Genere e numero dell’aggettivo qualificativo

 

 

 

Genere e numero dell’aggettivo qualificativo

 

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Genere e numero dell’aggettivo qualificativo

 

Genere e numero dell’aggettivo qualificativo

 

L’aggettivo qualificativo è una parte variabile del discorso perché muta la desinenza finale a seconda del genere (maschile o femminile) e del numero (singolare o femminile). Per la formazione del genere e del numero valgono praticamente le stesse norme del nome.

 

Per l’aggettivo abbiamo due classi:

 

  • Prima classe: gli aggettivi terminanti in o (maschili) che formano il plurale in i e gli aggettivi terminanti in a (femminili) che formano il plurale in e. Esempi: bello (maschile singolare), belli (maschile plurale), bella (femminile singolare), belle (femminile plurale).

 

  • Seconda classe: aggettivi terminanti in e (sia maschile che femminile) che formano il plurale in i. Esempi: ragazzo milanese (maschile singolare), ragazzi milanesi (maschile plurale), ragazza milanese (femminile singolare), ragazze milanesi (femminile plurale).

 

Aggettivi maschili di prima classe terminanti in co

 

Gli aggettivi maschili terminanti in co formano il plurale in chi se sono piani, in ci se sono sdruccioli. Esempi: caduco al pluare caduchi; secco al plurale secchi; ciclopico al plurale ciclopici; pratico al plurale pratici.

 

Le parole piane, le più numerose in italiano, sono quelle che hanno l'accento sulla penultima sillaba.

 

Le parole sdrucciole sono quelle che hanno l'accento sulla terzultima sillaba. Dopo le piane sono le più frequenti in italiano.

 

Come visto, gli aggettivi piani terminanti in co formano il plurale in chi, ma ci sono molte eccezioni: amico al plurale amici; nemico al plurale nemici; greco al plurale greci.

 

Al contrario, gli aggettivi sdruccioli terminanti in co formano il plurale in ci, ma anche in questo caso ci sono molte eccezioni: carico al plurale carichi; intrinseco al plurale intrinsechi.

 

Aggettivi femminili di prima classe terminanti in ca

 

Gli aggettivi femminili terminanti in ca formano tutti il plurale in che. Esempi: ricca al plurale ricche; stanca al plurale stanche.

 

Aggettivi femminili di prima classe terminanti in cia e gia

 

Gli aggettivi femminili terminanti al singolare in cia o gia con la i accentata (tonica) formano il plurale in cie o gie. Esempi: sudicia al plurale sudicie; fradicia al plurale fradicie;  malvagia malvagie

 

Aggettivi di prima classe terminanti in go e ga

 

Gli aggettivi maschili terminanti in go ed i femminili terminanti in ga formano il plurale rispettivamente in ghi e ghe. Esempi: largo al plurale larghi; larga al plurale larghe.

 

Aggettivi maschili di prima classe terminanti in io

 

Gli aggettivi terminanti al singolare in io, con la i accentata (tonica) formano il plurale in ii. Esempi: natio al plurale natii; stantio al plurale stantii.

 

Gli aggettivi terminanti al singolare in io, con la i non accentata (atona) formano il plurale in i. Esempi: empio al plurale empi; proprio al plurale propri; vario al plurale vari.

 

Aggettivi composti

 

Gli aggettivi composti mutano la desinenza del secondo aggettivo. Esempi: sacrosanto al plurale sacrosanti; sordomuta al plurale sordomute; italo-venezuelano al plurale italo-venezuelani.

 

Aggettivi invariabili

 

Gli aggettivi invariabili sono quelli che hanno una sola terminazione per il maschile ed il femminile, il singolare ed il plurale. Tra questi abbiamo:

 

  • Gli aggettivi numerali cardinali, con l’unica eccezione di uno che varia dal maschile al femminile. Esempi Tre bambini; tre bambine; dieci bambini, dieci bambine. Però si dirà: uno studente, una studentessa;
  • L’aggettivo pari ed i suoi composti dispari ed impari. Esempi: Il numneo pari, i numeri pari, il numeo dispari, i numeri dispari, il numero impari, inumeri impari.
  • Le locuzioni avverbiali dappoco, dabbene, perbene usate come aggettivi. Esempi: ragazzo perbene, ragazza perbene, ragazzi perbene, ragazze perbene; uomo dappoco, donna dabbene;
  • Aggettivi tronchi, cioè con l’accento sull’ultima sillaba. Esempi: lo stile rococò, gli stili rococò.
  • Aggettivi terminanti in consonante, di origine straniera. Esempi: una donna snob, due donne snob, un uomo snob, due uomini snob.

 

Aggettivi bello, santo, grande e buono

 

Gli aggettivi bello, grande, santo e buono davanti a nomi che iniziano per consonante si troncano. Esempi: il bel bimbo, il gran maestro, san Luigi, gran donna, buon cuore. Questi aggettivi davanti a nomi che cominciano per vocale si elidono. Esempi: bell’amico; grand’animo; sant’Ambrogio.

 

L’aggettivo bello quando è posto dopo il nome, al singolare ha sempre la forma bello, al plurale belli. Quindi: il bel bambino, il bambino bello, i bambini belli.

 

L’aggettivo buono si tronca davanti a nomi che iniziano per consonante, ma rimane buono quando è posto dopo il nome. Quindi: un buon bambino; un bambino buono.

 

 

Fonte: http://www.folliero.it/italiano/05_03_aggettivo_genere_numero.doc

Autore del testo: Prof. Attilio Folliero – www.folliero.eu

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