Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 3

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 3

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 3

 

Manuèle Nome di sovrani.
Trebisonda Manuele I
(?-1263) Imperatore di Trebisonda dal 1238.
Manuele II
(?-1332) Imperatore di Trebisonda nel 1332, ma solo per pochi mesi.
Manuele III
(?-1417) Imperatore di Trebisonda dal 1390.
Impero d'oriente Manuele I Comneno
(1123-Costantinopoli 1180) Imperatore d'oriente dal 1143. Nel 1155 e 1156 tentò invano di riconquistare l'Italia normanna. Nello scontro con Venezia estese i suoi domini nei Balcani.
Manuele II Paleologo
(1350 ca.-Costantinopoli 1425) Imperatore d'oriente dal 1391. Contro i turchi cercò a lungo e invano aiuti in Europa, finendo per diventare loro vassallo nel 1424.

manufàtto, agg. e sm. Di prodotto di manifattura.
 sm. handmade article.
 lat. manu factus fatto con le mani.

Manukau Città (226.000 ab.) della Nuova Zelanda, sull'isola del Nord, affacciata all'omonima baia.

Manus Isola della Papua Nuova Guinea, facente parte dell'arcipelago di Bismarck, nell'oceano Pacifico occidentale.

manutèngolo, sm. Chi tiene mano ai ladri e ai frodatori. ~ complice.

manutentóre, sm. Operaio addetto alla manutenzione.

manutenzióne, sf. Mantenimento in buono stato di qualcosa.
 sf. maintenance, upkeep.

Manùzio, Àldo (Bassiano 1450 ca.-Venezia 1515) Tipografo ed editore. Intorno al 1490 si trasferì a Venezia, dove pubblicò splendide edizioni di opere latine e greche, avvalendosi della collaborazione di filologi e umanisti, riuniti poi nell'Accademia veneta, da lui fondata nel 1502. Le edizioni più importanti sono, gli scritti di Aristotele (cinque volumi, 1498) e di Aristofane (1498), il Polifilo di F. Colonna con illustrazioni, e, nel 1501, un'edizione rarissima di Virgilio in ottavo. Il figlio Paolo (Venezia 1512-Roma 1574) continuò la sua attività e fu chiamato a Roma a dirigere la stamperia vaticana, mentre il nipote Aldo il giovane (Venezia 1547-Roma 1597) si distinse soprattutto come filologo e autore di opere dotte e storiche.

Manyara Lago salato della Tanzania, sul versante meridionale del monte Loolmalasin.

Manyc Occidentale Fiume (320 km) della Russia, che forma il lago Manyc-Gudilo e confluisce nel fiume Don.

manyoshu La più antologia di poesie giapponesi.
 termine giapponese che significa Raccolta di diecimila foglie.

Manyu Dipartimento (153.000 ab.) del Camerun, nella provincia di Sud-ovest. Capoluogo Mamfé.

Manzanàrre Fiume spagnolo (86 Km), nella Nuova Castiglia. È affluente di destra dello Jamara che si getta nel Tago.

Manzàno Comune in provincia di Udine (7.269 ab., CAP 33044, TEL. 0432).

Mànzi, Albèrto (Roma 1924-Maremma 1997) Insegnante. Plurilaureato, divenne il Maestro della televisione facendosi apprezzare per il metodo semplice e affabile di insegnare a leggere e scrivere agli analfabeti con i corsi di istruzione di Non è mai troppo tardi, trasmissione proposta in vari cicli dalla Rai in collaborazione col ministero dell'Istruzione (1960-1968). In seguito, ripropose l'insegnamento televisivo della lingua italiana nella trasmissione Insieme (1990), rivolta agli extracomunitari.

Manziàna Comune in provincia di Roma (5.228 ab., CAP 00066, TEL. 06).

Manzìni, Giànna (Pistoia 1896-Roma 1974) Narratrice italiana. Collaboratrice della rivista italiana di letteratura Solaria (1926-1936), debuttò nella letteratura con Tempo innamorato (1928). Tra le opere, Boscovivo (1932), Rive remote (1940), Lettera all'editore (1945), Il walzer del diavolo (1947), La sparviera (1956), Allegro con disperazione (1965), Ritratto in piedi (1971). La sua prosa raffinata oscilla tra il realismo e l'indagine sui sentimenti.

Manzìno, Vincènzo (Udine 1872-Venezia 1957) Giurista. Docente in varie università italiane, collaborò alla stesura del Codice Penale e del Codice di Procedura Penale del 1931. Tra le opere, Trattato di diritto penale italiano secondo il codice del 1930 (1952).

mànzo, sm. 1 Bue giovane. 2 La carne del bue macellato.
 sm. 1 steer. 2 (carne) beef.
 lat. volg. mandius.

Manzóni, Alessàndro (Milano 1785-1873) Scrittore. Nacque a Milano il 7 marzo 1785 da Pietro Manzoni e da Giulia Beccaria, figlia di Cesare. A sei anni, il piccolo Alessandro, venne mandato a studiare nel collegio dei Somaschi a Merate e nel 1796 si trasferì nel collegio, sempre somasco, di Lugano. Dal 1798 al 1801 proseguì e terminò i propri studi il collegio barnabita dei nobili a Milano. Nel 1801 Alessandro compose il suo primo poemetto Del trionfo della libertà. Terminati gli studi egli visse, per quattro anni, nella casa paterna a Milano, intervallando questo periodo con alcuni mesi di soggiorno a Venezia. Già dal 1792 i genitori si erano separati e la madre viveva a Parigi con il conte Carlo Imbonati. Durante questi anni, Alessandro scrisse sonetti, sermoni, frammenti di odi e l'idillio Adda. Il 15 marzo 1805 morì a Parigi il conte Carlo Imbonati, così Manzoni si trasferì a Parigi dalla madre e scrisse il carme In morte di Carlo Imbonati. Due anni dopo, tornò a Milano e vi si stabilì. Il 6 febbraio 1808 Manzoni sposò, secondo il rito calvinista, Enrichetta Blondel, una donna svizzera incontrata l'anno prima. Nel giugno dello stesso anno gli sposi partirono per Parigi. Qui il 23 dicembre nacque la loro prima figlia che venne chiamata Giulia Claudia in onore della nonna e del padrino Claudio Fauriel. Manzoni nel frattempo scrisse il poemetto Urania, che uscì a Milano nel 1809. Il 15 febbraio 1810 Alessandro ed Enrichetta si sposarono secondo il rito cattolico. Nell'aprile, sotto la guida dell'abate Degola, Enrichetta iniziò la propria istruzione religiosa che si concluse il 22 maggio nella chiesa di Saint-Séverin, dove ella abiurò solennemente abbracciando la fede cattolica. Il 2 giugno, i coniugi Manzoni, lasciarono Parigi per trasferirsi definitivamente a Milano. Nell'agosto dello stesso anno Manzoni si confessò e in dicembre fece la prima comunione e questa nuova fede religiosa si rivelò un luogo tranquillo e sicuro per la sua inquietudine. Tale esperienza religiosa però non venne trasformata in un costruttivo fatto privato, grazie al quale ci si sarebbe potuti chiudere nei sereni affetti familiari e nella rassegnata accettazione del male del mondo. Le nuove convinzioni religiose del Manzoni non gli fecero assumere una posizione distaccata dal mondo, introversa e meditativa, non ruppero i legami con la sua educazione e cultura giovanile né contrastarono gli atteggiamenti mentali derivati dagli illuministi e ideologi in Italia e in Francia. Al contrario di altre clamorose conversioni, questa non disintegrò l'uomo vecchio per far spazio a quello nuovo, ma fu un maturo trapasso da una illuminata persuasione intellettuale a una più profonda e fervida convinzione morale. Il 5 settembre 1811 nacque la figlia Luigia Maria Vittoria, che purtroppo morì lo stesso giorno. L'anno dopo la famiglia si trasferì nel palazzo Beccaria e Manzoni iniziò a lavorare agli Inni sacri e tra il 1812 e il 1815 ne scrisse quattro: Natale, Pasqua, Risurrezione, Nome di Maria. Già queste opere, che celebrarono la verità rivelata, mostrarono la novità manzoniana nello spirito che li animò e soprattutto nello stile: gli aggettivi-epiteti, sollevati dalla loro abituale funzione decorativa, risaltarono per la loro statura morale. Nel 1813 nacque il primo figlio maschio, Piero. Nel 1816 Manzoni iniziò a scrivere il Conte di Carmagnola che terminerà nel 1820; nel 1817 cominciò a lavorare alla Pentecoste, ultimata in seguito nel 1822. Il 13 novembre 1817 nacque la figlia Sofia. Nel 1818 scrisse le Osservazioni sulla morale cattolica, che vennero pubblicate nel 1819 a Milano. In questo stesso anno tutta la famiglia si recò a Parigi, dove il 7 giugno nacque il figlio Enrico. L'anno successivo Manzoni tornò a Milano e scrisse la Lettre à M. Chauvet e iniziò l'Adelchi, terminato anch'esso nel 1822. Nel 1821 compose le odi Marzo 1821 e Cinque Maggio fece pubblicare le Tragedie. In queste opere egli scoprì, per la prima volta, i personaggi e le plebi afflitte e la loro interiorità più segreta che anche se scritta con lo stile tradizionale, riuscì a esprimere e mostrare un mondo di teneri affetti e di rara sensibilità. Il 12 agosto di questo anno, nacque la figlia Clara e l'anno successivo, Vittoria. Il 22 settembre 1823 Manzoni scrisse al marchese Cesare d'Azeglio la Lettera sul Romanticismo e nello stesso anno portò a termine la prima stesura del romanzo Fermo e Lucia, iniziato il 24 aprile 1821. Il 18 marzo 1826 nacque il figlio Filippo.
Nel 1827 pubblicò in tre volumetti il Fermo e Lucia con il titolo definitivo I promessi sposi, presso l'editore Ferrario di Milano. Negli anni durante i quali Manzoni fu freneticamente occupato dalla stesura del libro, credette addirittura di doversi creare una nuova lingua adatta al romanzo italiano. Per questo scopo, aiutato dal Cherubini, intraprese una laboriosa trasformazione del dialetto milanese in quello toscano. In questo modo Manzoni creò in Italia, praticamente dal nulla, il romanzo moderno. Con le sole sue forze riuscì a far maturare il processo intellettuale e morale del secolo precedente e a costituirsi una poetica e una teoria linguistica veramente efficienti derivandole dal suo lavoro creativo e dalla sua meditazione, riuscendo così a creare una nuova forma d'arte; il romanticismo italiano iniziò a prendere forma, superando i limiti dell'illuminismo. Manzoni andò ben al di là dell'autobiografismo, creò il personaggio moderno, correlò la storia con il destino dei piccoli e grandi uomini, togliendole la funzione di semplice cornice scenografica, diede molta importanza alla responsabilità morale di ogni personaggio, introducendo così una sottile analisi psicologica di ognuno. Il 15 luglio 1827 Manzoni partì per la Toscana, dove in settembre a Firenze, incontrò Leopardi, Viesseux, Giordani e Niccolini. Nel dicembre venne accolto tra gli accademici corrispondenti dell'Accademia della Crusca. Nel maggio del 1830 nacque l'ultima figlia, Matilde e l'anno seguente, la prima figlia Giulia, sposò Massimo d'Azeglio. Nel 1833, il giorno di Natale, morì la moglie Enrichetta. Quattro anni più tardi, Manzoni sposò, in seconde nozze, Teresa Borri, la vedova del conte Decio Stampa. Nel novembre del 1840 uscì la prima dispensa dell'edizione definitiva di I promessi sposi. Le modifiche che vennero apportate non alterarono sostanzialmente lo stile e la struttura dell'opera. Il romanzo venne illustrato dal Gonin e interamente stampato a Milano, presso Guglielmini e Redaelli; vi fu allegata come appendice la Storia della colonna infame. Il 7 luglio 1841 morì la madre di Manzoni; il 27 settembre la figlia Vittoria si sposò con G. B. Giorgini. Nel 1848 il figlio Filippo venne arrestato e tenuto in ostaggio dagli austriaci, in occasione delle Cinque Giornate di Milano. Nell'ottobre dello stesso anno, Manzoni, venne eletto deputato di Arona, ma non accettò il mandato. Nel 1852 Manzoni si recò, per la seconda volta, in Toscanae poi ancora una terza volta nel 1856, in occasione della quale si incontrò con Gino Capponi. Il 30 giugno 1859 venne nominato presidente dell'Istituto Lombardo. Il 9 agosto dello stesso anno ricevette il gran cordone dei Ss. Maurizio e Lazzaro da Vittorio Emanuele e una pensione annua. L'anno dopo venne nominato senatore e prestò giuramento a Torino. Nel febbraio del 1861, sempre a Torino, votò favorevolmente la legge che incoronò Vittorio Emanuele re d'Italia. Durante questo anno morì la seconda moglie, Teresa. In questo periodo ricevette le visite di Cavour e di Garibaldi. Nel 1862 venne nominato presidente della commissione per l'unificazione della lingua. Nel 1868 presentò la relazione Dell'unità della lingua e dei mezzi per diffonderla. In questo anno portò a termine La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859 e il 30 giugno si incontrò con Giuseppe Verdi. Nel 1872 gli venne conferita la cittadinanza romana. Il 22 maggio 1873 Alessandro Manzoni morì. Solo due dei suoi numerosi figli gli erano sopravvissuti. Nel primo anniversario della sua morte fu eseguita, a Milano, la Messa da requiem dedicata alla sua memoria da Giuseppe Verdi. L'opera complessiva di Alessandro Manzoni è certamente la maggiore espressione del romanticismo italiano. Si inserisce in un ambito culturale, quello lombardo, molto sensibile agli avvenimenti letterari che provenivano d'oltralpe, in particolare dai circoli letterari francesi e tedeschi. Manzoni partecipò attivamente al dibattito sulla necessità di ricostruire la letteratura italianae soprattutto il romanzo, su basi nuove e diverse, per il superamento di uno sterile classicismo. In questo suo intento fu condiviso da molti autori e letterati dell'epoca, sebbene la profondità delle sue riflessioni e la levatura dei suoi scritti, lo mettessero in una posizione superiore e molto avanti rispetto ai suoi contemporanei. In realtà il suo romanticismo supera le poetiche europee basate sull'esasperazione dei sentimenti, delle passioni e intrisi di misticismo magico e di leggende cavalleresche medievali. Si rifà invece alla tradizione, molto viva in Lombardia da più di un secolo, di letteratura di impegno morale e sociale, dovuta anche alla presenza di una classe operaia e contadina e all'impegno della Chiesa del cardinal Borromeo, con il suo forte contenuto solidale. Dopo le sue prime opere, in cui paga l'apprendistato, lo scrittore sente il bisogno di essere presente nella storia e negli avvenimenti del suo tempo, facendosi portavoce se non delle prime richieste unitarie che nascevano da tutta l'Italia, almeno di quelle di un gruppo di uomini riuniti da ideali comuni. Ne sono esempio le Odi del 1821 e gli Inni sacri. Questa sua scelta sociale, cioè per le persone al di là della ragion di stato prosegue nell'Adelchi e raggiunge il suo apice nei Promessi sposi in cui Manzoni assegna a persone umili, Renzo e Lucia e lo stesso fra Cristoforo, il ruolo di eroi positivi in contrapposizione alla nobiltà e alla borghesia colta e affida alla religione le speranze di riscatto e di giustizia. Sicuramente in questo era stato influenzato anche dalla sua conversione al cattolicesimo e dalla moglie Enrichetta. È dalle pagine delle sue ultime opere che si evince la sua scelta antiretorica, che scarta e mette da parte le forme lirico soggettive del romanzo storico o epistolare così care al romanticismo europeo. In effetti si può sostenere che Manzoni, specialmente nei Promessi sposi ha aperto, secondo quanto si era proposto, un nuovo capitolo nella storia della prosa letteraria italiana, proponendo il romanzo in forma conversevole, lontana dai moduli della tradizione classicista e tendente invece alla lingua parlata, ma non per questo trasandata, piena di rigore logico-costruttivo e formale. Resta, a distanza di più di un secolo, un autore tra i più letti e viene proposto alla studio e nelle scuole.

manzoniàno, agg. e sm. agg. Relativo al Manzoni.
sm. Seguace del Manzoni.

manzonìsmo, sm. 1 Applicazione estrema delle teorie manzoniane che arriva fino all'uso di un linguaggio artificioso che abusa dei fiorentinismi. 2 L'insieme delle influenze che Alessandro Manzoni ha esercitato, tramite le sue opere e le sue critiche, sul pensiero e sulla letteratura italiani.

Manzòtti, Luìgi (Milano 1835-1905) Coreografo e mimo. Nel 1881 creò il famoso Excelsior, balletto sul trionfo della scienza e del progresso.

Manzù, Giàcomo (Bergamo 1908-Roma 1991) Pseudonimo di Giacomo Manzoni, scultore e pittore. Dai dodici ai diciotto anni lavorò presso botteghe artigiane come apprendista intagliatore, stuccatore, decoratore (1920-1926). Durante il servizio militare a Verona studiò le porte di San Zeno e i calchi dell'Accademia Cicognini. Dopo aver studiato l'arcaismo romanico gotico e aver subito l'influenza dell'impressionismo, prese parte al movimento Corrente (1938-1943). Nel 1941 per un breve periodo fu insegnante di scultura all'Accademia di Brera. Le principali opere sono Testa di donna (1936, Milano, Galleria d'Arte Moderna) e Susanna (1937, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna) realizzate secondo i canoni classici, ma con raffinati giochi di luce d'ispirazione impressionista, il Grande ritratto di signora (1946), la Porta della morte (1952-1964, in San Pietro a Roma), la Porta dell'amore (1955-1958, nel duomo di Salisburgo), la Porta della pace e della guerra per la chiesa di Saint Laurenz a Rottedam (1965-1969), la serie dei Cardinali (iniziata tra il 1938 e il 1939) e il ciclo di bassorilievi in bronzo con le Deposizioni e le Crocifissioni (1939-1942). Le sue opere, spesso a carattere religioso, denunciano gli orrori della guerra e delle dittature e in esse plasticità e valori luministici si fondono nel rigore architettonico.

mào, sm. invar. Voce imitativa del miagolio del gatto.

Mao Tse-tung (Shao-shan 1893-Pechino 1976) Statista e rivoluzionario cinese. Figlio di agiati contadini, si trasferì nel 1919 a Pechino dove lavorò nella biblioteca dell'università. Fu tra i fondatori del Partito comunista cinese (1921) e membro del comitato esecutivo. Dopo il fallimento dell'intesa tra il Kuomintang di Chiang Kai-shek e i comunisti e la sconfitta dei rivoluzionari comunisti a Canton (1927), si dedicò all'organizzazione di bande armate tra i contadini, sui monti di Chingkan. Divenuto presidente della Repubblica sovietica cinese nel 1931, fu sconfitto da Chiang Kai-shek nel 1933 e 1934 e guidò la ritirata (la lunga marcia) dell'armata rossa verso nord, fino a raggiungere Yenan, nella provincia dello Shansi. L'invasione del Giappone portò nel 1937 a un accordo tra i comunisti e il Kuomintang, interrottosi dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando i comunisti avevano il controllo delle provincie settentrionali. Nel 1948 Mao guidò la conquista della Manciuria e nel 1949 entrò a Pechino, dove proclamò la nascita della Repubblica popolare cinese (1° ottobre 1949). Dopo il 1959 entrò in contrapposizione con le posizioni revisioniste dei comunisti russi e nel 1965, con la rivoluzione culturale, ritornò al potere ed elaborò la nuova costituzione (1975). Dopo la sua morte, il gruppo dirigente del partito comunista cinese si ruppe in fazioni opposte, per la conquista del potere.

Mao Tun (Ching-chen 1896-Pechino 1981) Pseudonimo di Shen Yenping. Romanziere cinese. Tra le opere Eclissi (1928) e Mezzanotte (1932).

maoìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i)Seguace del maoismo.

Maoke, mónti Catena montuosa dell'Indonesia, nell'Irian Occidentale. Vetta più elevata il Puncak Jaya (5.020 m).

maomettàno, agg. e sm. agg. Relativo a Maometto. ~ islamico.
sm. Seguace della religione di Maometto. ~ musulmano.

maomettìsmo, sm. Religione di Maometto.

Maométto (La Mecca 570 ca.-Medina 632) Fondatore e profeta dell'islamismo. Nacque tra il 567 e il 572 d. C. nella regione dello Hijâz, altopiano desertico lungo la costa occidentale dell'Arabia che si affaccia sul Mar Rosso. In questa regione vicino a oasi fiorenti si trovavano già nel VI secolo due centri abitati da popolazione sedentaria di mercanti, Mecca e Yathrib (successivamente chiamata Medina). Popolazioni sedentarie erano stanziate anche nello Yemen (l'Arabia felix dei latini) che aveva scambi mercantili e culturali con la vicina Etiopia cristiana. L'influenza del cristianesimo giungeva in Arabia anche dal nord. Regni cristiani si trovavano nella zona settentrionale dell'Arabia in particolare presso il confine bizantino e persiano. Sulla via che collegava lo Yemen al mondo bizantino, La Mecca godeva di una condizione commerciale privilegiata; in particolare contribuivano a dare importanza alla città le grandi fiere annuali che si svolgevano nelle sue vicinanze e il culto della Pietra Nera nel santuario della Ka'ba (edificio cubico). La vita religiosa della Mecca culminava nella cerimonia del pellegrinaggio. In questo ambiente nacque e visse Muhammad profeta dell'Islam, conosciuto in Occidente con il nome di Maometto. Le fonti che descrivono la vita del Profeta sono il Corano e la raccolta di tradizioni formatasi nei secoli successivi. La compilazione più antica relativa alla vita di Maometto è la cosiddetta Sîra (vita modello) di Ibn Ishâq, vissuto settantadue anni dopo la morte del Profeta. Molto dubbi sono gli anni precedenti alla missione pubblica di Maometto; egli avrebbe appartenuto alla grande tribù dei Quraish (o coreisciti), signori della Mecca. Secondo la tradizione Maometto sarebbe stato un trovatello; il padre 'Abdallâh sarebbe morto prima della sua nascita, mentre la madre Âmina al momento della nascita del futuro profeta avrebbe avuto visioni miracolose di gloria. Maometto rimase orfano della madre quando aveva sei anni; questa condizione di orfano è testimoniata nel Corano. Il piccolo Maometto fu affidato al nonno paterno Abd al-Muttalib che ne curò l'educazione. Morto anche il nonno, Maometto fu cresciuto dallo zio Abz Tâlib, padre del futuro califfo 'Alî. Date le difficili condizioni finanziarie in cui si trovava la sua famiglia, Maometto dovette lavorare per vivere e servì come pastore presso alcuni parenti. Un episodio interessante dell'infanzia di Maometto fu la sua purificazione; si narra che mentre in compagnia di altri coetanei pascolava il gregge, fu preso da due uomini vestiti di bianco (angeli) che lo buttarono a terra gli aprirono il petto, ne estrassero un grumo di sangue nero e con un po' di neve che si erano portati con sé in una tazza d'oro gli lavarono il cuore e il ventre. Richiusero il petto di Maometto e scomparvero. Altro episodio della fanciullezza di Maometto fu quello relativo al viaggio (582 ?) in compagnia dello zio Abz Tâlib in Siria: a Busra il dotto e santo monaco cristiano Bahîra riconobbe in lui le qualità di Profeta. La situazione finanziaria di Maometto cambiò con il matrimonio con la ricca vedova Khadîja (595 ?). La tradizione vuole che Khadîja utilizzò dapprima Maometto come suo fiduciario perché era famoso per la sua onestà tanto da essere chiamato al-amîn (il fidato). Maometto aveva allora venticinque anni, Khadîja quaranta.
Nel 610 d. C. Maometto incominciò ad avere le prime rivelazioni nella caverna del monte Hirâ; esse furono precedute da lunghi ritiri spirituali, i tahannuth, non ignoti anche al paganesimo preislamico. Quando veniva inondato dalla rivelazione divina, Maometto cadeva per terra gridando zammilûnî, zammilûnî! (avvolgetemi in un manto). La tradizione narra che dopo le prime rivelazioni il flusso della parola divina si interruppe per un certo periodo di tempo; questo intervallo è detto fatra (indebolimento). Maometto confidò solo a pochi intimi le rivelazioni ricevute dall'Angelo. Questo periodo della vita del Profeta è chiamato pre-apostolico. Secondo la tradizione i primi convertiti furono la moglie Khadîja, il cugino 'Alî, il figlio adottivo Zaid e i due futuri califfi 'Othmân e Abz Bakr. Una visione verso la fine del 612 avrebbe ordinato a Maometto di iniziare il suo apostolato pubblico; sembrerebbe che nei primi tempi Maometto cercasse di attirarsi le simpatie dei dirigenti della Mecca e solamente più tardi avesse assunto un altro atteggiamento. Interessante è un episodio riportato dal Corano: un povero cieco un giorno si recò da Maometto per chiedere informazioni sulla predicazione, ma il Profeta, impegnato a convincere i ricchi meccani, lo avrebbe scacciato. Un fatto che colpisce è la rarità in tutto il Corano di nomi propri di persone e di luoghi, essenziali per capire determinate circostanze. La tradizione rimedia eccedendo nel fornire dettagli di circostanze, di tempi e di luoghi difficilmente credibili. Maometto fu accusato di essere un mago o un poeta, di aver inventato le rivelazioni e di dire cose non vere parlando della resurrezione dei morti e dell'Ora finale. Cominciarono quindi le persecuzioni contro Maometto e l'esile gruppo di suoi seguaci. I coreisciti, comprendendo che una vittoria del monoteismo di Maometto avrebbe comportato la fine del loro predominio politico-religioso, cominciarono a ostacolarlo alla Mecca. Nel 615 d. C. ottanta persone circa, guidate da Ja'far figlio di Abz Tâlib emigrarono in Abissinia. Poco dopo si verificò un importante avvenimento, la conversione di 'Omar, un personaggio molto influente; la situazione precipitò con l'esclusione dei musulmani dai diritti tribali. Questo era un fatto gravissimo, in quanto all'epoca l'unica garanzia di protezione era l'appartenenza a un clan. Il potente Abz Tâlib, zio di Maometto, riuscì a rendere vano questo tentativo per un certo tempo. In questo periodo si colloca il miracoloso viaggio notturno a Gerusalemme, dopo il quale Maometto fu rapito e portato in cielo su di un cavallo angelico detto Burâq e qui, dopo aver contemplato i tormenti dell'Inferno e la serenità del Paradiso, si avvicinò a Dio. Di questo viaggio simbolico esistono numerosi racconti popolari. Nel 619 d. C. morirono la moglie di Maometto Khadîja e Abz Tâlib; fu un momento particolarmente difficile per il profeta. Maometto aveva avuto dalla moglie varie figlie; l'unica sopravvissuta era Fatima, la futura moglie del cugino Alî. Nel 620 d. C. tentò di convertire la ricca città di Tâ'if senza riuscirvi; nello stesso anno durante il tradizionale pellegrinaggio alla Ka'ba alcuni abitanti di Yathrib, la futura Medina, si convertirono alla sua predicazione. A Yathrib vivevano molti monoteisti ed ebrei e le continue lotte tra le due grandi tribù degli Aus e dei Khazraj facevano sentire la necessità di un capo imparziale. Dopo un primo convegno nel 621 d. C. ad 'Aqaba, un'altura presso la Mecca, nel giugno del 622 d. C. si concluse il cosiddetto patto di al-'Aqaba; Maometto fu riconosciuto capo degli abitanti di Yathrib. Nello stesso anno avvenne l'ègira, la fuga dalla Mecca per Medina/Yathrib. La tradizione narra di un tentativo di assassinio di Maometto da parte dei coreisciti poco prima della sua partenza. Il viaggio non fu semplice: il 25 settembre Maometto arrivò a Yathrib; da allora la città di Yathrib sarà chiamata Medina (da Madînat an Nabî, città del profeta). Un anno dopo l'arrivo di Maometto, a Medina fu emanato un editto con il quale venivano regolati i nuovi rapporti tra i diversi gruppi che formavano la popolazione; nel documento fu evidenziato che nessun credente poteva prendere le difese di un non credente anche se appartenente alla stessa tribù. Ebrei e musulmani si impegnarono ad aiutarsi scambievolmente in caso di aggressione. Maometto utilizzò tutti i mezzi che aveva a disposizione per organizzare, difendere e consolidare la comunità stessa. Nel 623 d. C. sposò 'Â'isha e un anno più tardi (624 d. C.) ottenne la prima vittoria militare a Badr, località a circa 105 chilometri da Medina. Un mese dopo la battaglia di Badr furono confiscati i beni della tribù ebrea dei Qainuqâ'. Nel 625 d. C. i coreisciti si presero la rivincita di Badr vincendo a Uhud; durante questa battaglia Maometto fu ferito lievemente. A settembre dello stesso anno gli ebrei Nadîr furono espulsi da Medina e i loro beni confiscati. Dopo questo episodio si verificarono razzie punitive contro le tribù beduine. Nel frattempo Maometto decise di cambiare la direzione assunta dagli oranti durante la preghiera canonica, la cosiddetta qibla. Da quel momento gli oranti dovevano orientarsi verso la Ka'ba e non più verso Gerusalemme. Nella primavera del 626 d. C. si sposò nuovamente, questa volta con Zainab, moglie del figlio adottivo Zaid e da questi divorziata. Molti matrimoni di Maometto furono fatti a scopo politico; egli non ebbe nessun figlio maschio se non quello avuto da una sua relazione con una schiava copta, Maria nel 630 d. C. Nel novembre del 626 d. C. la moglie 'Â'isha ebbe un banale incidente che però lasciò ampi strascichi nella storia successiva. Durante una spedizione 'Â'isha si allontanò dalla carovana e fu trovata da un giovane cammelliere che la riportò a casa il giorno seguente; si diffusero brutte voci sul suo conto. Maometto la riprese con sé dopo una rivelazione divina che la assolveva. Questo episodio fu una causa occasionale delle lotte di successione che portarono allo scisma tra sunniti e sciiti. Nel marzo del 627 d. C. i coreisciti radunarono una confederazione di beduini, di circa diecimila uomini. Medina fu assediata e si salvò grazie a un fossato costruito dal persiano Salmân. Dopo la vittoria Maometto si scagliò contro i traditori ebrei appartenenti all'ultimo clan ebraico rimasto in città, quello dei Quraiza e pochi sfuggirono al massacro. Con questa vittoria finì il periodo di difesa e di consolidamento dello stato musulmano di Medina e cominciò la fase di espansione. Molte tribù beduine si convertirono in massa. Nell'aprile del 628 d. C. Maometto ebbe una visione riferita nel Corano: essa annunciava che tra breve i suoi seguaci avrebbero intrapreso un pellegrinaggio al santuario di Abramo della Ka'ba. Maometto iniziò i preparativi per il viaggio verso la Mecca. Quell'anno il pellegrinaggio si rivelò impossibile, ma Maometto ottenne a Hudaibiya il famoso giuramento di fedeltà e concluse con i coreisciti una tregua decennale ottenendo il permesso di compiere l'anno successivo, pacificamente, il pellegrinaggio al santuario della Ka'ba. Nel 629 d. C. con circa duemila seguaci entrò alla Mecca e si recò in visita al santuario. Prima della definitiva conquista della città ci furono altre spedizioni, tra cui quella a Mu'ta al confine bizantino guidata da Zaid che morì in battaglia. Alla fine dell'anno Maometto iniziò con diecimila seguaci la marcia verso la Mecca ed entrò nella città santa nel gennaio dell'anno successivo. Nel frattempo organizzò un'altra spedizione contro la confederazione beduina dei Hawâzin nei pressi di Tâ'if. Verso la metà di marzo dopo aver compiuto i riti del pellegrinaggio, Maometto fece ritorno a Medina. Venne quindi organizzata una spedizione in Transgiordania. La tradizione parla di uno scisma manifestatosi in questo periodo tra i musulmani con la costruzione di una moschea nei pressi di Qubâ. L'anno dopo la conquista della Mecca, nel 631 d. C., il pellegrinaggio venne guidato da Abz Bakr in rappresentanza di Maometto. Il Profeta partecipò di persona al pellegrinaggio dell'anno seguente (febbraio del 632 d. C.) spinto da uno strano presentimento. È il pellegrinaggio noto nella tradizione come pellegrinaggio d'addio. Maometto moriva a Medina pochi mesi dopo (8 giugno) in semplicità come era vissuto fra le braccia della moglie prediletta 'Â'isha.

Maometto (musica) Dramma musicale in due atti di G. Rossini, libretto di C. della Valle (Napoli, 1820).

Maométto (sultani) Nome di sultani.
Impero ottomano Maometto I
(1389?-Adrianopoli 1421) Figlio di Bayazid I, fu sultano ottomano dal 1413. Dopo l'invasione di Tamerlano, ricostituì l'unità dell'impero.
Maometto II
(Adrianopoli 1430 ca.-presso Scutari 1481) Figlio di Murad II, fu sultano dal 1451. Due anni dopo conquistò Costantinopoli, quindi estese il suo potere sulla Bosnia e su terre dell'Asia Minore. Celebre il suo ritratto di Gentile Bellini.
Maometto III
(1566-Costantinopoli 1603) Figlio di Murad III, gli succedette come sultano ottomano dal 1595. Lottò a lungo contro la Persia. Venne ucciso in una congiura.
Maometto IV
(1642-Adrianopoli 1692) Fu sultano dal 1648 al 1687. Sottrasse Candia ai veneziani e assediò Vienna (1683). Costretto alla ritirata dalle truppe cristiane, fu deposto dai suoi soldati.
Maometto V
(Istanbul 1844-1918) Sultano ottomano dal 1909. Nel 1911 dovette cedere la Libia e il Dodecanneso all'Italia, e nel 1912 e 1913 venne nuovamente sconfitto nella guerra balcanica, subendo ulteriori perdite di territori europei.
Maometto VI
(Istanbul 1861-San Remo 1926) Fratello di Maometto V, gli succedette come ultimo sultano ottomano dal 1918 al 1922. Nel 1918, dopo la prima guerra mondiale, firmò la resa turca. Venne detronizzato dalla rivolta repubblicana di Kemal Pascià.
Marocco Maometto V del Marocco
(Fez 1909-Rabat 1961) Sultano dal 1927 al 1957, quando abolì il sultanato e divenne re del Marocco, introducendo un regime costituzionale.

maòri, agg. e sm. Che appartiene o si riferisce ai maori, popolazione polinesiana della Nuova Zelanda settentrionale.
Provenienti dalla Polinesia, si stabilirono in Nuova Zelanda in seguito a successive migrazioni dal IX al XIV sec. Hanno struttura sociale fortemente gerarchica e divisa in caste e famiglie per discendenza materna. Circa 250.000 sono sopravvissuti allo sterminio operato dai bianchi. Attualmente il governo neozelandese ha avviato programmi per la tutela e l'integrazione dei maori. Caratteristici i tatuaggi corporei e le case con tetti spioventi.

Mapamyum Co Lago (520 km2) della Cina, nel Tibet, sul versante meridionale dei monti Kailas.

Mapèllo Comune in provincia di Bergamo (5.005 ab., CAP 24030, TEL. 035).

màpo, sm. invar. Agrume ottenuto dall'ibridazione di un mandarino e un pompelmo.

màppa, sf. 1 Carta topografica a grande scala, molto particolareggiata di un territorio. ~ pianta. 2 Carta in cui vengono tracciati i confini delle proprietà. ~ topografia. mappa catastale.
 sf. map.
 lat. mappa tovaglia, in quanto le rappresentazioni geografiche erano realizzate un tempo su tela.

mappamóndo, sm. 1 La superficie terrestre riprodotta su un globo girevole. 2 Carta geografica della superficie terrestre rappresentata in due emisferi. ~ planisfero.
 sm. 1 (globo girevole) globe. 2 (carta geografica) map of the world.
 lat. mediev. mappa mundi.

Maputo Città (1.070.000 ab.) capitale del Mozambico (ex Lourenço Marques) e capoluogo della provincia omonima.
Maputo
Fiume (550 km) dell'Africa sudorientale. Nasce dai monti dei Draghi, con il nome di Pongola, nella Repubblica Sudafricana e sfocia nell'oceano Indiano a 20 km da Maputo. Attraversa il Monzambico.

maquillage, sm. invar. Trucco del volto. ~ belletto.

maquis, sm. invar. 1 Movimento della resistenza francese durante la seconda guerra mondiale. 2 Seguace di tale movimento, partigiano.

MAR In informatica è la sigla di Memory Address Register (registro degli indirizzi di memoria). Si tratta di un registro della CPU che calcola gli indirizzi di una locazione di memoria.

Mar Chiquita Laguna (1.850 km2) salata dell'Argentina, nella provincia di Córdoba.

Mar del Plata Città (504.000 ab.) dell'Argentina, nella provincia di Buenos Aires che si affaccia sull'oceano Atlantico. Porto commerciale e peschereccio. Centro turistico e balneare.

Mar delle blatte e altre storie, Il Racconto di T. Landolfi (1939).

Màr Grànde Insenatura della costa ionica pugliese, nel settore settentrionale del golfo di Taranto.

Màr Pìccolo Insenatura della costa pugliese sudoccidentale, comunicante con il mar Grande di Taranto per mezzo di uno stretto canale.

Mar Rósso Governatorato (112.000 ab.) dell'Egitto, sul mare omonimo. Capoluogo Hurghada.

Mar, Serra do Sistema montuoso del Brasile, tra la Serra Geral e il fiume Paraíba. Vetta più elevata il monte Pedra do Sino (2.263 m).

marà, sm. invar. Nome volgare del Dolichotis patagonum, un mammifero roditore appartenente alla famiglia dei Caviidi che vive nelle regioni desertiche del Sudamerica. È detto anche lepre della Patagonia.

Màra (comune) Comune in provincia di Sassari (927 ab., CAP 07010, TEL. 079).

Mara (Tanzania) Regione (971.000 ab.) della Tanzania, sul lago Vittoria. Capoluogo Musoma.

marabù, sm. invar. Genere di uccello appartenente all'ordine dei Ciconiformi. Alto fino a 1,65 m, ha testa nuda, enorme becco e gozzo ampio. Onnivoro, vorace, vive in Asia e in Africa. Le sue piume, particolarmente morbide, erano utilizzate come ornamento di abiti femminili.

maraca, sf. Strumento a percussione sudamericano formato da una zucca svuotata e seccata o da una sfera cava di legno nella quale sono posti semi secchi o piccoli sassi; viene suonato agitandolo ritmicamente.

Maracaibo Città (1.250.000 ab.) del Venezuela nordoccidentale, capitale dello stato di Zulia, sullo stretto braccio di mare che unisce il lago omonimo con il mar delle Antille. Porto e centro commerciale di prodotti agricoli (caffè) e bestiame, è grande esportatrice di petrolio (in gran parte verso gli USA) che viene estratto nella vicina regione. Le principali industrie sono quelle petrolchimiche, chimiche, alimentari e tessili. Fu fondata nel 1751 da Alonso Pacheco.
Maracaibo
Lago (14.243 km2) del Venezuela, in comunicazione con il golfo del Venezuela, nel mar delle Antille, tramite uno stretto canale naturale.

Maracalagònis Comune in provincia di Cagliari (5.982 ab., CAP 09040, TEL. 070).

maracas, sf. invar. Strumento musicale sudamericano, costituito da due sfere di legno contenenti piccole pietre che vengono agitate.

Maracay Città (354.000 ab.) del Venezuela, sul lago Valencia. Capitale dello stato di Aragua.

marachèlla, sf. Azione illecita di poco conto, fatta di nascosto (da bambini o ragazzi). ~ birbonata.

Maradi Città (113.000 ab.) del Niger, capoluogo del dipartimento omonimo.

maragià, sm. Adattamento di maharajah.

Maraìni, Dàcia (Firenze 1936-) Narratrice. Tra le opere L'età del malessere (1963) e Isolina (1985).

Maraìni, Fósco (Firenze 1912-) Saggista ed etnologo italiano. Nei suoi libri ha descritto viaggi e studi da lui compiuti. Tra le opere, Segreto Tibet (1950), Ore giapponesi (1957), Una spedizione alla montagna del Caracorum (1959) e il recente Principi di nubignosia (1995).

marais, sm. invar. Denominazione che venne usata per indicare in senso dispregiativo il gruppo più numeroso dell'Assemblea legislativa e della Convenzione e che costituì il terzo partito.
 termine francese che significa palude.

Marais, Jean (Cherbourg 1913-) Attore cinematografico e teatrale francese. Interpretò per il teatro Sartre, Molière, Cocteau e Racine, oltre che I parenti terribili (1938). Per il cinema La bella e la bestia (1946), Orfeo (1950) e Il testamento di Orfeo (1960).

Marajó Isola del Brasile, nello stato del Pará, al delta del Rio delle Amazzoni.

maramaldeggiàre, v. intr. 1 Infierire nei confronti di qualcuno. ~ accanirsi. 2 Ostentare superiorità.
 da Maramaldo.

maramàldo, sm. Persona prepotente che infierisce sui deboli; il termine è derivato dal nome di F. Maramaldo che nel 1530 uccise F. Ferrucci.

Maramàldo, Fabrìzio (sec. XVI) Militare calabrese. Nel 1527, al servizio degli imperiali, prese parte al sacco di Roma. Responsabile della morte di F. Ferrucci, dopo la battaglia di Gavinana del 1530 venne ferito e fatto prigioniero.

maramèo, inter. Espressione che esprime scherno e derisione, spesso accompagnata da gesti scherzosi.

Maramurec Distretto (540.000 ab.) della Romania nordoccidentale, capoluogo Baia Mare.

Maranèllo Comune in provincia di Modena (14.574 ab., CAP 41053, TEL. 059). Centro agricolo (coltivazione di cereali e barbabietole), dell'allevamento (suini e bovini), industriale (prodotti ceramici, alimentari e tessili) e sede della Ferrari, fabbrica di automobili sportive. Gli abitanti sono detti Maranellesi.

marangóne, sm. 1 Cormorano. 2 Sommozzatore.

Marangóni, Mattèo (Firenze 1876-Pisa 1958) Critico d'arte. Tra le opere Saper vedere (1930).

Maràno di Nàpoli Comune in provincia di Napoli (47.961 ab., CAP 80016, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi), della costruzione artigianale di ceste e industriale (prodotti calzaturieri e alimentari). Gli abitanti sono detti Maranesi.

Maràno di Valpolicèlla Comune in provincia di Verona (2.538 ab., CAP 37020, TEL. 045).

Maràno Èquo Comune in provincia di Roma (782 ab., CAP 00020, TEL. 0774).

Maràno Lagunàre Comune in provincia di Udine (2.197 ab., CAP 33050, TEL. 0431).

Maràno Marchesàto Comune in provincia di Cosenza (2.210 ab., CAP 87040, TEL. 0984).

Maràno Principàto Comune in provincia di Cosenza (1.656 ab., CAP 87040, TEL. 0984).

Maràno sul Pànaro Comune in provincia di Modena (3.272 ab., CAP 41054, TEL. 059).

Maràno Ticìno Comune in provincia di Novara (1.328 ab., CAP 28040, TEL. 0321).

Maràno Vicentìno Comune in provincia di Vicenza (7.898 ab., CAP 36035, TEL. 0445).

Marañón Fiume (1.800 km) del Perú, uno dei rami sorgentiferi del Rio delle Amazzoni.

Marañon, Gregorio (Madrid 1887-1960) Saggista. Tra le opere Don Giovanni. Saggio sull'origine della sua leggenda (1940).

Marantàcee Famiglia di piante Monocotiledoni erbacee rizomatose appartenente all'ordine delle Scitaminee che comprende numerose specie che vivono nelle foreste palustri o umide.

Maranzàna Comune in provincia di Asti (335 ab., CAP 14040, TEL. 0141).

Maraone Isola disabitata dell'arcipelago delle Egadi, nel mar Mediterraneo.

maràsca, sf. (pl.-che) Tipo di ciliegia dal sapore aspro.

maraschìno, sm. Liquore preparato con le marasche.

maràsco, sm. (pl.-chi) Varietà di ciliegio caratteristica per i frutti asprigni.

maràsma, sm. 1 Decadimento fisico causato da malattia o da vecchiaia. ~ deperimento. 2 Confusione. ~ sfacelo, disordine. <> ordine.
 sm. (deperimento) decline, decay.
 greco marasmòs consunzione.

maràsso, sm. Rettile (Vipera berus) della famiglia dei Viperidi e dell'ordine degli Squamati. Di colore scuro con il ventre punteggiato di bianco, raggiunge i 90 cm di lunghezza. Vive in Europa.

Marat, Jean-Paul (Boudry 1743-Parigi 1793) Uomo politico e rivoluzionario francese, fu uno dei capi della rivoluzione del 1789, alla guida della fazione radicale. Fu membro della Convenzione e tra i fautori della condanna a morte di Luigi XVI. Insieme a Danton e Robespierre (1793) cacciò i girondini. Fu ucciso dalla girondina aristocratica Carlotta Corday.

Maratèa Comune in provincia di Potenza (5.261 ab., CAP 85046, TEL. 0973).

maratóna, sf. La più antica delle corse podistiche, si disputa sulla distanza di 42,195 km e fa parte dei giochi olimpici dal 1896. Il nome deriva dalla località greca di Maratona, dalla quale partì Filippide per portare ad Atene la notizia della vittoria di Milziade contro i Persiani (490 a. C.). ~ corsa.
 sf. marathon.

Maratóna Nella geografia antica, demo posta sulla costa sudorientale dell'Attica che fu teatro della vittoria degli ateniesi sui persiani (490 a. C.). Qui Teseo avrebbe ucciso il mitico toro.

maratonèta, sm. (pl.-i) Chi corre la maratona.

Maràtta, Càrlo (Camerano 1625-Roma 1713) Pittore. Tra le opere Madonna in trono con i santi Carlo Borromeo e Ignazio e angeli (1685, Roma, Chiesa Nuova) e Gloria dei santi Ambrogio e Carlo (1685-1690, Roma, Santi Ambrogio e Carlo al Corso).

Marattiàcee Famiglia di Felci di grandi dimensioni appartenenti all'ordine delle Marattiali con fusto non ramificato e fronde ampie, pennate o palmate.

Marattiàli Ordine di Felci che comprende otto generi, a diffusione tropicale, e numerosi generi fossili. Sono eusporangiate i cui sporangi sono riuniti in gruppi sulla pagina inferiore del lembo fogliare.

maravìglia e derivati => "meraviglia e derivati"

Marawi Città (54.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Mindanao. Capoluogo della provincia di Lanao del Sur.

Marbella Centro (74.810 ab.) dell'Andalusia, in provincia di Malaga, in Spagna, situato sulla Costa del Sol. È una nota stazione balneare.

Marbùrgo Città (77.000 ab.) della Germania in Assia, alla confluenza dei fiumi Marbach e Lahn. Sede della prima università protestante (1527). Vi si trovano industrie meccaniche, chimiche, tessili, farmaceutiche, elettrotecniche, del cuoio e alimentari. I principali monumenti sono la chiesa di Elisabetta (XIII sec.), la Marienkirche (XIII sec.), il castello dei Langravi (XIV-XV sec.). Di interesse la biblioteca, tra le più famose e ricche della Germania.
Scuola di Marburgo
Movimento filosofico neokantiano sviluppatosi presso l'università di Marburgo alla fine del XIX sec. I principali esponenti furono i fondatori H. Cohen e P. Natorp e poi E. Cassirer. L'indirizzo della scuola parte dall'approfondimento del criticismo kantiano, ponendo in rilievo la struttura trascendentale e logica della conoscenza.

Marc, Franz (Monaco 1880-Verdun 1916) Pittore tedesco si ispirò alla natura e agli animali. Con Kandinskij fondò il movimento Der Blaue Reiter. Dopo un periodo futurista, approdò all'astrattismo. Tra le opere Grandi cavalli azzurri (1911, Minneapolis, Walker Art Center), Cavalli e aquila (1912, Hannover, Museo Sprengel), Il mandrillo (1913), e Destini di animali (1913).

màrca, sf. 1 Paese di confine, nel medioevo, amministrato da un marchese. 2 Contrassegno. ~ bollo. prodotto di marca, di buona qualità. 3 Biglietto per ritirare oggetti depositati e simili. ~ cedola, contromarca. 4 Carattere, impronta.
 sf. 1 make, brand. 2 (da bollo) revenue stamp.
 dal german. marka segno di confine.

Marcàllo cón Casóne Comune in provincia di Milano (5.165 ab., CAP 20010, TEL. 02).

marcaménto, sm. Nel calcio, controllo di un avversario o di una zona del campo.

marcantònio, sm. Persona molto robusta.

marcànzia, sf. Genere di piante Epatiche appartenete alla famiglia delle Marcanziacee, ordine delle Marcanziali, comprendente circa settanta specie, la maggior parte delle quali vive nelle zone tropicali.

Marcanziàcee Famiglia di Epatiche appartenente all'ordine delle Marcanziali il cui nome deriva dal genere marcanzia.

marcapiàno, sm. Cornice che segna la divisione fra i vari piani sulla facciata di una casa.

marcàre, v. tr. 1 Apporre marca o marchio. ~ bollare. marcare una lettera. 2 Accentuare. ~ marchiare. marcare i lineamenti del viso in un disegno. 3 Nello sport segnare o contrastare l'avversario.
 v. tr. 1 to mark. 2 (sport) to score. 3 (accentuare) to stress, to emphasize.
 deriv. da marca.

Marcarìa Comune in provincia di Mantova (7.187 ab., CAP 46010, TEL. 0376).

marcassìte, sf. Solfuro di ferro, di composizione chimica uguale a quella della pirite, che si presenta però in noduli di struttura raggiata o in cristalli tabulari rombici di colore giallo-bronzo.

marcatèmpo, sm. invar. 1 Dispositivo di controllo che segna il tempo destinato a un'operazione. 2 Chi è addetto a rilevare i tempi di lavorazione.

marcàto, agg. 1 Contrassegnato con marca. 2 Ben distinto.
 agg. pronounced, marked.

marcatóre, sm. (f.-trìce) Chi marca.

marcatùra, sf. Il marcare.

Marceau, Marcel (Strasburgo 1923-) Mimo francese. Interpretò Jardin public e Les matadors, ridando vita al personaggio di Bip, buffo e patetico interprete della vita quotidiana.

Marcedùsa Comune in provincia di Catanzaro (727 ab., CAP 88050, TEL. 0961).

Marcel Proust e i segni Opera di critica letteraria di G. Deleuze (1964).

Marcel, Étienne (1316?-Parigi 1358) Politico francese. Animò la rivolta della borghesia cittadina contro il delfino Carlo durante la guerra dei cent'anni, nel 1356. Perdette il seguito dei parigini quando si appoggiò a Carlo II di Navarro (alleato degli inglesi) e in seguito fu ucciso.

Marcel, Gabriel (Parigi 1889-1973) Filosofo. Tra le opere Essere e Avere (1935) e Il mistero dell'essere (1952).

Marcellìna Comune in provincia di Roma (5.175 ab., CAP 00010, TEL. 0774).

Marcellinàra Comune in provincia di Catanzaro (1.986 ab., CAP 88044, TEL. 0961).

Marcellìno (?-Roma 304) Santo, papa dal 296 come successore di papa Caio. Fu martire sotto Diocleziano.

Marcellino pane e vino Film drammatico, spagnolo (1955). Regia di Ladislao Vajda. Interpreti: Pablito Calvo, Rafael Rivelles, Antonio Vico. Titolo originale: Marcellino pan y vino

Marcèllo Nome di papi.
Marcello I
(?-309) Santo e papa dal 308.
Marcello II
(Montepulciano 1501-Roma 1555) Marcello Corvini, cardinale e promotore del concilio di Trento. Nel 1555 fu papa per venti giorni.

Marcèllo, Benedétto (Venezia 1686-Brescia 1739) Compositore e scrittore. Di illustre famiglia, affiancò all'attività artistica quella di magistrato. Il suo capolavoro in campo musicale è l'Estro poetico armonico (1724-1726), cinquanta salmi per voci e strumenti su temi derivanti dal repertorio liturgico. Questo ciclo di composizioni, che hanno la struttura della cantata, rivela un musicista di notevole equilibrio e chiarezza compositiva, che si cimenta in un genere insolito per il panorama musicale italiano. Le cose migliori sono da individuare nelle parti strumentali mentre nelle parti declamate non sempre traspare la stessa felicità di scrittura. Scrisse più di 300 cantate, oratori, madrigali e sonate. In campo letterario, l'opera più nota è il libretto satirico Il teatro alla moda (1720), nel quale descrisse e mise in ridicolo le consuetudini operistiche del proprio tempo.

Marcèllo, Lorènzo (1603-1656) Capitano della flotta di Venezia, fu posto alla difesa di Candia. In seguito batté i turchi ai Dardanelli.

Marcèllo, Màrco Clàudio (270 ca.-Venusia 208 a. C.) Console romano per ben cinque volte. Nel 222 a. C. sconfisse a Casteggio i galli insubri. Dal 216 a. C. lottò contro Annibale in Italia. Nel 211 a. C. pose d'assedio Siracusa, difesa da Archimede, e riuscì a conquistarla.
Marcello Marco Claudio
(42-23 a. C.) Nipote e genero di Augusto. Suo designato successore, morì giovanissimo e venne sepolto nel suo mausoleo. L'imperatore gli dedicò l'omonimo teatro.

Marcèllo, Tegalliàno (717-726) Politico veneziano. Fu il secondo doge di Venezia.

marcescènte, agg. Che sta marcendo.

marcescènza, sf. L'essere marcescente.

marcescìbile, agg. Che può marcire.

Marcetélli Comune in provincia di Rieti (182 ab., CAP 02020, TEL. 0765).

march => "marsch"

March, Fredric (Racine 1897-1975) Attore teatrale e cinematografico statunitense. Interpretò per il teatro Lungo viaggio verso la notte (O'Neill, 1956) e per il cinema I migliori anni della nostra vita (1946) e Morte di un commesso viaggiatore (1952).

Marchais, Georges (La Hoguette 1920-Parigi 1997) Politico francese. Dal 1972 al 1994 fu segretario generale del Partito comunista.

Màrche Regione a statuto ordinario dell'Italia centrale; confina con la repubblica di San Marino, l'Emilia Romagna, la Toscana, l'Umbria, il Lazio e l'Abruzzo e si affaccia a est sul mare Adriatico, con una costa rettilinea e bassa, sostanzialmente uniforme, interrotta soltanto dal promontorio del monte Conero.
Il territorio è prevalentemente montuoso e comprende la parte settentrionale dell'Appennino Centrale (Umbro-Marchigiano). I rilievi non sono particolarmente elevati (monte Priora 2.332 m, monte Vettore 2.476 m) e si articolano in catene più o meno parallele, intervallate da altopiani e conche piuttosto fertili; culminano a sud nei monti Sibillini, dall'aspetto aspro e impervio.
La fascia montuosa occidentale si fa più dolce, man mano digrada in una fascia collinare e infine in una stretta pianura adiacente la costa.
I fiumi, se si esclude la Nera, affluente del Tevere e tributario del Tirreno, sono tutti tributari dell'Adriatico con un corso piuttosto breve, data la vicinanza dello spartiacque al mare; i principali sono Marecchia, Conca, Foglia, Metauro, Cesano, Esino, Musone, Potenza, Chienti, Tenna, Aso e Tronto.
Il clima è piuttosto variabile in relazione alla vicinanza al mare e all'altitudine: tipicamente marittimo sulla costa, si accentuano le escursioni termiche man mano ci si porta verso l'interno.
Il capoluogo della regione è Ancona; gli altri capoluoghi di provincia sono Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro e Urbino.
L'economia sta subendo un lento e spesso difficile periodo di transizione dalle tradizionali forme agricolo-pastorali verso una struttura più articolata, orientata all'industria e alle attività commerciali.
I principali prodotti agricoli sono frumento, barbabietola da zucchero, ortaggi, frutta, vino e olive; relativa l'importanza dell'allevamento (bovini, ovini e suini), ma un ruolo preciso è occupato dalla pesca, che può contare su numerosi e attrezzati porti (Pesaro, Fano, Senigallia, Ancona, Civitanova Marche e San Benedetto del Tronto).
Una produzione dalle tradizioni antiche è quella della carta (Fabriano) e numerose sono le imprese nel settore metalmeccanico, calzaturiero, alimentare, chimico-farmaceutico, petrolchimico, dei mobili, degli elettrodomestici, dell'abbigliamento e del tabacco.
In fase di netto sviluppo è il turismo, che può contare su numerose stazioni balneari e su alcune città di interesse storico e artistico nell'interno, quali Urbino, Macerata e Fermo.
Abitanti-1.427.666
Superficie-9.694 km2
Densità-147,2 ab./km2
Capoluogo-Ancona
Province (fra parentesi il numero di abitanti del capoluogo espresso in migliaia): Ancona (101), Ascoli Piceno (52), Macerata (43), Pesaro (89), Urbino (15)

Marchèno Comune in provincia di Brescia (3.975 ab., CAP 25060, TEL. 030).

marchésa, sf. 1 Moglie di un marchese. 2 Signora di un marchesato.

Marchesa di O., La Raccolta di quattro racconti di H. von Kleist (1808). Il titolo della raccolta coincide con il titolo del primo racconto che essa contiene. La Marchesa di O., nobile italiana, vedova e rispettabile viene trovata svenuta da un ufficiale russo durante la battaglia per la conquista della fortezza, il cui comandante è il padre stesso della marchesa. Successivamente essa è costretta a constatare di essere incinta senza capire come possa essere avvenuto. Decide quindi di pubblicare un annuncio per scoprire il padre del bambino, dichiarandosi disponibile a sposarlo. Si presenterà l'ufficiale russo, che dopo un primo rifiuto riuscirà a farsi accettare come sposo. Questo racconto, come gli altri tre della raccolta, tenta di rappresentare l'incidenza delle catastrofi collettive, nelle quali si manifesta di più la componente irrazionale del mondo, sulla vita privata degli individui.

marchesàto, sm. 1 Territorio sottoposto alla giurisdizione di un marchese. 2 Titolo di marchese.

Marchesàto Regione storico-geografica della Calabria, in provincia di Crotone, che si estende dalle pendici orientali della Sila fino a Capo Rizzuto, sulla costa ionica. È compresa tra il fiume Neto a nord e il Tacina a sud.

marchése, sm. 1 Feudatario di una marca. 2 Titolo nobiliare intermedio tra quello di conte e quello di duca.
 sm. marquis, marquess.
 provenz. marques, dal german. marka marca.

Marchese del grillo, Il Film commedia, italiano/francese (1981). Regia di Mario Monicelli. Interpreti: Alberto Sordi, Paolo Stoppa, Flavio Bucci.

Marchese di Bradomín, Il Dramma di R. M. del Valle-Inclán (1907).

Marchese di Roccaverdina, Il Romanzo di L. Capuana (1901).

Marchési, Concètto (Catania 1878-Roma 1957) Politico e latinista. Di ideologia antifascista, fu deputato del PCI nel 1848 e nel 1853. Dal 1925 al 1927 scrisse una nota Storia della letteratura latina.

marchesìno, sm. Figlio del marchese.

marchétta, sf. 1 Marca corrispondente al versamento di contributi assicurativi e previdenziali. 2 Contrassegno che nelle case di tolleranza veniva dato a una prostituta per ogni prestazione e la prestazione stessa.
 dimin. di marca.

marchettàro, sm. Omosessuale dedito alla prostituzione.

Marchétti, Alessàndro (Cori, Roma 1884-Sesto Calende, Varese 1966) Progettista e costruttore aeronautico italiano. Dopo aver realizzato per la Vickers-Terni il caccia MVT (1918), nel 1922 fu assunto dalla SIAI, per la quale progettò e costruì un grande numero di velivoli. Tra gli altri modelli, l'idrovolante S 55 a doppio scafo che fu utilizzato sia da De Pinedo nei suoi raid che da Balbo durante le sue crociere atlantiche.

Marchètti, Giusèppe (Modena 1934-) Critico letterario e scrittore italiano. Ha pubblicato numerose monografie critiche, come Bruno Barilli (1967), Brancati (1971), Campana (1972), Piovene (1973), Delfini (1974) e Soffici (1979). Tra le altre opere, alcune poesie, il romanzo La passivazione (1977) e La petite capitale e altri studi padani (1979).

Marchètti, Wàlter (Canosa di Puglia, Bari 1931-) Pianista e compositore italiano. Fondatore, insieme a J. Hidalgo, del gruppo Zaj (1964), ha pubblicato anche il libro Apocrate seduto sul loto (1974). Tra le opere, La caccia (1974) e In terram utopicam (1977).

marchiàno, agg. 1 Grosso. ~ enorme. <> insignificante. 2 Spropositato. ~ madornale. <> trascurabile.

marchiàre, v. tr. 1 Mettere il marchio. ~ segnare. 2 Contrassegnare. ~ marcare.
 v. tr. 1 to mark, to stamp. 2 (a fuoco) to brand.
 franc. antico merchier.

marchiatùra, sf. L'operazione e il modo di marchiare.

marchigiàno, agg. e sm. agg. Relativo alle Marche.
sm. Abitante delle Marche.

marchingégno, sm. 1 Meccanismo complesso. ~ macchinario. 2 Abile espediente.

màrchio, sm. 1 Marca, contrassegno. 2 Impronta imposta con un ferro rovente sugli animali, per distinguerli. 3 Marca di fabbrica.
 sm. 1 mark, stamp. 2 (a fuoco) brand. 4 (depositato) registered trademark. 5 (di fabbrica) brand name, trademark.
Segno impresso su un prodotto o sulla sua confezione, che consiste di un emblema, una denominazione o comunque un segno che ne permetta la distinzione e l'individuazione rispetto ad altri prodotti o merci. Perché abbia valore legale, deve essere brevettato.
Marchio collettivo
Segno che indica che il prodotto proviene da società appartenente a un'associazione, che ne garantisce la qualità.
Marchio registrato
Registrazione che consente l'uso esclusivo di un marchio lecito, nuovo e originale. La contraffazione, l'alterazione e l'uso di un marchio registrato è punita dal codice penale.

marchionàle, agg. Relativo a marchese.

Marchiròlo Comune in provincia di Varese (2.875 ab., CAP 21030, TEL. 0332).

màrcia, sf. (pl.-ce)1 Modo di camminare con passo cadenzato. ~ ritmo. 2 Manifestazione di protesta, corteo. ~ sfilata, dimostrazione. 3 Ogni rapporto di trasmissione che sui veicoli consente di cambiare velocità. 4 Gara di atletica. 5 Pus.
 sf. 1 march. 2 (sportiva) walk. 3 (camminare) walking. 4 (aut.) gear.
Specialità podistica dell'atletica, nella quale l'atleta deve procedere mantenendo sempre il contatto con il suolo e quindi non può correre. Le distanze classiche, inserite nelle prove olimpiche, sono i 20 km e i 500 km, ma gare di marcia si disputano anche su distanze di 3, 5, 10 e 30 km.
Lunga marcia
Ripiegamento verso nord, guidato da Mao Tse-tung, dell'Armata rossa cinese (circa 130.000 uomini, accompagnati da gran parte della popolazione) per 10.000 km, fino ai confini della Mongolia. Ebbe luogo dall'ottobre 1934 all'inverno 1935 e, per le difficoltà e i disagi superati, assunse carattere leggendario.

Marcia di Radetzky, La Romanzo di J. Roth (1932).

marcialónga, sf. Gara di sci da fondo o gara podistica, aperta a un gran numero di partecipanti.

Marciàna Comune in provincia di Livorno (2.244 ab., CAP 57030, TEL. 0565).

Marciàna Marìna Comune in provincia di Livorno (1.971 ab., CAP 57033, TEL. 0565).

Marcianìse Comune in provincia di Caserta (35.929 ab., CAP 81025, TEL. 0823). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, tabacco e canapa), dell'allevamento (bovini) e industriale (prodotti alimentari, elettrotecnici e tessili). Vi si trova la chiesa dell'Annunciata, del XVI sec. Gli abitanti sono detti Marcianisani.

marciàno, agg. Relativo a San Marco evangelista.

Marciàno (Tracia 390 ca.-Costantinopoli 457) Cognato di Teodosio II, gli succedette nel 450 come imperatore d'oriente. Lottò contro saraceni, blemmi e unni. Insieme a papa Leone I Magno, convocò nel 451 il concilio di Calcedonia.

Marciàno délla Chiàna Comune in provincia di Arezzo (2.401 ab., CAP 52047, TEL. 0575).

Marciàno, Rocky (Brockton 1924-Newton 1969) Pugile italo-statunitense. Dal 1952 al 1955 fu campione mondiale dei pesi massimi, quindi si ritirò imbattuto dopo quarantanove incontri.

marciapiède, sm. Parte della strada riservata al passaggio dei pedoni. • battere il –: prostituirsi per strada.
 sm. 1 pavement. 2 (di stazione) platform.
 franc. marchepied.

Marciapiedi di New York, I Film drammatico, americano (1950). Regia di Mervyn Le Roy. Interpreti: Barbara Stanwyck, Ava Gardner, James Mason. Titolo originale: East Side (West Side)

marciàre, v. intr. 1 Camminare con passo cadenzato. ~ sfilare. l'esercito invasore marciava alla volta della capitale. 2 Detto di macchine e simili in funzione. gli affari non marciano troppo bene in questo periodo.
 v. intr. 1 to march. 2 (funzionare) to work, to run.
 franc. marcher camminare, dal lat. marcare, di probabile origine germanica.

marciatóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi resiste molto nel camminare. ~ camminatore. 2 Atleta che pratica la marcia. ~ podista.

Marcignàgo Comune in provincia di Pavia (1.468 ab., CAP 27020, TEL. 0382).

màrcio, agg. 1 Che fa pus. ~ marcito. 2 D'ogni cosa in decomposizione. ~ putrido. <> fresco. uova marce. 3 Corrotto. <> sano. aveva un cuore marcio, incapace di comprendere la cattiveria delle sue azioni. 4 Fradicio. legno marcio.
 agg. 1 rotten. 2 (fig.) corrupt.
 deriv. da marcire.

Marcióne (Sinope 85-Roma 160) Teologo greco ed eretico cristiano. Figlio del vescovo di Sinope, nel 140 si trasferì a Roma, dove fu accolto nella comunità cristiana, dalla quale fu scacciato nel 144, come eretico. Diede quindi vita a una setta che rimase attiva fino al VI sec., basata sul contrasto tra il Dio di giustizia dell'Antico Testamento e il Dio di amore del Nuovo Testamento e sulla natura solo apparentemente umana di Cristo, derivante dal docetismo.

marcionìsmo, sm. La dottrina di Marcione.

marcìre, v. intr. 1 Divenire marcio. ~ decomporsi. <> conservarsi. 2 Starsene a lungo senza fare niente. ~ languire.
 v. intr. 1 to rot. 2 (cibo) to go bad. 3 (fig.) to waste away.
 lat. marcere.

marcìta, sf. Prato con erba, permanentemente irrigato sia in estate che in inverno. Tale pratica, diffusa in Lombardia, risale presumibilmente al XIII sec. Vi si seminano soprattutto il trifoglio e il loglio perenne che sono tagliati anche sei volte l'anno. La marcita presenta tre quartieri della stessa larghezza ma di lunghezza differente, nei quali si trovano dei campetti inclinati in modo da formare piccoli rilievi sulla cui linea di displuvio passa un canale adacquatore. Sulla loro linea di compluvio passa il canale colatore che si divarica verso monte. L'acqua, fornita da canali adacquatori-ripartitori, scorre trasversalmente rispetto ai canali d'irrigazione. L'acqua immessa è sorgiva, di fontanile, di irrigatori o di fognatura. Nel periodo invernale lo strato d'acqua sopra il prato agisce come un velo proteggendolo dal gelo.

marcitóio, sm. Vasca dove si fanno marcire i cenci nelle cartiere.

marciùme, sm. 1 Insieme di cose marce. ~ putridume. 2 Alterazione provocata da agenti patogeni. 3 Corruzione. ~ depravazione, malcostume.
 deriv. da marcire.

Marcks, Gerhard (Berlino 1889-Burgbrohl 1981) Scultore. Tra le opere Seraphita (1934, Mannheim, Kunsthalle).

màrco, sm. (pl.-chi) Unità monetaria (DM) della Germania, il cui nome deriva da un'unità ponderale equivalente a circa 240 g. Suddiviso in 100 pfennig, dal 1871 divenne la moneta ufficiale dell'impero tedesco. Nel 1923, a seguito dell'inflazione, un nuovo marco fu reso equivalente a 1.000 miliardi di vecchi marchi. Dopo la seconda guerra mondiale, entrambe le repubbliche tedesche adottarono come propria moneta il marco, che fu poi riunito nel 1990, con la riunificazione della Germania. Un euro vale 1,95583 marchi.
Il marco è anche l'unità monetaria della Finlandia; un euro vale 5,94573 marchi finlandesi.
 sm. mark.

Màrco (santi) Nome di santi.
Marco evangelista
(Gerusalemme I sec.) Autore del secondo Vangelo. Secondo la tradizione, fu il Marco compagno di Barnaba e Paolo nella predicazione e nella missione. Seguì Pietro a Roma, dove probabilmente scrisse, in greco, il secondo Vangelo, sulla base della predicazione di Pietro. Si spostò poi ad Alessandria dove continuò la sua predicazione e morì martire. Le sue ossa furono portate nel IX sec. a Venezia, della quale divenne il santo patrono. Sembra che Marco accolse per primo l'invito a fissare per iscritto alcuni temi principali della predicazione cristiana. Il suo scritto dovrebbe risalire a circa il 70 d. C. Festa il 25 aprile.
Marco
(?-Atina 96?) Vescovo e martire. Ordinato vescovo dall'apostolo Pietro, del quale fu discepolo, predicò in Campania e fu martirizzato nel corso della persecuzione di Domiziano. Viene ricordato il giorno 28 aprile.
Marco
(?-156?) Vescovo e martire. Quando Adriano terminò la ricostruzione di Gerusalemme, ne divenne il primo vescovo. Patì il martirio durante il regno di Antonino Pio. Si celebra il 22 ottobre.
Marco
Papa dal 18 gennaio al 7 settembre 336. Figlio di Prisco, nacque a Roma e, durante il suo breve pontificato, emanò un'ordinanza che concedeva al vescovo di Ostia il privilegio di consacrare i nuovi pontefici. Dopo di lui fu eletto papa Giulio I. Viene celebrato il 7 ottobre.
Marco e Marcelliano
Martiri. Secondo la leggenda, furono due fratelli discepoli di San Sebastiano e diaconi di papa Caio, che furono martirizzati durante le persecuzioni di Diocleziano. Vengono ricordati insieme il 18 giugno.
Marco d'Aretusa
(?-364) Vescovo di Aretusa (Siria). Simpatizzante di un movimento eretico orientale, è stato escluso dal Martirologio romano e viene ricordato il 29 marzo solo nel calendario greco.

Màrco Aurèlio, Antonìno (Roma 121-Vindobona, odierna Vienna, 180) Imperatore romano; discendente da una famiglia originaria della Spagna, figlio di Marco Annio Vero. Per volere dell'imperatore Adriano, insieme al fratello Lucio Vero, fu adottato nel 138 dall'imperatore Antonino Pio e cambiò il proprio nome in Marco Elio Aurelio Vero Cesare. Frequentò i migliori maestri del tempo, tra i quali Erode Attico e Frontone, e ricevette l'educazione elevata che si conveniva a un futuro imperatore. Fu nominato console nel 140 e nel 145. Nel 145 sposò la figlia di Antonino Pio, Faustina. Morto Antonino Pio, nel 161 Marco Aurelio divenne imperatore assumendo il nome di Marco Aurelio Antonino e associò al regno prima il fratello Lucio Vero, che morì nel 169, e successivamente il proprio figlio Commodo (177). Durante il suo impero dovette combattere ripetute guerre: a nord contro britanni e germani (162), in oriente contro i parti (166), i quadi, i marcomanni e i sarmati (175). Fu soprattutto grazie alla sua energia e alla collaborazione di Avidio Cassio, piuttosto che del fratello Lucio Vero, che concluse nel 166 il lungo conflitto con i parti di Vologese III, imponendo dure condizioni di pace (egemonia sull'Armenia e possesso della Mesopotamia occidentale). Subito dopo la pace con i parti, si trovò di fonte la minaccia della discesa in Italia dei quadi e dei marcomanni che dal confine orientale scesero in Italia e invasero il Veneto assediando Aquileia. Marco Aurelio riuscì faticosamente a ricacciarli nei paesi di provenienza. Accampatosi a Carnunto sul Danubio, sconfisse ripetutamente quadi, marcomanni e sarmati, Una parte dei prigionieri venne costretta a trasferirsi nel territorio romano, con l'obbligo di lavorare la terra o di prestare servizio militare. Raggiunta la pace sul confine danubiano, Marco Aurelio dovette intervenire in Siria dove Avidio Cassio stava organizzando una rivolta, conclusasi rapidamente con l'uccisione del promotore da parte dei suoi ufficiali. La pace sul Danubio si dimostrò di breve durata: due anni dopo Marco Aurelio dovette tornare nuovamente a combattere contro quadi e marcomanni. Nei momenti liberi curò la stesura, in greco, dei Colloqui con se stesso, noti anche con il titolo Ricordi, un diario filosofico morale. Ammalatosi di peste, morì nel campo di Vindobona, lasciando il potere al figlio Commodo.
Studioso di retorica e filosofia, Marco Aurelio improntò la propria opera di governo agli ideali stoici, attuando riforme umanitarie nei confronti dei liberti e degli schiavi e introducendo norme per la tutela dei minori. Nella politica interna mirò a rafforzare l'autorità imperiale mediante l'accentramento amministrativo. Divise l'Italia in quattro distretti affidati a quattro magistrati responsabili (iuridici) dipendenti direttamente da lui. Costretto dalle impellenti necessità della guerra, cercò di ridurre le spese superflue e di razionalizzare la riscossione delle imposte.
Pur non avendo ordinato persecuzioni dei cristiani, non prese nemmeno iniziative in loro favore. Dai bassorilievi marmorei conservati è stato possibile identificare in Marco Aurelio il cavaliere del monumento bronzeo oggi collocato su una base ovale, disegnata da Michelangelo Buonarroti, in piazza del Campidoglio a Roma. La statua, che conserva ancor oggi tracce dell'originaria doratura, è l'unico monumento equestre che si è conservato intatto dall'età romana.
Marco Aurelio, colonna di
Monumento romano, eretto per commemorare la morte di Marco Aurelio avvenuta nel 180 d. C. a causa della peste che lo colse durante la sua guerra contro i barbari sulle rive del Danubio. Le sue dimensioni sono: 30 m di altezza e 3,7 m di diametro. La sua costruzione iniziò nel 176 d. C. e terminò nel 193 d. C. Inevitabile è il confronto con la colonna Traiana, di ottanta anni prima. I bassorilievi sono più semplici rispetto a quelli della colonna Traiana, ma risultano più espressivi, nonostante le maggiori dimensioni che conferiscono all'opera un aspetto meno raffinato. I rilievi, disposti a spirale, illustrano le campagne germanica e sarmatica. Papa Sisto V la fece restaurare nel 1588, facendo sostituire la statua di Marco Aurelio, sulla sommità della colonna, con quella di San Paolo. Una scala interna porta fino alla cima.

Màrco d'Oggiòno (Oggiono ca. 1475-ca. 1530) Pittore. Formatosi a Milano alla scuola del Foppa, divenne poi un mediocre seguace di Leonardo da Vinci. Tra le opere I tre arcangeli (Milano, Brera) e l'Assunta della parrocchiale di Oggiono. Più significative sono alcune sue opere sacre minori, come il Salvator Mundi (Roma, galleria Borghese) e la Madonna che allatta (Parigi, Louvre).

Màrco Màssimo, Lùcio (sec. II-III) Storico. Autore delle biografie di alcuni imperatori romani da Marco Cocceio Nerva (acclamato imperatore alla morte di Domiziano nel 96 d. C.) a Marco Aurelio Antonino Eliogabalo (imperatore dal 218 al 222 d. C.), sulle quali si sono fondati gli autori della Historia Augusta.

Marco Visconti Romanzo di T. Grossi (1834).

Marcón Comune in provincia di Venezia (10.551 ab., CAP 30020, TEL. 041).

Marcóni, Guglièlmo (Bologna 1874-Roma 1937) Scienziato e inventore, inventò la radiotelegrafia. Nel 1909 ricevette il premio Nobel per la fisica. Nominato senatore nel 1914, dal 1930 fu presidente dell'Accademia d'Italia. Dopo i primi esperimenti nella villa paterna di Pontecchio, nel 1895 riuscì a trasmettere e ricevere segnali a 1,5 km. Depositato nel 1896 il brevetto a Londra, inventò il sistema per la sintonia e realizzò i primi collegamenti tra l'Inghilterra e la Francia (1899) e poi tra l'Inghilterra e l'America (1901). Ben presto la marina britannica e quella italiana adottarono il nuovo sistema di comunicazione e nel 1907 fu inaugurato il primo servizio pubblico regolare di telegrafia senza fili tra Europa e America. Tornato in Italia, nel corso della prima guerra mondiale si occupò dell'organizzazione del servizio telegrafico senza fili italiano, collaborando anche con la marina per la dotazione delle navi italiane di sistemi di comunicazione a onde corte. Dopo il conflitto continuò i propri esperimenti su onde corte, cortissime e microonde. Nel 1924 riuscì a stabilire un collegamento tra Inghilterra e Australia.

marconigràmma, sm. (pl.-i) Telegramma trasmesso a mezzo di radiotelegrafia.

marconìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Radiotelegrafista.

marconiterapìa, sf. Applicazione di onde corte e ultracorte a scopo terapeutico.

Marcos, Ferdinando Edralin (Sarrat 1917-Honolulu 1987) Politico filippino e presidente della repubblica dal 1965, governò dittatorialmente, reprimendo con la violenza qualunque forma di opposizione. In seguito alle pressioni internazionali per l'omicidio del leader dell'opposizione interna B. Aquino, fu costretto nel 1982 a indire libere elezioni e a rifugiarsi negli Stati Uniti d'America (1986).

Marcovaldo Opera di narrativa di I. Calvino (1963).

Marcuse, Herbert (Berlino 1898-Starnberg 1979) Filosofo tedesco ed esponente della scuola di Francoforte. Dopo l'avvento del nazismo, emigrò negli Stati Uniti d'America (1934). Nei suoi studi reinterpretò il marxismo, analizzando in modo critico la società industriale contemporanea, sia nella forma sovietica che in quella statunitense. Per la convinzione di un'azione politica diretta, fu preso come simbolo dalla contestazione studentesca degli ultimi anni '60.

Mardi Romanzo di H. Melville (1849).

Mardin Città (53.000 ab.) della Turchia, nell'Anatolia sudorientale. Capoluogo della provincia omonima (520.000 ab.) al confine con la Siria.

Mardochèo (V sec. a. C.) Personaggio biblico, padre adottivo e zio di Ester.

Mardònio (?-479 a. C.) Generale persiano. Genero e nipote di Dario I, lottò contro i greci anche sotto Serse. Venne battuto e ucciso a Platea.

Marduk Personaggio mitologico, divinità mesopotamica. Il suo tempio principale era l'Esagila di Babilonia. Fu capo del pantheon babilonese e dio nazionale e in epoca tarda riunì in sé le funzioni e gli attributi di tutti gli altri dei.

màre, sm. 1 Massa di acqua salata che copre circa il 71% della superficie terrestre. ~ oceano. 2 Luogo molto frequentato. 3 Grande estensione.
 sm. 1 sea. 2 (andare al mare) to go to the seaside.
 lat. mare.
Nella geografia fisico biologica il mare è distinto in oceani (i grandi bacini), mari adiacenti (situati in prossimità degli oceani e comunicanti con questi (per esempio il mare del Nord e il mare di Bering), mari mediterranei (racchiusi da masse continentali e comunicanti con altri mari o oceani per mezzo di stretti), e mari interinsulari (circondano più isole o arcipelaghi). Gli oceani separano le masse continentali: il più esteso è l'oceano Pacifico, seguito dall'oceano Atlantico e dall'oceano Indiano. In alcuni casi sono detti mari anche estensioni di acque interne, completamente circondate dalla terra (per esempio il mar Caspio e il mar Morto). L'acqua marina è caratterizzata dal contenuto salino (in media il 3,5%), prevalentemente costituito da cloruro di sodio (circa il 78% del sale disciolto) e di magnesio. La salinità è minima ai poli, a causa dello scioglimento dei ghiacci, e massima ai tropici, a causa della forte evaporazione. A causa della salinità, la densità dell'acqua di mare è superiore a quella dell'acqua dolce e il punto di congelamento è a-2 °C. La profondità media dei mari è di 3.800 m e raggiunge nelle fosse oceaniche anche i 10.000 m. Le acque marine subiscono una serie di moti, dei quali i più evidenti sono le maree, dovute all'influsso gravitazionale di Luna e Sole, e le correnti marine, generate da gradienti di temperatura. Le acque marine hanno grande importanza nella stabilizzazione del clima del pianeta e nel mantenimento della vita.
Mare lunare
Regione pianeggiante sulla superficie lunare, costituita da basalti vulcanici e quindi più scura delle zone circostanti, creata da fuoruscita di materiale fuso a seguito di impatti da asteroidi sulla superficie.

mare magnum, loc. sost. m. invar. 1 Espressione latina che significa "grande mare". Viene utilizzata per indicare una cosa di vastissime proporzioni. 2 Grande disordine e confusione.

Mare non bagna Napoli, Il Romanzo di A. M. Ortese (1953).

Mare verticale, Il Romanzo di G. Saviane (1973).

marèa, sf. 1 Variazione del livello del mare dovuta al movimento di innalzamento e abbassamento per l'azione gravitazionale combinata del Sole e della Luna. ~ riflusso. 2 Grande quantità di persone. ~ subisso.
 sf. 1 tide. 2 (marea di persone) crowds of people.
 franc. antico marée.
L'oscillazione principale è dovuta al movimento della Luna, ha un periodo di 6 ore e 12 minuti e due fasi di alta marea (flusso) e bassa marea (deflusso). L'altezza della marea è massima quando Terra, Luna e Sole sono allineati (maree sizigiali), mentre è minima quando il Sole si trova a 90° dall'allineamento Terra-Luna (maree di quadratura). Può raggiungere i 20 m negli oceani, mentre nel mar Mediterraneo non supera i 60 cm.

Marèbbe (in ted. Enneberg) Comune in provincia di Bolzano (2.574 ab., CAP 39030, TEL. 0474).

Marécchia Fiume (70 km) della Toscana. Nasce dall'Appennino Tosco-Emiliano e sfocia nel mar Adriatico.

Marées, Hans von (Elberfeld 1837-Roma 1887) Pittore tedesco. Tra le opere Egloga (1868, Colonia, Wallraf-Richartz Museum).

mareggiàre, v. intr. 1 Del mare, presentare un moto ondoso. 2 Fluttuare come le onde marine.

mareggiàta, sf. Intenso e violento moto ondoso lungo le coste. ~ tempesta.
 sf. sea storm.

maréggio, sm. Il mareggiare.

Marèlli, Èrcole (Milano 1867-Azzano 1922) Fondatore nel 1891 dell'omonima società elettromeccanica.

marémma, sf. 1 Terra bassa e paludosa, estesa lungo il mare. 2 La maremma toscana diventata zona agricola.
 sf. 1 swampy coastal area. 2 (toscana) maremma.
 lat. maritima marittima.
Regione della costa tirrenica (5.000 km2 ca.) che si estende dai monti di Rosignano Marittimo fino all'Agro Pontino. Il territorio è costituito da vaste pianure alluvionali, separate da promontori e colline. Si distinguono la maremma pisano-livornese, la maremma grossetana (parco naturale) e la maremma laziale. Zona originariamente paludosa e malarica, fu bonificata dapprima dagli etruschi e quindi dai romani. Le principali risorse sono rappresentate dallo sfruttamento minerario (mercurio, ferro, antimonio) e dal turismo balneare.

maremmàno, agg. e sm. agg. Relativo alla maremma. febbri maremmane; pastore maremmano, razza di cani.
sm. Abitante della maremma toscana.

maremòto, sm. Moto impetuoso del mare, per terremoto sottomarino.
 sm. seaquake.
 da mare + moto.

Marène Comune in provincia di Cuneo (2.523 ab., CAP 12030, TEL. 0172).

maréngo, sm. (pl.-ghi) Moneta d'oro da venti franchi.

Marèno di Piàve Comune in provincia di Treviso (7.255 ab., CAP 31010, TEL. 0438).

Marentìno Comune in provincia di Torino (975 ab., CAP 10020, TEL. 041).

Marènzio, Lùca (Coccaglio 1553-Roma 1599) Compositore. Autore di madrigali a 4, 5 e 6 voci (diciotto libri) e mottetti.

mareògrafo, sm. Strumento per misurare le variazioni del livello del mare prodotte dalla marea.

mareomotóre, agg. (f.-trìce) Che sfrutta l'energia idraulica delle maree.

mareotèrmico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo all'energia termica del mare. 2 Che sfrutta l'energia termica del mare.

Marescialla d'Ancre Dramma di A. de Vigny (1831).

maresciàllo, sm. 1 Grado militare. 2 Il più alto grado dei sottufficiali.
 sm. 1 marshal. 2 (sottufficiale) warrant officer.
 franc. maréchal, dal lat. mediev. mariscalcus.

marétta, sf. 1 Leggera e superficiale agitazione del mare, provocata dal vento. 2 Tensione, nervosismo. ~ subbuglio.

Maréttimo Isola della Sicilia, la più occidentale delle isole Egadi, in provincia di Trapani. Territorio montuoso, vetta più elevata il monte Falcone (686 m).

Marétto Comune in provincia di Asti (345 ab., CAP 14018, TEL. 0141).

Marey, Etienne-Jules (Baune 1830-Parigi 1904) Medico e fisiologo francese. Inventò diversi strumenti a registrazione grafica utilizzati nello studio di fenomeni fisiologici e applicò allo studio del moto la fotografia in serie.

marezzàna, sf. Nella pianura padana, zona compresa tra gli argini interni ed esterni del Po.

marezzàre, v. tr. Dare il marezzo.

marezzàto, agg. Di drappo venato come onde del mare. ~ variegato. <> unito.

marezzatùra, sf. Il marezzare.

marézzo, sm. Striatura ondulata e irregolare di colore diverso dal fondo, presente sul legno e sul marmo e impressa artigianalmente su stoffe.

Margaret, Rose (Castello di Glamis, Scozia 1930-) Principessa della casa reale britannica. Sorella della regina Elisabetta II e figlia del re Giorgio VI. Sposò il fotografo Antony Armstrong Jones (1960), al quale furono attribuiti i titoli nobiliari di conte di Snowdon e visconte di Linley (1961). Ebbe due figli Davide Alberto Carlo nel 1961 e Sara nel 1964.

margàrico, agg. (pl. m.-ci) Di un acido grasso, presente nei grassi naturali, avente formula C16H33CO2H.

margarìna, sf. Sostanza grassa estratta da grassi animali o vegetali, usata in sostituzione del burro.
 sf. margarine.

margarìta, sf. Nome dato a un tipico attrezzo, dotato di una scanalatura nella parte inferiore, usato nell'industria per ammorbidire il cuoio.

Margarìta Comune in provincia di Cuneo (1.228 ab., CAP 12040, TEL. 0171). Centro di commercio del bestiame e della lavorazione del legno.

Margarita, Isla de Isola del Venezuela (1.150 km2, 300.000 ab.), nel mar delle Antille. Costituisce con le due isole minori di Coche e Cubagua, lo stato federato della Nueva Esparta, la cui capitale è La Asunción. Situata di fronte alle coste del Venezuela, paese cui appartiene, è costituita da due estensioni collegate da una stretta lingua di sabbia. La zona est dell'isola è più popolata e verde, mentre la zona ovest, chiamata penisola di Macanao, è caratterizzata da un ambiente quasi desertico e da scarsa popolazione. Fu scoperta nel 1498 da Cristoforo Colombo nel suo terzo viaggio. Il centro principale è Porlamar, zona franca commerciale. Altre città: Pampatar, piccolo centro di pescatori, El Valle del Espirito Santo, centro di richiamo religioso e spirituale per la presenza del santuario della Vergine della Valle, e Juangriego, nella parte nord dell'isola. Le principali risorse economiche dell'isola sono l'agricoltura, l'allevamento, la pesca delle perle e il turismo.
La principale attrazione per i visitatori dell'isola è naturalmente costituita dalle numerose spiagge e dal clima caldo e secco, mitigato dalla brezza proveniente dal mare. Le spiagge al nord (come ad esempio la famosa Playa El Agua) sono generalmente più sviluppate turisticamente e sono caratterizzate da una temperatura dell'acqua leggermente inferiore rispetto a quella del resto dell'isola. Scendendo quindi verso Pampatar, l'acqua diventa progressivamente più calda e le spiagge più piccole. Le spiagge della penisola di Macanao sono inserite in un ambiente di natura desertica e l'acqua del mare è più calda.
Numerose sono le chiese e i castelli lasciati dalla dominazione spagnola: il castello di San Carlos de Borromeo (XVII sec.) e il forte Santiago de la Caranta (fine del XVI sec.), a Pampatar, il castello di Santa Rosa (XVII sec.) e la cattedrale di Nostra Signora di La Asuncion (1571), ad Asuncion, la basilica di Nostra Signora della Valle, a El Valle de Espiritu Santo.

margaritàna, sf. Mollusco lamellibranco d'acqua dolce dotatiodi una conchiglia allungata e a valve uguali. La Margaritana margaritifera è una specie che si trova nell'Europa settentrionale e ha una conchiglia che può raggiungere anche 9 cm di lunghezza. Al suo interno si trovano piccole perle, considerate di notevole pregio nel passato. Le margaritane si trovano anche in America e in Africa.

margaritas ad porcos, loc. avv. Espressione latina evangelica che equivale al detto "dare le perle ai porci". Allude al caso in cui realtà di notevole valore vengono offerte a persone indegne di esse.

margarìte, sf. Varietà di mica calcica, silicato di calcio e alluminio che si trova in aggregati lamellari di colore bianco, giallastro o grigio.

Margaritóne d'Arézzo (Attivo ca. 1240-ca. 1280) Margarito di Magnano detto Margaritone d'Arezzo. Pittore. Tra le opere, nelle quali elabora i motivi bizantineggianti con una notevole qualità pittorica e una particolare raffinatezza ed eleganza negli ornati, San Francesco (ca. 1260, Arezzo, Museo Medievale e Moderno).

Marggraf, Andreas Sigismund (Berlino 1709-1782) Chimico tedesco. Oltre agli studi dell'influenza dei fertilizzanti sulla crescita dei vegetali, ideò metodi di analisi per riconoscere la potassa della soda e i sali di magnesio e analizzò con il microscopio i composti cristallini. A lui si deve anche la grande scoperta della possibilità di estrarre zucchero dalla radice della barbabietola.

margherìta, sf. 1 Pianta erbacea. 2 Manovra di corda secondaria che allacciata a un canapo principale serve a incrementare l'effetto della manovra ad esempio per disincagliare l'ancora dal fondo. 3 Tipo di nodo che serve ad accorciare o ingrossare un cavo. 4 In araldica la margherita, simbolo del dubbio, dell'incertezza in amore e della grazia, si ritrova saltuariamente sugli scudi. 5 Corda usata nelle torture. 6 Testina di scrittura delle macchine per scrivere.
Angiosperma (Chrysanthemum leucanthemum) della famiglia delle Composite e dell'ordine delle Sinandre. È una pianta erbacea perenne molto comune che cresce nei prati e nei campi ed è diffusamente coltivata come pianta ornamentale. Ha foglie generalmente lanceolate in special modo quelle superiori. Capolini isolati di fiori tubolari gialli costituiscono i fiori centrali, circondati da fiori periferici ligulati. Il frutto è un achenio di forma cilindrica. I capolini essiccati all'ombra e conservati in vasi di vetro, possono essere utilizzati per la preparazione di tisane, dato che hanno proprietà tossifughe, antispasmodiche e astringenti. Nei giardini si coltiva la varietà Chrysanthemum frutescens che raggiunge l'altezza di un metro e ha i fiori più grandi della margherita comune. La moltiplicazione avviene per talea in autunno. Si taglia qualche rametto della lunghezza di pochi centimetri e dopo aver tolto le foglie basali, si pone in vasetto singolarmente fino al radicamento, che avviene in una decina di giorni. Diversamente, il Chrysantemum maximum cresce bene solo in piena terra. La moltiplicazione avviene per divisione in primavera o per semina in autunno. Le piantine sono poste in piena terra in primavera per ottenere nell'estate successiva, grandi margherite bianche.
 sf. daisy.
 lat. margarita, dal greco margarìtes perla.

Margherita (città) Centro di confluenza del mercato dell'ambra e del caucciù della Birmania, noto anche per le miniere di carbone. Sorge sulle rive del fiume Burhi Dihing al confine con la Birmania, nell'Unione Indiana.

Margherita (lago) Lago (1.160 km2) dell'Etiopia, tra il Sidamo e il Gemu-Gofa, profondo 13 m. Principale immissario è il fiume Bilate che sfocia nel lago Ruspoli. Scoperto da Vittorio Bottego, che con la sua spedizione nel maggio del 1896, lo raggiunse e gli attribuì il nome di Margherita di Savoia. Si estende in una regione molto ricca di vegetazione e di animali e contiene varie isole.

Margherita (punta) Monte (5.119 m) tra lo Zaire e l'Uganda. È la cima più alta del massiccio del Ruwenzori. Scalata per la prima volta nel 1906 dalla spedizione del duca degli Abruzzi, con C. Ollier, G. Petigax e G. Brocherel, che, arrivati sulla vetta, dedicarono l'impresa alla regina Margherita di Savoia, imponendo il suo nome alla montagna.

Margherìta (sante) Nome di sante.
Margherita
(? Ungheria 1046-Edimburgo 1093) Regina di Scozia. Assunse il titolo di regina sposando Malcom III, re di Scozia. Durante il suo regno operò una vasta riforma della vita di corte e della Chiesa scozzese, indirizzandola verso quella romana. Nel 1693 papa Innocenzo XII ne celebrò la canonizzazione. La sua festa si celebra il 10 giugno.
Margherita o Marina di Antiochia
(Antiochia di Pisidia 255-275) Vergine e martire. La sua vita è avvolta nella leggenda. Figlia di Edesimo, un prete pagano, si sarebbe rifiutata di sposare il governatore della provincia, Olibrio. Sarebbe stata condannata al supplizio della tortura, poiché avrebbe confessato pubblicamente la propria fede; avrebbe affrontato e sconfitto il demonio, manifestatosi sotto forma di un drago. Infine, sarebbe stata decapitata. Nelle raffigurazioni che ci sono pervenute, è rappresentata nel gesto di trafiggere il drago con la croce o con il drago al guinzaglio della sua cintura. Protettrice delle partorienti, è venerata dalla chiesa greca, con il nome di Marina, il 17 luglio e dalla chiesa romana il 20 luglio.
Margherita da Cortona
(Laviano, Perugia 1247-Cortona 1297) Ebbe umili natali e convisse con un nobile di Montepulciano per alcuni anni. Dalla relazione nacque una figlia. Dopo l'assassinio dell'amante, provò rimorso per il tipo di vita condotto e si avvicinò alla fede. Nel 1277 entrò nel terziario delle francescane a Cortona e condusse una vita di preghiera prodigandosi in opere di carità. Costituì la congregazione delle "Poverelle" e, nel 1278, fu la fondatrice dell'ospedale "Casa di Santa Maria della Misericordia". Venne canonizzata nel 1728. Particolarmente venerata nell'Italia centrale, la sua festa si celebra il 22 febbraio.
Margherita di Savoia
(Pinerolo 1382-Alba 1464) Marchesa del Monferrato, beata. Nacque dal principe di Savoia-Acacia Amedeo e, nel 1403, si unì in matrimonio con Teodoro II Paleologo, marchese del Monferrato. Nel 1418, dopo la morte del marito, entrò a far parte del terz'ordine delle domenicane. Assieme ad altre religiose, si ritirò nel castello di Santa Maria Maddalena di Alba che diventò un vero e proprio monastero di clausura (1445). La sua festa si celebra il 23 dicembre.
Margherita d'Ungheria
(Traù 1242 o 1243-Budapest 1270) Suora domenicana. Sin da fanciulla, ricevette un'educazione religiosa a opera delle suore domenicane del convento di Veszprém che, in seguito, la indusse a rifiutare le nozze con Ottocarro II re di Boemia, e a prendere i voti nel monastero delle suore domenicane dell'isola delle Lepri, che da lei prese il nome di isola Margherita. Venne canonizzata da papa Pio XII nel 1943. La sua festa si celebra il 18 gennaio.
Margherita Maria Alacoque
(Verosvres 1647-Paray-le-Monial 1690) Manifestò fin da adolescente inclinazioni mistiche. Diffuse la devozione e il culto per il Sacro Cuore di Gesù, introducendo la pratica di celebrarlo il primo venerdì di ogni mese. Venne canonizzata nel 1920. La sua festa si celebra il 17 ottobre.

Margherìta (sovrane) Nome di imperatrici, regine, contesse e duchesse.
Borgogna Margherita di York
(Fotherighay, Northamptoshire 1446-Malines, Anversa 1503) Duchessa di Borgogna. Figlia del duca di York Riccardo e sorella del re d'Inghilterra Edoardo IV, nel 1468 sposò Carlo il Temerario, duca di Borgogna che, in tal modo, ottenne l'alleanza dell'Inghilterra. Nel 1477, dopo la morte del marito, combinò il matrimonio della figliastra Maria con Massimiliano I d'Asburgo.
Margherita III di Dampierre
(Mâle, Fiandra 1350-Arras 1405) Contessa di Fiandra e duchessa di Borgogna. Erede del padre, il conte Luigi II di Mâle, sposò Filippo I di Rouvres, duca di Borgogna, che morì nel 1361. Nel 1369, si risposò con Filippo II l'Ardito dal quale ebbe un figlio, Giovanni Senza Paura, che ereditò tutti i domini della casa di Borgogna.
Danimarca Margherita II di Danimarca
(Copenaghen 1940-) Dal 1972 è regina di Danimarca.
Margherita Valdemarsdotter
(Súborg, Sjaelland 1353-Flensborg Schleswig-Holstein 1412) Regina di Danimarca, Norvegia e Svezia. Figlia minore del re di Danimarca Valdemaro IV Atterdag, nel 1363 sposò il re di Norvegia e di Svezia Haakon VI. Dall'unione nacque Olav Haakonsson, che ereditò il regno di Danimarca, alla morte di Valdemaro IV (1375), e successivamente (1380), il regno del padre Haakon VI. Data la minore età del figlio, Margherita assunse la reggenza e, nel 1387, alla morte di Olav, fu nominata regina di Danimarca e Norvegia. Rivendicando i diritti del marito sulla Svezia, dichiarò guerra al re Alberto di Meclemburgo e lo sconfisse nella battaglia di Falköping (1389), conquistando anche la corona di Svezia. Nel 1397 venne sancita l'unione dei tre stati con la nascita dell'Unione di Kalmar.
Fiandra Margherita I d'Alsazia
(?-Bruges 1194) Contessa di Fiandra. Figlia di Thierry d'Alsazia, conte di Fiandra e Sibilla d'Angiò, nel 1160 sposò Rodolfo II, conte di Vermandois e successivamente Baldovino V, conte di Hainaut, nel 1169. Acquisì il titolo nobiliare ereditando la Fiandra, dopo la morte del fratello Filippo d'Alsazia. Nel 1191 dovette cedere al re di Francia Filippo II Augusto i territori dell'Artois, Vermandois, Aire e Saint-Omer.
Margherita II di Costantinopoli
(Valenciennes o Bruges 1202-Lilla 1280) Contessa di Fiandra, di Namur e Hainaut. Secondogenita del conte di Fiandra e imperatore latino d'Oriente Baldovino IX, nel 1212, ancora bambina, fu data in sposa al conte Bouchard d'Avesnes, il suo tutore, ma nel 1221 il papa scomunicò Bouchard, che nel frattempo era divenuto diacono e dichiarò nullo il matrimonio. Successivamente, Margherita sposò il conte Guglielmo II di Dampierre. Con la morte della sorella Giovanna avvenuta nel 1244, ereditò i titoli nobiliari di Fiandra, Naimur e Hainaut. L'esclusione del figlio di primo letto Giovanni da ogni diritto ereditario a favore del figlio Guglielmo, avuto dal secondo matrimonio, fu causa di un aspro conflitto fra i vari pretendenti, che terminò solo con l'intervento interessato del re di Francia Luigi IX, che assegnò l'Hainaut ai d'Avesnes e la Fiandra ai Dampierre, riducendo in tal modo il potere della casa di Fiandra e accrescendo il controllo francese sui territori.
Francia Margherita di Provenza
(? 1221-Saint-Marcel, Parigi 1295) Regina di Francia. Figlia del conte di Provenza, Raimondo Berengario IV di Barcellona, nel 1234 andò in sposa al re di Francia Luigi IX. Rimasta vedova, divenne re il figlio Filippo III, di cui cercò di influenzare le decisioni, in modo da favorire il cognato Enrico III d'Inghilterra contro Carlo I d'Angiò, con il quale era in contrasto per la contea di Provenza.
Impero Margherita d'Olànda
(? 1300 ca.-Valenciennes 1356) Imperatrice. Moglie di Ludovico IV il Bavaro, imperatore dal 1328. Nel 1346, quale sorella maggiore di Guglielmo IV, ultimo conte d'Olanda, dovette fronteggiare aspri contrasti con altri pretendenti per prendere possesso delle terre del fratello. Tornata in Germania e rimasta vedova (1347), nominò il figlio Guglielmo V feudatario delle terre ereditate. Non avendo il figlio rispettato i patti, Margherita si alleò con il re d'Inghilterra Edoardo III per riprendersi le terre cedute, ma fu sconfitta e dovette rinunciare per sempre a ogni pretesa sull'Olanda.
Margherita Maria Teresa
(Madrid 1651-Vienna 1673) Imperatrice. Figlia di Filippo IV di Spagna e Maria Antonietta d'Asburgo. Nel 1666 andò in sposa allo zio, l'imperatore Leopoldo I, cui diede una figlia, Maria Antonietta.
Inghilterra Margherita d'Angiò
(Pont-à-Mousson 1429-Dampierre 1482) Regina d'Inghilterra. Figlia di Renato d'Angiò e sposa (1445) di Enrico VI d'Inghilterra. Quando Enrico VI impazzì, governò il paese. Combatté Riccardo ed Edoardo di York nella guerra delle due rose e dopo vent'anni di guerra fu sconfitta (1471) e catturata. Imprigionata nella Torre di Londra per quattro anni, fu riscattata da Luigi XI e visse esiliata.
Margherita di Francia
(? 1158-Acri 1198) Regina d'Inghilterra e d'Ungheria. Figlia del re di Francia Luigi VII e di Costanza di Castiglia. Nel 1160, sposò Enrico il Giovane, figlio di Enrico II Plantageneto. Nel 1183, dopo la morte del marito, sposò in seconde nozze il re d'Ungheria Bela III.
Margherita di Francia
(? 1282-? 1318). Regina d'Inghilterra. Figlia di Filippo III l'Ardito e Maria di Brabante. Nel 1299 si unì in matrimonio con il re d'Inghilterra Edoardo I, acquisendo il tal modo il titolo regale.
Italia Margherita di Savoia
(Torino 1851-Bordighera 1926) Regina d'Italia. Figlia di Ferdinando di Savoia, duca di Genova, e di Maria Elisabetta di Sassonia. Nel 1868 sposò il cugino Umberto, il futuro re Umberto I, diventando così la prima regina d'Italia (1878). Si adoperò per l'affermazione della casa regnante, favorendo le attività culturali e riscuotendo perciò l'ammirazione di G. Carducci e G. D'Annunzio.
Mantova Margherita di Savoia
(Torino1589-Miranda, Spagna 1655) Duchessa di Mantova. Figlia di Carlo Emanuele I, duca di Savoia, e Caterina d'Asburgo-Spagna. Nel 1608 sposò Francesco Gonzaga, che diventò duca di Mantova nel 1612. Nello stesso anno, Francesco morì. Successore fu il fratello, il cardinale Ferdinando. Nel 1635, il re di Spagna Filippo IV la nominò viceregina del Portogallo, carica che ricoprì fino al 1640, quando, durante la rivolta che mise sul trono Giovanni IV di Braganza, fu imprigionata. Solo nel 1642 poté fare ritorno in Spagna.
Margherita Farnese
(1567-1643) Duchessa di Mantova. Figlia di Alessandro Farnese e Maria d'Aviz di Portogallo. Nel 1581 sposò Vincenzo I Gonzaga; ma due anni dopo il matrimonio fu annullato, e sorsero contrasti tra le due casate. Margherita entrò in convento a Parma, mentre Vincenzo I sposò Eleonora de' Medici.
Margherita Paleologo
(? 1510-Casale 1566) Marchesa di Monferrato e duchessa di Mantova. Figlia del marchese di Monferrato Guglielmo Paleologo. Nel 1531 sposò Federico II Gonzaga, il quale aveva ottenuto l'annullamento del matrimonio con Giulia d'Aragona. Nel 1536 l'imperatore Carlo V le concesse il marchesato di Monferrato, successivamente l'investitura fu data anche al marito. Nel 1562 ottenne anche il governatorato di Casale.
Napoli Margherita d'Angiò-Durazzo
(? 1348-? 1412) Regina di Napoli. Figlia di Carlo, duca di Durazzo, e Maria d'Angiò-Napoli. Nel 1369, sposò il cugino Carlo, conte di Gravina, che nel 1381 fu incoronato re col nome di Carlo III. Scoppiata la guerra fra Luigi I d'Angiò e il re di Napoli, Margherita assunse il vicariato in nome del marito. Dopo l'assassinio di Carlo III, Margherita assunse la reggenza per conto del figlio Ladislao e dovette contrastare le mire sul regno di Carlo II d'Angiò, appoggiato da papa Urbano VI. Sconfitta, fu scomunicata dal papa e si rifugiò col figlio a Gaeta. Nel 1390, il nuovo papa Bonifacio IX, riconobbe a Ladislao i suoi diritti imponendogli la corona di re di Napoli. Margherita lasciò il governo al figlio.
Navarra Margherita di Borgogna
(? 1290-Château-Gaillard 1315) Regina di Navarra. Nel 1305 sposò il re di Navarra, Luigi I, il futuro re Luigi X di Francia. Con l'accusa d'adulterio e di pratiche magiche, fu fatta condannare a morte dal marito.
Margherita di Navarra
(Angoulême 1492-Odos 1549) Regina di Navarra e scrittrice francese. Figlia di Carlo d'Orléans e Luisa di Savoia, sposò Enrico d'Albret, re di Navarra (1527). La sua corte fu uno dei principali centri culturali del rinascimento e vi furono accolti G. Calvino, F. Rabelais e C. Marot. Scrisse alcuni poemi in terzine, Dialogo sotto forma di visione notturna (1525), ed è nota per la raccolta di novelle Eptameron, pubblicata postuma nel 1588.
Margherita di Valois
(Saint-Germain-en-Laye 1553-Parigi 1615) Regina di Navarra, detta la regina Margot. Figlia di Enrico II e Caterina de'Medici. Nel 1572 sposò Enrico di Navarra, il futuro Enrico IV. Separatasi dal marito e allontanata dalla corte da Enrico III (1583) per i suoi intrighi, dal 1587 al 1605 fu segregata nel castello di Usson. Dotata di notevole cultura, scrisse le Memorie.
Parma e Piacenza Margherita d'Asburgo
(Oudenaarde, Fiandre 1522-Ortona 1586) Duchessa di Parma e Piacenza e governatrice dei Paesi Bassi. Figlia di Carlo V. Nel 1536 sposò Alessandro de'Medici, che nel 1537 fu assassinato. L'anno dopo si risposò con Ottavio Farnese che sarebbe poi diventato duca di Parma e Piacenza. Dal 1559 al 1567 governò i Paesi Bassi, avendone avuto l'incarico da Filippo II re di Spagna. Dovette fronteggiare gravi contrasti e attuare un'aspra repressione verso i protestanti. Nel 1567, le fu tolto ogni potere e il duca d'Alba prese il suo posto.
Margherita Aldobrandini
(? 1586-Parma 1646) Duchessa di Parma e Piacenza. Nipote di papa Clemente VIII, nel 1599 ancora tredicenne, andò in sposa a Ranuccio I duca Farnese. Rimasta vedova nel 1622, assunse la reggenza per conto del figlio Odoardo.
Savoia Margherita di Borbone
(?-? 1483) Duchessa di Savoia. Figlia di Carlo I duca di Borbone. Sposò Filippo II Senza Terra, duca di Savoia e diede i natali a Filiberto II, il Bello. Dopo la morte, il suo corpo fu sepolto nel mausoleo di Brou, che ella stessa aveva ideato e che la nuora Margherita aveva fatto erigere in memoria del marito Filiberto.
Margherita d'Austria
(Bruxelles 1480-Malines 1530) Duchessa di Savoia, figlia di Massimiliano d'Austria e di Maria di Borgogna. Sposò l'infante d'Aragona don Giovanni (1497) e alla sua morte (1501) sposò Filiberto II di Savoia, il quale morì poco dopo (1504). Nel 1506 fu nominata da Massimiliano reggente dei Paesi Bassi in nome del nipote dal 1507 al 1515 e, dopo l'elezione del nipote a imperatore con il nome di Carlo V (1519), dal 1519 al 1530. Nel 1529 trattò con Luisa di Savoia la pace di Cambrai, detta pace delle due dame.
Margherita di Francia
(Saint-Germain-en-Laye 1523-Torino 1574) Duchessa di Savoia. Figlia del re Francesco I e di Claudia di Francia. In attuazione del trattato di Château-Cambrésis, nel 1559 sposò Emanuele Filiberto duca di Savoia. Grazie alla zia Margherita d'Angoulême, ricevette un'educazione molto raffinata e una profonda istruzione. Per la sua umanità, le fu dato il soprannome di Madre dei popoli.
Scozia Margherita di Norvegia
(?-? 1290) Regina di Scozia. Figlia di Erik Magnusson Prestehater di Norvegia. Nel 1284, in qualità di nipote di Alessandro III di Scozia, fu considerata dal gran consiglio l'erede del trono di Scozia. Alla morte del nonno Alessandro III, divenne regina (1286). La sua morte, durante un viaggio in Scozia, diede luogo a un'aspra contesa per la successione che mise a rischio l'indipendenza della Scozia e si concluse con la successione di Giovanni Baliol.
Margherita Tudor
(Westminster 1489-Methven, Perthshire 1541) Regina di Scozia. Figlia di Enrico VII d'Inghilterra, nel 1503 sposò Giacomo IV Stuart. Alla morte del marito, divenne reggente per conto del figlio Giacomo V; nel 1514 contrasse nuove nozze con il capo del partito filoinglese Archibald Douglas, conte d'Angus. Questo irritò i nobili di corte che la costrinsero a lasciare la reggenza e fuggire a Londra.
Spagna Margherita d'Austria
(Graz 1584-el Escorial 1611) Regina di Spagna. Figlia di Carlo, duca di Stiria, e Maria Anna di Baviera. Nel 1599 sposò il re di Spagna Filippo III, dal quale ebbe otto figli, tra cui Filippo IV e Anna d'Austria.

Margherìta di Carìnzia (? 1318-Vienna 1369) Figlia di Enrico, re di Boemia e signore del ducato di Carinzia e della contea del Tirolo. Nel 1330 sposò Giovanni Enrico di Lussemburgo. Dopo la morte del padre ereditò il Tirolo. Nel 1341 si separò dal marito e lo cacciò dal suo stato. Un anno dopo si risposò con Ludovico di Baviera, figlio dell'imperatore Ludovico IV, cui diede un figlio, Mainardo. Nel 1361 morto il figlio, fu costretta a cedere il Tirolo a Rodolfo IV d'Asburgo.

Margherìta di Savòia Comune in provincia di Foggia (12.404 ab., CAP 71044, TEL. 0883). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi e frutta), dell'allevamento (suini), dell'estrazione del sale (saline) e turistico (balneazione e fonti termali salsobromoiodiche) del golfo di Manfredonia. Gli abitanti sono detti Margheritani o Salinari.

Margherìta di Tàranto (? 1325 ca.-? 1380) Imperatrice latina d'Oriente. Nata dal matrimonio fra Filippo I d'Angiò-Taranto e Caterina II di Courtenay-Valois, fu ripudiata dal marito Edoardo Baliol, re di Scozia sposato nel 1345. Convolò a seconde nozze con il duca d'Andria, Francesco I del Balzo nel 1352. Acquisito il titolo imperiale ereditandolo dal fratello, Filippo II di Taranto, governò con il figlio Jacopo.

Margherita Gauthier Film drammatico, americano (1936). Regia di George Cukor. Interpreti: Greta Garbo, Robert Taylor, Lionel Barrymore. Titolo originale: Camille

Margherita Luisa d'Orléans (? 1645-1721) Granduchessa di Toscana. Figlia di Gastone d'Orléans. Per le pressioni del cugino Luigi XIV, re di Francia, nel 1661 sposò il granduca di Toscana Cosimo III de' Medici. Donna di carattere esuberante, nel 1673 abbandonò il marito e si ritirò in un convento a Parigi.

margheritìna, sf. 1 Nome di un piccolo globo di vetro colorato, dotato di un foro che s'infila per formare monili variopinti o per altri ornamenti femminili. 2 Nome della Bellis perennis. Erba delle Composite dalle foglie spatolate e piccoli capolini con fiori centrali gialli e fiori periferici bianchi ligulati.
 dimin. di margherita.

Màrghine Catena montuosa della Sardegna occidentale. Vetta più elevata il monte Rasu (1.200 m).

marginàle, agg. 1 Che è nel margine. 2 Di secondaria importanza. ~ accessorio. <> basilare.
 agg. marginal.

marginàlia, sm. pl. Osservazioni brevi intorno a qualcosa.

marginalìsmo, sm. sing. Teoria economica sviluppata alla fine del 1800 da W. S. Jevons, K. Manger e L. Walras in Gran Bretagna e successivamente da E. Böhm-Bawerk e F. Wieser della scuola austriaca e da V. Pareto. Nella teoria marginalista, il valore dei beni dipende dalla valutazione soggettiva dei soggetti economici. Il concetto di analisi marginale si riferisce all'ultima quantità di bene o prodotto il cui valore, in condizioni di equilibrio, è equivalente al prezzo che l'acquirente è disponibile a pagare. Il valore del bene non è più correlato con la quantità di lavoro necessaria a produrlo, bensì con l'uso che il fruitore ne farà.

marginalista, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) agg. Relativo al marginalismo.
sm. e sf. Seguace del marginalismo.

marginalità, sf. Condizione di ciò, o di chi, è marginale.

marginalizzàre, v. tr. Emarginare.

marginalménte, avv. A margine.

marginàre, v. tr. Fare i margini.

marginatóre, sm. 1 Dispositivo delle macchine da scrivere che regola il margine laterale del foglio. 2 Apparecchio per formare il bordo bianco negli ingrandimenti fotografici. 3 Regolo di metallo usato dai tipografi per marginare le pagine.

marginatùra, sf. 1 Il marginare. 2 Lingotti di piombo usati dai tipografi per marginare le pagine.

màrgine, sm. 1 Orlo, bordo. ~ frangia. i margini di una ferita. 2 Spazio o quantità, disponibile in più rispetto al necessario. avevano ridotti margini di tempo per agire. 3 Confine.
 sm. 1 margin. 2 (di strada, bosco) border, edge.
 lat. margo,-inis.

Marginèllidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi Prosobranchi, appartenenti all'ordine dei Neogasteropodi, dalla conchiglia levigata di forma ovale. Vivono nei mari caldi e temperati.

Màrgno Comune in provincia di Lecco (354 ab., CAP 22050, TEL. 0341).

Màrgola, Frànco (Orzinuovi 1908-Nare, Brescia 1992) Compositore italiano. Ha composto prevalentemente opere strumentali e da camera.

margòtta, sf. Ramo di pianta erbacea o arborea, inciso e avvolto nella terra, affinché ne germoglino radici, al fine di riprodurre la pianta stessa.

margottàre, v. tr. Fare margotte.

Margòtti, Giàcomo (Sanremo 1823-Torino 1887) Sacerdote. Nel 1861 fu alla guida dell'opposizione clericale a Cavour.

margràvio, sm. Titolo concesso ai feudatari germanici che governavano le zone di frontiera.

Marguarèis, pùnta Massiccio montuoso delle Dolomiti, nelle Alpi Marittime, tra il colle della Perla e quello delle Saline. Vetta più elevata la cima omonima (2.651 m).

Margùnio, Màssimo (Candia 1549-Venezia 1602) Umanista bizantino. Compì gli studi a Padova ed entrò in convento nel 1577. Insegnò le lingue latina e greca a Venezia. Contribuì all'elaborazione della dottrina dello Spirito Santo occupandosi della relazione intercorrente tra le tre persone della Trinità. Pubblicò un manuale specifico in lingua greca (1587) e un commento al trattato De Trinitate di Sant'Agostino (1588).

Mari Antica città sull'Eufrate, in prossimità dell'odierna Tell Hariri, al confine tra Siria e Iraq. Fu abitata fin dal II millennio a. C. e nel XVIII sec. a. C. fu capitale del regno amorreo, sconfitto da Hammurabi. I resti del palazzo reale dell'ultimo re Zimrilim sono stati portati alla luce, insieme all'archivio di circa 25.000 tavolette, che hanno permesso di comprendere la storia, l'amministrazione e la politica del regno.

Màri, Ènzo (Milano 1932-) Designer. Docente presso vari istituti italiani, si è occupato di progettazione di giocattoli e di oggetti di uso quotidiano; successivamente di editoria e di grafica.

Mari, repùbblica dèi Repubblica autonoma (765.000 ab.) della Russia centro-orientale, capoluogo Joskar-Ola.

Marìa Madre di Gesù. Appartenente alla stirpe di David e figlia di Gioacchino e Anna. Il Vangelo di Luca riporta l'annunciazione dell'arcangelo Gabriele e il concepimento di Gesù. Con il marito Giuseppe, andò a Betlemme per il censimento e lì partorì Gesù. Fuggiti in Egitto a causa della persecuzione di Erode, tornarono poi a Nazareth, dove Gesù visse fino a trent'anni. Partecipò alla predicazione di Gesù e, secondo il Vangelo di Giovanni, fu presente alla crocifissione. Fin dall'inizio del cristianesimo, fu venerata per la maternità e verginità e, nel concilio di Efeso del 431, fu chiamata madre di Dio. Nel 1854, Pio IX dichiarò il dogma dell'immacolata concezione e nel 1950 Pio XII dichiarò il dogma dell'assunzione. Dal concilio Vaticano II è stata proclamata madre della Chiesa. A Maria è stato accordato un posto speciale nel culto della chiesa cattolica romana e nelle chiese orientali ortodosse. Il Nuovo Testamento riferisce che era cugina di Elisabetta, madre di Giovanni Battista, e che era promessa e in seguito sposa di Giuseppe. Dopo aver dato alla luce Gesù a Betlemme, dove la famiglia si trovava per il censimento, Maria tornò a Nazaret (Luca cap. 2, 1-20). Gesù l'affidò al discepolo prediletto Giovanni. Non si hanno molte informazioni sugli avvenimenti successivi alla crocifissione; gli Atti degli Apostoli riferiscono (cap. 1, 14) della sua presenza tra i discepoli. La posizione di Maria come madre di Dio venne definita nei concili di Efeso (431) e di Calcedonia (451). La dottrina dell'assunzione di Maria in cielo può essere rintracciata in documenti apocrifi del IV sec. ed è stata definita come dogma nel 1950. La dottrina dell'immacolata concezione è stata oggetto di discussione in tutto il medioevo. Nel 1854, papa Pio IX ha proclamato l'immacolata concezione come dogma. La chiesa di Roma attribuisce alla Madre di Dio una particolare venerazione che si concretizza nell'anno liturgico in numerose feste mariane, di cui le principali sono: l'immacolata concezione (8 dicembre), l'annunciazione (25 marzo), l'assunzione (15 agosto) e nella recita del Rosario in occasione di pellegrinaggi, funzioni e devozioni private. Le chiese protestanti si sono sempre opposte a un culto eccessivo di Maria. In anni recenti, tuttavia, le discussioni tra teologi cattolici da una parte e anglicani e protestanti dall'altra hanno consentito di pervenire a un sostanziale accordo sull'importanza di Maria nella teologia e pratica cristiana. Il concilio Vaticano II (1962-1965) ha sottolineato la completa dipendenza di Maria dal Figlio.

 

Marìa (sante) Nome di sante.
Maria di Gesù Crocefisso
(Tartanedo, Guadalajara 1560-Toledo 1640) Carmelitana, mistica. Tre volte priora dell'ordine a Toledo, fu studiosa delle Sacre Scritture ed ebbe visioni mistiche.
Maria Domenica Mazzarello
(Mornese Monferrato 1837-Nizza Monferrato 1881) Si occupò, su invito di San Giovanni Bosco, dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ramo femminile dei salesiani, di cui divenne superiora generale. Canonizzata nel 1951, la sua festa si celebra il 14 maggio.
Maria Egiziaca
(V sec.) Nata in Egitto, dopo un'esistenza dissoluta, vissuta come meretrice ad Alessandria, si convertì e si ritirò a vita eremitica. La sua festa si celebra il 2 aprile.
Maria Goretti
(Corinaldo 1890-Nettuno 1902) Venne assassinata da un giovane che avendola insidiata era stato respinto. La sua festa si celebra il 6 luglio.

Marìa Adelàide (Milano 1822-Torino 1855) Figlia di Ranieri, arciduca di Asburgo-Lorena, moglie di Vittorio Emanuele II di Savoia (1842) e madre di re Umberto I.

Marìa Ànna d'Absbùrgo-Spàgna (1606-1646) Figlia del re di Spagna Filippo III, nel 1631 andò sposa a Ferdinando III imperatore (1608-1657). Ebbe tre figli (Maria Anna, Ferdinando IV imperatore e Leopoldo I imperatore).

Marìa Ànna d'Austria (Vienna 1634-Madrid 1696) Regina di Spagna. Figlia dell'imperatore Ferdinando III, nel 1649 andò sposa al re Filippo IV di Spagna (1605-1665). Alla morte del marito, per un lungo periodo di tempo (1665-1675) fu reggente per il figlio don Carlos ancora minorenne (nato nel 1661).

Marìa Ànna di Neuburg (Düsseldorf 1667-Guadalajara 1740) Regina di Spagna. Figlia dell'elettore di Baviera, andò sposa al re di Spagna Carlo II (1661-1700). Tentò di sostituirsi al marito, decisamente non all'altezza del compito. Alla morte del marito, re di Spagna divenne l'erede designato anche al trono di Francia, Filippo di Borbone-Angiò col nome di Filippo V. Maria Anna di Neuburg si ritirò a Baiona, dove visse per il resto della sua vita. Per la Spagna iniziava un lungo periodo di guerra (guerra di successione).

Marìa Antoniétta d'Asbùrgo-Lorèna (Vienna 1755-Parigi 1793) Regina di Francia. Figlia dell'imperatrice Maria Teresa d'Asburgo e di Francesco I di Lorena. Nel 1770 sposò il futuro re di Francia Luigi XVI (matrimonio dettato dalla ragion di stato, che doveva rafforzare i legami tra Austria e Francia), del quale influenzò la politica, costringendolo a opporsi alle riforme finanziarie. Il suo comportamento ambizioso e frivolo, la vita scandalosa con sperpero dei beni della corte mentre il popolo era costretto a vivere nella miseria, le procurarono le antipatie dei francesi. Dopo il fallimento della controrivoluzione e l'inutile dichiarazione di guerra all'Austria da parte di Luigi XVI (1792), la monarchia cadde il 10 agosto 1792 e Maria Antonietta fu imprigionata insieme al re nella prigione del Tempio. Dopo la morte di Luigi XVI, avvenuta il 21 gennaio 1793, fu prima separata dai figli e poi trasferita alle Conciergerie. Dopo un processo in cui si difese nobilmente fu condannata a morte e ghigliottinata il 16 ottobre 1793.

Maria Brasca, La Dramma di G. Testori (1960).

Marìa Carolìna d'Asbùrgo-Lorèna (Vienna 1752-1814) Regina di Napoli. Figlia dell'imperatrice Maria Teresa d'Asburgo, nel 1767 sposò Ferdinando IV re di Napoli, che dominò con la propria personalità ambiziosa. Cercò di spostare la politica del regno di Napoli verso l'Austria e l'Inghilterra e, allo scoppio della rivoluzione francese, fece allontanare il ministro B. Tanucci, spingendo il marito alla repressione dei moti insurrezionali del 1794-1799. L'invasione napoleonica del 1806 la fece fuggire in Sicilia, da dove, per l'opposizione dei baroni, fu costretta a tornare a Vienna nel 1813.

Marìa Cristìna di Borbóne (Palermo 1806-Sainte-Adresse 1878) Regina di Spagna. Figlia di Francesco I re delle Due Sicilie e di Maria Isabella di Spagna, nel 1829 divenne la quarta moglie di Ferdinando VII. Alla morte di Ferdinando nel 1833, divenne reggente in nome della figlia Isabella II e ne difese il diritto di successione contro i carlisti. Nonostante la tendenza reazionaria, si appoggiò ai liberali che nel 1836 le strapparono la costituzione. Il suo ostinato reazionarismo però provocò l'ostilità del paese, di cui approfittò il generale Espartero che mise in atto, nel 1840, un colpo di stato, cacciandola dal paese. Ritornò in Spagna quando la figlia Isabella divenne maggiorenne, ma la rivoluzione del 1854 la costrinse infine all'esilio (prima in Portogallo poi in Francia).

Marìa de' Mèdici (Firenze 1573-Colonia 1642) Regina di Francia. Figlia di Francesco I granduca di Toscana e di Giovanna d'Asburgo, nel 1600 divenne la seconda moglie di Enrico IV. Alla sua morte, nel 1610, si fece eleggere reggente in nome del figlio Luigi XIII, fino al 1617. Cattolica, si scontrò con la nobiltà e con il popolo e cercò di avvicinare la Francia alla Spagna. Quando il suo ministro e favorito C. Concini fu ucciso, nel 1617, fu esiliata a Blois. Tornata a corte e riappacificatasi con il figlio, tentò inutilmente di contrastare il potere del cardinale Richelieu, che nel 1630 la relegò a Campiègne (Île-de-France), da dove riuscì a fuggire all'estero per trascorrere gli ultimi anni a intrigare sempre inutilmente contro di lui.

Marìa di Betània Personaggio evangelico, sorella di Lazzaro e Marta. Unse con profumo il capo e i piedi di Gesù in casa di Simone il lebbroso.

Marìa di Borgógna (Bruxelles 1457-Bruges 1482) Figlia di Carlo il Temerario, gli succedette nel 1477, anno in cui sposò Massimiliano d'Asburgo. Fu in contrasto con Luigi XI.

Marìa di Frància (Seconda metà del XII sec.?) Poetessa. Tra le opere Lais.

Maria di Rhoan Melodramma tragico in tre atti di G. Donizetti, libretto di S. Cammarano (Vienna, 1843).

Marìa Francèsca Elisabètta di Savòia (Parigi 1646-Palhava 1683) Figlia di Carlo Amedeo di Savoia-Nemours, nel 1666, fu costretta a sposare il re del Portogallo, Alfonso VI, per volere di re Luigi XIV. Tramò al fine di far decadere il marito e di far dichiarare nullo il proprio matrimonio. Ottenuto l'annullamento, nel 1668 sposò il cognato Pietro. Molto influente, riuscì a condizionare le decisioni della corte e ad attuare in Portogallo un governo regio di stampo francese.

Marìa Giovànna Battìsta di Savòia-Nemours (1644-1724) Duchessa di Savoia. Figlia di Carlo Amedeo di Savoia-Nemours. Andò sposa a Carlo Emanuele II di Savoia nel 1665. Alla morte di Carlo Emanuele II (1675), assunse la reggenza per conto del figlio Vittorio Amedeo (il futuro Vittorio Amedeo II di Savoia). Per iniziativa del figlio divenuto maggiorenne, nel 1684 fu esonerata dal governo dello stato.

Marìa I Tudor, détta la Cattòlica o la Sanguinària (Greenwich 1516-Londra 1558) Figlia di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona e sorella di Edoardo VI, succedette a quest'ultimo come regina d'Inghilterra e d'Irlanda nel 1553. Il suo matrimonio con Filippo II di Spagna nel 1554 e il suo tentativo di restaurare il cattolicesimo la resero presto impopolare, specialmente quando abrogò le leggi religiose di Enrico VIII e del suo predecessore. Accettò l'Atto di supremazia e solo nel 1544 ottenne il riconoscimento alla sua legittima aspirazione al trono avviando le trattative con il papato per riconciliarsi con Roma. Il suo soprannome derivò dalle sanguinarie persecuzioni ai danni dei protestanti, eseguite anche con il supporto del suo consigliere, il cardinale Reginald Pole. Intervenne contro la Francia a favore del marito Filippo d'Asburgo succeduto a Carlo V. Perse l'ultimo baluardo inglese in Francia, Calais (1558) occupata dalle truppe francesi guidate dal duca Francesco I di Guisa.

Marìa Isabèlla di Borbóne (1789-1848) Regina delle due Sicilie. Figlia di carlo IV di Spagna, nel 1802 andò sposa a Francesco, futuro re delle due Sicilie con il nome di Francesco I.

María José (Ostenda 1906-) Figlia di Alberto I del Belgio e moglie nel 1930 di Umberto di Savoia.

Marìa Leszczy¿Õ¿ska (Breslavia 1703-Versailles 1768) Figlia di Stanislao Leszczy¿Õ¿ski, re di Polonia dal 1705 al 1709, nel 1725 sposò Luigi XV divenendo regina di Francia. Visse circondata solo da pochi fedeli.

Marìa Ludovìca di Borbóne (1745-1792) Imperatrice d'Austria. Figlia di Carlo III di Spagna. Andò sposa al granduca di Toscana, Pietro Leopoldo I (imperatore d'Austria dal 1790, con il nome di Leopoldo II) che assecondò nelle riforme.

Marìa Luìsa d'Àustria (Vienna 1791-Parma 1847) Imperatrice di Francia. Figlia di Francesco I imperatore d'Austria e di Maria Teresa, nel 1810 fu costretta a sposare Napoleone I. Nonostante le attenzioni di Napoleone, restò estranea alla corte francese, per i sentimenti ostili verso la Francia dovuti alla condanna alla ghigliottina della sorella Maria Antonietta. Il figlio Napoleone Francesco, nato nel 1811, ricevette il titolo di re di Roma. All'abdicazione di Napoleone (1814), Maria Luisa ritornò alla corte di Vienna e cercò di ottenere per il figlio il regno di Francia. Il Congresso di Vienna le assegnò il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Governò con moderazione, sostenuta anche dai consigli dell'ex feldmaresciallo austriaco Adam Albrecht conte di Neipperg. Nel 1821, dopo la morte di Napoleone, sposò il Neipperg, già prima suo amante, dal quale ebbe due figli. Nel 1831 dovette abbandonare il ducato, sotto l'infuriare dei moti liberali, ma, al suo ritorno, si astenne dalle ritorsioni contro i patrioti. Nei suoi domini vennero conservate le precedenti leggi napoleoniche. Morto il conte di Neipperg (1829), nel 1834 sposò il conte Charles-Réné di Bombelles.

Marìa Luìsa di Borbóne (Parma 1751-Roma 1819) Regina di Spagna. Figlia di Filippo di Borbone-Parma. Nel 1765 sposò il cugino Carlo IV, che divenne re di Spagna nel 1788. Di fatto, lo stato venne però diretto dal favorito di Maria Luisa, generale Manuel Godoy Álvarez. Fu deposta ed esiliata da Napoleone I nel 1808.
Maria Luisa di Borbone
(Napoli 1773-Firenze 1802) Figlia del re di Napoli Ferdinando I, nel 1790 sposò Ferdinando III di Toscana, che nel 1791 succedette al padre Pietro Leopoldo, divenuto imperatore. Il governo della Toscana venne gestito con moderazione e liberalità. Il regno di Ferdinando III ebbe termine nel 1800, con l'occupazione napoleonica.
Maria Luisa di Borbone
(Madrid 1782-Roma 1824) Figlia di Carlo IV re di Spagna, nel 1795 andò sposa a Ludovico di Borbone-Parma, che dal 1801 ottenne il governo della Toscana e il titolo di re d'Etruria. Alla morte del marito (1803), salì al trono d'Etruria come reggente per il figlio minorenne Ludovico II. Regnò fino al 1807, quando dovette cedere il regno alla Francia di Napoleone. Dal 1815 fu duchessa di Lucca fino alla morte grazie agli accordi del congresso di Vienna. Benché legata a rigidi princìpi assolutistici, fu una buona amministratrice.
Maria Luisa di Borbone
(Parigi 1819-Varsavia 1864) Figlia del duca di Berry, nel 1845 sposò il duca Carlo III. Divenne duchessa di Parma e Piacenza alla morte di Carlo III (1854) e resse lo stato fino all'annessione al Piemonte nel 1859.

Marìa Luìsa d'Orléans (Parigi 1662-Madrid 1689) Regina di Spagna. Nel 1679, giovanissima, andò sposa al re di Spagna Carlo II. Morì a soli 27 anni, senza lasciare eredi al trono di Spagna: per questo motivo, alla morte di Carlo II (1700) sarebbe scoppiata la guerra di successione spagnola (1702-1714). Carlo II aveva infatti lasciato il trono a Filippo V (1683-1746), nipote del re di Francia Luigi XIV, ma il timore dell'unione della Spagna e della Francia che metteva in pericolo gli equilibri europei, provocò l'immediata reazione delle maggiori potenze. Inghilterra, Olanda, Portogallo, Austria, Prussia, Danimarca si unirono contro la Francia, la Spagna e la Baviera. La guerra di successione si sarebbe conclusa con i trattati di Utrecht (1713) e Rastatt (1714) che riconoscevano Filippo V sul trono di Spagna

Marìa Luìsa Gabrièlla di Savòia (Torino 1688-Madrid 1714) Regina di Spagna. Figlia del duca Vittorio Amedeo di Savoia, nel 1701 sposò Filippo V di Borbone re di Spagna, su pressioni del re di Francia Luigi XIV. Morì giovanissima. Lasciò tre figli, tra i quali i futuri re di Spagna Luigi I e Ferdinando VI (1712-1759).

Maria Maddalena Dramma di Ch. F. Hebbel (1844).

Maria Nefeli Opera di poesia di O. Elitis (1979).

Maria Padilla Melodramma in tre parti di G. Donizetti, libretto proprio (Milano, 1841).

Marìa Stuàrda (Linlithgow Castle 1542-Fotheringay Castle 1587) Regina di Scozia. Figlia di Giacomo V e di Maria di Lorena, nel 1558 sposò Francesco II di Francia. Morto il marito nel 1560, tornò in Scozia dove la madre aveva tenuto la reggenza e, dopo un primo periodo di governo moderato, sposò il capo dei cattolici E. Darnley (1565). Aspirò al trono d'Inghilterra di Elisabetta e nel 1566, morto il marito, sposò il protestante lord Bothwell. Nel 1567 dovette abdicare in favore del figlio Giacomo e rifugiarsi in Inghilterra alla corte di Elisabetta. Implicata nella cospirazione contro quest'ultima, fu scoperta, processata e condannata a morte. La sua vita ispirò le opere di numerosi autori (V. Alfieri, F. Schiller, A. C. Swinburne).
Maria Stuarda
Tragedia lirica in tre atti di G. Donizetti, libretto di G. Bardari (Milano, 1835).
Maria Stuarda
Tragedia di F. Schiller (1800).

Marìa Terèsa d'Asbùrgo (Vienna 1717-1780) Imperatrice. Figlia dell'imperatore Carlo VI, sposa di Francesco Stefano di Lorena (1736). Dopo la morte del padre (1740) che non ebbe figli maschi, gli succedette grazie alla Prammatica Sanzione che, indipendentemente dal sesso, garantiva la successione al primogenito. Le potenze europee, Francia, Prussia, Baviera e Sassonia, si opposero alla sua incoronazione, provocando così la guerra di successione austriaca, che terminò con la pace di Aquisgrana (1748) con la quale Maria Teresa mantenne l'impero, lasciando però la Slesia alla Prussia. Sovrana illuminata, fu coadiuvata nel governo dai ministri W. von Haugwitz e A. V. von Kaunitz, rispettivamente per la politica interna ed estera. Nel tentativo di recuperare la Slesia ceduta alla Prussia, si alleò con Francia, Russia, Svezia, Sassonia e Polonia e dichiarò guerra a Federico II di Prussia, ma fu sconfitta nella guerra dei sette anni (1756-1763). Alla morte del marito (1765) fu coadiuvata dal figlio Giuseppe II. Ebbe sedici figli.

María Trinidad Sánchez Distretto (124.000 ab.) della Repubblica Dominicana, sull'isola di Hispaniola. Capoluogo Nagua.

Maria Waleska Film drammatico, americano (1937). Regia di Clarence Brown. Interpreti: Greta Garbo, Charles Boyer, Reginald Owen. Titolo originale: Conquest

Marìa, Fìglie di Denominazione dato a religiose appartenenti a congregazioni nel cui nome compare la locuzione figlie di Maria e a signore appartenenti ad associazioni laicali atte a onorare la Madonna e a imitarla mediante pratiche pietistiche.

Mariàna Mantovàna Comune in provincia di Mantova (605 ab., CAP 46010, TEL. 0376). Centro agricolo (cereali, ortaggi, uva e frutta) e dell'allevamento (bovini).

Marianao Città (455.000 ab.) di Cuba, nell'agglomerato urbano di L'Avana.

Mariànne settentrionàli Arcipelago dell'oceano Pacifico occidentale, nella Micronesia (477 km2, ca. 43.000 ab.), altrimenti dette Isole dei Ladroni.
Comprende quattordici isole di origine vulcanica, parte emergente del basamento lavico sottomarino che sprofonda a sud nella famosa Fossa della Marianne (più di 11.000 m di profondità).
Il clima è tropicale, marittimo con precipitazioni abbondanti.
L'agricoltura produce palme da cocco, mais, canna da zucchero, patata, taro, manioca, e praticati sono anche l'allevamento e la pesca. Il turismo rappresenta una risorsa in espansione.
STORIA Scoperte da Magellano nel 1521, vengono annesse alla Spagna a partire dal 1668. A eccezione di Guam, ceduta agli Stati Uniti nel 1898, le altre isole sono vendute alla Germania nel 1899, passano sotto mandato giapponese nel 1919 e nel 1945 sotto tutela delle Nazioni Unite che ne affidano l'amministrazione agli Stati Uniti. Dal 1977 formano uno stato associato agli Stati Uniti. Nel 1986 la tutela americana è stata tolta. Nel giugno 1944 furono teatro di una violenta battaglia aeronavale.

mariàno, agg. 1 Relativo a Maria, la madre di Gesù. 2 Del mese di maggio, consacrato alla Vergine.

Mariàno Coménse Comune in provincia di Como (18.891 ab., CAP 22066, TEL. 031). Centro industriale (prodotti del vetro, tessili, meccanici e mobilifici) della Brianza. Vi si trova il Battistero di San Giovanni, dell'XI sec. Gli abitanti sono detti Marianesi.

Mariàno dél Friùli Comune in provincia di Gorizia (1.622 ab., CAP 34070, TEL. 0481). Centro agricolo (cereali, ortaggi, frutta), dell'allevamento (bovini) e industriale (lavorazione del legno).

Marianòpoli Comune in provincia di Caltanissetta (2.675 ab., CAP 93010, TEL. 0934). Centro agricolo (cereali, mandorle, frutta) e industriale (prodotti alimentari e materiali da costruzione).

Maribor Città della Slovenia, posta sulla Drava (104.000 ab.). Da segnalare il municipio del XVI sec. e il castello, del XVII sec.

Marica Fiume (514 km) della penisola Balcanica. Nasce dal gruppo montuoso del Rila in Bulgaria, e sfocia nel mar Egeo.

Marie-Galante Isola (13.000 ab.) di Guadalupa, nelle Piccole Antille. Capoluogo Grand-Bourg.

Mariette, Auguste (Boulogne-sur-mer 1821-Il Cairo 1881) Egittologo francese. Nel 1851 scoprì i templi di Dendera, Edfu e Abido e il Serapeo di Menfi.

Mariglianèlla Comune in provincia di Napoli (5.393 ab., CAP 80030, TEL. 081).

Marigliàno Comune in provincia di Napoli (28.517 ab., CAP 80034, TEL. 081). Centro industriale (prodotti del legno, chimici, alimentari e meccanici). Vi si trovano un palazzo feudale e la collegiata di San Maria delle Grazie, del XV sec. Gli abitanti sono detti Mariglianesi.

Marignòlli, Giovànni dèi (Firenze fine sec. XIII-Praga 1359) Francescano missionario e viaggiatore fiorentino. Fu in Cina dal 1342 al 1345 e quindi in Boemia. Di quest'ultimo viaggio lasciò notizie nella Cronaca di Boemia (1358).

marijuana, o marihuana, sf. invar. Nome spagnolo dell'hascisc. ~ canapa, erba, fumo.

Marilyn Scene degli anni Cinquanta in due atti di L. Ferrero, libretto proprio e di F. Bossi (Roma, 1980).

marìmba, sm. Strumento musicale idiofono a percussione di origine africana. È costituito da tavolette di legno di lunghezza e spessore diversi e sotto ciascuna delle quali vi è una zucca vuota aperta all'estremità superiore, un cilindro di legno o una canna di bambù.

Marìn, Biàgio (Grado 1891-1985) Poeta. Tra le opere I canti dell'isola (1951) e Nel silenzio più teso (1980).

Marin, Maguy (1951-) Ballerina e coreografa. Interpretò la Nouvelle danse francese e, in particolare, May b. (1981), Babel Babel (1982), Himen (1984) e Coppelia (1983).

marìna, sf. 1 Il mare vicino alle coste. ~ lido. 2 La costa del mare. ~ litorale. era piacevole passeggiare lungo la marina. 3 Tutto quanto è correlato alla navigazione. marina mercantile, marina militare.
 sf. 1 navy. 2 (costa) coast.
 dall'agg. marino.

Marìna di Gioiósa Iònica Comune in provincia di Reggio Calabria (6.307 ab., CAP 89046, TEL. 0964).

marinàggio, sm. La fase di apertura di una galleria. Comprende la raccolta del materiale di scavo (il marino) e il suo caricamento su veicoli dedicati che sono in genere vagoncini decauville.

marinàio, sm. Chi presta servizio su una nave.
 sm. seaman, sailor.

Marinaio a terra Opera di poesia di R. Alberti (1924).

marinàra, sf. 1 Abito per bambini che imita l'uniforme da marinaio. 2 Cappello di paglia a tesa larga con nastro di tela.

marinàre, v. tr. 1 Conservare il pesce fritto in vino o aceto. ~ mettere in salamoia. gli piacevano le aringhe marinate. 2 Non andare a scuola. ~ bigiare. continuando a marinare la scuola rimarrai un somaro.
 v. tr. 1 to souse, to marinade. 2 (la scuola) to play truant.
 deriv. da marino.

marinarésco, agg. (pl. m.-chi) Relativo a marinaio e a marina.

marinàro, agg. 1 Che si riferisce a mare, marina o marinaio. 2 Nello stile dei marinai.

marinàta, sf. Salsa a base di aceto, vino e aromi. ~ salamoia.
 sf. marinade.

marinàto, agg. Relativo a vivanda conservata in salsa di aceto e sale.

marinatùra, sf. Preparazione di carni e pesci marinati.

Marinduque Isola (173.000 ab.) delle Filippine, tra le isole di Luzon e Mindoro.

marine, sm. invar. Termine inglese che indica il soldato della fanteria di marina degli Stati Uniti.

Marinèo Comune in provincia di Palermo (6.654 ab., CAP 90035, TEL. 091).

Mariner Nome di sonde spaziali automatiche americane, utilizzate per effettuare osservazioni e studi sui pianeti più lontani del sistema solare; sono state lanciate tra il 1962 e il 1974 e hanno consentito di ricevere dati e informazioni sui pianeti Venere, Mercurio e Marte.

marinerìa, sf. L'insieme degli elementi che costituiscono la potenza militare marittima di una nazione.

marines, sm. pl. Denominazione di truppe militari speciali di Stati Uniti e Gran Bretagna ai quali è affidato lo sbarco in territorio nemico.

Marinétti, Filìppo Tommàso (Alessandria d'Egitto 1876-Bellagio 1944) Scrittore e fondatore del futurismo. Studiò nelle università di Alessandria d'Egitto, Parigi (dove si laureò in lettere nel 1891), Padova e Genova (dove conseguì la laurea in giurisprudenza nel 1899). Nel 1905 fondò a Milano, in collaborazione con Sem Benelli, la rivista internazionale Poesia. Visse a lungo a Parigi dove nel 1909 pubblicò sul quotidiano Le Figaro il manifesto del futurismo. Il Manifesto esaltava la velocità, l'energia, il coraggio e persino la guerra, rifiutando la tradizione e il conformismo, attaccando i musei e le università come simbolo di una cultura superata. Dopo la pubblicazione del Manifesto, Marinetti fu attivissimo organizzatore di serate e iniziative futuriste, elaboratore di programmi e manifesti. Le prime opere furono scritte in francese (I vecchi marinai,1897; La conquista delle stelle,1902; Distruzione, 1904). Politicamente orientato al nazionalismo e all'interventismo (con i testi di propaganda Guerra sola igiene del mondo), fu ferito e decorato nella prima guerra mondiale e fu tra i sostenitori più autorevoli del fascismo (a cui si iscrisse nel 1919). Seguì i fascisti anche nell'ultima avventura della Repubblica sociale. Le principali opere sono i romanzi Mafarka il futurista (1910), La battaglia di Tripoli (1912), i versi Zang Tumb Tumb (1914), Teatro sintetico futurista (1916), Poema africano (1937). La parte più significativa della sua produzione va individuata nei manifesti e nei vari testi programmatici, nei quali mostra tutta la sicurezza del suo piglio distruttivo, la sua passione per l'energia e la lotta. Marinetti ricorre a una continua accelerazione linguistica, che spesso diventa vuota retorica. La sua produzione creativa, ritenuta per lo più di scarso valore letterario, presenta varie contraddizioni rispetto ai programmi da lui stesso formulati.

Marìni, Giovànna (Roma 1937-) Musicista e compositrice italiana. Si è dedicata in particolare allo studio della musica folk. Ha scritto le ballate Vi parlo dell'America e Chiesa chiesa, Requiem, cantata delle cinque stanze e l'opera La grande madre impazzita (1979).

Marìni, Marìno (Pistoia 1901-Forte dei Marmi 1980) Scultore, pittore e incisore. Seguì inizialmente uno stile naturalista, dal quale si distaccò passando a uno stile arcaico, alla ricerca di plasticità dinamica, in chiave espressionista. Tra le sue opere principali la serie Cavallo e cavaliere (dal 1936 in avanti), il Grande cavallo (1951), Miracolo (1953) dedicato ai caduti di guerra.

marinìsmo, sm. Lo stile di Giambattista Marino e il gusto letterario a esso collegato.

marinìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Seguace e imitatore di Marino.

marìno, agg. e sm. agg. Relativo al mare.
sm. Che viene dal mare.
 agg. marine, sea.
 lat. marinus, deriv. da mare.

Marìno (comune) Comune in provincia di Roma (32.903 ab., CAP 00047, TEL. 06), situato sul versante nordoccidentale dei colli Albani, a nord del lago di Albano. Centro di produzione vinicola e stazione climatica e di villeggiatura, ha piccole industrie meccaniche, alimentari, tipografiche e artigianali (ferro battuto, marmo, ceramica). Nella frazione di Ciampino ha sede uno degli aeroporti di Roma. Importante centro storico, la città conserva numerosi monumenti come la basilica di San Barnaba (XVII sec.), la chiesa di Santa Maria delle Grazie, la chiesa della Madonna del Rosario, il palazzo baronale (Orsini).

Marìno (papi) Nome di papi.
Marino I
(?-Roma 884) Papa dall'882.
Marino II
(Roma-946) Papa dal 942.

Marino Faliero Tragedia in versi di G. G. Byron (1819).

Marìno, Giovanbattìsta (Napoli 1569-Napoli 1625) Poeta. Si trasferì inizialmente a Roma, sotto la protezione del cardinale Aldobrandini, e poi a Torino, presso i Savoia, dove Carlo Emanuele I lo insignì dell'ordine mauriziano. Entrò in contrasto con il segretario di corte e poeta rivale G. Murtola che poi sostituì nell'incarico a corte. Maria de' Medici lo chiamò a Parigi (1615), dove visse a lungo e sviluppò la propria produzione poetica, ottenendo fama e onori. Il virtuosismo poetico e l'uso della metafora ne fecero il maggiore rappresentante della corrente letteraria barocca che da lui prese il nome. Tra le sue opere princiapli, Adone (1623), poema di venti canti sull'amore tra Venere e Adone, La Lira (1608), La Galeria (1620), La Sampogna (1620), La Strage degli innocenti (1632, pubblicato postumo).

Màrio (E. A.) (Napoli 1884-1961) Pseudonimo di Giovanni Gaeta, musicista e poeta italiano. Autore della canzone patriottica La leggenda del Piave (1918) e di canzoni napoletane, ha composto anche Vipera, Rose rosse e Santa Lucia lontana.

Màrio (monte) Collina (139 m) di Roma, sul fiume Tevere. Sede di un osservatorio astronomico, con il punto geodetico del meridiano di Roma.

Màrio Màssimo, Lùcio (secc. II-III d. C.) Storico latino. Fu autore delle biografie degli imperatori Nerva e Eliogabalo con le quali proseguì l'opera di Svetonio e che costituirono una fonte per gli autori dell'Historia Augusta.

Màrio, Albèrto (Lendinara 1825-1883) Scrittore e patriota. Volontario nel 1848 e poi con Garibaldi a Mentana e nella campagna del 1866, collaborò ai periodici Italia e Popolo e Pensiero e Azione. Tra le opere La mente di Carlo Cattaneo (1870), Camicia rossa (1875) e Garibaldi (1879).

Màrio, Gàio (Arpino 157 a. C.-Roma 86 a. C.) Generale e console romano. Nel 119 a. C. fu tribuno della plebe e nel 114 a. C. pretore. Nel 107 a. C. divenne console e, insieme a L. Silla, sconfisse Giugurta. Riformò l'organizzazione militare arruolando la plebe, introducendo i militari di carriera e istituendo la corte. Riconfermato al consolato nel 104 a. C. affrontò, sconfiggendoli, i teutoni ad Aquae Sextiae e icimbri ai Campi Raudi (101 a. C.). Sostenuto dai democratici e sconfitto nella guerra civile contro Silla, fu proscritto e fuggì in Africa. Mentre Silla era impegnato nella guerra contro Mitridate, Mario tornò a Roma con l'aiuto di Cinna e ordinò la feroce repressione dei sostenitori di Silla. Morì due settimane dopo la settima rielezione a console.

mariolerìa, sf. Azione da mariolo.

mariòlo, sm. 1 Furfante, truffatore. 2 Bambino birbante.

mariologìa, sf. Il settore della teologia che si occupa di Maria, la madre di Gesù.

Marion Delorme Dramma di V. Hugo (1831).

marionétta, sf. 1 Figura di legno o cartapesta, mossa da fili, usata per rappresentazioni teatrali. ~ pupo. 2 Persona che si muove senza grazia. 3 Persona priva di carattere, che si lascia manovrare da altri. ~ zimbello.
 sf. puppet.
Già nota in antichità, in India e in Egitto ha origine sacra e rituale; più avanti comparve anche in Grecia, a Roma e in estremo oriente. Si affermò nel teatro del XVI e XVII sec. quando in Europa cominciarono a svolgersi, nelle piazze e nelle corti dei nobili, spettacoli dal filone eroico-cavalleresco, che avevano come protagoniste le marionette. Fu presente in seguito anche con derivazioni di carattere popolare come i pupi in Sicilia. La sua diffusione raggiunse il culmine nel XIX sec. quando in molte città nacquero teatri e compagnie stabili. I più famosi marionettisti di quest'epoca sono: Filippo Teoli a Roma, i fratelli Colla a Milano, Josef Schimd a Monaco, Henri Signoret a Parigi.

Marionette che passione! Dramma di P. M. Rosso di San Secondo (1918).

marionettìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi aziona i fili delle marionette.

marionettìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a marionette.

Mariotte, Edme (Digione 1620-Parigi 1684) Fisico francese. Condivise la scoperta della legge di proporzionalità pressione-volume nei gas con R. Boyle, legge che prese il loro nome. Descrisse l'enunciato della legge di Boyle-Mariotte nello scritto Sulla natura dell'aria, pubblicato nel 1676. Oltre allo studio sperimentale delle proprietà elastiche dei gas, scoprì il punto cieco dell'occhio e compì studi sulla meccanica, riassunti nell'opera Trattato della percussione o dell'urto tra corpi (1670).

Mariòtti, Giovànni (Pietrasanta 1936-) Scrittore e giornalista italiano. Tra le opere, A (1972), Amori a tre (1979) nel quale è ripreso A, Dizionario del libertino (1981) e Butroto (1984).

marìsti Membri delle congregazioni religiose dedicate alla Madonna.

Maritain, Jacques (Parigi 1882-Tolosa 1973) Filosofo francese, discepolo di H. Bergson, convertito al cattolicesimo nel 1906. Esponente del neotomismo, le sue teorie, basate su ideali di libertà e contrarie a ogni forma di integralismo, contribuirono al rinnovamento intellettuale e spirituale del cattolicesimo. Le opere principali sono Il primato dello spirituale (1927), Umanesimo integrale (1936), Da Bergson a Tommaso d'Aquino (1944), La persona e il bene comune (1947).

maritàle, agg. 1 Relativo a marito. 2 Coniugale, matrimoniale. ~ nuziale.

maritàre, v. v. tr. 1 Dare in sposa. ~ sposare, accasare. voleva maritare la figlia con un giovane di buona famiglia. 2 Unire una cosa a un'altra. ~ coniugare.
v. rifl. Prendere marito, sposarsi. non vuole proprio maritarsi.
 v. tr. to marry. v. rifl. to get married.
 lat. maritare.

maritàto, agg. e sm. agg. 1 Unito in matrimonio. 2 Di piatti preparati con ingredienti diversi.
sm. Uomo sposato.

Mariti e mogli Romanzo di I. Compton-Burnett (1931).
Mariti e mogli
Film commedia, americano (1992). Regia di Woody Allen. Interpreti: Woody Allen, Mia Farrow, Judy Davis. Titolo originale: Husbands and Wives

marìto, sm. Uomo congiunto in matrimonio. ~ coniuge.
 sm. husband.
 lat. maritus, deriv. da mas, maris maschio.

Marito ideale, Un Commedia di O. Wilde (1895).

Marito, Il Dramma di I. Svevo (postumo 1960).

maritòzzo, sm. Panino dolce con uva passa e pinoli.

Marìttima Regione (1.148.000 ab.) del Togo, al confine con il Benin e il Ghana. Capoluogo Lomé.

Marìttime, Àlpi Sezione delle Alpi Occidentali dal colle di Cadibona al colle della Maddalena. Vetta più elevata il monte Argentera (3.297 m). Divise tra Liguria, Piemonte e Francia, il valico principale è il colle di Tenda (1.908 m).

marittimità, sf. Carattere marittimo di una regione. Dipende da due parametri, il rapporto della lunghezza della costa rispetto alla superficie della regione e la distanza dei suoi punti più interni dalla costa.

marìttimo, agg. e sm. agg. 1 Relativo al mare. fauna marittima. 2 Vicino al mare, sul mare. amava i paesi marittimi.
sm. Che esplica la propria attività sul mare. lo sciopero dei marittimi, bloccò i trasporti verso l'isola.
 agg. 1 marine, maritime, sea. 2 (commercio) shipping business.
 lat. maritimus.

Mariupol Città (522.000 ab.) dell'Ucraina, nella provincia di Juzovka, sul mar d'Azov.

Marivaux, Pierre Carlet de Chamblain de (Parigi 1688-Parigi 1763) Scrittore e autore teatrale, membro dell'Accademia (1742), scrisse alcuni romanzi (La vita di Marianna,1731-1741; Il villano rifatto, 1736-1737), ma si dedicò soprattutto al teatro, scrivendo circa quaranta commedie incentrate sullo studio della psicologia amorosa. Le principali commedie sono Arlecchino educato dall'amore (1720), La sorpresa dell'amore (1722), La doppia incostanza (1723), Il gioco dell'amore e del caso (1730).

marketing, sm. invar. Complesso delle funzioni volte al posizionamento e vendita sul mercato di un prodotto, in funzione delle esigenze del consumatore e della concorrenza. Le fasi del marketing partono dalla ricerca di mercato e definiscono le variabili quali il prezzo di vendita, l'immagine e le caratteristiche del prodotto, la pubblicità e la distribuzione del prodotto.

Markham, mónte Vetta (4.350 m) dell'Antartide, nella catena della Regina Elisabetta.

Marko Kraljevic (1335?-Rovine 1395) Eroe dell'epica balcanica e re di Serbia dal 1371.

Markov, Andrej Andreevic (Rjazan 1856-Pietrogrado 1922) Matematico russo, compì i propri studi all'università di San Pietroburgo, dove nel 1878 fu premiato con una medaglia d'oro per le ricerche sulle equazioni differenziali. Allievo di P. L. Cebysev, studiò la teoria della probabilità, dimostrando il caso generale del teorema del limite e formulando la teoria degli eventi a catena, denominata catena o processo di Markov.
Catena di Markov
Processo stocastico nel quale l'evoluzione di un sistema dallo stato iniziale allo stato finale non dipende dagli stati intermedi.
Markov Andrej Andreevi¿¹¿
(Leningrado 1903-1979) Figlio dell'omonimo, compì importanti studi sulla teoria dei sistemi e sulla teoria degli algoritmi.

markoviàno, agg. Relativo alla teoria di A. A. Markov.
Processo markoviano
Processo stocastico che si pone come elemento di transizione tra i processi a incrementi indipendenti e i processi ereditari.

Marlborough Area statistica (37.000 ab.) della Nuova Zelanda, sull'Isola del Sud. Capoluogo Blenheim.

Marlborough, John Churchill (Musbury 1650-Cranbourn Lodge 1722) Duca di Marlborough. Uomo politico e militare inglese. Nel 1688 si schierò con Guglielmo d'Orange. Al comando delle truppe inglesi, partecipò alla guerra di successione spagnola, sconfiggendo i francesi a Blenheim (1704), Ramillies (1706) e Malplaquet (1709). Dopo la pace di Utrecht, non più appoggiato dalla regina Anna, fu costretto all'esilio (1711) e poté tornare in patria solo nel 1714, con l'avvento degli Hannover.

Marléngo (in ted. Marling) Comune in provincia di Bolzano (2.041 ab., CAP 39020, TEL. 0473).

Marley, Bob (Rhoden Hall, Giamaica 1945-Miami 1981) Cantante reggae giamaicano. Convertitosi alla dottrina rastafari nel 1967, oltre al ruolo di cantante si è assunto quello di profeta di tale dottrina. Divenne famoso con il proprio complesso The Wailers (fondato nel 1964), diffondendo in tutto il mondo il reggae, genere musicale di canzoni ballabili di origine giamaicana, con testo a carattere politico e sociale. Tra i maggiori successi, Lively Up Yourself, No Woman No Cry.

marli, sf. invar. Termine francese che indica, nell'arte ceramica e in oreficeria, il bordo interno in rilievo, spesso decorato, di un vassoio o di un piatto.

Marliàna Comune in provincia di Pistoia (2.405 ab., CAP 51010, TEL. 0572).

Marlowe, Christopher (Canterbury 1564-Deptford 1593) Drammaturgo inglese. Studiò a Cambridge, dove si laureò nel 1587. Si trasferì poi a Londra dove visse dissolutamente, fino a morire pugnalato in una lite in una taverna. Fu tra i principali esponenti del teatro elisabettiano e nelle sue opere i personaggi sono eroi alla ricerca dell'assoluto e dell'autoaffermazione. Le sue opere principali sono Tamerlano il Grande (1587-1588), L'ebreo di Malta (1589), La tragica storia del dottor Faust (1588) ed Edoardo II (1592).

Marlowe, il poliziotto privato Film drammatico, americano (1975). Regia di Dick Richards. Interpreti: Robert Mitchum, Charlotte Rampling, John Ireland. Titolo originale: Farewell, my Lovely

marmàglia, sf. Quantità di gente di basso rango. ~ gentaglia.
 sf. riff-raff, mob.
 franc. marmaille, deriv. da marmot scimmia.

Màrmara Mare interno tra la Turchia europea e quella asiatica. Comunica con il mar Egeo per mezzo dello stretto dei Dardanelli e con il mar Nero per mezzo del Bosforo. Attraversato da forti correnti, presso la costa meridionale, vi si trovano alcune isole, di cui Màrmara è la più estesa. Città e porto principale che si affaccia sul mare, è Istanbul.
Marmara
Isola della Turchia, nella parte occidentale del mare omonimo. Capoluogo il centro omonimo.

Marmaròle Gruppo montuoso (2.961 m) delle Dolomiti, nel Cadore.

marmàto, agg. 1 Che ha l'aspetto del marmo. 2 Che è freddo come il marmo.

marmellàta, sf. Conserva di frutta cotta zuccherata. ~ confettura.
 sf. 1 jam. 2 (di agrumi) marmalade.

Marmentìno Comune in provincia di Brescia (665 ab., CAP 25060, TEL. 030).

marmétta, sf. Mattonella di graniglia quadrata.

marmìfero, agg. 1 Di terreno, cava e simili, che abbonda di marmo. 2 Relativo all'estrazione e lavorazione del marmo.

Marmìlla Regione della Sardegna, posta nella zona centroccidentale dell'isola e comprendente la maggior parte dei bacini imbriferi del Rio Mannu d'Isili. Delimitata dal fiume Arci e dalla Giara di Gesturi a nord, dal Campidano a sud-ovest e dal Flumini Mannu a est, i suoi centri principali sono Ales, Barumini, Sanluri, Sini e Villamar.

Marmiròlo Comune in provincia di Mantova (7.076 ab., CAP 46045, TEL. 0376).

marmìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi lavora il marmo.

marmìtta, sf. 1 Recipiente di terracotta o metallo, generalmente di grosse dimensioni, usato per cuocere vivande o per minestre. ~ pentolone. 2 Nelle automobili, dispositivo deputato alla diminuzione del rumore dello scarico dei gas combusti, nei motori a combustione interna. 3 In geologia indica una cavità circolare scavata dall'erosione. Il diametro e la profondità possono variare da alcuni centimetri, fino a qualche metro (marmitta dei giganti).
 sf. 1 pot, saucepan. 2 (aut.) silencer. 3 (catalitica) catalytic convertor.
 franc. marmite.
Marmitta catalitica
Marmitta per autotrasporto, nella quale un dispositivo filtrante a base di platino trasforma le componenti inquinanti dei gas di scarico, in particolare l'ossido di carbonio, gli ossidi di azoto e gli idrocarburi incombusti.

marmittóne, sm. Soldato goffo e ingenuo.

màrmo, sm. 1 Varietà di rocce metamorfiche calcaree o non calcaree, composte principalmente da calcite. 2 Simbolo di durezza.
 sm. marble.
 lat. marmor,-oris, dal greco màrmaros.
A struttura granulare compatta, il suo colore dipende dalle impurità della roccia originaria. È molto diffuso come materiale da costruzione e rivestimento. In Italia esistono numerose zone di estrazione di marmi più o meno pregiati, ma le cave più famose sono collocate nelle Alpi Apuane, dalle quali viene estratto il famosissimo marmo bianco di Carrara, paragonabile per purezza solo al marmo di Pentelico (Grecia). Molto apprezzabili sono anche il marmo giallo di Siena, il botticino di Brescia e il marmo rosso di Verona. Nell'Italia centromeridionale è infine molto comune una varietà di marmo chiamata travertino.

marmòcchio, sm. Bambino. ~ bimbo.
 sm. kid, tot.

Marmolàda Gruppo montuoso delle Dolomiti (3.342 m) compreso tra la valle di Fassa, la valle di San Pellegrino e la valle del Cordevole. Sul versante settentrionale si trova il più esteso (3,3 km2) ghiacciaio delle Alpi orientali. È noto per le attività sportive invernali.

Marmont du Haut Champ, Albèrto (Catania 1918-) Medico ematologo. Pioniere nel trapianto di midollo osseo, intervento che ha realizzato per primo in Italia. Tra le opere Il trapianto del midollo osseo (1973).

Màrmora Comune in provincia di Cuneo (140 ab., CAP 12020, TEL. 0171).

marmorària, sf. L'arte di lavorare il marmo.

marmoràrio, sm. In passato, soprattutto nel medioevo, artigiano che scolpiva particolari architettonici e tarsie nel marmo.

Màrmore, cascàte délle Cascata umbra (165 m), formata dal fiume Velino nel punto in cui si getta nel Nera, che ebbe origine quando, nel 271 a. C., i romani eseguirono canalizzazioni per evitare l'impaludamento della piana reatina.

marmòreo, agg. 1 Relativo a marmo. ~ alabastrino. 2 Che ha le caratteristiche del marmo. ~ solido.
 lat. marmoreus.

marmorizzàre, v. tr. Dare a una cosa l'aspetto del marmo.

marmorizzàto, agg. Di cosa che ha aspetto simile al marmo.

marmorizzazióne, sf. L'operazione del marmorizzare.

marmòtta, sf. 1 Mammifero appartenente all'ordine dei Roditori. 2 Dormiglione. 3 Nome volgare del Prunus brigantiaca, pianta presente sulle Alpi dai cui semi viene estratto un olio antireumatico.
 sf. marmot.
Mammifero (Marmota marmota) della famiglia degli Sciuridi e dell'ordine dei Roditori dalla folta pelliccia bruna, con corpo, zampe e coda tozzi. Vive sulle Alpi, sui Carpazi e sui Pirenei. Lunga 500 cm, si nutre di radici ed erba e in inverno cade in letargo in tane profonde. Emette un fischio per segnalare un pericolo. Ricercata per la pelliccia, è una specie protetta.

Màrna Fiume (525 km) della Francia nordorientale, nasce dall'altopiano di Langres e confluisce nella Senna vicino a Parigi. È unita all'Aisne, al Reno e alla Saône da una rete di canali. Lungo il suo percorso attraversa la Champagne, bagna Châlons, Epernay, Meaux e Charenton (periferia di Parigi). I suoi principali affluenti sono: Blaise, Saulx, Petit e Grand Morin. Il regime della Marna è regolare ma in inverno, a causa delle pioggie prolungate, si possono verificare grandi piene.
Battaglie della Marna
Durante la prima guerra mondiale fu teatro di due battaglie. Nella prima (settembre 1914) la VI armata francese, agli ordini del generale Maunaury, attaccò l'ala destra dell'esercito tedesco, comandata dal generale von Kluck, facendo ritirare i tedeschi dalla Marna e determinando il fallimento completo della manovra strategica tedesca, che tendeva a mettere fuori causa la Francia sin dall'inizio del conflitto. Nella seconda battaglia (giugno 1918), i francesi fermarono le truppe tedesche dirette a Parigi. Nel luglio successivo, la controffensiva del generale Foche portò alla sconfitta finale dei tedeschi.

màrna, sf. Terra calcareo-argillosa usata nelle costruzioni.

marnàre, v. tr. Effettuare la marnatura.

Marnàte Comune in provincia di Varese (5.639 ab., CAP 21050, TEL. 0331).

marnatùra, sf. In agronometria, aggiunta di marne a un terreno effettuata allo scopo di diminuirne l'acidità e aumentarne il tenore di calcio.

Marne Dipartimento della Francia (557.000 ab., 8.162 km2) con capoluogo Châlons-sur-Marne, nella regione Champagne-Ardenne. Territorio parzialmente pianeggiante e collinoso, attraversato dal fiume Marna e dai suoi affluenti. I centri principali sono Reims, Épernay e Vitry-le-François. Le principali risorse sono le uve di Champagne e le industrie vinicole collegate, oltre all'allevamento e allo sfruttamento delle foreste. Presenti anche industrie metalmeccaniche, tessili, alimentari e vetrarie.

marnièra, sf. Cava per l'estrazione della marna.

Marnìti, Biàgia (Ruvo di Puglia 1921-) Pseudonimo di Biagia Masulli, poetessa italiana. Tra le opere, Nero amore rosso (1951), Città creatura viva (1956), Più forte la vita (1957), Giorni del mondo (1967), Il cerchio e la parola (1979) e Il gomitolo di cera (1990).

marnóso, agg. Ricco di marna.

marò, sm. Nella marina militare italiana, abbreviazione di marinaio. Soldato delle truppe da sbarco della marina militare.

Marobòduo (?-Ravenna 35) Re dei marcomanni. Nel 9 li condusse in Boemia. Non aderì alla lotta antiromana degli altri capi germanici. Nel 17 venne sconfitto da Arminio.

Marocchétti, Càrlo (Torino 1805-Passy 1867) Scultore. Tra le opere Monumento equestre a Emanuele Filiberto (1838, Torino, Piazza San Carlo).

marocchinàre, v. tr. Sottoporre a marocchinatura.

marocchinatùra, sf. Processo di concia con il quale si prepara il marocchino dalle pelli di capra.

marocchìno, agg. e sm. agg. Relativo al Marocco.
sm. 1 Abitante del Marocco. 2 Pelle di capra dalla cui lavorazione si ottiene un tipo di cuoio.
 agg. e sm. Moroccan.

Maròcco Monarchia costituzionale dell'Africa nordoccidentale.
Confina a sud-ovest con la Mauritania, a sud-est e a est con l'Algeria, è bagnato a nord dal mar Mediterraneo e a ovest dall'oceano Atlantico.
Il territorio è assai diversificato: la parte settentrionale, parallelamente alla costa mediterranea, è occupata dalle grandi catene montuose del Rif (altezza massima i 2.456 m del Jebel Tidiguin). Procedendo verso sud, sorgono i rilievi del Medio Atlante, dell'Alto Atlante e dell'Anti Atlante, la parte più meridionale, che digrada a sud-est verso il deserto.
L'altitudine massima si registra nell'Alto Atlante, con il monte Toubkal (4.167 m).
La fascia costiera si estende per oltre 1.800 km, bassa e rettilinea sull'Atlantico, più alta e rocciosa sul Mediterraneo e vi si concentra la quasi totalità della popolazione.
I fiumi sono brevi e dal corso irregolare, nascono dai massicci dell'Atlante e sfociano nel Mediterraneo (Moulouya) e nell'Atlantico (Oum el-Rbia, Sebou, Tensift e Souss). I vari corsi d'acqua che scendono verso l'interno si perdono nel deserto e spesso si estinguono per evaporazione.
Il clima è mite lungo la fascia costiera, continentale nelle regioni interne, con crescenti escursioni termiche giornaliere e stagionali, procedendo dalla costa verso l'interno.
Il Marocco vanta città di notevole interesse storico e artistico: Rabat, odierna capitale amministrativa ed economica, Fès, Marrakech e Meknès, antiche città islamiche.
Casablanca è invece una moderna metropoli, industriale e commerciale, dall'intensa attività portuale; antichissima città è Tangeri, sullo stretto di Gibilterra, centro balneare.
L'agricoltura rappresenta ancora la base fondamentale dell'economia marocchina. Oltre alle coltivazioni tradizionali destinate al consumo interno (cereali e legumi), si praticano oggi colture intensive nel settore ortofrutticolo, destinate all'esportazione e colture industriali (cotone, lino, barbabietola da zucchero, girasole, tabacco).
Diffusissimo è l'allevamento, soprattutto ovini, caprini, volatili da cortile, ma anche muli, cavalli e cammelli; in espansione è la pesca, favorita dalla presenza di vari porti dotati di impianti di conservazione.
Il suolo è ricco di risorse minerarie, soprattutto fosfati, carbone, ferro, piombo, destinate per lo più all'esportazione; scarsi sono invece i minerali energetici. Buona è tuttavia la produzione di energia idroelettrica, grazie alla costruzione di numerose dighe.
L'industria è in via di continua espansione: hanno particolare rilevanza le attività di trasformazione delle materie prime (settore chimico, alimentare, tessile, conciario, le manifatture di tabacchi).
Progrediscono inoltre i settori siderurgico, metallurgico, petrolchimico, meccanico e della produzione di cemento e carta.
Notevole e famosa è la produzione di tappeti.
Di grande importanza è il turismo, favorito da numerosi richiami artistici e dalle ottime attrezzature alberghiere della costa.
STORIA Nel IX-VIII sec. a. C. i fenici creano proprie colonie sul litorale. Nel VI sec. queste passano sotto il controllo di Cartagine. Nel 146 a. C. Cartagine è distrutta dai Romani ma la sua influenza si prolunga nel regno di Mauritania. Nel 40 d. C. la Mauritania è annessa all'impero romano e suddivisa in due provincie. Negli anni 435-442 queste vengono occupate dai Vandali. Nel 534 Giustiniano ristabilisce il dominio bizantino.
Nel primo decennio dell'VIII sec. gli arabi conquistano il paese e impongono l'islam alle tribù berbere, cristiane ebree o animiste. Negli anni 739-740 si assiste a una rivolta dei bBerberi. Dal 789 al 985 la dinastie Idriside governa il paese. Tra il 1061 e il 1147 gli Almoravidi uniscono il Maghreb e l'Andalusia in un vasto impero. Sotto il regno degli almohadi (1147-1269), si sviluppa una brillante civiltà arabo-andalusa. Tra il 1269 e il 1420 il Marocco è nelle mani dei marinidi che devono rinunciare alla Spagna (1340).
Nel 1415 i Portoghesi conquistano Ceuta. Tra il 1472 e il 1554, sotto i wattasidi, la vita urbana declina. Si sviluppano il nomadismo, il particolarismo tribale e la devozione per i santoni (marabutti). I portoghesi sono sconfitti ad Alcazar Quivir (1578) da al Mansur (1578-1603). Nel 1591 viene conquistata Timbuctù.
Nel 1666 Mulay Rachid fonda la dinastia alawi. Nei secoli XVII e XVIII il paese è travagliato da guerre di successione e da una grave decadenza economica. Nel XIX sec. le potenze europee (Gran Bretagna, Spagna, Francia) obbligano il sultano ad aprire il paese ai loro prodotti. Sotto i regni di Hassan I (1873-1894), Abd al Aziz (1900-1908) e Mulay Hafiz (1908-1912), il Marocco mantiene la propria indipendenza grazie alla rivalità tra le grandi potenze. Tra il 1906 e il 1912, dopo gli accordi di Algeciras, la Francia occupa la maggior parte del paese.
Il trattato di Fez del 1912 stabilisce il protettorato francese. La Spagna ottiene una zona a nord (Rif) e una zona a sud (Ifni). Nel periodo 1912-1925 Lyautey, presidente generale, avvia la pacificazione del paese. Negli anni successivi Abd el Krim anima la guerra del Rif. Nel 1933-1934 la resistenza dei berberi dell'Alto Atlante si esaurisce; la Francia controlla tutto il paese. Il partito Istiqlal reclama l'indipendenza. Nel 1953-1955 il sultano Muhammad V (1927-1961) è deposto ed esiliato dalle autorità francesi.
Nel 1956 viene proclamata l'indipendenza. L'anno successivo viene dichiarato il regno del Marocco. Nel 1961 sale al trono Hassan II. Negli anni Settanta il Marocco, dopo la cosiddetta Marcia verde, occupa prima il nord dell'ex Sahara spagnolo e successivamente la totalità del territorio (dopo la ritirata della Mauritania dalla parte sud nel 1979), contestato dal Fronte Polisario. Nel 1986 Hassan II incontra il primo ministro israeliano S. Peres e cerca di svolgere un ruolo attivo nel ripristino della pace in Medio Oriente. Due anni dopo il Marocco ristabilisce le relazioni diplomatiche con l'Algeria. Nel novembre 1997 si svolgono le prime elezioni a suffragio universale, vinte dalla coalizione di sinistra guidata da A. El Youssoufi.
Abitanti-27.000.000
Superficie-458.000 km2
Densità-58,9 ab./km2
Capitale-Rabat
Governo-Monarchia costituzionale
Moneta-Dirham marocchino
Lingua-Arabo, berbero e francese
Religione-Musulmana sunnita

Maroncèlli, Piètro (Forlì 1795-New York 1846) Patriota e carbonaro. Esponente del Conciliatore fu catturato dagli austriaci e dal 1820 al 1830 rinchiuso nello Spielberg.

Maróne Comune in provincia di Brescia (3.065 ab., CAP 25054, TEL. 030).

Maróne, Gheràrdo (Buenos Aires 1891-Napoli 1962) Scrittore italiano. Fondò le riviste letterarie La Diana (1914-1917) e Il Saggiatore (1924-1925). Pubblicò saggi (Difesa di Dulcinea, 1919 e Pane nero, 1934) e tradusse opere della letteratura argentina, come Il libro della Pampa (1938).

Maroni Fiume (700 km) dell'America Meridionale. Nasce dalla Serra Tumucumaque, al confine brasiliano, e sfocia nell'oceano Atlantico.

Maróni, Robèrto (Varese 1955-) Politico. Esponente della Lega Nord e deputato dal 1987, nel 1994 fu ministro dell'interno, il primo non democristiano dal 1946.

maronìta, agg., sm. e sf. Membro della comunità cattolica di rito siro-antiocheno, principalmente presente in Libano. Comunità cristiana che mantiene il rito orientale e la lingua liturgica del paese, ma riconosce il primato di giurisdizione del papa e forma una comunità ecclesiale con la chiesa cattolica romana. Ebbe origine dal monastero costruito sulla tomba di San Marone e dal 742 ebbe la sede patriarcale di Antiochia. Verso il IX-X sec., in seguito all'occupazione araba delle pianure siriane, la maggior parte dei monaci e la comunità dei fedeli si rifugiarono in gran parte nel Libano e anche nell'isola di Cipro. Dopo essere stati decimati dagli abbasidi, accolsero i crociati (XI sec.) che latinizzarono i loro riti. Dal 1291 al 1561, durante la dominazione dei mamelucchi, le relazioni con la Santa Sede si diradarono notevolmente. Sotto l'occupazione del Libano da parte dei turchi, la comunità maronita ebbe comunque il rispetto della propria autonomia civile e religiosa. Nel 1860 i maroniti furono vittima di rappresaglie da parte dei drusi, ma l'anno successivo, grazie all'intervento delle potenze europee, fu creato nel Libano un governo autonomo cristiano dipendente direttamente dal sultano.

Maròpati Comune in provincia di Reggio Calabria (1.836 ab., CAP 89020, TEL. 0966).

maróso, sm. Ondata violenta del mare in burrasca. ~ cavallone.
 sm. breaker.
 deriv. da mare.

Maròstica Comune in provincia di Vicenza (12.639 ab., CAP 36063, TEL. 0424). Centro agricolo (coltivazione di ciliege), dell'artigianato (costruzione di cappelli di paglia) e industriale (prodotti dell'abbigliamento, elettrotecnici e meccanici). Vi si trova il castello Inferiore, del XIV sec., dove ogni anno si svolge una partita a scacchi con persone in costume. Gli abitanti sono detti Marosticensi o Marostegani.

Marot, Clément (Cahors 1496-Torino 1544) Poeta francese alla corte di Francesco I e Margherita di Navarra. A lui si deve l'introduzione in Francia del sonetto. Di fede religosa evangelica, divenne famoso per la sua traduzione dei Salmi (1543). Altre opere importanti sono Adoloscenza clementina (1532) e L'inferno (1539).

Maròtta, Giusèppe (Napoli 1902-1963) Scrittore. Tra le opere L'oro di Napoli (1947) e Gli alunni del sole (1952).

Maroua Città (143.000 ab.) del Camerun, capoluogo della provincia dell'Estremo Nord e del dipartimento di Diamaré.

Maròzia (892?-935?) Figlia del potente senatore Teofilatto, patrizia romana. All'inizio del X sec. dominò la città e il soglio pontificio grazie anche ai mariti Alberico di Spoleto, Guido di Toscana e Ugo di Provenza. Nel 932 il figlio Alberico di Roma la rinchiuse in carcere, dove morì.

marpióne, sm. Persona furba e spregiudicata.

Marquet, Albert (Bordeaux 1875-Parigi 1947) Pittore francese. Tra le opere La spiaggia a Fécamp (1906, Parigi, Musée d'Art Moderne).

marquise, sf. invar. 1 In oreficeria, taglio per diamanti che dà loro una forma ovale. 2 Poltrona bassa e molto larga del XVIII sec.

marquisette, sf. invar. Tessuto a giro inglese per tendaggi. Ha doppia trama e può presentare effetti operati.

màrra, sf. 1 Specie di zappa con ferro largo e corto, usata per lavorare la terra in superficie o per rimestare la calcina. 2 La parte estrema dei bracci dell'ancora.
 lat. marra.

Màrra, mónti Massiccio montuoso (3.088 m) del Sudan, nella provincia di Darfur.

Marràdi Comune in provincia di Firenze (3.895 ab., CAP 50034, TEL. 055).

Marrakech Città (440.000 ab.) del Marocco e capoluogo della provincia omonima (1.501.000 ab.), ai piedi dell'Alto Atlante, nella valle del fiume Tensift. Fu fondata nel 1062 dai berberi Almoravidi. Nel XVI e XVII sec. entrò a far parte del dominio della dinastia dei Sadiani, sotto i quali furono costruiti splendidi monumenti. Nel 1912 fu occupata dai francesi. I principali monumenti sono la moschea di al-Kuutubiyya (XII sec.), la moschea di al-Mansur (XII sec.), la madrasa di Ibn Yusuf (XVI sec.) e la moschea di Bab-Dukkala (XVI sec.).

Marrakesh Express Film d'avventura, italiano (1989). Regia di Gabriele Salvatores. Interpreti: Diego Abatantuano, Cristina Marsillach, Fabrizio Bentivoglio.

marrancio, sm. Grosso coltello da macellaio.

marràno, agg. e sm. Sleale, traditore. Nel medioevo chi si convertiva per opportunismo a un'altra religione.
 spagn. marrano porco, dall'arabo màhram cosa proibita.

marranzàno, sm. Nome siculo dello scacciapensieri.

marròbbio, sm. 1 Fenomeno di innalzamento e abbassamento del livello del mare derivante da variazioni delle pressione atmosferica. Si può osservare soprattutto in Sicilia. 2 Genere di piante erbacee perenni, pelose, appartenenti alla famiglia delle Labiate, che vivono nelle regioni temperate e calde dell'Europa.

marron glacé, loc. sost. m. invar. Marrone candito.

marróne, agg. e sm. sm. 1 Varietà di frutti del castagno e la pianta che li produce. 2 Colore bruno scuro proprio del guscio del marrone.
agg. Che ha colore del guscio del marrone. odiava quella giacca marrone.
 sm. chestnut. agg. brown.
 lat. mediev. marro,-onis.

Marrùbiu Comune in provincia di Oristano (4.953 ab., CAP 09094, TEL. 0783).

marrùca, sf. (pl.-che) Nome del Paliurus Spina-Christi, una ramnacea che si trova soprattutto nelle siepi e nelle macchie, il cui frutto è una piccola drupa secca con un'ala circolare. È chiamata anche soldino.

marrucàio, sm. Luogo pieno di marruche, di spini.

Mars Nome di sette sonde spaziali sovietiche lanciate nel 1962 e dal 1971 al 1974 per studiare il pianeta Marte.

marsa, sf. invar. Termine usato in toponimi sulla costa nord di Africa e Malta e che indica un approdo, una rada, un porto.

Marsàglia Comune in provincia di Cuneo (357 ab., CAP 12060, TEL. 0174).

marsàla, sf. Vino profumato a elevata gradazione alcolica, prodotto a Marsala in Sicilia.
 sf. Marsala.

Marsàla Comune (81.000 ab., CAP 91025, TEL. 0923) in provincia di Trapani sul promontorio di capo Lilibeo. Le principali risorse sono la viticoltura, la pesca, le industrie enologiche e alimentari. Fondata dai cartaginesi nel IV sec. a. C.; deve il nome odierno alla dominazione araba (Marsa 'Ali). Nel XVIII sec. furono aperti gli stabilimenti per la produzione di vini, divenuti poi famosi in tutto il mondo (Florio, Woodhouse ecc.). Nel 1860, vi sbarcarono i Mille guidati da Garibaldi. Tra i monumenti di interesse il duomo normanno, la chiesa romanica di Santa Maria e la chiesa di San Giovanni.

marsalàre, v. tr. Rendere un vino simile al marsala per sapore e profumo.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_m.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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