vasi comunicanti capillari esperimento e spiegazione

 

 

 

vasi comunicanti capillari esperimento e spiegazione

 

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vasi comunicanti capillari esperimento e spiegazione

 

LABORATORIO SCIENTIFICO

 

IL PRINCIPIO DEI vasi comunicanti>VASI COMUNICANTI

I liquidi non hanno forma propria, ma tendono ad assumere quella del recipiente che li contiene. Prendiamo un recipiente costituito da alcuni tubicini aperti da una parte, di dimensioni differenti, non molto sottili e collegati alla base. Versando acqua colorata in uno di questi tubicini, osserviamo che l'acqua raggiunge lo stesso livello in ogni tubicino.

Questo è un esempio di applicazione della legge chiamata Principio dei Vasi Comunicanti

la quale afferma : l’acqua versata in due o più contenitori collegati tra loro scorre in modo tale da raggiungere lo stesso livello in tutti i suoi contenitori

I VASI COMUNICANTI

Materiale: 

Apparecchio dei vasi comunicanti 
Acqua colorata 

Procedimento: Versiamo l’acqua in uno dei tubi.

Risultato: L’acqua si dispone allo stesso livello in tutti i vasi. 


COSTRUIAMO I VASI COMUNICANTI

Materiale

Due bottiglie di diverso diametro

Un tubo di gomma 
Spago 

Acqua colorata 

 Procedimento

Leghiamo il tubo intorno al collo delle bottiglie,  
tagliamo il fondo ad ognuna e cominciamo a versare acqua. 

Risultato : L’acqua arriva sempre allo stesso livello, anche se alziamo o abbassiamo una bottiglia.

Conclusione: Secondo il Principio dei vasi comunicanti, l’acqua si dispone sempre allo stesso livello  in più recipienti comunicanti tra loro, indipendentemente dalla  loro forma o diametro. Su questo principio funzionano gli acquedotti, il sifone, i pozzi artesiani.


Questo principio dei vasi comunicanti ha molte applicazioni interessanti  nella vita quotidiana   ES. ci permette di spiegare come l’acqua sgorga dai rubinetti anche agli ultimi piani delle case. Ciò avviene perché l’acqua proviene da serbatoi posti più in alto delle case e quindi per il principio dei vasi comunicanti, sale alla stessa altezza    -   

 

 

 

LA CAPILLARITÀ DELL'ACQUA

Capillare: tubicino molto sottile.
Se immergiamo nell'acqua di una bacinella dei tubicini molto sottili,  detti perciò capillari, si osserva che l'acqua sale nei tubicini, ma non raggiunge lo stesso livello: più il capillare è sottile, più il livello è alto. Questo prende il nome di fenomeno della capillarità. Questo avviene per le forze di adesione: le molecole dell'acqua aderiscono un po' più sulle pareti del tubicino e salgono .In parole molto semplici l’acqua tende a bagnare le pareti del tubicino,come se si aggrappasse per tirarsi su

 La capillarità la possiamo osservare in molti casi della vita quotidiana ES . una zolletta di zucchero appena intinta nel caffè  si colora tutta. ES la capillarità permette all’acqua del sottosuolo di risalire verso la superficie del terreno,aiuta le radici delle piante ad assorbirla, e il fusto a far salire la linfa grezza(acqua +sali minerali presenti nel terreno)fino alle foglie. Quindi la capillarità è vitale per le piante e quindi per il mantenimento della vita sulla terra

 

 

 

Esperimento “la capillarità nel sedano”

 

Abbiamo tagliato una costa di sedano e nella sezione trasversale abbiamo notato dei sottili tubicini di colore giallo chiaro; abbiamo osservato che le foglie, specialmente quelle più interne sono di un colore verde chiaro. Abbiamo riempito un recipiente con acqua colorata con qualche goccia di violetto di metile.

Dopo una settimana abbiamo osservato che per il fenomeno della capillarità l'acqua è risalita attraverso i tubicini sottili all'interno della costa di sedano, fino alle parti più aeree: le foglioline più sottili e le nervature interne risultavano colorate dal violetto di metile.

 

 

  

 

 

La Pressione dell'acqua(pressione idrostatica) se pratichiamo dei fori a livelli differenti in un recipiente contenente acqua, osserveremo che lo zampillo che fuoriesce dai fori situati più in basso è più forte di quello che fuoriesce dai fori situati in alto; ciò dipende dal fatto che l'acqua nel primo caso esercita una pressione più forte. 

 

PRESSIONE IDROSTATICA

ESPERIMENTO

Materiale: acqua, bottiglia di plastica, forbici, nastro adesivo.

Procedimento: abbiamo praticato dei fori sulla bottiglia con le forbici, li abbiamo tappati con il nastro adesivo ed abbiamo riempito d’acqua la bottiglia. Abbiamo quindi staccato il nastro adesivo ed abbiamo osservato dove finivano gli spruzzi.

Risultato: l’acqua usciva da tutti i fori, ma con maggiore pressione da quello più in basso, cioè l’acqua schizzava più lontano e con maggiore forza dai fori più bassi.

Conclusioni: quanto osservato dipende dalla pressione idrostatica: l’acqua infatti ha un suo peso e quindi esercita una pressione sulle pareti e sul fondo del recipiente che la contiene; la pressione idrostatica dipende dal livello dell’acqua ( più in basso è maggiore). 

 

COSTRUIAMO IN CLASSE L’APPARECCHIO DI PASCAL

Materiale:  Rubinetto

Palloncino

Spago 

     Procedimento: Facciamo tanti buchi nel palloncino con una punta sottile, lo leghiamo al rubinetto e apriamo l’acqua.

Risultato: L’acqua zampilla da tutti i buchi con spruzzi sempre più lunghi via via che il foro si trova più in basso.

Conclusione: L’acqua esercita sulle pareti dei corpi una forza che viene detta pressione idrostatica.

La pressione idrostatica dipende dalla profondità: alla stessa profondità esercita la stessa pressione, man mano che aumenta la profondità, aumenta la pressione. Un sommozzatore o un palombaro non possono scendere oltre certe profondità, perché la pressione dell’acqua li schiaccerebbe.

 

 

 

Ho preso una bottiglia vuota in plastica, ho fatto tanti fori di uguale grandezza, in colonna con un ago; poi li ho coperti con lo scotch, ho riempito d'acqua la bottiglia, ho levato lo scotch e ho osservato che l'acqua fuoriesce dai fori, a fontanella. Ho osservato che più in basso, l'acqua esce con più forza rispetto ai buchi posti in alto, ciò vuol dire che la pressione esercitata dall'acqua sulle pareti della bottiglia, aumenta dall'alto verso il basso. Mano mano che la bottiglia si svuota, diminuendo la pressione, l'acqua non fuoriesce più zampillando, ma scorrendo lungo la bottiglia stessa.

 

 

 

 

 

... LE SOLUZIONI( miscuglio omogeneo)

SOLUZIONE = solvente + soluto
SOLUZIONE = miscela omogenea in cui un composto più abbondante, detto solvente, contiene disciolto un soluto.
SOLVENTE = sostanza, in genere allo stato liquido, capace di portare 
in soluzione altre sostanze, senza alternarne la natura chimica.
SOLUTO = sostanza solida, liquida o gassosa, presente in quantità 
minore rispetto al solvente in una soluzione in cui è sciolta dal solvente.
SOLUBILITA '= quantità di sostanza che si discioglie in un determinato
volume di solvente per dare una soluzione satura.
CONCENTRAZIONE = grandezza che indica la quantità di soluto presente in una certa quantità di soluzione oppure di solvente. 

Fra le proprietà dell'acqua c'è quella di sciogliere alcune sostanze. Infatti se mettiamo dello zucchero nell'acqua e la agitiamo con un cucchiaino, lo zucchero si scioglie formando una soluzione che può essere più o meno concentrata.

L'acqua è il solvente, lo zucchero il soluto.

La soluzione è satura quando una parte del soluto non si scioglie più e resta sul fondo del bicchiere.

 

 Archimede e il principio del galleggiamento dei corpi

Ho messo in una bacinella piena d'acqua un sasso, una spugna e un tappo di sughero e ho notato che essi si comportano in maniera diversa: il sasso affonda, la spugna resta sospesa a metà, il tappo di sughero galleggia in superficie. Questo avviene per il principio di Archimede, il quale affermò che un corpo immerso in acqua riceve una spinta dal basso verso l' alto pari al peso del fluido spostato. Il sasso, la spugna e il tappo sono corpi di materiale diverso e quindi con diverso peso specifico: ognuno riceve dall'acqua una spinta diversa. Il sasso affonda perchè la spinta è minore del peso del corpo; la spugna non affonda e non galleggia perché la spinta è uguale al suo peso; il tappo galleggia perché la spinta é invece maggiore.

 

Fonte: http://bouzoki.files.wordpress.com/2010/10/vasi-comunicanti.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Sito web da visitare: http://bouzoki.files.wordpress.com/

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