Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale R parte 1
Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale R parte 1
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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale R parte 1
r, R Sedicesima  lettera dell'alfabeto. In linguistica è definita come consonante liquida  vibrante. La lettera, minuscola e maiuscola, è usata in vari simboli e  abbreviazioni.
  In astronomia R è una delle dieci classi spettrali,  create dall'osservatorio di Harvard, in base alle quali è possibile  classificare le stelle. Si tratta di stelle di colore rosso, temperatura di poco  inferiore ai 3.000 °K, caratterizzate da bande di assorbimento dei composti del  carbonio; per tale ultima ragione vengono inserite nella classe C (simbolo del  carbonio), insieme alle stelle N.
    In fisica una R (maiuscola) rappresenta la costante dei gas perfetti (8,314  J/kmole) e una r (minuscola) è il simbolo dell'unità di misura della dose di  esposizione a una radiazione (roentgen).
    In termologia °R (maiuscola) indica il simbolo del grado Rankine, mentre °r  (minuscola) è quello del grado Reamur.
r.ta, sm. invar. Termine sanscrito della religione vedica che indica l'equilibrio ordinato delle cose divine, naturali e umane e si riferisce in particolare ai suoi aspetti dinamici.
RA Sigla di  Ritenuta d'Acconto.
  Ra
  Simbolo chimico del radio.
Ra Personaggio mitologico, dio egizio del sole. Veniva considerato il padre del faraone e rappresentato come un disco alato, un falco o un uomo con testa di falco. Il suo culto era originario di Eliopoli, ma la sua importanza diminuì con l'affermarsi del dio Ammone. Era adorato come dio creatore dell'universo.
Raab Personaggio biblico, meretrice di Gerico che aiutò Giosuè e gli ebrei a penetrare nella città. Fu risparmiata dalla distruzione della città. Madre di Booz, progenitore di David. Dante la colloca nel cielo di Venere.
Raab, Julius (Santkt Pölten 1891-Vienna 1964) Politico austriaco. Dal 1945 al 1960 fu membro del Partito popolare e dal 1953 al 1961 anche cancelliere.
Rabagliàti, Albèrto (Milano 1909-1974) Cantante di musica leggera. Dopo un tentativo come attore, si dedicò alla musica leggera. Tra le canzoni di successo Luna marinara e Bambina innamorata.
Rabal, Francisco (Aguilas 1925-) Attore cinematografico spagnolo. Interpretò Nazarín (1959), Viridiana (1961), L'eclisse (1962) e Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1986).
Rabanne, Paco (Pesajes, Guipúzcoa 1917-) Sarto spagnolo. Ha realizzato modelli con i più rivoluzionari materiali.
Ràbano, Màuro (784?-856) Teologo tedesco e arcivescovo di Magonza. Diffuse in Germania lo studio dei classici e delle arti liberali e scrisse un'enciclopedia universale: De universo (842-847).
rabàrbaro, sm. Angiosperma (Rheum  palmatum) della famiglia delle Poligonacee e dell'ordine delle Poligonali.  Pianta erbacea perenne, cresce spontanea nelle zone asiatiche. Viene utilizzata  in medicina.
  
 sm. rhubarb.
Rabat (560.000 ab.) Capitale del Marocco e capoluogo della prefettura di Rabat-Salé. Posta sul versante atlantico del continente africano, comprende la Medina, con l'annessa Casba, la moschea di Hasan e il relativo poderoso minareto con il basamento quadrato. Le principali attività sono il commercio e l'industria alimentare, tessile e conciaria, nonché l'artigianato. Fondata dai fenici e colonizzata dai romani, divenne residenza abituale dei sovrani del Marocco; conobbe un considerevole sviluppo sotto il protettorato francese nel XX sec., divenendo capitale nel 1912.
rabattìno, sm. Persona che si arrabatta per sbarcare il lunario o per entrare in ambienti da cui può trarre dei vantaggi.
Rabaul Città della Papua Nuova Guinea (16.000 ab.), nell'arcipelago delle Bismark; capoluogo della provincia della Nuova Britannia Orientale e situata all'estremità nord dell'isola. Porto e sede vescovile. Durante il secondo conflitto mondiale (1942) fu occupata dai giapponesi che ne fecero la loro più importante base aeronavale del Pacifico. Sottoposta a pesanti bombardamenti americani che costrinsero la flotta giapponese a lasciare l'isola, venne liberata nel 1943 dalle truppe americane comandate dal generale Mac Arthur.
rabbellìre, v. v. tr. Rendere  sempre più bello.
  v. intr. pron. Acquistare in bellezza.
rabberciaménto, sm. L'azione del rabberciare.
rabberciàre, v. tr. 1 Adattare alla meglio. 2 Correggere alla meglio uno scritto o un discorso.
rabberciatùra, sf. Il rabberciare.
Ràbbi Comune in provincia di Trento (1.478 ab., CAP 38020, TEL. 0463).
rabbi, sm. invar. Epiteto  onorifico dato ai dottori della legge ebraica.
  
 termine ebraico che significa mio grande  maestro.
ràbbia, sf. 1 Detta  anche idrofobia, in medicina è una malattia acuta di carattere infettivo  causata da un virus del genere Rhabdovirus. 2 Eccesso d'ira, furore. ~ collera.
  
 1 anger, rage. 2 (accanimento) fury. 3 (med.)  rabies.
  
lat. tardo rabia.
  • La rabbia interessa soprattutto i Mammiferi carnivori (lupi, volpi  ecc.) e può essere trasmessa all'uomo con il loro morso. Dalla parte in cui è  avvenuto il contagio, il virus (con un periodo di incubazione che va da due a venti  settimane) si diffonde fino a raggiungere il midollo spinale, causando lesioni  tipiche. L'esito è letale e non esiste, a oggi, alcuna terapia. L'unico rimedio  è la prevenzione inoculando tempestivamente il vaccino nell'essere umano morso  da un animale sospetto o sconosciuto.
ràbbico, agg. Relativo alla rabbia.
rabbìnico, agg. (pl. m.-ci) Relativo ai rabbini.
rabbinìsmo, sm. Nome dato al giudaismo, in quanto fondato sull'insegnamento dei rabbini.
rabbìno, sm. Termine ebraico  (rab, rabbi) che significa "maestro". Secondo il  giudaismo è un esperto di legge religiosa e secondo la tradizione la sua  autorità risale a Mosè. Il titolo veniva conferito con una cerimonia religiosa  chiamata semilhah (imposizione delle armi). Questa cerimonia venne  proibita dai romani nel 135 a. C. Il fariseismo attribuì particolare importanza  ai rabbini. Essi sostituirono i sacerdoti in veste di guide spirituali del  popolo. La preparazione dei rabbini avveniva nelle accademie talmudiche (jeshihoth)  ed era prettamente religiosa. Successivamente vennero fondati i collegi  rabbinici che prevedevano una preparazione religiosa abbinata a una cultura  moderna. Il rabbino anticamente non percepiva alcun compenso per cui doveva  dedicarsi ad altre attività. Attualmente il rabbino gode di grande prestigio  nella comunità ebraica.
  
 sm. rabbi.
rabbiosaménte, avv. Con rabbia.
rabbióso, agg. 1 Affetto  da rabbia. ~ idrofobo. 2 Collerico.
  
 agg. 1 furious, angry. 2 (med.) mad, rabid. 3 (collerico)  quick-tempered.
  
 lat. rabiosus.
rabbit Letteralmente significa coniglio. In informatica indica un programma pirata che si riproduce senza posa fino a occupare tutte le risorse del sistema.
rabboccàre, v. tr. Riempire fino all'orlo.
rabbonacciàre, v. v. tr. 1 Far tornare in bonaccia. 2 Tranquillizzare. ~ placare.
  v. intr. pron. Calmarsi, placarsi. ~ quietarsi.
rabbonìre, v. v. tr. Far tornare buono. ~ calmare.
  v. intr. pron. Calmarsi, placarsi.
  
 v.  tr. e v. intr. pron. to calm down.
rabbrividìre, v.  intr. 1 Sentire brividi. ~ agghiacciare. 2 Trasalire per paura.
  
 v.  intr. to shudder, to shiver.
rabbruscàre, v. v. intr. Di tempo, diventare freddo. ~ guastarsi.
  v. intr. pron. Di persona, rabbuiarsi. ~ adombrarsi.
rabbuffàre, v. v. tr. Mettere in disordine.
  v. intr. pron. 1 Minacciare bufera. 2 Azzuffarsi.
rabbuffàto, agg. Scompigliato.
rabbùffo, sm. Grave rimprovero. ~ ramanzina.
rabbuiàre, v. v. intr. 1 Fare buio. 2 Offuscare.
  v. intr. pron. 1 Farsi buio. 2 Offuscarsi. 3 Turbarsi.
  
 v.  intr. pron. to grow dark.
Rabdìtidi Famiglia di nematodi rabditoidei.
Rabditoidèi Ordine di nematodi rabditoidei. Si trovano soprattutto nei terreni agrari nei quali rimescolano e arricchiscono l'humus.
Rabdocèli A seconda delle classificazioni, ordine, raggruppamento o superordine di piccoli Platelminti Turbellari che presentano un intestino tubolare rettilineo e la bocca in posizione anteriore e ventrale.
rabdomànte, sm. e sf. Chi esercita la rabdomanzia.
rabdomàntico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a rabdomante.
rabdomanzìa, sf. Tecnica per  l'individuazione di sorgenti d'acqua sotterranee o filoni minerari, attraverso  le vibrazioni di una bacchetta.
  
 greco rhabdomantèia.
Rabelais, François (La Devinière 1494-Parigi 1553) Scrittore francese, entrò nell'ordine benedettino ove studiò il latino, il greco e l'ebraico. Il suo capolavoro, il ciclo Gargantua e Pantagruel, che iniziò nel 1532 ma vide la luce solo nel 1564, racconta in tono burlesco le vicende di due giganti, padre e figlio. L'attività primaria di Rabelais fu, comunque, quella di medico, cui si aggiunse quella di editore scientifico. Il tono canzonatorio che caratterizzò l'opera fu condannato dai teologi della Sorbona, poiché implicava una satira pungente della pedanteria e dell'ipocrisia dell'ambiente clericale.
rabelaisàno, agg. 1 Relativo a Rabelais. 2 Dell'arte di Rabelais. 3 Che ricorda lo spirito satirico di Rabelais.
rabescàre, v. tr. Ornare con rabeschi.
rabésco, sm. Arabesco.
Rabi, Isidor Isaac (Rymanów 1898-New York 1988) Fisico statunitense. Di origine austriaca compì importanti studi sulla risonanza magnetica nucleare e nel 1944, con O. Stern, fu insignito del premio Nobel.
rabicàno, agg. e sm. Mantello equino che presenta peli bianchi sparsi.
ràbido, agg. Rabbioso.
Rabin, Ytzhak (Gerusalemme 1912-Tel Aviv 1996) Leader del partito laburista, fu due volte primo ministro israeliano dal 1974 al 1977 e dal 1992 alla morte. Nel 1993-1994 iniziò il processo di pacificazione con l'OLP e nel 1994 fu insignito del premio Nobel per la pace.
Rabóni, Giovànni (Milano 1932-) Poeta. Tra le opere Le case della Vetra (1966) e Cadenza d'inganno (1975).
rabóso, sm. Vitigno da uva rossa che produce grappoli lunghi dagli acini pruinosi dalla buccia spessa.
ràbula, sm. o sf. (pl. m.-i, f.-e) Avvocato arruffone, chiacchierone o poco onesto.
Ràcale Comune in provincia di Lecce (9.978 ab., CAP 73055, TEL. 0833).
Racalmùto Comune in provincia di Agrigento (10.752 ab., CAP 92020, TEL. 0922). Centro agricolo (coltivazione di frutta e cereali) e dell'estrazione di salgemma. Vi si trova il castello Chiaramonte, costruito tra il XIII e il XIV sec. Gli abitanti sono detti Racalmutesi.
racc. Sigla di raccomandata.
raccapezzàre, v. v. tr. 1 Ritrovare. 2 Mettere insieme, raccogliere con grande sforzo. 3 Capire, intendere.
  v. intr. pron. Riuscire a orientarsi. ~ ritrovarsi.
  
 v.  intr. pron. (non) to be at a loss.
raccapricciànte,  agg. Che dà brivido. ~ agghiacciante. <> tranquillizzante.
  
 agg. horrific, horrifying.
raccapricciàre,  v. v. tr. Spaventare.
  v. intr. Inorridire.
  v. intr. pron. Sentirsi inorridire.
raccaprìccio, sm. Turbamento  profondo misto a spavento e orrore.
  
 sm. horror.
raccattafièno, sm. invar. Macchina agricola per raccogliere il foraggio dopo il taglio.
raccattapàlle, sm. invar. Ragazzo incaricato di raccogliere la palla uscita dal campo di tennis o di calcio.
raccattàre, v. tr. 1 Raccogliere da terra. 2 Raccogliere notizie ecc.
raccattatùra, sf. Il raccattare da terra.
raccenciàre, v. v. tr. Rattoppare. ~ rabberciare.
  v. rifl. Migliorare di molto le proprie condizioni.
raccertàre, v. v. tr. Rendere più certo.
  v. rifl. Farsi più certo.
racchétta, sf. 1 Attrezzo per il gioco del tennis, formato da un telaio ovale e da una cordatura  a rete. 2 Attrezzo per il gioco del ping-pong, formato da un piccolo  ovale di legno gommato o ricoperto di sughero. 3 Attrezzo che si applica  sotto gli scarponi, per camminare sulla neve. 4 Bacchetta di metallo  appuntita dotata di una rotella all'estremità inferiore, impugnata dallo  sciatore.
  
 sf. 1 racket. 2 (da sci) ski stick. 3 (da ping pong) bat.
  
 deriv.  dal lat. rascèta, dall'arabo rahet mano.
racchettóne, sm. Racchetta da tennis con telaio superiore alla norma e manico più corto.
ràcchio, agg. e  sm. agg. Brutto, sgraziato.
  sm. Grappolo d'uva rimasto sulla vite dopo la vendemmia.
racchiùdere, v.  tr. 1 Chiudere dentro. ~ circoscrivere, delimitare. 2 Nascondere, custodire.
  
 v.  tr. to contain.
raccògliere, v.  tr. 1 Prendere o sollevare da terra. ~ raccattare. <> posare. 2 Fare collezione. 3 Mettere insieme. ~ radunare,  riunire. <> sparpagliare, disseminare. 4 Concentrare in un  punto. 5 Offrire rifugio. 6 Adunare. • riuscì a  raccogliere un bel gruppo di persone per la manifestazione.
  
 da ra-+ cogliere.
  v. intr. pron. 1 Adunarsi, convenire in un luogo. ~ riunirsi. <> dividersi. 2 Concentrarsi. ~ meditare,  riflettere. <> deconcentrarsi, distrarsi. • sentiva  l'esigenza di raccogliersi prima della gara.
  v. rifl. 1 Comporsi. 2 Concentrarsi.
  
 v.  tr. 1 to pick up. 2 (collezionare) to collect. 3 (radunare) to gather. 4 (frutta, fiori) to pluck, to pick. 5 (ottenere) to get. 6 (accettare) to accept. 7 (raccolto) to  harvest, to reap.
raccogliménto,  sm. 1 Il raccogliere. 2 Concentrazione del pensiero.
  
 sm. concentration.
raccoglitìccio,  agg. e sm. (pl. f.-ce) agg. Preso a caso qua e là.
  sm. Persone o cose raccolte senza scelta.
raccoglitóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi raccoglie brani letterari in antologie e simili. ~ collezionista. 2 Cartella usata per raccogliere documenti. ~ carpetta. 3 Vaschetta  per la raccolta di liquidi.
  
 sm. binder.
raccoglitrìce, sf. Macchina agricola per la raccolta di prodotti, soprattutto frutta e verdure.
raccòlta, sf. 1 Il  raccogliere. ~ collezione. 2 La roba raccolta. 3 Il tempo  in cui si raccoglie. 4 Insieme di cose, collezione. ~ assortimento. • pubblicò una raccolta di novelle. 5 Concentrazione, massa. • si verificò una numerosa raccolta di  manifestanti in piazza.
  
 sf. 1 (agr.) harvesting. 2 (collezione) collection. 3 (radunare) gathering.
raccoltaménte, avv. In modo composto e dignitoso.
raccòlto, agg. e  sm. agg. 1 Adunato. 2 In meditazione. 3 Composto,  dignitoso. 4 Rannicchiato. • aveva le gambe raccolte sulla  poltrona.
  sm. I frutti raccolti nella stagione. • il raccolto stagionale  sembrava promettere bene.
  
 agg. 1 (pensoso) thoughtful. 2 (tenuto insieme) gathered up. 3 (appartato) secluded. 4 (intimo) cosy. sm. harvest, crop.
raccomandàbile,  agg. Che si può o si deve raccomandare.
  
 agg. 1 (persona) reliable. 2 (cosa) recommendable.
raccomandàre, v. v. tr. 1 Affidare cosa o persona a qualcuno. ~ caldeggiare. <> dissuadere. 2 Segnalare qualcuno affinché possa ottenere un trattamento  di favore. ~ appoggiare. <> ostacolare. 3 Ammonire,  esortare. • le raccomandò prudenza durante il viaggio.
  v. rifl. 1 Implorare aiuto, protezione. 2 Affidarsi.
  
 v.  tr. 1 to recommend. 2 (consigliare) to warn. 3 (affidare) to entrust. 4 (esortare) to urge. v. rifl. 1 to  commend oneself. 2 (appellarsi) to appeal.
  
 da ri-+ accomandare.
raccomandàta, sf. Lettera  registrata dalle Poste contro pagamento e consegnata al destinatario che ne  firma ricevuta.
  
 sf. registered letter, recorded delivery letter.
raccomandatàrio, sm. Persona alla quale si raccomanda.
raccomandàto,  agg. e sm. agg. 1 Affidato alla protezione di qualcuno.
  sm. Persona raccomandata.
raccomandazióne,  sf. 1 Il raccomandare. ~ presentazione. 2 Consiglio. ~ suggerimento. 3 Segnalazione di qualcuno allo scopo di favorirlo. ~ patrocinio. • era usanza abituale assumere per raccomandazione. 4 Il francobollo di una lettera raccomandata.
  
 sf. recommendation.
raccomodàre, v. tr. 1 Riparare. 2 Rimettere in ordine.
raccomodatùra, sf. Il raccomodare.
racconciàre, v. tr. Raccomodare.
racconciatùra, sf. Il racconciare.
Racconìgi Comune in provincia di Cuneo (9.912 ab., CAP 12035, TEL. 0172).
racconsolàre, v. tr. Consolare, sostenere. ~ confortare.
raccontàbile, agg. Che si può raccontare.
raccontafàvole, sm. e sf. invar. Chi si diverte a raccontare frottole.
raccontàre, v.  tr. 1 Riferire un fatto. ~ descrivere. <> tacere. • su quella persona se ne raccontano di belle, se ne parla male. 2 Dare notizia. ~ informare, divulgare.
  
 v.  tr. to narrate, to tell, to relate.
  
 da ra-+ contare.
Racconti Racconti di G. Tomasi di Lampedusa (postumi 1961).
Racconti completi Racconti di J. C. Onetti (1967).
Racconti crudeli Racconti di Ph. A. M. Villiers de l'Isle-Adam (1883).
Racconti dei chassidim, I Saggio di M. Buber (1950).
Racconti del grottesco e dell'arabesco Raccolta di racconti di E. A. Poe (1840). La raccolta contiene, tra gli altri, il famosissimo La rovina della casa degli Usher. Un racconto complesso narrato dall'ospite in visita all'amico d'infanzia Roderick Usher. Elementi inquietanti si accumulano: una fosca giornata; la triste vista della casa che sorge su uno stagno nero; un'impercettibile fessura nella facciata; le acque malsane; la debole luce; la pallidezza da fantasma dell'amico; la malattia della sorella Madeline; la morte, la sepoltura, la ricomparsa di Madeline; la morte di Usher; la distruzione subitanea della casa Usher. I sottili meccanismi del racconto (per esempio, l'uso di vocaboli poetici e suggestivi) creano una situazione scarsamente delineata nei contorni, con corrispondenze inquietanti che producono una sensazione di disagio. Il lettore non riesce a sottrarsi a questa atmosfera. Il racconto è stato anche oggetto di indagini psicanalitiche. I racconti di Poe sono dominati da atmosfere dense di mistero, espressione della tendenza romantica a esplorare le zone buie della psiche, i suoi terrori e i suoi mostri.
Racconti del maresciallo, I Romanzo di M. Soldati (1967).
Racconti della luna pallida di agosto Film drammatico, giapponese (1953). Regia di Kenji Mizoguchi. Interpreti: Machiko Kyo, Masayuki Mori, Tanaka Kinuyo. Titolo originale: Ugetsu monogatari
Racconti della veranda, I Racconti di H. Melville (1856).
Racconti dello zio Tom, I Film commedia e cartoni animati, americano (1946). Regia di Wilfred Jackson e Harve Foster. Interpreti: Ruth Warrick, Bobby Driscoll, James Baskett. Titolo originale: Song of the South
Racconti dell'Ohio Raccolta di racconti di S. Anderson (1919). Titolo della raccolta Winesburg, Ohio, che rese famoso l'autore. Nella finzione letteraria, il giovane cronista del giornale locale compone una serie di servizi su alcuni abitanti dell'immaginaria Winesburg. Si tratta di un gruppo di racconti (Mani; Avventura; Rispettabilità; Divinità; Partenza) collegati tra loro che hanno per protagonisti alcuni cittadini le cui frustrazioni e i sogni infranti ne fanno figure emblematiche della vita della provincia. Questo tema rimase centrale nell'opera di Anderson e venne utilizzato dall'autore per illustrare gli effetti dell'industrializzazione sulla vita dei singoli.
Racconti di Belkin, I Racconti di A. S. Puskin (1831).
Racconti di  Canterbury, I Raccolta di racconti in versi di G. Chaucer (1386-1400). I racconti vengono  narrati per far passare il tempo durante un pellegrinaggio al santuario di San  Tommaso Becket a Canterbury. Il Prologo generale, pure in versi,  presenta i pellegrini, 29 persone riunitesi nella locanda Tabard di Southwark  (fuori Londra). I racconti costituiscono un'antologia dei generi letterari  medievali (oltre al Prologo generale e alla Ritrattazione finale,  restano 24 racconti in tutto).
  Il Cavaliere offre un racconto avventuroso con accenti filosofici. Il Mugnaio  narra un racconto osceno di tresche sessuali. La Donna di Bath, in cerca del  sesto marito, narra la storia della sua vita ed esalta la superiorità delle  donne. Lo Studente di Oxford narra il noto racconto medievale della moglie  paziente Griselda. Il Venditore di indulgenze predica contro la cupidigia. Il  Monaco disserta sulla tragedia. Il Prete delle suore mette in ridicolo l'amore  cortese in una favola campagnola. Il Parroco tiene un sermone sui sette peccati  capitali. L'opera si conclude con una curiosa Ritrattazione, pure in  versi, nella quale l'autore chiede scusa del suo risultato letterario. Portati  sullo schermo da P. P. Pasolini nel 1972.
Racconti di Hoffmann, I Opera in tre atti con prologo ed epilogo di J. Offenbach, libretto di J. Barbier e M. Carré (Parigi, 1881).
Racconti di mare e di costa Racconti di J. Conrad (1912).
Racconti di mia madre l'Oca, I Raccolta di favole di Ch. Perrault (1697).
Racconti di Natale Racconti di Ch. Dickens (1843-1848).
Racconti di Odessa, I Racconti di I. E. Babel' (1921).
Racconti di Pietroburgo Raccolta postuma di racconti di N. V. Gogol' che include, tra gli altri: Il naso (1836), La prospettiva Nevskij (1836), Il cappotto (1842).
Racconti di Sebastopoli Racconti di L. N. Tolstoj (1856).
Racconti e novelle in versi Novelle di J. de La Fontaine (1664-1671).
Racconti narrati due volte Racconti di N. Hawthorne (1837).
Racconti romani Romanzo di A. Moravia (1954).
Racconti variopinti Racconti di A. P. Cechov (1886).
raccónto, sm. 1 Il  raccontare e la cosa raccontata. ~ narrazione. • senza farsi  pregare, le fece un lungo racconto di ciò che aveva visto. 2 Composizione letteraria di tipo narrativo. ~ romanzo, novella.
  
 sm. tale, story.
  
 deriv.  da raccontare.
Racconto d'autunno Racconto di T. Landolfi (1947).
Racconto di uno sconosciuto, Il Racconto di A. P. Cechov (1898).
Racconto d'inverno, Il Commedia in 5 atti, in versi e in prosa, di W. Shakespeare (1610-1611). Tema della commedia è la gelosia cieca del re di Sicilia, Leonte, nei confronti della moglie Ermione. Una gelosia così eccessiva che lo porta a ordinare l'avvelenamento di un amico d'infanzia, ad accusare di adulterio la propria moglie e a disporre che la bambina messa al mondo dalla moglie sia abbandonata. Per fortuna i delitti non si traducono in realtà perché l'incaricato dell'avvelenamento si rifiuta di procedere, la moglie viene salvata dall'oracolo e scompare, la bambina viene trovata e allevata da alcuni pastori. Alla fine, tutto si concluderà in modo felice con le nozze di due giovani e la ricomparsa di Ermione. Finale abbastanza inverosimile. L'opera rientra tra quelle dell'ultima fase della produzione di Shakespeare, caratterizzata dalla ripresa di temi di opere giovanili (la gelosia di Leonte, già trattata in Otello; l'amore di Florizel per la presunta pastorella, che richiama l'atmosfera de La Tempesta).
Racconto grammaticale Romanzo di L. Pestelli (1967).
raccorciaménto, sm. Il raccorciare.
raccorciàre, v. v. tr. Accorciare nuovamente.
  v. intr. pron. Divenire più corto.
  
 v.  tr. to shorten.
raccordàre, v. tr. 1 Eseguire un raccordo. ~ congiungere. <> sconnettere. 2 Unire due parti disgiunte.
raccòrdo, sm. 1 Collegamento. 2 Strada che circonda una città e che collega fra loro  altre strade. ~ circonvallazione.
  
 sm. 1 (mecc.) union, connection, joint. 2 (stradale) link road, slip  road. 3 (stradale, anulare) ring road.
raccostaménto, sm. Il raccostare.
raccostàre, v. tr. Accostare, ravvicinare.
raccozzàre, v. tr. Accozzare.
Raccùja Comune in provincia di Messina (1.692 ab., CAP 98067, TEL. 0941).
racèmo, sm. 1 Infiorescenza. ~ grappolo. 2 Decorazione formata da tralci  stilizzati.
  • In botanica è un tipo di infiorescenza o ramificazione, spesso usato  come sinonimo di grappolo, che comprende un asse portante allungato con fiori  peduncolati.
  In chimica si tratta di sostanza inattiva dal punto di vista ottico; per  esempio, l'acido lattico racemico comprende uno stesso numero di molecole con  attività ottica opposta, in modo che si neutralizzino a vicenda.
racemóso, agg. Che ha forma di racemo.
racer, sm. invar. Motoscafo da regata.
Rachel (Argovia 1821-Le Cannet 1858) Elizabeth Rachel Félix, attrice teatrale francese. Fu specialista di ruoli tragici.
Rachèle Personaggio biblico, figlia di Labano e sorella di Lia. Moglie prediletta di Giacobbe, gli diede Giuseppe e Beniamino. Morì durante il parto e fu sepolta sulla strada per Betlemme.
rachi- Primo elemento  di parole composte.
  
 dal  greco rháchis-ios colonna vertebrale.
rachialgìa, sf. Dolore localizzato alla colonna vertebrale.
rachicentèsi, sf. invar. Estrazione di liquido mediante puntura lombare.
ràchide, sm. Parte dello scheletro che sostiene il corpo e contiene il midollo spinale.
rachidèo, o  rachidiàno, agg. Relativo alla spina dorsale.
  Canale rachidiano
  Canale vertebrale.
  Nervi rachidiani
  I nervi spinali.
Rachiglòssi Gruppo di Molluschi Gasteropodi Prosobranchi dalla radula lunga e sottile, divisa longitudinalmente in tre parti delle quali quella centrale è munita di denti.
Rachis (?-757?) Re dei longobardi dal 744 al 749, mantenne un orientamento filoromano, fino a quando l'aristocrazia longobarda lo obbligò ad attaccare la pentapoli. Papa Zaccaria, tuttavia, lo persuase a desistere ed egli lasciò il regno al fratello Astolfo e si ritirò in convento.
rachìtico, agg. e  sm. 1 Malato di rachitismo. 2 Stentato, misero.
  
 agg. 1 suffering from rickets. 2 (fig.) scrawny, scraggy.
rachitìsmo, sm. Malattia dell'età infantile causata da un'anomalia del metabolismo calcio-fosforo. La carenza di calcio e di vitamina D provoca una progressiva decalcificazione ossea. I sintomi sono costituiti da deformità scheletrica e inconsistenza delle ossa, con conseguente rallentamento della crescita. Unica terapia possibile è la somministrazione di calcio e vitamina D.
Rachitòmi Ordine di Anfibi labirintodonti fossili dal cranio depresso che vissero nel periodo compreso tra il Carbonifero e il Triassico.
Rachmaninov, Sergej Vasilevic (Oneg, Novgorod 1873-Beverly Hills, California 1943) Pianista, direttore d'orchestra e compositore russo naturalizzato statunitense. Studiò a San Pietroburgo e a Mosca. Dal 1893 iniziò l'attività di pianista concertista in Russia e all'estero. Dal 1904 al 1906 diresse il teatro Bolscioi e dal 1911 al 1913 la Filarmonica di Mosca. Nel 1917, in coincidenza con lo scoppio della rivoluzione russa, si trasferì negli Stati Uniti d'America. In qualità di compositore si può ascrivere alla corrente eclettica e cosmopolita. Tra le sue opere maggiori si ricordano, Francesca da Rimini (1906), 4 concerti per pianoforte e orchestra, Danze sinfoniche, il poema sinfonico L'isola dei morti (1907) per pianoforte e orchestra, Rapsodia su tema di Paganini (1934), Paganini (1939).
racimolàre, v.  tr. 1 Raccogliere i grappoli rimasti dopo la vendemmia. 2 Raccogliere  un po' alla volta. ~ raggranellare. <> dilapidare.
  
 v.  tr. to scrape together.
racimolatùra, sf. Il racimolare e le cose racimolate.
racìmolo, sm. 1 Ogni grappolino che compone il grappolo d'uva.
Racine, Jean (La Ferté-Milon 1639-Parigi 1699) Tragediografo francese di educazione strettamente religiosa giansenista e di vasta cultura classica, formatosi nel collegio di Port-Royal. Nel 1664 e 1665 Molière rappresentò in scena le sue prime due tragedie La Tebaide o i fratelli nemici e Alessandro il Grande. A queste due opere giovanili, seguì subito il primo capolavoro l'Andromaca (1667), accolta entusiasticamente. In seguito fu coinvolto in un aspro dibattito con Corneille. Nel 1677, lasciò il teatro e si sposò. Dopo un decennio ritornò al teatro con due tragedie bibliche: Ester (1689) e Atalia (1691), a sfondo marcatamente giansenista. Le sue tragedie colgono il culmine delle passioni umane; i protagonisti spesso vengono vinti inesorabilmente dal sentimento, che determina la catastrofe inevitabile. Tra le altre opere si ricordano, I litiganti (1668), Britannico (1669), Berenice (1670), Bajazet (1672), Mitridate (1673), Ifigenia (1674), Fedra (1677).
Racìnes (in ted. Ratschings) Comune in provincia di Bolzano (3.594 ab., CAP 39040, TEL. 0472).
racket, sm. invar. 1 Forma di estorsione violenta. 2 Organizzazione malavitosa che opera estorsioni.
Rackham, Arthur (Londra 1867-Limpsfield 1939) Disegnatore inglese. Tra le opere Illustrazioni per Peter Pan (1906) e Alice nel paese delle meraviglie (Londra, Tate Gallery).
Racofòridi Famiglia di Anfibi Anuri che vivono in Africa e in Asia.
racòforo, sm. Genere e nome volgare di Anfibi Anuri, appartenenti alla famiglia dei Racoforidi, con hanno dita provviste di grandi ventose.
racquetàre, v. v. tr. Calmare, placare.
  v. rifl. Calmarsi, placarsi.
Rad, sm. invar. Unità di dose delle radiazioni assorbite. Un rad equivale alla quantità di radiazioni prodotte da un assorbimento di energia pari a 100 erg per grammo di materiale irradiato.
rad, sm. invar. Simbolo di radiante, unità di misura degli angoli piani.
ràda, sf. Vasta insenatura  davanti a un porto. ~ ansa.
  
 sf. natural harbour.
Radagàiso (?-406) Capo dei goti. Nel 405 occupò e devastò l'Italia settentrionale e assediò Firenze. In seguito Stilicone lo batté e lo uccise a Fiesole mentre stava cercando di fuggire.
Radamànto Personaggio mitologico, figlio di Zeus ed Europa e fratello di Minosse. Insieme a quest'ultimo e a Eaco era giudice dei morti nell'Ade.
ràdar, agg.  invar. e sm. invar. agg. invar. Relativo al radar.
  sm. invar. 1 Acronimo dell'inglese Radio Detecting and Ranging,  o rilevamento e misurazione di distanze via radio. 2 Attrezzature che  consentono il rilevamento di oggetti nello spazio tramite l'emissione di onde  elettromagnetiche.
  
 sm. radar.
  • Il radar viene principalmente utilizzato da imbarcazioni e aeromobili  per rilevare la presenza di eventuali ostacoli in condizioni di visibilità  scarsa o nulla (come nelle ore notturne e in presenza di nebbia). Viene anche  impiegato nei maggiori porti e aeroporti come strumento di controllo della  navigazione circostante. L'apparecchiatura è generalmente costituita da un  generatore di onde elettromagnetiche ad altissima frequenza (fino a 10.000 MHz)  ed elevata potenza collegato a un'antenna direzionale dotata di parabola che  ruota su di un piano orizzontale. Il suo funzionamento prevede l'invio di  brevissimi impulsi (fino a 10.000 al secondo) verso lo spazio circostante e poi  la ricezione delle onde riflesse da eventuali oggetti incontrati lungo il  proprio cammino (echi). Il segnale di ritorno viene captato dalla stessa  antenna, amplificato e inviato a un monitor; dato che l'impulso trasmesso e  quello riflesso viaggiano entrambi alla velocità della luce, la distanza  dell'oggetto può essere calcolata agevolmente rilevando il tempo intercorso tra  l'emissione e la ricezione, dividendolo per due e moltiplicandolo per il valore  di tale velocità (3 · 108 m/s). Per evitare false letture,  l'apparato di ricezione viene scollegato durante l'emissione e viceversa.  Caratteristiche peculiari di ogni impianto radar sono la portata, che  misura la distanza massima di rilevazione dell'apparecchiatura, e il potere  di risoluzione, che definisce la capacità del dispositivo di distinguere  due ostacoli molto vicini tra loro.
radarastronomìa, sf. Settore dell'astronomia che analizza le applicazioni della tecnica radar allo studio del sistema solare.
radarìsta, sm. Operatore addetto all'uso del radar.
radarìstica, sf. Studio delle tecniche d'impiego del radar.
radarterapìa, sf. Terapia delle malattie reumatiche e infiammatorie che utilizza le proprietà calorifiche delle onde radar.
Radcliffe, Ann Ward (Londra 1764-1823) Scrittrice. Autrice di romanzi classificati come romanzi neri che hanno fatto da pionieri nel genere, collaudando meccanismi narrativi legati alle superstizioni e alla magia. Tra le opere Il romanzo della foresta (1791), I misteri di Udolfo (1794) e L'italiano (1797).
Radcliffe-Brown, Alfred Reginald (Birmingham 1881-Londra 1955) Antropologo inglese. Scrisse Struttura e funzione della società primitiva (1952) e fondò il funzionalismo.
Ràdda in Chiànti Comune in provincia di Siena (1.633 ab., CAP 53017, TEL. 0577).
raddensaménto, sm. Il raddensare.
raddensàre, v. v. tr. Addensare, fare più denso.
  v. intr. pron. Divenire più denso.
raddobbàre, v. tr. Riparare una nave in avaria.
raddòbbo, sm. Riparazione dei danni subiti da una nave.
raddolciménto, sm. 1 Effetto e azione del raddolcire. 2 Diminuzione, mitigazione. ~ attenuazione. 3 In metallurgia, trattamento termico il cui scopo è di aumentare la lavorabilità o la malleabilità di un metallo.
raddolcìre, v. v. tr. 1 Addolcire. 2 Attenuare, lenire.
  v. intr. pron. Farsi più mite, attenuarsi.
  
 v.  tr. to soften. v. intr. pron. 1 (persona) to mellow,  to soften. 2 (tempo) to grow milder.
raddoppiaménto, sm. 1 Il raddoppiare. 2 Ripetizione di una consonante.
raddoppiàre, v. v. tr. 1 Rendere doppio. ~ duplicare. <> dimezzare. 2 Accrescere notevolmente.
  v. intr. Divenire doppio.
  
 v.  tr. 1 to double. 2 (fig.) to redouble.
raddoppiàto, agg. Aumentato del doppio.
raddóppio, sm. 1 Raddoppiamento. ~ duplicazione. <> dimezzamento. 2 Andatura del cavallo che muove insieme gli arti anteriori e poi quelli posteriori. 3 Ripetizione di una nota musicale all'unisono o alla distanza di un'ottava.
raddrizzàbile, agg. Che si può raddrizzare.
raddrizzaménto, sm. Il raddrizzare.
raddrizzàre, v. v. tr. 1 Rendere diritto. ~ drizzare. <> arcuare. 2 Correggere. ~ emendare. <> corrompere, guastare. 3 Trasformare in corrente continua una corrente elettrica alternata.
  v. rifl. Ritornare alla posizione eretta.
  
 v.  tr. 1 to straighten up. 2 (correggere) to correct, to put  straight.
raddrizzatóre, sm. Apparecchio per trasformare in corrente continua una corrente alternata.
raddrizzatrìce, sf. Macchina per raddrizzare barre, profilati, lamiere e simili.
raddùrre, v. v. tr. Ricondurre. ~ riportare.
  v. intr. pron. Recarsi in un luogo. ~ dirigersi.
Raddùsa Comune in provincia di Catania (4.191 ab., CAP 95040, TEL. 095).
Radegónda (Turingia 520 ca.-Poitiers 587) Santa e regina di Francia, dopo il matrimonio con Clotario I. Figlia di Berterio di Turingia, abbandonò improvvisamente il regno ritirandosi a vita monastica nel monastero di Poitiers, guidata spiritualmente da Venanzio Fortunato.
radènte, agg. 1 Che  passa rasente a una superficie. 2 Di attrito provocato da due corpi che  vengono sfregati tra loro.
  
 agg. skimming, grazing.
radènza, sf. Movimento radente.
ràdere, v. v. tr. 1 Tagliare i peli con il rasoio. ~ depilare. 2 Abbattere edifici. ~ demolire, distruggere. • radere al suolo. 3 Ripulire. 4 Rasentare. ~ lambire. • l'aereo rase pericolosamente il suolo.
  v. rifl. Tagliarsi i peli, farsi la barba.
  
 v.  tr. 1 to shave. 2 (al suolo) to raze. 3 (rasentare) to  graze. v. rifl. to shave oneself.
  
 lat. radere.
Räderscheidt, Anton (Colonia 1892-1970) Pittore tedesco. Tra le opere Giocatrice di tennis (1926, Monaco, Neue Pinakothek).
Radetzky, Johann Joseph Franz Karl (Trebnice 1766-Milano 1858) Generale austriaco, comandò nel 1831 l'esercito austriaco che invase la Lombardia. Nel corso delle cinque giornate, l'insurrezione popolare lo ricacciò nel Quadrilatero. Fu sconfitto a Goito, ma vinse a Custoza, a Novara e a Venezia. Stipulò con Carlo Alberto (1849) l'armistizio di Vignale. Governò il Lombardo-Veneto fino al 1857. Johann Strauss gli dedicò la famosa Marcia di Radetzky.
Radford, Michael (1946-) Regista cinematografico inglese. Diresse Another time, another place (1982), 1984 (1984) e Il postino (1994).
radiàle, agg. e  sf. agg. 1 Relativo al radio. 2 Inerente a raggio.
  sf. Linea tranviaria che dal centro va verso la periferia.
  • In fisica è l'aggettivo con il quale si indica una grandezza che, in  un moto curvilineo, ha la direzione del raggio di curvatura oppure un campo che  ha le linee di forza dislocate in modo simile a quello dei raggi di una sfera,  il cui centro genera il campo stesso.
radiànte, agg. e  sm. agg. Che manda raggi luminosi o calore. ~ radioattivo. <> inerte.
  sm. 1 In geometria angolo al centro che sottende un arco di  circonferenza lungo come il raggio. 2 Punto della sfera celeste dal  quale ha origine lo sciame di stelle cadenti.
  
 agg. radiant.
  • L'effetto ottico del radiante si produce in quanto le piccole meteore  entrano nell'atmosfera terrestre da un punto comune (radiante apparente) e non  da direzioni differenti come appare per effetto prospettico; si individua  prolungando le scie luminose sulla sfera celeste.
radiàre, v. v. tr. 1 Eliminare il nominativo di qualcuno da un ruolo, da un ordine. ~ cacciare. <> accogliere. 2 Cancellare. ~ espellere. <> accogliere, introdurre.
  v. intr. Mandare raggi.
  
 v.  tr. to strike off.
Radiàti Ordine di Metazoi a simmetria raggiata a cui appartengono gli ctenofori e i celenterati.
radiatìvo, agg. Aggettivo relativo a tutto ciò che riguarda l'irraggiamento e le trasformazioni energetiche che danno luogo a emissione di radiazioni.
radiàto, agg. e  sm. agg. 1 Disposto a raggiera. 2 Cancellato.
  sm. Chi è stato escluso.
radiatóre, sm. 1 Dispositivo termico che assorbe o cede calore tramite conduzione o  irraggiamento. 2 Nei motori a scoppio con raffreddamento a liquido, è  l'elemento che serve per raffreddare il motore stesso. Il liquido refrigerante  viene fatto circolare in una camicia posta attorno al motore e poi si riversa  nel radiatore dove, grazie a un sistema di raffreddamento ad aria forzata  costituito da una ventola azionata dal motore stesso o da un apposito motore  elettrico, dissipa il calore sottratto al motore e rientra in circolo. 3 Apparecchio usato nelle abitazioni per il riscaldamento degli ambienti. I  radiatori sono abitualmente costruiti in acciaio o ghisa e, pur conservando un  aspetto estetico accettabile, sono quasi sempre dotati di alettature tali da  consentire la massima dissipazione possibile del calore. Il posizionamento più  conveniente dei radiatori all'interno di un'abitazione è sotto alle finestre e  nelle immediate vicinanze delle porte esterne.
  
 sm. radiator.
radiatorìsta, sm. 1 Riparatore di radiatori. 2 Addetto al funzionamento di radiatori.
radiazióne, sf. 1 In  fisica, è il processo di emissione e propagazione di energia tramite particelle  elementari. ~ diffusione. 2 Cassazione, cancellazione.
  
 sf. 1 radiation. 2 (cancellazione) striking off.
  
 lat. radiatio,-onis,  deriv. da radiare.
  • Le radiazioni elettromagnetiche vengono classificate in base alla  lunghezza e quindi si parla di radioonde, raggi gamma, raggi infrarossi, raggi  luminosi, raggi ultravioletti e raggi X. Oltre a queste vi sono anche le  radiazioni, definite come infrasonore, sonore e ultrasonore prodotte  rispettivamente da una sorgente di frequenze al di sotto di quelle del suono,  pari a quelle del suono e al di sopra di quelle del suono. Spesso il termine  radiazione viene assunto come sinonimo di raggi (alfa, beta, gamma e nucleari).
  Radiazione cosmica
  Flusso di particelle e radiazione elettromagnetica proveniente dallo spazio in  modo isotropo. Non essendoci ancora una teoria ufficiale sulla loro origine, si  ritiene sommariamente che derivino dalle eruzioni solari, soprattutto perché è  stata osservata una certa relazione tra la densità dei raggi cosmici e le  attività solari.
  Radiazione cosmica di fondo
  Radiazione corrispondente all'emissione di un corpo nero alla temperatura di  2,7 °K; essa pervade tutto l'universo e rappresenta il residuo fossile del big  bang, cioè quanto resta dell'immane esplosione all'origine dell'universo.
  Radiazione cosmica primaria
  Radiazione formata da protoni e particelle , con elettroni e altri elementi  con abbondanza decrescente all'aumentare del loro numero atomico, di origine  solare o galattico. Lo studio di tali radiazioni viene eseguito tramite  rilevatori nucleari situati su satelliti.
  Radiazione cosmica secondaria
  Radiazione, formata da protoni, neutroni, pioni, elettroni e fotoni, generata  dallo scontro della primaria con tutti gli atomi che formano l'atmosfera; come  la primaria viene osservata attraverso l'impiego di rilevatori nucleari  collocati su satelliti.
  Radiazione gravitazionale
  Processo di emissione e propagazione di onde gravitazionali.
  Radiazione ionizzante
  Radiazione a elevata energia, generata attraverso un processo di radioattività  naturale o artificiale; quando attraversa la materia, dà luogo a fenomeni di  ionizzazione i cui effetti variano in relazione alla struttura del corpo e  della natura della radiazione.
  Per l'uomo possono essere molto pericolose: alcuni tipi possono penetrare  all'interno del corpo e provocare modificazioni alle cellule. Il danno prodotto  è tanto più grave quanto maggiore è l'intensità delle radiazioni a cui un  soggetto è esposto e tanto più lungo è il tempo di esposizione. Fondamentali  sono anche la distanza dalla fonte di radiazioni e la presenza di schermi  protettivi (muri, edifici, automezzi).
  Se non si è dotati di attrezzature idonee non ci si dovrebbe avvicinare alla  zona contaminata, perché ci si esporrebbe a rischi gravissimi. È opportuno  restare sopravento ed evitare qualsiasi nuvola di polvere o fumo. In ogni caso,  una volta raggiunto un punto non contaminato, ci si liberi di eventuali tute  protettive, abiti, scarpe, gioielli, che dovrebbero essere chiusi in  contenitori metallici forniti di chiusura ermetica e consegnati a chi di dovere  per la decontaminazione. È consigliabile farsi una doccia prolungata, non un  bagno, facendo scorrere una grande quantità d'acqua e pulendo bene capelli,  orifizi e parti sottoposte a sfregamento reciproco; sciacquare bene la doccia  dopo essersi lavati.
  Radiazione solare
  Onde elettromagnetiche generate dal Sole e intercettate dalla Terra;  l'atmosfera svolge un ruolo molto importante, funge da filtro delle radiazioni  solari, assorbendo larghe fasce dello spettro elettromagnetico; due di queste  fasce sono trasparenti alla radiazione solare e vengono definite finestre  ottiche e radio.
  Radiazione termica
  Radiazione che viene emessa da un corpo allorché viene riscaldato a una  temperatura T, la cui energia è proporzionale a T4.
ràdica, sf. Radice di alcune  piante usata in ebanisteria o per costruire il camino delle pipe.
  
 sf. briar wood.
radicàle, agg. e  sm. agg. 1 Relativo a radice. 2 Cura sostanziale. ~ rivoluzionario. <> conservatore. 3 Partito politico fautore  di sostanziali riforme sociali.
  sm. 1 La radice dei vocaboli.
  
 agg. radical. sm. root, radical.
  
 lat.  tardo radicalis, deriv. da radix,-icis radice.
  • In chimica è il nucleo di atomi che non subisce variazioni nel corso  di una reazione.
  In matematica è l'espressione di tipo a1/n dove n è reale  (intero, razionale ecc.) chiamato indice del radicale, mentre a viene  detto radicando. Se l'indice non viene specificato, si intende la radice  quadrata. Le regole per il calcolo derivano da quelle delle potenze ordinarie.
  Radicale libero
  L'atomo o il gruppo di atomi che viene originato dalla rottura di un legame  covalente.
radicaleggiànte, agg. Che o chi ha tendenze o posizioni radicali.
radicaleggiàre, v. intr. Mostrare propensione per le idee radicali.
radicalìsmo, sm. 1 Movimento filosofico del XVIII sec. che proponeva riforme istituzionali radicali. 2 Atteggiamento di chi tende a innovazioni profonde.
radicalizzàre, v. v. tr.  Rendere radicale, portare a forme di intransigenza, di estremismo.
  v. intr. pron. Assestarsi su posizioni di estremismo, intransigenza. • il suo pensiero si era radicalizzato.
  
 deriv.  da radicale.
radicalizzazióne, sf. L'azione di radicalizzare.
radicalménte, avv. 1 Dalla radice. 2 In modo completo, totale. ~ definitivamente. <> temporaneamente.
radical-socialìsmo, sm. Dottrina basata sulle istanze sociali del radicalismo.
radicaménto, sm. 1 Attecchimento. 2 Penetrazione.
radicàndo, sm. Espressione posta sotto segno di radice.
radicàre, v. v. intr. 1 Mettere radice. 2 Attecchire. 3 Fissarsi saldamente. • un  pensiero fisso si era radicato nella sua mente.
  v. intr. pron. 1 Stabilirsi in un luogo. ~ insediarsi. <> spostarsi. 2 Fare presa profondamente.
  
 lat.  tardo radicare.
Radicàti, Albèrto (Torino 1698-L'Aia 1737) Filosofo. Di nobile famiglia, fu educato alla corte dei Savoia. Manifestò presto idee riformiste, antidogmatiche e per quel tempo sovversive, incompatibili con l'attività al servizio dei Savoia. Costretto all'esilio, riparò prima a Londra e successivamente in Olanda. Tra le opere Discorsi storici e politici (1730), fortemente critici contro la degenerazione della chiesa, e Discussione filosofica sulla morte (1732).
radicàto, agg. Saldo, tenace,  profondo. ~ attecchito. <> divelto.
  
 agg. (tenace) deeply rooted.
radìcchio, sm. Pianta  appartenente alla famiglia delle Composite, le cui foglie si mangiano in  insalata.
  
 sm. chicory.
radìce, sf. 1 In  botanica è l'organo sotterraneo, in genere senza gemme, che caratterizza le  piante superiori. ~ bulbo, fittone. 2 Parte bassa, base. 3 Origine, causa.
  
 sf. root.
  • Le sue funzioni consistono nel fissare la pianta al terreno,  nell'assorbire acqua e sali disciolti e nell'essere organo di riserva di  nutrimento. In genere è costituita da una radice principale che si divide in  secondarie. Se la parte principale è più sviluppata si dice fittone. Se lo  sviluppo interessa le radici secondarie si parla di fascio di radici (radici affastellate).  Inoltre, le radici possono essere vere se derivano dal seme e avventizie se provengono da altre parti.
  In matematica la radice n-esima di un numero p reale o complesso è il numero  reale o complesso che elevato a n equivalga al numero p. Ovvero q = pn.  L'operazione è l'inversa dell'elevazione a potenza.
  Algebricamente dicesi radice di equazione algebrica f(x) = 0, ove f(x) è un  polinomio, ogni soluzione dell'equazione.
Radìce, Màrio (Como 1898-1987) Pittore. Tra le opere Composizione RS 15 (1939-1940, Milano, Galleria d'Arte Moderna).
radichétta, sf. In botanica, la parte dell'embrione che diventerà radice.
Radici Romanzo di A. Haley (1976).
Radicòfani Comune in provincia di Siena (1.300 ab., CAP 53040, TEL. 0578).
radicolàre, agg. Che è attinente alla radice.
radicolìte, sf. Infiammazione acuta dei nervi spinali all'origine del midollo.
Radicóndoli Comune in provincia di Siena (1.032 ab., CAP 53030, TEL. 0577).
Radiguet, Raymond (Saint-Maur-des-Fossés, Seine 1903-Parigi 1923) Romanziere. Tra le opere Il diavolo in corpo (1923) e Il ballo del conte d'Orgel (postumo, 1924).
radimàdia, sf. Arnese metallico utilizzato per raschiare la madia.
radio- Primo elemento  di parole composte che nella terminologia chimica indica connessione con il  radio mentre nelle terminologia elettronica indica un collegamento con le onde  elettromagnetiche e le loro applicazioni.
  
 dal  greco radius radiazione, raggio.
ràdio, sf. invar.  e sm. 1 Stazione da cui vengono irradiate trasmissioni radiofoniche. 2 Lo strumento utilizzato per captare le trasmissioni radiofoniche. 3 Osso  lungo pari formante l'avambraccio assieme all'ulna. 4 Elemento chimico  radioattivo.
  
 sf. radio. sm. (chim.) radium.
  
 da radiofonia;  nei significati [3] e [4]: lat. radius, raggio.
  • In chimica è un elemento radioattivo; simbolo Ra, con numero atomico  88 e peso atomico 226,05. Ha quattro isotopi naturali e nove artificiali. Si  trova nella pechblenda, da cui fu isolato da P. e M. Curie. Emette radiazioni  alfa e gamma e si tramuta in rado. In passato venne impiegato nella  terapia del cancro, oggi è sostituito da isotopi prodotti artificialmente nei  reattori (Cobalto 60).
radioabbonàto, sm. Abbonato alle trasmissioni radio.
radioamatóre, sm. (f.-trìce) Chi  per passatempo, comunica con altri usando radiotrasmittenti e radioricevitori.
  
 sm. radio amateur.
radioamatoriàle, agg. Relativo ai radioamatori.
radioascoltatóre, sm. (f.-trìce) Chi ascolta le trasmissioni radiofoniche.
radioascólto, sm. 1 Ricezione di una radioemissione. 2 Periodo di durata di ascolto sulle bande di frequenza di servizio per la navigazione aerea o marittima.
radioassistènza, sf. Assistenza alla navigazione aerea o marittima per mezzo di apparecchi radio.
radioastronomìa, sf. Branca dell'astronomia che si occupa dell'emissione di onde radio da parte dei corpi celesti per rilevare informazioni sulla loro struttura fisica e posizione. Lo spettro radio all'interno del quale è possibile l'osservazione radioastronomica è compreso tra 1 cm e 30 m in termini di lunghezza d'onda. Nel sistema solare la principale sorgente radio è il Sole e in genere nella nostra galassia esiste una grande quantità di sorgenti radio. A queste vanno assommate quelle esterne alla galassia stessa.
radioastronòmico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla radioastronomia.
radioattività,  sf. Proprietà tipica degli elementi atomici di emettere radiazioni corpuscolari  (particelle  e ) ed elettromagnetiche (raggi ). La definizione è stata  attribuita a P. e M. Curie che studiarono un elemento radioattivo, il radio  appunto, e dal quale derivarono il termine radioattivo (attività del radio).  Grazie all'irradiamento, il nucleo di un elemento radioattivo diventa il nucleo  di un altro elemento a sua volta radioattivo, producendo una serie di  decadimenti radioattivi fino a ottenere un elemento stabile (in molti casi un  isotopo del piombo). L'insieme degli elementi risultanti dai decadimenti  successivi viene detto famiglia radioattiva. In natura ne esistono tre:  dell'uranio, dell'attinio e del torio. La vita media viene definita come  l'inverso della frazione di nuclei che si disintegrano nell'unità media, mentre  il periodo di dimezzamento è il tempo occorrente perché una data  quantità di sostanza radioattiva si riduca della metà.
  Radiazione alfa
  In essa viene emesso un nucleo di elio con numero atomico Z = 2 e numero  di massa A = 4; il nuclide risultante ha dunque numero atomico e massa inferiori  di due e quattro unità rispetto a quelle iniziali.
  Radiazione artificiale
  È la radiazione che può venire indotta in un nucleo stabile per mezzo di  reazioni nucleari indotte.
  Radiazione beta
  Si tratta dell'emissione di un raggio beta-elettrone, (decadimento -), o di un  positrone, (decadimento +). Nel caso dell'emissione dell'elettrone, il nucleo  risultante presenta l'aumento di un'unità del numero atomico, mentre, nel  decadimento +, esso presenta la diminuzione di un'unità: entrambe le  radiazioni  avvengono con massa costante.
  Radiazione cattura K
  Consiste nella cattura del nucleo di un elettrone interno residente sullo  strato k con la contestuale emissione di un neutrino.
  Radiazione con fissione spontanea
  È la produzione di due o più frammenti pesanti.
  Radiazione con transazione isomerica
  È legata all'emissione ritardata di un raggio .
radioattìvo, agg. Che possiede  radioattività.
  
 agg. radioactive.
radioaudizióne,  sf. Ascolto effettuato con un radioricevitore.
  Radioaudizioni circolari
  Sistema di emissione radiofonica che può essere ricevuto da qualunque  apparecchio radioricevente.
radiobùssola, sf. Radiogoniometro di bordo che, rilevando il segnale di una stazione emittente, permette di navigare mantendo la rotta.
radiocanàle, sm. Banda di frequenze radio assegnata a una trasmittente.
radiocarbònio, sm. Isotopo radioattivo del carbonio e in particolare il carbonio 14.
radiocàrpico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al radio e al carpo.
radiochìmica, sf. (pl.-che) Settore della chimica che studia i fenomeni chimici indotti dalle radiazioni che vengono emesse da sostanze radioattive o dagli acceleratori di particelle.
radiochirurgìa, sf. 1 Tecnica chirurgica che si avvale di strumenti radiologici. Viene utilizzata in particolare per estrarre dall'organismo corpi estranei. 2 Combinazioni di trattamenti radioterapici e chirurgici rivolti alla cura di neoplasie maligne.
radiocollegaménto, sm. Collegamento per mezzo di onde radio.
radiocomandàre, v. tr. Manovrare a distanza per mezzo delle onde elettromagnetiche.
radiocomandàto,  agg. Di congegno manovrato a distanza mediante onde elettromagnetiche.
  
 agg. radio-controlled.
radiocomàndo, sm. Dispositivo per comandare via radio un'apparecchiatura.
radiocomunicazióne, sf. Trasmissione di informazioni tra due o più enti, posti anche a elevata distanza, mediante emissione e ricezione di onde elettromagnetiche. Una stazione di trasmissione comprende un'antenna, percorsa da corrente elettrica o radiofrequenze, che emette radioonde per irradiazione. Al fine di poter trasmettere suoni e voci, occorre variare le onde mediante la modulazione di ampiezza (AM) e la modulazione di frequenza (FM), che consistono in una variazione, rispettivamente, dell'ampiezza e della frequenza dell'onda portante l'onda di bassa frequenza del segnale che deve essere trasmesso. Vista la crescente quantità di informazioni da scambiare, si è reso necessario l'utilizzo di frequenze elevate, propagantesi solo in linea retta; questo ha portato allo sviluppo della radiocomunicazione satellitare che consente di scambiare informazioni tra due stazioni non reciprocamente visibili. In generale, le onde radio, che si propagano in linea retta, subiscono riflessione, rifrazione e assorbimento a causa della curvatura terrestre. Assai importante è la riflessione ionosferica, che produce la riflessione delle onde negli strati ad alta ionizzazione della ionosfera. Maxwell, nel 1887, produsse le prime onde elettromagnetiche. In seguito Righi, Lodge e Marconi (1895-1901) applicarono le teorie di Maxwell e De Forest inventò il triodo per la modulazione e la demodulazione della frequenza. Nel 1920 iniziò la radiodiffusione in Gran Bretagna e negli USA, mentre in Italia iniziò come monopolio statale solo quattro anni più tardi; fu liberalizzata solo nel 1970.
radiocontaminazióne, sf. Inquinamento radioattivo.
radiocrònaca, sf. Cronaca  radiofonica di un avvenimento.
  
 sf. radio commentary.
radiocronìsta, sm. e sf. Chi esegue radiocronache.
radiodermìte, sf. Patologia della pelle causata da esposizione a radiazioni o da contatto con sostanze radioattive.
radiodiffóndere, v. tr. Diffondere tramite trasmissioni radiofoniche.
radiodiffusióne,  sf. Diffusione di programmi radiofonici.
  
 sf. radio broadcasting.
radiodistùrbo, sm. Segnale radio che si sovrappone a un'emissione radio compromettendone l'intelligibilità.
radiodràmma, sm. Opera drammatica, composta per trasmissioni radiofoniche.
radioecologìa, sf. Settore dell'ecologia che studia l'azione delle radiazioni.
radioeleménto, sm. Elemento chimico che presenta radioattività.
radioelettricità, sf. Ramo della scienza che studia le caratteristiche e le proprietà delle onde radio.
radioelèttrico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla radioelettricità.
radioepiteliòma, sm. Epitelioma cutaneo causato dall'esposizione a radiazioni.
radioestesìa, sf. Sensibilità a radiazioni emesse da oggetti anche lontani, da parte di persone particolarmente dotate.
radiofàro, sm. Stazione radiotelegrafica posta in luogo conosciuto e segnalato sulle carte, che emette onde con lunghezza e frequenza note per consentire ad aeroplani e navi di controllare la propria posizione rispetto alla rotta prestabilita. La trasmissione di un radiofaro può essere uniforme e omnidirezionale, consentendo a imbarcazioni e aeromobili di calcolare la propria collocazione geografica mediante un radiogoniometro. In alternativa, l'apparecchiatura può essere costituita da un certo numero (normalmente quattro) di antenne direzionali che irradiano segnali diversi l'una dall'altra. Questi radiofari consentono a chi li riceve di operare correzioni di rotta basandosi esclusivamente sul loro segnale. Attualmente i radiofari sono anche supportati dall'impiego dei satelliti geostazionari.
radiofonìa, sf. Radiotelefonia.
radiofonicaménte, avv. Per mezzo della radiofonia.
radiofònico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che è attinente alla radiofonia. 2 Di apparecchio che riceve le  emissioni di stazioni radiotrasmittenti.
  
 agg. radio.
radiofonìsta, sm. Militare specializzato nei collegamenti radiofonici.
radiofonògrafo, sm. Apparecchio radioricevente che ha anche la possibilità di riprodurre dischi fonografici.
radiofrequènza, sf. Frequenza delle onde radio.
radiofurgóne, sm. Automezzo attrezzato per effettuare trasmissioni radio.
radiogalàssia, sf. Tipo particolare di galassia che genera onde radio con spettro di sincrotrone; hanno forme diverse e due centri di emissione di onde simmetrici rispetto al nucleo centrale, in moto di allontanamento l'uno dall'altro.
radiogoniometrìa, sf. 1 Determinazione della posizione di un radiotrasmettitore rispetto a un radioricevitore in base alle radioonde emesse dallo stesso. 2 Metodo di navigazione che utilizza il radiogoniometro.
radiogoniòmetro, sm. Strumento usato su navi e aerei che, rilevando la provenienza di onde elettromagnetiche, consente di mantenere la rotta. Fu inventato nel 1907 da Alessandro Arton.
radiografàre, v.  tr. Eseguire radiografie.
  
 v.  tr. to X-ray.
radiografìa, sf. 1 Tecnica  per analizzare le parti interne del corpo che fa uso dei raggi X. 2 La  fotografia fatta per mezzo dei raggi X.
  
 sf. 1 radiography. 2 (fotografia) X-ray.
  
 da radio-+-grafia.
  • Esame non invasivo e indolore che si basa sul principio che i raggi X  sono capaci di penetrare in maniera selettiva nel corpo umano. In alcuni casi  vengono impiegati mezzi di contrasto come il bario. Risale al 1895 quando  Röntgen realizzò la prima radiografia esaminando la mano della moglie. Negli  anni Trenta, grazie a Ziedses des Plates e a Vallebona, la radiografia divenne  più sofisticata, riuscendo a fornire immagini a strati delle parti esaminate  (stratigrafia o tomografia). Con l'elaborazione dei dati da parte del computer  si arrivò negli anni Settanta alla TAC.
radiograficaménte, avv. Per mezzo della radiografia.
radiogràfico, agg. (pl. m.-ci) Che è attinente alla radiografia.
radiogràmma, sm. Lastra impressionabile mediante raggi X.
radiogrammòfono, sm. Apparecchio costituito da un ricevitore radio e da un riproduttore di dischi fonografici.
radioguidàre, v. tr. Guidare a distanza, per mezzo di onde radio.
radiòide, sm. Denominazione generica di curve piane che sono definibili mediante una relazione di proporzionalità tra la curvatura e la corda uscente da un punto dato della curva o un altro elemento geometrico della curva stessa.
radiointerferòmetro, sm. Strumento che sfrutta l'interferenza tra i segnali captati da due o più antenne poste a una distanza opportuna tra di loro per aumentare il potere risolutivo del sistema.
radioisòtopo, sm. Isotopo radioattivo di un elemento.
Radiolàri Ordine dei Protozoi Rizopodi con corpo sferico, divisibile in una parte intracapsulare con i nuclei, in una capsula centrale con numerosi pori e in una extracapsulare con pseudopodi protoplasmatici filiformi. Comprende animali marini appartenenti al microplancton. I loro scheletri formano sedimenti sui fondali oceanici di tipo roccioso (radiolariti) o fangoso (farine fossili).
radiolesióne, sf. Lesione prodotta da sostanze radioattive o da raggi X.
radiolìna, sf. Radio portatile a transistor.
radiolìsi, sf. Decomposizione di sostanze chimiche per mezzo di radiazioni ionizzanti.
Radiolìtidi Famiglia di Molluschi Lamellibranchi del Cretaceo, appartenenti al gruppo delle rudiste.
radiolocalizzàre, v. tr. Individuare un ostacolo tramite radar.
radiolocalizzatóre, sm. Apparecchio localizzatore, funzionante a onde radio.
radiologìa, sf. La scienza che si occupa dello studio delle applicazioni dei raggi X.
radiològico, agg. (pl. m.-ci) Che è attinente alla radiologia.
radiòlogo, sm. Specialista in  radiologia.
  
 sm. radiologist.
radiomessàggio, sm. Messaggio trasmesso per radio.
radiometallografìa, sf. Branca della metallografia che si fonda sull'utilizzo dei raggi X e viene utilizzata per effettuare controlli tecnici come quelli sulla compattezza dei getti e sulla qualità delle saldature.
radiometeorologìa, sf. Settore della meteorologia che studia le relazioni esistenti tra gli aspetti meteorologici dell'atmosfera e la propagazione di onde radio.
radiometrìa, sf. Settore della fisica che studia la misura dell'energia raggiante.
radiòmetro, sm. Termine generale  impiegato per indicare uno strumento di misurazione dell'energia raggiante.
  Radiometro acustico
  Misura l'intensità delle onde sonore nei fluidi.
  Radiometro di Crooks
  Inventato nel 1875, consente la ricezione di un flusso di energia  elettromagnetica da una sorgente. Al suo posto, vengono attualmente utilizzati  i bolometri, le termocoppie e i fotorivelatori.
radiomòbile, agg. Che interviene prontamente su segnalazioni trasmesse via radio.
radionavigazióne, sf. Sistema di navigazione che si fonda su metodi radioelettrici.
radionecròsi, sf. Distruzione di un tessuto causata dall'azione di una sostanza radioattiva o dei raggi X.
radioónda, sf. Onda elettromagnetica, utilizzata nella trasmissione radio, con frequenze comprese tra 30 MHz e 15 GHz.
radioopàco e derivati => "radiopaco e derivati"
radiopacità, sf. L'essere opaco ai raggi X.
radiopàco, agg. Che è opaco ai raggi X.
radiopilòta, sm. Dispositivo per la guida radiocomandata di navi o aerei.
radiopropagazióne, sf. Trasferimento di energia elettromagnetica sotto forma di onde che si irradiano in un dielettrico.
radioprotettóre, agg. e sm. Di sostanza che è in grado di proteggere le cellule dalle radiazioni ionizzanti.
radioregistratóre, sm. Apparecchio radioricevente.
radiorelè, sm. invar. Relè elettromagnetico a elevata sensibilità che viene eccitato da un segnale radio che viene captato in alta frequenza, modulato e quindi, se necessario, amplificato.
radioricevènte,  agg. e sf. agg. 1 Che permette di ricevere le onde radio. 2 Di  apparecchio radioricevitore.
  sf. 1 Stazione radioricevente. 2 Radioricevitore.
radioricevitóre,  sm. Apparecchio per ricevere segnali trasmessi mediante onde radio.
  
 sm. radio receiver.
radioricezióne, sf. Ricezione di trasmissioni radio.
radioripetitóre, sm. Apparecchio che riceve un segnale radio, lo amplifica e lo ritrasmette.
radioscopìa, sf. Esame radiologico diretto, tramite raggi X su schermo fluorescente.
radioscopicaménte, avv. Per mezzo della radioscopia.
radioscòpico, agg. (pl. m.-ci) Che è attinente alla radioscopia.
radiosegnàle, sm. Segnale tramite onde radio.
radiosensibilità, sf. 1 Sensibilità presentata dai tessuti viventi e da alcuni materiali nei confronti di corpi radioattivi e dei raggi X. 2 Capacità che ha un animale di percepire i raggi X.
radiosestànte, sm. Strumento per la misurazione dell'altezza sull'orizzonte di un satellite artificiale con una radio emittente.
radiosità, sf. L'essere radioso.
radióso, agg. 1 Raggiante, luminoso. ~ fulgente, fulvido. <> opaco. 2 Di incantevole bellezza. 3 Che rivela grande soddisfazione, gioia.
  
 agg. bright, shining, radiant.
  
 lat. radiosus,  deriv. da radius raggio.
radiosóle, sm. Il complesso di radioemissioni solari, facilmente captabili, data la vicinanza con il Sole; essendo così vicine, si può captare il potere emissivo del Sole in campo radio, che è molto più piccolo di quello delle altre sorgenti.
radiosónda, sf. Apparecchio per il rilevamento da terra di fenomeni meteorologici a quote diverse.
radiosorgénte, sf. Sorgente interstellare da cui proviene un'intensa emissione di onde radio.
radiospìa, sf. Radiotrasmettitore miniaturizzato, usato per captare conversazioni o  telefonate. ~ cimice.
  
 sf. microphone, bug.
radiostazióne,  sf. Stazione radiotrasmittente.
  
 sf. radio station.
radiostélla, sf. Stella nana fredda e con grande attività superficiale, caratterizzata da una notevole emissione radio.
radiostellàre, agg. Riferito a stelle che emettono onde radio.
radiostereofonìa, sf. Diffusione radiofonica che consente di ricevere i suoni con effetto stereofonico.
radiosvèglia, sf. Apparecchio  radio la cui attivazione è programmabile, tramite un orologio a sveglia.
  
 sf. radio alarm.
radiotàxi, sm. invar. Auto per il trasporto pubblico, dotata di radiotelefono.
radiotècnica, sf. Scienza e tecnica che studia la produzione e l'impiego di onde elettromagnetiche per le telecomunicazioni.
radiotècnico,  agg. e sm. agg. Che è attinente alla radiotecnica.
  sm. Chi si occupa di radiotecnica.
radiotelecomàndo, sm. Dispositivo per comandare a distanza congegni vari.
radiotelefonìa, sf. Radiofonia.
radiotelefònico, agg. Che è attinente alla radiotelefonia.
radiotelèfono, sm. Apparecchio per comunicazioni telefoniche mediante onde radio.
radiotelegrafàre, v. tr. Telegrafare via radio.
radiotelegrafìa, sf. Trasmissione di messaggi telegrafici tramite onde elettromagnetiche.
radiotelegràfico, agg. (pl. m.-ci) Che si riferisce a radiotelegrafia.
radiotelegrafìsta, sm. e sf. Addetto alla trasmissione di segnali per mezzo della radiotelegrafia. ~ marconista.
radiotelegràmma, sm. Telegramma trasmesso con la radiotelegrafia.
radiotelescòpio, sm. Strumento per la rivelazione di segnali radio dallo spazio e per la determinazione della posizione dei corpi emittenti. Comprende un'antenna parabolica generalmente di grandi dimensioni poiché i segnali arrivano da elevate distanze; questa concentra le onde su un dipolo ricevente che le trasforma in un segnale elettrico e le invia a un sistema si amplificazione e registrazione. La precisione del radiotelescopio dipende dall'ampiezza della parabola; per tale ragione spesso vengono affiancati più radiotelescopi, in modo tale da creare dei radiointerferometri di grande precisione. Sfruttando il ridotto assorbimento delle onde radio da parte dell'atmosfera, è stato possibile costruire radiotelescopi in grado di studiare tutte le frequenze dello spettro radio. I radiotelescopi funzionano ininterrottamente giorno e notte, con cielo sereno e coperto.
radiotelescrivènte, sf. Complesso costituito da una telescrivente e da una radio ricetrasmittente.
radiotelevisióne, sf. Il complesso degli impianti e delle trasmissioni radiofoniche e televisive.
radiotelevisìvo, agg. Relativo alla radiotelevisione.
radioterapèutico, agg. (pl. m.-ci) Che è attinente alla radioterapia.
radioterapìa, sf. Tecnica terapeutica basata sull'azione biologica delle radiazioni ionizzanti. Gli apparecchi tradizionali, detti di roentgenterapia, emettono fasci di raggi X che irradiano dall'esterno il focolaio della malattia; vengono anche utilizzate sostanze radioattive naturali, a base di radio o radon, che agiscono per via interna (curieterapia). Gli apparecchi recenti utilizzano radiazioni a elevata energia, prodotte da radioisotopi. Un esempio è la bomba al cobalto, i cui raggi gamma possono curare i tumori in profondità.
radioteràpico, agg. (pl. m.-ci) Che è attinente alla radioterapia.
radioterapìsta, sm. Radiologo dedito alla radioterapia.
radiotrasméttere, v. tr. Trasmettere per radio.
radiotrasmettitóre, sm. Apparecchio per la trasmissione mediante onde radio.
radiotrasmissióne, sf. Programma appositamente concepito per essere trasmesso nello spazio tramite onde radio.
radiotrasmittènte,  agg. e sf. agg. Relativo a stazione in grado di trasmettere a distanza,  convertendoli in onde radio, segnali radiotelegrafici, telefonici e televisivi.
  sf. Insieme di apparecchiature e impianti per eseguire trasmissioni  radio.
radioulnàre, agg. 1 Relativo al radio e all'ulna. 2 Relativo a ognuna delle due articolazioni dell'arto superiore che permettono i movimenti di rotazione dell'avambraccio, di supinazione e di pronazione.
radioutènte, sm. e sf. Chi usufruisce delle trasmissioni radiofoniche.
Radiscev, Aleksander Nikolaevic (Verchnee Obljazovo, Mosca 1749-San Pietroburgo 1802) Romanziere e poeta russo. Tra le opere Viaggio da Pietroburgo a Mosca (1790) e Ode alla libertà (poesia, 1783).
ràdium => "radio"
Ràdius Zùccari, Ànna (Milano 1846-1918) Scrittrice. Più nota con lo pseudonimo di Neera, ha pubblicato numerosi romanzi, sul tema della condizione femminile. Pur avendo goduto di una certa notorietà, i suoi libri vengono classificati come letteratura di evasione, con tutti i limiti del genere, tra i quali, in particolare, la ripetitività dei motivi e uno stile poco curato. Tra le opere, si citano Il castigo (1881), Teresa (1886), Rogo d'amore (1914) e Crepuscoli di libertà (1917).
ràdo, agg. 1 Che non  ha compattezza. ~ diradato. <> compatto. 2 Non  fitto. 3 Non frequente. ~ raro.
  
 agg. 1 thin, sparse. 2 (raro) infrequent.
  
 lat. rarus.
ràdo (chimica), sm. (o ràdon) In chimica è un elemento radioattivo, simbolo Rn, numero atomico 86, peso atomico 222,05, originato dal decadimento del radio per emissione di una particella alfa. Fu scoperto nel 1900 come prodotto di decadimento del radio e fu isolato solo nel 1908 da Ramsay. Trova impiego principalmente nella radioterapia e nella verifica della tenuta delle condutture.
Radom Città (228.000 ab.) della Polonia, capoluogo del voivodato omonimo.
radome, sm. invar. Struttura militare che protegge le antenne radar su missili e aerei.
radon, sm. invar. Gas nobile radioattivo di numero atomico 86 e simbolo Rn.
ràdula, sf. Nastro chitinoso collocato sul bulbo boccale di numerosi Molluschi.
radunàbile, agg. Che è possibile radunare.
radunànza, sf. Riunione di persone.
radunàre, v. v. tr. Mettere insieme. ~ riunire.
  v. intr. pron. Raccogliersi, riunirsi. ~ raggrupparsi.
radunàta, sf. Riunione di più persone.
radùno, sm. 1 Il  radunare. 2 Radunata. ~ adunanza.
  
 sm. gathering, meeting.
radùra, sf. 1 L'essere rado. 2 Largo spazio libero da alberi, generalmente  pianeggiante. ~ spiazzo.
  
 sf. clearing.
Radziwill, Franz (Strohausen 1895-Brema 1983) Pittore tedesco. Tra le opere Donna seduta (1924, Düsseldorf, Städtische Galerie).
Rae Barelli Città (90.000 ab.) dell'India, nello stato dell'Uttar Pradesh. Capoluogo del distretto omonimo.
Raeder, Erich (Wandsbeck 1876-Kiel 1960) Militare tedesco. Durante il nazismo fu comandante supremo della marina tedesca, ma, poiché contrario all'estensione della guerra sottomarina, nel 1943 fu sostituito da Dönitz.
RAF Sigla di Royal Air Force (Forza aerea reale) e di Rote Armee Fraktion (=> "Baader-Meinhof").
ràfano, sm. Denominazione italiana del Raphanus, una pianta dalla radice piccante usata in cucina.
Rafelson, Bob (New York 1934-) Regista cinematografico statunitense. Diresse Cinque pezzi facili (1970), Il postino suona sempre due volte (1981), La vedova nera (1986), Le montagne della luna (1990), La gatta e la volpe (1993), Blood and wine (1996).
ràffa, sf. (solo nella loc. avv. di riffa o di raffa) In ogni modo.
Raffadàli Comune in provincia di Agrigento (13.952 ab., CAP 92015, TEL. 0922). Centro agricolo (coltivazione di frutta e cereali) e industriale (prodotti dell'abbigliamento e alimentari). Gli abitanti sono detti Raffadalesi.
Raffaèle Personaggio biblico, arcangelo. Nel libro di Tobia, Tobia è accompagnato in viaggio da Raffaele, che sotto le sembianze di Azaria libera Sara dal demone Asmodeo. Viene spesso raffigurato nell'iconografia cristiana come protettore dei viandanti e guaritore. Fu dipinto da Domenichino, Rembrandt e Antonio del Pollaiolo.
raffaèlla, sf. 1 Nella locuzione capelli alla raffaella, portati fino alla base del collo. 2 Nella locuzione cappello alla raffaella, tipo di basco molto largo, simile a quello indossato da Raffaello.
raffaellésco, agg. (pl. m.-chi) Relativo all'opera di Raffaello Sanzio.
Raffaèllo Sànzio (Urbino 1483-Roma 1520) Pittore e architetto, allievo del Perugino, visse a Firenze, ove fu influenzato da Leonardo e Michelangelo, contribuendo con essi al sorgere di una straordinaria stagione rinascimentale. Di chiara influenza del Perugino sono le opere giovanili, come l'Incoronazione della Vergine, e lo Sposalizio della Vergine. Alla produzione fiorentina appartengono opere di ricerca dell'ordine sia formale che compositivo, di semplificazione della composizione, dove si vedono gli influssi di volta in volta di Piero della Francesca, del Pinturicchio, di fra' Bartolomeo, di Leonardo e Michelangelo. A Roma, al servizio di Giulio II (1508), affrescò le stanze Vaticane e la loggia della Farnesina: personalmente affrescò le stanze della Segnatura e di Eliodoro; la stanza dell'incendio di Borgo fu affidata agli allievi mentre la sala di Costantino fu terminata dopo la morte. Morto il Bramante, fu incaricato di sovrintendere alla costruzione di San Pietro. La ricerca stilistica di Raffaello è tesa alla rappresentazione delle leggi armoniche della natura e all'elaborazione di un ideale di bellezza fondato sulla semplicità, sulla naturalezza e sulla grazia delle espressioni (significative in tal senso sono le numerose Madonne con il Bambino). Opere principali: Sposalizio della Vergine (1504, Milano, Brera), Deposizione (1507, Roma, Galleria Borghese), Madonna del Cardellino (1507, Firenze, Uffizi), Disputa del sacramento (1511-1512, Vaticano, stanza della Segnatura), Trionfo di Galatea (1511, Roma, Farnesina), Incendio di Borgo (1514-1517), Leone X coi cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi (1519, Firenze, Uffizi), Trasfigurazione (1518-1520, Roma, Pinacoteca Vaticana) finita nella parte inferiore da Giulio Romano.
raffagottàre, v. tr. Infagottare. ~ intabarrare.
raffazzonaménto, sm. 1 Il raffazzonare. 2 Lavoro malfatto.
raffazzonàre, v.  tr. Accomodare alla meglio.
  
 v.  tr. to patch up.
raffazzonatóre, sm. Chi raffazzona.
raffazzonatùra, sf. 1 Il raffazzonare. 2 Cosa raffazzonata.
rafférma, sf. 1 Riconferma. 2 Prolungamento volontario della ferma nell'esercito.
raffermàre, v. v. tr. 1 Riconfermare, rinnovare la scadenza. • raffermare un contratto. 2 Rinnovare il servizio militare.
  v. rifl. Rinnovare la ferma.
  
 da ra-+  deriv. da ferma.
rafférmo, agg. 1 Rassodato. 2 Che non è più fresco. ~ stantio. <> fragrante.
  
 sf. stale.
ràffica, sf. 1 Colpo  di vento improvviso e violento. ~ ventata. 2 Scarica di colpi di  arma da fuoco. ~ mitragliata. 3 Rapida successione.
  
 sf. 1 gust. 2 (scarica) burst.
raffiguràbile, agg. Che si può raffigurare.
raffiguràre, v.  tr. 1 Riconoscere dall'aspetto. • fece fatica a raffigurarlo  subito. 2 Simboleggiare, rappresentare. ~ effigiare,  illustrare. • non riuscì a raffigurare nel dipinto la bellezza di  quel paesaggio.
  
 v.  tr. 1 to depict. 2 (rappresentare) to represent. 3 (immaginare) to imagine. 4 (simboleggiare) to symbolize.
  
 da ra-+  deriv. da figura.
raffigurazióne, sf. 1 Rappresentazione figurativa. ~ immagine. 2 Rappresentazione simbolica. ~ iconografia.
raffilàre, v. tr. 1 Affilare nuovamente. 2 Pareggiare tagliando a filo.
raffilatùra, sf. Il raffilare.
raffinaménto, sm. 1 Il raffinare. ~ depurazione, purificazione. 2 Perfezione, finezza. <> imbarbarimento.
raffinàre, v. v. tr. 1 Purificare prodotti greggi, sottoporre a raffinazione. ~ depurare. 2 Migliorare, perfezionare. <> involgarire. • doveva  raffinare i suoi gusti estetici.
  v. intr. pron. 1 Affinarsi, ingentilirsi. 2 Farsi puro. • i metalli possono raffinarsi con il fuoco.
  
 v.  tr. to refine.
  
 da ra-+  deriv. da fine.
raffinatézza, sf. 1 L'essere raffinato. ~ buongusto, classe. 2 Modi raffinati. ~ finezza, eleganze.
  
 sf. refinement.
raffinàto, agg. 1 Sottoposto a raffinazione. ~ depurato. <> grezzo. 2 Ricercato, delicato. ~ fine, distinto. <> ordinario. 3 Che possiede gusti squisiti. ~ signorile. <> grossolano.
  
 agg. refined.
raffinatóre, agg.  e sm. (f.-trìce) agg. Che raffina.
  sm. 1 Chi raffina. 2 Macchina per raffinare.
raffinatùra, sf. Forma meno comune di raffinazione.
raffinazióne, sf. Il raffinare prodotti grezzi con procedimenti industriali. ~ depurazione.
raffinerìa, sf. Il luogo dove  avviene la raffinazione e gli impianti utilizzati allo scopo.
  
 sf. refinery.
raffinòsio, sm. Trisaccaride che rappresenta il principale costituente della manna australiana.
ràffio, sm. Arnese costituito da un manico munito di uno o più uncini.
raffittìre, v. v. tr. 1 Rendere più fitto. ~ addensare. 2 Rendere più frequente.
  v. intr. pron. Infittirsi. ~ infoltirsi.
Rafflesiàcee Famiglia di piante erbacce, appartenenti all'ordine delle Policarpiche, che hanno apparati vegetativi molto ridotti.
rafforzaménto, sm. Il rafforzare. ~ potenziamento. <> indebolimento.
rafforzàre, v. v. tr. 1 Rendere più forte, solido. 2 Rinvigorire. ~ fortificare. <> debilitare.
  v. intr. pron. Rinvigorirsi.
  
 v.  tr. to reinforce. v. intr. pron. to become stronger.
rafforzatìvo, agg. 1 Che rafforza. 2 Relativo a elemento linguistico che aumenta l'intensità espressiva di una parola.
rafforzàto, agg. Che è stato rinvigorito.
raffreddaménto,  sm. 1 Il raffreddare e il raffreddarsi. ~ refrigerazione. <> riscaldamento. • impianto di raffreddamento, per sottrarre calore. 2 Affievolimento, distacco. • pativa quel raffreddamento nei  rapporti con la sua ragazza.
  
 sm. cooling.
  • Il raffreddamento generale del corpo può essere la conseguenza di  fatti traumatici, di malattie sistemiche, di abuso di alcolici, droghe,  psicofarmaci, di condizioni generali non ottimali. Per i bambini e gli anziani  il rischio aumenta. I primi segni di questa condizione patologica possono  cominciare a manifestarsi quando la temperatura interna del corpo scende a 33  °C o meno. Il soggetto può presentare ipotensione, disturbi del ritmo cardiaco,  sonnolenza, delirio, coma, rigidità muscolare ecc. Come primo intervento  occorre cercare di avvolgere il soggetto tra panni o coperte asciutte; se la  vittima ha gli abiti bagnati ed è esposta a bassa temperatura sarebbe opportuno  non togliere i panni anche se bagnati, in quanto questa operazione potrebbe  ulteriormente abbassare la temperatura esterna del corpo. Per il trattamento  d'urgenza occorre garantire la pervietà delle vie aeree, se possibile  somministrare ossigeno, non dare da bere bevande alcoliche. Queste ultime  possono determinare sull'organismo un effetto depressivo del sistema nervoso,  hanno l'effetto di dilatare i vasi sanguigni e, contrariamente a quanto si  pensa, portano a una dispersione di calore. Per lo stesso motivo sono da  evitare anche le bevande calde. Il soggetto deve essere mantenuto sdraiato per  evitare la possibile insorgenza di ipotensione e non deve essere spostato  bruscamente.
raffreddàre, v. v. tr. 1 Rendere freddo. ~ gelare. <> scaldare. • prese  del ghiaccio per raffreddare la bevanda. 2 Rendere meno ardente. ~ spegnere, sedare. 3 Aumentare il distacco. • quei suoi  atteggiamenti di rifiuto raffreddarono il mio sentimento per lei. 4 Provocare un raffreddore.
  v. intr. pron. 1 Perdere calore. 2 Diventare meno intenso. ~ diminuire. 3 Prendere un raffreddore.
  
 v.  tr. 1 to cool. 2 (fig.) to have a cooling effect on, to  dampen. v. intr. pron. 1 to cool down, to grow cool. 2 (prendere  un raffreddore) to catch a cold.
  
 da ra-+  deriv. da freddo.
raffreddàto, agg. 1 Reso  freddo. 2 Malato di raffreddore.
  
 agg. (med.) to have a cold.
raffreddatùra, sf. Raffreddamento.
raffreddóre, sm. Malattia virale  delle prime vie respiratorie, caratterizzata da forte secrezione della mucosa  nasale ~ costipazione.
  
 sm. (med., avere il raffreddore) to have a cold.
raffrenàre, v. v. tr. 1 Frenare con forza. 2 Limitare.
  v. rifl. 1 Trattenersi, contenersi. 2 Limitarsi.
raffrescàre, v. v. intr. Rinfrescare. ~ refrigerare.
  v. intr. pron. Rinfrescarsi.
raffrontàbile, agg. Che si può confrontare.
raffrontàre, v. tr. Confrontare. ~ paragonare.
raffrónto, sm. 1 Il  raffrontare. 2 Confronto. ~ accostamento.
  
 sm. comparison.
ràfia, sf. Nome generico di  varie specie di palme e la fibra tessile che se ne ricava.
  
 sf. raffia.
rafìdia, sf. Insetto (Raphidia notata) della famiglia dei Rafididi e dell'ordine dei Neurotteri. Lunga circa 1,5 cm, ha il suo habitat nei sottoboschi.
Rafidiòtteri Sottordine di Insetti neurotteri che presentano grandi occhi composti, mandibole dentellate e testa appiattita.
Rafidofòridi Famiglia di Insetti ortotteri sprovvisti di ali che rifuggono la luce e vivono nei luoghi umidi.
Rafsanjani, Hashemi (Bahraman 1934-) Politico iraniano. Nel 1989 succedette a Khomeini come presidente della repubblica e capo del governo e fu riconfermato nel 1993. Dopo le elezioni del 1997 ha lasciato il posto a M. Khatami.
rafting, sm. invar. Discesa in canoa di corsi d'acqua particolarmente tortuosi.
raga, sm. invar. Termine sanscrito per indicare un modo melodico che si ispira a un tema poetico con significazione simbolica tipico della musica indiana.
ràgade, sf. Ridotta ulcerazione lineare localizzata sull'epidermide o sullo strato superficiale del derma. Causate dalla perdita di elasticità della cute, le ragadi si localizzano attorno agli orifizi naturali e nelle pieghe cutanee, con particolare predilezione per le labbra, il capezzolo, l'orifizio anale e le regioni palmare e plantare. La ragade ha la tendenza a guarire senza originare cicatrice.
Ragàlna Comune in provincia di Catania (2.591 ab., CAP 95030, TEL. 095).
raganèlla, sf. Anfibio (Hyla  arborea) della famiglia degli Iridi e dell'ordine degli Anuri. Di colore  verde con una linea scura laterale, misura fino a 5,5 cm. Diffusa in Europa, si  mimetizza con l'ambiente.
  Raganella mediterranea
  Anfibio (Hyla meridionalis) della famiglia degli Iridi e dell'ordine  degli Anuri. Di colore verde, misura circa 6 cm. Vive in Eurasia negli  ambienti umidi.
ragàzza, sf. 1 Donna  giovane. ~ adolescente. 2 Donna nubile. ~ pulzella. • ragazza madre, che ha avuto figli senza essere sposata. 3 Fidanzata. ~ compagna. • gli piaceva trascorrere le serate con  la sua ragazza. 4 Giovane commessa di un negozio. ~ impiegata.
  
 sf. 1 girl. 2 (fidanzata) girlfriend.
  
 arabo raqqas corriere.
Ragazza del secolo, La Film commedia, americano (1955). Regia di George Cukor. Interpreti: Judy Holliday, Jack Lemmon, Peter Lawford. Titolo originale: It Should Happen to You
Ragazza di Bube, La Romanzo di C. Cassola (1960). Protagonisti sono Bube, ex partigiano comunista di Volterra, e Mara, ragazza di sedici anni, fidanzata di Bube e sorella di un altro partigiano ucciso dai tedeschi. Bube è un impulsivo, Mara una ragazza di carattere. Quando Bube è costretto a espatriare per una rissa nella quale è rimasto ucciso un maresciallo dei carabinieri e suo figlio, Mara si avvicina a Stefano. Bube, al suo rientrodalla Francia, viene arrestato e condannato, e la ragazza decide di restargli fedele. L'esperienza del carcere maturerà entrambi i giovani, che riusciranno ad accettare più serenamente la loro vita. Il romanzo rappresenta un'interpretazione privata della Resistenza antifascista. È stato il maggiore successo di Cassola.[ne è stato tratto, nel 1963, l'omonimo film, con la regia di Luigi Comencini e l'interpretazione di Mara da parte di Claudia Cardinale e di Bube da parte di George Chakiris).
Ragazza di nome Giulio, La Romanzo di M. Milani (1964).
Ragazza di Trieste, La Romanzo di P. Festa Campanile (1982).
ragazzàglia, sf. Insieme di ragazzi maleducati.
ragazzàta, sf. Azione avventata  di ragazzo. ~ monelleria.
  
 sf. childish trick.
Ragazze di San Frediano, Le Romanzo di V. Pratolini (1949).
Ragazzi della 56a strada, I Film drammatico, americano (1983). Regia di Francis Ford Coppola. Interpreti: Matt Dillon, Diane Lane, C. Thomas Howell. Titolo originale: The Outsiders
Ragazzi della via Paal, I Romanzo di F. Moln´r (1907).
Ragazzi di vita Romanzo di P. P. Pasolini (1955). Il romanzo costituisce la narrazione di una giornata di un gruppo di ragazzi romani della periferia che si dirigono verso il centro, partendo dalla Roma della speculazione edilizia per arrivare alla Roma dei monumenti. Un viaggio che si rivela simbolico e tragico insieme. Il protagonista dell'opera è il sottoproletariato delle borgate romane, caro all'autore che all'epoca riponeva in esso molte speranze, ritenendolo capace di resistere alla temuta massificazione della società. L'opera fa parte del ciclo romano di Pasolini, insieme a Una vita violenta (1959) e Alì dagli occhi azzurri (1965).
Ragazzi terribili, I Romanzo di J. Cocteau (1929).
Ragàzzi, Vincènzo (Modena 1855-Napoli 1926) Medico. Dal 1884 al 1888 fu in Etiopia, come capo della stazione della Società Geografica Italiana a Let Marefià, dove effettuò studi sulla flora e sulla fauna, oltre a rilievi cartografici.
ragàzzo, sm. 1 Adolescente. ~ fanciullo. • nonostante la sua età si comportava ancora come  un ragazzo. 2 Garzone. ~ fattorino. 3 Commesso. 4 Fidanzato. ~ filarino, innamorato. • il suo ragazzo era  partito per il militare.
  
 sm. 1 boy. 2 (fidanzato) boyfriend. 3 (fam.) kids, children.
  
 arabo raqqas corriere.
Ragazzo morto e le comete, Il Romanzo di G. Parise (1951).
Ragazzo negro Romanzo di R. Wright (1945).
raggelàre, v. v. tr. Rendere gelido. ~ ghiacciare.
  v. intr. Gelare nuovamente o di più.
raggentilìre, v. tr. Rendere più gentile.
Ragghiànti, Càrlo Ludovìco (Lucca 1910-Firenze 1987) Critico e storico dell'arte. Tra le opere Profilo della critica d'arte in Italia (1942) e Commenti di critica d'arte (1946).
ràggi X Onde  elettromagnetiche, scoperte nel 1895 da W. C. Röntgen, con frequenze varianti  da 3 · 1016 a 3 · 1019 Hz; hanno lunghezza d'onda molto piccole e sono generate dalle supernove, dalle  pulsar e quasar. Tali radiazioni possono essere captate solo attraverso  satelliti artificiali orbitanti intorno alla Terra a elevatissime quote.
  Il procedimento di produzione dei raggi X è conseguenza del frenamento  elettronico o del salto di un elettrone esterno in un orbitale interno. Non  vengono deviati dai campi magnetici o elettrici, sono dotati di un elevato  potere penetrante e per tale ragione vengono impiegati in medicina e per  effettuare analisi cristallografiche e dei materiali.
raggiànte, agg. 1 Che  manda raggi. 2 Felice. ~ radioso.
  
 agg. shining, radiant.
raggiàre, v. tr.  e intr. 1 Irradiare, mandare raggi. 2 Risplendere, sfavillare.
  
 lat. radiare,  deriv. da radius raggio.
raggiàto, agg. Disposto a raggi.
raggièra, sf. 1 Fascio  di raggi che si espandono da un centro. 2 Parte dell'ostensorio.
  
 sf. 1 rays. 2 (a raggiera) pl. radial.
ràggio, sm. 1 Emanazione luminosa. ~ sprazzo. 2 In fisica indica la direzione  di propagazione di un'onda o la traiettoria lungo la quale si propagano fasci  di particelle materiali. 3 In geometria è il segmento che va dal centro  di una circonferenza o di una sfera a un punto qualsiasi della circonferenza  stessa o della superficie della sfera. 4 Elemento della ruota che va dal  mozzo al cerchio. 5 In botanica si tratta di un peduncolo fiorale nelle  infiorescenze a ombrella. 6 In zoologia è la struttura scheletrica che  sostiene la membrana della pinna dei pesci.
  
 sm. 1 beam, ray. 2 (di ruota) spoke. 3 (geom.) radius. 4 (d'azione, distanza) range.
  
 lat. radius.
  Raggi 
  Fasci di particelle alfa (nuclei di elio).
  Raggi 
  Fasci di particelle beta (elettroni positivi o negativi).
  Raggi canale
  Ioni positivi prodotti nelle scariche elettriche di gas a bassa pressione.
  Raggi catodici
  Elettroni emessi dal catodo di tubi con gas rarefatti a bassa pressione.
  Raggi cosmici
  Raggi corpuscolari che provengono dai corpi celesti.
  Raggi 
  Radiazione elettromagnetica ad alta frequenza, emessa da sostanze radioattive.
  Raggi infrarossi
  Radiazione con lunghezza di poco superiore a quella della luce.
  Raggi midollari
  Strisce radiali di tessuto parenchimatico, con funzione di conduzione nei fusti  e nelle radici.
  Raggi molecolari
  Fasci di molecole con moto rettilineo senza urti reciproci.
  Raggi ultravioletti
  Radiazione elettromagnetica con lunghezza tra 0,4 micron e 0,02 micron
  Raggi X (o Röntgen)
  Radiazione elettromagnetica prodotta bombardando materiale a elevato peso  atomico con elettroni a elevata energia.
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
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| ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo" | |
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Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_r.doc
sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm
Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it
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