Le discipline della fisica

 

 

 

Le discipline della fisica

 

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Le discipline della fisica

 

1. Introduzione alla Fisica

 

La Fisica

 

La Fisica è alla base di tutte le altre scienze della natura e di gran parte della tecnologia, in quanto si occupa sia della materia, delle sostanze e dei corpi che possono essere oggetto di studio in problemi scientifici, sia delle leggi che governano le loro interazioni, singolarmente o nel loro insieme.
La Fisica è la scienza che studia i fenomeni naturali fondamentali, derivando le leggi che li descrivono da un numero ristretto di leggi e principi generali che identificano la struttura dell’intera natura. I risultati della Fisica sono impiegati correntemente nelle altre discipline scientifiche o tecnologiche, proprio perché esprimono caratteristiche di base degli oggetti e dei fenomeni studiati. Il campo dei fenomeni affrontati dalla fisica è soggetto a continui cambiamenti e talvolta, nel corso del tempo, lo studio di un articolare insieme di fenomeni si è staccato dalla Fisica per trasformarsi in una disciplina indipendente: è il caso, per esempio, della Chimica il cui sviluppo autonomo risale all’800. In altre circostanze la Fisica ha iniziato a trattare con i propri metodi fenomeni prima trascurati o al di fuori dai suoi confini ufficiali: questo è accaduto recentemente, per esempio, con lo studio dei sistemi caotici (sistemi dal comportamento non prevedibile che si incontrano in Fisica, in Biologia, in Economia, in Elettronica). Dall’alveo della Fisica sono anche derivate discipline di confine tra campi differenti: per esempio, la Biofisica, la Geofisica, la Chimico-Fisica, l'Astrofisica.

 

Le discipline della Fisica

disciplina

ambito di studio

meccanica

studia il moto (cinematica e dinamica) e l'equilibrio (statica) dei corpi

termodinamica

studia le trasformazioni di calore in lavoro, e viceversa, e i fenomeni e le proprietà a esse collegate

acustica

studia i suoni, le foro proprietà e i loro meccanismi di produzione, propagazione, ricezione

elettrodinamica

studia il complesso dei fenomeni relativi all'elettricità e al magnetismo

ottica

studia i fenomeni luminosi, cioè quelli relativi al comportamento delle radiazioni che impressionano l'occhio (radiazioni ottiche) o, più in generale, quelli relativi al comportamento di tutte le radiazioni elettromagnetiche

relatività
speciale

studia il complesso dei fenomeni che avvengono quando i corpi si muovono (o ristretta) con velocità prossime a quella della luce; nell'ambito di questa teoria è formulato il principio di equivalenza fra massa ed energia, che consente, fra  l'altro, di spiegare l'origine dell'energia generata dalle reazioni di fusione e di fissione nucleare

relatività
generale

costituisce la teoria più generale della gravitazione

meccanica
quantistica

studia i sistemi quantizzati, cioè i sistemi in cui le grandezze considerate non possono essere infinitamente piccole, ma sono sempre multiple di una  quantità "discreta", o "quanto" (i quanti sono quantità estremamente piccole di energia e di altre grandezze fisiche, quali carica elettrica, momento magnetico ... ), non ulteriormente divisibile

meccanica
statistica

studia le proprietà dei sistemi costituiti da un gran numero di particelle in movimento disordinato riuscendo a determinarne le configurazioni possibili, mediante il calcolo delle probabilità

fisica nucleare

studia i nuclei atomici e le reazioni in cui sono coinvolti

fisica atomica

studia le proprietà degli atomi

fisica delle
particelle

studia i costituenti ultimi della materia, quali elettroni, neutroni, protoni, mesoni, quark

fisica del plasma

studia i gas costituiti da particelle ionizzate

fisica dello
stato solido

studia le proprietà fisiche dei solidi (per es., quelle elettriche, dielettriche, elastiche, termiche), con particolare attenzione alle proprietà comuni a grandi insiemi di sostanze; costituisce una base fondamentale per lo sviluppo dell'elettronica (per es., con il suo studio dei semiconduttori)


Discipline di confine con altre scienze

fisica molecolare

studia le proprietà delle molecole

astrofisica

studia la struttura e le caratteristiche fisiche dei corpi celesti e della materia  cosmica

geofisica

studia i fenomeni fisici che hanno luogo nell'atmosfera, sulla superficie o  nell'interno della Terra

biofisica

studia, sotto l'aspetto fisico, i fenomeni biologici

criogenia

studia i fenomeni che avvengono a temperature estremamente basse  (il termine deriva dal greco kryos, freddo, gelo)

 

Il metodo sperimentale

Il metodo principe adottato nello studio della Fisica moderna è il metodo sperimentale.
Il metodo sperimentale è un metodo che partendo dalla osservazione dei fenomeni naturali ne arriva a formulare le leggi come risultato di sperimentazioni ripetute. Le leggi dei fenomeni naturali sono ritenute valide solo se si possono esprimere attraverso relazioni matematiche.
La nascita del metodo sperimentale è opera di Galileo Galilei. Egli non ha scritto uno specifico trattato sull’argomento; il suo metodo d’indagine è ricavabile indirettamente analizzando i procedimenti da lui adottati nei corso dei suoi studi.
Per comprendere il ruolo che ha la matematica nel metodo sperimentale e nella fisica moderna, riportiamo le esatte parole di Galileo:
«… questo grandissimo libro
che continuamente ci sta aperto
innanzi a gli occhi (io dico l’universo),
ma non si può intendere se prima
non s’impara a intender la lingua,
e conoscer i caratteri,
ne’ quali è scritto.
Egli è in lingua matematica,
e i caratteri son triangoli, cerchi,
ad altre figure geometriche,
senza i quali mezzi è impossibile
a intenderne umanamente parola;
senza questi è un aggirarsi vanamente
per un oscuro labirinto».
          Galileo Galilei, Opere VI, 232

Dalla rivoluzione scientifica avvenuta nel '600, che ha iniziato la scienza moderna e di cui G. Galilei (1564-1642) è stato uno dei più importanti protagonisti, la Fisica è la disciplina scientifica che ha maggiormente sviluppato e reso interdipendenti l'uso della matematica per lo sviluppo di concetti e modelli e dell'esperimento per la verifica di modelli e teorie e l'esplorazione di nuovi fenomeni: per esempio, la biologia usa ancora in modo limitato i metodi matematici e la paleontologia non può certo compiere esperimenti producendo un fossile in laboratorio (molte altre discipline sono costrette a basarsi sull’osservazione, senza poter programmare o ricreare in modo controllato lo svolgersi del fenomeno.
Le leggi fisiche danno un'espressione precisa alle regolarità che si osservano in natura; sono necessarie per descrivere, spiegare o predire lo sviluppo dei fenomeni naturali. Le leggi fisiche fondamentali hanno due proprietà sorprendenti: sono tutte indimostrate e anche indimostrabili. Ricavate dalle osservazioni e dagli esperimenti, si assume che esse siano valide fintanto che non si trova alcuna loro violazione naturale. L'universo non si comporta come noi diciamo che deve comportarsi; piuttosto noi presumiamo che le leggi naturali fisiche esistano e siano sempre esistite. Lo scopo della Fisica è scoprire e definire queste leggi naturali.


Le fasi del metodo sperimentale

Il metodo sperimentale può essere suddiviso in quattro fasi.

  1. L’osservazione del fenomeno.  In questa fase si individua il fenomeno o evento naturale, cioè l’entità su cui si deve focalizzare l’attenzione; viene effettuata una descrizione qualitativa dei fatti che si verificano, senza soffermarsi sugli aspetti quantitativi. In altri termini verranno usate solo parole, non numeri per descrivere il fenomeno.
  2. L’esperienza. In questa fase dapprima si schematizza in modo semplificato l’evento, per evidenziarne i contenuti fondamentali, tralasciando tutti gli aspetti secondari e non influenti; in secondo luogo devono essere identificate le grandezze fisiche, cioè tutti gli enti specifici del fenomeno a carattere quantitativo, che possono cioè essere misurati. Successivamente si realizza l’esperimento vero e proprio, ottenendo come risultato una raccolta dei dati numerici relativi a diversi casi dell’esperimento stesso.
  3. La formulazione dell’ipotesi. In questa fase dall’analisi e dall’interpretazione dei dati sperimentali si giunge attraverso un processo logico di induzione ad un’ipotesi riguardo la relazione matematica (la formula) fra le grandezze coinvolte nel fenomeno.

L’induzione in generale è un processo che dal particolare conduce all’universale.

 

 

 


Nel contesto del metodo sperimentale l’induzione è quel procedimento logico che conduce il fisico dall’analisi e dall’interpretazione dai dati alla formulazione di un’ipotesi. L’ipotesi è una relazione matematica tra le grandezze fisiche coinvolte nel fenomeno.
 

 


  1. La verifica sperimentale. In questa fase si deve accertare se l’ipotesi formulata al termine dell’esperienza è valida o no; si riproduce cioè il fenomeno più volte e si verifica se la relazione matematica ipotizzata al punto 3 conduce a risultati che sono in accordo con l’esperienza. Se questo succede, l’ipotesi è vera e diventa legge; se non succede, l’ipotesi è falsa e bisogna ricominciare, formulando un’altra ipotesi.

Nella fase della verifica sperimentale viene usato il procedimento logico della deduzione. In generale, la deduzione è un processo che va dall’universale al particolare.
 

 


Nel contesto del metodo sperimentale la deduzione è quel procedimento logico che conduce dall’ipotesi (cioè dalla formula matematica) alle conclusioni (cioè alle previsioni di come dovrebbe verificarsi il fenomeno). Poiché l’ipotesi è espressa con una relazione matematica, la deduzione consiste con un procedimento di calcolo.
 

 


Fonte: http://digilander.libero.it/antoniopalladino/ISA_FILE/fisica/intro_metodo_sperimentale.doc
Autore: Ins. Antonio Palladino

 

 

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