Fitoterapia

 

 

 

Fitoterapia

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione)

 

LA FITOTERAPIA

 

Il termine “fitoterapia” deriva dal greco “phyton” (pianta) e “therapeia” (terapia) e significa appunto terapia con le piante.

La fitoterapia prevede l’utilizzo di piante officinali ossia piante che contengono al loro interno sostanze in grado di agire sul nostro organismo definite principi attivi più  altre sostanze quali vitamine, sali minerali, cellulosa, acqua e oligo elementi che servono a potenziare l’effetto del principio attivo e  a ridurne gli effetti collaterali.
L’insieme del principio attivo più le altre sostanze prende il nome di fitocomplesso.


Con il termine di droga invece si intende la parte della pianta più ricca in principi attivi ad es. la radice nel caso della liquirizia, il capolino nella camomilla, le foglie nella menta etc..
Quando si raccoglie una droga è importante conoscere il tempo balsamico ossia il periodo dell’anno in cui il principio attivo è maggiormente concentrato, le  radici ad es. si raccolgono in autunno o in primavera, i fiori durante la fioritura, le foglie in primavera inoltrata etc…
Importante è anche valutare le condizioni metereologiche, preferire per la raccolta le ore mattutine e giornate asciutte e poco ventose. L’assenza di rugiada è importante al fine di evitare un deterioramento precoce delle parti raccolte.

 

Il fitoterapeuta si avvale di diversi prodotti ma i più utilizzati sono le tinture madri e i gemmoderivati.


Le prime si ottengono per azione dell’alcool etilico su droga fresca, i secondi si ottengono per azione di alcool-acqua-glicerina su gemme, giovani getti, giovani radici.

Infuso

Si effettua quando la nostra droga è costituita da foglie o fiori e si ottiene lasciando a contatto la droga e l’acqua bollente per 10 min. circa, il tutto coperto per evitare che i vapori trascinino con sé importanti principi attivi.

 

 

Decotto

Si effettua su semi, radici, cortecce..e si ottiene facendo bollire la droga per un tempo variabile a seconda della grandezza del taglio e lasciando poi a riposare il tutto per una decina di minuti.

 

Tisana

Mentre infuso e decotto si riferiscono a piante singole, per tisana si intende una miscela di più piante e il metodo di preparazione dipenderà dalla costituzione della stessa.

 

Capsule

Il o i principi attivi si trovano in genere ridotti in polvere e racchiusi in un involucro di gelatina alimentare. L’inconveniente è rappresentato da questo involucro che in soggetti affetti da gastrite può risultare di difficile digestione.

Compresse
Sono costituite dalla droga ridotta in polvere e tenuta insieme da aggreganti naturali per evitare lo sbriciolamento.

 

Amari

Preparazione officinale a base di piante ad azione depurativa-digestiva in alcool a 20°-30°.

 

Cataplasma

Sono medicamenti per uso esterno, formati da farine stemperate con acqua calda  in modo da ottenere una pasta spessa. Il cataplasma si stende poi su un telo di cotone e viene applicato, caldo, sulla parte interessata.

 

Suffumigi

Si effettuano per lo più in casi di raffreddore.
Si fa bollire l’acqua, si aggiunge l’olio essenziale di eucalipto e si aspirano i vapori fino a completo raffreddamento dell’acqua.

 

LA PREVENZIONE

Per far fronte ai cambiamenti stagionali come prima cosa occorre fortificare il nostro sistema immunitario.
Ecco alcune piante utilizzabili:

ROSA CANINA

Arbusto cespuglioso della famiglia delle Rosaceae. Cresce nelle radure, nei boschi radi, lungo le siepi e in molti luoghi incolti.
La droga è rappresentata da foglie e frutti. Le foglie si raccolgono in estate, i frutti in agosto-settembre.

 

RIBES NERO -Ribes nigrum L.

Arbusto senza spine alto fino a 2 metri. Cresce nella zona montana delle Alpi, si trova nei boschi freschi, al margine dei fiumi, lungo le siepi.
La droga è rappresentata da foglie e frutti. Le foglie si raccolgono in giugno-luglio, mentre i fiori in luglio-agosto.

ECHINACEA -Echinacea Angustifolia L.
Pianta erbacea perenne. La droga è costituita dal rizoma.

UNCARIA
E’ una imponente liana che cresce nelle foreste pluviali del Sud-America. Utilizzata da secoli dalle popolazioni del Perù, oggi gli estratti dalla radice trovano impiego in diversi disturbi del sistema immunitario.

PROPOLIS
E’ una sostanza cero-resinosa raccolta dalle api sulle gemme degli alberi ed elaborata successivamente. Di questa, sono da preferirsi le estrazioni alcoliche.

 

 

INFLUENZA

 

Le piante utili in questi casi sono molteplici proprio per la molteplicità dei sintomi mi limiterò a citare le più utilizzate.

SALICE = Si utilizza la corteccia che ha proprietà antireumatiche, febbrifughe, calmanti.
Si può effettuare un decotto con la corteccia oppure assumere la tintura madre (30 gocce 2 volte al dì). Ottimo anche in caso di emicrania.

SPIREA ULMARIA = Si utilizzano le sommità fiorite sempre a proprietà sudorifere, febbrifughe, antireumatiche. Anche questa si utilizza in infuso o in tintura madre.
Entrambe queste piante contengono composti salicilici analoghi a quelli contenuti nell’aspirina, per cui gli utilizzi si possono paragonare a quelli di quest’ultima.

ARTIGLIO DEL DIAVOLO = Si utilizza la radice a proprietà antireumatica e antinfiammatoria.
Solitamente si assume in tavolette, capsule o tintura madre.
E’ un vero toccasana in caso di influenza associato al salice per far fronte ai dolori ossei e muscolari caratteristici della febbre alta.

CHINA = si utilizza la corteccia sempre per le proprietà febbrifughe, in decotto o tintura.

I fiori di Lavanda e di Arancio vanno bene in infuso per rilassare e per diminuire la tensione muscolare e il mal di testa.
Si possono anche usare gli oli essenziali da annusare o diluiti in olio di mandorle da massaggiare sulle tempie.

 

Tisana 1 con:                       Tisana 2 (con dolori ossei) con:
spirea  30 gr                         spirea   25
sambuco   25 gr                   china   25
salice       25 gr                     salice   20
rosa canina 20 gr                artiglio diavolo   20
lavanda   5
arancio fiori   5

 

Tisana 3 con:
spirea   20
salice   20
rosa c.   20
sambuco   20
tiglio   15
arancio fiori   5

 

RAFFREDDORE

Tisana 1 con :                      Tisana 2 con:
20 gr di salvia                      eucalipto   40
20 gr di piantaggine           tiglio   35
20 gr di altea                        timo   20
20 gr di eucalipto                          lavanda   5
20 gr di liquirizia

 

SINUSITE
Cataplasma con:
20 gr di semi di lino
20 gr di farina di fieno greco
2 cucchiai di miele di castagno
7 cucchiai di aceto di vino
impastare bene e cuocere a fuoco lento fino ad ottenere una pasta omogenea. Avvolgere caldo in un panno e applicare sulla fronte per 10-15 minuti, mattina e sera.

Suffumigi con:
5 gocce di olio essenziale di eucalipto
3 gocce di olio essenziale di timo
2 cucchiai di fiori di camomilla

 

 

MAL DI GOLA
Utilizzare la propolis in soluzione alcolica come antisettico del cavo orale;

Tisana 1 con :
25 gr di erisimo
25 gr di altea
25 gr di timo
25 gr di piantaggine
fare anche dei gargarismi con il decotto ( 1 cucchiaio per 100 ml di acqua)

Tisana 2 con:
tiglio   30
eucalipto   30
malva   30
liquirizia   10

 

TOSSE SECCA
Tisana 1 con:                                          Tisana 2 con:
25 gr di camomilla                                          malva fiori e foglie   40
25 gr di erisimo                                      erisimo   30
25 gr di malva fiori e foglie                            timo   20
25 gr di altea radice                               liquirizia   10

 

Tisana 3 con:
malva   25
viola   25
verbasco fiorio papavero petali   25
fanfara   10
timo   10
liquirizia   5

 

TOSSE GRASSA
Tisana 1 con:                                          Tisana 2 con:                                    30 gr eucalipto foglie                              altea   30
30 gr malva fiori e foglie                       malva   20
20 gr timo                                                         piantaggine   20                           
20 gr piantaggine                                            farfara   10
timo   10
liquirizia   10  

 

FARINGITE
Gargarismi con miscela di:
20 gr di eucalipto
30 gr di piantaggine
40 gr di erisimo
10 gr di fiori di malva

LARINGITE
Gargarismi con :
25 gr di foglie di eucalipto
50 gr di malva
25 gr di altea radice
Tisana con :
50 gr di malva
25 gr di timo
25 gr di salvia

 

FEBBRE

Tisana 1 con:                                 Tisana 2 con:
25 gr di camomilla                        tiglio   40
50 gr di salice                                sambuco   40
25 gr di tiglio                                 borragine   10
dolcificata con miele.                    menta   10

 

Calmanti della tosse
Sono numerose le piante che agiscono alleviando il pizzicore o il mal di gola.
La Farfara è ottima in caso di tosse secca.
Menta, Anice, Eucalipto agiscono sui centri cerebrali della tosse.
La Liquirizia è utile in caso di faringite, l’uso è da limitarsi negli ipertesi

 

Decongestionanti
Servono a far defluire il sangue sovrabbondante
Il miglior sistema è rappresentato dall’inalazione dei vapori.
Ottima la miscela di oli essenziali di eucalipto, rosmarino, pino, ginepro, cannella.

Espettoranti
Ottimo l’Aglio da inserire nell’alimentazione.
Altea, Issopo, Liquirizia, Malva e Lino.
Efficace il cataplasma di semi di lino con olio essenziale di eucalipto.
Tutte queste sostanze agiscono favorendo l’espulsione di muco dalla trachea e dai bronchi.

 

Mucillagini
Rivestono la gola con un film dagli effetti calmanti.
Il lino, la malva e l’altea sono famose per la loro azione lenitiva dovuta appunto alle mucillagini in esse contenute.
Anche lo zenzero svolge però azione calmante sulle mucose infiammmate.
Si assume in infuso (1/2 cucchiaino per tazza) con un cucchiaio di miele.

 

 

L’ARGILLA

E’ una sostanza naturale, usata da millenni anche se ancora poco conosciuta, dalle straordinarie proprietà terapeutiche e cosmetiche.  L’argilla chimicamente è un silicato d’alluminio molto diffuso che si ricava, essiccata, da particolari cave a cielo aperto. Esistono argille di vario colore - bianco, rosso, verde, giallo, a seconda della presenza di ferro e dal suo stato chimico – ma quella più ricca di minerali, e più utilizzata, è l’argilla verde, particolarmente abbondante di silicio, calcio, ferro, magnesio ed oligoelementi. Ha inoltre la singolare proprietà di essere parzialmente idrodispersibile, cioè di formare con l'acqua delle sospensioni che hanno interessanti proprietà adsorbenti ed antitossiche.

 

 

UTILIZZO DEGLI OLI

 

Diffusore

Si utilizzano 5-10 gocce di olio essenziale aggiunte all’acqua del diffusore.

Massaggio

2 gocce di olio essenziale in due cucchiai di olio vettore (jojoba, mandorle, germe di grano).

 

Inalazione

Si versano da 1 a 5 gocce di olio essenziale in un recipiente di acqua bollente e si inala il vapore per 5 minuti circa.

 

Gargarismi

1 goccia di olio essenziale in un bicchiere di acqua calda, si mescola e si usa come collutorio per sciacqui.

 

Pediluvio

3-4 gocce di olio essenziale in una bacinella di acqua calda e si immergono i piedi per 10 minuti.

 

PRECAUZIONI D’USO

 

Gli oli essenziali hanno un basso indice terapeutico ossia l’attività terapeutica è vicina a quella tossica. Per questo motivo è sconsigliata l’assunzione orale.
In gravidanza sono sconsigliati in quanto, data la loro forte penetrazione, potrebbero attraversare la placenta.

 

OLI ESSENZIALI NEI MALANNI INVERNALI

Eucalipto

L’utilizzo si consiglia in influenza, tracheobronchite, tosse, febbre.

Timo

Ha proprietà toniche, disinfettanti, stimolanti.
L’utilizzo si consiglia in casi di stress, affezioni polmonari, tosse convulsa, bronchiti, micosi dei piedi, per disinfettare ambienti malsani.

Cannella
Ha proprietà antisettiche, stimolanti, eupeptiche.
L’utilizzo si consiglia in indolenzimenti febbrili, influenza, affezioni dovute a raffreddamenti.

Lavanda

Ha proprietà sedative, fluidificanti, antisettiche.
L’utilizzo si consiglia per stati d’ansia, insonnia, cefalea muscolo-tensiva, influenza, bronchite cronica.

Pino Mugo

Ha proprietà antisettiche delle vie respiratorie e balsamiche.
Si utilizza in bronchiti, polmoniti, influenza, tosse.

 

Menta

E’  carminativa, antispasmodica, balsamica.
Si può frizionare sulle tempie per emicranie e cefalee.
Si può utilizzare in fumenti in caso di raffreddore e tosse.

Cipresso

Ha proprietà astringenti, balsamiche, tossifughe.
Si usa per inalazioni contro le tossi ostinate e pertosse.

Maggiorana

Ha proprietà digestive, analgesiche, balsamiche.
Si usa in inalazioni contro il raffreddore e il mal di testa.

 

Tea Tree

Ha proprietà antisettiche, antimicotiche, deodoranti, cicatrizzanti e lievemente anestetiche.
Si usa puro o diluito in dermatiti, ulcere alla bocca, mal di denti, verruche, scottature, laringite e tosse.

Fonte: http://www.associazioneidee.net/Data/foto/download/fitoterapia.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 


 

Fitoterapia

 

Associazione Italiana di Fitoterapia e Fitofarmacologia

Federazione Italiana delle Scuole di Agopuntura del Centro

La Fitoterapia Energetica-Costituzionale

Autori: Carlo Di Stanislao, Maurizio Corradin, Ottavio Iommelli .

Riassunto: Fra i modelli ascientifici di fitoterapia quello energetico-costituzionale è uno dei più originali e recenti. Basato sul costituzionalismo cinese ed su assunti psiconeuroimmunoendocrini moderni, consente un uso molto pratico dei fitoprincipi vegetali. L’articolo traccia le linnee guida di tale nuova metodologia fitoterapica, certamente destinata a svilupparsi fra i cultori di Medicina Non Convenzionale.

Parole chiave: fitoterapia, costituzionalismo, energetica, psiconeuroimmunoendocrinologia.

Summary: Between the ascientific models of phytotherapy  that energetic-constitutional is one of more recent and originals. Based on the Chinese Medicine and modern tasks psychoneuroimmunendocrinology, practical one of  the vegetables concurs a use much. This article trace the guide-lines of the new  methodology , sure destined to develop between the praticioners of  Unconventional Medicine.

Key words: phytherapy, costituionalismus, energetic, psychoneuroendocrinoimmunology.

 

“Fu il Signore a far crescere le piante medicinali sulla terra e l’uomo saggio non le disprezza.”

Eclesiaste, 38, 4.

 

Per fitoterapia si intende il trattamento di una malattia o uno stato patologico con piante o rimedi derivati da queste. Il termine, introdotto dal francese Henri Leclerc, riguarda sia l’impiego scientifico che emprico dei diversi rimedi e viene attualmente annoverato fra le cosiddette Medicine Complementari o Non Convenzionali (MNC) (Weiss 1996; Formenti, 1999). Sebbene ampie e numerose siano le ricerche sui principi attivi presenti nelle diverse droghe vegetali da un esame della letteratura emerge che la maggior parte degli studi si basa su conoscenze empiriche, mai abbandonate in virtù della loro validità pratica (Corradin et al., 2000; Formenti, 2000). Anche se oggi la frattura fra fitoterapia popolare o empirica e  fitoterapia scientifica è ampia,  è indubbio che per molti secoli le due visioni furono fra loro indissolubilmente legate. Non solo, ma a questo va aggiunta la semplice considerazione che la sperimentazione scientifica ha un senso solo quando si basa sulle osservazioni “empiriche” desunte dalla medicina popolare. Inoltre, molto spesso, la sperimentazione conferma quanto la medicina popolare ha sottolineato per moltissimi anni. Si tenga presente, infine, che lo studio scientifico ha una “storia” relativamente recente e solo da allora che questi due modi di intendere la fitoterapia si differenziano nettamente (Corradin et al., 1999). A proposito poi di modelli empirici, etnomedici o tradizionali, va aggiunto che, dalle ricerche effettuate con criteri scientifici, emerge in modo chiaro ed ineluttabile, che l’azione di una piante medicinale non è quasi mai riconducibile ai suoi principi o alla somma dei suoi singoli principi, ma dall’insieme dei componenti (attivi ed inerti) che costituiscono il cosiddetto fitocomplesso (Corradin et al., 2000; Monti, 1999). . Il fitocomplesso, nel momento in cui agisce all’interno di un organismo vivente, da luogo ad una sinergia fitocinetica difficilmente prevedibile. I consensi continui della farmacologia moderna che mette a disposizione dei terapeuti principi attivi sempre più purificati e più numerosi hanno alimentato la convinzione invece che, ormai, è divenuto superfluo somministrare le piante medicinali in toto, e che, al contrario, può essere più redditizio ed efficace somministrare solo i principi attivi dotati di attività terapeutica. Ma la pianta medicinale purtroppo (o fortunatamente) costituisce un’unità terapeutica nella quale i principi attivi formano dei fitocomplessi caratteristici legandosi ed interagendo con le altre molecole apparentemente inattive, le sostanze adiuvanti, che vengono eliminate nel corso del processo di purificazione (Iommelli et al., in press). Fra i più recenti modelli empirici di fitoterapia vi è quella definita “energetico-costituzionale”, sviluppatasi in Francia (Requena, 1985; Requena et al., 1987) nella metà degli anni ottanta e poi diffusasi in Italia (Di Stanislao et al., 1990; Paoluzzi, 1990; Di Stanislao et al., 1991) e Spagna (Bueno Cortes, 1991).Si tratta di un modello di studio dinamico e moderno che nasce dall’integrazione della impostazione Costituzionalistica proposta dalla Medicina Tradizionale Cinese, con lo studio e l’applicazione della Psiconeuroimmunoendocrinologia della Medicina cosiddetta Scientifica. Questo modello costituzionalistico è stato ampiamente valicato in medicina generale e, più recentemente, in campo dermatologico. Va precisato cosa debba interdersi per costituzione. La costituzione è l’insieme delle caratteristiche individuali riferite al complesso anatomo-fisiologico corporeo e comprensivo anche dei tratti psichici. Comprende sia gli elementi ereditari che gli effetti cumulativi delle reazioni del soggetto a tutti i fattori ambientali che influenzano nel loro complesso il suo sviluppo fisico e mentale. Tali caratteri sono condivisi da tutti gli appartenenti ad una stessa specie, sia pure con varianti più o meno manifeste la cui combinazione determina la diversificazione di un soggetto rispetto agli altri individui sistematicamente affini. Tale variabilità di costituzione può essere valutata nell'ambito di categorie determinate con vari criteri, a esempio secondo l'età e il sesso.  La costituzione è anche definita abito: ovvero insieme delle caratteristiche fisiche di un individuo che rivelano una predisposizione a determinati stati morbosi (Delfino et al., 1997; Hergert, 1999)
Attraverso lo studio costituzionalistico della MTC vengono così individuate cinque  reattività di base (biotipi), che combinandosi fra loro danno origine e spiegazione alla molteplicità delle forme umane. Avremo così cinque costituzioni fondamentali: Legno,  Terra,  Fuoco,  Metallo,  Acqua con delle proprie specifiche caratteristiche psico-morfotipologiche. Ogni costituzione risponderà poi a delle caratteristiche psiconeuroimmunoendocrine ben definite. Inoltre se un individuo avrà  caratteristiche globali in prevalenza toniche lo definiremo soggetto yang o viceversa se le sue caratteristiche globali saranno caratterizzate da astenia lo definiremo yin. (fig 1) Lo stesso modello lo possiamo applicare alle piante medicinali. Esse verranno caratterizzate in riferimento alle loro proprietà, alle indicazioni, ai principi attivi ed infine anche al “sapore” e alla “natura (calda o fredda” del vegetale, così come descritto nei vari erbari antichi). Pertanto avremo piante medicinali yin o yang per le costituzioni Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua. Una pianta verrà definita yin se globalmente ha un’azione tonica (riscaldante) o yang se ha un’azione deprimente (raffreddante). (FIG 2)

 

 

(FIG 1) Le caratteristiche psiconeuroimmunoendocrinologiche delle 5 costituzioni.

passionale
ipergonadico
ipersurrenale
simpaticotonico
yang

ACQUA

yin
insuff. simpatica
ipogonadico
iposurrenalico
sentimentale

 

passionale iperipofisario
ipersimpatico
iperendocrino
yang

FUOCO

yin
iposimpaticotonico
iposurrenalico
sentimentale

 

 

 

collerico
iperfollicolinico
ipertiroideo
ipersimpatico
ipoparatiroideo
yang

LEGNO

yin
ipofollicolinico
iposimpaticotonico
ipoparatiroideo
nervoso

 


 (FIG 2) Esempio di classificazione di alcune piante secondo la fitoterapia energetica costituzionale.

 

Agrimonia e., Arctium l., Melissa o., Tilia t.
yang

TERRA

yin
Anthemis n., Quercus r., Fucus v.

 

Betula a., Capsella b.p., Parietaria o., Ribes n.
yang

ACQUA

yin
Achillea m., Equisetum a., Hieracium p., Solidago v.a.

 

Althea o., Borrago o., Eucaliptus g., Pulmonaria o.
yang

METALLO

yin
Malva s., Mentha p., Juglans r., Urtica u.

 

Citrus a., Melilotus o., Passiflora i.
yang

FUOCO

yin
Inula c., Lavandula o.,
Rosa c.

 

 

 

Hamamelis V. , Cynara s., Taraxacum o., Orthosiphon s.
yang

LEGNO

yin
Angelica a., Cardus m.,Cupressus s.v., Berberis v.

 

 

 


Questo modello fornisce utili e pratiche possibilità sull’impiego di fitocomplessi sia per via topica sia orale, con risultati molte volte di grand’efficacia (Di Stanislao et al., 1990; Di Stanislao et al., 1991; Paoluzzi, 1995).Soprattutto consente di coniugare vari tipi di MNC d’impostazione costituzionalistica come oligoterapia diatesica, omeopatia ed omotossicologia, con una diagnosi univoca e possibile sinergie d’azione fra rimedi molto diversi (Mastrodonato, 2000).
Contrariamente a quanto affermato da alcuni (Fiorenzuoli, 1997; Cicerone, 2001) il futuro della ricerca in fitoterapia non sarà solo quello della individuazione e stabilizzazione dei principi attivi. In effetti il problema, che riguarda la cosiddetta bioprospecting, è molto ampio e complesso. La cosiddetta “biodiversiy posprecting” è una nuova scienza che sfruttando la “biodiversità del pianta” cerca nuovi ritrovati terapeutici, ovvero molecole bioattive, da in piante ed altri organismi (Svarstad et al., 2000). Ma sempre più emerge, da parte degli esperti (bioprospector) la necessità di ricerche guidate su basi empiriche e tradizionali e sempre in modo da non concetrarsi troppo manichiecamente su singoli principi. Così, tanto per usare un esempio, dal Tasso barbaso non uno ma vari tassani possono essere estratti, attivi in varie neoplasie ed in grado, riuniti non in singole molecole ma in fitocomplessi, di garantire la massima efficacia con il minor numero di effetti collaterali (Cicerone, 2001).
In futuro quindi, due dovranno essere i filoni di ricerca (Corradin et al., 2000; Svarstad et al., 2000;  Iommelli et al., in press):

  • Scientifico con studi in vivo ed in vitro su singoli principi attivi.
  • Tradizionale e costituzionalistico, in grado di comprendere la pianta intera come somma di azioni di molecole primarie e secondarie in grado di garantire il massimo di efficacia clinica col minor numero di effetti collaterali.

 

Bibliografia

  • Bueno-Cortes M.: Fichas de Phytotherapia, Ed. Phytoesp, Barcellona, 1991.
  • Cicerone M.G.: I rischi della fitoterapia, Le Scienze, 2001, 398: 6.
  • Corradin M., Ceccherelli F., Di Stanislao C.: Dispense di Fitoterapia Scientifica, Ed. AIRASS, Padova, 2000.
  • Corradin M., Iommelli O., Di Stanislao C.: Il contributo scientifico alla fitoterapia popolare, Fogli di Estetica, 1999, 1: 50-52.
  • Delfino G.,Panciotti E. , Liguri G., Stefani M.:  Dizionario Enciclopedico di Scienze Mediche e Biologiche e di Biotecnologie, Ed. Zanichelli, Bologna, 1997.
  • Di Stanislao C., Paoluzzi L.: Phytos, Ed. MeNaBi, Terni, 1990.
  • Di Stanislao C., Paoluzzi L.: Vademecum ragionato di fitoterapia, Ed. MeNaBi, Terni, 1991.
  • Fiorenzuoli F.: Fitoterapia, II Ed., Ed. Masson, Milano, 1997.
  • Formenti A.: Alimentazione e fitoterapia, metodologia ed esperienze cliniche, ed. Tecniche Nuove, Milano, 1999.
  • Formenti A.: Fitoterapia, in Bellavite P., Conforti A., Lechi A., Menestrina F., Pomari S.: Medicine Complementari. Definizioni, applicazioni, evidenze scientifiche disponibli, ed. UTET-Periodici, Torino, 2000.
  • Herget H.: Constitutional Medicine, Ed. Pascoe, Milano, 1999.
  • Iommelli O., Di Stanislao C., Giannelli G., Lauro G.: Manuale di fitoterapia Comparata, Ed. Casa Editrice Ambrosiana, in press.
  • Mastrodonato F.: Medicina Biointegrata, Ed. Tecniche Nuove, Milano, 2000.
  • Monti L.: Introduzione alla fitoterapia, Ed. SIFIT, Milano, 1999.
  • Paoluzzi L.: El drenagio en fitoterapia, Fitoterapia, Organo Ufficial dell’association Espano-Argentina de Fitoterapia, 1990, 1: 10-14.
  • Paoluzzi L.: Fitoterapia ed Energetica, Ed. OECM, Agugliano (RM), 1995.
  • Requena Y., Iderne M.: Fiches de Phytoterapie en Médicine Chinoise, Ed. Phytoest, Lyon, 1987. 
  • Requena Y.: Acupuncture et Phytothèrapie, voll I-II, Ed. Maloine, Paris, 1985.
  • Svarstad H. et al.: Biopropspecting, Ed. Farmeg, Amsterdam, 2000
  • Weiss R: Trattato di fitoterapia. Ed. Aporie,  Roma, 1996.

 


Relazione Presentata al II Modulo del Corso di Aggiornamento in Medicina Estetica dalla ASMEI, Approvazione ECM n. 1753. Patrocini Università di Chieti, Ordine dei Medici di Chieti, ASL di Chieti Comune di Ortona, Francavilla a Mare (PE), 30 novembre-3 dicembre 2001.

 

Fonte: http://digilander.libero.it/fitoamici/clinica/Ortona%202001.doc

Autori: Carlo Di Stanislao, Maurizio Corradin, Ottavio Iommelli .

 

GENERALITA’ SULLA FARMACOTERAPIA TRADIZIONALE CINESE

A cura di: Roberto Gatto & Carlo Di Stanislao

“A molti pazienti si danno troppe medicine. Non è raro che i pazienti usino una moltitudine di farmaci tutti prescritti dal loro medico e che talvolta un paziente che accusi nausea e vertigini guarisca dopo solo alcuni giorni di ospedale perchè allontanato dalla scatola dei medicinali di famiglia.”

H.R.Wulff

 “Il paziente sarà più al sicuro con un medico che è naturalmente saggio che con uno che è artificialmente dotto”.

 T.Fox

Con il termine di farmacoterapia (zhong yao),  la MTC definisce l’impiego medicale di principi attivi appartenenti sia al mondo vegetale, che minerale, che animale (1-2). Il testo di farmacoterapia più antico è lo Shen Nong Ben Cao Jing (Classico di Materia Medica di Shen Nong), redatto fra il II ed il I sec. a.C. ed attribuito al mitico imperatore Shen Nong, ideatore dell’agricoltura, fratello di Huang Di e definito, anche, Imperatore Rosso o Divino Agricoltore . Nel classico sono descritti 365 sostanze medicinali, 252 d’origine vegetale, 67 d’origine animale e 47 minerali. Questo testo, definito anche Erbario, è ritenuto (col Neijing, il Maijing ed  il Nanjing), uno dei quattro fondamenti della Medicina Tradizionale Cinese . La farmacoterapia rappresenta senza dubbio il metodo terapeutico tradizionale più ampiamente utilizzato oggi in Cina (3) e con larga diffusione in altri paesi orientali d’area medico-sinica, come Corea, Vietnam e Giappone (4)ª®, ma è ancora poco conosciuta ed impiegata nel mondo occidentale (5). Sebbene testi in lingua inglese (6) e francese (7-8) siano stati pubblicati fin dalla prima metà del secolo scorso, soltanto da quindici anni si procede ad uno studio sistematico e clinico dei principi tradizionali cinesi sia negli USA che nei diversi paesi europei. In effetti, le ricerche condotte recentemente negli Stati Uniti ed in Europa (9-11), dimostrano che soltanto il 10-20% dei pazienti che si rivolgono all’agopuntura, fanno anche uso di prodotti tradizionali della farmacopea cinese.
L’OMS ha raccomandato l’impiego di vari prodotti erboristici cinesi in corso di numerose affezioni di difficile gestione farmacologica (Dichroa ed Artemisia annua nel paludismo, ad esempio), ma nonostante le ricerche cliniche e di laboratorio, sono ancora molte le resistenze da parte del mondo accademico (12-13).La farmacologia cinese è stata definita “un patrimonio millenario” con migliaia di principi che, sottoposti al vaglio scientifico moderno, hanno dimostrato di possedere un giustificato valore chimico-farmacologico (13). Eppure ancora esistono dubbi sull’utilità pratica del loro impiego nel mondo occidentale, in rapporto al difficile controllo sulla purezza dei principi, le modalità di raccolta, stoccaggio e preparazione, gli esami microbiologici e tossicologi, ecc. (14).
Indubbiamente esiste la possibilità che metalli pesanti e pesticidi contamino i prodotti farmacologici cinesi, al pari di qualsiasi altro fitoterapico. Tuttavia scegliendo principi di prima qualità, raccolti nei tempi canonici e confezionando prodotti in conformità alle norme di buona fabbricazione (N.B.F.), si ottengono preparati molto attivi e privi d’azioni tossiche aggiuntive rispetto a quelle già descritte dalla millenaria esperienza clinica cinese (15-16)øø. Negli ultimi dieci anni sono stati spesso enfatizzati sulla stampa medica gli aspetti potenzialmente tossici dei principi tradizionali cinesi, dimenticando che (17):

  • L’uso corretto delle droghe tradizionali mette al riparo da vari effetti collaterali.
  • L’efficacia (o la tossicità) d’ogni terapia si fonda sul dosaggio e sulle modalità di somministrazione.

Due caratteristiche vanno pertanto sottolineate (17-18):

  • La farmacoterapia cinese è atto medico che prevede una perfetta padronanza non solo tradizionale (natura, sapore, meridiano destinatario), ma farmacologica dei rimedi somministrati (principi attivi, assorbimento, biodisponibilità, interazioni, farmacocinetica, ecc.).
  • Se l’uso tradizionale indica sostanze dotate di grande tossicità, occorre sostituirle con analoghi meno tossici (ad esempio Morinda o Cannella al posto di Aconito) o ricorrere a rimedi occidentali di maggiore maneggevolezzaåãã.

In Italia la farmacologia cinese ha cominciato a svilupparsi alla fine degli anni ’80. Tuttavia, fra la fine del 1970 e l’inizio del 1980, sono stati pubblicati due testi di notevole interesse anche se non di larga fortuna (20-21). Soprattutto la monografia della dott.ssa Massarani, che analizza le componenti chimiche ed i principi attivi di circa 100 rimedi erboristici cinesi, risulta di grande interesse scientifico. Un’analisi più dettagliata dei rimedi e delle formule tradizionali è stata condotta fra la fine dell’80 ed i primi anni ’90 (22-24)¥§.
Basandosi su lavori francesi (25-26) ed inglesi (27-28) si è cercato di tracciare le linee guida di una corretta formulazione clinica, allo scopo di integrare e migliorare l’intervento sul singolo paziente. L’uso combinato di strategie agopunturistiche e farmacoterapiche è stato principalmente sviluppato a partire dal celebre testo di Auteroche e Navailh (29), tradotto in italiano a cura della Sowen di Milano nel 1986ÆÅÈ. Fermo restando il rifiuto, da parte della maggioranza dei medici occidentali, dei prodotti animali (tossici, poco controllabili sotto il profilo microbiologico, spesso ingiustificato sotto il profilo etico, ecc.), oggi si discute principalmente su quale modello fondare lo sviluppo della farmacoterapia cinese (3,17,31). Da un lato si afferma che occorre analizzare i rimedi principali (circa 500) e le ricette più utilizzate (circa 150), sotto il profilo scientifico-farmacologico; dall’altro si sottolinea l’utilizzo, come parametro-guida, dei semplici criteri tradizionali di “vuoto”, “pieno”, “caldo”, “freddo”, ecc, disinteressandosi dei principi attivi. Naturalmente la verità è al centro di questi due estremi (32-33) ed in futuro occorrerà affrontare lo studio dei principi farmacologici tradizionali cinesi, sia alla luce delle indicazioni classiche (suddivisione in 18 categorie e 52 sottocategorie)WS, sia per ciò che attiene alla verifica scientifica più moderna (34-35).
Nel corso del Simposio Internazionale di New York del 1998 (36), una attenta analisi della letteratura scientifica cinese ed occidentale, ha convinto vari organismi biomedici (fra cui NIH ed FDA) a sviluppare una serie di ricerche sull’impiego dei prodotti farmacoterapici (fitoterapici) cinesi in vari campi della patologia umana. Una ampia metanalisi del 1999 (37) condotta su lavori scientifici secondo la “evidence based” della US Agency for Health Care Policy del 1992, dimostra che vari principi tradizionali cinesi (Gingko biloba, Cordiceps, Ginseng, ecc.), possiedono una documentata azione antiateromasica, antiaggregante piastrinica ed immunostimolante e risultano, inoltre, molto maneggevoli. Alla luce tuttavia della segnalazione di vari effetti collaterali che costringono ad interventi anche d’urgenza (38-39), si ritiene necessaria una prescrizione esclusivamente medica, secondo le norme della ricettazione farmaceutica (nome latino e cinese dei principi e delle formule, posologia, durata d’assunzione, ecc.).
L’Unione Europea raccomanda un cauto impiego da parte di personale competente dei prodotti fitoterapici e fito-tradizionali, ma ricorda che molti di essi sono quasi privi di effetti tossici ai dosaggi abituali e possono pertanto essere inclusi nei cosidetti “preparati per uso dietico”, di libera vendita in farmacia ed in erboristeria (41)*kÆ. L’European Medicines Evaluetion Agengy ha istituito un Working Group on Herbal Medicine Products, il quale ha preso visione, nel campo della farmacoterapia cinese, del materiale scientifico indicizzato (42) e formulerà un giudizio conclusivo entro il 2.001(41).
I primi studi clinici italiani si sono sviluppati fra la fine degli anni ’80 ed i primi anni ’90 ed hanno avuto un carattere di tipo osservazionale (43-48). Essi  hanno dimostrato una azione positiva nel corso di astenia cronica, diabete mellito, dismenoree, affezioni respiratorie, turbe neuroimmunoendocrine, ecc. Anche se in numero non particolarmente rilevante, anche attualmente si conducono ricerche cliniche di tipo sia aperto che controllato, che dimostrano l’efficacia della farmacoterapia cinese in corso di osteoporosi (49), infenzioni respiratorie ricorrenti dell’infanzia (50), disturbi immunologici (51), patologia infiammatoria osteo-articolare (52), terapia riabilitativa osteo-mio-articolare e neurologica (53).  Encomiabile, infine, l'opera divulgativa dei periodici Rivista Italiana di Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese (54) e Yi Dao Za Zhi (55), che dal '94 al '99 hanno presentato monografie su una trentina di formule erboristiche tradizionali, con studio dei componenti, delle indicazioni, precauzioni d'uso e controindicazioni.
L’efficacia dei rimedi è influenzata da (23,29):

  • zona di produzione
  • periodo di raccolta
  • modalità di raccolta
  • trattamento
  • modalità di conservazione
  • modalità di estrazione.

 

LUOGO DI PROVENIENZA

  • La qualità di un rimedio è influenzata da qualità del terreno, umidità, esposizione al sole, altitudine, ecc..
  • Alcune sostanze sono prodotte solo in alcune zone, altre in un maggior numero di provincie.

PERIODO E MODALITA’ DI RACCOLTA

  • La maggior parte dei rimedi farmacologici cinesi è di origine vegetale.
  • Parti diverse della stessa pianta possono avere azioni simili, oppure differenti, talvolta opposte,
  • Il “tempo balsamico” è dettato dalla ricerca del massimo di energia.

Le piante impiegate intere vengono generalmente raccolte prima della fioritura.
Le foglie quando i fiori sono ancora in boccio,
I fiori generalmente in bocciolo chiuso o aperto, raramente a fioritura completa.
I frutti ed i semi generalmente quando maturi.
Le radici in autunno o in primavera. Quelle raccolte indifferentemente nelle due stagioni, sono considerate più efficaci se raccolte in autunno.
Le cortecce, sia delle piante che delle radici, vengono abitualmente raccolte in primavera o estate, raramente in autunno.
Alcune sostanze, soprattutto cortecce o radici, debbono essere raccolte da piante di un’età specifica, talvolta vecchia (es. Ren Shen, Du Zhong, Sheng Jiang), talatra giovane (Pu Gong Yin).

 

TRATTAMENTO

Consiste in:

  • pretrattamento (pulitura, spazzolatura, setacciamento)
  •  
  • taglio (strati, strisce tangenzialio ortogonali alle fibre della pianta, segmento, pezzi, ecc.)
  •  
  • trattamento con acqua (alcool, aceto, succhi)
  •  
  • fuoco (diretto, indiretto, ingiallimento, arrostimento, carbonizzazione)
  •  
  • acqua e fuoco associati

 

Gli ultimi tre in particolare vengono impiegati per ridurre l’eventuale tossicità delle sostanze (es. Ban Xia), per esaltarne l’effetto farmacologico (es. Yan Hu Suo) o modificarlo (es. Shu Di Huang / Sheng Di Huang, Bai Shen / Hong Shen).

 

XINGNENG - PROPRIETA’ E FUNZIONI

 

La funzione fondamentale del trattamento si suddivide in

  • curare la causa della malattia
  • trattare i sintomi della stessa

 

Più in generale, scopo della terapia è (23,56):

  • riacquistare l’equilibrio nella funzione degli Zang Fu
  • riacquistare l’equilibrio dello Yin Yang
  • disperdendo l’eccesso e colmando la debolezza

 

Ogni sostanza ha un’azione terapeutica poiché possiede delle proprietà che le sono caratteristiche.

Le proprietà dei rimedi (Yaoxing) si oppongono a quelle proprie della patologia di cui il paziente è portatore.

Le classificazioni, sia quella antica che quella moderna, si basano su

  • Yaoxing o Siqi ( natura)
  • Yaowei o Wuwei (sapore)
  • Guijing (meridiani destinatari)
  • Sheng/Jiang  Fu/Chen (direzionalità)
  • Youdu-Wudu (tossicità - non tossicità)

 

YAOXING - SIQI 

Le quattro nature, nel loro insieme, costituiscono un aspetto Yang, di natura celeste, in contrapposizione dialettica ai cinque sapori, di natura Yin, terrestre,

YANG

YIN

CALDA

TIEPIDA

FRESCA

FREDDA

RE

WEN

LIANG

HAN

La differenza è quantitativa e non qualitativa

La classificazione è stata fatta in base a

  • gli effetti indotti nel paziente dall’asunzione delle varie sostanze
  • la capacità di trattare patologie di una certa natura

 

LE SOSTANZE DI NATURA CALDA E TIEPIDA VENGONO IMPIEGATE PER

LE SOSTANZE DI NATURA FREDDA E FRESCA VENGONO IMPIEGATE PER

 

 

  • combattere il Freddo (sia interno che esterno)
  • nutrire lo Yang del corpo
  • tonificare efar circolare il Qi
  • far circolare il Sangue
  • disostruire i Luo
  • nutrire e regolare l’energia degli Zang Fu (in particolare del Ming Men)
  • nelle patologie da Tan Freddo, negli edemi, per trattare l’Umidità
  •  
  • combattere il Calore ed il Fuoco nelle loro diverse manifestazioni (climatico, delle emozioni) e localizzazioni (organi, strati), disperdendoli o purificandoli
  • nutrire lo Yin
  • purificare il Sangue
  • nelle patologie da Tan Calore

 

 

Alle quattro nature summenzionate si aggiunge

PING = EQUILIBRATA

Essa non induce bruschi spostamenti nell’asse Yin/Yang ed è capace di tonificare armonizzando il Qi e nutrendo lo Xue.

 

YAOWEI - WUWEI

 

Essi sono solo marginalmente legati alla sensazione gustativa evocata dall’assunzione delle varie sostanze, bensì indissolubilmente legati agli effetti farmacologici indotti dalle stesse sull’organismo (23,57).

 

YANG

YIN

 

 

 

 

PICCANTE

XIN

ACIDO

SUAN

DOLCE

GAN

AMARO

KU

(NEUTRO)

(DAN)

SALATO

XIAN

 

 

(ASTRINGENTE)

(SE)

 


IL PICCANTE

 

AZIONE

 CONTROINDICAZIONI

 

 

Si dirige al Polmone ed al Qi
Si dirige al Riscaldatore Superiore
Se in eccesso nuoce al Polmone ed al Qi
Apre la Superficie ed induce la sudora-zione
Muove il Qi e fa circolare il Xue

Vuoto di Qi
Vuoto di Yang
Vuoto di Superficie
Emorragie
Secchezza di Polmone
Asma da Vuoto di Qi di Polmone e Reni

 

IL DOLCE

 

AZIONE

 CONTROINDICAZIONI

 

 

Si dirige alla Milza ed alla carne
Si dirige al Riscaldatore Medio e lo armonizza
In eccesso nuoce alla Milza
Calma i dolori spastici
Nutre Qi, Xue, Yin, Yang
Umidifica la Secchezza
Armonizza le sostanze delle prescrizioni

Blocco del Riscaldatore Medio da Umidità

 

L’ACIDO

 

AZIONE

 CONTROINDICAZIONI

 

 

Si dirige al Fegato ed ai tendini
Astringe, riducendo le perdite di liquidi e Qi
In eccesso nuoce al Fegato

Pienezza di superficie
Eccesso di Yang /pienezza di Yin
Rallentamenti o stasi sanguigne che provochino ristagni di Sangue

 

L’AMARO

 

AZIONE

 CONTROINDICAZIONI

 

 

Si dirige al Cuore ed alle ossa
elimina verso il basso il Calore interno
Rinfresca il Fuoco di Cuore
Asciuga l’Umidità (sia Calore che Freddo)
Abbassa il Qi Ni di Polmone
Abbassa il Fuoco del Ming Men

Deficit di Yin
Vuoti di Qi

 

IL SALATO

 

AZIONE

CONTROINDICAZIONI

 

 

Si dirige al Rene ed al Sangue
Ammorbidisce i ristagni, dissolve gli accumuli
E’ evacuante

Patologie del Sangue
Patologie del Cuore

 

L’INSIPIDO

 

AZIONE

 CONTROINDICAZIONI

 

 

Elimina l’Umidità
E’ diuretico
Risveglia la Milza

 

 

L’ASTRINGENTE

 

AZIONE

 CONTROINDICAZIONI

 

 

Sovrapponibile all’Acido

 Idem

ASSOCIAZIONE NATURA - SAPORE

ASSOCIAZIONE SAPORE - SAPORE

Sheng / Jiang, Fu / Chen (ascesa / discesa, esteriorizzazione / interiorizzazione, ovvero le quattro direzionalità)

Ogni malattia, sia da un punto di vista fisiopatologico che sintomatologico, manifesta una tendenza specifica:

verso l’alto (es. vomito, singhiozzo, tosse),
il basso (es, diarrea, prolassi)
l’esterno (es, sudorazioni spontanee)
l’interno (es. sintomi di superficie che si interiorizzano).

Ai rimedi che si oppongono a queste tendenze patologiche sono state attribuite delle specifiche direzionalità. Tali proprietà non solo combattono la malattia nella sua tendenza direzionale, ma soprattutto mirano a ricostituire l’equilibrio dell’organismo.

D’altronde, la direzionalità attribuita ai rimedi indicherà le regioni corporee verso le quali essi si dirigono:

  • i rimedi ascendenti muovono verso l’alto ed agiscono sulla parte superiore dell’organismo
  • i rimedi discendenti muovono verso il basso ed agiscono nella parte inferiore del corpo
  • i rimedi esteriorizzanti muovono verso l’esterno e la loro azione si instaura a livello superficiale
  • i rimedi interiorizzanti muovono verso l’interno ed agiscono in profondità

Essendo l’ascesa e l’esteriorizzazione due fenomeni di natura Yang, i rimedi dotati di queste direzionalità sono normalmente di natura calda o tiepida e presentano sapore piccanto o dolce;
data la natura Yin dei movimenti di discesa ed interiorizzazione, i rimedi provvisti di queste tendenze saranno di natura fredda o fresca, di sapore amaro, salato o acido.

Meridiani destinatari, tropismo (Gui Jing)

Con questa definizione si indica la tendenza dei rimedi a dirigersi verso regioni corporee, meridiani, organi e tessuti di pertinenza e ad espletarvi la loro azione farmacologica.

Tale selettività di tropismo è essenzialmente riconducibile al sapore della sostanza, che indirizza la stessa verso un organo specifico e le sue dipendenze canalari e tissutali (es, il piccante si dirige al Polmone ed alla pelle, l’acido al Fegato ed ai muscoli, ecc.).

Il concetto di Gui Jing precisa quindi l’azione di un rimedio, conferendogli, attraverso la definizione del suo tropismo, una maggior specificità.

Di fronte ad una qualunque patologia, pertanto, si renderà necessaria una corretta diagnosi che individui gli organi affetti e la natura della patologia in base alle otto regole diagnostiche (Yin/Yang, Superfice/Interno, Vuoto/Pienezza, Freddo/Calore). Tutto ciò permetterà di istituire una corretta terapia, basata sull’adozione di rimedi che presentino un tropismo per l’organo o la regione affetti e, fra questi, quelli dotati di caratteristiche capaci di combattere la natura della noxa patogena in questione.

 

 Sintesi ed antitesi delle proprietà farmacologiche e degli effetti dei rimedi cinesi

POLARITà

NATURA

SAPORE

DIREZIONALITà

AZIONE

 

 

 

 

 

Yin

fredda
fresca

amaro
acido
salato
astringente

discesa
interiorizzazione

purificare il calore; rinfrescare il san­gue; disintossicare; spengere il fuoco interno; ammorbi­dire; inumidire

Yang

calda
tiepida

piccante
dolce

salita
esteriorizzazione

disperdere il freddo; tonificare l’energia; promuo­vere l’escrezione; promuovere la resuscitazione

 

YOUDU - WUDU (tossicità - non tossicità)

Queste caratteristiche sono riportate nella classificazione di tutte le sostanze farmacologiche cinesi.

Ciò che nel cinese moderno indica tossicità, nasce con una connotazione di attività, infatti con il nome Duyao si indicavano tutte le sostanze farmacologiche, dove Du significa tossicità, attività, e Yao sostanza medicinale.

Ogni sostanza, per avere un effetto farmacologico, è dotata di Du, In questo senso le “quattro nature” ed i “cinque sapori” sono il fondamento della cosiddetta tossicità, meglio, dell’attività di una sostanza.

I rimedi sono attualmente classificati come (25,56-59):

  • dadu: sostanze molto tossiche o con effetti collaterali;
  • xiaodu: sostanze lievemente tossiche o con effetti collaterali modesti;
  • wudu: sostanze non tossiche, in tal caso la dizione non è riportata.

 

Youdu raggruppa dadu e xiaodu.

Le sostanze dadu esplicando un’azione rapida e consistente, non verranno impiegate per lunghi periodi; 
le sostanze xiaodu esplicano un’azione intermedia;
le sostanze wudu sono dotate di un’attività più blanda, agiscono in tempi lunghi e possono essere assunte per periodi prolungati.
PRINCIPI PER L’ELABORAZIONE DI UNA RICETTA

Una ricetta farmacologica cinese corrente può essere suddivisa nei seguenti componenti (5,23,25):

a) Jun (Imperatore, droga principale): riveste il ruolo principale all’interno della ricetta, essendo rivolta a trattare la causa o i sintomi principali della malattia. Generalmente si tratta di droghe prive di tossicità, adatte ad utilizzi prolungati.

Chen (Consigliere, Ministro): potenzia e sostiene l’azione della droga principale ovvero si rivolge ai sintomi di accompagnamento.

Zuo (Aiutante): la sua finalità può essere molteplice:

  • potenzia l’azione dellImperatore e/o del Ministro
  • tratta sintomi secondari
  • riduce o abolisce l’eventuale tossicità e/o i possibili effetti secondari dell’Imperatore e/o del Ministro
  • controbilancia l’azione delle droghe principali (es. aggiunta di sostanze fresche/fredde per bilanciare la generale azione riscaldante di una ricetta), producendo comunque effetti terapeutici secondari.

Shi(Messaggero, Ambasciatore) indirizza la totalità della ricetta verso un organo o distretto corporeo specifici, oppure armonizza e coordina tra di loro i vari componenti della ricetta.

LE SETTE INTERAZIONI

Già menzionate in testi precedenti, queste interrelazioni furono codificate da Li Shi Zhen nel Ben Cao Gang Mu del 1596 d.C..

Dan Xing (effetto singolo, azione singola): quando un rimedio viene impiegato singolarmente nella terapia di “sintomi semplici” (es. Radix Ginseng nel deficit di Qi).

Xiang Xu (rinforzo reciproco, “mutua necessità): due o più droghe con proprietà simili sono usate congiuntamente per esaltare la loro attività (es. Radix et Rhizoma Rhei e Mirabilitum nella purgazione). Esistono centinaia di coppie di droghe correntemente impiegate nelle ricette tradizionali.

Xiang Shi (assistenza reciproca, “impiego reciproco): due o più droghe con effetti diversi sono impiegate congiuntamente in quanto una rinforza l’attività dell’altra (es. Radix Astragali, un tonico del Qi, viene associato a Poria per esaltarne l’azione diuretica).

Xiang Wei (costrizione reciproca, “timore reciproco”): quando la tossicità o gli effetti collaterali di una droga vengono ridotti o aboliti dall’associazione di un’altra (es. Rhizoma Pinelliae perde la sua tossicità se trattata con Rhizoma Zingiberis Recens). A tale scopo sono frequentemente utilizzati la Radix Glycyrrhizae ed il Rhizoma Zingiberis Recens.

Xiang Sha (soppressione reciproca, “uccisione reciproca”): quando una droga sopprime la tossicità o gli effetti collaterali di un’altra (vale l’esempio precedente, salvo che mentre nel primo caso di pone l’accento sulla sostanza inattivata, in questo si considera la sostanza inattivante).

Xiang Wu (antagonismo reciproco, inibizione recproca, “avversione reciproca”): quando una sostanza riduce o abolisce gli effetti positivi di un’altra (es. Semen Raphani Sativi riduce fino ad abolire l’attività tonificante sul Qi di Radix Ginseng).

Xiang Fan (Incompatibilità reciproca, “opposizione reciproca”): quando l’utilizzo congiunto di due sostanze da luogo ad effetti collaterali o tossicità assenti nei rimedi somministrati singolarmente.
CONTROINDICAZIONI
Esistono delle associazioni proibite, ed altre sconsigliate, le prime vengono denominate “le diciotto incompatibilità” (Shi Ba Fan), le seconde “i diciannove timori” (Shi Jiu Wei).

18 INCOMPATIBILITA’
Radix Glycyrrhizae è in compatibile con Radix Euphorbiae Kansui, Radix Euphorbiae Pekinensis, Flos Genkwa e Sargassum;
Radix Aconiti è incompatibile con Bulbus Fritillariae, Fructus Trichosanthis, Rhizoma Pinelliae, Radix Ampelopsis, Rhizoma Bletillae;
Radix Veratri Nigri è incompatibile con Radix Ginseng, Radix Glehniae, Radix Salviae Miltiorrhizae, Radix Scrophulariae, Radix Sophorae Flavescentis, Herba Asari e Radix Paeoniae.

19 TIMORI
Liu Huang/Po Xiao   -   Shui Yin/Pi Shuang   -   Long Du/Mi Tuo Seng
Ba Dou/Qian Niu      -   Ding Xiang/Yu Jin     -   Chuan Wu/Xi Yao
Ya Xiao/San Leng    -   Guan Gui/Chi Shi Zi  -   Ren Shen/Wu Ling Zhi

Al di là di queste proibizioni associative, la controindicazione di più frequente riscontro nelle Materie Mediche Cinesi è il periodo gravidico.

controindicazioni assolute
tutte le sostanze dotate di tossicità notoria (Fu Zi, Wu Zhu Yu, ecc.)
i catartici (Ba Dou, Da Ji, Qian Niu)
i rimedi aromatici che aprono gli orifizi (She Xiang)
le sostanze che fanno circolare il sangue rompendone gli accumuli ( San Leng, E Zhu, Mang Chong)

CONTROINDICAZIONI RELATIVE
rimedi che fanno circolare il Sangue(Tao Ren, Hong Hua, Huai Niu Xi)
rimedi che fanno circolare il Qi (Zhi Shi, Qing Pi, Tan Xiang)
purganti  (Da Huang, Mang Xiao)
rimedi che riscaldano l’interno (Gan Jiang, Rou Gui).

Esiste poi una lunga lista di associazioni tra sostanze farmacologiche ed alimentari che la tradizione sconsiglia o proibisce. Molte di queste proibizioni appaiono destituite di ogni fondamento, cio non ostante, durante una terapia farmacologica cinese si tende ad evitare o contenere il consumo di cibi crudi, di natura troppo fredda, i fritti, i crostacei.
DOSAGGI

Fino a circa 15 anni fa la Farmacopea Cinese adottava le seguenti unità di misura:

1 jin                =                     480     g
1 liang            =                       30     g
1 qian =                         3     g
1 fen               =                         0,3  g

La misura più impiegata era il qian. Recentemente si è diffuso l’impiego dei grammi.

Nella maggior parte dei casi il dosaggio minimo efficace di ogni droga si situa tra

3 e 10 g

Tali dosaggi vengono di norma aumentati ove si somministrino monosostanze.

Le quantità indicate nelle ricette sono intese come dose giornaliera da assumere in due riprese, mattino e sera.

Stante la dose minima efficace suddetta  ed il fatto che la FTC adotta quasi costantemente ricette composte da più droghe, i dosaggi prescritti correntemente raggiungono i

100 - 150 g

Ove si raggiungano o sorpassino i 100 g  è invalso l’uso della doppia bollitura e l’assunzione nell’arco di due giorni, per cui il dosaggio giornaliero si situa intorno a

50 g /die
Tale dose è da riferirsi a pazienti di un peso di 60 - 70 Kg

Peso corporeo in Kg

Frazione della posologia

 

 

10

1/6

20

1/3

30

1/2

40 - 50

3/4

60 - 70

1

80 - 100

1+1/4

100 e +

1+1/2

Al di là della variabile peso del paziente, l’efficacia di una ricetta fitoterapica cinese sarà influenzata dalla qualità delle droghe impiegate, legata a (5,25,56,58):

  • qualità all’origine delle droghe impiegate
  • anzianità delle droghe
  • modalità di conservazione delle droghe
  • modalità di preparazione della ricetta
  • modalità di approntamento del decotto

 

Bibliografia


  • AAVV: Medicina Orientale, Ed. Zanfo, Modena, 1998.
  • Austin J.A.: Why patients use alternative medicine ?, JAMA, 1998, 19: 1548-1553.
  •  Auteroche B., Navailh P.: La diagnostic en médicine chinoise, Ed. Maloine, Paris, 1983.
  • Beijing Medical College : Dictionary of Traditional Chinese Medicine, ed. Commercial Press Ltd., Hong Kong, 1984.
  • Bensky D., Barolet R.: Farmacologia Cinese, Formule e Strategie, Ed. Italiana a cura di R. Gatto, Ed. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 2001.
  • Bensky D., Gamble A.: Chinese Herbal Medicine. Materia Medica, Ed. Estland Press, Seattle, 1987.
  • Bianchi A.: Fitoterapia, Giornate di Studio dell’Istituto Superiore di Sanità su “Efficacia degli interventi sanitari: paradigmi scientifici, terapie non convenzionali, libertà di cura”, Roma, 26 aprile 1999. 
  •  Bologna M., Di Stanislao C., Corradin M., et al.: Dietetica Medica Scientifica e Tradizionale, Ed. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1999.
  • Campanini E.: Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Ed. Tecniche Nuove, Milano, 1998.
  • Chamfrault A.: Traité de Medicine Chinoise, temi III-IV, Ed. Cocquemard, Angoulème, 1959-1961. 
  • Chang H., But P.P.: Pharmacology and Applications of Chinese Materia Medica, Ed. World Scientific, Singapore, 1987.
  •  Corradin M., Ceccherelli F., Di Stanislao C.: Dispense di Fitoterapia Scientifica, Ed. AIRAS, Padova, 1998.
  •  Costantini V.: Penn Tsao: antico codice erboristico cinese, ed. Mondadori, 1977.
  • Couturier P.: La phamcie traditionnelle chinoise, Tao Yin, 1997, 1: 38-46.
  •  Di Stanislao C., Corradin M., De Berardinis D. et al.: Osteoporosi menopausale: trattamento fitoterapico con piante occidentali e cinesi, Riv. It. D’Agopunt., 1993, 78: 89-93.
  •  Di Stanislao C.: Le infezioni respiratorie ricorrenti dell’infanzia, XVII Congresso SIA, ottobre 1997, Atti, Ed. SIA, pp. 6-15.
  •  Eskinazi D. (ed): Botanical Medicine, Ed. Mary Ann Library, New York, 1999.
  • Fisher P., Ward A.: Complementary Medicine in Europe, BMJ, 1994, 309:107-111.
  •  Fratkin J.: Chines Herbal Patent Formulas, Ed. Institute of Traditional Medicine, Portland, 1986.
  • Gatto R., Di Stanislao C.: Elementi di Farmacoterapia Cinese, policopie, Ed. CSTNF, Torino, 1997.
  •  Gatto R., Guo Jin L.: Schede Tecniche di Farmacologia Cinese, Ed. Lao Dan, Milano, 1989.
  •  Gatto R., Vintani P.: Farmacologia cinese: forme di assunzione e loro comparazione clritica, Riv. It. D’Agpunt., 1994, 80: 51-66.
  •  Gatto R.: La farmacoterapia cinese nelle sindromi immulogiche, Seminario su "Immunnità in MTC", A.M.S.A., Ordine dei Medici de L'Aquila, 16 giugno 1999.
  •  Giullaume G., Chieu M.: Pharmacopèe et Médicine Traditionnelle Chinoise, Ed. Presence, Paris, 1987.
  •  Herbal Medicine Data Base, Mc Alpine, Torper and Worrier Ltd, Who’s Who in Herbal Medicine, The European Phytomedicine Market by J. Grunwald and Ckerstin Buttel, Helbargram, 3/2/1995.
  •  Lazarou J., Pocranz B.H., Corey P.N.: Incidence of adverse drug reaction in hospedalized patients: a meta-analysis of prospectives studie, JAMA, 1998, 279(15):1200-1205.
  •  Liang C.: Welcome to The New York International Symposium on TCM, 1998, The World United Journal of TCM and Acupuncture, 1998, march: 1.
  •  Lomuscio A., Gatto R.: La farmacoterapia cinese nella patologia riabilitativa, Atti del Congresso SIA/CITeS “Medicine Orientali nella Terapia Riablitativa”, Milano, Ospedale L. Sacco, 4 dicembre 1999, Atti, Ed. CITeS, pp. 20-35.
  •  Maiola M., Di Stanislao C., Gatto R.: MTC versus nimesulide nel trattamento di 37 casi di osteoartrite con intolleranza ai FAN, Riv. It. D'Agopunt., 1998, 94: 20-29.
  •  Martucci C., Rotolo G.: Fondamenti di Farmacoterapia Cinese, Ed. Li Shi Zhen, Milano, 1988.
  •  Massarini E.: Erbe in Cina, ed. ESI, Milano-Roma, 1981.
  • Mc. Intrye M., Alternative Lincensing for Herbal Medicine-Like Products in the European Union, J. Alter. Complement. Med., 1999, 5(2): 110-113.
  •  Mc.Intrye M., Chinese Herbs: risk side-effects and poissoning. The case for objective reporting and and analysis reveals serious mispresentation, J. Alter. Complement. Med.  1998, 4(1):15-17.
  • Ming O. (a cura di): Chinese-English Dictionary of Terminology in TCM, Ed. Shanghai College of Traditional Chinese Medicine, Shanghai, 1989.
  •  Morandotti R., Viggiani B.: Quaderni di Materia Medica Cinese, Vol 1-17, Ed. ABC, Roma, 1991.
  •  Morandotti R.: Azione terapeutica del rimedio Dang Gui nelle Algomenoree Studio Clinico Statistico, Riv. It. D’Agopunt., 1988, 61: 103-110.
  • Morandotti R.: Sperimentazione Clinica sulla Specialità Farmaceutica Cinese San She Dan Chuan Bei Mù nelle Malattie Respiratorie, Riv. It. D’Agopunt., 1988, 61:95-98.
  •  Nguyen V.N., Van Dong M.: Pharmacologie en Médicine Energetique  Orientale, Ed. NVN, Marseille, 1981.
  •  Pedretti M.: Chimica e Farmacologia delle Piante Medicinali, Studio Edizioni, Milano, 1983
  • Pippa L.: Contributi della MTC al trattamento del diabete mellito, Riv. It. D’Agopunt., 1989, 65:107-124.
  • Read B.E.: Chinese Materia Medica, vol I-III, Sothern Materials Press, Taipei, 1934-1941.
  •  Ried D.P.: Chinese Herbal Medicine, Ed. Asia 2.000, Hong Kong, 1988.
  • Roi J.: Traité de Plantes Medicinales Chinoises, Ed. Lechevalier, Paris, 1955.
  • Scarsella D., Gennari M., Di Stanislao C.: Ricette Naturali Cinesi, rubrica, Yi Dao Za Zhi, 1995-1999, nn 1-12.
  •  Schiantarelli C.: Trattamento con Chenxia-LiuJunziwan in sindromi correlate alla neuroimmunoendocrinologia, Riv. It. D’Agopunt., 1991, 71: 101-104.
  •  Sotte L., Pippa L., Muccioli M.: Il Long Dan Xie Gan Tang o “Decotto di Genziana per disperdere il Fegato” nel trattamento dell’herpes zoster: risultati di una casistica di 24 pazienti, Riv. It. D’Agopunt., 1991, 70: 61-69.
  •  Sotte L.: Fitoterapia cinese, Ed. Red, Como, 1998.
  •  Sotte L.: La Farmacologia cinese: Manuale delle prescrizioni, Ed. Qu Tian, S. Marino, 1990.
  • Sotte L.: Ricette Cinesi, rubrica, Rivista Italiana di Agopuntura e Medicina Cinese, 1994-1999, nn. 59-76.
  • Su L. et al.: Utilisasions des medicaments suivant le diagnostic dialectique des organes et des entrailles, Rev. Fr. Med. Trad. Chin., 1987,125:292-305.
  •  Tang W., Eisebrand G.: Chinese Drugs of Plants origin, Ed. Spinger-Verlag, Berlin-Eidelger, 1992.
  •  Tierra M.: The Way of Chinese Herbs, Ed. Pocket Books, New York, 1998.
  • Troili F., Viggiani B.: Azione Terapeutica del Qi Wu Jia Casistica Clinica Ambulatoriale, Riv. It. D’Agopunt., 1988, 61: 45-63.
  •  Tu P., Wei-ming C.: List of Contraband by U.S. Health Department, The Worl United Journal of TCM and Acupuncture, 1997, junnary: 1.
  •  Upton R.: Traditional Chinese Medicine and Dietary Supplement Health and Education, The J. Alter. Complement. Med., 1999 5(2): 115-118.
  • Vincent C., Furnham A.: Wy do patients turn to complementary medicine ? An empirical study, Britsh J. Clin. Psychol., 1996, 35:37-48.
  •  Wong M.: La Médicine Chinoise par les Plantes, Ed. Masson, Ed. Tchou, Malesherbes, 1976.
  •  Yangchi L.: The Essential Book of Tradition Chinese Medicine, Columbia University Press., New York, 1988.

 

Secondo la cronologia classica  tre furono gli Imperatori Augusti che fondarono la civiltà cinese: Fuxi (2852-2737 a.C.), che elaborò i principi delle combinazioni Yin/Yang e redasse l’Yijing; Shen Nong (2737-2697 a.C.), di cui abbiamo detto ed infine suo fratello Huang Di (2697-2598 a.C.) a cui si attribuisce il Neijing.  Per approfondire si veda : AAVV: Le civiltà dell’oriente, voll I-IV, ed. Ubaldini, Roma, 1956-1962.

Vedi:

  • Minelli E.: Premessa Storica, in Di Concetto G. et al.: Trattato di Agopuntura e Medicina Cinese, VolI, Ed. UTET, Torino, 1992.
  • Occhipinti A (a cura di): La Grande Medicina Cinese, Ed. Jaca Book, Milano, 1995

ª® Vedi anche: Shibata Y. & Wu J.: Kampo treatment, Ed.  Paradigm Publications, Brookline, 1998.

øø  Si veda a tal proposito ed a scopo esemplificativo:

  • Shan Leung C.: On Ephedra Accident and Ephedra, The World United Journal of TCM and Acuncpture, 1997, july, 1.
  • Di Stanislao C.: Reazioni avverse ad erbe cinesi, http://digilander.iol.it/fitoamici/2001.

åãã Vedi anche:

  • Requena Y.: Phytotherapie du terrain, TMA, 1987, 2:12-15
  • Bueno Cortes M.: Fichas de Fitoterapia, Ed. Phytoesp, Barcellona, 1992.
  • Kenner D., Requena Y.: Botanical Medicine, ed. Redwing Book Company, Brookline, 1998.

¥§ In questo periodo sorgono due Associazioni Nazionai di settore: LAassociazione per la Farmacoterapia Cinese (AFAC) e la Società Itaiana per la Fitoterapia Cinese e Tradizionale (SIFCET) che, da allora, hanno realizzato una dozzina di seminari e convegni di aggiornamento, di considerevole rilevanza clinica.

ÆÅÈ La Diagnosi in Medicina, Cinese, a cura di G-P. Garavaglia, T. Cantoni et al., ed. Edi-Ermes, Milano, 1986.

WS Vedi:

  • Auteroche B., Auteroche N., Demont N.: Matiere Medicale Chinoise, Ed. Maloine, Paris, 1992.
  • Morandotti R., Viggiani B.: Formulario di Farmcoterapia Cinese, Programma MS-Dos, d. Personale, Roma, 1996.
  • Gatto R., Maiola M., Lomuscio A.: Farmacotyerapia Cinese, in Libro Bianco sull’agopuntura e le alre terapie della tradizione estremo-orientale, Ed. SIA/CEA, Milano, 2000.

*kÆ L’AFAC ha promulgato, fin dal 1995, un “listato” dei cosiddetti “prodotti salutari” e di quelli di stretta competenza medica, vendibili dietro presentazione di ricetta in farmacia. Si veda: http://www.agopuntura.org/Nostri Sostenitori/Lao Dan.

 

Fonte: http://digilander.libero.it/fitoamici/clinica/Introduzione%20alla%20Farmacologia%20Cinese.doc

A cura di: Roberto Gatto & Carlo Di Stanislao

 

Associazione Medica per lo Studio dell'Agopuntura
Scuola  Italo-Cinese di Agopuntura di Roma

Associazone Italiana di Fitoterapia e Fitofarmacologia

Note sullo zenzero fra scienza e tradizione

 

"Scegliamo o piuttosto veniamo scelti ?"
Ignazio Silone, "Uscita di sicurezza", 1964.

"... e non si trattò più di scegliere, ma di farsi scegliere..."
Eugenio Montale, "Diario", 1971.

 

Autori: Carlo Di Stanislao & Maurizio Corradin

Riassunto: Si analizzano le caratteristiche scientifiche e tradizionali dello zenzero, droga molto impiegata sia in culinaria che in fitoterapia. Oltre a dati scientifici, si ricordano le indicazioni relative alla fitoterapia di terreno ed alla etnofitoterapia, con particolare interesse per la Medicina Tradizionale Cinese.

Parole chiave: zenzero, Zinziber officinalis, fitoterapia.

 

Summary: Ginger has many scientifically known and popular healing proprieties. We analyse the thrapeutical activity according to scientific and traditional herbal medicine.

Key words: ginger, Zinziber officinalis, herbal medicine.

 

- Nome scientifico: Zinziber officinalis Roscoe

- Sinonimi botanici: Ammomium zinziber L.; Zinziber blancoi Massk; Zinziber majus Rumph.

-Sinonimo comune: Ginger

- Famiglia: Zengiberaceae

 

Lo zenzero è impiegato in diverse tradizioni popolari per le sue virtù eupeptiche ed aromatiche, ma esistono alcune differenze fra l'utilizzo che se ne fa in occidente ed in oriente (1-4).
La droga (costituita dal rizoma o fresco o essiccato, in altre parole da preparazioni a dosi attive), è inserita in diverse farmacopee europee (britannica del 1990 e 93, francese X edizione, elvetica) ed in quella della Commissione Europea sia del 1988, che del 1990.
Essa svolge un documentato effetto antiemetico, antispasmodico e normalizzante la peristalsi intestinale (1-3), oltre ad un'azione cardiotonica di tipo inotropo positivo (peraltro molto enfatizzata da alcune scuole fitoterapiche tradizionali cinesi) (5).
Tali differenti azioni sono legate a vari principi attivi (1):

 

  • un olio essenziale con idrocarburi ed alcoli sesquiterpenici;
  • un’oleoresina;
  • una resina contenente gingerolo, amido ed un olio grasso.

 

Molto impiegato in culinaria (soprattutto nei paesi anglosassoni e nel mondo arabo, indiano e cinese), svolge azione aperitiva, stomacicha, secretogastrica e colagoga (non coleretica), perciò, in caso di colelitiasi o discinesie biliari, va usato con molta prudenza (1-5).
L'azione sulla peristalsi gastrointestinale ne condiziona l'effetto antiemetico, utilissimo anche nel caso d'impiego di piante con azione emetizzante (ad esempio, in Cina, la Pinellia, l’Arisaema amurense e l'Aconito) (6-7).
Nel caso di terapie toniche o rinvigorenti (ad esempio con alimenti o piante dolci e ricche d’elementi grassi) lo zenzero ne facilita la digestione, riducendo, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, il pericolo di lesione a livello del TR-Medio (5,7).
Gli studi clinici condotti in occidente (1-3) lo indicano come efficace nei disturbi dispeptici ipostenici e nella prevenzione della chinetosi, mentre la tradizione popolare (ad esempio dell'Italia del Sud e dei territori anglofoni) gli attribuisce anche virtù emmenagoghe (1).
La fitoterapia scientifica occidentale lo impiega in tisana (assieme a Foeniculi fructus, Anici fructus, Basilici herba, Thymi herba ed eventaulmente Valerinae radix, Matricariae flos, Mentha piperitae folium) nel corso di coliche e spasmi gastrointestinali (1-2). Tuttavia, ad elevati dosaggi, può accentuare la pressione endoluminale e pertanto aggravare le coliche. (1). Alcuni studi, piuttosto datati, ne controindicano l'impiego in gravidanza (1,3), mentre a tutt'oggi non sono noti effetti indesiderati o interazioni evidenti (1-2).
La monografia della Commissione Europea del 1988 sottolinea che può essere utilizzato come droga contusa in infusi, come estratto secco ed in altre preparazioni orali, mentre per uso esterno (1-3) svolge una blanda azione revulsivante (in Cina si usa per strofinatura in corso di alopecia aerata).
Per la fitoterapia di matrice (o di terreno) secondo le elaborazioni di Pischinger e Pascoe (8), è utile in corso di dispepsia con achilia gastrica o ipocenesia biliare, associato ad Angelica, Artemisia absithium, Curcuma xanthorrhizae, flos Menthae piperitae, ramulus Cinnamomi zeylanicum.
Naturalmente, poiché stimola la secrezione gastrica, è controindicata in corso di ulcera peptica o gastriti ipersecretive (3,8).
Componente principale del "curry",  a lui si debbono i rari casi di anafilassi verso questa salsa tipicamente inglese (9).
Per la Medicina Ayuverdica (7,13-14) la radice di zenzero (Zinziber officinalis radix) è dotata di potere afrodisiaco e libidostimolante.
Anche la “medicina erboristica” dell’America del Sud gli attribuisce azioni afrodisiache (7,15), oltre che ruoli antifebbrili (per influenza e raffreddore comune), eupeptici ed antierpetici.
Alcuni AA ne consigliano l’associazione con Eleutheroccocus senticosus radix, Panax ginseng radix, Satureja montana summitates floreales, Turnera aphrodisiaca summitates floreales, Ptycopetalum olacoides radix, per le turbe dell’erezione (18).
Osservazioni cliniche non confermate, tendono a dimostrare che la radice ed il succo svolgono azioni vasomotorie, analettiche e cardiotoniche (3,15,18).
Una nostra ricerca ha dimostrato che il rizoma fresco, combinato con la Kokia scoparia, la radice di Peonia alba, la radice di Glycyrrhiza uralensis ed il rametto di Cannella (ramulus Cinnamomi), è efficace in corso di dermopatie croniche, eczematizzate e pruriginose (19). 
La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) impiega il rizoma di zenzero, preparandolo in vario modo, in maniera da ottenere differenti  rimedi (5,10-12).
Di seguito ne analizziamo le caratteristiche principali.

Nomi

Caratteristiche energetiche

Indicazioni

Shengjiang, rhizoma Zingiberis recens, rhizoma fresco di Zenzero

Piccante e tiepido, agisce sui meridiani di Polmone e di Stomaco, disperdendo il freddo ed armonizzando sia l’energia difensiva che nutritiva. E’ uno dei più tipici rimedi per librare dal Vento-Freddo la Superficie (jiebiaoyao).

E’ diaforetico, allevia la tosse, seda dispnea e mucorrea, favorisce la digestione e neutralizza la tossicità d’altri rimedi (Pinellia non trattata, Aconito radix). Se ne raccomandano, in decotto, da 3 a 9 g/die.

Gangjiang, rhizoma Zingiberis officinalis, rizoma essiccato di Zenzero

Piccante e caldo, scalda l’interno ed elimina il freddo (wenli quhan), agendo, soprattutto, su Milza, Stomaco, Polmone e Cuore

Combatte i dolori addominali da freddo al TR-Medio, con diarrea acquosa ed inappetenza. Ristora lo Yang collassato e quindi è utile in caso di bradicardia, ipotensione, polso debole e vuoto. E’ molto usato nel caso d’emorragie da Freddo e da Vuoto, con stillicidio cronico, sangue decolorato, polso sottile e nascosto. Al pari delle medicina popolare europea, la cinese ne controindica l’uso in gravidanza (vedi sopra). E’ controindicato, inoltre, nei vuoti di Yin con segni di calore o nelle emorragie da calore del sangue.

Paojiang, rhizoma Zinziberis officinalis tostatum, rizoma tostato di Zenzero.

Si prepara tenendo le fettine ad arrostire direttamente sulla fiamma. E’ più potente del rimedio precedente nel trattare le emorragie ed i deficit di Yang. La sua azione è molto incisiva sul TR-Inferiore. E’ aspro ed amaro ed agisce a livello di Milza-Pancreas e Fegato.

Menometrorragie da Freddo, e Vuoto. Disuria, stranguria ed alvo irregolare da accumulo di Freddo al TR-Inferiore.  Associando il principio con Angelica sinensis radix, Ligusticum wallihii rhizoma e Prunus davidiana semen, si ottiene la formula magistrale Shen Hua Tang, utile nel post-partum in caso di ritenzioni di lochi.

Shenjiangpi, cortex Zingiberis officinalis recens, la scorza del rizoma fresco di zenzero.

Essendo piccante, e freddo, promuove la diuresi e riduce l’edema. Non è efficace contro il Vento-Freddo. Se ne danno da 3 a 10 g/die.

Secondo alcuni testi classici (Ben Cao Jing Shu, Sui Xi Yin Shi Bu), riduce l’edema ed il gonfiore (sha zhang) del post-partum. Combatte gli accumuli di liquidi che causano dispnea, disuria e diarrea.

Shenjiangzhi, succo di Zenzero fresco

Analogo, ma più riscaldante del rhizoma Zinziberis recens.

Fa sudare, è febbrifugo, calma la tosse ed il vomito incoercibile.

Weijiang, Zenzero fresco riscaldato

Piccante e caldo, ristora lo Yang, libera il biao, riscalda il Polmone ed il TR-medio.

E’ carminativo, eupeptico e combatte la tosse da Vento-Freddo.

Lo zenzero fresco, spesso mescolato con “zucchero rosso” (hong tang) si usa nelle malattie acute da Vento-Freddo, con febbre, tosse e vomito (10-11). Se il vuoto di Yang e l’accumulo di Umidità sono molto pronunciati (edemi generalizzati, anasarca, disuria, sensazione di corpo pesante, diarrea) s’impiega (22) la formula classica Zhengwu Tang (decotto del Buddha galleggiante) tratta dallo Shang Han Lun e composta da Poria, radix Paeonia alba, rhizoma Zinziberis recens, rhizoma Atractylodes macrocephala, radix Aconiti preparata (sostituibile con la Morinda officinalis) (23).
In Cina questa preparazione è molto usata in corso d’edemi renali e cardiaci, ipotiroidismo ed ipertrofia prostatica. Secondo vari AA usando alte dosi di Shengjiang e Dangshen (radix Codonopsis) si possono ottenere analoghe azione sullo Yang di Cuore e Rene e nel promuovere la diuresi (22-23).
Invece Gangjiang si ritrova nelle formule Li Zhong Wan  e Fuzi Li Zhong Wan (cioè Li Zhong Wan più Aconito) che trattano lo Yang del Rene e sostengono di TR-Medio.
Se il paziente presenta vistose difficoltà digestive con vuoto e freddo al TR-medio (zhong jiao han xu) si usa la formula Duzhong Jitian Tang, con l’aggiunta di Zingiber officinalis rhizoma (Gangjiang), dopo i due pasti principali.
L’insieme dei dati farmacologici prodotti da documentati studi cinesi, evidenzia solo poche differenze fra zenzero essiccato e fresco, nel tenore di gingerolo.
Mentre la tradizione popolare lo indica in corso di ginecopatie, cardiopatie, ipotensione, gli studi controllati (5) ne dimostrano l’azione eupeptica, antispastica, stomacicha ed antiemetica.
In Vietnam, Corea, Giappone (7) è indicato, come droga culinaria,  dal sapore aromatico e pungente, per disperdere il Freddo e l’Umidità. In Giappone (medicina kampo) è controindicato nella fase eruttiva delle malattie esantematiche (7).
Infine, fettine di zenzero poste al di sopra della pelle, sono spesso impiegate in corso di moxibustione (jiu), al fine di potenziare l’azione “riscaldante” e “yanghizzante” della stessa.
Tale metodica di “igniterapia” indiretta è usata nelle forme da “Freddo” ed in quelle da “Umidità” (20).
Rammentiamo, per inciso, che l’esposizione al Freddo intenso porta a sintomi come febbre senza sudorazione, cefalea, cervicalgia, dolori fissi, induito bianco e umido.
In caso di ingresso nei meridiani: crampi, dolori trafittivi agli arti, cianosi delle labbra e delle unghie, mani e piedi freddi. 
In caso di penetrazione in profondità: dolori al ventre, diarrea, vomito, lingua pallida, induito umido, polso profondo.
Invece l’insorgere di “sintomi di Umidità” segnala con certezza che la forza di assimilazione della Milza non è sufficiente. Umidità significa non elaborazione, non purificazione, sovrabbondanza di scorie (21).
Le sindromi da presenza d’Umidità riguardano gli edemi, le turbe mnesiche e mentali, le dismetabolie e si distinguono in:

Tipo

Sintomi

  • Esterno
  • Sudorazione intensa, stanchezza e adinamia, gonfiore, dolori localizzati agli arti
  • Interno
  • Sensazione di oppressione al petto e all’addome, perdita dell’appetito, vomito, diarrea, ittero
  • Dell’alto
  • : confusione mentale, ostruzione nasale, carnagione giallognola, difficoltà respiratorie
  • Del basso
  • gonfiore ai genitali, malattie del tratto genitale, perdite (prostatorrea e leucorrea).

 

In tutti i casi la lingua è umida ed il polso scivoloso.
Il trattamento si avvarrà di “coppettazione” e moxa indiretta con zenzero (20-21). 
In definitiva il prof. Zhao Xijun del Beijing Friendship Hospital of Capital Medical University, sostiene che lo zenzero fresco (sheng jiang) è insosttuibile in tutti i casi di accumulo di Freddo-Umidità con ipofunzione della Milza-Pancreas. I sintomi, a seconda della localizzazione, saranno: vomito, vertigini, capogiri, edema, diarrea, con lingua pallida, patina sottile e bianca, incarnato pallido, polso fine e profondo. In questi casi non basta “eliminare l’umidità” (zhi shi) con i punti ST 40, CV 12, SP6 e con le formule Er Chen Tang, Ping Wei San, Ling Gui Zhu Gan Tang, Huo Xiang Zhen Qi San, ma impiegare il seguente decotto, due volte al dì per un minimo di 10-14 giorni (24).

Principio

Dosaggio

  • rhizoma Zingiberis recens
  • 5 pezzi
  • rhizoma Pinelliae
  • 18 g
  • Poria cocos sclerotium
  • 25 g
  • rhizoma Atractylodes lancea
  • 10 g
  • Pericarpum Citri reticulatae
  • 10 g.
  • herba Agastachis
  • 12 g
  • cortex Magnoliae officinalis
  • 10 g
  • ramulus Cnnammomi
  • 6 g
  • terra Flava usta
  • 30 g
  • radix Glycyrrhizae
  • 6 g

 

Bibliografia

1. AAVV: Repertorio fitoterapico, Refit 1997, Ed. OEMF, Milano, 1997.
2. Della Loggia R.: Piante medicinali per infusi e tisane, Ed. OEMF, Milano, 1993.
3. Penso G.: Piante medicinali nella terapia medica, Ed. OEMF, Milano, III Ed., 1993.
4. Corradin M., Ceccherelli F., Di Stanislao C.: Dispense di Fitoterapia Scientifica, policopie, Ed. AIRAS, Padova, 1997.
5. Gatto R., Di Stanislao C.: Elementi di Farmacoterapia Cinese, policopie, Ed. CSTNF, Torino, 1997.
6. Massarani E.: Erbe in Cina, Ed. ESI, Milano-Roma, 1981.
7. Bologna M., Di Stanislao C., Corradin M. et al.: La dieta nella scienza e nella tradizione, Ed. CEA, Milano, 1999.
8. AAVV: Prontuario Pascoe, Ed. Named, Lesmo (MI), 1992. 
9. Kaplan S.: Trattato di Allergollogia, voll II, Ed. UTET, Torino, 1990.
10. Giullaume G., Chieu M.: Pharmacopée et Medicine Traditionnelle Chinoise, Ed. Presence, Paris, 1987.

  • Auteroche B., Auteroche N.,  et al.: Matiere Medicale Chinoise, Ed. Maloine, Paris, 1992.
  • Martucci C., Rotolo G.: Fondamenti di farmacoterapia cinese, Ed. Li Shizhen, Milano, 1988.
  • Edde G.: Traité d’ayurveda, Ed. Guy Trédaniel, Paris, 1987.
  • Vasant L., Frawley D.: Medicina Ayuverdica, Ed. Red, Como, 1990

15. Albornoz A.M.: Medicina Tradictional herbaria, Instituto Farmaceuti Latino Ed., Caracas, 1995.
17. Tan G. J.: Healing ourselves, Ed. Mariel N. Francisco, Pasig City, 1995.
18. Zanghirati W.: Schede Tecniche, Associazioni Sinergiche e Dinamica Farmacologica dei prodotti; Ed.Farmafit Italia, Urbino, 1997.
19. Di Stanislao C., Corradin M., Nibid D., Navarra M., Gatto R., Bologna G.: Nostra esperienza con prodotto erboristico cinese nella dermatite atopica, Boll. Der. All. Prof., in corso di stampa.
20. Ming Tè T.: Traité des aguilles e de moxa, Imprimarie C. Fabré, Paris, 1967.
21. Hempen C.G.: Atlante di Agopuntura, Ed. Hoepli, Milano, 1999.
22. Junying G. et al.: Herbal Formulas, New World Press, Beijing, 1991.
23. Di Stanislao C.: Note di Farmacoterapia nelle Turbe del Rene, La Mandorla, 1998, 5 (http\www:agopuntura.org/Rivista).
24. Xijun Z.: Trattamento in medicina tradizionale cinese di tre casi di ipofunzione splenica con ritenzione di liquidi, J. Trad. Chin. Med., 1996, 15 (1) (Ed. Italiana Rivista Italiana di Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese, 1997, 67(1): 56-57.

 

Fonte: http://digilander.libero.it/fitoamici/monografie/zenzero.doc

Autori: Carlo Di Stanislao & Maurizio Corradin

 

Fitoterapia rosmarino

 

ROSMARINO
 

NOME SCIENTIFICO: Rosmarinus officinalis
NOMI DIALETTALI: ramerino, rosamarina, osmari, sgulmarin, rusmarin, tresomarino, rumosino
Sempreverde appartenente alla famiglia delle Labiate, il rosmarino si trova   dappertutto.

 

Un tempo era caratteristico delle zone mediterranee, dove cresce spontaneamente. Il nome, dal latino deriva da ros, rugiada, e marinus, mare, perché cresceva spontaneo sulle coste. È un arbusto alto circa due metri, dotato di molti rami affastellati, con foglie piccole, lineari, di colore verde scuro e argenteo nella pagina inferiore. I fiori sono azzurrini o violetto chiaro e sbocciano in gruppi ascellati in diverse stagioni dell'anno, a secondo del clima. L'odore è intenso d'incenso e canfora, il sapore aromatico, astringente.
PARTI UTILIZZATE: pianta fiorita, foglie tutto l'anno.
PRINCIPI COSTITUENTI: olio volatile contenente canfora, borneolo, pinene, cineolo, saponine, colina.
PROPRIETÀ: antisettico, antispasmodico, colagogo, diuretico, stimolante, stomachico, tonico, vulnerario, rilassante, aumenta la memoria.
RACCOLTA-CONSERVAZIONE: può essere raccolto e usato tutto l'anno fresco.
Infuso: bollire una tazza d'acqua, aggiungere un buon pizzico di foglie, lasciare riposare un quarto d'ora, venti minuti, filtrare e bere.
Vino: macerare per due giorni due manciate di foglie in un litro di ottimo vino bianco, filtrare.
Tintura, olio essenziale: si trovano in erboristeria o nelle farmacie con reparto erboristico. L'olio essenziale va usato con parsimonia: non superare mai le dosi indicate.
Debolezza, inappetenza: un bicchierino di vino come aperitivo prima dei pasti.
Depressione, disturbi epatici, digestivi, colesterolo alto, frigidità, impotenza, emicrania: infuso due tazze al giorno.
Malattie da raffreddamento, torcicollo, insonnia: bagni caldi serali aggiungendo 3 gocce di olio essenziale. Consigliati i suffumigi in tutte le patologie bronchiali, asmatiche. In questo caso l'olio può essere annusato.
Disturbi della circolazione: da 20 a 40 gocce al giorno in poca acqua o tè.

Contrazioni muscolari, distorsioni, artrite, reumatismi: massaggi con crema o olio di mandorle e una goccia di olio essenziale di rosmarino. Impacchi con infuso caldo sulla parte dolorante.
Ritenzione dei liquidi, cellulite, vene varicose: 3-5 gocce di olio essenziale nell'acqua del bagno o sul guanto della doccia, da massaggiare su tutto il corpo con lieve movimento rotatorio nel senso della circolazione. Infuso, tintura da 20 a 40 gocce al giorno nel tè verde.
Calvizie, forfora, capelli grassi, sfibrati o deboli, alopecia: l'ultimo risciacquo fatto con una tazza d'infuso. Sembra scurisca anche i capelli bianchi, o aiuti a mantenere il colorito scuro. Frizionare capelli e cuoio capelluto con infuso di rosmarino o 2 gocce di olio essenziale misti a olio di ricino dodici ore prime di lavare i capelli.
Invecchiamento della pelle, rughe: una goccia di olio essenziale di rosmarino aggiunta mattina e sera alla quantità di crema necessaria per viso e collo.
Punti neri, pelle impura: per una pulizia profonda fare per 10 minuti suffumigi con infuso di rosmarino. Da evitare in caso di couperose e pelle delicata, disturbi cardiaci.
Bagni tonificanti e rilassanti: aggiungere all'acqua del bagno 4 gocce di olio essenziale di rosmarino.
Tonico astringente: decotto ristretto di rosmarino.
In cucina serve ad aromatizzare arrosti, patate, castagnaccio, verdure saltate in padella, pane, focacce, marinate, cacciagione.
LINGUAGGIO DEI FIORI: per la sua azione rinforzante sulla memoria, è ritenuto la pianta del ricordo, come dice Ofelia nell'Amleto: "Ecco laggiù il rosmarino, la pianta del ricordo


Ros marinus significa rugiada marina, forse proprio perché i litorali marini costituiscono il miglior habitat per queste piante, officinalis perché è sempre stata un'erba utilizzata nelle antiche farmacie.
E' un arbusto sempreverde, molto ramificato appartenete alla famiglia delle Labiate. Il fusto è legnoso; le foglie piccole, sottile e opposte, a forma di lancia con la parte inferiore color verde-grigio e quella superiore quasi argentea. I fiori sono raccolti in spighette terminali, racchiusi in corolle di colore azzurro o biancastro. Il frutto è una piccola capsula.

I Romani fecero del rosmarino il simbolo dell'amore e della morte, Orazio infatti diceva: " Se vuoi guadagnarti la stima dei morti, porta loro corone di rosmarino e di mirto". Tuttavia non risulta che fosse utilizzato per condire i cibi. Si usava per aromatizzare il vino, che veniva appunto detto 'vino al rosmarino' e come è avvenuto per molte erbe è entrato nella cucina attraverso la via della medicina.
Rosmarinus Officinalis della famiglia delle Labiate
Arbusto con fusti legnosi di altezza tra 50 e 150 cm, foglie coriacee e strette, con fiori presenti quasi tutto l'anno, con odore di incenso, canforato, sapore aromatico, astringente. Il rosmarino cresce spontaneo sulle colline meridionali mediterranee e nelle isole. Sembra che il suo nome latino si riferisca al colore dei fiori che ricordano il colore del mare. Nella tradizione il Rosmarino, insieme con la Lavanda e la Menta, fa parte della così detta "acqua della giovinezza". I principi attivi sono rappresentati da: oli essenziali composti di borneolo, camfene, canfora, cinedo, limonene, linaolo, isobutil-acetato, 3-octanone, terpineolo, .verbenolo, ecc. Sono contenuti inoltre flavonoidi come apigenina, diosmetina, diosmina, genkwamin e il suo 6-metossi derivato; diterpeni, acido rosmarinico, ed altri composti. In fitoterapia il Rosmarino viene tradizionalmente utilizzato in preparazioni esterne anticellulitiche ed antirughe; svolge inoltre un ruolo rilassante ed è utilizzato nell'emicrania. Presenta inoltre un'azione antisettica.


Fonte: http://www.catenella58.it/download//ROSMARINO.doc

autore del testo non indicato nel documento di origine del testo
Sito web: http://www.catenella58.it/

 

Fitoterapia

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Fitoterapia

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Fitoterapia