Domande di storia terza media

 

 

 

Domande di storia terza media

 

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Domande di storia terza media

 

Domande Storia Terza Media

CONSIGLI PER FARE BENE UN COMPITO DI STORIA:

  • Quando

  • Dove

  • Cosa

  • Chi

  • Perchè

  • Come


  1. Liberalismo..........

  2. Che cosa si intende per nazionalismo? Prima del 1870 il nazionalismo era un movimento liberale e democratico? Perchè e in che senso dopo il 1870 il nazionalismo “cambia pelle”?

  3. Che cosa si intende per “Belle époque”?

  4. Che cosa si intende per Secondo Reich?

  5. Quando e da chi fu firmata la Triplice Alleanza?

  6. Che cosa stabilì il Congresso di Berlino riguardo alla Bosnia-Erzegovina e alla Serbia?

  7. Che cosa si intende per “guerra franco-prussiana”?

  8. Che cosa si intende per “Età del colonialismo” o “Età dell’imperialismo”? Che periodo abbraccia?

  9. Che cosa si intendeva per “colonia” nel mondo antico e come questa parola ha cambiato il suo significato in epoca moderna a partire dalla scoperta dell’America?

  10. Che cosa si intende per “imperialismo”?

  11. Quali paesi parteciparono all’imperialismo?

  12. Quali ragioni spinsero molte potenze alla corsa verso l’imperialismo?

  13. Quando fu aperto il canale di Suez? Quali mari mette in comunicazione questo canale?

  14. Da quale Stato fu finanziata la costruzione del canale di Suez? Quale Stato ne trasse maggior vantaggio e perchè?

  15. Che cosa succede di importante a Fashoda verso la fine del 1800?

  16. Che cosa erano le piantagioni di monocoltura da esportazione durante il colonialismo?

  17. Quale sorte toccò alla Cina durante l’imperialismo?

  18. Che cosa fu la rivoolta dei Boxer?

  19. Chi era Sun Yat-sen?

  20. Quando ci fu la rivoluzione in Cina che portò alla fine del “Celeste Impero”? Da cosa fu sostituita l’istituzione imperiale?

  21. Qual era la struttura feudale del Giappone prima della restaurazione Meiji? Chi deteneva il potere effettivo?

  22. In seguito a quale iniziativa militare fu restaurata la dinastia Meiji?

  23. Quando e come il Giappone divenne uno Stato moderno sul modello di quelli europei?

  24. Quale stato europeo dopo il 1890 si orientò verso una politica estera aggressiva? (Germania) Come si manifestò questa politica? (creazione di una grande flotta militare) Con quale altro stato europeo entra in competizione? (Regno Unito)

  25. Che cosa erano Triplice Alleanza e Triplice Intesa?

  26. Che conseguenze ebbe sugli equilibri europei la crisi dell’Impero Turco-ottomano e in particolare nella Penisola Balcanica nel 1912-13? (rafforzamento dell’Austria che annette la Bosnia e l’Erzegovina; aspirazione della Russia a espandersi nei Balcani; aspirazione della Serbia a unificare sotto di sè tutti i popoli slavi dei Balcani; guerre balcaniche; rafforzamento della Serbia)

  27. Che cosa significano “diritto di voto censitario” e “diritto di voto universale”?

  28. Nei primi decenni dell’Italia postunitaria (dopo l’unificazione avvenuta nel 1861), a chi era riservato il diritto di voto? [era riservato ad una ristretta minoranza della popolazione. Il diritto di voto era censitario (solo chi godeva di un certo censo, cioè reddito, lo aveva). Inoltre le donne, indipendentemente dal loro censo, erano escluse dal voto. Altra condizione per votare era saper leggere e scrivere. Dal 1861 al 1882 meno del 2% della popolazione aveva il diritto di voto. Nel 1882 ci fu una riforma della legge elettorale con la quale fu abbassato il reddito necessario per poter votare e fu abbassata l’età in cui si godeva di questo diritto: da 25 a 21 anni. Con questa riforma la percentuale della popolazione che aveva il diritto di voto passò dal 2% al 7%].

  29. Nei primi decenni dell’Italia postunitaria (dopo l’unificazione avvenuta nel 1861), la politica italiana era decisa da partiti di notabili; che significa ciò?

  30. Quali erano i due schieramenti politici (partiti di notabili) nei primi decenni dell’Italia unita?

  31. Che cosa significa trasformismo?

  32. Chi era Francesco Crispi? (successore di Agostino Depretis alla guida del governo nel 1887; ex garibaldino; da capo del governo mise in atto una politica autoritaria; sciolse il Partito socialista; represse i moti di protesta dei “Fasci siciliani”; intraprese una fallimentare politica imperialista nel Corno d’Africa dove l’esercito italiano subì una pesante disfatta ad Adua da parte degli Etiopi)

  33. Che cosa erano i “Fasci siciliani”?

  34. Quando nacque il Partito socialista italiano?

  35. Parla della politica coloniale italiana a cavallo tra ‘800 e 900 (dall’Unità alla Prima Guerra Mondiale). [la “febbre coloniale” contagia anche l’Italia. Depretis: Depretis (nel 1882) acquistò da una Società di navigazione genovese la Baia di Assab, un piccolo porto in Eritrea, per farne la base di una campagna coloniale. In seguito sempre Depretis conquistò la città eritrea di Massaua. Crispi: Crispi proseguì la politica del suo predecessore e fece della Somalia un protettorato italiano; ma subì una pesante sconfitta ad Adua da parte degli Etiopi. Giolitti: nel 1911 l’Italia con al governo Giolitti occupò la Libia che a quell’epoca faceva parte dell’Impero Ottomano. Con il Trattato di Losanna nel 1912 all’Italia fu riconosciuta l’annessione oltre che della Libia anche di Rodi e del Dodecanneso (12 isole del Mar Egeo)]

  36. Chi erano gli àscari?

  37. Chi erano negus e ras?

  38. Quale grave episodio si verificò a Milano nel 1898?

  39. Chi era Fiorenzo Bava Beccaris?

  40. Quando, da chi e perchè fu ucciso il re d’Italia Umberto I?

  41. Chi era Gaetano Bresci?

  42. Che cosa si intende per Età Giolittiana? [il decennio (1903-1914) in cui fu capo del governo il liberal-democratico Giovanni Giolitti. Decollò l’industria italiana: elettrica, siderurgica, metallurgica, chimica). Fu rispettato il diritto di sciopero. Nacque la CGIL (1906). Aumentò il divario tra Nord e Sud d’Italia. La Libia divenne una colonia italiana (1912). Giolitti introdusse il suffragio universale maschile e fece il Patto Gentiloni. Metodi clientelari di Giolitti che fu definito: “ministro della malavita”]

  43. Quando e per iniziativa di quale capo di governo la Libia divenne una colonia italiana? [1912; Giolitti] Di quale impero aveva fatto parte fino ad allora? La resistenza araba libica fu blanda o molto cruenta? E la repressione italiana? La conquista della Libia dette dei vantaggi economici all’Italia?

  44. Quando e da chi fu introdotto il suffragio universale maschile in Italia?

  45. Con quale altro nome è chiamata la Prima Guerra Mondiale? [Grande Guerra]

  46. Quale evento ha fatto scoppiare la Prima Guerra Mondiale?

  47. Perchè l’Austria (Impero Asbugico o Impero Austro-ungarico) il 24 luglio 1914 dichiarò guerra alla Serbia?

  48. A cosa aspiravano i seguenti Paesi entrando nella Prima Guerra Mondiale: Austria; Serbia; Russia; Francia; Regno Unito (Inghilterra); Italia; Germania? [Austria: espandersi nella Penisola Balcanica senza l’ostacolo rappresentato dalla Serbia; Serbia: espandersi nella Penisola Balcanica senza l’ostacolo rappresentato dall’Austria; Francia: riconquistare l’Alsazia e la Lorena che la Germania le aveva sottratto nella Guerra franco-prussiana del 1970; Regno Unito era preoccupato della crescita economica e della marina militare tedesca e pertanto voleva entrare in guerra per contenerle e limitarle; Italia: rivendicava il Trentino e la Venezia Giulia, sottraendoli all’Austria; Germania (Impero tedesco o Secondo Reich) voleva avere un ruolo più importante in Europa e quindi espandersi a ovest e a est]

  49. La gente reagisce favorevolmente o sfavorevolmente allo scoppio della Grande Guerra? Perchè? [patriottismo; convinzione che la guerra sarebbe stata breve e vittoriosa per il proprio Paese; molti si arruolarono volontari]

  50. I partiti socialisti europei erano ideologicamente a favore della guerra? Perchè? Che posizione presero riguardo a interventismo-neutralismo? Perchè?

  51. In che senso la Prima Guerra Mondiale è il primo conflitto di massa della storia? [partecipazione di milioni di persone grazie al servizio militare obbligatorio]

  52. La Prima Guerra Mondiale fu una guerra di movimento o di posizione? Che cosa significa?

  53. Quali nuove armi e mezzi tecnologici vennero impiegati nella Prima Guerra Mondiale? [mitragliatrice; armi chimiche (gas iprite dalla cittadina del Belgio Ypres dove fu usato per la prima volta) autoblindi su gomma; primi carri armati (con cingolati); sottomarino; si incrementò la produzione di aerei ma non erano abbastanza affidabili]

  54. Quando, perchè e con chi l’Italia entrò in guerra (nella Prima Guerra Mondiale)? [1915; l’Italia era schierata con gli Imperi centrali, ma la Triplice Alleanza era un accordo di carattere difensivo e l’Austria aveva attaccato la Serbia e non viceversa; l’Italia era divisa tra neutralisti e interventisti; con un accordo segreto con l’Inghilterra, “Patto di Londra”, si schierò con la Triplice Intesa, perchè interessata a sottrarre Trento e Trieste all’Austria per completare il processo di unificazione nazionale incominciato nel Risorgimento]

  55. Chi erano gli interventisti in Italia? Chi erano i neutralisti? Chi era Benito Mussolini? Che posizione prese in merito alla guerra?

  56. Quali erano i due schieramenti contrapposti nella Prima Guerra Mondiale? Con chi si schiera il Giappone nella Prima Guerra Mondiale? E l’Impero Ottomano?

  57. Quale potenza riuscì ad avere la meglio sui mari nella Prima Guerra Mondiale? [Regno Unito] Quale potenza fece ampio uso dei sottomarini? [Impero Tedesco] Quali erano gli obiettivi dei sottomarini? [navi da guerra e navi mercantili dell’Intesa]

  58. Che cosa significa “guerra totale”? La Prima Guerra Mondiale fu una guerra totale?

  59. Che cosa si intende per “economia di guerra”?

  60. In che senso la Prima Guerra Mondiale fu un acceleratore del processo di emancipazione femminile?

  61. Che cosa si intende per “fronte interno” nella Prima Guerra Mondiale? [il coinvolgimento della popolazione civile nello sforzo bellico]

  62. Perchè e come gli Stati coinvolti nella Prima Guerra Mondiale divennero più autoritari e repressivi? [perchè i governi e i vertici militari dovevano prendere decisioni rapide e impopolari e il dibattito parlamentare avrebbe costituito un intralcio; i governi esercitavano la censura sulla stampa e facevano un uso massiccio della propaganda ai danni della verità]

  63. Quali conseguenze ha in Russia l’opposizione alla guerra? [rivoluzione liberale (febbraio 1917); abdicazione dello zar; rivoluzione comunista (ottobre 1917)]

  64. Che cosa si intende per pace di Brest-Litovsk e quando e da chi fu firmata?

  65. Con quale tecnica militare gli austriaci sfondarono le linee italiane nei pressi di Caporetto il 24 ottobre 1917? Dove si trova oggi Caporetto (Kobarid)? Come reagirono i soldati italiani? (batterono in ritirata)

  66. Con quale battaglia decisiva gli italiani sconfissero gli austriaci nella Prima Guerra Mondiale?

  67. Quanti furono i morti tra gli italiani nella Prima Guerra Mondiale?

  68. Perchè il 1917 fu un anno di svolta nella Prima Guerra Mondiale? [Prima ragione: perchè in Russia scoppia la rivoluzione e quindi, anche se la Russia firmerà una pace separata con la Germania l’anno successivo (1918), essa non darà più alcun contributo significativo alla guerra. Seconda ragione: perchè gli USA entrano in guerra a fianco dell’Intesa dando un apporto decisivo]

  69. Per quali ragioni gli Stati Uniti entrarono in guerra (nella Prima Guerra Mondiale)? [gli USA, già prima di entrare in guerra, avevano fornito armi e aiuti finanziari (prestiti in denaro) ai Paesi dell’Intesa per affrontare i crescenti costi della guerra. Proprio per questo i sottomarini tedeschi siluravano le navi mercantili americane dirette in Inghilterra. Alla fine la risposta degli USA alla Germania fu la loro entrata in guerra]

  70. Chi era Woodrow Wilson? Qual era lo scopo principale dei “14 punti di Wilson” e quali principi fondamentali con essi si affermavano? [Woodrow Wilson: presidente democratico americano durante la Prima Guerra Mondiale. Scopo primario dei “14 punti di Wilson” era garantire una pace duratura. Per ottenere ciò era necessario: stabilire la libertà dei mari e del commercio (violata dai tedeschi che siluravano le navi mercantili americane); rifiutare la diplomazia segreta; affermare l’autodeterminazione dei popoli (ogni popolo ha il diritto ad avere un proprio Stato sovrano e a non essere assoggettato ad altri Stati); la costituzione di una “Società delle nazioni” (antesignana dell’Onu), organismo internazionale che avrebbe dovuto garantire la pace in futuro;...]

  71. Che cosa era la Società delle Nazioni? Di quale organismo internazionale attuale è l’antesignana? Perchè ha fallito i suoi obiettivi? [“Società delle nazioni” (antesignana dell’Onu), organismo internazionale che avrebbe dovuto garantire una pace duratura. Non aveva un proprio esercito (mentre l’Onu ha i “caschi blu”). L’unico strumento che aveva per far rispettare le sue risoluzioni (decisioni) erano le sanzioni economiche, ovvero il blocco delle forniture di alimenti e altre merci. Altro elemento di debolezza: non entrarono a farne parte: USA per loro decisione; la Russia perchè era diventata comunista; i Paesi sconfitti perchè non furono ammessi dai vincitori]

  72. Quali 4 grandi imperi furono spazzati via dalla guerra? [Impero tedesco (Secondo Reich) e Impero austro-ungarico (Asburgico) e Impero Turco Ottomano (ridotto alla sola Turchia) perchè sconfitti; Impero russo perchè crollò abbattuto dalla rivoluzione]

  73. Che cosa stabilirono i trattati di pace della Prima Guerra Mondiale? [Per volere della Francia, che voleva prendersi una rivincita dopo la cocente sconfitta della guerra franco-prussiana (1870-1) fu una pace punitiva e imposta dai vincitori ai vinti. Ai Paesi sconfitti fu impedito di prendere parte al tavolo della pace. L’impero asburgico fu smembrato e ridotto alla sola Austria. La Germania dovette restituire alla Francia l’Alsazia e la Lorena, regioni ricche di giacimenti di carbone e ferro; la Prussia orientale fu divisa dal resto della Germania dal “corridoio polacco”; fu costretta a pagare ai vincitori ingenti somme di denaro: le “riparazioni” dei danni da essa provocati con la guerra. Questa pace così dura preparerà il terreno per una rivincita tedesca: la Seconda Guerra Mondiale]

  74. Quali furono le principali conseguenze della Prima Guerra Mondiale? [(1) inflazione (aumento dei prezzi) dovuto al fatto che per far fronte alle spese di guerra i Paesi europei avevano stampato molta più carta moneta (banconote) di quanto oro avessero nelle loro banche centrali. Troppa moneta in circolazione e scarsità di beni fa aumentare i prezzi. (2) scarsità di beni disponibili (le industrie si erano convertite a scopi bellici e ora non era facile riconvertisri a scopi civili); (3) crollo di 4 grandi imperi; (4) fine del primato economico europeo; (5) agitazioni sociali: la crisi economica conseguente alla guerra porta a scioperi e proteste per l’inflazione e la mancanza di lavoro; inoltre per incentivare i soldati/contadini a combattere erano state promesse loro dallo Stato terre che poi non gli furono concesse; (6) la reazione alle agitazioni sociali fu la costituzione di regimi dittatoriali]

  75. Quanti furono i morti nella Prima Guerra Mondiale?

  76. Qual è la situazione economica e sociale della Russia alla vigilia della rivoluzione del 1917? [la Russia era un Paese profondamente arretrato; prevalentemente agricolo; le fabbriche scorgevano esclusivamente nelle due città principali, Pietrogrado (oggi San Pietroburgo), la capitale, e Mosca. Inoltre, a causa della chiamata in guerra di milioni di contadini, la produzione agricola era fortemente diminuita]

  77. Che cosa fu la Rivoluzione di febbraio (1917)? [nel febbraio (secondo il calendario giuliano in vigore in Russia; in marzo secondo il calendario gregoriano in vigore nell’Europa occidentale) del 1917, ci fu una rivolta di operai a San Pietroburgo contro la guerra. I soldati invece di reprimere l’insurrezione, solidarizzarono con i rivoltosi. Lo zar, Nicola II, abdicò. Si formò un governo provvisorio di orientamento liberale. E si costituirono i “soviet”, organismi rivoluzionari di autogoverno.]

  78. Quali sono i principi fondamentali del liberalismo? [Il liberalismo è una concezione politica il cui valore fondamentale è la libertà di: opinione, parola, stampa, associazione, religione e di commercio. E soprattutto il diritto alla proprietà privata. Altri principi basilari del liberalismo sono: l’uguaglianza giuridica (tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, ovvero: la legge è uguale per tutti); la separazione dei tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo, giudiziario)]

  79. Che cosa erano i soviet? [letteralmente, “soviet” significa “consiglio”. Si trattava di organismi rivoluzionari messi in piedi dai lavoratori con l’obiettivo di autogovernarsi. Si trattava di esperimenti di democrazia diretta: le decisioni vengono prese direttamente dai cittadini; i governati coincidono con i governanti. Non ci sono organismi intermedi di rappresentanza come i Parlamenti. I primi soviet erano sorti in Russia durante la Rivoluzione del 1905, ma presto erano stati sciolti dalla repressione zarista. Nel 1917 si contrapposero non solo allo zar ma anche al governo provvisorio liberale che aveva rovesciato il sistema assolutista dello zar]

  80. Che differenza c’è tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa? [La democrazia diretta è una democrazia dove i governati coincidono con i governanti. Le decisioni vengono prese in una assemblea che comprende tutti i cittadini e dove ciascuno ha l diritto di votare a favore o contro le proposte che vengono di volta in volta avanzate. Nella democrazia diretta non ci sono organi rappresentativi come i Parlamenti; non ci sono organismi intermedi tra chi prende le decisioni e chi...... L’unico esempio storico di democrazia diretta è stata la democrazia di Atene del V sec. a. C.: tutti i cittadini maschi adulti ateniesi si ritrovavano in piazza (agorà) e votavano le proposte. Ma ciò era possibile perchè all’epoca Atene era uno Stato (città-Stato) di poche decine di migliaia di abitanti. Anche i soviet, pur essendo state esperienze effimere e fallimentari, proponevano una forma di democrazia diretta. La democrazia rappresentativa, invece, è una forma di democrazia indiretta. Infatti i cittadini non prendono direttamente le decisioni di governo e non scrivono loro le leggi. Essi eleggono dei loro rappresentanti in Parlamento (i parlamentari) e questi parlamentari scrivono le leggi che poi tutti i cittadini devono seguire e sostengono il governo che deve dare l’indirizzo politico allo Stato. Le moderne democrazie sono tutte democrazie rappresentative, non sarebbe possibile per milioni di persone riunirsi e discutere e prendere decisioni a maggioranza. Tuttavia negli ultimi anni ha ripreso vigore il concetto di democrazia diretta. Sta, infatti, prendendo corpo l’idea che, grazie a internet, si possa creare una piazza virtuale e stando comodamente seduti a casa tutti i cittadini possano con un semplice clic votare proposte di legge e possano anche elaborarne di nuove e farle conoscere a milioni di persone. E’ stata chiamata in vari modi: “democrazia digitale”, “democrazia 2.0”, “democrazia partecipativa”... Al di là del giudizio politico che se ne può dare, il Movimento 5 Stelle è fautore di questo tipo di democrazia]

  81. Chi era Lenin?

  82. Che cosa era il Partito bolscevico? [Il Partito bolscevico era un partito nato dalla scissione del Partito socialdemocratico russo avvenuta nel 1903 in due tronconi: quello maggioritario (in russo maggioritario si dice “bolscevico”) e quello minoritario (in russo minoritario si dice “menscevico”). Il Partito socialdemocratico russo, come ogni partito socialdemocratico di quell’epoca, era un partito socialista che si rifaceva alle teorie di Karl Marx. Marx riteneva che la storia fosse un susseguirsi di lotte tra oppressi e oppressori (plebei contro patrizi, servi della gleba contro feudatari, borghesi contro nobili, proletari (operai) contro borghesi). Gli oppressori sono coloro che detengono il potere economico e di conseguenza anche quello politico. Il capitalismo (affermatosi soprattutto con la rivoluzione industriale) è una forma di sistema economico destinata, come le precedenti (sistema feudale e sistema antico), a soccombere. Il capitalismo ha, infatti, delle contraddizioni interne, delle falle, che lo porteranno all’autodistruzione. Una di queste contraddizione sta nel fatto che il capitalismo promette una ricchezza sempre più grande e sempre più diffusa, ma in realtà precipita inesorabilmente in crisi economiche ricorrenti, inevitabili e sempre più gravi. Qualcuno potrebbe leggere in questa chiave interpretativa marxista la crisi economica su cui si sta avvitando l’economia occidentale oggi. Quando il sistema economico capitalistico arriverà alla sua inevitabile crisi finale, ci potrà essere anche una rivoluzione di popolo, una rivoluzione proletaria (operaia), per la precisione, che darà il colpo di grazia a un sistema economico ormai destinato a cadere. Il sistema capitalistico verrà, allora, sostituito da una società comunista in cui non ci saranno più due classi contrapposte oppressori e oppressi. Tutti saranno uguali, sarà abolita la proprietà privata e non ci saranno più sfruttatori e sfruttati, ricchi e poveri. Questo potrà accadere, però, soltanto nei Paesi in cui il capitalismo sarà in una fase avanzata e non ai suoi albori (al suo inizio). I partiti socialisti e socialdemocratici di fine ‘800 e inizio ‘900 pensavano di accettare provvisoriamente i sistemi parlamentari borghesi, lo Stato che difende la proprietà privata, il sistema capitalistico. Pensavano di ottenere un miglioramento della condizione dei lavoratori attraverso delle riforme graduali, senza fare una rivoluzione. Ma si trattava di una attesa tattica: bisognava aspettare che il capitalismo arrivasse a una fase matura e fosse indebolito dalle sue contraddizioni e crisi interne per poi infliggergli il colpo finale, attraverso una rivoluzione proletaria (cioè degli operai). I bolscevichi, invece, pensavano che la crisi dovuta alla guerra (Prima Guerra mondiale) avesse agito da acceleratore della fine del capitalistica e che quindi i tempi fossero maturi per fare la rivoluzione, sopprimere il capitalismo, la proprietà privata e la divisione della società in classi sociali e dare vita a una società comunista senza proprietà privata, classi di oppressi e oppressori, sfruttamento del più debole da parte del più forte; una società di uguali. Il leader del Partito bolscevico era Lenin. Egli era convinto che un piccolo gruppo di “rivoluzionari di professione” avrebbe potuto portare il popolo (operai e contadini) al potere. Mentre gli altri partiti erano per continuare la guerra, il Partito bolscevico voleva che (1) la Russia uscisse immediatamente dal conflitto; (2) che ai contadini venisse distribuita la terra sottratta ai nobili.] Che nome prenderà a partire dalla primavera 1918?

  83. Che cosa promise il Partito bolscevico dopo la rivoluzione di febbraio e prima di prendere il potere con la rivoluzione di ottobre? [Il Partito bolscevico voleva che (1) la Russia uscisse immediatamente dal conflitto; (2) che ai contadini venisse distribuita la terra sottratta ai nobili.]

  84. Che cosa si intende per Rivoluzione di Ottobre?

  85. Che cosa si intende in generale per “Assemblea costituente”? [Si intende una assemblea, di solito eletta a suffragio universale, che ha lo scopo di redigere una Costituzione, ovvero la legge fondamentale dello Stato, che stabilisce le “regole del gioco” di quello Stato] Quale percentuale di voti presero i bolschevichi alle elezioni per l’ Assemblea costituente del novembre 1917? [25%] Come reagirono di fronte a tale risultato? [Sciolsero l’Assemblea e formarono un governo di soli bolscevichi, difeso da milizie armate (le guardie rosse), in sostanza instaurarono una dittatura di partito]

  86. Preso il potere con la forza, i bolscevichi mantennero le promesse fatte nel loro programma? [Mantennero l’impegno di distribuire le terre ai contadini e di uscire dalla guerra firmando una pace separata con la Gerrmania (pace di Brest-Litovsk); ma non mantennero l’impegno di consegnare il potere ai soviet; al contrario, lo tennero stretto nelle loro mani]

  87. Perchè all’indomani della instaurazione della dittatura bolscevica, in Russia scoppiò una guerra civile? Quali erano i due fronti contrapposti? Perchè Inghilterra, Francia, Stati Uniti e Giappone appoggiarono le Armate bianche? Chi vinse la guerra civile?

  88. Chi era Lev Trozkij? Che ruolo ebbe durante la guerra civile? Su quale divergenza di vedute si scontrò con Stalin?

  89. Che cos’era l’Armata rossa? Chi la mise in piedi? Chi erano gli ufficiali che la guidavano?

  90. Che cosa si intende per URSS? Chi deteneva il potere in URSS? Era davvero nelle mani dei soviet?

  91. Che cosa si intende per “comunismo di guerra”? [Tra il 1818 e il 1821, poichè i viveri scarseggiavano a causa, prima, della guerra e, poi, della guerra civile, i bolscevichi decisero di nazionalizzare (sottrarre ai privati e rendere statali) le industrie e di requisire (sequestrare, prendere con la forza) i cereali per distribuirli alla popolazione urbana. I piccoli contadini a cui erano state distribuite le terre, che in epoca zarista erano state dei nobili, furono costretti a unirsi e creare fattorie collettive. Ma tutto questo non servì a evitare una terribile carestia, anzi, la acuì. Tale carestia provocò, secondo le stime più attendibili, circa 5 milioni di morti. Per sfuggire alla fame non mancarono molti casi di cannibalismo]

  92. Per uscire dalla terribile carestia provocata dal comunismo di guerra, quale politica economica adottò Lenin? In cosa consisteva?

  93. Che cosa si intende per NEP? Quando, da chi e perchè fu adottata?

  94. Che cosa era il PCUS? Quando nacque?

  95. Alla morte di Lenin (lo studente deve indicare l’anno o quantomeno il decennio), si scatenò un duro scontro politico tra due contendenti alla successione al vertice del PCUS? Chi erano i due protagonisti di questo scontro? Su quale concezione politica erano in disaccordo?

  96. Chi fu il successore di Lenin? In quale periodo rimase al vertice dell’URSS?

  97. Chi era Stalin?

  98. Quale politica economica adottò Stalin per far uscire l’URSS dallo stato di arretratezza ereditato dal vecchio impero zarista?

  99. Con quale obiettivo, Stalin mise in atto una industrializzazione e urbanizzazione forzata?

  100. Che cosa si intende per collettivizzazione delle campagne durante il regime staliniano?

  101. Chi erano i kulaki?

  102. Che cosa erano i piani quinquennali?

  103. Che cosa significa statalismo (Attenzione: non confondere statalismo con stalinismo!) in economia?

  104. Che cosa si intende per stalinismo (Attenzione: non confondere stalinismo con statalismo!)?

  105. Che cosa erano i gulag?

  106. Che cosa è stata la Guerra fredda? Che arco di tempo ha abbracciato? [Alla fine della Seconda Guerra Mondiale (1939-45), tra i Paesi vincitori della guerra, due si presentavano come quelli di gran lunga più potenti sul piano economico, militare e politico: Stati Uniti d’America (USA) e Unione Sovietica (URSS). Essi avevano dato il maggior contributo alla sconfitta del Germania nazista di Hitler (oltre che dei suoi alleati, primi fra tutti: il Giappone nazionalista e l’Italia fascista). Questi due Paesi, pur essendosi alleati per sconfiggere il loro nemico comune, la Germania nazista, erano tra di loro in aperta contrapposizione. Essi, infatti, incarnavano e propagandavano (propagandare...) due modelli politici, economici e ideologici (ideologia: ....) diametralmente opposti. Gli USA erano (e sono ancora oggi) una democrazia liberale fautrice del libero mercato. L’URSS era un regime totalitario fautore di un’economia statalista (pianificata e diretta dallo Stato). Schematicamente:



Ingredienti ideologici

USA (democrazia liberale)

URSS (regime totalitario comunista)

Valore fondamentale

Libertà

  • di opinione

  • di religione

  • di stampa

  • di associazione

Uguaglianza.

Veniva sbandierata ma in realtà c’erano disuguaglianze enormi tra chi ricopriva alti incarichi all’interno del Partito Comunista (PCUS: Partito Comunista dell’Unione Sovietica) e il resto del popolo.

Come dice lo scrittore George Orwell nel racconto La fattoria degli animali: “Tutti gli animali erano uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”

Divisione (o separazione) dei poteri

E’ necessario che i tre grandi poteri dello Stato (legislativo, esecutivo, giudiziario) siano indipendenti l’uno dagli altri....

Il Partito Comunista (PCUS: Partito Comunista dell’Unione Sovietica) detiene tutti e tre i grandi poteri dello Stato

Uguaglianza giuridica

(tutti sono uguali davanti alla legge)

E’ garantita dallo Stato, anche se, di fatto, chi è ricco si può pagare gli avvocati migliori e ha più possibilità di essere assolto di chi è povero e non ha i soldi per pagarsi un buon avvocato.

Non essendoci separazione dei poteri, i tre poteri erano concentrati nelle mani dei vertici del partito.

Chi era sospettato di discostarsi dalla linea ufficiale del PCUS veniva accusato di “deviazionismo” e veniva processato in modo sommario e, il più delle volte, condannato anche in mancanza di prove reali.

C’era, quindi, una disuguaglianza giuridica tra chi stava al vertice del PCUS (il segretario del PCUS, Stalin, e gli uomini di cui egli, in quel momento, si fidava) e tutti gli altri abitanti dell’URSS, che potevano, in ogni momento, essere accusati di deviazionismo, anche sulla base di sospetti palesemente infondati.

Partiti politici

E’ ammessa una pluralità di partiti politici (i due maggiori partiti sono quello Repubblicano e quello Democratico)

Era ammesso un solo partito: il Partito Comunista (PCUS: Partito Comunista dell’Unione Sovietica), che discendeva dal Partito bolscevico

Proprietà privata

E’ un diritto inviolabile

Non è ammessa, perchè è considerata la causa delle disuguaglianze e delle ingiustizie sociali.

Economia

Libero mercato:

Che cosa produrre e in che quantità lo decidono gli imprenditori sulla base dei bisogni dei consumatori.

Se un potenziale imprenditore prevede che la domanda di auto tenderà a diminuire e quella di sigarette elettroniche ad aumentare, aprirà una fabbrica di queste e non di quelle.

Il prezzo delle merci dipende dalla legge della domanda e dell’offerta.

Statalismo:

Non è ammesso il libero mercato. Lo Stato ha il controllo dell’economia. Esso stabilisce, attraverso i piani quinquennali, che cosa bisogna produrre e in che quantità.

Lavoro

Non è un diritto garantito dallo Stato.

La possibilità di lavorare e di fare guadagni dipende dal mercato del lavoro. Per esempio:

se Mr Smith vuol fare l’insegnate di inglese e ci sono poche cattedre disponibili nelle scuole e molti aspiranti ad esse, egli rimarrà disoccupato o troverà un posto ricevendo uno stipendio basso. Se, invece, Mr Smith vuol fare l’idraulico e ci sono pochi idraulici rispetto al fabbisogno, egli potrà farlo e guadagnare molti soldi.

E’ garantito a tutti dallo Stato.

Tutti devono lavorare e a tutti lo Stato garantisce un lavoro. Anche se c’erano delle piccole differenze nella paga, nessuno aveva la possibilità di arricchirsi con il lavoro.


Religione

La libertà di professare la propria religione è un diritto.

Non c’è libertà religiosa. Lo Stato impone a tutti l’ateismo: ateismo di Stato.


Come si vede dalla tabella qui sopra l’opposizione tra USA e URSS era frontale. Entrambe avevano interesse a che il resto del mondo si conformasse al loro modello economico-politico. E in effetti il mondo si divise in due blocchi contrapposti: gli Stati che, temendo il comunismo, si allearono con gli USA e si misero sotto la sua ala protettiva e gli Stati che, invece, si schierarono dalla parte dell’URSS. L’ostilità tra queste due superpotenze non degenerò mai in una guerra diretta tra di esse, anche perchè entrambe erano dotate di armi nucleari ed entrambe erano ben consapevoli che una guerra nucleare avrebbe determinato una catastrofe globale senza ritorno. Trattandosi quindi di una guerra non guerreggiata (non combattuta sul campo) ma solo minacciata è stata definita “guerra fredda”.

  1. Che ruolo ha avuto l’Unione Sovietica nella Guerra fredda? [L’Unione Sovietica ha rappresentato una delle due superpotenze in “guerra”. L’altra erano gli Stati Uniti. L’URSS propagandava il comunismo e rappresentava per masse di milioni di persone in tutto il mondo una speranza di riscatto sociale. Molti vedevano nel comunismo e soprattutto nell’abolizione della proprietà privata e nella garanzia di un posto di lavoro per tutti, la fine del loro stato di subordinazione sociale ed economico rispetto alle classi sociali ricche e privilegiate. Insomma la fine delle ingiustizie.]

  2. Fino a quando è durato il regime comunista in URSS? [1991]

  3. Perchè il regime comunista sovietico e quelli dei paesi che si trovavano sotto il suo ombrello protettivo sono crollati? In altre parole, perchè l’Unione Sovietica è uscita sconfitta dalla Guerra fredda? [L’Unione Sovietico è sembrata a molti, e per lungo tempo, capace di competere con gli Stati Uniti in quanto a crescita economica e militare. E, in effetti, dal 1928 (anno dell’avvio del primo piano quinquennale) alla fine degli anni ’60, il PIL sovietico è aumentato del 6% annuo (una percentuale molto alta per un periodo molto lungo). Ma, a partire dagli anni ’70 la crescita si è arrestata. Ci sono molte teorie alternative che tentano di dare una spiegazione a ciò. Ma forse la più convincente è la seguente. Una crescita economica duratura ha bisogno di continua innovazione tecnologica. Ma l’innovazione è stimolata dalla possibilità di guadagno per chi l’ha creata o per chi ci investe. In un paese dove non c’è proprietà privata, dove tutti hanno un posto di lavoro garantito dallo Stato, nessuno è incentivato ad innovare, ad inventare nuovi marchingegni tecnologici, a creare brevetti... Pertanto, nel lungo periodo, lo slancio economico si esaurisce e il Paese si impoverisce.]

  4. In che periodo Mussolini è stato al potere in Italia? [ottobre 1922- luglio 1943]

  5. Presso quali ceti sociali e categorie di individui la Grande Guerra creò grandi aspettative relative al periodo postbellico? Di quali aspirazioni si trattava e perchè la Prima Guerra Mondiale ne era stata l’incubatrice? [

    • I contadini meridionali speravano in una riforma agraria da parte dello Stato che distribuisse loro le terre incolte come gli era stato promesso durante la guerra per motivarli a combattere;

    • gli operai del nord rivendicavano migliori condizioni salariali e alcuni di loro aspiravano a fare una rivoluzione sul modello bolscevico (“Fare come in Russia” era il loro motto);

    • le donne, che avevano sostituito in molti luoghi di lavoro gli uomini impegnati sul fronte, finita la guerra, aspiravano a un ruolo meno marginale nella società; la guerra era stata per loro una palestra di emancipazione;

    • i ceti medi...

Inoltre molti reduci avevano a difficoltà rientrare nei ranghi della vita civile, si erano abituati a obbedire e comandare e a vedere gli altri come nemici e a risolvere con la violenza.

Insomma nella società civile serpeggiava un desiderio di partecipazione alla vita politica e a contare di più nella società.

  1. Quali erano i problemi economici dell’Italia del primo dopoguerra? [ mnm,,m

    • Debito pubblico (deficit)

    • Inflazione (aumento dei prezzi dei beni)

    • Disoccupazione

    • Riconversione industriale:

  2. Che cosa si intende per “vittoria mutilata”? [L’Italia, in base ai trattati di pace seguiti alla Prima Guerra Mondiale, aveva ottenuto il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia e l’Istria (che oggi fa parte della Croazia perchè l’Italia dovette cederla all’allora Jugoslavia in seguito alla sconfitta subita nella Seconda Guerra Mondiale). Non aveva però ottenuto la città di Fiume, che, secondo il Patto di Londra, doveva rimanere all’Austria, e la Dalmazia settentrionale che, invece, secondo il Patto di Londra, doveva spettare all’Italia in caso di vittoria. Questo accese il risentimento di molti nazionalisti che soprattutto non digerivano la mancata acquisizione di Fiume, trattandosi una città abitata in prevalenza da italiani. Ma in realtà la pretesa dell’Italia di espandersi in Istria e Dalmazia aveva un sapore imperialistico, visto che quelle terre erano da secoli abitate da popolazioni slave ed erano ben al di là di quelli che erano considerati i “confini naturali” dell’Italia rappresentati dalle Alpi. Il poeta Gabriele D’Annunzio, si pose alla testa di un gruppo di reduci di guerra nazionalisti e nel 1919 occupò la città di Fiume. Molti di essi confluiranno di lì a breve nelle file del movimento fascista.]

  3. Che cosa si intende per “impresa fiumana”? [Fiume (in croato Rijeka), una città dell’Istria che oggi fa parte della Croazia, alla fine della Prima Guerra Mondiale, in base ai trattati di pace, era stata proclamata città libera. I nazionalisti italiani tuttavia la rivendicavano in quanto abitata per lo più da italiani. Per questa ragione il poeta Gabriele D’Annunzio coniò l’espressione “vittoria mutilata”, per sottolineare che all’Italia, uscita vittoriosa dalla guerra, era stata negata una città che le “spettava”. Lo stesso D’Annunzio, che già nella Prima Guerra Mondiale si era distinto per imprese ardite, nel settembre 1919 si pose a capo di una milizia di volontari nazionalisti e occupò militarmente Fiume. I circa duemila volontari furono chiamati legionari, nome che evocava l’antica Roma. L’impresa di Fiume fu un’esperienza che ispirò per molti aspetti il fascismo. Dopo quindici mesi, fu Giovanni Giolitti, tornato al governo dopo la parentesi della guerra, a porre fine all’impresa di Fiume inviando l’esercito. Fiume fu dichiarata città libera e nel 1924 assegnata all’Italia.]

  4. Cosa sono, quando nascono, e perchè, i partiti di massa? [I partiti politici di massa sono, come dice il termine stesso, partiti con un elevato numero di iscritti e di elettori. Essi sono un prodotto della società di massa. Si vengono a creare quando viene allargato il suffragio che da censitario diventa universale. In Italia il suffragio universale maschile era stato introdotto nel 1912 da Giolitti. La Prima Guerra Mondiale aveva acuito il bisogno di partecipazione alla vita politica di masse di persone che avevano dato il loro contributo alla guerra e alla vittoria e, terminato il conflitto, pretendevano di non essere relegate a un ruolo marginale ma di prender parte alle decisioni politiche. I maggiori partiti di massa del primo dopoguerra erano il Partito Socialista Italiano e il Partito Popolare Italiano. Il primo era stato fondato nel 1892, il secondo nel 1919.]

  5. Che cosa sai del Partito Popolare Italiano (PPI)? [Il Partito Popolare fu fondato nel 1919 dal sacerdote siciliano Luigi Sturzo. Era un partito di ispirazione cattolica che fu favorito dalla Chiesa per contrastare l’avanzata del Partito Socialista. In questo modo la Chiesa, che nell’800 aveva avversato l’unità d’Italia e aveva proibito ai cattolici di prender parte alla vita politica, mostrò, con grande senso di realismo, un’apertura verso la politica e lo Stato italiano. Gli elettori del Partito Popolare erano per lo più contadini o esponenti del ceto medio.]

  6. Che cosa sai del Partito Socialista Italiano del primo dopoguerra?

  7. Che cosa si intende per “biennio rosso”? [Si intende il biennio 1919-20 contrassegnato da lotte operaie e contadine contro gli imprenditori e lo Stato. Il malcontento era causato in massima parte dall’aumento dei prezzi (inflazione), conseguenza della guerra. Nel Nord Italia, soprattutto del cosiddetto triangolo industriale (Torino, Milano e Genova), gli operai facevano continui scioperi e occupavano le fabbriche. Nel Nord e nel Centro Italia i contadini si organizzavano in leghe socialiste, dette “leghe rosse”, e in leghe cattoliche, dette “leghe bianche”. Nel Sud Italia i contadini, delusi dalla mancata riforma agraria, occupavano in modo spontaneo, non organizzato, le terre incolte dei latifondi. Gli industriali rispondevano alle lotte operaie con la serrata. Sull’esempio dell’Unione Sovietica si vennero a costituire dei consigli di fabbrica, tipo soviet. Tra la borghesia si diffuse la paura di un’imminente rivoluzione.]

  8. Che cosa si intende per “mancata riforma agraria” nel primo dopoguerra? [Durante la Prima Guerra Mondiale, per incentivare i soldati demoralizzati a combattere, il governo promise loro che al termine della guerra avrebbe avrebbe fatto una riforma agraria che consisteva nel dividere grandi latifondi meridionali in lotti e distribuirli ai contadini. Molti soldati nella vita civile erano contadini. Finita la guerra, il governo non onorò gli impegni presi: non ci fu nessuna riforma agraria. Allora i contadini reduci di guerra nel Sud Italia occuparono le terre.]

  9. Partito Comunista...?

  10. Quando nacque il fascismo? Chi ne fu il fondatore? Qual era il suo programma politico originario? [Il fascismo nacque nel 1919 all’indomani della Prima Guerra Mondiale a Milano per iniziativa di Benito Mussolini. Mussolini aveva un passato di socialista. Quando in Italia all’inizio della Prima Guerra Mondiale si accese il dibattito tra neutralisti e interventisti, Mussolini si schierò a favore dell’entrata in guerra dell’Italia. Questa sua posizione gli valse l’espulsione dal Partito socialista, che, invece, era neutralista, e l’espulsione dal quotidiano socialista “L’Avanti”, di cui egli era stato direttore. All’inizio il fascismo era un movimento politico non ancora strutturato come un partito vero e proprio. Si chiamava: Fasci di combattimento. Anche se il fascismo porterà a una dittatura di destra, antisocialista e anticomunista, il programma dei Fasci di combattimento del 1919 era fortemente orientato a sinistra:

    • era per la Repubblica (voleva che l’Italia da monarchia diventasse una repubblica);

    • era per il voto alle donne;

    • era per delle riforme sociali come, per esempio, la giornata lavorativa di otto ore;

    • era per introdurre forti tasse per i ricchi;

    • era per il sequestro da parte dello Stato dei beni ecclesiastici (delle congregazioni religiose).

Ma al di là del programma, il fascismo si caratterizzò come un movimento antidemocratico e violento. Esso rifiutava la politica tradizionale, intesa come discussione delle questioni in Parlamento e decisioni prese a maggioranza. Voleva invece imporre le proprie posizioni fuori dalle sedi istituzionali della politica, il Parlamento e il Governo, usando la violenza. Per questo dette vita allo squadrismo. Era inoltre contraddittorio perchè pur dichiarandosi antipolitico e antipartitico si presentò fin dal 1919 alle elezioni. Ma era ancora un movimento troppo piccolo per riuscire a far eleggere anche un solo deputato in Parlamento.]

  1. Che cosa si intende per squadrismo fascista? [Il fascismo si distinse fin dall’inizio (1919) per la violenza. Pretendeva di risolvere le divergenze politiche non con la parola ma con l’azione violenta. Vedeva nell’avversario politico un nemico della nazione, da eliminare piuttosto che da riconoscere come controparte legittima. Si può capire ciò solo tenendo presente l’influenza che la Grande Guerra aveva avuto su molti uomini in tutta Europa. Essa li aveva abituati alla violenza quotidiana. Finita la guerra, per molti reduci era stato difficile rientrare nei ranghi della vita civile e accettarne le regole di comportamento. Dall’esperienza della guerra, molti maturarono l’idea che chi la pensava diversamente da te doveva essere trattato come un nemico da combattere con ogni mezzo. La violenza diventa per i fascisti il mezzo principale di cui servirsi nella lotta politica. Pur avendo un programma fortemente orientato a sinistra, i fascisti decisero di contrastare le lotte operaie e contadine del biennio rosso. Si presentarono agli occhi dell’opinione pubblica spaventata dai continui scioperi, occupazione delle fabbriche, proteste... come i difensori dell’ordine, come coloro che avrebbero impedito che in Italia ci fosse una rivoluzione come quella bolscevica in Russia. Si organizzarono in “squadre d’azione” che, armate di manganelli e armi da fuoco, partivano di notte dalle città e andavano a compiere azioni punitive contro le sedi di quei sindacati e di quei partiti che sostenevano le lotte operaie e contadine. Erano le cosiddette “spedizioni punitive”. Esse finivano con l’intimidazione e il pestaggio degli avversari politici e l’incendio di quegli edifici sedi di sindacati, partiti, giornali, circoli considerati nemici.

Gli squadristi indossavano una camicia nera come gli arditi, un corpo speciale d’assalto della Prima Guerra Mondiale, perciò erano detti “camicie nere”.

Lo squadrismo era finanziato dagli agrari, i grandi proprietari terrieri, e dagli industriali che avevano interesse a far cessare le agitazioni contadine e operaie contro di loro. Il governo e le forze dell’ordine non intervenivano per porre fine alle violenze perchè consideravano gli squadristi salvatori della patria dal “pericolo rosso”, ovvero dal pericolo che i socialisti prendessero il sopravvento. Lo squadrismo non può essere giustificato ma il sostegno che esso ebbe può essere compreso se si tiene conto della paura di una rivolzione di tipo bolscevico.]

  1. Quale fu l’atteggiamento della classe dirigente liberale di fronte allo squadrismo fascista? [La classe dirigente liberale pensò di potersi servire della violenza squadrista contro i suoi avversari (socialisti, sindacalisti...), per reprimere le agitazioni del biennio rosso senza sporcarsi essa stessa direttamente le mani. Essa si illuse che, una volta fatto il lavoro sporco, il fascismo avrebbe accettato le regole della democrazia, si sarebbe lasciato istituzionalizzare, cioè avrebbe accettato le istituzioni dello Stato democratico e ne sarebbe entrato a far parte. Nel 1921 Giolitti offrì ai fascisti la possibilità di entrare in una coalizione politica (i “blocchi nazionali”) formata da conservatori, liberali e democratici, uno schieramento abbastanza ampio da poter competere con i due grandi partiti di massa dell’epoca: Partito Socialista e Partito Popolare. Fu un’ottima opportunità per il fascismo, che da solo non aveva la forza politica per entrare in Parlamento, per legittimarsi e acquistare consenso. Da solo non ce la poteva fare. Grazie ai blocchi nazionali furono eletti in Parlamento 35 deputati fascisti. Gli avvenimenti degli anni successivi dimostreranno che i liberali si erano sbagliati completamente: i fascisti, una volta legittimati dal Parlamento, non solo non accetteranno le istituzioni democratiche, ma trasformeranno lo Stato liberale italiano in un regime dittatoriale, eliminando tutti i partiti politici, la libertà di opinione e di stampa... In conclusione i liberali e in particolare Giolitti hanno la responsabilità storica di aver portato Mussolini e i fascisti in Parlamento nella convinzione errata che le forze eversive dovessero essere riportate nell’ambito della legalità istituzionalizzandole. Detto in parole più semplici: la convinzione sbagliata dei liberali era che i fascisti, che erano una forza violenta contro le istituzioni democratiche, se fossero entrati in Parlamento avrebbero poi accettato le istituzioni e le regole della democrazia.]

  2. Dopo il loro ingresso in Parlamento, nel 1921, grazie ai blocchi nazionali, i fascisti accettarono le istituzioni democratiche? Cessarono di essere un movimento violento, eversivo e pericoloso per le istituzioni democratiche, come avevano previsto i liberali? [Assolutamente no. Anzi, le violenze squadriste si intensificarono. Il fascismo, come si suol dire, “giocava su due tavoli”: quello istituzionale in Parlamento e quello della violenza nelle piazze. Le varie componenti dello Stato si rivelarono complici o impotenti a fermare le violenze fasciste: le forze dell’ordine tolleravano e addirittura guardavano con un certo compiacimento le violenze squadriste; il Partito socialista era preso dalle sue divisioni interne che lo portarono a una vera e propria scissione (PSU...); i liberali, come abbiamo visto, dapprima si illusero di poter ancora addomesticare il fascismo, poi, quando si resero conto che il fascismo era diventato pericoloso per le istituzioni democratiche e si apprestava a prendere il potere con la forza, tentarono (il giolittiano Luigi Facta, nuovo capo del governo) di opporgli l’esercito, ma il re, cui spettava il compito di dare pieni poteri alle forze armate (per contrastare la “marcia su Roma”), si rifiutò di farlo.]

  3. Che cosa fu la marcia su Roma? [Nel 1922 il movimento operaio aveva ormai esaurito le sue forze e pertanto non costituiva più una minaccia per la borghesia liberale. Perciò i fascisti temevano che i liberali si sarebbero sbarazzati di loro dato che ormai non avevano più bisogno dello squadrismo fascista per reprimere le agitazioni operaie. Fu allora che Mussolini maturò l’idea di un colpo di Stato: le squadre fasciste avrebbero dovuto marciare su Roma per prendere il potere con la forza. Nel frattempo Mussolini rassicurava il re rinnegando le proprie simpatie repubblicane e prendeva accordi con il re perchè quest’ultimo gli affidasse l’incarico di formare un governo. La marcia su Roma avvenne il 28 ottobre 1922; Mussolini, temendo un esito negativo, rimase prudentemente a Milano in attesa di vedere quale sarebbe stata la reazione del governo e del re, Vittorio Emanuele III. L’allora capo del governo, il giolittiano Luigi Facta, chiese al re di firmare lo Stato d’assedio, ovvero di dare pieni poteri all’esercito per fermare le camicie nere dirette sulla capitale e arrestare i loro capi. Ma il re, forse perchè non si fidava fino in fondo dei vertici dell’esercito, forse perchè temeva che uno scontro tra fasciti e forze armate sarebbe degenerato in una guerra civile, si rifiutò di concedere lo stato d’assedio e Facta di conseguenza si dimise. Allora il re, invece di far arrestare Mussolini, lo convocò per nominarlo capo del governo.]

  4. Mussolini prese il potere (divenne capo del governo) con un colpo di Stato o in modo democratico? [Entrambe le cose. La marcia su Roma fu un tentativo di prendere il potere con la forza, attraverso un colpo di Stato. Ma dal momento che il re si rifiutò di firmare lo Stato d’assedio e di dare pieni poteri alle forze armate per fronteggiare i fascisti, e, anzi, dette a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo, Mussolini raggiunse il ver tice del potere esecutivo in modo legale, seppure sotto la minaccia di scatenare una guerra civile per prendere il potere con la forza.]

  5. Chi era Giacomo Matteotti? Quando e perchè fu assassinato? [Nella primavera del 1924 si tennero le elezioni politiche per eleggere il nuovo Parlamento. Nei giorni precedenti i fascisti scatenarono la loro violenza per intimidire gli elettori e convincerli a votare il Partito fascista. Seguirono, poi, veri e propri brogli elettorali (le schede elettorali venivano contraffatte e i voti venivano conteggiati in modo non conforme). Il deputato socialista Giacomo Matteotti (segretario del PSU) denunciò in Parlamento, alla Camera, questi comportamenti e contestò i risultati elettorali fortemente favorevoli al Partito fascista (che aveva ottenuto il 65% dei voti). Alcuni giorni dopo, Matteotti venne rapito e ucciso da degli squadristi che presto furono arrestati.]

  6. Che conseguenze ebbe il delitto Matteotti? [Alla notizia del delitto Matteotti, il Paese fu attraversato da un’ondata di indignazione. I deputati dell’opposizione (tranne i comunisti) decisero di disertare l’aula parlamentare in segno di protesta. L’abbandono della Camera dei deputati fu definita secessione dell’Aventino perchè rievocava un famoso episodio dell’antica Roma, quando i plebei si ritirarono su uno dei sette colli di Roma, l’Aventino appunto, per protestare contro i patrizi. Nei mesi seguenti i fascisti, temendo di avere il Paese contro, entrarono in una forte crisi che li convinse ad aspettare il corso degli eventi. Ma poichè Vittorio Emanuele III non prese alcuna iniziativa (avrebbe potuto licenziare Mussolini come capo del del governo, ma non lo fece) e il Senato confermò la fiducia al governo di Mussolini, quest’ultimo all’inizio di gennaio 1925 fece un discorso alla Camera in cui si assumeva la “responsabilità politica, morale, storica” di quanto era avvenuto, alludendo all’assassinio di Matteotti e ad ogni altra violenza perpetrata dagli squadristi. Ed aggiunse: “Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere io sono il capo di quell’associazione a delinquere!”.]

  7. In che senso il discorso alla Camera di Mussolini, in cui egli si assume la responsabilità politica, morale, storica del delitto Matteotti, rappresenta una svolta per il regime fascista? [Fino a quel momento Mussolini aveva potuto e voluto in più occasioni smarcarsi dalle azioni violente degli squadristi. Tipico in questo senso è la marcia su Roma che lui organizza ma a cui non prende parte, preferendo starsene prudentemente a Milano in attesa di vederne gli esiti. Ma con il discorso alla Camera del 3 gennaio 1925 in egli si assume la responsabilità politica, morale, storica del delitto Matteotti (non quella giuridica ovviamente, altrimenti la magistratura avrebbe dovuto sottoporlo a processo), Mussolini trasforma il regime fascista in una dittatura a viso aperto. E in effetti nei giorni seguenti ci fu un’ondata di arresti nei confronti degli oppositori politici e nei due anni successivi la stampa fu sottoposta a censura, i partiti, tranne quello fascista, vennero sciolti, fu abolito il diritto di sciopero, fu introdotta la pena di morte per i reati “contro la sicurezza dello Stato”... Insomma del regime liberale non rimaneva più nulla se non l’auttorità del re che stava a .....

  8. Che cosa sono le “leggi fascistissime”? [Le cosiddette “leggi fascistissime” furono leggi emanate tra il 1925 e il 1926, quindi dopo il delitto Matteotti e dopo la svolta rappresentata dal discorso di Mussolini alla Camera del gennaio 1925, quando ormai il fascismo non aveva più timore a presentarsi per quello che era: un regime dittatoriale che non esitava a usare la violenza contro gli avversari politici. Le leggi fascistissime dettero un forte contributo alla creazione di un regime dittatoriale:

  • fu proibito il diritto allo sciopero;

  • furono sciolti tutti i partiti antifascisti;

  • fu introdotta la pena di morte per i colpevoli di reati “contro lo Stato”;

  • per questi reati fu istituito un Tribunale speciale per la difesa dello Stato (composto da uomini della Milizia fascista);

  • fu istituito il “confino di polizia” per gli antifascisti;

  • fu creata la polizia segreta chiamata OVRA (Organizzazione per la Vigilanza e la Repressione dell’Antifascismo)

Di poco precedente alle leggi fu la fascistizzazione della stampa: la stampa fu sottoposta a una severa censura: i giornali potevano pubblicare solo le notizie gradite al regime.

  1. Che cosa era il confino sotto il fascismo? [Era un provvedimento giudiziario in base al quale chi lo subiva era obbligato ad abitare in un determinato luogo per un periodo di tempo stabilito dalle autorità. Il luogo preposto al confino generalmente si trovava in zone marginali dell’Italia. Il provvedimento veniva di solito preso nei confronti non di chi aveva commesso un reato, ma di chi era ritenuto “predisposto” a commetterli.]

  2. Il fascismo ebbe degli aperti oppositori politici? [Sì. Come spesso accade gli oppositori politici a viso a perto di un regime dittatoriale sono pochi, perchè poche sono le persone che hanno un grande coraggio. Essi vennero perseguitati. Molti antifascisti andarono in esilio in Francia, altri furono uccisi, e altri ancora incarcerati come Antonio Gramsci, leader dei comunisti.]

  3. Come si autonominò Mussolini? [Mussolini si autonominò “duce”, termine che deriva dal latino “dux”, che significa condottiero, capo. Egli era il capo del governo e del Partito fascista (PNF)....

  4. Mussolini fu un dittatore o il suo potere era limitato dal re? [Mussolini fu un dittatore anche se formalmente sopra di lui c’era il re che avrebbe potuto licenziarlo in ogni momento. Ma il re, Vittorio Emanuele III, era succube di Mussolini e lo lasciò governare il Paese in modo autoritario per una ventina d’anni (dall’ottobre 1922 al luglio 1943) senza ostacolarlo, fino a quando l’Italia non fu stremata dalla Seconda Guerra Mondiale, a cui Mussolini aveva voluto che partecipasse, pur non avendone la preparazione. Solo a quel punto Vittorio Emanuele III prese il coraggio di revocare a Mussolini il mandato governativo e di farlo arrestare.]

  5. Quali furono i rapporti tra il regime fascista e il Vaticano? [Il fascismo delle origini era fortemente anticlericale (uno dei punti del suo programma era il sequestro da parte dello Stato dei beni delle congregazioni religiose). Tuttavia, Mussolini ben presto si rese conto che, per avere il consenso della popolazione italiana, da secoli fortemente cattolica, doveva riconciliarsi con la Chiesa di Roma. A questo scopo si arrivò nel 1929 ai Patti lateranensi ovvero a degli accordi di reciproco riconoscimento tra Stato italiano e Città del Vaticano che dall’unità d’Italia fino ad allora si erano guardati con ostilità reciproca. Il Vaticano aveva condannato l’unità d’Italia perchè essa comportava la scomparsa dello Stato pontificio: i suoi territori dovevano essere inglobati nello Stato italiano. Non dimentichiamoci che Pio IX (nel 1868) aveva pronunciato il “non expedit”, cioè il divieto per i cattolici di partecipare alla vita politica italiana, in aperta protesta contro l’unità d’Italia. Ora con i Patti lateranensi lo Stato italiano creava lo Stato indipendente di Città del Vaticano e la Chiesa riconosceva la legittimità dello Stato italiano. Tra le altre cose, il cattolicesimo venne dichiarato religione ufficiale e lo Stato si impegnò a corrisponedere uno stipendio ai preti (la congrua).

I Patti lateranensi furono un grande successo politico per Mussolini che dimostrò di essere riuscito là dove il regime liberale aveva fallito: una riconciliazione tra Stato e Chiesa.

Con i Patti lateranensi il fascismo acquistò un enorme consenso da parte dell’opinione pubblica italiana. Il papa di allora, Pio XI, definì Mussolini “l’uomo della Provvidenza”.]

  1. Che cosa si intende per regime totalitario? [Si intende un regime che non si accontenta di governare in modo autoritario, con la forza e la repressione del dissenso, ma ricerca il consenso del popolo. Per far questo i regimi totalitari si servono dei mezzi di comunicazione di massa come mezi di propaganda e di celebrazione del regime medesimo.]Il fascismo fu un regime totalitario? [Il fascismo fu, almeno nelle intenzioni di Mussolini, un regime totalitario. Mussolini cercò di fascistizzare la società italiana, ovvero di creare una mentalità fascista, di “inoculare” negli italiani i valori del fascismo (ovvero la cieca obbedienza e ammirazione per il capo,

  2. Di quali mezzi si servì Mussolini per costruire il consenso intorno al regime fascista? [Vari furono gli strumenti di cui si servì Mussolini per costruire un consenso a sostegno del fascismo: mezzi di comunicazione di massa (in particolare: cinema, radio, giornali); organizzazioni del tempo libero; creazione di un ministero della propaganda (il Minculpop: ovvero il Ministero della Cultura Popolare); la scuola; i Patti Lateranensi....]

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  4. Il fascismo fu fautore di una politica coloniale? [Sì. Il fascismo aveva tra i suoi valori fondanti il nazionalismo e l’imperialismo. Nel 1935-36 l’Italia fascista intraprese una feroce campagna militare contro l’Etiopia che terminò con la sua occupazione e la proclamazione dell’impero dell’Africa Orientale Italiana.]

  5. Perchè l’Italia nel 1935 decise di conquistare l’Etiopia (o Abissinia, che dir si voglia)? [Fondamentalmente per quattro ragioni: 1) per una questione di prestigio internazionale: ogni grande potenza dell’epoca aveva il proprio impero, se anche l’Italia avesse avuto il suo, sarebbe potuta apparire come una nazione del rango di Francia, Germania, Inghilterra...; 2) il fascismo voleva dimostrare di avere successo là dove il regime liberale aveva fallito: l’Italia liberale tentò a più riprese ma invano di conquistare l’Etiopia e nel 1896 subì una cocente disfatta ad Adua; 3) per offrire terre da coltivare ai contadini poveri del Mezzogiorno italiano; 4) per distrarre l’opinione pubblica dai problemi socio-economici in cui l’Italia versava.]

  6. Come si comportarono gli italiani verso gli etiopi durante e dopo la campagna militare condotta contro l’Etiopia? [L’Italia attaccò l’Etiopia senza prima averle dichiarato guerra. Furono usati anche gas asfissianti. Le vittime tra gli etiopi furono circa 200.000, molte delle quali tra la popolazione civile. La campagna militare etiope suscitò il razzismo italiano verso i neri, alimentato dalla propaganda fascista.]

  7. Quali vantaggi ebbe l’Italia dalla conquista dell’Etiopia? [L’Italia non ebbe alcun vantaggio economico dalla conquista dell’Etiopia che era un paese arretrato e privo di risorse naturali. Per il regime fascista fu però un motivo di vanto: il consenso al regime raggiunse il suo apice]

  8. La conquista dell’Etiopia da parte del fascismo come mutò le relazioni internazionali tra l’Italia e le maggiori potenze europee? [La Società delle Nazioni (l’organismo internazionale antenato dell’ONU, ideato da Wilson al termine della Prima Guerra Mondiale allo scopo di evitare conflitti tra i Paesi membri) condannò l’aggressione italiana all’Etiopia e impose delle sanzioni economiche all’Italia: ovvero la proibizione ai Paesi membri della Società delle Nazioni di vendere armi all’Italia. Queste sanzioni non furono efficaci come sarebbero state se l’embargo (la sospensione del commercio a scopi punitivi) avesse riguardato il petrolio e fosse stato chiuso il canale di Suez al passaggio delle navi italiane. Le sanzioni, tuttavia, ebbero tre importanti effetti collaterali: 1) l’Italia prese le distanze da Francia e Inghilterra che all’interno della Società delle Nazioni rivestivano un ruolo centrale; 2) per non rimanere isolata, l’Italia si avvicinò alla Germania nazista di Hitler; 3) l’Italia optò per una politica autarchica cioè di autosufficienza sul piano economico.]

  9. Quando e perchè l’Italia fascista si avvicinò alla Germania nazista? [Inizialmente i rapporti tra l’Italia fascista di Mussolini e la Germania nazista di Hitler non furono buoni. Hitler, salito al potere nel 1933, aveva una sincera ammirazione verso Mussolini, ai cui atteggiamenti e alla cui ideologia si ispirava. Mussolini, che in seguito diventerà succube di Hitler, quando prenderà atto della netta superiorità economica e militare della Germania sull’Italia, inizialmente guardava a Hitler con diffidenza. Quando, la Germania, nel 1934, tentò di invadere l’Austria, Mussolini schierò le truppe italiane al confine austriaco, per mostrare che non avrebbe consentito l’espansione tedesca, considerandola pericolosa per l’Italia. Ma, dopo che la Società delle Nazioni, egemonizzata da Francia e Inghilterra, ebbe votato l’embargo contro l’Italia, colpevole di aver invaso l’Etiopia, Mussolini, per non rimanere isolato in Europa e per dimostrare la sua gratitudine verso la Germania, che gli aveva fornito armi e materie prime, cercò la collaborazione con Hitler. Nel 1936 i due Paesi firmarono un’alleanza, l’Asse Roma-Berlino. In conseguenza di ciò entrarono nella Guerra di Spagna (1936-39) entrambe a fianco dei franchisti. Nel 1939 firmarono il Patto d’Acciaio che sanciva l’alleanza dei due Paesi in vista della Seconda Guerra Mondiale. La sudditanza psicologica di Mussolini verso Hitler indusse il dittatore italiano a introdurre in Italia nel 1938 le leggi razziali contro gli ebrei che ricalcavano quelle naziste varate nel 1935 (le cosiddette “leggi di Norimberga”)]

  10. In cosa consistevano le leggi razziali fasciste? Quando e perchè furono varate? [Sebbene il fascismo fosse improntato ad un nazionalismo aggressivo e all’intolleranza verso il diverso, l’opinione pubblica italiana fino alla guerra di Etiopia non aveva mostrato atteggiamenti razzisti; e fino alla alleanza con la Germania nazista non aveva mostrato atteggiamenti antisemiti. Gli ebrei in Italia erano una piccola minoranza (di appena 50.000 persone) ben integrata nella società. Nel 1935 la Germania di Hitler, fortemente antisemita, varò le cosiddette leggi di Norimberga, leggi discriminatorie contro gli ebrei tedeschi. Tre anni dopo, nel 1938, dimostrando una forte soggezione nei confronti del nazismo, l’Italia emanò le sue leggi razziali che ricalcavano quelle tedesche. Furono impediti i matrimoni misti tra italiani e ebrei, agli ebrei furono interdette le cariche pubbliche, gli studenti ebrei non potevano frequentare le scuole pubbliche italiane, e gli ebrei potevano svolgere solo in modo molto limitato attività professionali.]

  11. In cosa consisteva la politica autarchica del fascismo? [Per autarchia si intende l’autosufficienza economica di un Paese. Per il fascismo l’autarchia divenne un obiettivo prioritario di politica economica dopo che, contro l’Italia, furono decise dalla Società delle Nazioni le sanzioni economiche per l’occupazione dell’Etiopia. Entro questa cornice va inquadrata la cosiddetta “battaglia del grano”: ovvero gli sforzi, fatti in agricoltura, per raggiungere l’autosufficienza nella produzione di cereali. Questa impresa fu sostenuta da una forte campagna propagandistica. Lo stesso Mussolini si fece riprendere mentre mieteva il grano a torso nudo.]

  12. Quale fu la politica economica del fascismo? [Dopo un iniziale esordio liberista terminato nel 1925, il fascismo ebbe una svolta protezionista. Cercò di favorire i prodotti nazionali mettendo dei dazi sui prodotti di importazione. Sul piano ideologico il protezionismo rispondeva al nazionalismo. Il protezionismo si accentuò dopo l’embargo subito dall’Italia per l’invasione dell’Etiopia.]

  13. Come affrontò l’Italia fascista la crisi del ’29? [Nel 1929 negli Stati Uniti si abbattè una terribile crisi economica che di lì a poco investì a catena anche tutti quei Paesi che erano indissolubilmente legati all’economia statunitense o all’economia dei Paesi legati a loro volta agli Stati Uniti. L’Italia fascista grazie alla sua politica protezionistica e tendenzialmente autarchica, anche se vide calare le sue esportazioni, non fu colpita così duramente dalla crisi recessiva, come altri paesi le cui economie dipendevano in misura maggiore le une dalle altre.]

  14. Perchè l’Italia fascista intraprese una politica economica statalista di lavori pubblici?

  15. Che cosa fu il corporativismo fascista? Quale scopo si prefiggeva il fascismo con le corporazioni?

  16. Che cosa si intende per “anni ruggenti”? [Sono definiti “ruggenti” gli anni Venti degli Stati Uniti in quanto contrassegnati da un crescente e diffuso benessere e da un conseguente ottimismo. Gli Stati Uniti infatti erano usciti vincitori dalla Prima Guerra Mondiale senza subire grosse perdite sia in virtù della loro superiorità militare sia soprattutto perchè il conflitto aveva avuto luogo lontano, nel Vecchio Continente, ed essi vi erano entrati solo nell’ultimo anno. Ma le ragioni principali della crescita economica degli USA nel Primo Dopoguerra furono le seguenti:

  1. gli Stati Uniti durante la Grande Guerra avevano aumentato le loro esportazioni verso Inghilterra e Francia??? che

  2. essi avevano concesso molti prestiti agli Stati in guerra, che ne avevano bisogno per comprare le armi e finanziare l’esercito. Pertanto, una volta terminata la guerra, ricevevano indietro dai Paesi debitori i prestiti con gli interessi.

  3. le innovazioni tecnologiche che si ebbero in quegli anni aumentarono la produttività

  1. Che relazione c’è tra sviluppo tecnologico, aumento della produttività e occupazione? [Lo sviluppo tecnologico comporta come necessaria conseguenza un aumento della produttività. Se si inventano macchine che sostituiscono o agevolano il lavoro dell’uomo, si è in grado di produrre la stessa quantità di merci con un minor impiego di risorse umane o una maggior quantità di merci impiegando le stesse risorse umane. Una maggiore produttività può provocare un aumento della disoccupazione nel caso in cui il mercato non sia in grado di assorbire più prodotti rispetto a prima che fossero introdotte le innovazioni tecnologiche. Se si produce di più, a parità di tempo e risorse umane impiegate, non è detto che il prodotto in eccedenza trovi uno sbocco sul mercato. In tal caso le aziende sono costrette a licenziare: se prima dell’introduzione di una certa innovazione tecnologica si producevano 1.000 pezzi con 10 operai e, in seguito all’introduzione di quella innovazione tecnologica, bastano 6 operai per produrre gli stessi 1.000 pezzi, e i 400 pezzi in più non troverebbero uno sbocco sul mercato, l’azienda, salvo altri impieghi in altri settori, si troverà costretta a licenziare 4 dei suoi 10 operai. Nel caso in cui l’azienda preferisca produrre di più piuttosto che licenziare si ha una sovrapproduzione di merci che verranno stoccate nei magazzini dell’azienda. Nel medio-lungo periodo, se l’azienda continua a produrre più di quello che il mercato richiede, è destinata a ridimensionarsi licenziando una parte dei suoi operai se non vuole fallire. gli Anni Venti tuttavia

  2. A cosa fu dovuto l’aumento di produttività negli Anni Venti negli Stati Uniti? [alla razionalizzazione del lavoro in fabbrica (taylorismo) e alle innovazioni tecnologiche...]

  3. Che cosa sono le azioni (finanziarie)? [Sono quote (ovvero parti) di proprietà di una azienda. Chi possiede una azione di una azienda possiede una parte di quella azienda. Tra gli azionisti di una azienda (coloro che possiedono le azioni di una azienda) quelli che possiedono più azioni sono gli Per semplificare, se una azienda ha 100 azionisti di cui 2 hanno il 30% delle azioni ciascuno e 98 azionisti hanno una azione ciascuno, i due azionisti che insieme hanno il 60% di

  4. Che cosa sono gli investimenti in borsa?

  5. Perchè nel corso degli anni Venti negli Stati Uniti gli investimenti in borsa aumentarono vertiginosamente?

 

Fonte: http://www.icdonmilani.gov.it/milani/images/phocadownload/Studenti/lettere/Domande_Storia_Terza_Media.doc

Sito web da visitare: http://www.icdonmilani.gov.it

 

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