Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale V parte 3

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale V parte 3

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale V parte 3

 

veni, vidi, vici, loc. avv. Espressione latina, la cui traduzione è "venni, vidi, vinsi". Furono le parole pronunciate da Giulio Cesare dopo la sua vittoria il 2 agosto 47 a. C. su Farnace.

vènia, sf. Perdono chiesto per una colpa non grave. ~ scusa.

veniàle, agg. 1 Detto di peccato non grave, che non fa perdere la grazia divina. <> mortale. 2 Che merita indulgenza, poiché non grave. ~ lieve. <> imperdonabile.
 agg. venial.

venialménte, avv. In modo veniale.

Veniàno Comune in provincia di Como (2.144 ab., CAP 22070, TEL. 031).

Venièr Famiglia nobile veneziana risalente all'XI sec.
Antonio
(?-1400) Fu doge dal 1382 e concluse l'alleanza con Gian Galeazzo Visconti (1388). Estese i domini di Venezia su alcune isole dell'Egeo, tra cui Corfù.
Francesco
(1490-1556) Fu doge dal 1554.
Sebastiano
(Venezia 1496-1578) Fu podestà di Verona, procuratore di San Marco e capitano generale della marina. Organizzò la vittoria di Lepanto (1571).

venìre, sm. e v. sm. Lo spostarsi, il muoversi in una data direzione. quel continuo venire di persone, lo infastidiva.
v. intr. 1 Recarsi dove si trova o dove va la persona con cui si parla o che parla. ~ presentarsi. <> allontanarsi. 2 Sopraggiungere. ~ manifestarsi. era giunta l'occasione per agire. 3 Riuscire. 4 Giungere, provenire. ~ pervenire. <> andare. venire alle mani, azzuffarsi; venir meno, di persona, svenire, di cosa, mancare. 5 Sostituisce l'ausiliare essere nella coniugazione passiva dei verbi. 6 Accadere. gli era venuta la polmonite. 7 Eiaculare. ~ godere.
v. intr. pron. Andare in un luogo; allontanarsi da un luogo.
 v. intr. 1 to come. 2 (venir meno, svenire) to faint. 3 (riuscire) to turn out. 4 (mandare a chiamare) to send for. 5 (come ausiliare nella forma passiva) to be. 6 (venire via) to come away. 7 (venire meno) to fail.
 lat. venire.

venìte, sf. Nome dato a gneiss granitici zonati, con vene quarzosofeldspatiche causate da fenomeni di metamorfismo regionale o da iniezioni di filoncelli aplitici o da pegmatitici.

Venn, John (Drypool 1834-Cambridge 1923) Logico inglese. Ideò una rappresentazione diagrammatica delle relazioni tra insiemi.

venomotóre, agg. Che regola la mobilità venosa.

Venósa Comune in provincia di Potenza (11.905 ab., CAP 85029, TEL. 0972). Centro agricolo (coltivazione di frutta, ortaggi, uva, olive e cereali), dell'allevamento di ovini e industriale (prodotti alimentari e cartari). Antico centro dei sanniti, venne conquistata dai romani che ne fecero un municipio dandole il nome di Venusia. Vi si trovano la cattedrale del XV sec., l'abbazia della Trinità, costruita tra l'XI e il XII sec., il castello, del XV sec., e resti di origini romane. Gli abitanti sono detti Venosini.

venosìno, agg. e sm. agg. Relativo a Venosa.
sm. Abitante o nativo di Venosa.

venóso, agg. Delle vene.

Venòsta, val Sezione superiore della valle del fiume Adige, in Trentino Alto Adige. Si estende dalle sorgenti del fiume Adige fino a Merano ed è circondata dalle Alpi Venoste e dal massiccio dell'Ortles.

Venòste, Àlpi Settore delle Alpi Retiche, compreso tra i passi di Resia e di Rombo, al confine italo-austriaco. Vetta più elevata il monte Palla Bianca (3.736 m).

ventàglia, sf. Nell'armatura medievale, parte mobile dell'elmo a difesa della parte inferiore del viso.

ventàglio, sm. 1 Oggetto per farsi vento che si apre a raggiera. a ventaglio, di cose che dipartono da un unico punto in più direzioni. 2 Gamma, scelta. ~ varietà. un ventaglio di possibili scelte era a sua disposizione.
 sm. 1 fan. 2 (scelta) range.
 franc. éventail, deriv. da éventer far vento, deriv. da vent vento.

Ventaglio di lady Windermere, Il Commedia di O. Wilde (1892).

Ventaglio, Il Commedia di C. Goldoni (1764).

Vent'anni dopo Romanzo di A. Dumas padre (1845).

ventàre, v. intr. Far vento, soffiare del vento.

ventaròla, sf. 1 Banderuola. 2 Persona incostante e volubile. 3 Ventaglio rustico, ventola.

ventàta, sf. 1 Colpo di vento. ~ folata. 2 Moto improvviso. ~ impulso.
 sf. 1 gust. 2 (fig.) wave.

ventennàle, agg. e sm. agg. 1 Che dura vent'anni. 2 Che ricorre ogni vent'anni.
sm. Ventesimo anniversario.

ventènne, agg., sm. e sf. Che, chi ha vent'anni. ~ quadrilustre.

ventènnio, sm. Periodo di vent'anni.

ventèsimo, agg. e sm. agg. Che in una serie occupa il numero venti. ~ vigesimo.
sm. Chi occupa la posizione di numero venti, in una serie.
 agg. twentieth.

Ventesimo secolo Film commedia, americano 81934). Regia di Howard Hawks. Interpreti: Carole Lombard, John Barrymore, Roscoe Kerns. Titolo originale: Twentieth Century

vénti, agg. e sm. agg. num. card. invar. Numero naturale corrispondente a due decine.
sm. invar. Il numero venti e le lettere che lo indicano.
 agg. e sm. twenty.

Venti e polvere Opera di poesia di H. Michaux (1963).

Venti poesie d'amore e una canzone disperata Opera di poesia di P. Neruda (1924).

Venticàno Comune in provincia di Avellino (2.567 ab., CAP 83030, TEL. 0825).

venticinquennàle, agg. e sm. agg. 1 Che dura venticinque anni. 2 Che ricorre ogni venticinque anni.
sm. Il venticinquesimo anniversario di un avvenimento.

venticinquènnio, sm. Periodo di venticinque anni.

venticinquèsimo, agg. e sm. agg. Che in una serie occupa il posto numero venticinque.
sm. 1 La venticinquesima parte dell'unità. 2 Venticinquesimo anniversario.

Ventìdio Bàsso, Pùblio (sec. I a. C.) Politico romano. Si guadagnò il favore di Cesare nel 43, diventando così in poco tempo senatore, e quindi console e pretore. Combatté con Antonio nella Gallia Transalpina nel 42 e nel 39-38 sconfisse i parti in oriente.

ventìlabro, sm. Larga pala usata per ventilare il grano o altri cereali.

ventilàre, v. tr. 1 Far circolare l'aria. ~ arieggiare. ventilare un locale. 2 Prospettare. ~ proporre. aveva ventilato quell'ipotesi catastrofica solo per questioni di completezza.
 v. tr. 1 to ventilate. 2 (prospettare) to air.
 lat. ventilare, deriv. da ventus vento.

ventilàto, agg. Arieggiato. ~ arioso.
 agg. windy.

ventilatóre, sm. Apparecchio elettrico che genera una corrente d'aria.
 sm. fan, ventilator.

ventilazióne, sf. Aerazione.

Ventimìglia Comune in provincia di Imperia (25.308 ab., CAP 18039, TEL. 0184). Centro agricolo (coltivazione di fiori), industriale (calzaturifici, prodotti alimentari, tessili) e turistico (balneazione) della Riviera di Ponente, al confine con la Francia. Vi si trovano la chiesa di San Michele, costruita tra l'XI e il XII sec., la cattedrale, costruita tra l'XI e il XII sec., resti del teatro di origini romane risalente al II sec. e, nelle vicinanze, le grotte dei Balzi Rossi. Gli abitanti sono detti Ventimigliesi.

Ventimìglia di Sicìlia Comune in provincia di Palermo (2.340 ab., CAP 90020, TEL. 091).

Ventimila leghe sotto i mari Romanzo di J. Verne (1869-1870).

ventìna, sf. Complesso di venti o circa venti unità.
 sf. (una) around twenty.

ventìno, sm. 1 Moneta da venti centesimi; moneta di scarso valore. 2 Misura di capacità uguale a 2 decilitri.

ventiquattróre, o ventiquàttr'óre, sf. invar. 1 Valigetta usata per brevi viaggi. 2 Gara, che dura 24 ore.

ventitré, agg. e sm. agg. num. card. invar. Numero naturale corrispondente a venti unità più tre.
sm. invar. 1 Il numero ventitré e le cifre o le lettere che lo indicano. 2 Le undici di sera. 3 Nella locuzione portare il cappello sulle ventitré,inclinato dauna parte.

Ventitrè giorni della città di Alba, I Racconto di B. Fenoglio (1952).

vènto, sm. Spostamento di masse d'aria.
 sm. wind.
 lat. ventus.
Movimento di una massa d'aria che si sposta rispetto alla superficie terrestre in senso prevalentemente orizzontale, da zone di alta pressione, o anticicloni, a zone di bassa pressione, o cicloni. I venti possono essere costanti, se spirano sempre nella stessa direzione, come gli alisei, i controalisei, i venti occidentali e polari, periodici, se spirano in direzione opposte, come i monsoni e le brezze e variabili, se spirano saltuariamente, in dipendenza di una situazione meteorologica, come il föhn, lo scirocco, il mistral, la bora ecc.
rosa dei venti
scala (dei venti) di Beaufort
Vento solare
Sciame di particelle, soprattutto protoni ed elettroni, irradiate dal Sole nello spazio; tale processo avviene a velocità di 1.000/2.000 km/s e fa sì che le stesse particelle arrivino sulla superficie della Terra in pochi giorni. Il vento solare, interagendo con il campo magnetico della Terra, genera le fasce di Van Allen.

Vento tra le canne, Il Opera di poesia di W. B. Yeats (1899).

Vento, Il Film drammatico, americano (1928). Regia di Victor Sjöstrom. Interpreti: Lillian Gish, Lars Hanson, Montagu Love. Titolo originale: The Wind

vèntola, sf. 1 Arnese a forma di ventaglio aperto, usato per ravvivare il fuoco. 2 Organo girante dei ventilatori o di altri apparecchi idraulici. 3 Arnese che nelle chiese, appeso al muro, sostiene le candele. 4 Schermo di seta posto su un lume, per attenuarne la luminosità.
 sf. fan.
 deriv. da ventolare.

ventolàre, v. tr. e intr. 1 Ventilare. 2 Sventolare.

ventósa, sf. 1 Coppa di gomma che, premuta su di una superficie, vi rimane attaccata. 2 Organo per aderire a qualcosa.
 sf. suction pad, suction cap.

ventosità, sf. 1 L'essere ventoso. 2 Eliminazione dei gas prodotti nell'intestino. ~ flatulenza.

ventóso, agg. Esposto al vento.
 agg. windy.

Ventotène Comune in provincia di Latina (671 ab., CAP 04020, TEL. 0771).
Isola di origine vulcanica, in provincia di Latina. Fa parte dell'arcipelago delle isole Ponziane, nel golfo di Gaeta.

ventràle, agg. Del ventre.
 lat. tardo ventralis.

vèntre, sm. 1 Parte cava del corpo contenente stomaco e intestino. ~ pancia. procedere ventre a terra, per un cavallo, galoppare di gran furia. 2 Grembo materno. ~ utero. 3 La parte più interna. il ventre di una nave; il ventre della Terra, le viscere.
 sm. stomach.
 lat. venter, ventris.

Ventre di Napoli, Il Romanzo di M. Serao (1884).

Ventre di Parigi, Il Romanzo di É. Zola contenuto nel ciclo I Rougon-Macquart (1873).

ventrésca, sf. (pl.-che) Carne del ventre del tonno conservata sott'olio.

ventricolàre, agg. Di ventricolo, relativo a un ventricolo.

ventrìcolo, sm. In anatomia indica una cavità di un organo o dell'organismo.
Ventricolo cardiaco
Nei Vertebrati è una cavità che riceve sangue proveniente dall'atrio. Nel cuore umano vi sono due ventricoli, che servono per la circolazione del sangue. Nel ventricolo destro entra il sangue venoso proveniente dall'atrio destro tramite la valvola tricuspide e viene inviato all'arteria polmonare. Nel ventricolo sinistro entra sangue arterioso che giunge dall'atrio sinistro passando per la valvola mitrale e viene inviato all'arteria aorta. Hanno entrambi una capacità media di circa 200 cm3 (quello sinistro è sensibilmente meno ampio del destro), una forma conica con la punta rivolta verso il basso e pareti costituite da tessuto muscolare molto vigoroso.
Ventricolo cerebrale
Una delle quattro cavità dell'encefalo che contengono il liquido cefalorachidiano. Due di questi (ventricoli laterali) sono posti nella parte anteriore del cranio, proprio sopra al talamo ottico, e comunicano entrambi con il terzo ventricolo per mezzo di aperture chiamate fori di Monro. Anche il terzo e il quarto ventricolo sono collegati tra loro dal cosiddetto acquedotto di Silvio.

ventricolografìa, sf. Radiografia del cranio mediante insufflazione di aria nei ventricoli cerebrali.

ventrièra, sf. 1 Panciera. 2 Borsa che si teneva un tempo legata alla vita e che conteneva denaro o piccoli oggetti.

ventrìglio, sm. Parte dello stomaco degli Uccelli dotata di muscoli in grado di triturare cibi durissimi.
 provenz. ventrihl, dal lat. ventriculus.

ventrilòquio, sm. L'arte del ventriloquo.

ventrilòquo, agg. e sm. Persona dalla particolare caratteristica di poter parlare in modo da far supporre che la voce provenga dal ventre. Anticamente i ventriloqui erano utilizzati come oracoli, ma nel medioevo e nel rinascimento erano considerati posseduti dal demonio e quindi messi al rogo. Successivamente vennero apprezzati nel mondo dello spettacolo tanto che nell'Ottocento, il ventriloquo divenne un numero d'attrazione del varietà. Celebri ventriloqui furono l'americano Edgar Bergen, l'inglese Peter Brough e la francese Huguette Delysiolle.
 sm. ventriloquist.

ventrìno, sm. Fascia utilizzata per stringere contro il pennone la vela quadra quando è serrata.

ventùra, sf. 1 Sorte, destino. ~ caso. 2 Buona sorte, destino propizio. ~ fortuna.

Ventùra, Lìno (Parma 1919-Parigi 1987) Attore cinematografico francese. Interpretò Ascensore per il patibolo (1957), Cadaveri eccellenti (1976) e Guardato a vista (1982).

Ventùri, Adólfo (Modena 1856-Santa Margherita Ligure 1941) Storico dell'arte. Tra le opere Storia dell'arte italiana (1901-1940).

Ventùri, Giovànni Battìsta (Bibbiano 1746-Reggio Emilia 1822) Ingegnere e fisico. Ideò e costruì il venturimetro, strumento in grado di misurare la velocità dei fluidi in funzione della loro pressione.

Ventùri, Lionèllo (Modena 1885-Roma 1961) Critico e storico dell'arte. Tra le opere Gusto dei primitivi (1926).

venturièro, agg. e sm. agg. Da avventuriero.
sm. Soldato di una compagnia di ventura.

ventùro, agg. Che deve venire. ~ prossimo. <> passato.
 agg. coming, next.
 lat. venturus, p.fut. di venire.

venturóne, sm. Nome comune del Serinus citrinellus, un piccolo uccello passeriforme fringillide di colore giallo verde, più opaco nelle femmine.

venturóso, agg. Fortunato.

vènula, sf. Piccola vena. Tubo di vetro con aria rarefatta, munito di ago sottile, utilizzato per il prelievo del sangue da una vena.

venusiàno, agg. e sm. agg. Del pianeta Venere.
sm. Ipotetico abitante di Venere.

venustà, sf. L'essere venusto. ~ bellezza, grazia.

venùsto, agg. Di forme aggraziate. ~ bello. <> laido.

venùta, sf. 1 L'arrivo. ~ avvento. <> partenza. 2 Apparizione, entrata. ~ comparsa.
 sf. arrival, coming.

venùto, sm. Giunto in un luogo.
 sm. comer.

Veny Valle della Val d'Aosta, nelle Alpi Graie, percorsa dal torrente Dora di Veny.

Venzóne Comune in provincia di Udine (2.328 ab., CAP 33010, TEL. 0432).

véra, o vèra, sf. 1 Anello matrimoniale. 2 Parapetto di un pozzo.
 sf. 1 wedding ring. 2 (parapetto di pozzo) well-curb.
 lat. tardo viria braccialetto.

Vera Cruz Film western, americano (1953). Regia di Robert Aldrich. Interpreti: Gary Cooper, Burt Lancaster, Denise Darcel. Titolo originale: Vera Cruz

Vera storia dei fatti della conquista della nuova Spagna Cronaca di B. Díaz del Castillo (1632).

Vera storia del cavaliere Des Grieux e di Manon Lescaut, La Romanzo di A. F. Prévost (1732). L'opera è la narrazione, sotto forma di un lungo racconto, che Des Grieux fa al marchese protagonista delle Memorie e avventure di un uomo di qualità che si è ritirato dal mondo, della degradazione di un giovane innamorato di una donna bellissima, ma incostante. Ha ispirato le opere liriche Manon (1884) di Jules Massenet e Manon Lescaut (1893) di Giacomo Puccini.

Vera vita di Sebastian Knight, La Romanzo di V. Nabokov (1941).

veràce, agg. 1 Che ha in sé verità, che è fonte di verità. 2 Che risponde al vero, non falso. ~ sincero. <> fallace. resoconto, testimonianza verace. 3 Di chi non mente. storico verace. 4 Genuino, di certa origine. ~ autentico. <> artefatto. un sentimento d'amore verace.
 latin verax,-acis.

veraceménte, avv. In modo verace. ~ sinceramente, schiettamente.

Veracìni, Francésco Marìa (Firenze 1690-1768) Musicista, fu tra i più grandi violinisti del suo tempo, tenendo concerti in tutta Europa e specialmente a Londra. Pubblicò due serie di sonate per violino (1721 e 1744) e una di sonate per violino e flauto. Scrisse Il trionfo della pratica musicale (1765).

veracità, sf. L'essere verace, carattere verace.

Veracruz Città (385.000 ab.) del Messico, nello stato omonimo, sulla baia di Campeche. Maggiore porto del paese assieme a Tampico, esporta prodotti agricoli (cacao, caffè, tabacco, canna da zucchero e frutta tropicale). Le principali industrie presenti sono quelle alimentari, conciarie, tessili e zuccherifici.
Veracruz
Stato (6.229.000 ab.) del Messico, affacciato al golfo del Messico. Capitale Jalapa Enríquez.

Veraguas Provincia (225.000 ab.) del Panam´ centro-occidentale, affacciata ai golfi di Los Mosquitos e di Montijo. Capoluogo Santiago de Veraguas.

Veràldi, Attìlio (Napoli, 1925-) Scrittore italiano. Deve la sua notorietà al romanzo di genere poliziesco La mazzetta (1976) da cui il regista S. Corbucci trasse l'omonimo film. Altri suoi romanzi sono Il vomerese (1980), L'amica degli amici (1984) e Scicco (1991).

veraménte, avv. 1 In verità. ~ però. 2 Davvero, realmente. ~ effettivamente.

verànda, sf. Balconata chiusa con tende o vetrate. ~ loggia.
 sf. veranda.

Veràno (in ted. Vöran) Comune in provincia di Bolzano (795 ab., CAP 39010, TEL. 0473).

Veràno Briànza Comune in provincia di Milano (8.407 ab., CAP 20050, TEL. 0362).

Verapaz (Alta) Dipartimento (630.000 ab.) del Guatemala, al confine con il Messico. Capoluogo Cob´n.

Verapaz (Baja) Dipartimento (195.000 ab.) del Guatemala centrale. Capoluogo Salam´.

verba volant scripta manent Espressione latina che significa "le parole svaniscono, gli scritti rimangono". Indica che è meglio fornire prove scritte di un accordo, senza fidare troppo sulla parola data a voce.

verbàle, agg. e sm. agg. 1 Espresso a voce. ~ orale. <> scritto. resoconto verbale. 2 Del verbo. predicato verbale.
sm. Documento che registra quanto è stato dichiarato in un'assemblea, in un dibattimento. ~ relazione, rapporto. mettere una dichiarazione a verbale, scriverla sul documento.
 agg. oral, verbal. sm. minutes.
 lat. tardo verbalis, deriv. da verbum verbo, parola.

verbalìsmo, sm. Gusto accentuato della parola, in quanto capace di generare, per via di suggestione, una momentanea e soggettiva persuasione.

verbalizzàre, v. v. tr. Mettere a verbale. ~ trascrivere.
v. intr. Redigere un verbale.
 franc. verbaliser.

verbalizzazióne, sf. Il verbalizzare, l'essere verbalizzato.

verbalménte, avv. A parole, a voce. ~ oralmente. <> per iscritto.

Verbània Città comune del Piemonte sul lago Maggiore, di fronte alle isole Borromee (30.000 ab., CAP 28048, TEL. 0323), capoluogo della provincia Verbano-Cusio-Ossola, formato dall'unione di Intra e Pallanza. È un centro industriale con industrie meccaniche, tessili (cotonifici, fibre sintetiche), della carta, della ceramica, conciarie, alimentari, dolciarie e della birra. Di rilievo le attività commerciali legate soprattutto al turismo. Importanti porti sul lago sono: Intra (traghetto con Laveno) e Pallanza (rinomata stazione climatica). È sede del museo storico, artistico e dell'istituto idrobiologico. Sulla penisola della Castagnola si trova lo splendido parco di villa Taranto.

Verbàno => "Maggiore, lago"

Verbàno-Cùsio-Òssola Provincia (2.255 km2, 161.668 ab.) costituita nel 1992 dal terrritorio della val d'Ossola e dalla parte settentrionale della costa del lago Maggiore (Verbano). Il capoluogo è Verbania; altri centri di una certa importanza sono Domodossola, Omegna e Stresa. Il territorio è in prevalenza montuoso (monte Rosa 4.634 m). Le risorse principali sono il turismo, l'allevamento dei bovini e le industrie estrattive (marmo).

verbascum, sm. invar. Genere di piante soprattutto erbacee e pelose, delle scrofulariacee. Conta oltre trecento specie presenti in Europa, in Africa settentrionale e in Asia centroccidentale.

verbèna, sf. Angiosperma (Verbena officinalis) della famiglia delle Verbenacee e dell'ordine delle Tubiflore. Pianta erbacea perenne, originaria del Mediterraneo. Viene utilizzata in erboristeria.

Verbenàcee Famiglia di piante erbacee appartenenti all'ordine delle Tubiflore diffuse nelle regioni temperate calde.

verberàre, v. tr. Battere, percuotere utilizzando un bastone.
 lat. verberare da verber-eris percossa.

Verbicàro Comune in provincia di Cosenza (4.224 ab., CAP 87020, TEL. 0985).

verbigerazióne, sf. Disturbo del linguaggio, caratteristico specialmente della schizofrenia, per cui i discorsi, per quanto vivacemente formulati, appaiono quanto un flusso automatico di parole sconnesse.

verbigràzia, avv. Per esempio.

vèrbo, sm. 1 Parola. non intendere verbo, evitare di sentire consigli. 2 Nella teologia cristiana, la seconda persona della Trinità, Gesù Cristo, intesa come parola eterna del Padre. 3 Parte variabile del discorso che indica un'azione o uno stato in cui si trova il soggetto. coniugazione del verbo, verbi ausiliari, transitivi, intransitivi.
 sm. 1 verb. 2 (parola) word.
 lat. verbum.

verbomanìa, sf. Logorrea.

verbosaménte, avv. In modo verboso. ~ facondamente.

verbosità, sf. 1 L'essere verboso. ~ prolissità. <> stringatezza. 2 Parlantina, loquacità. ~ logorrea. <> concisione.
 lat. tardo verbositas,-atis.

verbóso, agg. Prolisso, loquace. ~ ciarliero. <> laconico.
 lat. verbosus, deriv. da verbum parola.

Vercàna Comune in provincia di Como (689 ab., CAP 22013, TEL. 0344).

Vercèia Comune in provincia di Sondrio (1.166 ab., CAP 23020, TEL. 0343).

Vercèlli Città capoluogo di provincia del Piemonte orientale (80 km2, 50.000 ab., CAP 13100, TEL. 0161), posta nella pianura padana alla destra del fiume Sesia. È un centro commerciale e il principale mercato agricolo del riso in Europa. Ha industrie legate alla risicoltura (riserie, molini, fertilizzanti, macchine agricole), tessili, chimiche, meccaniche, delle fibre artificiali e del legno. Di origine celtica, divenne municipio romano nel I sec. a. C. (Vercellae). Sede del primo episcopato del Piemonte, fu ducato longobardo, contea carolingia e nel XII sec. partecipò come libero comune alla Lega lombarda contro Federico Barbarossa. Fu tormentata da lotte interne tra guelfi e ghibellini. Nel 1335 passò ai Visconti e nel 1427 ai Savoia. Tra i monumenti vi sono la basilica di Sant'Andrea (1219-1224) con l'annessa abbazia cistercense e la cattedrale (XVI-XVIII sec.).
Provincia di Vercelli
(2.100 km2, 185.000 ab.) Compresa tra il corso del Po e il massiccio del monte Rosa, comprende parte della pianura padana e il bacino superiore del fiume Sesia. Nella parte montuosa vi sono pascoli e boschi, in quella pedemontana sono coltivati uva e frutta, mentre in pianura vi sono estese risaie oltre a coltivazioni di mais, frumento, ortaggi, foraggi e pioppi. Allevamento bovino. Presenta industrie tessili (filati e tessuti di lana della bassa Valsesia), chimiche e del mobile. I centri principali sono Borgosesia, Trino e Varallo.

Vercingetorìge (Alvernia 72 ca.-46 a. C.) Capo dei galli. Figlio di un nobile dell'Avernia, organizzò l'insurrezione nazionale dei galli contro Roma (52 a. C.). Dopo gli insuccessi iniziali, adottò la tattica della terra bruciata per impedire al nemico i rifornimenti e, evitando la battaglia campale, riuscì a mettere in difficoltà Giulio Cesare durante l'assedio di Gergovia. Avventuratosi però in campo aperto, venne sconfitto ad Alesia e portato a Roma, dove Cesare lo tenne prigioniero per sei anni prima di decapitarlo.

Vercors (Parigi 1902-1991) Pseudonimo di Jean Bruller. Romanziere. Tra le opere Il cammino verso le stelle (1943) e Il silenzio del mare (1942).

Vercuràgo Comune in provincia di Lecco (2.805 ab., CAP 24030, TEL. 0341).

verdàstro, agg. e sm. agg. Di colore che tende al verde; verde con sfumature d'altro colore.
sm. Colore verdastro.

vérde, agg. e sm. agg. 1 Il colore dell'erba. la verde età, la giovinezza. 2 Di vegetale immaturo. ~ acerbo. gli piacevano le prugne verdi. 3 Ricco di vegetazione. ~ lussureggiante. <> brullo. 4 Di persona, livido. si fece verde d'invidia, con pallore livido.
sm. 1 Il colore verde. 2 L'insieme di piante e prati. 3 Essere al verde, essere senza soldi. 4 Appartenente al movimento ambientalista. 5 Vigore. era nel verde degli anni.
 agg. e sm. 1 green. 2 (essere al verde) to be broke. 3 (verde pubblico) public parks and gardens.
 lat. viridis, legato a virere verdeggiare.

Vérde, càpo Estremità occidentale dell'Africa (14° 45' latitudine nord e 17° 33' longitudine ovest) al termine di un allungato promontorio senegalese. In portoghese Cabo Verde, in francese Cap Vert.

verdèa, sf. Vitigno molto resistente e produttivo, coltivato in Puglia, che dà un'uva da tavola dalla polpa molto consistente; l'uva stessa e il vino che se ne ricava.

verdeggiànte, agg. Rigoglioso. ~ lussureggiante. <> spoglio.

verdeggiàre, v. intr. 1 Apparire verde, rigoglioso. 2 Tendere al colore verde.

Verdellìno Comune in provincia di Bergamo (6.537 ab., CAP 24049, TEL. 035).

Verdèllo Comune in provincia di Bergamo (6.173 ab., CAP 24049, TEL. 035).

Verdelot, Philippe (morto ca. 1552) Compositore francese. È autore, tra l'altro, di madrigali e musica sacra.

verdemàre, agg. e sm. agg. invar. Di colore verde simile a quello dell'acqua di mare.
sm. invar. Colore verdemare.

verderàme, sm. invar. Solfato di rame usato in agricoltura come anticrittogamico.
 sm. verdigris.

Verdèrio Inferióre Comune in provincia di Lecco (1.745 ab., CAP 22050, TEL. 039).

Verdèrio Superióre Comune in provincia di Lecco (1.660 ab., CAP 22050, TEL. 039).

verdésca, sf. Pesce (Prionace glauca) della famiglia dei Carcarinidi e dell'ordine degli Squaliformi. Di colore blu e bianco, raggiunge i 6 m di lunghezza. Nuota con la coda e la pinna dorsale fuori dall'acqua.

verdétto, sm. Decisione stabilita da una giuria. ~ sentenza.
 sm. verdict.
 ingl. verdict, deriv. dal lat. vere dictum detto secondo verità.

Verdetto, Il Film drammatico, americano (1982). Regia di Sidney Lumet. Interpreti: Paul Newman, Charlotte Rampling, James Mason. Titolo originale: The Verdict

Verdi colline d'Africa Romanzo di E. Hemingway (1935).

Vérdi, Giusèppe (Roncole di Busseto, Parma 1813-Milano 1901) Compositore italiano. Figlio di un negoziante di vini, nacque il 10 ottobre 1813 alle Roncole di Busseto. Studiò grammatica e musica sotto la guida dell'organista Baistrocchi (1823); si recò a Busseto dove con l'aiuto di Antonio Barezzi venne ammesso al ginnasio e alla scuola di musica diretta da Ferdinando Provesi, organista della collegiata di San Bartolomeo. Nel 1832 continuò a Milano la preparazione musicale con l'operista Vincenzo Lavigna, privatamente, in quanto non poté essere ammesso al conservatorio perché nato fuori dai confini del Lombardo-Veneto, per sovraffollamento dell'istituto e per limiti di età. Fin dall'inizio Verdi cercò di uscire dalle convezioni operistiche trasformando l'opera seria nell'opera che lo consacrerà come musicista geniale capace di esprimere con la musica il momento storico dei moti del Quarantotto. Nel 1834 tornò a Busseto con l'aspirazione di prendere il posto dell'organista Provesi. In dicembre tornò a studiare con il Lavigna. L'anno successivo iniziò a Busseto la composizione della sua prima opera Oberto, conte di San Bonifacio, su libretto del Piazza rimaneggiato da T. Solera. Nominato maestro di musica del comune di Busseto, nel 1836 sposò Margherita, figlia del commerciante Antonio Barezzi. Da Margherita ebbe due figli che morirono quasi subito; in questo periodo si affermò dal punto di vista artistico grazie al successo dell'Oberto. La prima rappresentazione ebbe luogo alla Scala il 17 novembre 1839 e riscosse un discreto successo; l'opera fu replicata numerose volte. La casa Ricordi acquistò i diritti dell'opera e stipulò un contratto per le successive. Nel 1840 morì la moglie Margherita; lo stesso anno venne rappresentata alla Scala l'opera Un giorno di regno, che non fu mai replicata. Le ragioni di questo fallimento sono legate alle tristissime vicende familiari dell'autore. Un giorno di regno rimane l'unica opera buffa di Verdi e una delle ultime opere buffe del teatro musicale dell'Ottocento. Successivamente vivendo a Milano Verdi non rimase indifferente alle sollecitazioni che venivano dall'ambiente romantico patriottico nel quale maturavano le idee risorgimentali. Il 9 marzo 1842 venne rappresentato alla Scala l'opera il Nabuccodonosor, primo melodramma in cui Verdi fa un esplicito richiamo allo spirito risorgimentale che animava l'Italia di quel tempo. Contemporaneamente cercò di rinnovare le strutture del melodramma. L'innovazione principale attuata fu quella di portare il coro in primo piano come protagonista dell'azione; Verdi cercò di offrire al pubblico operistico un'opera che trattasse i temi fondamentali della società, della storia italiana. Dopo il Nabucco nel 1843 compose l'opera I Lombardi alla prima crociata, rappresentata alla Scala l'11 febbraio. L'anno seguente (1844) produsse l'Ernani che venne rappresentato al teatro la Fenice di Venezia il 9 marzo; sempre dello stesso anno è l'opera I due Foscari. Queste opere hanno tutte un tema risorgimentale. In esse Verdi si impegnò a sviluppare l'attitudine drammatica legata alla carica morale e ideale di quella scelta tematica, dove i personaggi esprimono compiutamente i conflitti storici. Nel 1846 Verdi ebbe modo di conoscere il teatro di W. Shakespeare, il drammaturgo riscoperto dal Romanticismo. In Shakespeare Verdi colse la presenza di un'autentica problematica politica. Decise perciò di musicare il Macbeth. La prima rappresentazione ebbe luogo il 14 marzo 1847 al teatro La Pergola di Firenze; l'autore curò particolarmente la messinscena e l'esecuzione. Nel Macbeth la simbologia assume un significato generale; tema dell'opera è la politica che si serve del delitto come mezzo per raggiungere il potere. Il coro era ancora protagonista, in particolare nelle ultime scene. In questo periodo Verdi ebbe contatti con il movimento liberale toscano sia politico che letterario e conobbe B. Ricasoli, P. Capponi, G. Giusti e Niccolini. Nel 1849 ebbe luogo a Roma la prima rappresentazione della Battaglia di Legnano. Nelle successive repliche avvenute in varie città italiane si verificò un costante intervento della censura.
Nello stesso anno venne rappresentata l'opera Luisa Miller che segnò, così come il Macbeth, una svolta nell'evoluzione verdiana. In essa si assiste a un allentamento delle forme chiuse. La vicenda, imperniata sul disperato amore di Rodolfo, figlio di un conte e promesso sposo della duchessa Federica, con Luisa figlia di un soldato in ritiro, consentì al musicista di ricercare in termini musicali la risposta al problema fondamentale dell'individuo di fronte alla società. Dopo qualche problema con la censura di Venezia, nel 1850 fu deciso il titolo da assegnare alla nuovissima opera di Verdi: Rigoletto. L'opera rappresentò il primo di una serie di grandissimi successi. La struttura musicale continua a risolvere l'impulso drammatico in canto senza rinunciare a forme semplici. Tre anni più tardi fu rappresentato a Roma Il trovatore scritto in poco tempo; a Verdi interessavano in questo caso i parametri di un reale conflitto umano che si poteva trovare nei personaggi chiave. Tre anni più tardi compose la Traviata che all'esordio, il 6 marzo al teatro la Fenice di Venezia, non ebbe molta fortuna. Verdi apportò alcune modifiche e la Traviata ottenne successo e trionfò al San Benedetto di Venezia. Dopo la Traviata Verdi si trasferì a Parigi in ottobre. Qui, utilizzando un libretto preparatogli da E. Scribe e C. Duveyrier, compose I vespri siciliani, opera che venne rappresentata il 13 giugno del 1855. Deluso dall'ambiente transalpino e dall'esperienza teatrale parigina, ritornò in Italia e si stabilì a Sant'Agata con la sua compagna Giuseppina Strepponi; si dedicò al rifacimento dello Stiffelio e chiese a Piave numerose modifiche del libretto. In questo periodo compose il Simon Boccanegra, che andò in scena il 13 marzo 1857; purtroppo senza successo e con un numero limitato di repliche. Sempre di questo periodo è il Ballo in maschera, presentato a Roma il 17 febbraio 1859, su libretto del Somma; predominano in questa nuova opera il riso e il pianto che si intrecciavano nella gaiezza delle mascherate e nella tragedia che impone una crudele realtà. L'opera ottenne grande successo durante la rappresentazione teatrale al San Carlo di Napoli. Il 29 aprile 1859 Verdi si sposò in segreto con Giuseppina Strepponi a Collanges-sous-Salère in Savoia. In giugno promosse a Busseto una sottoscrizione destinata a soccorrere i feriti e le famiglie povere dei caduti. Il 4 settembre venne eletto rappresentante delle province parmensi nell'Assemblea e il 15 settembre con la Deputazione giunse a Torino ove conobbe Cavour. Nel 1861 rifiutò la candidatura al primo Parlamento nazionale, ma per l'insistenza di Cavour dovette accettare; successivamente consigliò Cavour di riformare le scuole di musica. Il 10 novembre 1862 al teatro Imperiale di Pietroburgo fu rappresentata La forza del destino. Verdi aveva composto quest'opera su libretto del Piave tratto da una tragedia di Angel de Saavedra, drammaturgo spagnolo dell'ottocento. Verdi intervenne sul testo capovolgendo il punto di vista drammatico dell'opera; egli cercò di far affermare la fiducia nel progresso contro la conservazione. La forza del destino è l'opera in cui viene ribadito l'impegno civile del melodramma verdiano. Dal 1863 al 1866 Verdi e Giuseppina Strepponi viaggiarono molto, si recarono a Londra, Parigi, Madrid, con frequenti ritorni a Genova e a Sant'Agata. Mentre si trovava nell'eremo di Sant'Agata, iniziò la composizione del Don Carlos; opera composta in un periodo di sconforto dettato dagli avvenimenti politici ai quali il musicista era molto interessato. L'opera venne rappresentata l'11 marzo 1867 a Parigi; non ebbe un particolare successo e la critica pensò a una conversione del musicista alla linea wagneriana. A Bologna il Don Carlos ottenne un'accoglienza migliore. Nonostante tutto Verdi non era convinto; nel 1883 rifece completamente l'opera; nella successiva composizione si manifestò un salto qualitativo nella drammaturgia verdiana. La struttura dell'opera diventò più libera, svincolata da schemi tradizionali. Verdi ottenne un successo trionfale al teatro dell'Opera del Cairo con l'Aida, eseguita il 24 dicembre 1871, scritta per celebrare la costruzione del canale di Suez. L'opera nacque su libretto di Ghislanzoni nei mesi dell'Unità d'Italia e si può notare in essa il recupero del tema patriottico. Lo stesso successo si registrò l'anno successivo alla Scala con trentadue chiamate all'autore. Negli anni settanta Verdi iniziò a collaborare con Arrigo Boito esponente della scapigliatura milanese; diventò molto sensibile all'uso della parola e a ogni altro elemento della rappresentazione teatrale. Nel 1874 Verdi fu incluso fra i senatori per censo, più tardi lo divenne per i meriti artistici. Nel frattempo si dedicò alla composizione dell'Otello su libretto di Boito; la struttura musicale di quest'opera è diretta a indagare il contrasto fra le ragioni personali della passione amorosa e le ragioni dei doveri imposti dai condizionamenti collettivi. La tensione tragica dell'opera si stabilisce nel conflitto tra la rivendicazione dei diritti dell'individuo e la sconfitta di quelle rivendicazioni condizionate da una logica politica della società che smentisce sé stessa. La prima rappresentazione dell'Otello avvenne con grande successo il 5 febbraio 1887 al teatro della Scala di Milano; nel frattempo venne inaugurato l'ospedale di Villanova fondato da Verdi. Verdi compose una seconda opera su libretto del Boito, il Falstaff. Questa commedia lirica, ispirata alle Allegre comari di Windsor di W. Shakespeare, trae alcuni spunti anche dall'Enrico IV. Il Falstaff venne rappresentato alla Scala il 9 febbraio 1893, di fronte a un pubblico commosso e stupito della creatività di Verdi. Verdi riprendeva il motivo shakespeariano, abbandonando il tema dell'amore proteso verso l'assoluta affermazione a costo della morte per indagare l'amore quotidianamente sconfitto dal rapporto sentimentale ed erotico impossibile. Nel 1897 morì la sua compagna Giuseppina Strepponi. Due anni più tardi Verdi firmava l'atto di fondazione della casa di riposo per musicisti da lui voluta e finanziata. Il 27 gennaio 1901 Verdi si spense a Milano.

verdiàno, agg. e sm. agg. Che si riferisce all'opera e allo stile del compositore Giuseppe Verdi.
sm. Ammiratore, seguace di Verdi.

verdìcchio, sm. Vitigno coltivato nelle Marche che produce un'uva verde giallastra; l'uva e il vino che se ne ricava.

verdìccio, agg. Che tende al verde; di colore verde sbiadito.

verdìno, agg. e sm. agg. Che tende al verde; di colore verde pallido.
sm. Colore verdino.

verdógnolo, agg. e sm. agg. Che tende al verde; di colore verde pallido o livido.
sm. Colore verdognolo.

verdóne, agg. e sm. agg. Di colore verde intenso.
sm. 1 Colore verdone. 2 Banconota da un dollaro. 3 Uccello simile al fringuello.
Uccello (Chloris chloris) della famiglia dei Fringillidi e dell'ordine dei Passeriformi. Di colore verdastro, è presente in Eurasia e in Africa. Vive in zone alberate e difficilmente si lascia avvicinare dall'uomo.

Verdóne, Càrlo (Roma 1950-) Attore e regista cinematografico. Interpretò Un sacco bello (1980), Borotalco (1982), Io e mia sorella (1987), Compagni di scuola (1988), Stasera a casa di Alice (1990), Maledetto il giorno che t'ho incontrato (1992), Perdiamoci di vista (1994), Viaggi di nozze (1995), Sono pazzo di Iris Blond (1996), Gallo cedrone (1998).

verdùme, sm. Diffusa presenza, per lo più sgradevole a vedersi, di colore verde.

Verdun Cittadina della Francia nordorientale (25.000 ab.), nel dipartimento della Mose in Lorena, posta sul fiume Mosa. Fortificazione romana e sede vescovile dal IV sec., fu conquistata dall'impero di Germania (880). Passò alla Francia col trattato di Westfalia (1648). Si oppose ai tedeschi durante la prima guerra mondiale (21 febbraio-18 dicembre 1916). Tra i monumenti la cattedrale (XI-XII sec.), Porte de Chaussée (XIV sec.), il palazzo del vescovo (XVIII sec.).
Trattato di Verdun
Trattato stipulato il 10 agosto 843 tra Carlo il Calvo, Lotario e Ludovico, figli di Ludovico il Pio per accordarsi sulla successione. Segnò la fine dell'impero carolingio. La corona andò a Lotario, che ebbe anche la Lorena, la Frisia e l'Italia; a Carlo andò la Francia e a Ludovico la Germania.

Verdùno Comune in provincia di Cuneo (430 ab., CAP 12060, TEL. 0172).

verdùra, sf. Ortaggi. ~ insalata.
 sf. pl. vegetables.

verduràio, sm. Chi vende verdure.

verdùzzo, sm. Vitigno coltivato in Friuli con grappoli di colore giallo verde; l'uva e il vino che se ne ricava.
 deriv. da verde.

Verdy, Violette (Pont-L'Abbé 1933-) Ballerina francese. Lavorò nel New York City Ballet e con R. Petit.

verecóndia, sf. Virtù di chi rifugge da ciò che offende il pudore. ~ pudicizia.
 lat. verecundia.

verecóndo, agg. 1 Che è dotato di verecondia. ~ pudico. <> indecente. 2 Che esprime verecondia. 3 Modesto, discreto. ~ riservato. <> spudorato.
 agg. modest.
 lat. verecundus, deriv. da vereri rispettare.

vérga, sf. 1 Bacchetta lunga e flessibile. ~ astina. 2 Pezzo di metallo; sbarra. 3 Pene, membro. ~ fallo.
 sf. 1 rod. 2 (metallica) bar.
 lat. virga.
Verga d'oro
Pianta perenne della famiglia delle Composite (Solidago virga-aurea). Nasce spontanea sia in pianura che in alta montagna, preferibilmente in luoghi ombrosi e sui pascoli.

Vérga, Giovànni (Catania 1840-1922) Scrittore italiano. Di famiglia nobile, Verga ebbe la sua formazione a Catania, ove si iscrisse a legge, che abbandonò quasi subito per dedicarsi alla letteratura. I suoi primi scritti (I carbonari della montagna; Sulle lagune, 1862-1863) sono pervasi da enfasi patriottica. Nel 1865 si trasferì a Firenze, dove compose Una peccatrice (1866) e Storia di una capinera (1871). Passò poi a Milano dove venne a contatto con i principali esponenti della scapigliatura. Verga, considerato uno dei maggiori rappresentanti del verismo, pubblicò proprio a Milano le sue più importanti opere veriste, il bozzetto Nedda (1874), le novelle Vita dei campi (1880) e Novelle rusticane (1883), i romanzi I malavoglia (1881) e Mastro don Gesualdo (1889) che dovevano far parte di un ciclo di cinque opere, I vinti, di cui scrisse ancora solo l'inizio della terza, La duchessa di Leyra (1893). L'arte di Verga è tesa a rappresentare il mondo della gente comune, sempre in lotta con il destino avverso, a cui soccombe ogni volta che vuole sottrarsi ai vincoli della tradizione e che è condannata alla solitudine. Il suo stile, arditamente innovativo, ricalca i moduli del parlato e le misere condizioni di vita del popolo, soprattutto siciliano. Altre opere importanti sono Cavalleria rusticana (1884), In portineria (1885) e Dal tuo al mio (1903).

Vergàni, Òrio (Milano 1889-1960) Giornalista e saggista. Tra le opere Bella Italia, amate sponde (saggio, 1930) e Memorie di ieri mattina (narrativa, 1958).

vergàre, v. tr. 1 Scrivere a mano. ~ manoscrivere. 2 Percuotere.
 deriv. da verga.

vergàta, sf. Colpo inferto con la verga.

vergatìno, agg. e sm. agg. Si dice di un tipo di carta sottile ma resistente, vergata, particolarmente adatta per copie dattiloscritte.
sm. Tessuto di lino o di canapa a righe.

vergàto, agg. Detto di tessuto a righe; si dice di carta che, osservata in controluce, presenta una caratteristica vergatura.
 agg. ruled.

Vergàto Comune in provincia di Bologna (5.872 ab., CAP 40038, TEL. 051).

vergatùra, sf. 1 L'operazione del vergare una stoffa o una carta. 2 L'insieme delle linee che si scorgono guardando controluce alcuni tipi di carta, specialmente quella fatta a mano.

vergèlla, sf. 1 Piccola verga. 2 Tondino di acciaio laminato, che costituisce il semilavorato di partenza per prodotti di chioderia e trafileria. 3 Ciascuno dei fili paralleli da un lato all'altro della forma per la fabbricazione della carta a mano.

Vergèmoli Comune in provincia di Lucca (463 ab., CAP 55020, TEL. 0583).

Vergheréto Comune in provincia di Forlì (2.302 ab., CAP 47028, TEL. 0543).

Vergiàte Comune in provincia di Varese (8.086 ab., CAP 21029, TEL. 0331).

verginàle, agg. 1 Che si addice a una vergine. 2 Candido, puro. ~ innocente. <> smaliziato.

Vérgine Sesta costellazione dello zodiaco, osservabile nelle notti di primavera, situata a cavallo dell'equatore celeste. Il Sole si trova nel suo segno dal 24 agosto al 22 settembre, nella costellazione dal 16 settembre al 31 ottobre.

vérgine, agg. e sf. agg. 1 Di persona che non ha mai avuto rapporti sessuali. ~ illibato. ragazza vergine. 2 Di ciò che è rimasto allo stato naturale. ~ incontaminato. <> violato. foresta vergine, ancora inesplorata. 3 Puro. ~ grezzo. <> raffinato. animo vergine.
sf. 1 Donna vergine; la Vergine, la Madonna. 2 Costellazione dello zodiaco.
 agg. e sf. virgin.
 lat. virgo,-inis.

verginèlla, sf. Ragazza che si finge ingenua e casta.

vergìneo => "virgineo"

Vérgini Gruppo di isole situate a est di Puerto Rico nel Mare delle Antille (America centrale), ripartite politicamente tra Gran Bretagna e U S A.
Le isole Vergini britanniche comprendono Anegada, Virgin Gorda, Tortola e altre, per una superficie complessiva di 153 km2.
Il capoluogo è Road Town.
Le Isole Vergini U S A sono circa una sessantina, tra le quali Saint Croix, Saint John, Saint Thomas. Esse si estendono per 344 km2 e hanno per capoluogo Charlotte Amalie.
Principali risorse sono l'agricoltura (canna da zucchero in particolare), la pesca, alcune industrie (settori alimentare, petrolchimico, metallurgico) e soprattutto il turismo.

Vergini delle rocce, Le Romanzo di G. D'Annunzio (1895).

verginità, sf. 1 Condizione di chi è vergine. ~ illibatezza. 2 Integrità morale.
 lat. virginitas,-atis.

vergógna, sf. 1 Senso di colpa per parole o azioni sconvenienti, ingiuste. ~ rossore. : :n forte senso di vergogna la assalì all'improvviso. 2 Disonore. ~ disdoro. 3 Timidezza. ~ soggezione. <> disinvoltura. arrossì per vergogna a quelle frasi. 4 Cosa o persona che reca vergogna. ~ ignominia. <> vanto. era la vergogna della famiglia
 sf. 1 shame. 2 (timidezza) embarrassment, shyness.
 lat. verecundia.

vergognàrsi, v. intr. pron. 1 Provare vergogna. ~ arrossire. 2 Avere timore, soggezione. 3 Essere mortificato. ~ pentirsi. <> gloriarsi.
 v. intr. pron. 1 to feel ashamed, to be ashamed. 2 (per la timidezza) to be shy.

vergognosaménte, avv. In modo vergognoso; vilmente, ignobilmente, spregevolmente. ~ indegnamente.

vergognóso, agg. 1 Timido. ~ schivo. 2 Disonorevole. ~ turpe.
 agg. 1 shameful. 2 (timido) bashful, shy. 3 (imbarazzato) embarassed.

vérgola, sf. Lista sottile di seta o d'oro, tessuta insieme al drappo o sovrapposta a esso per ornamento.

Verhaeren, Émile (Saint-Amand, Anversa 1855-Rouen 1916) Poeta belga. Tra le opere Le fiamminghe (1883) e Le sere (1886).

Verhoeven, Paul (Amsterdam 1938-) Regista cinematografico olandese. Diresse Robocop (1987), Atto di forza (1990), Basic Istinct (1992), Show girls (1995).

Verhojansk, mónti di Catena montuosa (2.389 m) della Russia, nella Siberia nordorientale, estesa parallelamente ai corsi dei fiumi Aldan e Lena.

veridicità, sf. Verità. ~ autenticità.

verìdico, agg. (pl. m.-ci) Che dice la verità. ~ veritiero. <> menzognero.
 agg. truthful, veracious.

verìfica, sf. (pl.-che) 1 Accertamento. ~ controllo. 2 Incontro tra i rappresentanti dei partiti al governo per verificare la stabilità della coalizione.
 sf. 1 check, checking, verification. 2 (contabile) audit.
 deriv. da verificare.

verificàbile, agg. Che si può verificare. ~ appurabile.

verificabilità, sf. L'essere verificabile.

verificàre, v. v. tr. 1 Accertare la veridicità, l'esattezza, la legittimità di qualcosa. ~ appurare. fu chiamato a verificare i conti e i bilanci di quell'azienda sull'orlo del fallimento. 2 Sperimentare. ~ testare. verificare un'ipotesi. 3 Soddisfare, rendere vera una legge, una equazione, un assioma. • i pianeti verificano le leggi di Keplero questa condizione è verificata da ogni numero primo.
v. intr. pron. Accadere. ~ capitare. si era verificato ciò che temeva e che lo aveva angosciato.
 v. tr. 1 to check, to verify. 2 (confermare) to bear out, to confirm. 3 (comm.) to audit. v. intr. pron. to happen.
 lat. tardo verificare, comp. da verum vero, +-ficare fare.

verificatóre, agg. e sm. agg. Addetto a una verifica. chiamarono il tecnico verificatore per il collaudo definitivo.
(f.-trìce) sm. 1 Nelle fabbriche, operaio che verifica prodotti lavorati e strumenti. 2 Impiegato addetto al controllo delle procedure. 3 Chi controlla l'efficienza di strumenti e oggetti prodotti.

verificazióne, sf. Lo stesso di verifica, oggi usato solo in linguaggio burocratico o giuridico. ~ accertamento.

verisìmile e derivati => "verosimile e derivati"

verìsmo, sm. 1 Movimento letterario italiano. 2 Carattere di un'opera artistica che si propone di essere il più aderente possibile alla realtà.
Movimento letterario e artistico che si sviluppò in Italia nella seconda metà del XIX sec., caratterizzato dalla volontà di raffigurazione obiettiva del vero e della natura. Corrente letteraria italiana della seconda metà del XIX sec., influenzata dal naturalismo francese e legata alla diffusione in Italia del positivismo. Le sue linee furono tracciate dal Verga in Nedda (1874) e nella prefazione de I Malavoglia (1881). Il verismo ha come caratteristiche principali la descrizione di ambienti e di personaggi umili e delle problematiche regionaliste, la trattazione impersonale del racconto, perseguita mediante l'uso del discorso indiretto, l'uso di uno stile che varia a seconda dell'ambiente rappresentato e che utilizza anche il dialetto, la descrizione della realtà come processo continuo e successione di eventi dominati dai vincitori e subiti dai vinti. Il verismo fu teorizzato da L. Capuana che spinse al massimo l'eliminazione di ogni soggettivismo in favore della neutralità ideologica, dell'impersonalità, dell'indifferenza sentimentale. Fu così sancita una presa di posizione fondamentalmente diversa dal movimento francese (É. Zola) e dal suo impegno civile e politico. La scelta di descrivere ambienti popolari non è una scelta politica, ma avviene solo per il fatto che in questi ambienti i sentimenti, i conflitti e le passioni sono genuini, trasparenti e non mascherati come succede negli ambienti della borghesia. Il modello dello stile verista è costituito da G. Verga che con una lingua arricchita di apporti dialettali riesce a dare la sensazione che siano i personaggi stessi a raccontarsi. I critici hanno distinto due varianti di verismo, il verismo settentrionale, nel quale prevalgono soggetti operai e piccolo-borghesi, e verismo meridionale, nel quale ricorrono soggetti rurali. I suoi massimi esponenti, dei quali si indica l'opera più significativa, furono, a nord, E. De Marchi (1851-1901: Demetrio Pianelli, 1890), M. Pratesi (1842-1921: L'eredità, 1889), R. Fucini (1843-1921: Le veglie di Neri, 1884) e R. Zena (1850-1917: La bocca del lupo, 1892); a sud, F. De Roberto (1861-1927: I Viceré, 1894), G. Deledda (1871-1936: Elias Portolu, 1903), S. Di Giacomo (1860-1934: Assunta Spina, 1909), G. Verga (1840-1922: Mastro don Gesualdo, 1889), L. Capuana (1839-1915: Il marchese di Roccaverdina, 1901), M. Serao (1856-1927: Il ventre di Napoli, 1884).
Sono anche da ricordare i risultati del verismo: nel teatro, con G. Giacosa, Come le foglie, 1900),
nella musica, con P. Mascagni, Cavalleria rusticana, 1889), nella pittura, con i macchiaioli (G. Fattori, T. Signorini, S. Lega, A. Cecioni, G. Abbati) e con un gruppo di altri pittori, tra i quali si citano A. Pusterla (1862-1941: Alle cucine economiche di Porta Nuova, 1887), F. Zandomeneghi (1841-1917: Gli spazzini di campo San Rocco, 1869), F. P. Michetti (1851-1929: Voto, 1883).

verìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Seguace, esponente del verismo.

veristicaménte, avv. Secondo i dettami del verismo.

verìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al verismo e ai veristi. ~ naturalistico, realistico.

verità, sf. 1 Ciò che corrisponde alla realtà. ~ evidenza. <> invenzione. 2 Ciò che è vero. ~ autenticità. <> insincerità.
 sf. truth.
 lat. veritas-atis.
Concetto filosofico che indica un enunciato che si trova in corrispondenza con la realtà. Formulato da Platone, ne parlarono Aristotele e Tommaso d'Aquino. Nella filosofia moderna questo concetto è stato ripreso e precisato da B. Russel e da altri logici come Tarski, che ha introdotto la distinzione tra linguaggio oggetto e metalinguaggio, e Frege, che ha definito la teoria della verità formalizzata fondata sull'impiego di operatori. Esistono anche altre concezioni della verità. Nelle teorie neokantiane (Windelband, Rickert) la verità è conformità alle regole dell'intelletto. Nelle filosofie idealiste (Hegel) essa coincide con l'Assoluto. La concezione sintattica, per cui un enunciato è vero se è coerente con gli altri elementi del sistema a cui appartiene, è stata sostenuta da Spinoza e Bradley.

Verità e menzogna Saggio di G. Piovene (1975).

Veritàaa, La Saggio di C. Zavattini (1982).

veritièro, agg. Che dice la verità. ~ verace. <> bugiardo.
 agg. truthful.

Verlaine, Paul Marie (Metz 1844-Parigi 1896) Poeta francese. Frequentatore dei salotti letterari parigini, condusse una vita dissipata e violenta, segnata dall'alcolismo e dalla torbida amicizia con A. Rimbaud, con il quale fuggì in Belgio e in Gran Bretagna e al quale sparò a Coutrai (1873). Fu condannato a due anni di prigione nei quali si convertì al cristianesimo. La sua poetica, fortemente influenzata dal simbolismo, è caratterizzata dalla ricerca della melodia verbale. Tra le opere vi sono Poemi saturnini (1866), Le feste galanti (1869), Romanze senza parole (1875), Saggezza (1881), Allora e non (1884, contenente L'arte poetica, capolavoro della poesia francese), I poeti maledetti (prosa, 1884), Amore (1888), Felicità (1891) e Confessioni (prosa, 1895).

vèrme, sm. 1 Animale invertebrato, piatto o cilindrico, privo di zampe. verme solitario, la tenia. 2 Persona abietta. ~ vile. si era comportato da verme scappando in quell'occasione. 3 Assillo. il verme dell'infedeltà lo rodeva continuamente.
 sm. worm.
 lat. vermis.

Vermeer, Jan (Delft 1632-1675) Pittore olandese. Dopo un periodo iniziale, si accostò al gusto fiammingo e all'arte di Rembrandt, creando opere rigorosamente coerenti in cui rappresentò soprattutto interni e la cui caratteristica principale è la ricostruzione di forme, proporzioni e luce. Opere principali Veduta di Delft (1658-1660, L'Aia, Mauritshuis), Lattaia (1658-1660, Amsterdam, Rijksmuseum), Testa di ragazza con turbante (1660-1665, L'Aia, Mauritshuis) e Merlettaia (1665 ca, Parigi, Louvre). Tra le altre opere Ragazza assopita, La pescatrice di perle, Fanciulla col turbante e Allegoria della fede.

vermeil, sm. invar. Argento dorato usato nel Settecento per costruire suppellettili e oggi soprattutto per medaglie.

vermèna, sf. Ramoscello giovane e flessibile.

vermentìno, sm. Vitigno coltivato in Liguria, Toscana e Sardegna, che dà un'uva bianca; il vino e l'uva che se ne ricava.

Vermètidi Famiglia di Molluschi Prosobranchi mesogasteropodi muniti di conchiglia calcarea a forma di tubo. Si trovano prevalentemente attaccati ad altri Molluschi o a rocce. Genere più conosciuto: Vermetus.

Vermézzo Comune in provincia di Milano (2.168 ab., CAP 20080, TEL. 02).

Vèrmi Nome con cui venivano chiamati tutti gli animali invertebrati della famiglia dei Platelminti, nematodi e Anellidi. Attualmente li indica in modo complessivo.

vermicàio, sm. 1 Luogo o cosa brulicante di vermi. 2 Brulichio di vermi.

vermicéllo, sm. Pasta alimentare secca simile agli spaghetti, ma più grossa.
 sm. pl. vermicelli.
 dimin. di verme.

vermicolàre, agg. 1 Che ha la forma di verme. ~ vermiforme. 2 Scanalature prodotte dalla sabbia trasportata dal vento sulle rocce del deserto.

vermicompósta, sf. Materiale organico decomposto dai lombrichi, utilizzato come concime organico.

vermiculìte, sf. Minerale argilloso usato in edilizia come refrattario e isolante.

vermifórme, agg. Che ha la forma di verme.

vermìfugo, agg. e sm. (pl. m.-ghi) Di farmaco che favorisce l'espulsione dei vermi parassiti dell'intestino.
 da verme +-fugo.

vermìglio, agg. e sm. agg. Colore rosso carico. ~ scarlatto.
sm. Il colore vermiglio.
 sm. scarlet, vermilion.

Vermìglio Comune in provincia di Trento (1.743 ab., CAP 38029, TEL. 0463).

vermiglióne, sm. Sostanza colorante di colore rosso-violaceo. Solfuro di mercurio.

verminòsi, sf. Parassitosi da vermi intestinali. ~ verminazione.

verminóso, agg. Pieno di vermi.

Vermipsìllidi Famiglia di Insetti afanitteri, parassiti degli animali domestici.

Vermont Stato degli USA (25.000 km2, 560.000 ab.) con capitale Montpelier, confinante con il Canada a nord, con il New Hampshire a est, con il Massachusetts a sud e con lo Stato di New York a ovest. Il territorio è delimitato a est dal fiume Connecticut, attraversato verticalmente dalla catena delle Green Mountains e percorso da numerosi fiumi. Vi sono praticati agricoltura e allevamento. Vi sono estratti marmo, ardesia e talco. Ha industrie casearie, meccaniche, tessili, del legno e della carta. Entrò nell'Unione nel 1791.

vèrmut, sm. invar. Vino bianco o rosso, ad alta gradazione alcolica, aromatizzato; si beve come aperitivo.
 sm. invar. vermouth.

Vèrna, mónte délla Rilievo montuoso della Toscana, nell'Appennino Tosco-Emiliano. Vetta più elevata il monte Penna (1.283 m).

vernàccia, sf. Vitigno originario della Liguria che dà un'uva bianca; il vino e l'uva che se ne ricavano.

vernacolàre, agg. Proprio del vernacolo.

vernàcolo, sm. Il parlare proprio di un luogo. ~ dialetto.
 lat. vernaculus degli schiavi nati in casa.

vernàle, agg. Punto g, corrispondente all'equinozio di primavera.

vernalizzàre, v. tr. Sottoporre a vernalizzazione.

vernalizzazióne, sf. Trattamento consistente nel sottoporre semi in fase di germinazione a particolari condizioni di temperatura e umidità, così che anticipino il loro sviluppo.

Vernànte Comune in provincia di Cuneo (1.477 ab., CAP 12019, TEL. 0171).

vernàre, v. intr. 1 Trascorrere l'inverno, svernare. 2 Determinare un clima invernale.

Vernàsca Comune in provincia di Piacenza (2.665 ab., CAP 29010, TEL. 0523).

Vernàte Comune in provincia di Milano (2.199 ab., CAP 20082, TEL. 02).

vernazióne => "prefogliazione"

Vernàzza Comune in provincia di La Spezia (1.184 ab., CAP 19018, TEL. 0187).

Verne, Jules (Nantes 1828-Amiens 1905) Scrittore francese. Compose circa 60 romanzi d'avventura e fantascientifici, nei quali precorse le più moderne conquiste scientifiche. La sua opera fu raccolta, tra il 1863 e il 1911 nella serie Viaggi straordinari attraverso mondi conosciuti o sconosciuti e comprende, tra l'altro, Viaggio al centro della Terra (1864), Dalla Terra alla Luna (1865), I figli del capitano Grant (1866-1868), Ventimila leghe sotto i mari (1870), Il giro del mondo in ottanta giorni (1873), L'isola misteriosa (1874) e Michele Strogoff (1876).

vernìce, sf. 1 Preparato fluido di una o più sostanze capaci di formare, se distese su una superficie, una pellicola molto sottile (film), resistente, impermeabile, lucente e variamente colorata. ~ smalto. 2 Apparenza superficiale. ~ esteriorità.
 sf. 1 paint. 2 (pelle) patent leather. 3 (trasparente) varnish. 4 (fresca) wet paint. 5 (di mostra) varnishing day.
Le vernici sono costituite da un componente filmogeno, da un pigmento, da un plastificante che ne migliora l'elasticità, da oli essiccativi e da un solvente per renderle fluide.

verniciàre, v. v. tr. Coprire di uno strato di vernice. ~ tinteggiare. <> sverniciare.
v. rifl. Imbellettarsi, truccarsi.
 v. tr. 1 to varnish, to paint. 2 (a smalto) to enamel.
 deriv. da vernice.

verniciàta, sf. Verniciatura fatta in fretta.

verniciatóre, sm. 1 (f.-trìce) Chi è addetto a operazioni di verniciatura. 2 Apparecchio per verniciare.

verniciatùra, sf. 1 Operazione del verniciare. 2 Patina superficiale.

vernìno, agg. Aggettivo utilizzato per frutti che vengono raccolti nel periodo invernale.

Vèrnio Comune in provincia di Prato (5.464 ab., CAP 50048, TEL. 0574).

vernissage, sm. invar. Inaugurazione di una mostra d'arte.

Vèrnole Comune in provincia di Lecce (7.792 ab., CAP 73029, TEL. 0832).

véro, agg. e sm. agg. 1 Effettivo. ~ reale. 2 Che è conforme alla realtà, giusto. ~ esatto. <> sbagliato. non comprendeva il vero significato di quella frase. 3 Autentico. ~ originale. <> contraffatto. il loro era vero amore. 4 Sicuro, assodato. ~ confermato. <> presunto.
sm. 1 Ciò che è vero; verità. aveva testimoniato il vero; a onor del vero, utilizzato per precisare un fatto, una circostanza. 2 Realtà concreta. dipingeva dal vero.
 agg. 1 true. 2 (autentico) real. sm. 1 truth. 2 (realtà) real life.
 lat. verus; come sm. lat. verum.

Véro, Lùcio Aurèlio (130 ca.-169) Imperatore romano. Nel 138 venne adottato da Antonino il Pio con Marco Aurelio e associato all'impero nel 161. Lottò tra il 162 e il 166 contro i parti, e quindi nel 168 e 169 contro i marcomanni.

Verolanuòva Comune in provincia di Brescia (7.500 ab., CAP 25028, TEL. 030).

Verolavècchia Comune in provincia di Brescia (3.663 ab., CAP 25029, TEL. 030).

Veroléngo Comune in provincia di Torino (4.415 ab., CAP 10038, TEL. 011).

Vèroli Comune in provincia di Frosinone (19.229 ab., CAP 03029, TEL. 0775). Centro industriale (fabbriche di fiammiferi, prodotti meccanici e alimentari). Vi si trovano la chiesa di Santa Maria dei Franconi, costruita tra l'XI e il XII sec., e nelle vicinanze l'abbazia di Casamari. Gli abitanti sono detti Verolani.

Veróna Città capoluogo di provincia del Veneto occidentale (comune 200 km2, 260.000 ab., CAP 37100, TEL. 045), sul fiume Adige, ai piedi dei monti Lessini. Importante nodo di comunicazioni, è un attivo mercato agricolo (vino, prodotti ortofrutticoli). Ha industrie metalmeccaniche, cartarie, alimentari, dolciarie, chimiche, grafico-editoriali, cartotecniche, calzaturiere, del legno e dell'abbigliamento. Importante è la fiera agricola annuale. Fu fondata nel 105 a. C. dai galli. Divenne colonia romana (89 a. C.) e fu sede di Teodorico e del re longobardo Alboino. Nel 744 passò a Carlo Magno. Diventò libero comune nel 1136 e partecipò alla Lega lombarda. Divenne signoria degli Ezzelini (1232) e poi con gli Scaligeri (1260). Passò ai Visconti nel 1387 e poi a Venezia (1405-1797). Il congresso di Vienna la assegnò all'Austria. Fu annessa al regno d'Italia nel 1866. Tra i monumenti vi sono l'Arena, la porta Borsari e l'arco dei Gavi del periodo romano, molte chiese romaniche, tra cui San Zeno (XII sec.), il duomo e Santo Stefano, il palazzo del Governo (XII sec.), le Arche Scaligere (XIV sec.), Castel Vecchio (XIV sec.), la fontana Madonna Verona (XIV sec.), il palazzo Canossa e la loggia del Consiglio (XV sec.).
Provincia di Verona
(3.100 km2, 790.000 ab.) Si estende a est del lago di Garda e del basso corso del Mincio, tra la bassa pianura veneta e le Prealpi (altopiano dei Tredici Comuni, monti Lessini). È attraversata dal fiume Adige. Vi sono coltivati uva, frutta, barbabietole da zucchero e ortaggi. Sono presenti allevamenti e industrie alimentari, chimiche, meccaniche, del mobilio e soprattutto vinicole (Bardolino, Soave, Valpolicella) ed estrattive (marmi). I centri principali sono Bardolino, Brenzone, Garda e Malcesine, stazioni climatiche sul Garda, Bosco Chiesanova, soggiorno montano, e Torri del Benaco.
Congresso di Verona
Congresso svoltosi nei mesi di ottobre e novembre 1822 tra le potenze della Santa Alleanza, per esaminare la situazione europea dopo i moti liberali del 1820-1821. Vi parteciparono Austria, Russia, Prussia, Francia, Gran Bretagna, regno di Napoli e regno di Sardegna. Vennero deliberati l'intervento francese in Spagna, l'evacuazione delle truppe turche dalla Molacchia e dalla Valacchia, il ritiro delle truppe austriache dal Piemonte, con la salita al trono di Carlo Alberto e quello parziale a Napoli.
Processo di Verona
Processo contro i diciannove gerarchi fascisti che votarono contro Mussolini durante la seduta del Gran Consiglio del 24-25 luglio 1943, avuto luogo l'8-10 gennaio 1944. Vennero condannati e i sei presenti, a eccezione di Cialetti, fucilati.

veronàl, sm. Nome commerciale di un barbiturico dotato di proprietà ipnotiche.

veróne, sm. Balcone, loggia.

Veronèlla Comune in provincia di Verona (3.442 ab., CAP 37040, TEL. 0442).

Veronése Paolo Caliari, detto, dal luogo di origine, Veronese (Verona 1528-Venezia 1588) Pittore italiano. Fu allievo del pittore A. Badile, del quale sposò la figlia Elena nel 1566. Fu attivo a Castelfranco (1551), a Mantova (1552), a Verona, a Padova, a Vicenza e soprattutto a Venezia (nel 1553 e poi dal 1556). Il suo primo lavoro importante furono le tele per la sala del Consiglio dei Dieci nel palazzo Ducale di Venezia (1553). Si formò a contatto del manierismo romano ed emiliano e fu influenzato dalla scuola veneta. Elaborò uno stile originale in cui si fondevano il decorativismo rinascimentale e il colorismo veneto. Tra le opere, sono da ricordare: la Pala Giustiniani (1554, Venezia, chiesa di San Francesco della Vigna), l'Incoronazione di Maria, gli Evangelisti, le Storie di Ester, le Storie del martirio di San Sebastiano, la Madonna in gloria con San Sebastiano e altri santi, nella chiesa di San Sebastiano a Venezia, la Pala di San Zaccaria (1562, Venezia, Galleria dell'Accademia), il Martirio di Santa Giustina (Padova, Museo Civico), l'Adorazione dei Magi (Londra, National Gallery), Dario e la famiglia di Alessandro (Londra, National Gallery), le Virtù e le Allegorie di Venezia (1575-1577, Venezia, soffitto del palazzo Ducale), il Trionfo di Venezia (Venezia, sala del Maggior Consiglio), le Nozze mistiche di Santa Caterina (1575, Venezia, Galleria dell'Accademia), le Allegorie d'Amore (1580, Londra, National Gallery), gli Amori di Venere e Marte (New York, Metropolitan Museum; Torino, Galleria Sabauda), Venere e Adone (Madrid, Museo del Prado), il Ritrovamento di Mosè (Madrid, Museo del Prado), le Orazione nell'Orto (Milano, Pinacoteca di Brera), Lucrezia (Vienna, Kunsthistorisches Museum). Sono da ricordare anche i ritratti: Coniugi Da Porto (Firenze, collezione Contini Bonacossi), Famiglia Cuccina (1571, Dresda, Gemäldegalerie), Ritratto di famiglia (Sarasota, Florida, Ringling Museum of Art). Uno dei soggetti favoriti del pittore furono le cene. Una di esse nel 1573 gli procurò qualche fastidio con l'inquisizione per l'estrema libertà di interpretazione adottata. Per fortuna, la pena fu lieve (qualche correzione al quadro e il cambiamento del titolo, che da Ultima Cena divenne Festino in casa Levi). Si citano, tra le altre, la Cena di Emmaus (Parigi, Louvre), la Cena in casa di Simone (1560, Torino, Galleria Sabauda), la Cena in casa di Simone (Milano, Pinacoteca di Brera), le Nozze di Cana (1563, Parigi, Louvre). Dipinse anche numerosi affreschi in ville venete, tra i quali sono da ricordare quelli della villa costruita dal Palladio per i fratelli Marcantonio e Daniele Barbaro a Masèr, presso Treviso. In essa Veronese creò l'illusione di spazi aperti, che si fondono con i paesaggi esterni.

veronése, agg., sm. e sf. agg. Relativo a Verona e ai suoi abitanti.
sm. e sf. Abitante o nativo di Verona.

Veronési, Luìgi (Milano 1908-1998) Pittore. Esponente del gruppo astrattista che, nel 1933, faceva capo al Milione di Milano, fu tra gli artisti che parteciparono a Torino alla prima mostra collettiva di arte astratta (1935). Nel dopoguerra ha aderito al Movimento di arte concreta e successivamente si è interessato alla ricerca dei rapporti tra musica e colori. Tra le opere Composizione K 11 (1936, Torino, Galleria d'Arte Moderna).

Veronési, Umbèrto (Milano, 1925-) Medico oncologo italiano. Nel 1982 ha fondato la scuola europea di oncologia. Direttore dell'Istituto dei tumori di Milano dal 1976 dove coordina anche un programma specifico sullo studio del carcinoma alla mammella. Dal 1994 è stato nominato direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia. Ha pubblicato nel 1986 Un male curabile.

verònica, sf. sf. 1 Colpo tennistico consistente in una volée alta di rovescio. 2 Tela di lino con la quale, secondo i racconti dei Vangeli apocrifi, la Veronica asciugò il volto di Gesù durante la salita al Calvario e sulla quale sarebbe rimasta impressa l'immagine del viso del Cristo.
sf. invar. 1 Nella corrida, figura nella quale il torero tenendo tesa la cappa davanti a sé con le due mani attende l'assalto del toro.
 greco tardo berenìkion.
Angiosperma (Veronica persica) della famiglia delle Scrofulariacee e dell'ordine delle Tubiflore. Pianta erbacea, cresce spontanea in Italia. Viene utilizzata in erboristeria.

Veronica (informatica) In informatica è la sigla di Very Easy Rodent-Oriented Net-wide Index to Computerized Archives (facile indice di archivi elettronici esteso a tutta la rete orientato ai roditori). Si tratta di un motore di ricerca in rete.

Verònica (religione) Personaggio biblico, donna ebraica che sul Calvario avrebbe asciugato il volto di Gesù con un velo, conservandone l'immagine.

Veronicèllidi Famiglia di Molluschi polmonati soleoliferi privi di conchiglia. Si trovano nelle regioni tropicali e subtropicali. Genere più conosciuto: Vaginina.

verosimigliànte, agg. Verosimile.

verosimigliànza, sf. L'essere verosimile. ~ credibilità. <> assurdità.

verosìmile, agg. e sm. agg. Che ha l'aspetto del vero, che può essere vero. ~ plausibile. <> incredibile, assurdo.
sm. Verosimiglianza.
 agg. plausible, probable, likely.
 lat. verisimilis, da veri similis simile al vero.

verosimilménte, avv. In modo verosimile. ~ ragionevolmente.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi Opera di poesia di C. Pavese (postuma 1951).

Vèrra, Valèrio (Cuneo 1928-) Storico della filosofia italiana. Ha scritto importanti saggi sulla filosofia tedesca del XVIII sec. Alcune delle sue opere più conosciute sono Dopo Kant, Il criticismo nell'età preromantica (1967), Introduzione a Hegel (1988) e Letture hegeliane (1992).

Verrayes Comune in provincia di Aosta (1.200 ab., CAP 11020, TEL. 0166).

Verrazzàno, Giovànni da (Verrazzano 1480 ca.-Brasile 1528) Navigatore al servizio di Francesco I. Fu protagonista di una prima spedizione nella quale esplorò la costa atlantica dell'America settentrionale, scoprendo, tra il 1523 e il 1524, la baia di Terranova, la baia di New York e il fiume Hudson. Durante una seconda spedizione in Brasile, morì probabilmente ucciso dagli indigeni. Memorie dei suoi viaggi sono costituite dalla corrispondenza da lui inviata al re Francesco I. Al suo nome è stato intitolato il ponte che collega le due rive della baia di New York, da Staten Island a Brooklyn.

Verrès Comune in provincia di Aosta (2.683 ab., CAP 11029, TEL. 0125).

Verrétto Comune in provincia di Pavia (314 ab., CAP 27045, TEL. 0383).

Vèrri, Alessàndro (Milano 1741-Roma 1816) Scrittore italiano. Membro della Società dei Pugni e collaboratore de Il Caffè, periodico fondato dal fratello Pietro, fu autore di numerosi articoli. Trasferitosi a Roma dopo un breve soggiorno a Parigi e a Londra, abbandonò l'illuminismo e si dedicò al teatro neoclassico. Tra le sue opere, le tragedie Pantea e La congiura di Milano e i romanzi Le avventure di Saffo (1780), La vita di Erostrato (1793) e Le notti romane al sepolcro degli Scipioni (1804).

Vèrri, Piètro (Milano 1728-1797) Scrittore ed economista esponente dell'illuminismo italiano. I suoi primi lavori furono satire contro il clero e la nobiltà. In seguito si dedicò agli studi economici e scrisse Saggio sulla grandezza e decadenza del commercio di Milano (1763) e Meditazioni sulla felicità (1763). Si guadagnò la stima del governo austriaco di cui divenne consigliere (dal 1764). Esponente di rilievo della società dei Pugni, fu fondatore e redattore, assieme al fratello Alessandro, del suo giornale, Il caffè (1864-1866). Scrisse anche Osservazioni sulla tortura (1768) e Meditazioni sull'economia politica (1771).

verricèllo, sm. Piccolo argano con tamburo ad asse orizzontale.

verrìna, sf. Attrezzo da carpentiere e falegname, costituito da una barretta metallica innestata in un manico, con la quale si eseguono fori per introdurvi chiodi e perni.

Verrine Opera di oratoria di M. T. Cicerone (70 a. C.).

vèrro, sm. Maiale adulto adibito alla riproduzione.
 lat. verres, verris.

Verròcchio, Andrèa di Cióne détto il (Firenze 1435-Venezia 1488) Scultore e pittore italiano. Divenuto famoso soprattutto come maestro del grande Leonardo da Vinci, fu un artista dotato di gusto e capacità tecnica indiscussa. Le sue opere scultoree più rilevanti sono la tomba di Piero e Giovanni de' Medici (1472, Sacrestia Vecchia di S. Lorenzo), il David e la Dama delle primule (Firenze, Bargello) e il monumento equestre a Bartolomeo Colleoni (Venezia, campo SS. Giovanni e Paolo). La produzione pittorica della sua bottega è invece rappresentata da opere quasi totalmente attribuite ai suoi discepoli; di suo rimane soltanto il Battesimo di Cristo (Firenze, Uffizi).

Verróne Comune in provincia di Biella (1.133 ab., CAP 13030, TEL. 015).

Verrùa Po Comune in provincia di Pavia (1.292 ab., CAP 27040, TEL. 0385).

Verrùa Savòia Comune in provincia di Torino (1.282 ab., CAP 10020, TEL. 0161).

Verrua, Jeanne-Baptiste d'Albert di Luynes contéssa di (Parigi 1670-1736) Sposato il conte di Verrua, divenne successivamente amante di Vittorio Amedeo II di Savoia, dal quale ebbe tre figli. Nel 1700 tornò in Francia e si dedicò alla raccolta di quadri di artisti famosi, tra i quali H. Rembrandt, A. Van Dyck, J.-B.-S. Chardin e J.-A. Watteau. Alla sua morte, la collezione si divise tra vari musei, tra i quali il Louvre di Parigi e la National Gallery di Londra.

Verrùca Situato nella sezione meridionale del monte Pisano (Toscana, 536 m); è formato da una tipica roccia sedimentaria a cui da il nome: verrucano. Da visitare i resti dell'abbazia di San Michele alla Verruca (XII sec.) e sulla cima i ruderi della rocca (XIII sec.).

verrùca, sf. (pl.-che) Escrescenza cutanea provocata da un virus. ~ porro.
 sf. wart.
 lat. verruca altura.

verrucàno, sm. Tipo di conglomerato comune in Toscana (dal nome del monte Verruca) contenente ciottoli quarzosi e frammenti di rocce eruttive.

verrucóso, agg. Coperto, pieno di verruche.

versàccio, sm. Smorfia accompagnata da suoni sguaiati, fatta per disgusto o come segno di disprezzo.

Versàce, Giànni (Reggio Calabria 1947-Miami 1997) Sarto e stilista di fama internazionale. È morto in circostanze tragiche, ucciso nei pressi della sua villa in Florida.

Versailles Città della Francia (90.000 ab.) capoluogo del dipartimento delle Yvelines, nell'Île-de-France. Centro residenziale e turistico, ha industrie ottiche, chimiche, meccaniche, alimentari, dolciarie e dell'orologeria. La città si sviluppò intorno al castello, nel quale Luigi XIV trasferì la corte nel 1628 e che si ingrandì sempre più fino al 1690.
Assemblea di Versailles
Assemblea costituita dopo il crollo del secondo impero. Risiedette a Versailles dal 13 febbraio 1871 al 31 dicembre 1875. Fu dominata da A. Thiers che risolse il problema della pace con la Germania, represse la Comune e fu nominato presidente della repubblica (31 agosto 1871).
Trattati di Versailles
1 maggio 1756
Stipulato fra Francia e Austria per un reciproco aiuto militare, fu alla base della guerra dei Sette Anni.
28 giugno 1919
Stipulato tra la Germania e le potenze vincitrici della prima guerra mondiale, concluse i lavori della conferenza di Parigi. Definì i confini della Germania, il disarmo, le riparazioni e l'occupazione della Renania. Ne faceva parte lo statuto della lega delle nazioni.

versaménto, sm. 1 Consegna di una somma di denaro; somma versata. ~ pagamento. <> riscossione. 2 Deposito. ~ accredito. <> prelievo. 3 Raccolta di liquido in una cavità del corpo. ~ travaso.
 sm. 1 deposit. 2 (pagamento) payment. 3 (med.) effusion.
 deriv. da versare.

versànte, agg., sm. e sf. agg. Che versa.
sm. e sf. Chi deposita un pagamento.
sm. Ciascuno dei fianchi di un monte. ~ crinale.
 sm. side, slopes.

versàre, v. v. tr. 1 Far uscire un liquido o altro da un recipiente. ~ rovesciare. <> raccogliere. 2 Far affluire. 3 Depositare una somma di denaro. ~ corrispondere. andava a versare un assegno sul suo conto corrente. 4 Mescere. ~ travasare. versò da bere per tutti e tre. 5 Spargere. gli versò tutta la farina sul tavolo; versare lacrime, piangere.
v. intr. Essere, trovarsi.
v. intr. pron. Di fiume, affluire con le proprie acque. ~ sfociare. il Po si versa nell'Adriatico.
 v. tr. 1 to pour. 2 (spargere) to shed. 3 (rovesciare) to spill. 4 (comm.) to deposit. v. intr. pron. 1 to spill. 2 (folla, fiume) to pour.
 lat. versare, rigirare, da vertere volgere; come v. intr.: lat. versari trovarsi, da verti volgere.

versàtile, agg. Che ha attitudini e interessi diversi. ~ eclettico. <> monovalente.
 agg. versatile.
 lat. versatilis girevole, deriv. da versare.

versatilità, sf. L'essere versatile.

versàto, agg. Dotato, esperto. ~ provetto. <> novizio.
 lat. versatus, p.p. di versari.

verseggiàre, v. v. tr. Mettere o ridurre in versi. ~ poetare.
v. intr. Comporre versi.
 deriv. da verso.

verseggiatóre, sm. (f.-trìce) Chi verseggia, chi compone versi; poeta tecnicamente abile, ma carente di ispirazione. ~ cantore.

verseggiatùra, sf. Versificazione.

Versetti satanici Romanzo di S. Rushdie (1988).

versétto, sm. Ciascuno dei brevi periodi in cui sono suddivisi i capitoli della Bibbia e del Corano.
 sm. verse.

Versi a Blok Opera di poesia di M. I. Cvetaeva (1922).

Versi e poesie Opera di poesia di G. Noventa (1956).

Versi editi ed inediti Opera di poesia di G. Giusti (postuma 1852).

Versi sulla Bellissima Dama Opera di poesia di A. A. Blok (1904).

versicolóre, agg. Di vario colore. ~ cangiante.

versièra, sf. 1 Donna di spaventosa bruttezza e d'animo malvagio; strega infernale. 2 Cubica piana razionale costruita da G. Grandi e attribuita impropriamente a M. G. Agnesi.

versificàre, v. tr. e intr. Verseggiare.

versificatóre, sm. (f.-trìce) Verseggiatore. ~ menestrello.

versificazióne, sf. Il versificare; il modo, la tecnica di comporre versi.

Versìlia Regione della Toscana nordoccidentale, posta tra il mar Tirreno a ovest e le Alpi Apuane a est, tra le foci del Magra e del Serchio. Comprende una fascia costiera che va fino al lago di Massaciuccoli. La parte settentrionale fa parte della provincie di Massa e Carrara e quella meridionale di quella di Lucca. Nella zona collinare cono coltivati olivi e cereali, dalle Alpi Apuane viene estratto il marmo. Comprende numerosi centri balneari, tra cui Viareggio, Lido di Camaiore, Focette, Forte dei Marmi e Marina di Pietrasanta, caratterizzati da ampie spiagge ricoperte di sabbia finissima.

versióne, sf. 1 Traduzione. ~ trasposizione. una versione dal latino. 2 Modo d'interpretare. conosceva almeno due versioni di quella storia. 3 Insieme di modifiche apportate a un oggetto rispetto a un modello originale. ~ adattamento. la versione inglese del film aveva ottenuto più successo.
 sf. 1 version. 2 (traduzione) translation.
 lat. mediev. versio,-onis, deriv. da versus, p.p. di vertere volgere.

vèrso, agg., prep. e sm. agg. Voltato.
prep. 1 In direzione di; si unisce ai pronomi personali con la preposizione di. andare verso casa. 2 Nei pressi di. 3 Introduce complementi di tempo o di età, circa. andava verso i quaranta. 4 Nei riguardi di. provava disprezzo verso gli extracomunitari.
sm. 1 Unità ritmica di una composizione poetica, costituita da un certo numero di sillabe. ~ poema. 2 Suono emesso da un animale. 3 Grido scomposto. 4 Senso, lato, volta. ~ direzione. il verso opposto del foglio. 5 Poesia. declamava piacevoli versi. 6 Modo, maniera. cercava un verso per accontentarlo.
 prep. 1 toward. 2 (nei riguardi) to. 3 (contro) against. sm. 1 line, verse. 2 (poesia) pl. poetry. 3 (emessi da animali) cry, noise. 4 (suono sgradevole) silly noise. 5 (direzione) way. 6 (verso sera) towards evening.
 lat. versus,-us, deriv. da versus, p.p. di vertere volgere, andare a capo, girare.

Verso Damasco Dramma di A. Strindberg (1898).

Verso la cuna del mondo Prosa di G. Gozzano (postuma, 1917).

Verso un'architettura Opera di architettura di Le Corbusier (1923).

versóio, sm. Organo dell'aratro che ha la funzione di rovesciare e frantumare la fetta di terreno tagliata dal vomere.

versóre, sm. Vettore indicante direzione e verso, di modulo uno.

vèrsta, sf. Unità di misura russa di distanza, equivalente a poco più di un chilometro.

versùra, sf. Unità di misura di superficie agraria, in uso nell'Italia meridionale, con valore diverso da luogo a luogo, il più diffuso è di 123,45 are.

versus, prep. Contro, in opposizione.

vèrtebra, sf. Ciascuna delle ossa che costituiscono la colonna vertebrale. Una vertebra è costituita da una parte massiccia anteriore di forma cilindrica, il corpo vertebrale, da due apofisi trasverse, lamine ossee che si dipartono dal corpo, dalle quattro apofisi articolari, due superiori e due anteriori, che servono per l'articolazione delle vertebre, dall'arco vertebrale, che circoscrive il foro vertebrale, nel quale passa il midollo spinale.
 sf. vertebra.
 lat. vertebra, deriv. da vertere girare.

vertebràle, agg. Relativo alla vertebra; che è formato da vertebre.

Vertebràti Uno dei due sottotipi del regno animale, o dei Cordati, (l'altro è quello degli Invertebrati), comprendente animali molto evoluti, dotati di colonna vertebrale, di scheletro osseo o cartilagineo, detti anche Craniati, per la presenza di una struttura speciale detta cranio a protezione della parte terminale del sistema nervoso. Lo scheletro è costituito dalla colonna vertebrale, contenente il midollo spinale a cui sono collegate due paia di arti e le costole. I Vertebrati hanno respirazione polmonare o branchiale e sistema circolatorio costituito da cuore e vasi e completato dal sistema linfatico. Il sistema nervoso è costituito dal midollo spinale, dall'encefalo e dal sistema periferico. L'apparato digerente, pur presentando notevoli differenze secondo l'alimentazione dell'animale, è costituito sempre dalla bocca, dalla faringe, dall'esofago, dallo stomaco e dall'intestino. I coclostomi differiscono da tutti gli altri vertebrati per la mancanza di mascelle e per la presenza di una sola narice. Hanno sessi separati. Hanno la capacità di stabilizzare il proprio ambiente corporeo chimico fisico interno (omeostasi), grazie a un sistema di ghiandole endocrine, regolate dal complesso sistema nervoso. L'omeostasi termica è caratteristica delle specie più evolute: Uccelli e Mammiferi. Ne fanno parte circa 70.000 specie animali, suddivise nelle classi Agnati o Ciclostomi, Anfibi, Pesci (Condritti, a scheletro cartilagineo, e Osteitti, a scheletro osseo), Rettili, Uccelli, Mammiferi. Gli Agnati sono i più primitivi, mentre i Mammiferi sono i più evoluti. Si pensa che i vertebrati siano comparsi sulla superficie terrestre prima del cambriano, sebbene i più antichi resti fossili risalgano all'ordoviciano. Per quanto riguarda l'ambiente originario si ritiene che si siano differenziati nelle acque dolci. Tutte le classi dei vertebrati sono comparse tra l'inizio del paleozoico e la fine del triassico (circa 300 milioni di anni).

vertebràto, agg. Si dice di animale fornito di colonna vertebrale.

Vertemàte cón Minòprio Comune in provincia di Como (3.406 ab., CAP 22070, TEL. 031).

vertènza, sf. Controversia, lite. ~ contesa. <> accomodamento.
 sf. controversy, dispute.
 deriv. da vertere.

vèrtere, v. intr. 1 Avere argomento, riguardante. ~ trattare. 2 Essere in corso, essere pendente. 3 Consistere. ~ fondarsi.
 v. intr. to be about.
 lat. vertere girare.

verticàle, agg. e sf. agg. 1 Perpendicolare al piano dell'orizzonte. <> orizzontale. 2 Ritto; che è disposto secondo una linea verticale. ~ eretto. <> obliquo. la posizione verticale non gli giovava. 3 Che riguarda tutti i gradi di tutta la gerarchia. organizzazione verticale di una società.
sf. 1Retta verticale. 2 Esercizio ginnico. 3 Pianoforte.
 agg. e sf. vertical.
 lat. tardo verticalis, deriv. da vertex,-icis vertice.

verticalìsmo, sm. Il prevalere delle linee, delle strutture verticali.

verticalità, sf. L'essere verticale, lo stare in posizione verticale.

verticalizzàre, v. tr. 1 Integrare fasi successive del processo produttivo. 2 Nel calcio, dare profondità al gioco, svolgerlo lungo l'asse verticale del campo.

verticalizzazióne, sf. Disposizione, allineamento in senso verticale

verticalménte, avv. In posizione, in direzione verticale. ~ ortogonalmente.

vèrtice, sm. 1 Sommità. ~ cima. <> base. 2 Il punto più alto. ~ apice. <> fondo. vertice di un monte. 3 Complesso dei massimi dirigenti di un ente o delle massime autorità di uno stato. aveva raggiunto il vertice del partito. 4 Punto d'incontro dei due lati di un poligono, o degli spigoli di un poliedro. 5 Incontro, riunione. ~ summit. si tenne un vertice dei capi di stato dei principali paesi industrializzati.
 sm. 1 summit, top. 2 (geom.) vertex. 3 (aziendale) top management. 4 (incontro al vertice) summit.
 lat. vertex,-icis, sommità, gorgo d'acqua, deriv. da vertere girare.

verticillàto, agg. Detto di organo vegetale disposto a verticillo.

verticìllo, sm. In botanica l'insieme di fillomi inseriti sullo stesso nodo del fusto o di asse, a due, a tre ecc.

verticìsmo, sm. Tendenza a concentrare il potere decisionale di un'organizzazione solo nel suo vertice.

verticìstico, agg. (pl. m.-ci) 1 Caratterizzato da verticismo. 2 Relativo al vertice politico.

Verticòrdidi, o Verticordìidi Famiglia di Molluschi Lamellibranchi settibranchi, muniti di conchiglia piccola, marini. Generi presenti nel Mediterraneo: Verticordia e Halicardia.

vertìgine, sf. 1 Capogiro. ~ mancamento. 2 Sbalordimento. ~ stordimento.
 sf. dizziness.
 lat. vertigo,-inis, deriv. da vertere girare.
Disturbo del senso dell'equilibrio che provoca nel soggetto la sensazione di ruotare o cadere o di vedere l'ambiente intorno muoversi. È causata da un mancato o non corretto passaggio di informazioni tra i sistemi visivo, sensoriale e vestibolare. Le principali cause patologiche delle vertigini sono alterazioni cerebrali, artrosi cervicale o alterazioni dell'orecchio come otiti e labirintiti. Possono essere provocate anche da cause nervose, ipertensione arteriosa e intossicazioni.

Vertigine Film poliziesco, americano (1944). Regia di Otto Preminger. Interpreti: Gene Tierney, Dana Andrews, Clifton Webb. Titolo originale: Laura

Vertigìnidi Famiglia di Molluschi polmonati stilommatofori diffusi in tutto il mondo, terrestri. Generi più comuni: Truncatellina e Vertigo.

vertiginosaménte, avv. In modo vertiginoso.

vertiginóso, agg. 1 Che dà le vertigini. 2 Velocissimo, turbinoso, incalzante. ~ frenetico. <> controllato. 3 Esagerato, estremo, eccezionale. ~ stratosferico. <> contenuto.
 agg. 1 giddy, dizzy. 2 (fig.) breathtakingly.
 lat. vertiginosus.

Vertov, Dziga (Bia¿Ó¿istok 1896-Mosca 1954) Regista cinematografico bielorusso. Diresse cinegiornali e teorizzò la ripresa della realtà dal vivo. Tra le sue opere, La vita colta sul fatto (1924) e L'uomo con la macchina da presa (1929).

Vèrtova Comune in provincia di Bergamo (4.788 ab., CAP 24029, TEL. 035).

Verùcchio Comune in provincia di Rimini (7.406 ab., CAP 47040, TEL. 0541).

verùno, agg. Alcuno. ~ nessuno.

Verùno Comune in provincia di Novara (1.378 ab., CAP 28010, TEL. 0322).

verve, sf. invar. Estro, vena; brio, vivacità. ~ spigliatezza.

Vèrvio Comune in provincia di Sondrio (280 ab., CAP 23030, TEL. 0342).

Vervò Comune in provincia di Trento (630 ab., CAP 38010, TEL. 0463).

Verwoerd, Hendrik Frensch (Amsterdam 1901-Città del Capo 1966) Politico sudafricano. Di ideologia nazista, fu leader del movimento nazionalista e incoraggiò le leggi sull'apartheid. Dal 1958 al 1966 fu primo ministro, e nel 1961 realizzò l'indipendenza dal Commonwealth. Morì assassinato in parlamento.

Verworn, Max (Berlino 1863-Bonn 1921) Fisiologo tedesco. Docente all'università di Gottinga, sostenne l'interpretazione meccanicistica dei fenomeni vitali. Tra le opere Allgemeine Physiologie (Fisiologia generale, 1895).

vèrza, sf. Varietà di cavolo.
 sf. cabbage.

Verzègnis Comune in provincia di Udine (943 ab., CAP 33020, TEL. 0433).

verzellìno, sm. Uccello passeriforme della famiglia dei Fringillidi. Diffuso nell'Europa centromeridionale e nell'Asia minore. In Italia il Serinus serinus è stazionario e nidificante specialmente nelle valle Padana; lungo circa 11 cm, ha parti superiori olivastre, fronte, petto e dorso gialli.

verzière, sm. Giardino, frutteto. ~ orto.

Verzìno Comune in provincia di Crotone (2.690 ab., CAP 88070, TEL. 0962).

Verzuòlo Comune in provincia di Cuneo (6.020 ab., CAP 12039, TEL. 0175).

verzùra, sf. In letteratura, verdura, erba, insieme di fronde verdi.

VES Sigla di Velocità di Eritro Sedimentazione, che misura il tempo impiegato dalla parte corpuscolata del sangue, versato in appositi tubi sottili, per sedimentare nel proprio plasma. Dato che la VES aumenta in presenza di stati infiammatori, malattie reumatiche, infarto miocardico ecc., questa tecnica diagnostica permette di valutare lo stato patologico di un organismo.

Vesàlio, Andrèa (Bruxelles 1514-Zante 1564) Anatomista fiammingo. Laureatosi in medicina a Padova nel 1523, rimase nello stesso ateneo, dove insegnò chirurgia ed ebbe modo di proseguire le proprie ricerche nel campo dell'anatomia. Nel 1543 pubblicò il trattato De Humani Corporis Fabrica, che accese una ridda di polemiche che lo costrinsero ad abbandonare l'università. Trasferitosi a Madrid, divenne medico personale di Carlo V e di Filippo II. Ma la Santa Inquisizione non gli diede tregua e, condannato a morte con l'accusa di aver sezionato il corpo di esseri umani ancora in vita, fu costretto a rifugiarsi in Terra Santa.

véscia, sf. Genere di funghi della famiglia delle Licoperdacee e della classe dei Basidiomiceti. Vi appartengono la vescia minore (nota anche come vescia gemmata, Lycoperdon perlatum) e la vescia piriforme (Lycoperdon piriforme), entrambi commestibili.

vescìca, sf. (pl.-che) 1 Organo cavo destinato a raccogliere prodotti di secrezione liquida; sacco, muscolo membranoso in cui si raccoglie l'urina. 2 Rigonfiamento della pelle causato dalla fuoriuscita di liquido al di sotto della pelle a causa di ustioni o altro. ~ vescicola.
 sf. 1 bladder. 2 (med.) blister.
 lat. vesica.
In anatomia e zoologia indica un organo cavo di struttura muscolo-membranosa che funge da serbatoio per prodotti di secrezione liquida o gas. Nell'uomo la vescica urinale è un organo dell'apparato urinario che raccoglie l'urina che qui viene convogliata dagli ureteri e poi espulsa da uno sfintere mediante contrazioni muscolari volontarie. Si trova nel piccolo bacino sotto la sinfisi pubica.

vescicànte, agg. Che provoca vesciche.

vescicatòrio, agg. e sm. Si dice di sostanza fortemente revulsiva, che provoca vesciche sulla pelle.

vescichétta, sf. Termine anatomico che designa una piccola cavità con la funzione di raccolta dei liquidi organici (vescichetta biliare o cistifellea, vescichetta seminale che contiene il liquido seminale).

vescìcola, sf. 1 Vescichetta. 2 Piccolo rigonfiamento della pelle pieno di liquido sieroso.

vescicolàre, agg. Che riguarda la vescica o le vesciche.

vescicóso, agg. Pieno di vesciche.

vescovàdo, o vescovàto, sm. 1 Palazzo vescovile. ~ diocesi. 2 Episcopato. ~ vescovato.

Vescovàna Comune in provincia di Padova (1.583 ab., CAP 35040, TEL. 0425).

Vescovàto Comune in provincia di Cremona (3.437 ab., CAP 26039, TEL. 0372).

vescovìle, agg. Del vescovo.

véscovo, sm. Nel cattolicesimo chi è investito dai poteri di governo di una diocesi mediante una speciale consacrazione.
 sm. bishop.
 lat. cristiano episcopus.

Vèsime Comune in provincia di Asti (779 ab., CAP 14059, TEL. 0144).

vèspa, sf. 1 Insetto. 2 Motociclo carenato di fabbricazione italiana, di piccola cilindrata.
 sf. wasp.
 lat. vespa; nel significato [2]: da vespa l'insetto, con riferimento al ronzio.
Denominazione comune di Insetti Imenotteri della famiglia dei Vespidi, dal corpo slanciato e molto assottigliato tra torace e addome, non peloso, colorato di giallo e nero. Le femmine sono dotate di pungiglione velenoso con cui immobilizzano ragni e insetti di cui nutrono le larve. Gli adulti si cibano invece di polline, nettare e succhi zuccherini. Alcune specie di vespe, tra cui la vespa comune italiana, sono organizzate in società comprendenti di solito una femmina fertile, maschi e femmine operaie. I generi principali sono Vespa, Vespula e Polistes (vespette francesi).

vespàio, sm. 1 Nido di vespe. ~ favo. 2 Reazione clamorosa. ~ ginepraio.
 sm. 1 wasp's nest. 2 (fig.) hornets' nest.

vespasiàno, sm. Orinatoio pubblico maschile. ~ latrina.

Vespasiàno, Tìto Flàvio (Rieti 9-Cutilie, Sabina 79) Imperatore romano. Di modeste origini sabine, combatté in Gallia e in Britannia (43-47) sotto Claudio e in Palestina (67-69) sotto Nerone. Proclamato imperatore dalle legioni orientali, si contrappose a Vitellio che sconfisse a Cremona (69), ottenendo anche l'appoggio occidentale e dopo la cui morte venne riconosciuto anche dal senato. Sedata la guerra civile, tornò a Roma (70). Svolse una politica di rafforzamento del potere imperiale avviando la dinastia gerarchica dei Flavi che prevedeva come successori i figli Tito e Domiziano. Si occupò della difesa delle frontiere e assicurò all'impero stabilità economica aumentando il prelievo fiscale. Restaurò molti monumenti e fece costruire il tempio della Pace e il Colosseo.

Vespe, Le => "I calabroni"

vesperàle, agg. e sm. 1 Di libro liturgico contenente i canti della sera. 2 Del vespro. ~ vespertino.

Vèspero Uno dei due modi in cui viene chiamato il pianeta Venere; Vespero significa stella della sera in contrapposizione a Lucifero, che significa "stella del mattino".

vèspero, sm. Vespro. ~ crepuscolo.

vespertìlio, sm. Genere di Mammiferi Chirotteri della famiglia dei Vespertilionidi, presenti in Eurasia. Generi più conosciuti: Vespertilio murinus, Vespertilio o Synotus o Barbastella barbastellus, noto come barbastello.

Vespertiliònidi Famiglia di Mammiferi Chirotteri insettivori, presenti nelle regioni temperate e tropicali. Hanno orecchie ampie e trago molto sviluppato. Generi più conosciuti: Myotis, Pipistrellus e Vespertilio.

vespertìno, agg. 1 Relativo al vespro. 2 Della sera. ~ crepuscolare. <> mattutino.
 lat. vespertinus, deriv. da vesper sera.

Vèspidi Famiglia di Insetti Imenotteri aculeati con livrea a fondo scuro variegata di colori vivaci. Comprende specie molto comuni come le vespe.

Vespignàni, Lorènzo (Roma 1924-) Pittore e grafico. Tra le opere, Imbarco per Citera, Tra due guerre e Pier Paolo Pasolini.

vespìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Possessore o utente di una vespa.

Vespolàte Comune in provincia di Novara (2.108 ab., CAP 28079, TEL. 0321).

Vespri siciliani Moto popolare scoppiato a Palermo la sera del 31 marzo del 1282. La rivolta fu fomentata dalla scontento popolare per la dominazione angioina, troppo vessatoria, che aveva penalizzato l'isola (tra le altre cose trasferendo la capitale a Napoli). I Vespri però non furono solo espressione di una rivolta locale. L'espansionismo di Carlo I d'Angiò aveva irritato anche Bisanzio e l'alleanza tra Michele VIII e Pietro III d'Aragona, con l'avvallo di Venezia, aveva fatto convergere in Sicilia mercenari che appoggiarono l'insurrezione. Dai Vespri scaturì una vera e propria guerra tra Aragonesi e Angioini, che si concluse con il trattato di Caltabellotta (1302). Esso sancì l'inizio del regno di Trinacria sotto il dominio aragonese.
Vespri siciliani
Dramma in cinque atti di G. Verdi, libretto di E. Scribe e C. Duveyrier (Parigi, 1855).

vèspro, sm. 1 L'ora del tramonto. ~ crepuscolo. <> aurora. 2 L'ora canonica che si recita verso il tramonto.
 sm. pl. vespers.
 lat. vesper,-eris.

Vespùcci, Amerìgo (Firenze 1454-Siviglia 1512) Navigatore italiano. Finanziò il terzo viaggio di C. Colombo. Durante una prima esplorazione (1499-1500), esplorò da solo la costa atlantica della Colombia, il rio delle Amazzoni e le coste del Brasile. In una spedizione per il Portogallo (1501-1502) esplorò le coste brasiliane fino al golfo di San Matias. Fu il primo a capire che i territori scoperti facevano parte di un nuovo continente, che fu quindi chiamato America in suo onore (1507).

Vessàlico Comune in provincia di Imperia (291 ab., CAP 18020, TEL. 0183).

vessàre, v. tr. Sottoporre qualcuno a imposizioni o maltrattamenti continui, abusando della propria autorità. ~ angariare. <> aiutare.
 lat. vexare.

vessatóre, agg. e sm. (f.-trìce) agg. Vessatorio.
sm. Chi vessa. ~ soverchiatore.
 lat. vexator,-oris.

vessatòrio, agg. Che vessa, che tende a vessare. ~ persecutorio.

vessazióne, sf. Il vessare, l'essere vessato. ~ angheria.
 lat. vexatio,-onis.

vessillazióne, sf. Distaccamento della legione romana, solitamente in numero non superiore al migliaio, che combatteva sotto un vessillo (senza l'aquila). Corpo di cavalleria della truppe comitatensi dopo la riforma militare di Diocleziano e Costantino.

vessillìfero, sm. 1 Portabandiera. ~ gonfaloniere. 2 Chi si fa promotore e propugnatore di un'idea, di una dottrina. ~ antesignano.

vessìllo, sm. 1 Bandiera. ~ stendardo. 2 Insegna. 3 Emblema. ~ simbolo.
 sm. 1 standard. 2 (bandiera) flag.
 lat. vexillum.

Vèsta Asteroide scoperto nel 1807, con periodo di rivoluzione di 3,63 anni, rotazione di 10,6 ore e diametro di 540 km; dista dal Sole 2,36 unità astronomiche ed è uno degli asteroidi più luminosi dello spazio.

Vest-Agder Contea (147.000 ab.) della Norvegia sudoccidentale, affacciata al mar del Nord e allo Skagerrak. Capoluogo Kristiansand.

vestàglia, sf. Indumento di casa. ~ sopravveste.
 sf. dressing gown.
 deriv. da veste.

vestàle, sf. 1 Vergine romana addetta al culto di Vesta e custode del fuoco sacro della città. 2 Custode rigorosa di un principio, di un ideale, di un'istituzione. ~ sacerdotessa.

Vestale, La Melodramma in tre atti di G. Spontini, libretto di E. de Jouy (Parigi, 1807).

vèste, sf. 1 Abito. ~ indumento. veste da camera, vestaglia. 2 Apparenza. ~ esteriorità. la veste tipografica della nuova edizione era ben curata ed elegante. 3 Funzione; autorità. ~ carica. presenziò alla cerimonia in veste ufficiale. 4 Forma, espressione.
 sf. 1 garment. 2 (rivestimento) covering. 3 (facoltà) capacity. 4 (indumento femminile) dress.
 lat. vestis.

Vestenanuòva Comune in provincia di Verona (2.493 ab., CAP 37030, TEL. 045).

Vesterali Arcipelago (34.000 ab.) della Norvegia, nel mar di Norvegia. Fa parte delle contee di Nordland e Troms.

Vestfàlia => "Westfalia"

Vestfold Contea (201.000 ab.) della Norvegia, estesa lungo la sponda occidentale del fiordo di Oslo. Capoluogo Túnsberg.

vestiàrio, sm. 1 Il complesso dei vestiti di una persona, il suo guardaroba. ~ indumenti. 2 Il complesso dei costumi indossati dagli attori sulla scena.
 sm. pl. clothes, wardrobe.
 lat. vestiarium guardaroba.

vestiarìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Incaricato di provvedere al vestiario degli attori.

vestibilità, sf. Proprietà di un abito di vestire la persona, di adattarsi bene alla sua corporatura.

vestibolàre, agg. 1 Relativo al vestibolo. 2 La parte dell'orecchio interno sede della sensibilità spaziale e dell'equilibrio.

vestìbolo, sm. 1 Cavità che dà adito ad altra maggiore. ~ atrio. 2 Cavità posta nell'orecchio interno fra la cassa del timpano, l'utricolo e il sacculo.
 sm. hall.
 lat. vestibulum.

vestìgio, sm. (pl. m.-i, f.-a) 1 Traccia, segno. ~ ricordo. 2 Al plurale (spesso femminile), ruderi di antichi monumenti.

Vestignè Comune in provincia di Torino (900 ab., CAP 10030, TEL. 0125).

vestiménto, sm. 1 Quanto si indossa per coprire la persona. 2 Vestitura. ~ vestizione.

vestìre, v. v. tr. 1 Coprire qualcuno con vestiti. ~ abbigliare. <> spogliare. non sapeva come vestire il figlio. 2 Confezionare vestiti per qualcuno. 3 Indossare. ~ portare. <> togliersi. vestiva sempre abiti firmati ed eleganti.
v. rifl. 1 Indossare un abito o altro indumento. 2 Abbigliarsi in un certo modo. 3 Fornirsi di abiti. si vestiva nella boutique più cara della città.
v. intr. pron. Rivestirsi, coprirsi, ~ ornarsi. la natura si vestiva di colori molto vivaci in primavera.
 v. tr. 1 to dress. 2 (indossare) to wear. 3 (produrre abiti) to make clothes. v. rifl. e v. intr. pron. to get dressed, to dress.
 lat. vestire, deriv. da vestis veste.

Vestire gli ignudi Dramma di L. Pirandello (1923).

vestìrsi, sm. Abbigliamento. ~ vestiario. le spese per il vestirsi erano molte.

Vestita di luce Opera di poesia di J. Seifert (1940).

Vestiti nuovi dell'imperatore, I Favola di H. Ch. Andersen contenuta nella raccolta Fiabe (1835-1872).

vestìto, agg. e sm. agg. 1 Che ha addosso un abito. <> svestito. 2 Che indossa determinati abiti.
sm. Abito. ~ capo, veste.
 agg. dressed. sm. 1 dress. 2 (abito da uomo) suit.
 lat. vestitus,-us, deriv. da vestire.

Vestivamo alla marinara Opera di narrativa di S. Agnelli (1974).

vestizióne, sf. Cerimonia religiosa con la quale viene consegnato l'abito religioso a un novizio o a una novizia.

Vestjælland Contea (287.000 ab.) della Danimarca, nella sezione occidentale dell'isola di Sjælland. Capoluogo Sorú.

Vestóne Comune in provincia di Brescia (4.131 ab., CAP 25078, TEL. 0365).

Vestrèno Comune in provincia di Lecco (268 ab., CAP 22050, TEL. 0341).

Vèstris, Auguste (Parigi 1760-1842) Ballerino, figlio di Gaetano. Interpretò i rinnovamenti di J.-G. Noverre.

Vèstris, Gaetàno (Firenze 1729-Parigi 1808) Celebre ballerino. Dal 1748 al 1782 lavorò all'Opéra di Parigi.

vesuvianìte, sf. Minerale costituito da silicato basico di calcio ed alluminio che si trova in grossi cristalli nei proiettili vulcanici. Di colore giallo bruno scuro. ~ idocrasio.

Vesùvio Vulcano della Campania che sorge a sud-est di Napoli (1279 m). È un vulcano essenzialmente esplosivo costituito da un cono vulcanico posto all'interno dei resti di un vasto cratere costituente l'anfiteatro del monte Somma, dal quale è separato da una depressione (Atrio del cavallo). La storia della sua attività viene suddivisa in quattro stadi. L'ultimo stadio iniziò nel 79 d. C., con una vasta eruzione che seppellì Ercolano, Pompei e Stabia e che fu documentata da Plinio il Giovane. Numerose le eruzioni successive di cui l'ultima si è verificata nel 1944. Ora conserva un'attività fumarolica secondaria.

Veszprém Città (66.000 ab.) dell'Ungheria, nella Selva Baconia, presso il lago Balaton. Capoluogo della contea omonima.

veteràno, sm. 1 Soldato anziano o ex partecipante o una campagna militare. ~ reduce. 2 Chi da molto tempo esercita un'attività. ~ navigato. <> novellino.
 sm. veteran.
 lat. veteranus, deriv. da vetus, veteris vecchio.

veterinària, sf. 1 Scienza che studia l'allevamento e la patologia degli animali. 2 Corso di studi universitari che riguarda questa scienza.
 sf. veterinary medicine.

veterinàrio, agg. e sm. agg. Riferito alla veterinaria.
sm. Laureato in veterinaria. ~ zooiatra.
 agg. e sm. veterinary surgeon.

veterotestamentàrio, agg. Relativo all'Antico Testamento.

vetiver, sm. invar. Nome indigeno dell'Andropogon muricatus, graminacea perenne originaria dell'India.

véto, sm. Divieto. ~ proibizione. <> consenso.
 sm. veto.

vetràio, sm. 1 Addetto alla lavorazione del vetro. 2 Chi vende lastre di vetro.
 sm. glazier, glassmaker.

Vetràlla Comune in provincia di Viterbo (11.573 ab., CAP 01019, TEL. 0761). Centro agricolo (coltivazione di frutta e uva) e industriale (prodotti della terracotta, alimentari, dell'abbigliamento e tessili). Vi si trova la chiesa di San Francesco, dell'XI sec., e nelle vicinanze la zona archeologica di Norchia. Gli abitanti sono detti Vetrallesi.

vetràrio, agg. Che riguarda la lavorazione del vetro.

vetràta, sf. Intelaiatura fissa o mobile, con lastre di vetro per lo più fisse, a volte decorate o colorate e connesse secondo un disegno definito.
 sf. 1 glass door. 2 (finestra) window. 3 (di chiesa) stained glass window.
Di origine orientale, le prime vetrate artistiche risalgono al medioevo. Il suo uso si diffuse in tutta l'Europa gotica, soprattutto in Francia ed ebbe un periodo di grande splendore nel XII-XV sec. In Francia notevoli sono le vetrate della cattedrale di Reims (1175-1200) e quelle delle cattedrali di Saint Denis, Chartres e Rouen. In Italia si ebbe un primo ciclo di rilievo a Siena, Assisi e Orvieto, seguito dal periodo fiorentino del XV sec., con artisti come P. Uccello e D. Ghirlandaio. Nelle successive epoche barocca e rococò l'uso della vetrata regredì, per poi rifiorire nel XIX sec. per opera di preraffaeliti e nazareni e venne utilizzata per decorare ville, caffè e ristoranti, culminando nell'art nouveau. Da ricordare le vetrate di G. Rouault, G. Braque, H Matisse e M. Chagall.

vetràto, agg. Cosparso di vetro.
 agg. 1 glazed. 2 (di vetro) glass.

vetrerìa, sf. Fabbrica, negozio di vetri o di oggetti di vetro.
 sf. 1 glassworks. 2 (oggetti) glassware.

vètrice, sf. o sm. Altro nome del salice o vinco.

vetrificàbile, agg. Che può essere vetrificato.

vetrificàre, v. v. tr. 1 Far diventare vetro o simile a vetro. 2 Coprire con una patina vitrea.
v intr. pron. Diventare di vetro o simile a vetro.
 da vetro +-ficare.

vetrificazióne, sf. Trasformazione in vetro o assunzione di aspetto simile a quello del vetro.

vetrìna, sf. 1 Parte del negozio in cui si espongono le merci. ~ mostra. cercava di mettersi in vetrina, di mostrare le proprie qualità, capacità. 2 Mobile a vetri. ~ cristalliera. 3 Esposizione, rassegna. il salone dell'informatica era la vetrina ideale per il lancio di quel prodotto innovativo. 4 Vernice vetrosa che si dà a ceramiche, a stoviglie e simili prima di cuocerli e che durante la cottura diventa vetro. Rende gli oggetti su cui è posta impermeabili e lucidi.
 sf. 1 shop window. 2 (armadio) cabinet, display cabinet.
 franc. vitrine, deriv. da vitre vetro.

vetrinàre, v. tr. Nella lavorazione della ceramica, spalmare di vetrina.

vetrinatùra, sf. Operazione del vetrinare.

vetrinìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi, per professione, allestisce vetrine.
 sm. e sf. window dresser.

vetrinìstica, sf. L'arte di disporre le merci in vetrina.

vetrìno, sm. Lastrina di vetro sui cui si pongono sostanze da osservare al microscopio.

vetriòlo, sm. Nome di alcuni solfati.
 sm. vitriol.
 lat. volg. vitreolus, deriv. da vitreus vitreo.

vétro, sm. 1 Denominazione generica di un materiale duro, fragile, lucente, impermeabile e trasparente, costituito da miscele di siliconati ottenute per fusione formando una sostanza omogenea e compatta avente struttura amorfa e cristallina in cui le molecole hanno una disposizione disordinata e casuale. 2 Oggetto di vetro; lastra di vetro.
 sm. 1 glass. 2 (di serramenti) pane of glass. 3 (doppi vetri) double glazing.
 lat. vitrum.
Il vetro può essere considerato un liquido con una viscosità elevatissima. Vi sono diversi tipi di vetro a seconda dell'utilizzo che ne viene fatto. Nel vetro comune, usato per bicchieri, lastre ecc.,al silice vengono aggiunti calcio e metalli alcalini, come sodio e potassio. Il cristallo, di particolare lucentezza, viene usato per oggetti ornamentali. Per ottenerlo sono usati piombo e potassio al posto di calcio e sodio. Il vetro da bottiglie viene ottenuto come il vetro comune, ma aggiungendo ossido di ferro, al quale si deve la colorazione verde. Il vetro di Boemia, con uso ornamentale e di laboratorio, è ottenuto aggiungendo calcio e potassio. Il vetro ottico, usato per lenti, specchi e prismi, deve avere determinate caratteristiche di purezza, trasparenza, omogeneità e anisotropia. Il vetro smerigliato, traslucido per l'azione di un getto di sabbia, si adopera in fotografia, ottica e per motivi ornamentali. Vi sono poi anche il vetro opalino,usato per lampade dalle proprietà diffondenti, il vetro pirex, il vetro retinato o armato, contenente una rete metallica, il vetro di sicurezza e il vetro temperato, con un'elevata resistenza agli urti.

vetrocàmera, sf. Struttura consistente in due lastre di vetro parallele sigillate ermeticamente; se ne fanno finestre capaci di garantire l'isolamento termico e acustico.

vetroceménto, sm. Struttura costituita da lastre di vetro inserite in un'armatura di cemento.

vetroceràmica, sf. Materiale a struttura vetrosa e cristallina, dotato delle proprietà del vetro e della ceramica.

vetrocromìa, sf. L'arte della pittura su vetro.

vetrofanìa, sf. Sistema attraverso cui si dà al vetro una colorazione che lo renda trasparente alla luce, ma non alla vista.

vetrorèsina, sf. Materiale costituito da materia plastica rinforzata da fibre di vetro. ~ fiberglass.

vetróso, agg. 1 Costituito da vetro; che contiene vetro. 2 Che è simile a vetro.

vétta, sf. 1 Cima. ~ sommità. <> pendice. 2 Culmine. ~ apogeo.
 sf. peak, summit, top.
 lat. vitta benda intorno al capo.

Vétta d'Itàlia Cima (2.911 m) dell'Alto Adige, nelle Alpi Aurine, costituente il punto più settentrionale d'Italia.

Vètto Comune in provincia di Reggio Emilia (2.107 ab., CAP 42020, TEL. 0522).

vettóre, agg. e sm. agg. (f.-trìce) Che trasporta.
sm. 1 Ente geometrico che descrive una grandezza dotata di intensità e direzione (e verso). 2 (f.-trìce) Chi trasporta merci per conto terzi.
 sm. 1 vector. 2 (chi trasporta) carrier.
 lat. vector,-oris, deriv. da vectus, p.p. di vehere trasportare.
In geometria un vettore V è rappresentato da un segmento orientato, la cui lunghezza rappresenta l'intensità (modulo del vettore); può essere rappresentato anche da una coppia (nel piano) o da una terna (nello spazio tridimensionale) di numeri reali, che sono le componenti (xV, yV, …) del vettore lungo gli assi coordinati. Per i vettori sono definite le operazioni di somma [V1,V2

Vettóre Vetta (2.476 m) delle Marche, la più elevata dei monti Sibillini, nell'Appennino Umbro-Marchigiano.

Vettòri, Francésco (Firenze 1474-1539) Politico e storiografo. Scrisse Sommario della storia d'Italia (1511-1527).

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_v.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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