Cavalleria

 

 

 

Cavalleria

 

I riassunti, le citazioni e i testi contenuti in questa pagina sono utilizzati per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche e vengono forniti gratuitamente agli utenti.

 

TITOLO: “LA CAVALLERIA IL SACRO E IL GRAL” =>
MODELLO DI COMUNICAZIONE MITICO – SOCIALE.

 

Il tema della cavalleria compare in tutti i network ed è molto presente nella comunicazione
E molte volte vediamo l’aspetto esteriore poiché viene rappresentata male, perciò:

  • BISOGNA CAPITERE QUAL’E’ IL MODELLO DI COMUNICAZIONE

(paragonato al gral che gira nella società).

  • BISOGNA CAPIRE CHE COSA SI INTENDE PER COMUNICAZIONE POLITICA.

Possiamo prendere come esempio il NAZIONALSOCIALISMO che è un regime totalitario molto comunicativo rispetto agli altri. Possiamo dire che è stato un APRIPISTA DELLA COMUNICAZIONE CAPILLARE e ha condizionato il modo di vivere e di pensare di tutte le persone che lo sostenevano costruendo cosi una grandiosa campagna ideologica.
SCOPO: capire come si può STRUTTURARE UNA PROPAGANDA POLITICA, DIFENDERSI E COSTRUIRE UNA CAMPAGNA POLITICA CORRETTA.

 

METODO:

PUNTO CENTRALE => ANALISI DEL SIMBOLO cioè servirsi dei simboli x capire meglio noi stessi e il sociale = dimensione reale. Cerchiamo quindi di capire una serie di cose che nn ci sono ancora chiare analizzando tutti i vari aspetti del simbolo e attraverso la sua precisazione vedremo com’è possibile vedere la vicinanza tra cavalleria, sacro e gral e le persone.


Possiamo così dire che ci sono dei FENOMENI RILEVANTI CHE CI TOCCANO DIRETTAMENTE.
ES.: il dodicesimo iman riguarda il sacro, il gral e la cavalleria e coinvolge la nostra vita e il sociale.

Parlando di simbolo, parliamo qualcosa che in realtà coinvolge la filosofia , la comunicazione, il sociale e la nostra vita e contemporaneamente ci poniamo la domanda: X’ LE PERSONE RIPRENDONO QSTI TEMI ORMAI ABBANDONATI che spesso vengono vissuti indirettamente senza spere il perché all’interno di un mondo che ci è piombato addosso.

=> affrontare qsto tema significa affrontare qlkosa che in passato non si sarebbe mai affrontato,perciò tutto qsto che cosa significa dal punto di vista della comunicazione?
Nn può essere valutato in modod statistico x’ sono dei valori remoti che appartengono al passato anche se esistono luoghi dov’è possibile trovare tutto il necessario riguardante la cavalleria.


SCOPO: CAPIRE X’ UNA SOCIETA’ HA BISOGNO DI COSE CHE DA SECOLI NN VENIVANO PIU’ UTILIZZATE.
Qsto avviene perché si sente la necessità di cercare da qualche altra parte tutte quelle sicurezze che la nostra società nn può darci e il simbolo è un modo x analizzare tutto qsto (“tutti noi viviamo in una foresta di simboli”).

SIMBOLO: è TUTTO CIO’ CHE IDENTIFICA UN MODO DI VIVERE, DI COMPORTARSI E DI PENSARE. Se viene vissuto nella sua quotidianità diventa ovvio mentre vissuto nella sua singolarità si riempie di significati.

ES.: ANELLO:

  • è qlkosa che stringe, impegna una persona nel matrimonio e indica l’eternità del rapporto.
  • È il simbolo dell’affetto profondo tra 2 persone che hanno qlkosa da condividere x sempre (si regala una parte di se stessi).
  • Come pearcing come forma diretta o indiretta di identità.
  • Come circoncisione vincolo di affetto con dio.

Il simbolo nn è astratto ma è qlkosa che coinvolge anche noi, la nostra vita e si carica di valori particolarissimi: esempio il natale con l’albero di natale è il simbolo pagano di perennità e viene messo nel giorno più lungo dell’anno x simboleggiare che la vita continua (continua nascita – morte).

=> CONOSCERE IL SIMBOLO SIGNIFCA CONOSCERE UN LINGUAGGIO PARTICOLARE, quando si conosce il suo significato agiamo di conseguenza e se non lo conosciamo ci lasciamo governare dal simbolo stesso poiché non ne abbiamo più il controllo.


SIMBOLO = DUPPLICE ASPETTO

                                      MATERIALE               SPIRITUALE
Desiderio affettivo di autonomia di felicità.
Va oltre il concetto di materiale e se lo si capisce  entriamo a far parte del significato intrinseco del simbolo se invece nn lo capiamo ci lasciamo governare.

Se il valore del simbolo viene usato fino all’estremo si ha una veicolazione di significati che possono diventare dei BOOMERANG con una valenza positiva (compro quel prodotto così sono felice) o negativa (caricamento dell’effetto positivo del simbolo che nn potrà avvenire)=> causa: autocommiserazione che porta ad una cattiva comprensione del simbolo.

=>COMPRENSIONE DEL SIMBOLO: è fondamentale x la nostra esistenza x nn essere vincolati, schiacciati da esso. Perciò capire il simbolo cambierebbe la nostra vita x’ così riusciremmo a scegliere e nn a essere scelti.

 

SIMBOLO VS SEGNO

SIMBOLO: qlkosa di più profondo nn è descrittivo ma interiorizzato.
Es.: AMORE è qlkosa d’eterno e AMARE significa amare con qualcuno con  tutto te stesso.
ABBRACCIO = simbolo liturgico di fusione con dio, valore simbolico =  inglobare, portare dentro di se (legato al cibo, al gesto di mangiare in modo simbolico nn regressivo).
SEGNO: puramente descrittivo.


ES.: VOLER BENE =dire TI VOGLIO BENE
DARE LA MANO = segno borghese ripreso dalla tradizione romana che stava ad indicare che nn si era armati.
Gi oggetti sono carichi di valori intrinsechi legati a noi stessi, sono dei simboli da comprendere.La nostra vita è lunghissima ed ogni situazione è luminare x’ in ogni situazione forte riusciamo a distinguere il segno dal simbolo e trarre con saggezza il significato nascosto di esso.
Se l’umo esce da un circuito strettamente connesso di regole prende coscienza del DUPPLICE VALORE DEL SIMBOLO potendo così scegliere.
ES.: MADRE valenza più bella ma con un dupplice significato:

  • Porta il sangue (paragone con la madre patria)
  • Forza,dolcezza,protezione

MORTE – RINASCITA punto fondamentale nel passaggio INFANZIA – ADOLESCENZA.
C’è una morte simbolica e contemporaneamente una rinascita con l’inizio di una nuova vita => chi nn ci riesce vive in una situazione regressiva quasi come se fosse un semivampiro (passaggio di sofferenza x l’abbandono della vita precedente).

  • Disagi affettivi: morti simboliche e se nn si riesce a viverle si creerà una catena affettiva nella quale si ripeteranno le stesse situazioni.
  • Comunicazione corretta con se stesso così si capiscono i valori dei simboli.

Se nn riusciamo ad aver chiari valori di totalità di noi stessi e di ciò che rappresentiamo nn riusciremo mai a comunicare in modo corretto e verremo soprafatti dai simboli.

UOMO = TOTALITA’ = ESISTENZA IMMERSA IN UNA FORESTA DI SIMBOLI

 

MANDALA al centro c’è  l’uomo illuminato: il saggio

RAGIONE, INTELLETTO = UOMO               compongono la
FEMMINILITA’, SEDUZIONE = DONNA         totalità dell’uomo

La comprensione del mondo esterno attraverso il simbolo viene amplificato e la nostra vita è composta indirettamente da simboli.

PROBLEMA:
1.MONDO IN CUI VIVIAMO: è il mondo dove siamo stati abituati a vivere anche se esistono più mondi, che sono paralleli, e noi siamo contigui ad essi  ma non ce ne accorgiamo. Se ce ne accorgiamo è solo in certi momenti e entriamo in un’altra dimensione anche se è molto difficile che accada ciò.
Noi viviamo in una realtà specifica e determinata nella quale siamo abituati a vivere (es.: mondo dei sogni è parallelo al nostro anche se noi molte volte nn prendiamo conoscenza di ciò).

 

2.VIVIAMO IN UN EPOCA SECOLARIZZATA => termine religioso del ‘500, riduzione dei beni eclesiastici.

SECULUM: 100 anni o appartenenza di persone a un mondo negatore dei valori. Tutta la storia è relazionata ad un fine religioso e la figura dell’uomo aveva un fine religioso => mondo di immagini simboliche in cui ci vogliamo rappresentare.
Abbiamo due presupposti fondamentali, 2 poli:

                                   PAPA                                                             IMPERATORE                 
Punto di vista spirituale                                     punto di vista materiale
e vicario di cristo                                                Cristo sulla terra

GUIDAVANO GLI UMOMINI VERSO LA SALVEZZA

Il MONDO MEDIOEVALE era un mondo estremamente unitario, coeso, soggetto alla volontà di Dio e nn c’era nessuna sicurezza x’ la loro vita era fatta di regole:

  • CAMPANE delle chiese erano innanzitutto l’unico orologio esistente e segnavano il tempo liturgico al mattino, al mezzogiorno e alla sera. Erano benedette perciò sacre e avevano un immagine positiva infatti venivano fatte per suonare anche in caso di grandine ( situazione negativa x i contadini).
  • CURA DEL CORPO era regolata in modo liturgico ed era considerato peccato lavarsi di frequente.
  • MATRIMONIO legame intenso in modo molto meno forte del nostro, ma dovevano seguire le regole liturgiche.

Oltre alle leggi liturgiche venivano seguite anche quelle militari :

  • DUELLO iniziava dopo il sorgere del sole e finiva prima del tramonto x’ la notte era considerata come il mondo delle forze oscure, maligne.

VANTAGGI = MONDO ORDINATO determinato de regole ben precise con il fine della salvezza dell’anima( tutto ciò nn affligge più il nostro mondo ormai laico, anche se esiste un diffuso senso di angoscia ma soprattutto di morte => sensazione provata da milioni di depressi e caratterizza la maggior parte della nostra società).
Abbiamo tolto dal nostro mondo tutte le regole liturgiche creando dei vuoti che vengono compensati dall’angoscia.

 

            L’UOMO NN HA PIU’ QUELLA STRUTTURA SOCIALE CHE LO     AIUTAVA AD AFFRONTARE IL MONDO.
Una causa di ciò è anche la tecnologia troppo avanzata e usata come sottoforma di controllo sociale. Abbiamo abbandonato un modello x acquisirne uno più pericoloso rischiando che diventi sempre più la nostra realtà.

  • TRIONFO ASSOLUTO DELLA RAZIONALITA’ può causare dei problemi poiché l’uomo perde ogni contatto con la natura e la religiosità.

ECLISSI RAZIONALITA’ = ISOLAMENTO UOMO NEL COSMO
Ma ci sono anche altri tipi di condizionamenti: natura e fattori psicologici che portano a insicurezze .
L’uomo moderno prova la condizione di vivere in una landa desolata  o in un  mondo desolato dove però egli vorrebbe una pienezza della vita, sicurezza senza dover lottare contro la tecnologia.

 

=> LA LEGGENDA DEL GRAL OINCIDE CON IL REGNO DEL RE VULNERATO.

Il gral è conservato in un paese desolato x’ il sovrano è maledetto, vecchio e spesso veniva ucciso e al suo posto ne veniva messo uno più giovane simbolo della continua giovinezza del mondo.

  • SOVRANO => CARDINE VITA SPIRITUALE => PARAGONATO A DIO
  • SOVRANO => ETERNO RINNOVARSI DELLA VITA (grande e potente immagine)

Noi siamo prigionieri del mondo moderno (distratto):viene considerato estraneo tutto ciò che indica pienezza, sicurezza e si guarda di più l’aspetto esteriore (distratti dalla quotidianità) ignorando o rifiutando la realtà => TUTTO VIENE RIDOTTO A CONSUMO E APPARENZA (mondo moderno e religioso distratti).

UOMO = PRIGIONIERO e SERVITORE di qualcosa che nn è più in grado di controllare, tende a pensare di più a ciò che ha e di meno a ciò che è.
Nel mondo moderno troviamo DESOLAZIONE E REALISMO x’ si pensa solo all’esteriorità e qsto provoca profondi disagi che fanno sentire l’uomo desolato e con il bisogno di cercare qlkosa di più che però nel mondo in cui vive nn può trovare.

 

IL TEMA DEL SACRO

È distante dal mondo moderno anche se spesso, nella sua forma caricaturale,è molto vicino ma ingannevole e ci fa notare che il problema esiste.

SACRO: da sacer i latino, sacros in greco deriva in-ro da una origine sancita.

  • E’ QLKOSA DI INTOCCABILE che però nel nostro mondo nn ha nessun rilievo.
  • NN SI Può CONCETTUALIZZARE e così l’uomo nn lo può comprendere.
  • E’ DEGNO DI DEVOZIONE ma suscita stupore e paura.
  • E’ QLKOSA DI STUPENDO E DI TREMENDO x’ nn si può controllare e qndo noi lo affrontiamo ci vengono a meno alcune categorie fondamentali.

Esistono due realtà:

                              LOGICA                                                    PRE - LOGICA
Razionale                                              diversa da quella razionale
2+2 = 5

Es.: LOURDES è un luogo con una tradizione indipendente da quella cristiano – cattolica, è carico di una tradizione sacra x’ si ha una manifestazione in forma sacrale della divinità di Dio.

  • E’ PRESENTE e nn è una forma credibile razionalmente
  • FORMA DI ARMONIA SUPERIORE contrapposta a quella del mondo. Si ha una esperienza dell’assoluto, della totalità e coincide con la visione del mondo.

SACRO = UNIONE DEGLI OPPOSTI
È sempre trasversale al di fuori del tempo e della storia.

UOMO MODERNO = cerca la totalità, la pienezza e delle risposte che nn è in grado di dare al sacro.
Contrapposto

UOMO PRIMITIVO = scarsa conoscenza di se stesso ma nn del sacro che coincide con la consapevolezza di se come parte del tutto.

  • E’ UGUALE A UN BAMBINO PICCOLO qndo vede la mamma perché x lui è qlkosa di sacro.
  • Vive all’interno di una tribù dove hanno una dimensione partecipativa con il tutto, la natura.
  • Nel MONDO PRIMITIVO le DIVINITA’ MATERNE sono delle figure molto importanti e sono le prime che si incontrano nei rituali che gli uomini compiono.

NATURA = SORTA DI DIVINITA’, DI TOTALITA’

 

Le divinità materne sono più crudeli e sanguinarie poiché la madre è benevola nei confronti dei figli quanto è crudele nei confronti di chi minaccia la sua famiglia. In forma metaforica qsto avviene anche oggi: in NOME DELLA MADRE PATRIA vengono fatti sacrifici come la pulizia etnica x mantenere la propria individualità, x accrescere i propri figli. L’uomo però SI E’ EVOLUTO e SI E’ DISTACCATO DA TUTTO CIO’ come il bambino si distacca dalla madre qndo entra nella totalità.

MADRE: duplicità del suo ruolo, il bambino riconosce che lei è qlkosa di superiore che da un momento all’altro potrebbe diventare un essere terribile ( dimensione sempre esistente nel bambino).
Crescendo il bambino inizia a capire e a distaccarsi dalla madre e così avviene la scoperta della FIGURA PATERNA = PORTATORE DI UNA LEGGE ESTERNA e DI UNA LEGGE SOCIALE. Qsta dimensione ha avuto un effetto di ritorno x’ abbiamo avuto una RELIGIONE URANICA = uguale x tutti e maschile che abita nei cieli e governato da leggi e dotato di conoscenza ( es.: cerchio simbolo divino).

FIGURA PATERNA VS FIGURA MATERNA ( leggi interne di tipo più affettivo che sociale).
Il cammino dell’uomo è composto da leggi interne => legame con la madre terra e da leggi esterne => legato alla figura paterna.
La FORMA DI EQUILIBRIO viene raggiunta attraverso una convivenza equilibrata tra la componente maschile e quella femminile, riportando l’uomo in una PERFETTA TOTALITA’.
Il Medioevo ha tentato di unire qste due dimensioni x far si che l’uomo vivesse in una condizione di equilibrio.
UOMO EQUILIBRATO = CONDIZIONE DI EQUILIBRIO TRA LA PARTE FEMMINILE e   QUELLA MASCHILE
Quando viene raggiunta qsta dimensione si trova il sacro,anche se è molto difficile da raggiungere,dove l’uomo è completamente immerso anche se nn se ne accorge.

PROBLE: come raggiungere qtsa dimensione?
Il nostro mondo è completamente dominato dal razionale e dal tecnologico (condizione paterna) anche se siamo in preda a forme ancestrali (materne) che nn riusciamo a controllare.
=> la vera alternativa è quella di compensare qste due situazioni, anche se sono nascoste nella nostra società,e lo scopo è quello di VIVERLE ATTIVAMENTE e di nn farsi vivere passivamente da qste due condizioni.
ES: in Giappone la tecnologia convive con una situazione ancestrale cioè con situazioni assolutamente nn tecnologiche.

In occidente qsto nn succede da millenni e possiamo affermare che la tecnologia occupa ogni spazio => è una situazione pura perché poiché si seguono leggi razionali – logiche.
RISCHIO: DOMINAZIONE TECNOLOGIA anche se nella iper - tecnologia possono emergere delle situazioni ancestrali dominanti. Qsto può avvenire anche nell’uomo molto razionalizzato dove la parte sentimentale, che è soffocata , diventa sempre più forte e si ibrida con quella razionale e diventa il lucido programmatore di qlkosa che nn avrebbe mai fatto. Ciò avviene anche nel caso contrario: un uomo troppo emotivo può diventare un freddo calcolatore.
In campo tecnologico tutta qsta emotività repressa diventa abnorme e inglobandosi con la logica trova un bersaglio e lo affronta tecnologicamente => diventano forze incontrollabili con effetti disastrosi dati da una condizione di nn equilibrio con un ritorno al passato.

DIMENSIONE SACRA = EQUILIBRIO = SCOPO CAVALLERIA
Idea di unire la forza con l’emotività, le passioni => cioè l’amore e quello che conosciamo noi è stato costruito sulla base delle passioni, dell’emotività del cavaliere.
ES.: LANCILLOTTO è destinato a trovare  il Gral anche se poi si innamora di una donna e così perde la possibilità di conquistare l’emblema del gral = equilibrio => abbiamo la PRESENZA DELLA PASSIONE CHE DOMINA LA FORZA.

IL MONDO CAVALLERESCO aveva delle norme e delle regole ma anche situazioni connesse alla natura dell’uomo. lo scopo era quello di costruire una dimensione unitaria tra la forza e l’emotività.

  • CARATTERISTICHE DELLA CAVALLERIA:

 

1.      cavaliere e cavallo ≠ soldato appiedato => l’uomo è un tutt’uno con il cavallo = ASSOLUTA SIMBIOSI = si crea così un legame assolutamente forte. Nella tradizione i cavaliere da un nome al cavallo che era di fortissimo legame simbolico tra i due.
2.     centauro e il cavallo => SIMBOLO DELLA PASSIONE SFRENATA, DEL DESIDERIO SESSUALE E MATERNO (elemento libico).

IL CAVALLO:

  • FORZA PRIMORDIALE: che si esprime indipendentemente dalla razionalità ed è un immagine molto imponente di forza.
  • LEGATO CON IL MONDO MATERNO: alla terra, al mondo inconscio e a una dimensione ancestrale.
  • PURIFICATORE e FORZA FECONDATRICE
  • FORMA DI SACRIFICIO + ELEVATO x le divinità
  • SIMBOLO DI MORTE

 

In molte mitologie il cavallo è collegato al SOLE (es.:carro del sole) e alle VIRTU’ GUERRIERE.
ES.: cavallo bianco = forza, potere => animale sacro x eccellenza
Cavallo di Odino può cavalcare sia nel mondo dei vivi sia in quello dei morti (viene dal mondo ancestrale e appare in quello dei vivi).
Può anche profetizzare come x esempio il libro tibeano dei morti: il sacerdote lo legge al defunto x aiutarlo a districarsi nell’aldilà => il rischio è che il morto cada nella continua reincarnazione e x evitare qsto l’uomo deve riconoscere che ci sono illusioni e solo allora può passare al nirvana.
Possiamo anche ritrovarlo alla base del trono di Budda => RAPPRESENTA LA LUCE.

CAVALIERE + CAVALLO + SPADA

SPADA = DISTINZIONE DEL CAVALIERE, strumento particolare che funge da distinzione tra le varie persone x’ solo chi stava bene economicamente poteva comprarla.
Ha la FORMA DI CROCE e la sua creazione risale all’età del bronzo con una diffusione immediata x’ è sempre stata associata alle ABILITA’ GUERRIERE DELL’UOMO. Tutti i grandi eroi hanno avuto una spada che gli viene consegnata da dei o divinità con un nome ben preciso.
=> VALENZA SACRALE, ASSIALE della spada x’ rappresentava il cielo e la terra ed era vista come asse del mondo (introduzione albero schiamanico del mondo). Veniva utilizzata durante la messa dove l’arcivescovo usava benedire la folla infondendo forza e potenza = BENEVOLENZA DI DIO.

SPADA = FULMINE, DIAMANTE, SOVRANITA’, FALLO e FUOCO.

=>SOVRANITA’ paragonata al corpo umano e considerata come qlkosa di alchemico (trasformazione in oro) cioè trasformazione in materiale o spirituale = anima o corpo.
=>FALLO simbolo di forza collegato al RE che doveva essere sessualmente potente x’ se era impotente anche tutto il mondo lo era cioè nn generava più frutti.
=>FUOCO la spada di fuoco è quella dei cherubini che si trovano alle porte del paradiso e qndo una persona viene iniziata ciò viene fatto con la spada di fuoco. Qsta spada la ritroviamo anche nell’apocalisse che esce dalla bocca di un vecchio e simboleggia la parola di Di0. Inoltre il fuoco è qlkosa di COSTANTE che indica la costanza di intraprendere un cammino ed è qlkosa di alchemico cioè che simboleggia la trasformazione dello spirito.

  • SIMBOLO DI SAGGEZZA, CHIAREZZA, ESTREMA CONOSCENZA => attributo di Buddah
  • SIMBOLO DEL LOGOS DIVINO e IMMAGINE DEL SOLE VITTORIOSO nel quale si rispecchia Dio.
  • Ha il potere di DISTRUGGERE LE FORZE DEL MALE e DELL’OSCURITA’.
  • Investe il cavaliere che la porta di una SACRALITA’  ed è il simbolo ancora oggi degli ufficiali considerati gli eredi della tradizione cavalleresca.

Il cavaliere è considerato STRETTAMENTE UNITO ALLA SPADA e nn la può perdere e ciò sta ad indicare che diventa una stretta componente del cavaliere e fa di esso un PERSONAGGIO DIVINO LEGATO ALLA SACRALITA’.

CAVALIERE
Equilibrio e fusione tra il cavallo e la spada.

=> UOMO PERFETTO, ALTRUISTA e RELIGIOSO (nn è il punto iniziale ma la conclusione della sua immagine).

  • FORZA INCONTROLLABILE = PRIMITIVO UOMO A CAVALLO che nn si distacca dal gruppo ancestrale e venivano chiamati i guerrieri dalla pelle d’orso x’ x proteggersi dal freddo, ma anche x incrementare la loro forza, utilizzavano qsto tipo di pelli oppure c’erano dei gruppi chiamati i guerrieri dalla pelle di lupo molto crudeli e violenti. (qsti comportamenti li troviamo fino agli anni ’50 e ’60 in popolazione africane : “uomini giaguaro”=> forza animale). Qsti guerrieri cavalcano senza sella, devoti al dio Odino e una delle forme di iniziazione era l’assegnazione di spada e scudo al cavaliere.
  • FORZA CONTROLLATA via via qsti cavalieri umanizzeranno i loro costumi militari – sociali trasformandosi negli eroi – cavalieri => PERSONE NOBILI CHE AIUTAVANO GLI ALTRI cioè uomini molto più razionali e con molto più intelletto.

 
ES.: S. BERNARDO DA CHIARAVALLE grande teorico di cavalleria e rappresentava un prototipo ideale dell’unità, della fusione tra il furore primitivo e la visione armonica della figura cristiana. CRISTO = primo cavaliere in assoluto => cristo dominus, cioè imperatore colui che governa => raffigurazioni: S. Giorgio che uccide il drago simbolo del maligno = cristo che vince il male.
Subisce xò una trasformazione x’ gli viene tolta la corona imperiale e gli viene messa quella di spine, viene spogliato => CRISTO DOLENTE e nn più combattente.

RITUALE DI INVESTITURA DEL CAVALIERE

Inizialmente era solo un rituale laico anche se mano a mano è diventato un rituale religioso=> CAVALIERE = IMMAGINE DI CRISTO poiché egli è protettore dei cavalieri infatti i bizantini portavano la sua immagine in guerra (Arcangelo Gabriele raffigurato con la spada).
ES.: MILITE IGNOTO è il soldato dolente che si sacrifica x la patria => è l’immagine vivente e simbolo del cristo dolente però senza volto (sembrano tradizioni remote ma in realtà sono ancora vive in mezzo a noi):
nelle crociate Cristo viene considerato come l’unico committente di qsta spedizione.

=> si ha un EVOLUZIONE SPECIFICA DELLA FIGURA DEL CAVALIERE: la lotta del cavaliere nn è più la lotta dove emergono pulsioni di tipo sanguinario, come nei primi guerrieri, anche se in mancanza di regole tipiche di una condizione di equilibrio qste pulsioni riemergono riportando l’uomo ad essere un uomo primitivo – primordiale
( situazioni estreme di lotta dove riemerge una condizione ancestrale).
CAVALIERE = IDEALE ESTETICO NELLA SUA ESSENZA è un ideale eroico fantastico anche se vuole essere un’ideale etico di pietà e virtù.
In qsto modo la distanza tra monaco e cavaliere si riduce con una evidente sintonia tra la figura del religioso e quella del combattente (vale sia x il mondo occidentale che x quello orientale).

 

 

=> IL RITUALE:

IL LAICO CONSACRAVA IL CAVALIERE che doveva:

  • fare il bagno x’ aveva un valore simbolico di Purificazione visto che a quel tempo nn era molto in uso lavarsi.
  • Vestire un vestito bianco chiamato ALBA che simboleggiava la morte cioè la fine di una situazione precedente con la rinascita in una situazione nuova.

Il SACERDOTE BENEDIVA LA SPADA e il cavaliere diventava:

  • DIFENSORE DEI DEBOLI
  • DIFENSORE DELLA VEDOVE
  • DIFENSORE DEGLI ORFANI
  • DIFENSORE DELLE CHIESE
  • SEMINATORE DI TERRORE E SPAVENTO.

Il rituale finiva con la formula dominus poi venivano fatte alcune domande, veniva cinta la spada e fatto calzare lo sperone al cavaliere e veniva indossata la cotta di maglia.

  • Sperone destro = mano destra => forza e coraggio è la mano che stringe l’arma.
  • Sperone sinistro = mano sinistra => diabolica.

Dopodiché l’investitore doveva battere 3volte la spada sulla spalla del cavaliere e poi gli veniva dato uno schiaffo (unione aspetto estetico + fantasia + realtà).
Dopo tutto ciò gli veniva consegnato lo scudo e la lancia e poi veniva fatta la messa con l’eucarestia e infine la sfilata dei cavalieri e il torneo.

=>CAVALIERI E ORDINI CAVALLERESCHI:

  • ORDINE DI MALTA: è l’ordine più antico che esiste tutt’ora e fa 17.000 “iscritti” tra uomini e donne.
    nel nostro mondo abbiamo la ricerca di qste tradizioni cavalleresche anche se ci appaiono inappropriate x l’epoca in cui viviamo. ES.: nel Medioevo FORZA e PIETA’ erano estremamente congiunte poiché si aveva un unione di sacro e pietà. In caso mancava la componente del sacro diventavano cavalieri neri,che nn hanno pietà - religiosità e sacralità, servi delle forze negative dell’oscurità.
  • CAVALIERI TEMPLARI: militano x il diavolo e sono sorti x confondere i  cavalieri secolari guidati da cristo.

A partire dal X secolo la consacrazione del cavaliere nn viene fatta più da un laico o da un sovrano ma è il vescovo stesso che la esegue => introduzione di forme sempre più religiose che portano la chiesa ad avere un ruolo sempre più centrale => INIZIO ISTITUZIONALIZZAZIONE. Si ha così anche l’evoluzione del cavaliere cristallizzato nella figura che oggi noi abbiamo preso come riferimento.

 

IL RUOLO DELLE DONNE
Rappresentano l’oggetto di contemplazione del cavaliere

Molte donne facevano parte di ordini cavallereschi come:

  • LE CAVALIERE DELL’ASCIA
  • LE CAVALIERE DELLA CORDICELLA (laccio di cuoio usato x strangolare i cavalieri caduti).

   
IL FENOMENO DELLA STREGONERIA

Le STREGHE nel Medioevo nn venivano perseguitate x’ erano considerate DONNE MALINCONICHE cioè malate mentalmente poiché erano molto sensibili e più vicine alla natura (caratteristica delle donne).

Con L’EDITTO DI GRAZIANO (1000 – 1100) si ha la condanna degli eretici, che venivano perseguitati x’ considerati distruttori dell’unione della chiesa della quale si aveva una concezione estremamente elastica.
Con il CONCILIO ECIMENICO LATERANO I (1150 – 1200) tutto qsto cambia: si ha l’inizio delle persecuzioni contro le streghe e l’affermazione della cavalleria, inoltre abbiamo:

  • CHIUSURA ISTITUZIONALE: la chiesa viene schematizzata perché deve diventare + organizzata e + forte.
  • INIZIO SECOLARIZZAZIONE: nascono le città il mondo diventa sempre più organizzato con leggi più severe (distaccamento dal feudo).
  • 1270 d.c. viene stabilito il TRIBUNALE DELL’INQUISIZIONE.

Il processo di secolarizzazione porta a tutto ciò che vede la nascita della CLASSE BORGHESE con un irrigidimento della chiesa e la diffusione della paura del demonio fra le persone che iniziano ad avere meno fiducia in Dio.

=> IX – X sec. fino al 1100 (età romanica) l’uomo vede ciò che è rappresentato senza rispetto della prospettiva,e abbiamo:

  • RAPPRESENTAZIONI DIVINE VICINO ALL’UOMO
  • DIO+ELEVATO RISPETTO AGLI UOMINI MA APPARE + RAGGIUNGIBILE
  • LUCE => DOVE C’E’ LUCE C’E’ DIO E LA STRUTTURA DELLA CHIESA E’ RELAZIONATA ALLA LUCE.

=> ETA’ GOTICA = DIO LONTANO UOMO = IRRAGGIUNGIBILE e in molte chiese è addirittura assorbito dall’arte stessa.
PROSPETTIVA = ELEMENTO FONDAMENTALE x mancanza di fiducia in Dio e paura del demonio ed è proprio da ciò che si diffonde la paura di tutto ciò che esce dalle regole prestabilite e da ciò che è conosciuto = STREGONERIA.
La prospettiva nasce nel 1400 diventando un elemento fondamentale proprio qndo l’uomo nn è più una struttura integra ma ha bisogno di un intermediario. Esistono perciò due tipi di uomini:

  • UOMO CHE VEDE SENZA PROSPETTIVA: vive con una chiesa romanica, una comunità omogenea e nn ha bisogno di intermediari x’ è unitario con il tutto e con ciò che lo circonda.
  • UOMO CHE VEDE CON PROSPETTIVA: nn è più unitario è diviso. Ha bisogno di un intermediario per vedere se stesso esteriormente e x costruirsi la realtà sulla sua immagine, su qlkosa di fasullo che è esterno al suo vero sé.

ES.: l’uomo immaginario esalta l’uomo reale represso e viceversa.

L’UOMO REALE (idea uomo = impasto tra materiale e spirituale) aveva un profondo senso del sacro ed è proprio qsto che è venuto a mancare nell’UOMO IMMAGINARIO (immagine di Dio sempre+astratta e lontana che porta l’uomo a perdere sempre più l’immagine di se stesso).

 

 =>LA PAURA DELLA STREGONERIA:
è data dal fatto che l’uomo irreale deve trovare qlkosa che lo porti a credere in modo più forte a Dio.

Durante qsto periodo nascono gli INQUISITORI che cercano di trovare delle prove dell’esistenza del commercio con il Diavolo, considerando le streghe immateriali perché utilizzavano materiali e medicinali naturali nei quali Dio nn poteva esistere x’ esisteva soltanto nelle cose materiali.
Le STREGHE prendevano parte ai saba e ai culti pagani,si ungevano con un unguento fatto di erbe allucinogene (erbe+grasso di bambino) che davano allucinazioni di volo (volavano su una scopa) e sessuali (si univano al diavolo). L’unica cosa che agli inquisitori interessava era il fatto che c’era il diavolo, anche se, se c’è lui c’è allora c’è anche Dio.
La caccia delle streghe avveniva maggiormente nei paesi protestanti che in quelli cattolici dove si ha un osmosi tra uomo reale e uomo irreale.

 

LA CAVALLERIA

Nasce negli stessi anni della stregoneria come forma istituzionale diventando sempre più forte fino a qndo nn decade nel 1600 a causa del periodo di crisi che l’uomo sta vivendo.

La cavalleria rappresenta un GRANDE TENTATIVO DI COSTRUIRE QLKOSA CHE L’AIUTI A TROVARE NELL’UOMO UNA TOTALITA’ utilizzando anche degli oggetti simbolici x entrare in una condizione spirituale nel tentativo di avvicinarsi sempre di più a una dimensione di totalità => immerso in un mondo di simboli, vincolato da romanzi, narrazioni, immagini e libri d’ora cioè di preghiera in cui vengono rappresentate le vicende e le storie dei cavalieri a la sua immagine diventa sempre più forte nell’immaginario collettivo.
LA CAVALLERIA = L’ALCHIMIA    in qnto si pensava che cambiasse l’uomo e il cavaliere rappresenta il sale che viene trasformato in oro, poiché qndo viene ordinato diventa qlkosa di diverso, subisce una trasformazione.

1150 – 1200 =>PROCESSO DI SECOLARIZZAZIONE DELLA CAVALLERIA nel quale la chiesa tenterà di impossessarsi di qst’ordine inserendo + riti religiosi nel rito di iniziazione del cavaliere (si impadronisce di qlkosa che nn gli appartiene e viene considerato come se fosse l’ottavo sacramento).
Così si incominciano a cambiare gli usi e i costumi, gli uomini diventano + acculturati specialmente quelli appartenenti a ordini religiosi.
1300 => NASCE LA PRIMA UNIVERSITA’ anche se i cavalieri nn sapevano né leggere né scrivere.

CAVALIERE = GUERRA e sorge così una domanda spontanea se a un cristiano è lecito o no fare la guerra.
La battaglia diventa perciò una CONTESA COSMICA TRA IL BENE E IL MALE e nel bene si colloca il cavaliere => difensore della fede e la guerra diventa il giudizio divino => cavaliere strumento attraverso uil quale viene applicato qsto giudizio.
Nascono così gli ordini cavallereschi che formano l’ideale della cavalleria, x esempio:

  • CAVALIERI DI MALTA (ordine militare dal 1138) 

Sono degli ospedalieri e nascono da un ordine militare che proteggeva il S. Sepolcro (1048). Ora le loro sedi sono sparse in tutto il mondo e il sovrano militare di qst’ordine ha uno stato a parte extra – territoriale => sono un residuo storico di quell’antico potere che si trovava a Roma fino a qndo Napoleone nn li cacciò via.

  • CAVALIERI TEMPLARI (ordine militare dal 1119)

Sono i CAVALIERI DEL CRISTO DELLE 2 SPADE DI TEUTONIA (1100 – 1200) operano in Germania, in perenne lotta con i sudditi di Mosca, dal quale ordine nascerà lo stato di Prussia (simbolo croce di ferro).
Il fondatore di qst’ordine è S. BERNARDO DA CHIARAVALLE devoto alla madonna: i cavalieri sono dei nobili + vicini ai cavalieri erranti che ad altri e decidono di andare a combattere in terra santa x’ erano convinti che Dio avrebbe dato loro un premio anche se combattevano in modo molto crudele.
La struttura di qst’ordine era così composta:ù

  • SERGENTI
  • NOVIZI E SCUDIERI
  • CAVALIERI che facevano i voti e dovevano possedere solo il cavallo (gerarchia basata sui cavalli) inoltre amministravano dei grandi possedimenti dategli in dono x la loro combattività (premio). Creano il primo sistema bancario grazie ai loro possedimenti in svariati luoghi (potenza economica).

Legato a qsto ordine si ha la nascita della LEGGENDA NERA DEI TEMPLARI:
furono arrestati e inquisiti come eretici, anche se erano riconosciuti dal Papa che però diede il consenso accusandolo di ERESIA E SODOMIA.
Ciò avvenne x’ si credeva che adoravano una testa alla quale domandavano il futuro, che avevano dei riti particolari come quello di sputare sulla croce durante l’iniziazione del cavaliere. Inoltre erano considerati degli AGNOSTICI cioè oppositori al cristianesimo x’ si credeva che avessero rapporti omosessuali tra di loro in fregio alla religione, a causa del simbolo sulla loro porta: cavallo cavalcato da due cavalieri e per finire x’ dormivano tutti insieme indipendentemente dal posto in cui si trovavano.
L’ordine venne disciolto, i beni furono inglobati dalla chiesa e i templari vennero condannati al rogo.

=> NASCE LA LEGGENDA:

  • SONO CUSTODI DI SEGRTI PARTICOLARI
  • il grande maestro aveva pronunciato prima di morire che entro sei mesi tutti coloro che li avevano perseguitati sarebbero morti =>PREMONITORI.
  • SETTA ASSASINA con la quale i templari sono venuti in contatto venendo a conoscenza di molti  segreti.

=> LA GNOSI: è un eresia che nasce tra il I e II secolo d.c. e finisce nel IV secolo d.c.
è una setta cristiana, anche se molti la considerano pre – cristiana che si oppone al cristianesimo.
VISIONE MONDO FONDATA SUL SIMBOLO (complessa):
esiste un solo mondo governato da un sole DIO DEL PLERO distante dall’uomo e che nn è il loro creatore, nn si occupa di loro ma che è sempre esistito dentro di loro.

            PLEROMA
            EONI =>OPPOSTI
SOFIA => ULTIMO EONE che a un certo punto prova angoscia x la lontananza del padre (Dio) e rompe il pleroma e da luogo al mondo =>il nostro mondo con un Dio finto
(dell'antico testamento). in qsto mondo è presente il MALE x' sofia ha rotto l'equilibrio divino e gli uomini sono il frutto di una cattiva creazione (fatti di fango)
ma animati da un soffio divino.

  • LE CONSEGUENZE:

           1. IL MALE DEL MONDO VIENE DA DIO quello sbagliato x' secondo gli gnostici Dio nn ha bisogno di dire che è Dio x' deve essere nascosto => MONDO = CREAZIONE  
NEGATIVA.
secondo qsta concezione tutto ciò che è in qsto mondo è negativo e va sovvertito o cmq nn deve essere preso in considerazione e più vengono distrutte più si sarà vicino al vero Dio padre. ES.: adamo ed eva
in conclusione qsta setta afferma:

  • MALVAGITA' DEL MONDO bisogna sovvertirlo o disprezzarlo (caratteristica libertina)
  • BONTA' INTRINSECA DELL'UOMO x la struttura materiale x' è il peggio che sia mai stato creato anche se è animato dalla scintilla divina, che se viene riconosciuta, li fa diventare degli dei sulla terra.
  • ATTEGGIAMENTO VERSO GLI ALTRI UOMINI:

 _ ILICI: attaccati alla terra, nn riconoscono la scintilla divina che c'è dentro di loro (sono solo materia) => NN VANNO CONSIDERATI
_ PSICHICI: vedono che c'è qlkosa che nn va nel mondo e xciò vanno rispettati, hanno un barlume d'anima anche se sono sempre in bilico.
_ PNEUMATICI: sono gli gnostici
alla fine Sofia, dopo essersi accorta di ciò che aveva fatto, si pente e chiede perdono a Dio (quello nascosto): gli viene concesso e x aiutare tutti quelli che ha creato viene mandato CRISTO => simbolo che si è casualmente incarnato in un uomo e con la SUA MORTE  SIMBOLICA compatta il mondo e nel momento in cui sale alla croce si libera.

=> qsta concezione modifica tutto ciò che la tradizione ammetteva e la chiesa era messa sottosopra sia come istituzione religiosa che politica. Viene messo in discussione l'antico testamento x' più si infrangono qste regole più si diventa pneumatico. qste sette sono una bomba a orologeria che minacciavano e che minacciano la chiesa: nel IV secolo d.c. sono stati uccisi tutti gli agnostici e distrutti i loro testi anche se tra il 1945 - 1946 è stata ricostruita un'intera biblioteca agnostica.
la granfde cultura agnostica si è collegata con la tradizione esoterica, dei templari e rivoluzionaria

la cavalleria perciò vuole recuperare una lonatna proiezione della gnosi che è ovunque sulla terra x' rende chiaro cos'è il mondo e il suo destino in maniera totalmente diversa da quella della grande chiesa ha fatto.
CAVALIERE = colui che riesce a UNIFICARE IN SE STESSO GLI OPPOSTI  senza essere consapevole di avere un fondo gnosticpaurao sperando che la forza nn potesse essere mai disgiunta dalla passione (dimensione paragnostica).

HABITUS CAVALLERESCHE è un atteggiamento, un modo di essere simile a quello dell'eroe.
il terrore è diverso dalla paura x' è qlkosa di più profondo, ci troviamo difronte a qlkosa che nn possiamo controllare x' sfugge dalla nostra razionalità.
All'interno della società Cataro Albigese (Francia) troviamo la CULTURA DEI TROVATORI cioè di poeti che andavano di corte in corte a cantare le gesta dei cavalieri. Perciò la cavalleria è l'elemento portante di qsta società perchè la difende e ne celebra l'unione anche se viene bandita dal Papa che indice una lotta contro gli albigesi e alla viene verrà distrutta a causa di una crociata.        
DISTRUZIONE ALBIGESI = DISTRUZIONE MODELLO UNIONE OPPOSTI
All'interno di qsta società la donna viene considerata un soggetto, una metafora di vita del bene, del giusto a cui il cavaliere è sottoposto e nn più oggetto e nasce l'amore x l'occidente specialmente nei trovatori come metafora di un' amore universale, assoluto  => in qsta civiltà la cavalleria trova il suo punto più alto.
nel momento in cui la cavalleria diventa una LANDA DESOLATA nasce:

 

IL MITO DEL GRAL
destinato a maggior permanenza infatti nn è presente solo nel medioevo ma in tutto il mondo

GRAL = secondo la tradizione è la coppa che contiene il sangue di cristo, è segno di totalità e di rinascita e la cavalleria è la sua custode.
Qsto nome proviene dal latino, Gradalis, rappresenta un piatto, un calice, una coppa e deriva da Gradale che è un libro liturgico: contiene canti che dovevano essere fatti nell varie ore del giorno.E' il calice in cui Giuseppe D'Arimatea ha raccolto il sangue di Cristo  e il re del gral è il re del mondo x’ è un illuminato e garantisce l’esistenza del mondo.
Il gral nn è stato considerato solo come una coppa poichè colui che ha scritto parsifall lo interpreta come una pietra (ha un valore simbolico medico o magico) e ha il potere di mantenere giovane chi la possiede = PIETRA DIVINA.
Durante il Medioevo viene associato al monte di venere:

  • COPPA = LUOGO DEL FEMMINILE della rinascita, dell’amore, della pienezza divina; viene sempre associata alla landa e al suo passaggio tutti si sentono saziati.
  • IL GRAL = CIO’ CHE UNISCE LA TERRA AL CIELO unione del cosmo e dell’uomo cioè del maschile e del femminile => IMMAGINE DEL SACRO.

Il Gral coincide con una RICERCA INTERIORE ( del senso della pienezza) e con una ESTERIORE ( x’ il gral deve diventare vita). Tende ad esprimersi attraverso un linguaggio poetico e diventa un archetipo del sacro.
Nell’uomo le tentazioni più pericolose sono quelle interiori, e si ha:
IL PASSAGGIO SUL PONTE DELLA SPADA cioè il taglio della spada rappresenta il luogo da dove bisogna incominciare => il ponte della tentazione da affrontare se si vuole superarla. La nostra vita è piena di ponti della spada x’ ci si trova sempre di fronte a delle decisioni difficili, difficoltà sempre più sottili che vanno risolte.

FATICHE => difficoltà assolutamente simbolica x’ chi vuole diventare cavaliere deve camminare sul ponte della spada trovandosi far due situazioni, due scelte e molto spesso è opportuno camminare in mezzo sul “FILO DEL RASOIO” dove però ogni passo è pericoloso.
Si deve, perciò, muovere con intelligenza anche se ogni passo potrebbe essere quello falso.
Diventare quello che si è, è una cosa ben difficile x’ nn si ha chiaro ciò che si è e in più le istituzione nn guardano quello che desidera l’individuo ma ciò che esse vogliono e che l’individuo segua le loro volontà.
Le istituzioni si preoccupano solo di mantenere le loro caratteristiche, le persone nn vengono istruite x capire ciò che uno è ma vengono istruite x essere inserite in un contesto istituzionale.
Nella formazione dell’individuo ciò che lui è passa i secondo piano x’ in primo piano c’è tutto quello che serve x entrare a far parte della società. Lo scopo principale di ogni individuo è di essere se stessi e la consapevolezza di ciò che porta all’accettazione e al miglioramento delle istituzioni => SITUAZIONE DI EQUILIBRIO.
VIOLENZA = STRUMENTO DI CONTROLLO da parte di chi comanda
Qsto è quello che deve fare il cavaliere se nn vuole essere una pedina nel gioco della società.

=> IL VERO CAMBIAMENTO E’ SEMPRE IL CAMBIAMENTO INTERIORE naturalmente con la consapevolezza di se stessi x’ se no le istituzioni prendono il sopravvento.
I cambiamenti radicali devono essere fatti attraverso un esame di se stessi: bisogna guardarsi dentro e capire qual è il senso della propria vita solo così si potrà cambiare il MONDO ESTERNO = TOTALITA’. Se ciò nn avviene cadrà dal ponte della spada e tornerà alla condizione precedente e nn potrà raggiungere il gral.
La cavalleria oggi è il simbolo di un epopea storica che era presente in tutto il mondo, un istituzione ridotta al minimo ed era x qsto che si chiamava ordine, dove ognuno esprimeva se stesso fino a qndo la chiesa se ne appropriò diventando così un istituzione strutturata con a capo il vescovo.
ISTITUZIONE = POTERE ASSOLUTAMENTE PERVASIVO
Ci costruiscono anche nel modo più banale, ci indirizzano come vogliono loro e la realtà la dobbiamo capire noi (da soli).

CAVALIERE:

  • SCOPO DI CAPIRE CHI E’ VERAMENTE anche se le istituzioni tendono a rimanere costanti e ad evitare il problema.
  • SIMBOLO DEL CAMMINO CHE UNO DEVE FARE si deve scontrare con chi gli si oppone, gli va contro e alla fine trova un premio: “dama”.

ES.: ROBIN  HOOD persona comune che rimane colpito da una situazione che nn lo convince. Lotta contro le istituzioni (rappresentate dallo sceriffo) ed emerge il suo vero essere e diventa un eroe. Lo scontro lo costringe a riflettere su se stesso => uomo eroico che nn ritiene giusto ciò che le istituzioni applicano.
Egli si pone al di là delle istituzioni, anche se nn va contro a tutte, ma solo al tipo di istituzione che nn ritiene giuste x’ scopre all’interno di se stesso qual è la vera giustizia.
Solo attraverso il raggiungimento della totalità personale, data dalla donna, Robin Hood potrà raggiungere il suo scopo.

PROBLEMA: RE ARTU’ come prototipo del cavaliere (grande mito e fondatore della tavola rotonda) e si ha un’analisi diversa da quella che conosciamo.
Egli nasce in una situazione particolare: il padre di Artù si innamora della moglie di un suo amico e tramite merlino prende le sembianze del marito della donna. I due muoiono il bambino nasce e merlino lo porta con se x farne i cavaliere ideale.

  • MERLINO  è un illuminato, nn ha mai conosciuto l’amore (impotente) e sfoga qsta forza nella magia. Consigliere x buona parte della vita di Artù.
  • ARTU’ viene educato secondo i canoni di Merlino x farne un cavaliere perfetto. Qndo è un adolescente riesce a far uscire la SPADA NELLA ROCCIA portandola verso l’alto => ambiguità x’ sta a significare che il ragazzo assume pienezza della sua vita virile. Si sposa con Ginevra, figlia di un re, ma avrà una relazione extra coniugale con Morgana ( sua sorella) anche se qsto passerà inosservato. Qsto matrimonio avviene x’ la sua dote è il regno del padre e la TAVOLA ROTONDA che rappresenta la totalità, la circolarità del mondo. Così Artù diventa il capo dei migliori cavalieri (12) e unificando la Britannia.

 

INIZIANO I PROBLMI X’:

  • Merlino va via x’ SCOPRE DI ESSERE UN UOMO: morgana lo fa innamorare di lei così acquisisce tutti i suoi poteri e poi lo richiude in una caverna x sempre.
  • Artù si trova SENZA APPOGGIO ISTITUZIONALE si trova da solo, Ginevra si innamora di Lancillotto, x’ in lui trova un aspetto umano,senza far sospettare il marito che è troppo impegnato nella sua vita istituzionale. Qndo vengono scoperti Artù indice un tribunale x l’adulterio di sua moglie e poi dice di far un giudizio divino => cioè due campioni che si sfidano (Lancillotto e un altro) e ovviamente vice la menzogna.
  • Lancillotto va via e inizia L’ULTIMA FASE DEL REGNO DI RE ARTU’. La tavola rotonda nn è più il centro, il regno deperisce x’ il Re nn è più un uomo equilibrato visto che si ha una guerra figlio(Lancillotto) contro padre => simbolicamente Artù contro Artù uomo.                                       

Lancillotto arriva in soccorso dell’amico e colpisce a morte il Re, che intanto aveva affidato excalibur a un suo collaboratore dicendogli di buttarla nel mare cm se dovesse tornare da dove è venuta => ELEMENTO MASCHILE CHE SI RIUNISCE CON QUELLO FEMMINILE.
Arriva un vascello con 3 donne che guariscono Artù e se lo portano via nelle isole fortunate (dove abita il mito).
ARTU’ => OGETTIVIZZAZIONE STORIA DELL’UOMO
È un mito inalterato x tantissimi anni d ancora oggi sono delle storie che richiedono domande ma che vogliono risposte e che si intersecano con la vita dell’uomo.
Noi siamo abituati a nn pensare ai draghi, ai nemici, alle streghe che sono dentro di noi e qndo i problemi ci compaiono di fronte siamo come il cavaliere qndo deve affrontareil DRAGO => simboleggia i problemi esteriori anche se in realtà siamo noi stessi. Se nn riusciamo a sconfiggerli da soli dobbiamo chiedere un aiuto esterno che xò ha dei costi => ci vuole una preparazione ideale come quella che il cavaliere faceva prima di affrontare il nemico.
CAVALLERIA = METAFORA DELLA VITA
Qsta parola ci vuole ricordare la perennità di qlkosa che è sempre presente in noi e che dobbiamo riconoscere.

PUNTO FONDAMENTALE CAVALLERIA => ASPETTO SIMBOLICO
Riuscire a leggerli significa sapere qlkosa di più sulla figura stereotipata del cavaliere.

CAVALIERE:

  • FIGURA UOMO COMPLETO
  • FUNZIONE  MISTICA (tensione verso il sacrificio totale perciò implica un mondo mistico).
  • FEDE NELLA SACRALITA’ /TRASCENDENZA DI CRISTO
  • SENSO DI ONORE, DI DIFESA => di essere se stessi, misticità religiosa nascosta nella vita.

ES.: nella cultura cavalleresca mussulmana lo scopo è il combattimento ma regolato da regole ben precise simili a quelle degli ordini cavallereschi ( xò con una specificazione diversa). Oggi qsto nn c’è più x’ si ha una cultura islamica sottosviluppata.

La LOGICA DELLA CAVALLERIA è applicabile sia all’uomo che alla donna arrivando a una armonia completa = equilibrio armonico. Il problema è se nella civiltà moderna ci potrà essere una forma ideologica di cavaliere? Ci sarà se l’uomo farà proprio il suo modo di essere => es.: guerre stellari, matrix, il signore degli anelli….
La cavalleria a LIVELLO SUBLIMINARE si è sedimentata all’interno dell’immaginario collettivo e qlsiasi proposta alternativa sembra irreale. Bisogna vedere il valore propositivo della figura del cavaliere x’ il dovere di una persona è quello di diventare ciò che è.

 

http://www.scicom.altervista.org/filosofia%20delle%20scienze%20sociali/CAVALLERIA.doc

 

Autore: non identificabile dal documento (se conoscete l'autore inviateci un messaggio e-mail)

 


 

Cavalleria medievale tra mito e realtà

Fonte principale: Jean Flori – La cavalleria medievale – Il Mulino, 1998
Tratto da: http://www.parodos.it/index.htm

Il cavaliere, una delle figure mitiche del medioevo letterario e cinematografico: alto sul suo destriero, racchiuso nell’impenetrabile armatura pesante, riconoscibile solo per il cromatismo vivace delle insegne. Nell’immaginario collettivo esso appare inginocchiato dinanzi al sovrano mentre con la bendizione della Chiesa riceve l’investitura, e poi lanciato al galoppo in difesa della Fede e dei deboli... ma quanto di vero esiste in questa immagine eroica e quanto invece risulta dalla somma di frammenti reali ma provenienti da epoche diverse? E soprattutto, se il cavaliere medievale è, per definizione, nobile e appartiene alla corte del sovrano, è possibile rintracciare la sua presenza anche in Italia, dove il basso medioevo vede il fiorire di quell’esperimento unico che sono i liberi Comuni, in completa antitesi con il mondo dei signori feudali illustrato dalle Chanson de Geste? Su quest’ultimo quesito in particolare si sono interrogati gli storici sin dal secolo scorso, giungendo a rintracciare fra archivi e documenti i segni della presenza della cavalleria anche in Italia.

La cavalleria medievale: le origini
Il termine “cavaliere”, che indica genericamente l’armato che presta servizio militare a cavallo, appare in realtà tardi nel linguaggio delle armi; il medioevo preferisce infatti il termine latino “miles”, che indica “il” combattente per eccellenza, contrapposto al termine “pedes” che indica il semplice fante appiedato. Il miles medievale è per definizione un cavaliere, che in questo caso non significa semplicemente un armato a cavallo, ma più propriamente un armato che usa il cavallo secondo modalità particolari di combattimento.  E’ noto infatti come sin dall’antichità classica esistano corpi armati a cavallo; esso però viene usato principalmente per gli spostamenti veloci e per gli attacchi a sorpresa - nel corso dei quali vengono scagliate aste leggere con la spinta del braccio o frecce per mezzo di piccoli archi – mentre nel combattimento vero e proprio gli armati scendono a terra per affrontare il corpo a corpo. E’ solo con il Medioevo che nelle battaglie appare la tecnica della carica a cavallo – lancia in resta, diremmo con un termine che però è già tardo, quasi rinascimentale – in cui il cavaliere regge saldamente la lancia dirigendola, mentre è il cavallo a fornire la propulsione e la forza d’urto necessaria a sfondare le linee nemiche.  Secondo alcuni autori questa nuova modalità di attacco, le cui più antiche testimonianze iconografiche risalgono forse alla tapezzeria di Bayeux , fa seguito alla diffusione di accorgimenti tecnici quali la staffa e la sella con arcioni; secondo altri questo nesso sarebbe casuale, ed infatti già nell’antico Oriente la staffa esiste, ma nessuno vi aveva mai collegato l’idea di usarla per avere maggiore stabilità e lanciarsi direttamente contro il nemico, anzichè semplicemente per caracollare lanciando frecce. Comunque sia andata la faccenda, resta il fatto che fra il 1000 e il 1100 i gruppi armati che difendono gli interessi dei signori feudali nelle cui mani sono le terre europee, sono un’elite specializzata in un tipo di combattimento che prevede il cavallo come parte attiva. Elite, poiché mantenere un cavallo ha i suoi costi, e così le armi, sia da offesa – lance, spade – che da difesa; c’è poi l’addestramento, lungo e faticoso, e la necessità di mantenersi “in forma” anche nei periodi in cui non si è impegnati in guerra. Così, già nel IX secolo i sovrani dei nascenti regni romano-germanici iniziano a circondarsi di una corte di fedelissimi, perfettamente armati ed addestrati, ovviamente “cavalieri”, a cui come segno di favore e gratitudine offrono terre su cui esercitare un qualche dominio; si tratta in effetti, come mette in evidenza chiaramente Jean Flori, di una forma di compenso o paga, volta a permettere a questi “difensori del regno” di dedicarsi appieno alla loro funzione, senza troppe preoccupazioni per procacciarsi il cibo o comunque un reddito.  La cavalleria nasce quindi secondo questo autore eminentemente come professione, derivando direttamente dall’usanza germanica del capo-tribù di circondarsi dei guerrieri più forti e valorosi; quando i capotribù si stanziano nelle terre d’Europa e si trasformano in re, ecco che allora questi “comites” – compagni, d’arme e d’avventure – si trasformano nelle varie “Tavole Rotonde” o compagnie di “Paladini” esaltate dalla letteratura successiva.

Chi sono i "cavalieri"?
Gli storici a questo punto si pongono un problema fondamentale: a quali persone è realmente possibile svolgere “il mestiere delle armi”? L’immaginario collettivo vuole il cavaliere come appartenente alla “nobiltà”. Ma il concetto di nobiltà, inteso come discendenza di sangue e appartenenza ad un casato di antica origine, è di gran lunga successivo rispetto all’epoca che stiamo esaminando; la società del X secolo è dominata da un’aristocrazia guerriera che a volte si fregia del termine “nobile”, inteso come aggettivo che indica, in vario grado, una predisposizione d’animo piuttosto che un rango sociale.
Con il diffondersi dell’incastellamento nel X secolo si assiste però ad un fenomeno nuovo, che prelude alla strutturazione di una società più simile a quella che ci è oggi familiare.
Le famiglie aristocratiche – famiglie allargate, a struttura orizzontale, in cui contano i rapporti di parentela fra fratelli e zii, sia per parte maschile (agnati) che femminile (cognati) – si radicano nel territorio, fortificano una propria dimora e la trasformano in un nucleo di potere locale, sempre più autonomo rispetto ai deboli poteri centrali. I vassalli non sono più un seguito armato del sovrano, ma divengono a loro volta piccoli capi territoriali che gestiscono la loro proprietà. E’ fondamentale che questa proprietà mantenga una certa estensione di terre e di uomini sottomessi, in regime di libertà, semilibertà o servitù; diviene quindi essenziale che non venga frammentata fra i vari eredi. Si modifica quindi la struttura familiare, che diviene in questo momento “verticale”, ossia dominata da rapporti di discendenza patrilineare. E’ l’epoca in cui compare il patronimico, e da esso il cognome, inteso come segnale di appartenenza ad un lignaggio che si estende nel tempo di padre in figlio. Il figlio maggiore eredita il castello, il titolo, il patrimonio di famiglia. Le strategie matrimoniali cambiano, e si diffondono i matrimoni con membri esterni alla famiglia (esogamici) perchè comunque non esiste più il rischio di dover cedere parte delle proprietà ad altri clan. I figli cadetti - nonchè quelli nati al di fuori di un matrimonio cristiano che ancora stentava a definirsi ed affermarsi - se sono femmine servono a rinsaldare legami di alleanza con castellanie vicine, attraverso matrimoni accuratamente studiati a tavolino. Se sono maschi, ed ecco il problema di fondo, se sono maschi gravitano attorno alla corte, mantenendo lo stato di juvenis, ovvero di non sposato, a vita; offrono i loro servigi armati al fratello maggiore o ad uno zio che in cambio li mantiene; insidiano le femmine di corte, elaborando un’etica – cavalleresca, per l’appunto – che autorizza l’avventura amorosa; cercano soddisfazione e bottino nell’impresa guerresca; talora, in virtù delle loro capacità, giungono ad ottenere in moglie una ricca ereditiera o una vedova con possedimenti e ad accasarsi, formando un loro lignaggio. Ecco, una parte della cavalleria è data da questa porzione di aristocrazia che è tagliata fuori dalla trasmissione ereditaria del potere; ma non tutta la cavalleria è costituita da aristocratici cadetti o bastardi. Accanto ad essi nella corte esistono armati a cavallo di ben altra estrazione. Sia Duby, sia Flori, evidenziano la presenza di ricchi allodieri, ovvero proprietari di terre che pur non avendo antenati prestigiosi hanno denaro sufficiente per armarsi e subire l’addestramento cavalleresco, e quindi si pongono al servizio del signore locale, nella speranza di fare carriera, mettersi in mostra con il valore ed ottenere un piccolo feudo; analoga aspirazione è coltivata da tutta una massa di “cavalieri” dipendenti, che esercitano la cavalleria come mestiere per sopravvivere, provenendo da classi sociali basse, di ambito rurale, o addirittura affrancati dallo stato servile per poter accedere al servizio armato del signore. I documenti mostrano in tutta Europa esempi – non numerosi, ma significativamente presenti con regolarità - di questo tipo di cavalieri che riescono alla fine ad ottenere una promozione sociale, sia ricevendo dal signore terre da gestire in proprio, sia sposandosi ad un livello sociale più alto del loro. Flori, sulla scorta di queste evidenze, conclude che la cavalleria sino a tutto il XII secolo non è una classe sociale chiusa, coincidente con l’aristocrazia, ma un sistema aperto, con possibilità di accesso dal basso; in pratica quindi “una professione onorevole ed invidiata, che l’aristocrazia tende a trasformare in una nobile corporazione” .
Non a caso la società medievale raffigurava se stessa come suddivisa in tre “ordini” con carattere funzionale, quelli che pregano, oratores, quelli che lavorano, laboratores, quelli che combattono, bellatores: le tre attività fra le quali qualsiasi uomo adulto doveva collocare la propria esistenza.

L’ingresso nella “cavalleria” Uno dei luoghi comuni della mitologia cavalleresca è quello della cerimonia di investitura, il cosiddetto adoubment (tradotto in molti testi come “addobbamento”), in cui il nuovo cavaliere riceve direttamente dal sovrano, o comunque da un suo superiore, le insegne della cavalleria – la spada, gli speroni, lo stendardo – in genere precedentemente benedette o consacrate da un vescovo, che può o meno essere presente. Le spade degli eroi della Chanson medievale sono oggetti resi sacri dalla presenza di particolari reliquie chiuse nel pomo, e devono servire al nobile cavaliere – nobile come qualità d’animo, non nel significato più tardo di classe - per proteggere la Chiesa dai pagani e i deboli dalle ingiustizie. Questo rappresentazione “rituale” della “vestizione” del cavaliere, tramandata dalla letteratura e diffusa dal cinema, è in realtà “un’immagine composita, nella quale confluiscono tratti che, apparsi in epoche differenti, non sono mai coesistiti” (ibidem). Gli storici individuano concordemente l’origine di questi rituali nelle tradizioni germaniche che si diffondono in Europa nell’alto Medioevo. Le tribù germaniche erano seminomadi, eminentemente guerriere e al loro interno ciascun uomo adulto aveva il dovere di prendere le armi per la comunità; così nel momento in cui un giovane raggiungeva l’età adulta e si apprestava ad entrare nel numero degli armati, era il capo – guerriero lui stesso – a consegnargli le armi, in una sorta di scarno rito di passaggio. Flori nota che si trattava probabilmente di nulla più che una consegna degli “strumenti del mestiere” inquadrata forse in un rito di tipo iniziatico. Ma la consegna della spada ha, nel mondo germanico – e non solo - anche un altro significato, di tipo simbolico: la spada è il segno del potere, del diritto di comandare la tribù ma anche del dovere di proteggerla dai nemici esterni – con le armi – e dal disordine interno, attraverso la giustizia.
La simbologia della spada si tramanda nei secoli attraverso i rituali di incoronazione dei sovrani; nel 1108 il re di Francia Luigi VI è incoronato dall’arcivescovo di Sens con un rituale preciso: tolta la spada della milizia secolare (ovvero lo strumento di lavoro, la spada dell’uomo adulto e del guerriero) egli cinge la spada della Chiesa “per la punizione dei malfattori... la difesa delle chiese e dei poveri”. La cerimonia e la preghiera che la accompagna sono assolutamente analoghi a quella che si trova in un rituale di incoronazione germanico della fine del IX secolo, forse il più antico giunto sino a noi. Il rito di consegna della spada accompagnata dalla sua sacralizzazione è quindi, a detta di Flori, di origine regia, e persiste per secoli. Fra X e XI secolo, ovvero quando si abbozza la gerarchia feudale, la sua applicazione slitta dal sovrano ai principi a lui sottoposti, e poi via via alle gerarchie feudo-vassallatiche inferiori, a sancirne l’effettiva presa di potere. Si tratta quindi sempre di un rito di trasmissione di prerogative regali, e non di un rito di iniziazione. Attraverso quali passaggi allora esso giunge ad apparire come formula di consegna delle armi ai semplici armati a cavallo, che non solo non hanno potere proprio, ma addirittura sono in varia misura sottomessi?
La Chiesa si impadronisce della cerimonia di consegna delle armi nel corso dell’XI secolo, in un contesto in cui, cessato il pericolo delle invasioni, il vero rischio per le popolazioni europee era costituito dai signori feudali e dalle loro bande armate. Questi, ormai di fatto indipendenti dal potere centrale, cercavano di rosicchiarsi potere (ovvero terre) a vicenda, mantenendo un clima di tensione; ma anche quando ciò non avveniva, la vita nelle campagne non era tranquilla, poiché i “cavalieri” del feudatario locale si procuravano comunque un reddito vessando “quelli che lavorano” e tenendoli sottomessi con la paura di scorrerie e saccheggi; quando poi i contadini erano troppo poveri, le armi dei cavalieri spesso si rivolgevano a depredare le ricche parrocchie e i monasteri. Ed ecco che accanto al concetto di “pace di Dio” , nasce l’ideologia del cavaliere “consacrato”, che difende innanzitutto la Chiesa e i deboli, combattendo contro l’ingiustizia; e laddove questo non è sufficiente a porre sotto controllo la turbolenza degli armati, viene accentuato il carattere di “miles Christi”, cavaliere al servizio di Dio nella lotta per la fede, da cui deriverà in breve tempo la figura del crociato e gli ordini monastici militari.
Nell’XI secolo sono ormai numerose le formule di consegna delle armi a semplici cavalieri che ricalcano quelle di consacrazione regia.
Altri elementi del rituale di investitura “classico” sono la vestizione del cavaliere con armi particolarmente ricche, cerimoniali, e vesti dal colore simbolico; nonché l’uso del bagno purificatore prima della cerimonia. Essi si rintracciano a partire dal XII secolo, e curiosamente non sempre sono legati ad una cerimonia di tipo religioso. All’inizio del XIII secolo appare in alcune aree la “veglia d’armi”, ovvero il trascorrere la notte prima della cerimonia in digiuno e in preghiera. Come si vede si tratta di elementi molto diversi fra loro, che appaiono in tempi successivi, non sempre sovrapponendosi. Nel frattempo però il concetto di cavalleria si è evoluto: indipendentemente dalla Chiesa, i combattenti riconoscono delle proprie regole di comportamento, una sorta di codice d’onore dettato più dall’utilità pratica che da convinzioni morali; secondo esso ad esempio il cavaliere non attacca mai un suo collega a tradimento, né porta lo scontro all’ultimo sangue, preferendo in questo caso catturare vivo l’avversario per poi godere del giusto riscatto, è a tutti gli effetti un codice deontologico di una professione come tante altre, che va ad affiancare l’etica della Chiesa nel costruire quella che definiamo l’“ideologia cavalleresca”.

Ma esso mostra un’altra cosa molto importante: la cavalleria ha assunto coscienza del suo essere gruppo sociale d’elite, e sta elaborando regole di comportamento e rituali propri, modi di svago caratteristici quali il torneo e la giostra - in auge dal XII secolo – e, soprattutto, la tendenza a “chiudersi” in una casta ad accesso regolamentato. Il vero e proprio rituale di adoubment, accompagnato dalla simbologia sacra dei singoli elementi indossati, e dalla festa profana che lo sugella, conosce la sua diffusione proprio in questa fase, divenendo il rito iniziatico che conosciamo dalla letteratura. Il fenomeno si sviluppa in parallelo infatti con il graduale divieto di accesso alla “professione” volto a chi non ha antenati cavalieri, e poi, subito dopo, a chi non è figlio di cavaliere. Cavalleria inizia a coincidere con nobiltà, intesa come ceto, ma il passaggio non sarà mai netto, se non in epoca tarda, quando ormai la cavalleria avrà perso la sua funzione militare fondamentale. Infatti per tutto il XIII e il XVI secolo sono frequenti comunque le semplici cerimonie di massa, sul campo di battaglia, in cui il sovrano direttamente nomina cavalieri i più valorosi, indipendentemente dalle loro origini. Il potere del sovrano può quindi ancora scavalcare le regolamentazioni che la cavalleria stessa ha imposto.

Bibliografia

Balestracci D., La festa in armi, Giostre, tornei e giochi nel Medioevo. Laterza, 2001 Cardini F., Quell’antica festa crudele Guerra e cultura della guerra dal Medioevo alla Rivoluzione Francese. Mondadori, 1995
Duby G., Guglielmo il Maresciallo, L’avventura di un cavaliere, Laterza, 2001
Flori J., Cavalieri e cavalleria nel Medioevo, Einaudi, 1999
Flori J., La cavalleria medievale, Il Mulino, 1998
Settia A., Rapine, assedi, battaglie – La guerra nel Medioevo, Laterza, 2002

 


 Il celebre ricamo su tela narra con dovizia di particolari “tecnici” la battaglia vinta dai Normanni contro i Sassoni ad Hastings nel 1066

Le invasioni barbariche del X secolo (ad esempio gli Ungari) sono fra le cause per cui in questo periodo si diffondono gli insediamenti fortificati, dapprima semplici torri difensive, poi strutture sempre più complesse (castelli).

Jean Flori – La cavalleria medievale – Il Mulino, 1998

inteso a delimitare ambiti temporali in cui viga, per il buon cristiano, l’astinenza dall’attività bellica.

 

Fonte: http://www.didacta.altervista.org/cav.doc

 

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