte e giorno. Continuarono il viaggio verso Augusta, Monaco e alla fine del novembre 1766 tornarono a Salisburgo. Per il giovane Wolfgang ci fu un periodo di studio nel quale ebbe modo di farsi una cultura generale oltre al francese, l'inglese, un po' di latino e l'italiano che fu la lingua più amata e usata da Wolfgang. Numerose furono la composizioni di questo periodo: la prima parte per un oratorio scolastico per la corte, Die schuldigkeit des ersten Gebots (K. 35), il dramma in latino Apollo et Hyacinthus (K. 38), una cantata quaresimale tedesca Grabmusik (K. 42). Dal settembre 1767 alla fine del 1768 fece il secondo viaggio a Vienna. La famiglia Mozart, sperando di fuggire a un'epidemia di vaiolo, si trasferì a Olmütz ma qui Wolfgang e sua sorella vennero colpiti dalla grave malattia. Ai primi di gennaio 1768 i Mozart tornarono a Vienna. In questo periodo Wolfgang compose la prima opera buffa La frutta semplice (K: 51); ma venne ritirata e soltanto nel gennaio del 1769 fu rappresentata a Salisburgo. A Vienna venne invece rappresentata la piccola opera pastorale Bastien e Bastienne. Wolfgang ricevette anche l'incarico di comporre una Messa per l'inaugurazione della nuova chiesa degli orfanelli sul Rennweg; Wolfgang diresse personalmente questa opera alla presenza della famiglia imperiale. Nei primi giorni del febbraio 1769 la famiglia Mozart tornò a Salisburgo. Le composizioni di quest'anno furono due deliziose Cassazioni (K. 63 e 99), la prima Serenata in otto tempi (K. 100) e infine una bella Messa, la così detta Dominikus-Messe (K. 66). A fine novembre Wolfgang venne nominato maestro di cappella senza stipendio. Il 13 dicembre iniziò il viaggio in Italia, questa volta senza la madre e senza Nannerl. Furono a Innsbruch, Bolzano, Trento e Verona e si fermarono a lungo a Rovereto dove Wolfgang suonò l'organo nella chiesa principale. Nonostante un freddo terribile, il viaggio proseguì per Mantova, Cremona e il 23 gennaio arrivarono a Milano. Wolfgang venne scritturato per il Mitridate, re di Ponto. A Lodi terminò il suo primo quartetto per archi (K. 80). L'11 aprile giunse a Roma; nella Cappella Sistina Wolfgang ebbe modi di ascoltare il famoso Miserere di Gregorio Allegri e lo riscrisse completamente a memoria. A Napoli i Mozart visitarono il Vesuvio e Pompei e il 26 luglio ritornarono a Roma. Wolfgang superò l'esame per essere ammesso alla famosa Accademia Filarmonica di Bologna. Intanto a Milano venne rappresentato il Mitridate, replicato venti volte. Nel 1771 Wolfgang ebbe l'incarico di comporre un'opera per il carnevale milanese del 1773 e un oratorio da mettere in musica su un testo di Metastasio, la Betulia liberata (K. 118). Tornati a Salisburgo i Mozart ebbero un incarico da Vienna: comporre una serenata teatrale per il matrimonio tra l'arciduca Ferdinando e la principessa Ricciarda Beatrice di Modena. Il giorno dopo il loro matrimonio venne così rappresentato l'Ascanio in Alba (K. 111). Nel 1772 in occasione dell'insediamento del nuovo arcivescovo Geronimo conte di Colloredo Mozart compose la serenata teatrale Il sogno di Scipione (K.126). Nell'agosto diventò maestro di cappella stipendiato dell'orchestra di corte. Nell'ottobre compì con il padre il terzo viaggio in Italia e il 26 dicembre venne rappresentato il dramma per musica Lucio Silla (K. 135).
Il 1773 fu ricco di creatività: quartetti per archi, il primo concerto per pianoforte in re maggiore (K. 175), musica sacra ecc. Questa serie di composizioni proseguì nel 1774 con le nove importanti sinfonie giovanili salisburghesi (K. 162, 181, 182, 183, 184, 199, 200, 201, 202), serenate e divertimenti, sonate per pianoforte, l'opera buffa La finta giardiniera (K. 196), un Concerto per fagotto (K. 191), le Missae breves (K. 192-194) ecc. In questo periodo terminò la composizione della Spatzenmesse (La Messa dei passeri) in do maggiore (K. 220), scrisse i cinque Concerti per violino (K. 207, 211, 216, 218, 219) e il dramma per musica il Re pastore (K. 208). Nel 1776 compose la Messa del Credo (K. 257) e la Messa per solo d'organo (K. 259), i Concerti per pianoforte (K. 242, 246), la Serenata Haffner (K. 250) e le Serenate Lodron (K. 247, 287) e numerosa altre composizioni, un centinaio complessivamente tra il 1775 e il 1777. Nel settembre del 1777 si recò a Mannheim e a Parigi. A Mannheim conobbe Aloysia Weber e se ne innamorò, ma per imposizione del padre, proseguì il viaggio. Scrisse il Concerto per pianoforte Jeunehomme (K. 271). Nel 1778 per i musicisti di Mannheim, ritrovati a Parigi, scrisse la meravigliosa Sinfonia concertante per quattro fiati (K. 297 b). Grazie al legame con il Concerts spirituels Jean le Gros, Mozart compose la famosa Sinfonia Parigi in re maggiore (K. 297) e piccoli pezzi musicali per il balletto Les petits riens (K. 299 b). Il soggiorno a Parigi che durò sino al settembre del 1778 fu uno dei periodi più tristi della sua vita; il 3 luglio morì la madre. Nel 1779 Mozart fu nuovamente al servizio alla corte di Salisburgo e in seguito divenne organista nel duomo e di corte. Compose due Sinfonie (K. 318, 319), le Serenate per "cornetto postale" (K. 320), la Messa dell'incoronazione (K. 317), la musica di scena per il Re Thamos. Nell'autunno del 1780 gli giunse l'incarico dalla corte bavarese di scrivere una grande opera seria, l'Idomeneo (K. 366) per il carnevale di Monaco. Scrisse anche la Messa in do maggiore (K. 337), la Sinfonia in do maggiore (K. 338), i Vespri (K. 321, 339). Ai primi di novembre partì per Monaco. Il 29 gennaio 1781 ci fu la prima rappresentazione a Monaco dell'Idomeneo (K. 366) che non riscosse un particolare successo. In questo periodo ebbero origine una serie di composizioni brillanti e importanti: una Serenata in re maggiore (K. 320), un Concerto per due pianoforti (K. 365), una musica di scena per Thamos, re d'Egitto (K. 345), Zaide (K. 344) e numerose altre. Dopo la rottura con l'arcivescovo di Monaco Mozart si trasferì a Vienna per il resto della sua vita. Iniziò a lavorare al Ratto del serraglio (K. 384) che venne rappresentato nel luglio 1782. Il 4 agosto sposò Costanza Weber che fu una buona madre per i due figli, Carlo e Wolfgang. In questo periodo compose Serenate per fiati (K. 375, 388), Concerti per pianoforte (K. 413, 414, 415), Concerti per corno (K. 412, 417), la Sinfonia Haffner (K. 385) e il Quartetto per archi in sol maggiore (K. 387), primo dei sei quartetti per archi dedicati a Joseph Haydn. L'esperienza artistica di Mozart raggiunse la sua maturità nel Ratto del serraglio. Nel 1783 iniziò due opere che rimasero incompiute: L'oca del Cairo (K. 422) e l'opera buffa Lo sposo deluso (K. 430).Da luglio a settembre si recò con la moglie a Salisburgo dove gli venne affidata la composizione della musica per un pezzo di circostanza, L'impresario teatrale. Il 25 ottobre ebbe luogo la prima esecuzione del frammento della grande Messa in do minore (K. 427) nella Peterskirche di Salisburgo. Il 1784 e il 1785 furono gli anni dei Concerti per pianoforte (K. 449, 450, 451, 453, 456, 459). Nell'ottobre 1785 iniziò la composizione del Figaro. Da Ponte lavorò al libretto e in sole sei settimane tutto fu pronto; il 1° maggio 1786 le Nozze di Figaro (K. 492) andarono in scena al Burgtheater di Vienna. Ma la sua popolarità presso i viennesi ebbe un periodo di stasi. Nel gennaio 1787 Mozart venne invitato a Praga ad assistere al successo del Figaro. Nello stesso anno ricevette l'incarico di scrivere un'opera, il Don Giovanni, e la storica prima ebbe luogo nello Ständetheater di Praga il 29 ottobre 1787. Venne rappresentato anche a Vienna ma senza grande successo. Il 28 maggio 1787 morì il padre; il 10 agosto Wolfgang terminò Eine kleine Nachtmusik (K. 525). Il 7 dicembre l'imperatore Giuseppe II nominò Mozart K. K. Kammermusiker, musico da camera della corte imperiale e reale. Il 1788 fu l'anno delle grandi sinfonie, le ultime, come la Sinfonia in mi bemolle maggiore (K. 543), in sol minore (K. 550) e in do maggiore (K. 551, la così detta Jupiter). Di questo periodo fu anche il Concerto per pianoforte (K: 557). Nonostante il peggioramento delle sue condizioni di salute, nel 1789 compì un viaggio a Berlino, Praga, Dresda e Lipsia. Fu un periodo scarso dal punto di vista creativo, tuttavia scrisse lavori nei quali raggiunse la maturità completa: il Concerto per clarinetto (K. 622), il Quintetto per clarinetto e archi (K. 581), l'ultimo Concerto per pianoforte in si bem. maggiore (K. 591), la più ispirata delle sue composizioni religiose, l'Ave verum (K. 618) e terminò l'allegra commedia in maschera Così fan tutte. Alla fine del 1790 si recò a Francoforte per l'incoronazione di Leopoldo II e tenne un concerto. Tornato a Vienna compose Tre quartetti per archi dedicati al re di Prussia (K. 575, 589, 590) e il Quintetto in re maggiore (K.593). Nel 1791 compose vari minuetti, danze tedesche, controdanze e Ländler per il carnevale viennese e questo gli permise di guadagnarsi di che vivere. Il 5 gennaio finì il suo ultimo Concerto per pianoforte (K. 595) e il Quintetto in mi bem. maggiore (K. 614). Alla fine di agosto fece il suo ultimo viaggio a Praga; il 2 settembre fu rappresentato il Don Giovanni e nello stesso mese si tenne la prima rappresentazione della Clemenza di Tito (K. 621). Il 30 settembre ci fu la prima rappresentazione del Flauto magico (K. 620) nel Freihaustheater di Schidaneder di Vienna. È la composizione di Mozart di maggiore successo, giungendo alla duecentesima replica in tre anni. La fama di Mozart crebbe notevolmente insieme al successo di quest'ultima opera. Dei seicentocinquanta lavori mozartiani solo settanta furono pubblicati durante la sua vita. Infine gli venne commissionata una Messa da requiem, alla quale lavorò senza interruzione nonostante le forze lo abbandonassero sempre più. Il 18 novembre 1791 Mozart apparve per l'ultima volta in pubblico in occasione della consacrazione del nuovo tempio della loggia massonica Zur neugekrönten Hoffnung dove diresse personalmente la Piccola cantata massonica (K. 623), da lui appositamente composta per questo avvenimento. Il 5 dicembre 1791 Mozart morì (secondo il parere dei medici di oggi per insufficienza renale); venne sepolto il giorno dopo nel cimitero di San Marco.

mozartiàno, agg. Relativo all'opera del musicista W. A. Mozart.

mozióne, sf. Atto inteso a promuovere una discussione e una successiva votazione su un determinato argomento. ~ petizione.
 sf. motion.
 lat. motio,-onis, deriv. da motus, p.p di movere.

mozzafiàto, agg. invar. Che impressiona, colpisce vivamente.

Mozzagrógna Comune in provincia di Chieti (1.945 ab., CAP 66030, TEL. 0872).

Mozzànica Comune in provincia di Bergamo (3.398 ab., CAP 24050, TEL. 0363).

mozzàre, v. tr. Tagliare con un colpo secco. ~ tranciare.
 v. tr. 1 to cut off. 2 (mozzare il fiato) to take breath away.

mozzarèlla, sf. Formaggio fresco non fermentato, prodotto con latte vaccino o di bufala.
 sf. mozzarella.

Mozzàte Comune in provincia di Como (6.335 ab., CAP 22076, TEL. 0331).

mozzatùra, sf. Il mozzare.

Mozzecàne Comune in provincia di Verona (4.291 ab., CAP 37060, TEL. 045).

mozzétta, sf. Il piccolo mantello di seta, portato dal papa e dai prelati.

mozzicàre, v. tr. Mordere, morsicare.

mózzico, sm. Morso.

mozzicóne, sm. Piccolo pezzo che resta di una cosa mozzata o bruciata e specialmente di sigaro, candela e simili. ~ moccolo, cicca.
 sm. end, butt.

mózzo, agg. e sm. agg. Mozzato, reciso. ~ mutilato. <> intero, integro.
sm. 1 Giovane marinaio addetto ai servizi minori di bordo. 2 Centro di organo rotante, come ruote o pulegge.
 sm. 1 (marinaio) ship's boy. 2 (organo rotante) hub.

Mòzzo Comune in provincia di Bergamo (6.312 ab., CAP 24035, TEL. 035).

Mozzóni, Ànna Marìa (Rescaldina 1837-Roma 1920) Politica. Scrisse La donna e i suoi rapporti sociali (1864). Nel 1881 fondò la Lega promotrice degli interessi femminili.

mozzorécchi, sm. invar. 1 In passato, persona a cui venivano tagliate le orecchie come pena per un reato infamante. 2 Avvocato poco capace e di moralità dubbia. 3 Persona con poca moralità.

MP Sigla di Military Police (polizia militare).

MPEG Sigla di Motion Picture Experts Group. Si tratta di un'organizzazione per la definizione di standard nel campo delle immagini in movimento che ha creato l'omonimo sistema di compressione dei filmati.

Mphahlele, Eskia (Pretoria 1919-) Scrittore sudafricano. Tra le opere Giù nella seconda Avenue (1959) e Il vivo e il morto (1961).

MPS Sigla di Monte dei Paschi di Siena.

Mpumalanga Regione (2.839.000 ab.) della repubblica Sudafricana, al confine con il Mozambico e lo Swaziland. Capoluogo Nelspruit.

Mr. Abbreviazione di mister, signore.

Mr. & Mrs. Bridge Film commedia, americano (1990). Regia di James Ivory. Interpreti: Paul Newman, Joanne Woodward, Robert Sean Leonard. Titolo originale: Mr. & Mrs. Bridge

Mr.Crocodile Dundee Film commedia, australiano (1986). Regia di Peter Faiman. Interpreti: Paul Hogan, Linda Kozlowski, Mark Blum. Titolo originale: "Crocodile" Dundee

Mrozek, Slawomir (Borzecin 1930-) Commediografo. Tra le opere La pioggia (1962) e Il sarto (1977).

Mrs. Abbreviazione del termine inglese mistress che significa signora.

ms Sigla di mano sinistra.
ms
Sigla di manoscritto.
MS
Sigla di Movimento Studentesco.

MS-DOS Sistema operativo per i processori Intel, prodotto dalla Microsoft, società leader nel software per personal computer. Iniziò la sua diffusione alla metà degli anni '80, soppiantando il CP/M, fino a divenire il sistema operativo più diffuso nel mondo nei primi anni '90. Negli ultimi anni è stato affiancato dal più amichevole (con questo termine si indica un sistema operativo in cui l'ambiente di lavoro è più simile a quello tradizionale di un ufficio o di una scrivania) Windows. Nell'aprile 1993 è stata rilasciata l'ultima versione (MS-DOS 6). Dopo l'uscita di Windows 95 ha perso ulteriore importanza.

MSI Sigla del Movimento Sociale Italiano, partito politico italiano che si ispirò ai principi ideologici del fascismo.

M'Sila Città (83.000 ab.) dell'Algeria, capoluogo del wilaya omonimo.

mss Sigla di manoscritti.

MT Sigla di media tensione.

MTBF Acronimo di Medium Time Before Failure, un dato espresso in ore di lavoro indicante il tempo medio durante il quale un dispositivo hardware funziona fino al verificarsi del primo guasto.

MTM Sigla di Methods Time Measurement (misurazione dei metodi e dei tempi).

Mu' allaqat Antologia di poesie di autori arabi vari (VIII sec.).

Mu Chi (Metà del XII sec.) Pittore cinese. Tra le opere Sei cachi (Kyoto, Daitoku-ji).

muallaqat, sf. pl. Termine arabo che significa "le sospese" e indica antiche poesie arabe che pare che inizialmente fossero affisse o sospese all'interno della moschee.

Muawiyya ibn Abu Sufyan o Moawiya¤ ¤(La Mecca 603?-Damasco 680) Alla morte di Alì, nel 661, divenne califfo arabo, fondando la dinastia degli omayyadi. Rese ereditario il califfato e spostò a Damasco la capitale.

Mubarak, Muhammad Hosni (Kafr al-Musailaha 1928-) Generale egiziano. Nel 1981, dopo l'assassinio di A. al-Sadat, divenne presidente della repubblica. Fu confermato nel 1987; nel 1989 riuscì a ottenere la restituzione di Taba dagli israeliani. Ha confermato la posizione filo-occidentale durante la guerra del Golfo (1991), schierandosi contro l'Iraq. Nel 1995 sfuggì a un attentato dei fondamentalisti islamici.

mùcca, sf. Vacca che produce latte.
 sf. cow.
Mucca pazza, morbo della
=> "Creutzfeldt-Jakob, malattia di"

mùcchio, sm. 1 Quantità di cose ammassate in modo disordinato o casuale. ~ cumulo. sparare sul mucchio, generalizzare le critiche a tutti. 2 Quantità enorme di persone. un mucchio di gente si ritrovò allo stadio per quell'avvenimento.
 sm. 1 heap, pile, (un mucchio di fogli, banconote,...) wad (of ...). 2 (di gente) crowd.
 lat. mutulus, sostegno.

Mucchio selvaggio, Il Film western, americano (1969). Regia di Sam Peckinpah. Interpreti: William Holden, Ernest Borgnine, Robert Ryan. Titolo originale: The Wild Bunch

Mùccia Comune in provincia di Macerata (833 ab., CAP 62034, TEL. 0737).

muccillàggine => "mucillaggine"

Mucha, Alphonse (Ivancice 1860-Praga 1939) Pittore ceco. Tra le opere Gismonda (manifesto, con Sarah Bernardt, per il Théâtre de la Renaissance a Parigi, Milano, Castello Sforzesco, Raccolta Bertarelli).

mùcido, agg. e sm. Che, o chi, ha odore o sapore di stantio, di ammuffito.

mucillàggine, sf. 1 Sostanza gelatinosa prodotta dalle radici di varie piante. 2 Liquido denso ottenuto immettendo mucillaggini in acqua, per ottenere prodotti farmaceutici.
 lat. mucillago,-inis, deriv. da mucus muco.

mucillagginóso, agg. Che ha mucillaggine, o che somiglia a mucillaggine.

mucìna, sf. In biochimica, sostanza costituita da un proteina alla quale sono legate unità disaccaridiche composte da N-acetilgalattosammina e da un acido derivato dalla mannosammina. La mucina è altamente polimerizzata.

mucìparo, agg. Che produce muco o mucillagine.

mùco, sm. (pl.-chi) Fluido viscoso prodotto dalle mucose.
 sm. mucus.
 lat. mucus.

mucocèle, sm. Pseudotumore cistico che ha origine da un accumulo di muco.

mucòide, agg. e sm. agg. 1 Relativo alle mucine. 2 Che ha la consistenza di mucina.
sm. Nome generico di sostanze simili alle mucine.

mucopolisaccàride, sm. In biochimica, polisaccaride costituito da acidi iuronici e da amminozuccheri.

mucopus, sm. invar. Essudato formato da pus e muco.

Mucoràli Ordine di Funghi cosmopoliti zigomicotini con micelio di colore chiaro e privo di setti, comprendente le muffe bianche e alcune specie parassite dell'uomo.

mucósa, sf. Tessuto epiteliale che riveste gli organi cavi e le cavità in comunicazione con l'esterno. La mucosa è presente negli apparati digerente, respiratorio e, in parte dell'apparato genito-urinario. Nell'epitelio di rivestimento possono trovarsi cellule dotate di ciglia (trachea, bronchi), ghiandole mucipare che producono il muco, cellule nutritizie (mucosa uterina), digestive (mucosa gastrica) ecc.

mucosità, sf. invar. L'essere mucoso, viscosità.

mucóso, agg. 1 Relativo alla mucosa. 2 Viscoso, pieno di muco.

mucoviscidòsi, sf. Patologia congenita consistente nell'aumento di viscosità di tutte le secrezioni mucose e di quelle biliari.

mucronàto, agg. Relativo a un organo che termina all'apice con un mucrone.

mucróne, sm. 1 Punta di pugnale, spada e simili. 2 Formazione apicale di organi vegetali. Di solito è costituita da un breve sperone.

Mucróne Monte (2.335 m) del Piemonte, in provincia di Biella.

mùda, sf. Cambiamento delle penne da parte degli uccelli o della pelle da parte dei serpenti. ~ muta.

Mudanjiang Città (572.000 ab.) della Cina, nella Manciuria, nella provincia di Heilongjiang.

mudra, sf. invar. Termine sanscrito che significa "sigillo" e indica un gesto rituale dal significato simbolico del buddhismo antico e del tantrismo. I mudra sono anche rappresentati nell'iconografia buddhista per sottolineare il carattere della figura divina rappresentata.

Mudug Regione (311.000 ab.) amministrativa della Somalia, sull'oceano Indiano. Capoluogo Galcaio.

muezzìn, sm. inavr. Sacerdote musulmano che dalla sommità del minareto invita i fedeli alla preghiera.

mùffa, sf. Insieme di funghi, dal caratteristico odore che si forma su sostanze organiche.
 sf. mildew, mould.
 german. muff.

muffàre, v. intr. Ammuffire.

muffìre, v. intr. Ammuffire.

mùffola, sf. 1 Involucro di materiale refrattario dentro cui si mettono a cuocere le ceramiche. forno a muffola. 2 Tipo di guanto in cui solo il dito pollice è diviso dalle altre dita.
 sf. 1 mitten. 2 (guanto) muffle.
 franc. moufle.

muffolìsta, sm. (pl.-i) Operaio addetto alla cottura nei forni a muffola.

mùffolo, sm. La parte della testa dei bovini compresa tra il naso e il labbro superiore. Provvisto di solcature, diverse da individuo a individuo, ha colore rosa, grigio o nero ed è umido negli animali sani.

muflóne, sm. Mammifero artiodattilo ruminante (Ovis musimon). Appartiene alla famiglia dei Bovidi. Alto circa 70 cm e del peso di circa 50 kg, vive allo stato selvatico e protetto in Sardegna e Corsica. Il maschio è dotato di grosse corna ricurve ad arco. Le femmine, dopo una gestazione di ventuno settimane, partoriscono uno o due piccoli. Alto circa 70 cm e lungo 1,25 m complessivamente, cambia il colore del mantello secondo le stagioni. È un abile arrampicatore e un tempo veniva cacciato per la sua carne (ora è protetto ovunque). Nella Persia, nell'Armenia e nel Caucaso, vive una specie molto simile al muflone, chiamato muflone dell'Asia minore.

muftì, sm. invar. Dottore della legge musulmana, munito di poteri religiosi.

Mufulira Città (175.000 ab.) dello Zambia, nella provincia di Copperbelt.

Mufumbiro Gruppo montuoso (4.507 m) dell'Africa centrale, a nord-est del lago Kivu.

Mugabe, Robert Gabriel (Kutama 1924-) Politico dello Zimbabwe. Dall'indipendenza del paese (1980) fu eletto primo ministro e nel 1987 presidente della repubblica.

Mugèllo Regione storica e geografica della Toscana, attraversata dal fiume Sieve, che si interpone tra la dorsale appenninica principale e la valle dell'Arno.

mugghiàre, v. intr. Muggire in modo intenso e prolungato.

mùgghio, sm. Il mugghiare, anche in senso figurato.

Mùggia Comune in provincia di Trieste (13.214 ab., CAP 34015, TEL. 040). Centro agricolo (coltivazioni ortofrutticole) e industriale (prodotti meccanici e petrolchimici). Vi si trova la chiesa di San Francesco, in stile gotico, il duomo del XV sec. e un piccolo porto racchiuso da mura. Gli abitanti sono detti Muggesani.
Insenatura del golfo di Trieste, su cui si affaccia il centro omonimo.

mùggine, sm. Cefalo.

Muggiò Comune in provincia di Milano (20.393 ab., CAP 20053, TEL. 039). Centro industriale (prodotti tessili, chimici, meccanici e mobilifici). Gli abitanti sono detti Muggioresi.

muggìre, v. intr. 1 Detto dei bovini, emettere il verso caratteristico. ~ mugghiare.
 v. intr. 1 to bellow. 2 (di mucca) to moo. 3 (fig.) to roar.
 lat. mugire.

muggìto, sm. 1 Il muggire.
 sm. 1 bellowing. 2 (di mucca) moo.
 lat. mugitus,-us.

mughétto, sm. 1 Pianta erbacea perenne, la Convallaria majalis, delle Liliacee, comune nei boschi; ha rizoma strisciante, foglie guainanti alla base, piccoli fiori profumati bianchi e bacche rosse e velenose. 2 In medicina è un tipo di candidosi.
 sm. lily of the valley.

mugìc, sm. invar. Contadino russo, nella tradizione popolare e letteraria.

Mugìlidi Famiglia di Pesci Perciformi la cui prima pinna dorsale è retta da quattro raggi spinosi e che ha il corpo e il capo coperti da squame cicloidi.

Mugilifórmi Ordine di Pesci Actinopterigi. Nelle ultime classificazioni è stato unito a peciformi e scombresociformi.

mugnaiàccio, sm. Nome volgare del Larus marinus, un uccello caradriforme della famiglia dei Laridi comprendente gabbiani europei.

mugnàio, sm. 1 Chi macina il grano o le granaglie. 2 Tenutario di un mulino.
 sm. miller.
 franc. antico mounier, dal lat. tardo molinarius.

Mugnàno dél Cardinàle Comune in provincia di Avellino (4.823 ab., CAP 83027, TEL. 081).

Mugnàno di Nàpoli Comune in provincia di Napoli (25.246 ab., CAP 80018, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi e frutta) e industriale (prodotti alimentari). Gli abitanti sono detti Mugnanesi.

Mugnóne Fiume della Toscana. Nasce dalle alture di Firenze e confluisce nel fiume Arno.

mùgo, sm. Nome comune del Pinus mugo il pino che si può trovare alle maggiori altitudini e per questo viene detto anche pino montano. Appartiene alla famiglia delle Pinacee.

mugolaménto, sm. Il mugolare.

mugolàre, v. intr. Emettere suoni sommessi e lamentosi, detto specialmente del cane. ~ guaire.
 v. intr. 1 (guaire) to whimper. 2 (fig.) to moan.
 lat. volg. mugulare.

mugolìo (1), sm. Il mugolare.

mugòlio (2), sm. Olio essenziale estratto dalle foglie del Pinus pumilio, una varietà di pino mugo. È utilizzato nella cura delle bronchiti.

mugugnàre, v. intr. Brontolare. ~ borbottare.

mugùgno, sm. Brontolio.

Muhammad Ahmad ibn 'Abd Allah (Al-Khannaq 1843-Omdurman 1885) Politico sudanese e capo religioso. Nel 1881, si proclamò mahdi e capeggiò un grande movimento religioso-nazionalista che batté gli anglo-egiziani, dando vita nel 1885 a uno stato sudanese mahdista, che crollò solo nel 1898.

Muhammad Reza Pahlevi (Teheran 1919-Il Cairo 1980) Scià dell'Iran dal 1941 al 1979. Nel 1953, con un colpo di stato abbatté il governo di Mossadeq, instaurando un regime autoritario e filoccidentale. Nel 1979 fu travolto dalle forze rivoluzionarie islamiche di Khomeini e costretto all'esilio.

mujaheddin, o mujahidin, sm. Combattenti musulmani impegnati nella guerra santa contro i nemici dell'unità islamica.
 arabo colui che combatte una guerra santa.

Mukarovský, Jan (Pisek, Boemia, 1891-Praga 1975) Critico letterario ceco. Tra le opere La funzione, la norma e il valore estetico come fatti sociali (1936) e Sullo strutturalismo (1946).

mulàcchia, sf. Altro nome degli uccelli cornacchia e taccola.

Mulan Film d'animazione, americano (1998). Regia di B. Cook, T. Bancroft.

Mulanje Distretto (688.000 ab.) del Malawi, capoluogo il centro omonimo.

Mùlas, Ùgo (Pozzolengo 1928-Milano 1973) Fotografo. Celebre la serie Verifiche.

mulattièra, sf. Strada percorribile solo da muli o da altri animali da soma.

mulattière, sm. Chi guida i muli.

mulattièro, agg. Relativo al mulo.

mulàtto, sm. Meticcio nato dall'incrocio di un uomo bianco e una donna nera o viceversa.
 sm. mulatto.

Mulazzàno Comune in provincia di Lodi (3.536 ab., CAP 20060, TEL. 02).

Mulàzzo Comune in provincia di Massa Carrara (2.632 ab., CAP 54026, TEL. 0187).

muléta, sf. invar. Drappo rosso usato nella corrida dal matador, per provocare il toro.

Mulhacén, Cerro de Monte (3.478 m) della Spagna, nella Sierra Nevada. È la cima più elevata della penisola Iberica.

Mülheim an der Ruhr Città (177.000 ab.) della Germania, nella Renania Settentrionale-Westfalia, sul fiume Ruhr.

Mulhouse Città della Francia (220.000 ab.) dell'Alsazia, situata sul canale Reno-Rodano. Fu città imperiale, fiorente centro e sede di commercio nel medioevo. In seguito alla pace di Westfalia (1648) entrò nella confederazione elvetica e dal 1798 divenne parte della Francia.

mulièbre, agg. Femminile, di donna. ~ femmineo. <> maschile, virile.

mulinàre, v. v. tr. 1 Girare intorno. ~ roteare. mulinava un bastone con fare minaccioso. 2 Muovere.
v. intr. Ricorrere, agitarsi, detto di pensieri. gli mulinavano parecchie idee per la testa.
 v. intr. to spin, to whirl.
 deriv. da mulino.

mulinèllo, sm. 1 Strumento composto da un cilindro ruotante attorno a un asse, utilizzato per alzare pesi, per filare, per pescare. 2 Vortice prodotto dall'acqua corrente o dal vento. ~ vortice. la corrente impetuosa provocava numerosi mulinelli d'acqua sul fiume.
 sm. 1 reel. 2 (vortice) eddy.
 deriv. da mulino.

mulìno, sm. 1 Il luogo dove si macinano il grano e gli altri cereali. mulino da olio, frantoio. 2 Impianto meccanico per la macinazione di altri materiali. mulino per minerali.
 sm. 1 mill. 2 (a vento) windmill.
 lat. tardo molinum, deriv. da mola macina.

Mulino del Po, Il Trilogia di romanzi di R. Bacchelli (1938-1940), costituita da Dio ti salvi, La miseria viene in barca e Mondo vecchio sempre nuovo. La narrazione abbraccia un periodo che va dalla campagna napoleonica in Russia (1812) alla battaglia del Piave (1918).
I tre romanzi seguono le vicende della famiglia Scacerni, che gestisce un mulino sulla riva del Po presso Ferrara. Lazzaro Scacerni, reduce dalla campagna di Russia, è il fondatore del mulino San Michele. Lazzaro sposa Dosolina e ha un figlio, Giuseppe, detto Coniglio mannaro. Un'inondazione fa unire alla famiglia Scacerni un'orfana, Cecilia Rei, proprietaria pure di un mulino.
Il secondo romanzo racconta le vicende dei traffici ambigui di Coniglio mannaro e del suo matrimonio, ottenuto con l'inganno, con Cecilia. Una grave inondazione e la perdita del figlio caduto a Mentana (1867) fanno impazzire Coniglio mannaro. Cecilia resta sola.
Nel terzo romanzo, Cecilia scopre l'inganno di cui è stata vittima. Muore Coniglio mannaro. Uno dei figli di Cecilia, Princivalle, dopo essere stato in prigione si dà alla malavita. L'altro figlio Giovanni adotta un trovatello, che si chiamerà Lazzaro come il fondatore del mulino. Lazzaro cadrà nella battaglia del Piave.
L'opera è considerata il capolavoro di Bacchelli, affresco di una famiglia con i suoi drammi.

Mulino sulla Floss, Il Romanzo di G. Eliot (1860).

mull, sm. invar. Tipo di humus a pH neutro che si trova nelle foreste di latifoglie e si mineralizza rapidamente.

mullah, sm. invar. 1 Titolo generico assegnato alle persone istruite nei paesi musulmani. 2 Nell'India musulmana è il maestro di una scuola coranica.

Muller, Hermann (New York 1890-Indianapolis 1967) Biologo statunitense. Scoprì le mutazioni genetiche causate dai raggi X. Nel 1946 fu insignito del premio Nobel per la medicina.

Müller, Max (Dessau 1823-Oxford 1900) Linguista e storico delle religioni tedesco. Docente di grammatica a Oxford, si dedicò anche alla storia delle religioni e alla mitologia. Tra le opere Lezioni di scienza del linguaggio (1861), Introduzione alla scienza della religione (1873) e Contributo alla scienza della mitologia (1897).
Müller, Max
(Offenburg 1906-) Filosofo tedesco. Insegnò a Friburgo e a Monaco, interessandosi soprattutto del problema ontologico. Tra le opere La crisi dello spirito (1964), Esperienza e storia (1971) ed Essere e spirito (1981).

Müller, Otto (Liebau 1874-Bresclavia 1930) Pittore tedesco. Tra le opere Zingare con un gatto (1927, Colonia, Wallraf-Richartz Museum).

Müller, Paul Hermann (Olten 1899-Basilea 1965) Chimico svizzero. Studiò le proprietà insetticide del DDT. Nel 1948 fu insignito del premio Nobel.

Mullìdi Famiglia di Pesci di mare cui appartiene la triglia. Appartiene all'ordine dei Perciformi.

Mulliken, Robert Sanderson (Newburyport 1896-Arlington 1986) Fisico statunitense. Compì importanti studi sulla struttura elettronica delle molecole. Nel 1966 fu insignito del premio Nobel per la chimica.

mullìte, sf. Silicato d'alluminio che si trova in lave basaltiche in blocchi argillosi.

mùlo, sm. Ibrido infecondo derivato dall'incrocio tra asino e cavalla (Equus mulus). Resistente e robusto, è adatto a lavori faticosi e alla cavalcatura. In Italia si trovano allevamenti di muli specialmente in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Sicilia e nelle Murgie. La sua struttura anatomica e la sua conformazione esteriore sono in rapporto alle razze asinine ed equine da cui il mulo nasce. Generalmente il mulo assomiglia più all'asino per la resistenza alle fatiche, la longevità e la rudezza mentre per la mole, l'altezza e la struttura scheletrica è simile al cavallo. Il mulo è meno sensibile del cavallo alle malattie; sovente ha un carattere molto cocciuto, tuttavia per determinati impieghi è insostituibile. L'addestramento del mulo inizia verso i diciotto mesi di età, ma solo dopo i tre anni può ritenersi pronto per il massimo sforzo lavorativo. Esistono due tipi principali di mulo: uno utilizzato per il basto e per il tiro leggero, l'altro di corporatura maggiore adatto per il tiro pesante.
 sm. mule.
 lat. mulus.

mùlso, sm. Vino unito al miele, in uso presso gli antichi romani.

mùlta, sf. Pena pecuniaria. ~ ammenda.
 sf. fine.

multa paucis, loc. avv. Espressione latina che significa "molte cose in poche parole". Viene utilizzata per sottolineare la validità di un discorso di poche parole, ma di molta sostanza.

Multan Città (732.000 ab.) del Pakistan, nel Punjab, presso il fiume Chenab.

multàre, v. tr. Condannare a una multa.
 v. tr. to fine.
 lat. multare.

multi- Primo elemento di parole composte.
 lat. multus, molto.

multicolóre, agg. Che è di vari colori. ~ policromo. <> monocromatico.

multidisciplinàre, agg. Pluridisciplinare.

multìfido, agg. Che è diviso in più parti.

multifòglio, sm. Figura piana ricavata da un poligono regolare tracciando da ogni vertice gli archi esterni di circonferenze che hanno per diametro i lati del poligono.

multifórme, agg. 1 Che ha molte forme. ~ proteiforme. 2 Che presenta vari aspetti, molteplice. ~ poliedrico. <> uniforme.

multigrade, agg. invar. Detto di olio lubrificante per motori a scoppio adatto a temperature esterne molto diverse.

multilateràle, agg. Che ha molti lati. ~ pluridirezionale. <> unilaterale.

multilateralità, sf. L'essere multilaterale.

multilìngue, agg. 1 Che ha molte lingue. 2 Scritto in parecchie lingue. 3 Individuo o gruppo etnico che conosce e parla varie lingue.

multimediàle, agg. Che utilizza strumenti comunicativi diversi, come testo, grafica, animazione, suono ecc.
 agg. multimedia.

multimedialità, sf. Nel linguaggio informatico indica una tecnica di presentazione delle informazioni che unisce animazioni, suoni, grafica e ipertesti.

multimiliardàrio, agg. e sm. Detto di chi possiede molti miliardi.

multimilionàrio, agg. e sm. Che o chi possiede svariati milioni di lire.

multinazionàle, agg. e sf. Detto di impresa industriale, commerciale e simili, con stabilimenti e sedi in varie nazioni.
 agg. e sf. multinational.

multìpara, agg. e sf. Donna o femmina che ha partorito più volte o che ha avuto un parto multiplo.

multipartìto, agg. Relativo a un organo di una pianta diviso in parti molto strette.

multiplàno, agg. e sm. Aeromobile con molte ali.

multiplazióne, sf. Tecnica di collegamento fra terminali corrispondenti dei banchi di contatto nei selettori telefonici consistente nel raggiungere da ciascuno di essi lo stesso selettore della stadio successivo.

multiplétto, sm. 1 Sequela dei diversi stati di spin e momento angolare di una particella o di un sistema di particelle. 2 Insieme di più righe accostate negli spettri di emissione o di assorbimento.

multiplexer, sm. invar. Apparecchio per l'indirizzamento di più messaggi su una sola via di trasmissione; nel punto d'arrivo i segnali vengono separati secondo ben definiti criteri che permettono la ricostruzione dei messaggi originari.

multiplexing, sm. invar. Nel linguaggio informatico indica un processo che invia su un unico canale dati provenienti da sorgenti differenti.

mùltiplo, agg. e sm. agg. Composto di più elementi. ~ molteplice. <> semplice.
sm. Numero che contiene esattamente più volte un altro numero.
 agg. e sm. 1 multiple. 2 (mat., minimo comune multiplo) least common multiple.
Stella multipla
Sistema costituito da tre o più stelle; gli esempi più significativi sono le stelle Mizar (sistema quadruplo) e Castore (sistema sestuplo).

multipolàre, agg. Che ha più poli.

multipòlo, agg. Costituito o caratterizzato da più poli.

multiprocessóre, agg. Sistema costituito da più processori separati.

multiprogrammazióne, sf. Modo di operare di un calcolatore nella cui memoria sono presenti più programmi che utilizzano alternativamente il tempo dell'unità centrale.

multiprogramming, sf. invar. Letteralmente significa multiprogrammazione. In informatica è una tecnica che permette di mantenere contemporaneamente in memoria centrale diversi programmi.

multiproprietà, sf. Forma di comproprietà, in cui l'uso del bene è limitato a una frazione di tempo ogni anno.

multipùnta, sf. o multipùnte, sm. invar. Arma da getto con corpo centrale piatto da cui si dipartono lame di varia forma.

multirazziàle, agg. Sistema o teoria politica che propugna la coesistenza in un paese di più razze con parità di diritti.

multisàla, agg. e sm. Esercizio pubblico, in particolare cinematografico, costituito da più sale che si trovano in un unico complesso.

multistàdio, agg. Di dispositivo o apparecchio a più stadi.

multistràto, agg. Pannello ottenuto dalla sovrapposizione di più fogli.

multitasking, agg. e sm. invar. Letteralmente significa attività molteplice. In informatica è una forma di programmazione in cui vengono attivate contemporaneamente diverse parti dello stesso programma.

multiùso, agg. Oggetto o attrezzo in grado di svolgere numerose funzioni.
 agg. multi-use.

Multscher, Hans (Reichenhofen ca. 1400-Ulma 1467) Scultore tedesco. Tra le opere Altare della Vergine (1458, Vipiteno, Parrocchiale e Museo Civico).

Mumford, Lewis (Flushing 1895-Amenia 1990) Sociologo e urbanista statunitense. Scrisse La città nella storia (1961) e sostenne che l'urbanistica fosse la sintesi delle scienze umane, cui si dovrebbe affidare l'organizzazione della società.

Mummery, Albert Frederick (Dover 1855-Himalaya 1895) Alpinista inglese. Scrisse Le mie scalate sulle Alpi e nel Caucaso (1895).

mùmmia, sf. Cadavere imbalsamato o disseccato.
 sf. mummy.

mummificàre, v. v. tr. Ridurre a mummia, imbalsamare.
v. intr. Diventare mummia.

mummificazióne, sf. Il mummificare.

Muna Isola (120.000 ab.) dell'Indonesia, nel settore meridionale dell'arcipelago. Centro principale Raha.

Munàri, Brùno (Milano 1907-1998) Pittore e designer. Fu fra i principali esponenti del futurismo alla fine degli anni Venti; nel 1948 fondò il movimento per l'Arte Concreta. Tra le opere Macchine inutili (1934-1935, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), Libri illeggibili (1959), Flexy (1968).

Munch, Edvard (Lúten 1863-Ekely 1944) Pittore norvegese. Studiò a Parigi, ammirando le opere di V. Van Gogh e P. Gauguin e trattò, con intento simbolico, i sentimenti tragici della vita tipici della letteratura scandinava. Influenzò l'espressionismo tedesco. Tra le opere, Il bacio (1892, Oslo, Munch Museet), Il grido (1893 ca., Oslo, Munch Museet), La danza della vita (1899-1900, Oslo, Nasjonalgalleriet), L'urlo (1893), Chiaro di luna sulla spiaggia, Ragazze sul ponte (1900 ca., Oslo, Nasjonalgalleriet) e Il sole (1909-1916, Oslo, Università).

Münchhausen, Karl Friederick Hieronymus (Gut Bodenwerder 1720-1797) Barone tedesco, protagonista delle avventure narrate da R. E. Raspe.

mùnera, sm. pl. Oneri addebitati coattivamente ai cittadini dell'antica Roma.

mùngere, v. tr. 1 Spremere le mammelle per averne il latte. 2 Spillare soldi. non si accorgeva che l'unico scopo di quella ragazza era di mungere la sua borsa fino a che era vuota.
 v. tr. to milk.
 lat. mulgere, dal greco amèlgein.

mungitóio, sm. Locale adibito alla mungitura.

mungitóre, sm. (f.-trìce) Chi munge.

mungitrìce, sf. Macchina che permette la mungitura meccanica.

mungitùra, sf. L'atto del mungere, il modo.

Mungo Dipartimento (275.000 ab.) del Camerun occidentale, capoluogo Nkongsamba.

mùngo, sm. Nome con cui è noto il mammifero carnivoro Herpestes edwardsi o mangusta grigia indiana della famiglia dei Viverridi.

Muni, Paul (Leopoli 1895-Santa Barbara 1967) Attore cinematografico statunitense. Interpretò Scarface (1932) ed Émile Zola (1937).

municipàle, agg. Che concerne il municipio.
 agg. town, municipal.
 lat. municipalis.

municipalésco, agg. (pl. m.-chi) Municipale, con valore spregiativo.

municipalìsmo, sm. Tendenza a rivendicare autonomie amministrative locali.

municipalìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al municipalismo.

municipalità, sf. L'insieme dei cittadini o delle autorità che reggono un comune.

municipalizzàre, v. tr. L'assunzione che fa il municipio della gestione di certi servizi pubblici.

municipalizzazióne, sf. Il municipalizzare, l'atto.

municipalménte, avv. Dal punto di vista municipale.

municìpio, sm. 1 Comune. 2 L'amministrazione comunale e la relativa sede.
 sm. 1 town council, municipality. 2 (edificio) town hall.

munìda, sf. Genere di Crostacei Decapodi anomuri appartenente alla famiglia dei Galateidi.

munificaménte, avv. In modo munifico.

munificènte, agg. Munifico.

munificènza, sf. Generosità nello spendere il denaro. ~ generosità. <> avarizia.
 lat. munificentia.

munìfico, agg. (pl. m.-ci) Che dà molto e liberalmente. ~ generoso. <> avaro.

munìre, v. v. tr. 1 Fortificare. ~ armare. <> disarmare. la città fu munita di solide mura per difendersi dai barbari invasori. 2 Provvedere, fornire. ~ corredare. <> privare. lo munì di tutto l'occorrente per il campeggio.
v. rifl. Procurarsi. si doveva munire di passaporto per espatriare.
 v. tr. 1 (equipaggiare) to equip. 2 (fornire) to provide.
 lat. munire.

munizionaménto, sm. Rifornimento di armi e munizioni.

munizióne, sf. 1 La polvere e i proiettili con cui si caricano le armi da fuoco. ~ cartucce. 2 Vettovaglie.
 sf. pl. munitions.
 lat. munitio,-onis fortificazione, deriv. da munire.

Munk, Andrzej (Cracovia 1921-Lowicz 1961) Regista cinematografico polacco. Diresse Un uomo sui binari (1956) e Eroica (1957).

Münster (Germania) Città (253.000 ab.) della Germania, nella Renania Settentrionale-Westfalia e porto fluviale sul canale Dortmund-Ems. Le principali risorse economiche sono le industrie metallurgiche, meccaniche, tessili, conciarie, del cemento, della birra, della porcellana e del tabacco e le attività estrattive (carbone). Fu costruita intorno a un monastero del 795 e nel XIII sec. entrò a far parte della Lega anseatica. Nel XVI sec. divenne il centro di diffusione del movimento anabattista. Nel 1648 vi fu firmato uno dei trattati di pace della Westfalia, che pose fine alla guerra dei trent'anni.

Munster (Irlànda) Regione (1.010.000 ab.) dell'Irlanda meridionale, comprendente le contee di Clare, Cork, Kerry, Limerick, Tipperary e Wateford.

muntgiak, sm. invar. Nome volgare del Muntiacus muntjac o Cervulus, un mammifero ruminante della famiglia dei Cervidi di piccole dimensioni che vive in Cina, India, Indocina e nelle isole della Sonda.

Müntzer, Thomas (Stolberg 1467-Mühlhausen 1525) Riformatore tedesco. Monaco agostiniano, divenne seguace di M. Lutero e poi suo avversario in favore di un maggiore radicalismo. Predicò a Zwickau (1520) e poi a Mühlhausen da dove fu espulso. Guidò la rivolta contadina dello Hegau e Klettgau, ma fu fatto prigioniero a Frankenhausen e giustiziato. Tra i capi dell'anabattismo, predicava l'attuazione della giustizia di Dio sulla terra, attraverso la realizzazione di una comunità di santi e associando la riforma religiosa al rinnovamento rivoluzionario della società. Scrisse il Sermone ai principi di Sassonia (1524), l'Esplicita messa a nudo della falsa fede (1524), e, contro Lutero, l'Apologia ben fondata e risposta alla carne senza spirito che vive mollemente a Wittenberg (1524).

muóne, sm. In fisica particella elementare della famiglia dei leptoni (mesone ). La sua massa è pari a 206 volte quella dell'elettrone e ha carica negativa pari a-e. La sua vita media è dell'ordine di 2·10-6 s e decade debolmente in due neutrini e un elettrone. Fu osservato per la prima volta nel decadimento di raggi cosmici nel 1937 ed è prodotto per decadimento di pioni.

Muonio Fiume (387 km) della Scandinavia settentrionale. Confluisce nel fiume Torne.

muòvere, v. v. tr. 1 Mettere in moto. ~ trasferire. non era in grado di muovere la gamba fratturata. 2 Togliere da un luogo e mettere in un altro. ~ spostare. <> lasciare. 3 Mettere in azione. ~ avviare. <> arrestare. 4 Influire sullo stato d'animo. non riuscì a muoverlo a compassione con quella sceneggiata. 5 Stimolare, spingere. è mosso dall'ambizione.
v. intr. 1 Camminare. 2 Avere principio. certe tesi muovevano da fatti che poi si sono rivelati inesistenti.
v. rifl. 1 Entrare in moto. 2 Agitarsi.
 v. tr. e v. intr. 1 to move. 2 (macchina) to drive. v. rifl. to move.
 lat. movere.

mùra, sf. 1 Cinta muraria che circonda un luogo. 2 Cavo che serve a tirare verso prora l'angolo inferiore di una vela quadra.

Mùra (comune) Comune in provincia di Brescia (702 ab., CAP 25070, TEL. 0365).

Mura (fiume) Fiume (454 km) dell'Europa centrale. Nasce in Austria dai Bassi Tauri e confluisce nel fiume Drava, in Croazia.

Murad Nome di sovrani.
Murad I
(1319?-Kosovo 1389) Sultano ottomano dal 1359. Occupò la Macedonia e la Tracia e vinse la battaglia di Kosovo contro i serbi, che però gli costò la vita.
Murad II
(1404?-Adrianopoli 1451) Sultano ottomano dal 1421. Occupò nel 1439 la Serbia. Nel 1441 venne sconfitto da G. Humyadi, che però sconfisse a sua volta nel 1448 a Kosovo. Non riuscì a sopprimere la rivolta albanese capeggiata da Scanderberg.
Murad III
(Manisa 1546-Costantinopoli 1595) Figlio di Selim II. Sultano ottomano dal 1574. Fu fortemente influenzato dalla madre veneziana Cecilia Baffo e si disinteressò dello stato.
Murad IV il Prode
(Costantinopoli 1612-1640) o il Vittorioso. ¤Figlio di Ahmed I, fu sultano ottomano dal 1623. ristabilì la disciplina nell'esercito e conquistò Baghdad alla Persia.

muràglia, sf. 1 Muro alto e solido. ~ mura. 2 Parete verticale di roccia.
 sf. high wall.

Muraglie Film comico, americano (1931). Regia di James Parrott. Interpreti: Stan Laurel, Oliver Hardy, Wilfred Lucas. Titolo originale: Pardon us

muraglióne, sm. Muraglia grossa e compatta.

Muraglióne Passo (907 m) dell'Appennino tosco-emiliano, tra i rilievi dell'Alpe di San Benedetto.

muraiòlo, agg. Detto di animali che si arrampicano sui muri.

muràle, agg. Relativo a muro.
 agg. mural.
 lat. muralis.

murales, sm. invar. Rappresentazione pittorica eseguita su facciate di edifici o grandi pannelli posti all'aperto.

Muramvya Città (59.000 ab.) del Burundi, capoluogo della provincia omonima.

muràre, v. tr. 1 Edificare un muro. murare a secco, senza calcina. 2 Chiudere con un muro. 3 Nella pallavolo respingere la palla con un muro. 3 Fissare al muro, dentro il muro un oggetto. murò una cassaforte in camera da letto. 4. Tirare le corde, dette mure, sul lato di sopravvento.
 v. tr. to wall up.
 lat. tardo murare cingere di mura.

muràrio, agg. Relativo al murare, alla muratura.

Murasaki, Shikibu (ca. 978-ca. 1014) Romanziere giapponese. Tra le opere Storia del principe Genij (1001-1014).

Murat Fiume (722 km) della Turchia. Nasce dai monti Ala e confluisce nel fiume Kara Su.

Murat Napoleóne, Luciàno Càrco (Milano 1803-Parigi 1878) Politico francese. Figlio di Gioacchino Murat, re di Napoli, e di Carolina Bonaparte nel 1813 divenne principe di Pontecorvo. Sostenne l'ascesa al trono di Francia di Luigi Napoleone e nel 1852 divenne senatore. Rivendicò il regno di Napoli, dando vita al movimento detto murattismo, movimento che fu osteggiato dai patrioti italiani che temevano potesse ostacolare il processo di unificazione dell'Italia.

Murat, Gioacchìno (La Bastide-Fortunière 1767-Pizzo Calabro 1815) Re di Napoli, fu aiutante di campo di Napoleone, dopo aver sposato Carolina Bonaparte. Eletto re della città partenopea (1808), proseguì l'opera di riforma iniziata da Giuseppe Bonaparte. In qualità di comandante della cavalleria nella campagna di Russia (1812), mirò a un accordo con l'Austria per preservare il regno napoletano (1814), ma, lasciato solo dai nuovi alleati, imbracciò di nuovo le armi contro il nemico d'oltralpe e, dopo una spedizione nell'alta Italia durante i cento giorni, pubblicò il proclama di Rimini (1815), con il quale invitava gli italiani a battersi per la propria indipendenza. Venne sconfitto a Carpi e a Tolentino, scappò in Corsica, ove cercò di riorganizzare la sua conquista del trono di Napoli, ma, dopo lo sbarco a Pizzo Calabro, venne catturato e fucilato dalle milizie borboniche.

muràta, sf. La parete laterale dello scafo superiore di una nave.

muratóre, sm. Operaio edile.
 sm. bricklayer, mason.

Muratóri, Ludovico Antònio (Vignola 1672-Modena 1750) Storico e letterato. Sacerdote, nel 1695 fu prefetto della Biblioteca Ambrosiana e quindi archivista presso gli Estensi a Modena (1700). Fece parte dell'Arcadia, propugnando la necessità del rinnovamento culturale in Italia. La sua raccolta di documenti gli consentì di avere, per primo, una visione unitaria della storia d'Italia, trasfusa nei Rerum italicarum scriptores (1723-1751) monumentale raccolta di autori dal 500 al 1500 e negli Annali d'Italia dal principio dell'era volgare al 1749 (1744-1749). Altre opere importanti sono Antiquitates Italicae Medii Aevi (1738-1742) e, di argomento letterario, Della perfetta poesia italiana (1706) e le Osservazioni alle Rime del Petrarca (1712).

muratùra, sf. Il murare.

Muravèra Comune in provincia di Cagliari (4.348 ab., CAP 09043, TEL. 070).

Murazzàno Comune in provincia di Cuneo (882 ab., CAP 12060, TEL. 0173).

muràzzi, sm. pl. L'insieme delle dighe a difesa del litorale meridionale della laguna veneta.

Murchison Fiume (550 km) dell'Australia occidentale. Nasce dai monti Robinson e sfocia nell'oceano Indiano.

Murcia Città (319.000 ab.) della Spagna e capoluogo della provincia omonima, sul fiume Segura. È il centro commerciale per i prodotti agricoli della regione e sede di industrie di trasformazione dei prodotti agricoli, della seta, del cuoio, del vetro e del legno. Fu fondata dagli arabi nell'825 e nel 1224 diventò capitale di uno stato indipendente. Nel 1243 fu riconquistata da Ferdinando III e rientrò nel regno di Castiglia. I principali monumenti sono la cattedrale gotica del XIV sec., con facciata barocca, e il palazzo del Vescovado (XVIII sec.).
Murcia (regione)
Regione (1.046.000 ab.) della Spagna, comprendente la provincia omonima.
Murcia (provincia)
Provincia (1.046.000 ab.) della Spagna sudorientale, attraversata dai fiumi Segura e Sangonera. Capoluogo la città omonima.

Murdoch, Iris (Dublino 1919-) Scrittrice. Tra le opere La campana (1958), Una testa tagliata (1961) e Il principe nero (1973).

Murdoch, Rupert (Melbourne 1931-) Editore e finanziere australiano. Uno degli uomini più potenti della terra nel campo dell'informazione. Possiede, infatti, più di cento quotidiani, tra i quali, il Times e il Village voice, unitamente a case editrici, case di produzione cinematografica e reti televisive in tre continenti. Nel 1986, fu l'artefice della creazione di Fox, il quarto network americano, costituito per contrastare il primato di CBS, NBC e ABC e della costituzione dell'emittente via satellite Sky Channel.

Murèllo Comune in provincia di Cuneo (946 ab., CAP 12030, TEL. 0172).

murèna, sf. Pesce (Muraena helena) della famiglia dei Murenidi e dell'ordine degli Anguilliformi. Molto vorace, raggiunge i 160 cm. È privo di squame, la bocca è grande e fornita di numerosi denti, il cui morso può risultare velenoso. Vive nascosta nella sabbia o tra le rocce ed è diffusa in tutto il mare Mediterraneo.
 sf. moray.

Mures Distretto (610.000 ab.) della Romania, nella Transilvania. Capoluogo Tîrgu Mures.

Murétto Passo (2.562 m) delle Alpi Retiche, al confine italo-svizzero, sulle pendici occidentali del monte omonimo (3.104 m).

murex, sm. invar. Genere di Molluschi Gasteropodi Prosobranchi marini, appartenenti alla famiglia dei Muricidi, ordine degli Stenoglossi, comprendente grandi conchiglie molte delle quali munite di varici alate o di lunghe spine.

Mùrge Altopiano calcareo della penisola salentina, separato dagli Appennini tramite la vallata del fiume Bradano. Si estendono dal basso corso del fiume Ofanto fino a Santa Maria di Leuca, occupando quasi interamente la penisola. L'altezza massima è di 686 m (Torre Disperata). Ricche di fenomeni carsici (grotte di Castellana) sono prive di corsi d'acqua.

Murger, Henry (Parigi 1822-1861) Romanziere. Tra le opere Scene della vita di Bohème (1847-1849).

Murghab Fiume (850 km) dell'Afghanistan e del Turkmenistan. Nasce dal Paropamisus e, entrato nel Turkmenistan, si perde nel Karakum.

Muriàldo Comune in provincia di Savona (892 ab., CAP 17010, TEL. 019).

muriàtico, agg. (pl. m.-ci) 1 Nella locuzione acido muriatico, denominazione comune della soluzione di acido cloridrico tecnico. 2 Nella locuzione acido muriatico deflogistizzato, antica denominazione del cloro.
 lat. muria salamoia.

murìccia, sf. Muro a secco; sassi o pietre ammonticchiate alla meglio.

muricciòlo, sm. Muro basso.

mùrice, sm. Mollusco (Murex trunculus) della famiglia dei Muricidi e della classe dei Gasteropodi. Lungo circa 10 cm, è dotato di conchiglia scura. Secerne la porpora, anticamente usata per la colorazione delle stoffe.

Murìcidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi appartenente all'ordine degli Stenoglossi aventi conchiglia a varici munite di tubercoli e lunghe spine.

Mùridi Famiglia di Mammiferi Roditori Miomorfi comprendente specie aventi dimensioni, forme e abitudini differenti.

 

Murillo, Bartolomé Esteban (Siviglia 1618-1682) Pittore spagnolo. Studiò con J. del Castillo e subì l'influenza di Tiziano e Van Dyck. La sua pittura è caratterizzata dallo straordinario virtuosismo, unito tuttavia alla sicura ispirazione anche nei soggetti sacri. Le principali opere sono Bimbi che giocano a dadi (1670-1675), Le "gallegas" alla finestra (1670 ca), La Madonna di Santiago.

murìno, agg. 1 Relativo ai topi o ai ratti. 2 Che è trasmesso dai topi o dai ratti.
 lat. mus muris topo.

Muriséngo Comune in provincia di Alessandria (1.670 ab., CAP 15020, TEL. 0141).

Mùrlo Comune in provincia di Siena (1.793 ab., CAP 53016, TEL. 0577).

Murmansk Città (468.000 ab.) della Russia, capoluogo della provincia omonima.

mùrmure, sm. Mormorio. ~ ronzio.
Murmure respiratorio o vescicolare
Fruscio regolare e leggero che si può percepire auscultando il petto di pazienti sani.

Murmuri ed echi Opera di poesia di M. Novaro (1912).

mùro, sm. (pl. m.-i e f.-a) 1 Struttura costruita con pietre o mattoni, con o senza elementi leganti. muro portante, su cui grava il peso di una costruzione. 2 Barriera, ostacolo. un muro di omertà impediva alle indagini di procedere. 3 Nella pallavolo schieramento di giocatori affiancati con lo scopo di respingere la palla nel campo avversario.
[plurale: i muri (di una casa), le mura (di una città, di una fortezza)]
 sm. 1 wall. 2 (muro del suono) sound barrier.
 lat. murus.

Mùro del piànto Muro lungo 48 m e alto 18 che fa parte del perimetro esterno del Tempio di Gerusalemme. Risalente all'epoca di Erode il Grande, qui gli ebrei si recano per piangere la distruzione del Tempio per mano dei romani (70 d. C.).

Muro della terra, Il Opera di poesia di G. Caproni (1975).

Mùro Leccése Comune in provincia di Lecce (5.173 ab., CAP 73036, TEL. 0836).

Mùro Lucàno Comune in provincia di Potenza (6.380 ab., CAP 85054, TEL. 0976).

Muro, Il Racconto di J. P. Sartre (1938-1939).

Mùrolo, Ernèsto (Napoli 1876-1939) Poeta dialettale e commediografo italiano. Ha scritto, tra l'altro, le raccolte di poesie Canzonette napoletane (1910), Matenate (1912), Canta Pusilleco (1919) e Poesie (1928) e le commedie Addio mia bella Napoli (1909), Gente nostra (1910), O Giovannino o la morte (1912) e Calamita (1916).

Mùrolo, Robèrto (Napoli 1912-) Cantautore e chitarrista italiano, figlio di Ernesto. È uno dei maggiori interpreti della musica napoletana.

Murom Città (120.000 ab.) della Russia, nella provincia di Vladimir, sul fiume Oka.

Mùros Comune in provincia di Sassari (775 ab., CAP 07030, TEL. 079).

Murphy Romanzo di S. Beckett (1938).

Murphy, Eddie (Brooklyn 1961-) Attore cinematografico statunitense. Esordì con 48 ore (1982). Seguirono molti film di successo come Una poltrona per due (1982), Un piedipiatti a Beverly Hills (1984), Il bambino d'oro (1986), Beverly Hills Cop II (1987), Eddie Murphy Show (1987), Il principe cerca moglie (1988), Ancora 48 ore (1990), Il principe delle donne (1992), Beverly Hills Cop III (1993), Vampiro a Brooklyn (1995).

Murray Fiume (2.575 km) dell'Australia. Nasce dalle Alpi Australiane e sfocia nell'oceano Indiano.

Mùrri, Augùsto (Fermo 1841-Bologna 1932) Medico. Compì importanti studi sui tumori intracranici e le affezioni sifilitiche del cervello. Scrisse Lezioni di clinica medica (1908).

Mùrri, Ròmolo (Monte San Pietrangeli 1870-Roma 1944) Sacerdote e politico. Ordinato sacerdote nel 1893, fondò la rivista Cultura sociale (1898-1906) e la Lega democratica nazionale (1905). Politicamente progressista, fu sospeso a divinis nel 1907 per aver aderito al modernismo e scomunicato nel 1909 dopo essere stato eletto deputato della sinistra. Successivamente si orientò su posizioni vicine al fascismo e rientrò nel clero poco prima di morire.

murrìni, sm. pl. Vasi costruiti con la murra o murrha, una pietra semipreziosa di origine asiatica di cui si parla solo nei testi letterari.
 lat. vasa murrhina.

Mùrro di Pòrco, càpo Promontorio della costa orientale della Sicilia, all'estremità della penisola della Maddalena a sud di Siracusa.

Murrumbidgee Fiume (2.070 km) dell'Australia, nel Nuovo Galles del Sud. Nasce dai monti Azzurri e confluisce nel fiume Murray.

Murshidabad Distretto (2.940.000 ab.) dell'India, nello stato del Bengala Occidentale. Capoluogo Berhampore.

Mùrsia Centro dell'isola di Pantelleria, sede di importanti resti di fortificazioni di epoca neolitica.

Mùrsia, Ùgo (Carini 1921-Milano 1982) Editore e fondatore, nel 1955 a Milano, dell'omonima casa editrice.

Mururoa Atollo della Polinesia Francese, nell'oceano Pacifico. Poligono atomico.

mùsa, sf. Ciascuna delle nove dee che, secondo gli antichi, presiedevano alle arti.

Musàcee Famiglia di Monocotiledoni erbacee tropicali, perenni o legnose, appartenenti all'ordine delle Scitaminee.

Musala Monte (2.925 m) della Bulgaria, punto culminante del massiccio di Rila e vetta più elevata.

musànga, sf. (pl.-ghe) Genere di moracee arboree africani a cui appartiene l'unica specie Musanga cecropioides, dalla chioma ombrelliforme.

Musashino Città (139.000 ab.) del Giappone, nell'isola di Honshu.

musàta, sf. Colpo dato o ricevuto col muso.

Musàtti, Césare (Dolo 1897-Milano 1989) Psicologo e psicoanalista. Fece importanti ricerche sulla psicologia della suggestione, della percezione e dell'ipnosi. Tra le sue opere, La psicologia della forma (1929) e Trattato di psicoanalisi (1949).

mùscari Genere di Gigliacee bulbose comprendente sia specie spontanee sia specie coltivate; queste ultime hanno dato origine a numerose varietà.

muscarìna, sf. Amminoaldeide che si estrae dall'Amanita muscaria e dalle carni in putrefazione. È un potente veleno che provoca la morte per asfissia e arresto del cuore in diastole.

Muscétta, Càrlo (Avellino 1912-) Critico letterario. Tra le opere Letteratura militante (1953), Realismo e controrealismo (1958) e Cultura e poesia di G. G. Belli. (1980).

muschiàto, agg. 1 Che ha il forte odore del muschio. 2 Che secerne muschio.

mùschio, sm. 1 Sostanza di forte odore secreta da speciali ghiandole di cui sono forniti vari Mammiferi; viene usata in medicina e in profumeria. 2 Vegetale appartenente alla classe dei Muschi.
 sm. 1 musk. 2 (bot.) moss.
 lat. tardo muscus, dal persiano mushk.

Muscicàpidi Famiglia di Uccelli Passeriformi che si nutrono di insetti alla quale appartengono i pigliamosche e le bialie.

Mùscidi Famiglia di Insetti Ditteri Brachiceri Ciclorafi di dimensioni medie o piccole.

muscimòlo, sm. Derivato isossazolico naturale. Assieme all'acido ibotenico provoca l'effetto allucinogeno dell'Amanita muscaria.

Mùsco, Àngelo (Catania 1872-Milano 1937) Attore teatrale comico. Interpretò testi di Martoglio e Pirandello.

muscòfilo, agg. Relativo ad animale, in particolare a insetto, che predilige i muschi.

muscolàre, agg. Che riguarda il muscolo. le fibre muscolari dei velocisti sono più reattive di quelle dei fondisti.
 agg. muscle, muscular.

muscolatùra, sf. 1 Il sistema dei muscoli. 2 Il complesso dei muscoli.

Muscolìne Comune in provincia di Brescia (1.639 ab., CAP 25080, TEL. 0365).

mùscolo, sm. 1 Organo capace di contrarsi e costituito da tessuto a struttura liscia o striata. 2 Parte polposa della carne macellata.
 sm. muscle.
Dal punto di vista funzionale i muscoli si dividono in volontari (generalmente striati) e involontari (lisci, con l'eccezione del cuore). I muscoli volontari consentono lo spostamento di arti e la locomozione, mentre i muscoli involontari garantiscono le funzioni vitali dell'organismo (per esempio il battito cardiaco). La contrazione dei muscoli è resa possibile dalle miofibrille, costituite da filamenti proteici di actina e miosina in grado di scorrere tra loro deformando il muscolo.

muscolosità, sf. L'essere muscoloso.

muscolóso, agg. 1 Che ha muscoli ben rilevati. ~ erculeo. <> debole. 2 Robusto. ~ massiccio. <> esile.
 lat. tardo musculosus.

muscóne, sm. Metilciclopentadecanone, chetone ciclico che rappresenta il principale componente del musco naturale.

muscóso, agg. Coperto di muschio.

muscovìte, sf. Silicato di alluminio e potassio del gruppo delle miche.
 inglese muscovy della Moscovia.

Mùse Nella mitologia sono nove sorelle figlie di Zeus e Mnemosine, che proteggevano le varie forme di pensiero delle scienze e delle arti. Nella tradizione le muse sono: Calliope (poesia elegiaca), Clio (storia), Erato (poesia amorosa), Euterpe (flauto, musica), Melpomene (tragedia), Polimnia (poesia lirica), Tersicore (danza), Talia (commedia) e Urania (poesia didascalica, astronomia).

Muse napolitane, Le Opera di poesia di G. Basile (1635).

Muséi Comune in provincia di Cagliari (1.451 ab., CAP 09010, TEL. 0781).

Muselli, Vincent (Argentan 1879-Parigi 1956) Poeta francese. Artista di ispirazione eclettica. Tra le opere, I lavori e i giochi (1914) e Sonetti morali (1934).

musèllo, sm. La regione del muso dei ruminanti compresa tra la punta del naso e il labbro.

musèo, sm. 1 Luogo dove sono disposti e conservati oggetti di interesse artistico, storico, scientifico e simili. il museo archeologico tardava a riaprire per mancanza di personale. 2 L'insieme degli oggetti raccolti.
 sm. museum.
 lat. Museum, dal greco Musèion, deriv. da Musa Musa, ambiente delle Muse.

museografìa, sf. La tecnica e la metodologia relative alla sistemazione organica di un museo.

museogràfico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla museografia.

museologìa, sf. Scienza che studia l'organizzazione dei musei.

museotècnica, sf. Arte di disporre ordinatamente i pezzi in un museo.

museruòla, sf. Arnese che si pone al muso dei cani per evitare che mordano. ~ musoliera.
 sf. muzzle.

musétta, sf. Strumento simile alla cornamusa.

musette, sf. e agg. sf. invar. 1 Musetta, strumento simile alla cornamusa. 2 Danza e composizione musicale di carattere pastorale.
agg. invar. Ballo accompagnato dalla fisarmonica o dalla musetta.

musétto, sm. Faccia piccola, vivace.

Mushin Città (309.000 ab.) della Nigeria, nello stato di Lagos.

Musi Fiume (520 km) dell'Indonesia, sull'isola di Sumatra. Nasce dai monti Barison e sfocia nello stretto di Bangka.

Music, Anton Zoran (Gorizia 1909-) Pittore sloveno. Tra le opere Cavalli che vanno via (1950, Venezia, Ca' Pesaro).

mùsica, sf. 1 Arte nella quale suoni diversi vengono combinati con regole determinate, specifiche del luogo e dell'epoca. ~ melodia. 2 Lo stile e il patrimonio musicale di un autore.
 sf. music.
Nel XIX sec., con la nascita della musicologia e della etnomusicologia, è iniziato lo studio, su basi scientifiche, delle origini della musica. La visione romantica della musica come creazione della voce umana si scontrò con le osservazioni sui linguaggi di alcuni popoli primitivi e sugli aspetti magici e rituali della musica. I primi riferimenti storici alla musica religiosa sono stati individuati già nella cultura egizia, nei Veda e nella Bibbia. La musica occidentale, nelle forme giunte fino al medioevo, viene fatta derivare dalla musica greca. Anche i canti religiosi cristiani, codificati nel canto gregoriano, derivavano dai più antichi canti e musiche ebraiche. Contemporaneamente (VIII-IX sec.) apparve una prima notazione musicale fatta di punti e linee. La differenziazione delle lingue nazionali non interruppe i legami della musica, anche quella profana, con le esperienze precedenti. Apparvero i trovatori in Francia e in Germania, si perfezionò la polifonia (XV sec.) e nel XVI sec. comparve il madrigale e la musica strumentale iniziò ad acquisire vita propria, separata dalla musica vocale. Nel XVIII sec. ebbe inizio l'analisi storiografica della musica, con le opere di padre Giambattista Martini, Storia della musica (1757-1781), dell'abate M. Gerbert von Hornau sulla musica sacra, degli inglesi C. Burney (Storia generale della musica) e J. Hawlins (Storia generale della scienza e della pratica musicale) e di J. N. Forkel (Storia universale della musica, 1788-1801). Fu con il romanticismo che la musica vide riconosciuto il proprio valore poetico e artistico. Nell'analisi storica, la musica viene messa in relazione con la cultura di ogni momento sociale. A. W. Ambros pubblicò la Storia della musica (1862-1882), la prima opera nella quale la musica viene vista con la completa dignità delle altre arti, e diede spunto allo sviluppo dell'interesse per la musica, soprattutto in Germania. L'inizio del XX sec. vede la musica soffrire della crisi generale della società e rivoluzionare le tradizioni sia nelle tonalità sia nei ritmi, con l'avvento della dodecafonia da parte di A. Schönberg, A. Berg e A. Webern. Dopo il 1960, vengono riscoperte nuove forme teatrali e gestuali (M. Kagel, S. Bussotti), per approdare poi a tendenze neoromantiche più attente alla tradizione (W. Rihm).

musicàbile, agg. Che può essere musicato.

musicabilità, sf. L'essere musicabile.

musical, sm. invar. Tipo di spettacolo nel quale prosa, balletto e musica si mescolano, con scenografia brillante e trame narrative leggere. Ebbe origine in Inghilterra alla fine del XIX sec. con W. Gilbert e A. Sullivan, ma fu negli Stati Uniti d'America, a New York (Broadway), che il musical ebbe il massimo sviluppo. Tra i più noti spettacoli Show Boat (1927), Oklahoma (1942), My Fair Lady (1956), West Side Story (1957), Hair (1967) e Chorus Line (1986). In Italia Buonanotte Bettina (1956), Rinaldo in campo (1961) e Rugantino (1963), di Garinei e Giovannini.

musicàle, agg. 1 Attinente alla musica. ~ armonico. <> cacofonico. si teneva un'audizione musicale per completare l'orchestra. 2 Che ha attitudine per la musica. orecchio musicale. 3 Dolce. la sua voce musicale era piacevole da ascoltare.
 agg. music, musical.
 lat. musicabilis.

musicalità, sf. L'essere musicale.

musicànte, agg., sm. e sf. agg. Suonatore.
sm. e sf. Chi esegue musica, specialmente in una banda, bandista.

musicàre, v. tr. Mettere in musica.
 v. tr. to set to music.

musicassétta, sf. Cassetta magnetica con musiche preregistrate.
 sf. audiocassette, cassette.

music-hall, sm. invar. Teatro o spettacolo di varietà.

musicìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi compone o esegue musica. ~ compositore.
 sm. e sf. musician.

mùsico, sm. e agg. (pl.-ci) sm. Musicista.
agg. Musicale.
 lat. musicus, dal greco musikòs.

musicologìa, sf. Lo studio della tecnica e della storia musicale.

musicòlogo, sm. (pl.-gi)Studioso di musicologia.

musicòmane, sm. e sf. Chi è eccessivamente amante della musica.

musicomanìa, sf. Passione maniacale per la musica.

musicoterapìa, sf. Cura mediante la musica.

Musil, Robert (Klagenfurt 1880-Ginevra 1942) Scrittore austriaco. Frequentò prima l'accademia militare, poi, dopo aver studiato ingegneria a Brno, si trasferì all'università di Berlino dove si laureò in filosofia. Nel 1906 scrisse I turbamenti del giovane Törless. Il successo di questo primo breve romanzo lo convinse a dedicarsi alla letteratura. Seguirono due raccolte di novelle, Unioni (1911) e Tre donne (1924), e due lavori per il teatro, I fanatici (1921) e Vincenzo e l'amica degli uomini importanti (1924). Successivamente, a Berlino, svolse l'incarico di critico teatrale (1931-1933) per alcuni giornali. Con l'annessione dell'Austria alla Germania, nel 1938 si trasferì esule in Svizzera dove, aiutato economicamente dagli amici, si dedicò all'elaborazione del suo romanzo L'uomo senza qualità (1930-1943) già iniziato in precedenza. Morì in povertà. Il romanzo è considerato uno dei capolavori della letteratura europea di questo secolo. Il protagonista dell'opera è un uomo vittima delle proprie qualità: dotato di innumerevoli qualità, nessuna delle quali risulta prevalere sulle altre, è incapace di indirizzarle a uno scopo. Specchio della crisi della società viennese e dei valori del mondo occidentale, l'opera, che utilizza numerosi modi narrativi (descrittivo, lettere, dialogo, monologo interiore) è stata paragonata a un labirinto con sottilissimi fili che legano i suoi simboli, ma sostanzialmente inafferrabile nel suo significato.

Musìle di Piàve Comune in provincia di Venezia (9.740 ab., CAP 30024, TEL. 0421).

musìvo, agg. Relativo a mosaico.

musmè, sf. invar. Termine italiano derivato dal giapponese musume (ragazza) che viene usato a volte per indicare le donne delle case da tè giapponesi.

mùso, sm. 1 La parte anteriore della testa degli animali. ~ grugno, ghigna. 2 Il viso dell'uomo. ~ faccia. dire una cosa sul muso, apertamente senza giri di parole. 3 Parte anteriore di apparecchi meccanici. il muso dell'aereo.
 sm. 1 muzzle. 2 (di aereo, automobile) nose. 3 (broncio) long face.
 lat. musus.

Musòcco Sobborgo di Milano situato nella zona nordoccidentale della città, della quale fa parte dal 1923, che ospita il Cimitero maggiore.

musòfaga, sf. (pl.-ghe) Genere di Uccelli cuculiformi, appartenenti alla famiglia dei Musofagidi, dalla coda corta e arrotondata e con un robusto becco incurvato sulla punta.

musóne, sm. Chi per abitudine tiene il broncio. ~ accigliato.
 sm. sulky person.

Musóne Fiume (70 km) delle Marche. Nasce dall'Appennino umbro-marchigiano e sfocia nel mar Adriatico.

musonerìa, sf. L'essere musone.

Musorgskij, Modest Petrovic (Karevo 1839-San Pietroburgo 1881) Compositore russo. Iniziò gli studi essenzialmente da solo e continuò studiando composizione con M. A. Balakirev. Fece parte del gruppo dei cinque e promosse la ricerca di figure musicali autoctone, libere da influenze occidentali. Si dedicò in particolare al dramma musicale, con le opere Boris Godunov (1868), Kovàncina (1880, incompiuta) e La fiera di Soro¿¹¿insky (1880), della quale fa parte il brano orchestrale Una notte sul Monte Calvo. Scrisse anche alcuni cicli di liriche La camera dei fanciulli (1868-1872), Senza sole (1874), canti e danze della morte (1875-1877) e Quadri di un'esposizione (1874), composizione per pianoforte orchestrata poi da M. Ravel.

Muspilli Poema di anonimo (inizio IX sec.).

mussàre, v. v. tr. Usato insieme al sostantivo notizia, sottolineare artificiosamente un avvenimento.
v. intr. Fare spuma, detto in particolar modo di bevande. ~ spumeggiare.

Musset, Alfred de (Parigi 1810-1857) Scrittore francese. Fu tra i principali esponenti del romanticismo nazionale. Iniziò con la raccolta di poesie Racconti di Spagna e d'Italia (1830) e continuò con una forma di teatro da leggere, Uno spettacolo in una poltrona (1833), per dedicarsi poi a opere drammatiche quali Andrea del Sarto, Lorenzaccio, I capricci di Marianna. Si innamorò di George Sand e nel 1833 partì per l'Italia con lei. Questa esperienza e la delusione provata dall'abbandono ispirarono le poesie Notti (1835-1837) e il romanzo autobiografico Confessioni di un figlio del secolo (1836). Nel 1852 pubblicò Poesie nuove e quindi, nel 1853, una raccolta di drammi destinati alla lettura intitolata Commedie e proverbi.

Mussìni, Luìgi (Berlino 1813-Siena 1888) Pittore. Tra le opere Musica sacra (1842, Firenze, Galleria d'Arte Moderna).

mussitazióne, sf. Movimento delle labbra, normalmente privo di emissione di suoni articolati, che caratterizza alcune malattie con turbe cerebrali.

Mùsso Comune in provincia di Como (1.048 ab., CAP 22010, TEL. 0344).

mùssola, o mussolìna, sf. Tessuto di lana, cotone o seta, morbido e trasparente.

Mussolènte Comune in provincia di Vicenza (6.059 ab., CAP 36065, TEL. 0424).

mussolìna, sf. 1 Mussola. 2 Nell'industria chimica, vetro stampato e inciso con i disegni tipici della mussola.

Mussolìni, Benìto (Dovia di Predappio 1883-Giulino di Mezzegra 1945). Figlio di Alessandro, fabbro anarchico e di Rosa Maltoni, maestra elementare. Nel 1901 iniziò la propria attività politica nel partito socialista e nel 1902 dovette rifugiarsi in Svizzera perché renitente alla leva. Da qui fu espulso per attività di propaganda tra gli emigrati. Un'amnistia gli permise di rientrare in Italia nel 1909 e, prestato il servizio militare, si dedicò all'insegnamento, avvicinandosi intanto politicamente al sindacalismo rivoluzionario. Fu responsabile della camera del lavoro di Trento e diresse il quotidiano L'avvenire del lavoratore. Espulso dal Trentino, divenne a Forlì segretario della sezione del Partito socialista. Nel 1912, grazie al grande successo decretatogli dal congresso, divenne direttore dell'Avanti!, ma, per la posizione interventista tenuta nella prima guerra mondiale fu allontanato dal giornale ed espulso dal Partito socialista. Con l'appoggio di ambienti finanziari e industriali fondò un nuovo quotidiano: Il Popolo d'Italia (1914), favorevole all'intervento. Durante la guerra accentuò il proprio orientamento nazionalista e il 23 marzo 1919, a Milano, fondò i Fasci di combattimento, assumendo una politica sempre più di destra, che gli valse l'appoggio della piccola borghesia, degli industriali e dei proprietari terrieri favorevoli alle sue posizioni antisindacali, contrarie al movimento operaio. Fu eletto deputato nel 1921 e, trasformato il movimento in partito, organizzò la marcia su Roma (28 ottobre 1922), forzando Vittorio Emanuele III ad affidargli l'incarico di formare il nuovo governo. Mentre le squadre fasciste accentuavano sempre più la violenza nella contrapposizione contro le organizzazioni di sinistra, approfittando della debolezza della classe dirigente liberale iniziò il processo di cancellazione delle libertà costituzionali e di formazione di un regime dittatoriale. Nel 1923 formò la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, nel 1924, con una legge elettorale maggioritaria, ottenne la maggioranza assoluta in parlamento e, lasciate alle spalle le difficoltà causate dall'assassinio del parlamentare socialista G. Matteotti, nel 1925 annunciò la trasformazione dello stato da regime costituzionale a regime fascista. Nel 1929 stipulò con il Vaticano i patti lateranensi. Il successo fu mediato anche sfruttando le doti di trascinatore e utilizzando in modo spregiudicato i mezzi di comunicazione: le retoriche esaltazioni della romanità e gli atteggiamenti spavaldi ne sono testimonianza. Dopo aver cercato di assumere in politica estera un ruolo di mediatore, opponendosi nel 1934 all'annessione dell'Austria da parte della Germania, e addirittura mobilitando l'esercito a tale scopo e alleandosi con Francia e Inghilterra, decise di accentuare la posizione dell'Italia come protagonista sulla scena internazionale, avviando la guerra d'Etiopia per la conquista dell'impero (1935-1936) e appoggiando i franchisti nella guerra civile spagnola (1936-1939). Si allontanò così sempre più da Francia e Inghilterra, avvicinandosi invece alla Germania di Hitler. Nel 1938 l'annessione dell'Austria veniva accettata e iniziava la guerra d'Albania. Nonostante il Patto d'acciaio con la Germania (1939), Mussolini mantenne inizialmente una posizione neutrale nella seconda guerra mondiale, ma successivamente, credendo che la guerra fosse ormai risolta a favore dei tedeschi e temendo di non partecipare come protagonista al nuovo ordinamento europeo, decise l'ingresso dell'Italia in guerra: tale decisione andava contro il parere sfavorevole dei militari, del regime e della stessa monarchia. Durante la guerra assunse spesso iniziative dettate più dalla ricerca del risultato di prestigio che dall'opportunità militare, come la spedizione in Grecia e la decisione di inviare truppe sul fronte orientale. I pesanti insuccessi militari e la crescente impopolarità del regime spinsero la monarchia e i militari, d'accordo con alcuni gerarchi fascisti, al colpo di stato con la riunione del Gran Consiglio fascista del 25 luglio 1943, alla quale seguì la sua destituzione e la prigionia a Campo Imperatore. Il 12 settembre 1943 fu però liberato da paracadutisti tedeschi e portato in Germania. Rientrato in Italia, fondò la Repubblica sociale italiana. Il 25 aprile 1945 scoppiò l'insurrezione partigiana nell'Italia settentrionale e Mussolini tentò di prendere contatti con il Comitato di liberazione nazionale che coordinava la resistenza armata. Fallito il tentativo, cercò di fuggire in Svizzera, ma fu catturato a Dongo (28 aprile 1945) dai partigiani e fucilato.

Mussomèli Comune in provincia di Caltanissetta (11.537 ab., CAP 93014, TEL. 0924). Centro agricolo (coltivazione di olive e cereali), dell'estrazione di salgemma e industriale (prodotti alimentari). Vi si trova un castello in stile gotico-normanno, costruito nel XIV sec. Gli abitanti sono detti Mussomelesi.

mussulmàno => "musulmano"

mussuràna, sf. Nome volgare della Clelia clelia, un rettile ofide dell'America meridionale, appartenente alla famiglia dei Colubridi, che ha abitudini notturne e si nutre di serpenti, soprattutto velenosi.

must, sm. invar. Cosa indispensabile, o considerata tale.

mustàcchio, sm. Baffo lungo e folto.

Mustafà Nome di sultani.
Mustafà I
(Manisa 1591-Costantinopoli 1639) Figlio di Maometto II fu sultano ottomano nel 1617 e nel 1618, quindi fu deposto, tornò sul trono nel 1622 e 1623 e venne definitivamente sostituito dal nipote Murad IV.
Mustafà II
(Costantinopoli 1664-1703) Nipote di Ahmed II, sultano ottomano dal 1695. Eugenio di Savoia lo sconfisse nel 1697 a Zenta, costringendolo a firmare due anni più tardi, la pace di Carlowitz. I giannizzeri lo costrinsero nel 1703 ad abdicare in favore del fratello Ahmed III.
Mustafà III
(Costantinopoli 1717-1774) Succedette a Osman III come sultano ottomano dal 1757. Pressioni di corte lo costrinsero nel 1778 a dichiarare guerra alla Russia. Venne battuto e il suo successore, nel 1774, dovette firmare la onerosa pace di Kuçuk-Kainarge.
Mustafà IV
(Istanbul 1779-1808) Succedette a Selim III come sultano ottomano nel 1807 e ricominciò la guerra contro la Russia. Venne destituito e sostituito da Mahmud II.

Mustafà Kemal (Salonicco 1880-Istanbul 1938) detto Atatürk. Uomo politico turco. La sua carriera militare culminò con il successo di Anafarta (1915) che segnò la vittoria degli alleati nei Dardanelli. Dopo l'occupazione da parte delle potenze europee di alcuni territori in Anatolia, maturò la consapevolezza che, facendo leva sul sentimento nazionale dei turchi, avrebbe potuto creare un nuovo e moderno stato. Nei congressi di Erzurum e Sivas (1919) sostenne la necessità di resistere all'occupazione e l'Assemblea nazionale di Ankara lo nominò capo dell'esecutivo (23 aprile 1920). Scacciò gli armeni, i curdi, i francesi e gli italiani, giungendo a deporre il sultano Maometto IV (novembre 1922); l'anno successivo divenne presidente della repubblica (29 ottobre). Incominciò il processo di occidentalizzazione, adottando il codice civile svizzero (1926), il calendario gregoriano, il sistema metrico decimale e l'alfabeto latino (1929) e migliorando la condizione femminile.

mustang, sm. invar. Cavallo selvatico del Messico e degli Stati d'America.

Mustèlidi Famiglia di Mammiferi Carnivori che hanno zampe corte con cinque dita e due soli molari, della quale fanno parte la donnola, l'ermellino, la faina, il furetto, le martore, il ghiottone, il grigione, le lontre, la puzzola, il tasso e il visone.

Musters Lago (430 km2) dell'Argentina, nella Patagonia, nella provincia di Chubut.

mustiòlo, sm. Mammifero (Suncus etruscus) della famiglia dei Soricidi e dell'ordine degli Insettivori. Lungo circa 5 cm, è il mammifero più piccolo. Mangia giornalmente una quantità di cibo 10 volte superiore al suo peso.

musulmàno, agg. e sm. Che, o chi, professa la religione di Maometto.
 agg. e sm. Mussulman, Moslem, Muslim.

mùta, sf. 1 L'atto del mutare, sostituire. 2 In biologia, metamorfosi che alcuni animali subiscono stagionalmente o in periodi successivi del loro sviluppo. 3 Speciale tuta per immersioni subacquee. 4 Gruppo di cani messi insieme per le battute di caccia. 5 Oggetti necessari per un cambio. una muta di vestiti.
 sf. 1 (tuta per immersioni) wet suit. 2 (di animali) moulting. 3 (di cani) pack.
 deriv. da mutare; nel significato [4]: franc. meute, dal lat. movita, p.p. di movere.

Muta di Portici, La Opera in cinque atti di D. Auber, libretto di S. Scribe e G. Delavigne (Parigi, 1828).

mutàbile, agg. Che si può mutare.
 lat. mutabilis.

mutabilità, sf. L'essere mutabile, volubilità.
 lat. mutabilitas,-atis.

mutàgeno, agg. Detto di agente chimico o fisico in grado di indurre mutazioni genetiche.

mutaménte, avv. In silenzio, senza parlare.

mutaménto, sm. L'azione del mutare. ~ cambiamento.
 sm. change.

Mutanabbi, Abu al-Tayyib al (Kufa 905-presso Baghdad 965) Poeta arabo. Tra le opere Liriche.

mutànde, sf. pl. Calzoncini corti di cotone, lino, lana o altro tessuto che si portano sotto gli abiti a contatto diretto con la pelle. ~ slip.
 sf. pl. 1 briefs. 2 (da uomo) underpants. 3 (da donna) panties.

mutandìne, sf. 1 Mutande femminili o infantili. ~ slip. 2 Calzoncini maschili per spiaggia e bagno.

mutànte, sm. Gene che ha subito una mutazione.

mutàre, v. v. tr. 1 Cambiare, sostituire una cosa con un'altra. ~ scambiare. doveva fargli mutare pensiero e convincerlo. 2 Alterare. gli imprevisti hanno mutato il suo modo di vedere le cose.
v. intr. pron. Modificarsi, trasformarsi. ~ diventare.
 v. tr. e v. intr. pron. to alter, to change.
 lat. mutare.

Mutare Città (70.000 ab.) dello Zimbabwe, al confine con il Mozambico. Capoluogo della provincia di Manicaland.

mutarotazióne, sf. Fenomeno chimico consistente nel fatto che una soluzione di una sostanza attiva otticamente varia nel tempo.

mutatis mutandis, loc. avv. Si usa per affermare la sostanziale identità di due fatti, eccettuate le accidentali diversità.

mutato nomine, loc. avv. Espressione latina che significa "dopo aver cambiato il nome". Si usa per indicare che, a parte il nome, due situazioni o due persone si equivalgono in tutto e per tutto.

mutatóre, sm. Convertitore a vapori di mercurio con griglie di comando per regolare in modo continuo la tensione raddrizzata e ridurre così al minimo i rischi dell'arco di ritorno.

mutazilìti Seguaci del mutazilismo.

mutazionàle, agg. Relativo a una mutazione.

mutazióne, sf. 1 Mutamento. ~ trasformazione. 2 Modificazione del patrimonio genetico di un individuo a livello della struttura molecolare del DNA, di interi cromosomi oppure a livello genomico.
 sf. alteration, change.
 lat. mutatio,-onis.
Lo studio delle mutazioni ha avuto inizio con Thomas Hunt Morgan, con le esperienze sul moscerino dell'aceto. Le mutazioni possono essere di origine naturale, nel qual caso sono fattori casuali di variabilità alla base dell'evoluzione della specie, oppure possono essere indotte da agenti chimici (fenoli, aldeidi, colchicina, uretano, iprite) o fisici (radiazioni, temperatura ecc.). Indipendentemente dalla causa che provoca la mutazione, è molto importante il tipo di cambiamento indotto nel materiale genetico. Infatti, quando la mutazione provoca variazioni qualitative, le stesse possono rimanere latenti e non provocare alterazioni funzionali dell'organismo (o della sua discendenza); quando invece la mutazione è quantitativa, aumenta enormemente la probabilità di insorgenza nell'organismo interessato (o nella sua progenie) di una malattia genetica. La classificazione basata sulle dimensioni del materiale genetico coinvolto suddivide le mutazioni in geniche, cromosomiche e genomiche. Alla prima categoria appartengono tutte quelle mutazioni che interessano un solo gene, comportando variazioni qualitative o quantitative del materiale ereditario in esso contenuto, e possono avvenire in qualsiasi tipo di organismo, dal virus fino all'uomo. Le mutazioni cromosomiche e genomiche interessano solo gli organismi superiori, nei quali il materiale genetico è appunto organizzato in cromosomi. Le mutazioni cromosomiche, analogamente a quelle geniche, possono essere sia qualitative che quantitative; le mutazioni genomiche sono invece esclusivamente quantitative.

Mutèlidi Famiglia di Molluschi Lamellibranchi Eulamellibranchi con la conchiglia variamente scolpita e fornita di denti.

mutèvole, agg. 1 Che cambia con facilità. ~ variabile. <> immutabile. 2 Volubile, incostante. ~ capriccioso.
 agg. changeable.
 lat. mutabilis.

mutevolézza, sf. L'essere mutevole.

mutézza, sf. L'essere muto.

Muthanna Governatorato dell'Iraq, al confine con l'Arabia Saudita. Capoluogo Samawa.

Mùti, Èttore (Ravenna 1902-Fregene 1943) Politico. Nel 1939 e 1940 fu segretario del Partito nazionale fascista. Dopo la caduta di Mussolini, morì in circostanze non chiare, per mano dei carabinieri che dovevano arrestarlo.

Mùti, Ornèlla (Roma 1955-) Francesca Rivelli. Attrice cinematografica. Esordì con La moglie più bella (1970). Interpretò in seguito L'ultima donna (1976), Storie di ordinaria follia (1981), La ragazza di Trieste (1982), Cronaca di una morte annunciata (1987), Codice privato (1988), Stasera a casa di Alice (1990), L'amante bilingue (1993), Donna di piacere (1995).

Mùti, Riccàrdo (Napoli 1941-) Direttore dell'orchestra del Maggio fiorentino (1969-1973 e in seguito direttore artistico della rassegna Le Stagioni del Maggio fiorentino, 1973-1982), della New Philarmonia Orchestra di Londra (1973-1983), dell'Orchestra di Filadelfia (1980-1992) e dal 1986 direttore musicale della Scala di Milano.

mùtico, agg. (pl. m.-ci) Di un organo botanico sprovvisto all'apice di ariste, setole e spine.

mutilàre, v. tr. 1 Tagliare una parte del corpo. ~ recidere. 2 Privare di una parte o di un elemento.
 v. tr. to maim, to mutilate.

mutilàto, agg. e sm. Che, o chi, ha subito la perdita di un organo o di un arto.
 agg. crippled, maimed. sm. 1 cripple. 2 (disabile) disabled person.

mutilazióne, sf. L'azione del mutilare.
 lat. tardo mutilatio,-onis.

mùtilo, agg. Privo di una parte. ~ mutilato. <> completo.

mutìsmo, sm. 1 Incapacità a emettere suoni distinti e compiuti. 2 Silenzio deliberato e ostinato.
 sm. 1 mutism. 2 (deliberato) silence.

mùto, agg. e sm. agg. 1 Che è affetto da mutismo. 2 Che non parla. se ne stava muto nell'angolo osservando la situazione. 3 Incapace di esprimersi. un muto sgomento si impadronì di lui. 4 Di luogo silenzioso.
sm. Chi è affetto da mutismo. agire alla muta, in segreto.
 agg. e sm. mute, dumb.
 lat. mutus.

mùtria, sf. Atteggiamento accigliato o superbo. ~ broncio.

Mutsuhito, o Meiji Tenno (Kyoto 1852-Tokyo 1912) Imperatore del Giappone dal 1867. Modernizzò lo stato, trasferì la capitale da Kyoto a Tokyo e regnò in modo illuminato, tanto che il suo regno venne definito epoca Meiji, o epoca dei lumi.

Mutter, Anne-Sophie (1963-) Violinista tedesca. Nel 1985 fondò un trio con Rostropovic e Giuranna.

Muttóni, Francésco Antònio (Cima, Lugano 1668-Vicenza 1747) Architetto. Tra le opere il palazzo Trento-Valmarana a Vicenza (1718).

mùtua, sf. Ente che gestisce la previdenza e l'assistenza per i soci iscritti. libretto della mutua, certificazione per ottenere le prestazioni dall'ente.
 sf. health insurance scheme.
 deriv. da mutuo.

mutuàbile, agg. Farmaco o prestazione medica il cui costo viene sostenuto tutto o in parte dal servizio sanitario nazionale.

mutualìsmo, sm. 1 In biologia tipo di convivenza tra due organismi che traggono reciproci vantaggi. ~ simbiosi. 2 Forma sociale di tutela dei bisogni mediante solidarietà e aiuto reciproco.

mutualìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al mutualismo, alla mutualità e alla mutua.

mutualità, sf. Forma di aiuto fondato sul principio dell'associazionismo.

mutualménte, avv. In modo reciproco.

mutuaménte, avv. In modo reciproco.

mutuànte, agg., sm. e sf. Che, o chi, dà un mutuo.

mutuàre, v. tr. 1 Ricevere o dare a mutuo. 2 Prendere da altri un'idea, un atteggiamento, un concetto.
 v. tr. to borrow.
 lat. mutuari prendere in prestito.

mutuatàrio, agg. e sm. Che, o chi, prende un mutuo.

mutuàto, agg. e sm. agg. Preso a prestito.
sm. Chi è assistito da una mutua.
member of a health insurance scheme.

mùtuo, agg. e sm. agg.Scambievole, reciproco. ~ alterno. <> univoco.
sm. Contratto secondo il quale una parte, detta mutuante, consegna a un'altra parte, detta mutuatario, una somma di denaro o un bene mobile fungibile.
 agg. reciprocal, mutual. sm. loan.
Con il contratto il mutuatario si impegna a restituire, trascorso un certo tempo, altrettante cose della stessa specie e qualità. Generalmente è a titolo oneroso e chi ha ricevuto il prestito è tenuto a corrisponderne gli interessi. La restituzione può avvenire in unica soluzione oppure in modo rateale.

mutuus dissensus, loc. sost. m. invar. Nel diritto romano era una modalità di estinzione delle obbligazioni derivate da un contratto consensuale. Attualmente indica lo scioglimento consensuale di un vincolo di un contratto.

Muybridge, Eadweard (Kingston-on-Thames 1830-1904) Fotografo inglese. Segnò una svolta nella storia della fotografia con le sue sequenze di movimenti animali e umani che precorsero il cinema dei Lumière.

Muyinga Città (80.000 ab.) del Burundi, capoluogo della provincia omonima.

Muzaffarnagar Città (172.000 ab.) dell'India, nello stato dell'Uttar Pradesh. Capoluogo del distretto omonimo.

Muzaffarpur Città (130.000 ab.) dell'India, nello stato di Bihar, sul fiume Burhi Gandak.

Mùzio, Clàudia (Pavia 1889-Roma 1936) Soprano italiano. Dopo gli esordi ad Arezzo nel 1912, si affermò in tutto il mondo per le sue doti vocali e per la sua bellezza.

Mùzio, Giovànni (Milano 1893-1962) Architetto. Tra le opere il complesso residenziale di via Moscova (1919-1923) e i propilei di Piazza del Duomo (1939) a Milano.

Muztagh Vetta (7.282 m) della Cina, nel sistema montuoso di Kunlun, della regione autonoma di Xinjiang Uygur.

Muzzàna dél Turgnàno Comune in provincia di Udine (2.612 ab., CAP 33055, TEL. 0431).

Muzzàno Comune in provincia di Biella (653 ab., CAP 13050, TEL. 015).

mv In informatica è il nome di un comando (move) del sistema operativo UNIX che permette di spostare un file in un'altra directory.

mW Simbolo del milliwatt.

Mwanza Città (111.000 ab.) della Tanzania, nel Tanganica settentrionale. Capoluogo della regione omonima.

Mweru Lago (4.920 km2) dell'Africa centro-meridionale, al confine tra Zambia e Zaire.

Mx Sigla di maxwell (unità di misura fisica).

My Fair Lady Film musicale, americano (1964). Regia di George Cukor. Interpreti: Audrey Hepburn, Rex Harrison, Stanley Holloway. Titolo originale: My Fair Lady

My Tho Città (120.000 ab.) del Viet Nam, sul delta del fiume Mekong. Capoluogo della provincia di Tien Giang.

 

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_m.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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