Grammatica esercizi sui verbi e analisi del periodo

 


 

Grammatica esercizi sui verbi e analisi del periodo

 

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Grammatica esercizi sui verbi e analisi del periodo

INDIVIDUA IL SOGGETTO NELLE SEGUENTI FRASI

  1. La foca seguì con la testa la traiettoria della conchiglia

  2. La squadra dei boscaioli partì prima di giorno

  3. Gli uomini deposero i sacchi, poi cominciarono il lavoro

  4. La nebbia si alzava sempre di più

  5. L’uomo alzava gli occhi

  6. Un Re e una Regina non avevano figli

  7. Alla Regina, invece del figlio, nacque una mela

  8. Il re mise la mela su un vassoio d’oro

  9. Un altro Re abitava vicino al primo Re

  10. Quest’altro Re vide sul terrazzo una bella ragazza bianca e rossa

  11. Guardò la ragazza a lungo

  12. La ragazza sparì

  13. Il Re bussò al palazzo di fronte

  14. Il Re portò la ragazza nel suo palazzo

  15. La ragazza non mangiava

  16. Venne l’ordine di guerra

  17. Il Re dovette partire

  18. Le Regina fece mettere dell’oppio nel vino del servitore

  19. Il servitore si addormentò

  20. La ragazza fuggì

  21. Sul tavolo ci sono molte mele

  22. Il mare era agitato ieri

  23. Quel gatto è grande e grosso

  24. Una volta in un prato una rana vide un bue

  25. Degli uomini hanno assistito ad una rapina ieri

  26. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea

  27. I gatti sono spesso inseguiti dai cani

  28. La carne viene mangiata dagli animali carnivori

  29. Ho preso del pane e del latte al supermercato

  30. Avevo visto delle pecore in montagna

SEMPRE NELLE FRASI DI CUI SOPRA, INDIVIDUA IL COMPLEMENTO OGGETTO

VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI

  1. Annegare: t’annego! Annego! (ausiliare: ho/sono)

  2. avanzare: avanzo un’ipotesi; avanziamo!

  3. calare: cala le reti; il sole cala alle sette

  4. finire: finisci i compiti; il film finirà

  5. fuggire: fuggire le tentazioni; il tempo fugge

  6. girare: giro il mondo; la ruota gira

  7. guarire: guarisco una malattia; sono guarito

  8. mancare: ho mancato un’occasione; ci è mancato il tempo

  9. passare: passami il sale; le ore passano

  10. scorrere: scorro le carte; il fiume scorre

  11. servire: servo un cliente; queste carte non sono servite a niente

  12. suonare: suono il campanello; è suonata l’ora

FAI L’ANALISI LOGICA DEI SEGUENTI PERIODI

  1. Sul libro di Mario ci sono molti appunti

  2. Ho ascoltato una discussione interessante sul nuovo libro di Mario

  3. Oggi vado da Gino

  4. Domani dormirò da Gino

  5. Mario è stato chiamato da Gino

  6. La crosta del pane è troppo dura

  7. Ho comprato del pane al negozio

  8. Ho causato al negozio molti problemi legali

  9. Sono andato al negozio di tua madre

  10. Ho viaggiato con grande piacere

  11. Sono andato al cinema con i miei amici

  12. Con le parole possiamo risolvere tutto

PREDICATO VERBALE E PREDICATO NOMINALE

  1. Il cane bianco è sotto il tavolo

  2. I fiori sono sul tavolo. Sono molto colorati e vivaci

  3. Quel mio amico è lontano, ed è spesso triste

  4. la casa è grande e è in una bella posizione sul mare

  5. L’Elba è un’isola toscana

  6. Le origini delle Tremiti sono leggendarie

  7. Questa notte c’è un meraviglioso cielo stellato

  8. Il cielo stanotte è stellato

  9. Il mio gatto è un trovatello, è nero ed è spesso sul mio letto

  10. Ho visto un bell’albergo: è ai piedi di un monte e vicino c’è un lago azzurro e silenzioso

ESERCIZI

Fare l’analisi logica

  • Oggi vado da Gino

  • Domani dormirò da Gino

  • Mario è stato chiamato da Gino

  • Sul libro di Mario ci sono molti appunti

  • Ho ascoltato una discussione interessante sul nuovo libro di Mario

  • La crosta del pane è troppo dura

  • Ho comprato del pane al negozio

  • Ho causato al negozio molti problemi legali

  • Sono andato al negozio di tua madre e vi ho comprato il latte

  • Ho viaggiato con grande piacere

  • Sono andato al cinema con i miei amici

  • Con le parole possiamo risolvere tutto

Fare l’analisi logica e tradurre in latino

  • I Romani consideravano Cesare un ottimo condottiero

  • Ancora oggi a Pompei troviamo importanti documenti della vita romana

  • Gli abitanti della città sopportarono a malapena la mancanza di frumento

  • L’animo del padre sarà commosso dalle parole dei figli

  • Dalle parole dei figli comprendiamo la verità

ESERCIZI SUL PRONOME RELATIVO

  1. La lettera, che ho scritto, procurerà gioia ai miei genitori

  2. Ho scritto una lettera che procurerà gioia ai miei genitori

  3. Noi obbediamo volentieri alla mamma che ci ama e che noi amiamo

  4. Hai detto delle menzogne per cui meriti un castigo

  1. il cane più forte non è quello che emette i latrati più alti

  2. Le città più felici e più prospere sono quelle dove tutti i cittadini obbediscono alle stesse leggi

  1. Non ripeterò ciò che ho detto

  2. I nemici non distruggeranno quelle città i cui abitanti avranno consegnato l’oro

  3. non sempre le cose che sono utili a me sono utili a te

  1. Lodo chi ha detto ciò

  2. Chi ha detto ciò ha errato gravemente

ESERCIZI SUL PRONOME RELATIVO

  1. La lettera, che ho scritto, procurerà gioia ai miei genitori

  2. Ho scritto una lettera che procurerà gioia ai miei genitori

  3. Noi obbediamo volentieri alla mamma che ci ama e che noi amiamo

  4. Hai detto delle menzogne per cui meriti un castigo

  1. il cane più forte non è quello che emette i latrati più alti

  2. Le città più felici e più prospere sono quelle dove tutti i cittadini obbediscono alle stesse leggi

  1. Non ripeterò ciò che ho detto

  2. I nemici non distruggeranno quelle città i cui abitanti avranno consegnato l’oro

  3. non sempre le cose che sono utili a me sono utili a te

  1. Lodo chi ha detto ciò

  2. Chi ha detto ciò ha errato gravemente

  1. Esercizi sui verbi riflessivi

  • Io mi pettino i capelli

  • Essi si lavano le mani

  • Io mi guardo allo specchio

  • Io guardo la T.V.

  • Io mi controllo le unghie

  • Le ragazze si sono vestite

  1. Esercizi sui predicati nominali:

  • La casa di Giovanni è molto fredda

  • Il colore dei vestiti è vivace

  • L’orologio di mio padre è molto prezioso

  • Le vacanze natalizie sono piacevoli

  • Romolo fu il fondatore di Roma

  • Roma è nel Lazio

  • La villa di Tiberio era a Capri

  • La tomba di Dante è a Ravenna

RECUPERO TEST DI GRAMMATICA

Fa’ l’analisi logica dei seguenti periodi, indicando dei verbi (se non sono il verbo essere):

  • se sono transitivi o usati in modo transitivo

  • se sono intransitivi o usati in modo intransitivo

  • se sono riflessivi (in tal caso, specifica se la particella mi, ti, ci, si, vi ha valore di compl. oggetto o di compl. di termine)

  1. Sua sorella lasciò l’anfora e corse dal fratellino, lo prese in braccio e lo consolò

  2. La stanza era molto ordinata e pulita. Lei mi fece entrare e mi servì una tazza di tè

  3. Queste parole non mi servono

  4. Quando (congiunzione) la campanella suona, tutti ci dirigiamo verso la porta con molta fretta e usciamo, poi (avverbio) andiamo a casa in autobus

Fa’ l’analisi logica dei seguenti periodi, indicando dei verbi (se non sono il verbo essere):

  • se sono transitivi o usati in modo transitivo

  • se sono intransitivi o usati in modo intransitivo

  • se sono riflessivi (in tal caso, specifica se la particella mi, ti, ci, si, vi ha valore di compl. oggetto o di compl. di termine)

  1. Sua sorella lasciò l’anfora e corse dal fratellino, lo prese in braccio e lo consolò

  2. La casa era su una bella collina, aveva un grande giardino e quando (congiunzione) scendeva la sera, accoglieva con il suo calore i suoi proprietari

  3. Mi passi il sale? Questa carne è molto insipida!

  4. Sono stata a Roma in aereo e vi sono rimasta due giorni (c. tempo).

  5. Ho affrontato la situazione con grande tranquillità.

  6. Mi sono decisa e sono partita con il treno verso un paese lontano

  7. La stanza era molto ordinata e pulita. Lei mi fece entrare e mi servì una tazza di tè

  8. Queste parole non mi servono

  9. Sono molto arrabbiato: quando (congiunzione) sei in ufficio, ti comporti in modo inopportuno

  10. Quando (congiunzione) la campanella suona, tutti ci dirigiamo verso la porta con molta fretta e usciamo, poi (avverbio) andiamo a casa in autobus

VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI

USO

Annegare: t’annego! Annego! (ausiliare: ho/sono)

avanzare: avanzo un’ipotesi; avanziamo!

calare: cala le reti; il sole cala alle sette

finire: finisci i compiti; il film finirà

fuggire: fuggire le tentazioni; il tempo fugge

girare: giro il mondo; la ruota gira

guarire: guarisco una malattia; sono guarito

mancare: ho mancato un’occasione; ci è mancato il tempo

passare: passami il sale; le ore passano

scorrere: scorro le carte; il fiume scorre

servire: servo un cliente; queste carte non sono servite a niente

suonare: suono il campanello; è suonata l’ora

VERBI RIFLESSIVI

Ausiliare essere: mi sono vestito; mi sono pettinato (in francese anche)

In tedesco: ausiliare haben

in inglese, aggiunta di myself ecc.

COMPLEMENTI DI:

modo, moto a luogo, moto da luogo, moto per luogo, materia, denominazione, argomento

  1. Le colonne sostenevano il soffitto di cedro dell’atrio

  2. Un artefice tirio fece due colonne di bronzo e sulle colonne due magnifici capitelli d’avorio

  3. La conca stava su dodici buoi

  4. La città di Mantova si trova in pianura

  5. La lezione di storia si tiene nell’aula 3

  6. Torniamo a Roma per la via Appia

  7. Vengo a Roma attraverso il ponte Sublicio

  8. Attraverso la ripetizione possiamo ricordare molte cose

  9. Con costanza si arriva dovunque

  10. Ho lavorato con grande impegno, poi sono tornato con il bus in paese e ho raggiunto casa attraverso le strade di campagna

  11. Sono a casa di Cesare, ma sono tornato ieri da casa di Antonio

  12. Ho vissuto lungamente nella città di Siena

  13. I servitori di Alessandro trovarono nel forziere di Dario una gran quantità di talenti d’oro con bei bracciali

  14. I Romani combatterono con coraggio con l’esercito cartaginese

  15. Sulla storia dell’impero romano ci sono tante opinioni discordi

VERIFICA DI ANALISI LOGICA

FILA B

  1. I Lacedemoni immigrarono in Laconia e fondarono una nuova città

  2. Nell’antichità erano modeste le case dei Romani, oggi fastose

  3. La reggia risuonava di lamenti e di pianti

  4. Per l’imminente arrivo della nave, nel porto ci sono molti stranieri

  5. L’uomo ha cinque sensi: con la vista coglie i colori

  6. Il sussurro del vento nelle foreste è piacevole

  7. La nave arrivò a Capri

  8. A piedi abbiamo esplorato l’intero circondario

  9. Gli aurighi riponevano ogni speranza di vittoria nella forza dei cavalli

  10. Nella battaglia presso Canne caddero molti Romani

Punteggio: fino ad 1 punto per ogni frase

FACOLTATIVO (max. + 1,5 punti)

Prima fai l’analisi logica della frase, poi traduci in latino, specificando accanto ai nomi in che caso li hai declinati:

Nel bosco ci sono una pantera ed un’orsa

Bosco = silva, ae

Pantera = panthera, ae

Orsa = orsa, ae

ESERCIZI

La fronte, gli occhi e la bocca portavano ancora le tracce di una bellezza sfiorita

Non l’ho mai visto tanto allegro

Che stai facendo ora?

E’ andato via ora

Se vieni da me lunedì, fammelo sapere prima

Sono giunto sul presto a casa di Antonio, ma non c’era

Un tempo era sempre allegro, adesso è costantemente triste

Volutamente non l’ho lasciato venire

ANALISI LOGICA E DEL PERIODO

Molti libri greci parlano di mitologia, perciò vi si trovano storie di antichi dei.

Possiamo leggere in essi storie inaudite e incredibili. In regioni lontane vivono ad esempio uomini velocissimi, infatti corrono con grande abilità e lasciano orme enormi sulla terra.

Il ragazzo si alzava dal letto tardi e usciva. Una volta i suoi compagni gli chiesero il motivo della sua abitudine, e lui rispose sorridendo: “presso il mio letto ci sono due donne bellissime la mattina: Sollecitudine e Pigrizia. La prima vuole farmi alzare e farmi lavorare con grande impegno, la seconda vuole farmi stare a letto, perciò io preferisco la seconda.

ANALISI DEL PERIODO E LOGICA

Poiché il re Pirro era in Italia e aveva già combattuto due battaglie, che aveva vinto, un certo Nicia, amico del re, andò di nascosto dal console Caio Fabrizio e tradì il re, che voleva uccidere con il veleno, dal momento che serviva Pirro a tavola. Ovviamente chiedeva una ricompensa. Il console però mandò una lettera a Pirro, con la quale svelò il proposito di Nicia

La madre del re Dario, che dopo aver perso il figlio era diventata schiava, ma non aveva perso il gusto della vita per la clemenza del vincitore, Alessandro Magno, saputo della morte di Alessandro si dette la morte, non perché preferiva il nemico al figlio, ma perché aveva sperimentato la pietà del figlio in una persona che aveva temuto poiché era nemica.

APPUNTI DI ANALISI LOGICA

SOGGETTO

E’ quella persona o quella cosa che fa l’azione o si trova nella condizione particolare espressa dal verbo.

Per individuare il soggetto in una frase, chiediti sempre: Chi o cosa e che fa l’azione? Chi o cosa è che si trova in quella determinata situazione?

COMPLEMENTO OGGETTO

E’ quel nome (di solito è un nome) che rappresenta l’eventuale risposta alla domanda chi? cosa? che devi formularti subito dopo il verbo. Questa risposta NON DEVE ESSERE LA STESSA di quella che risponde alla domanda che ti sei già fatta per individuare il soggetto.

Esempi

(legenda: ssssss = soggetto, ooooo = complemento oggetto)

  1. I gabbiani guardavano il mare

Chi è che o cosa è che guarda? Risposta: i gabbiani

Cosa guardano? Risposta: il mare

Quindi:

I gabbiani guardavano il mare

  1. Il rombo della marea si infrangeva sugli scogli

Chi è o cosa è che si infrange? Risposta: il rombo

Cosa si infrange? Risposta: non c’è (non deve essere il rombo, perché è la stessa risposta data alla domanda precedente)

Quindi:

Il rombo della marea si infrangeva sugli scogli

Sia il soggetto che il complemento oggetto non sono introdotti da preposizioni, ma sono accompagnati da articoli (di solito). Si può invece incontrare la preposizione articolata del, dei, dello... per indicare un po’, alcuni... In tal caso si parla, per il complemento oggetto, di oggetto partitivo:

Es. Ho comprato del pane (OGGETTO) , Dei ragazzi (SOGGETTO) sono stati visti al mercato

Non tutti i verbi ammettono un complemento oggetto. Quelli che lo possono avere si definiscono TRANSITIVI, quelli che non lo possono avere si definiscono INTRANSITIVI. Alcuni verbi sono sia transitivi che intransitivi (io giro il volante – verbo girare transitivo; la ruota gira – verbo girare intransitivo)

PREDICATO NOMINALE – VERBO ESSERE COME PREDICATO VERBALE

Il verbo essere costituisce il predicato nominale quando è in unione:

    • con un aggettivo

    • con un nome (con o senza articolo)

    • con un nome + aggettivo (con o senza articolo)

Nel predicato nominale, il verbo essere rappresenta la COPULA, il nome e/o l’aggettivo la PARTE NOMINALE

Esempi

(legenda: ssssss = copula, ooooo = parte nominale)

I gabbiani sono uccelli

Quell’uomo è alto

Mario è un medico

Antonio è il veterinario del mio gatto

Il verbo essere può costituire anche un predicato verbale, quando è sinonimo di trovarsi ed è seguito da un complemento di luogo.

Esempi

(legenda: ssssss = predicato verbale, ooooo = complemento luogo)

I gabbiani sono sulla riva

Quell’uomo è in casa

Nel cassetto ci sono un mucchio di fogli usati

DOPO IL VERBO ESSERE, PREDICATO NOMINALE O PREDICATO VERBALE, NON SI TROVA MAI IL COMPLEMENTO OGGETTO

LE PREPOSIZIONI

Le preposizioni si chiamano così perché sono messe davanti ad un nome, e servono a chiarire la funzione logica di quel nome dentro la frase (in sostanza, a chiarire che complemento è quel determinato nome).

Abbiamo infatti visto che una frase come la seguente:

la casa Antonio è lago collina città Ancona regione Marche

non vuol dire niente. Se invece inseriamo delle preposizioni, acquista un senso:

La casa di Antonio è sul lago nei pressi della collina vicino alla città di Ancona nella regione delle Marche.

Così, risulta chiaro che:

    • Antonio è il complemento di specificazione

    • lago, collina, città e regione sono tutti singoli complementi di luogo

    • Ancona e Marche sono complementi di denominazione

Le preposizioni non sono solo di, a, da, in, con, su, per, tra, fra. Queste sono le preposizioni proprie, ma ne esistono molte altre: le improprie e le locuzioni preposizionali.

Nella tabella sono elencate alcune tra le principali preposizioni, ma non tutte.

LE PREPOSIZIONI

PROPRIE

(svolgono solo la funzione di preposizione)

IMPROPRIE

(svolgono anche altre funzioni – avverbi – entro la frase)

LOCUZIONI PREPOSIZIONALI

(insieme di più parole da considerare come un’unica preposizione – in genere prep. semplice, nome, prep semplice)

di

a

da

in

con

su

per

tra

fra

sotto, sopra, dentro, presso, mediante, contro, senza, durante, attraverso,

a sinistra di, a destra di, per mezzo di, vicino a, nei pressi di, dentro a, sopra a, in conformita’ a,

COMPLETA LA TABELLA

con i pronomi necessari, scrivendo con un colore diverso quelli che fungono da complemento oggetto e quelli che fungono da complemento di termine (A CHI?)

maschile

femminile

Sing

1 persona

Sing

2 persona

Sing

3 persona

Plur

1 persona

Plur

2 persona

Plur

3 persona

Cerca di individuare la differenza tra le seguenti frasi:

    1. Mi ama; Ama me

    2. L’ho visto; Ho visto lui

    3. L’odio è un brutto sentimento, L’odio profondamente!

    4. Gli dico la verità; dico loro la verità

    5. La voglio vedere; voglio vederla

    6. I soldati guardavano lui e il fucile impauriti; I soldati lo guardavano e il fucile impauriti

    7. Di questa cosa nessuno mi aveva detto nulla; A me di questa cosa nessuno mi aveva detto nulla

    8. A me mi piace la carne; La carne mi piace

Amplia i seguenti verbi (o insieme di verbo servile + infinito) con pronomi in tutti i modi che ritieni possibili

  1. Voglio parlare

  2. posso vedere?

  3. Devo incontrare?

  4. Desidero ascoltare

  5. Desidero anticipare

GLI AVVERBI

L’avverbio è una parte del discorso invariabile.

A cosa serve?

Oggi: si tende a classificarli come atti a modificare specificare, determinare il significato della frase. Quindi, l’avverbio si riferisce attualmente ad una parte della frase, a più parti della frase, a più frasi.

Quella dei grammatici antichi (es. Prisciano, V sec. d.C.) è la definizione più semplice: l’avverbio completa e determina il significato del verbo a cui si accompagna: “ad verbum” = “che si colloca presso il verbo”.

I grammatici greci comprendono negli avverbi anche le interiezioni (esclamazioni: Oh, bah, mah, ohimè ecc.)

Gli avverbi possono essere:

  1. semplici: non suddivisibili in unità minori: oggi, ieri, tardi, ivi, più. Alcuni avverbi derivanti dal latino in origine non erano semplici, ma suddivisibili in unità minori: avanti (ab ante) domani (de mane) dietro (de retro) allora (ad illam horam) qui (eccum hic).

  1. derivati: si ottengono da altre forme mediante un suffisso.

Oggi in italiano sono produttivi i suffissi –mente e –oni: audacemente, silenziosamente, coraggiosamente, informalmente, gattoni, carponi

a. - mente

Tali avverbi (in genere di modo) si formano dall’aggettivo più il suffisso.

In latino, gli avverbi di modo si formano dall’aggettivo di prima classe più il suffisso -e (benigne, assidue, laboriose, incomposte)

In greco, gli avverbi di modo si formano dall’aggettivo + 

L’aggettivo italiano cui si unisce il suffisso –mente è al femminile (pazza-mente, bella-mente, aspra-mente, pacifica-mente). Il motivo della base aggettivale femminile è evidente se consideriamo che questi avverbi derivano da un originario complemento di modo latino: il latino usava espressioni del tipo con atteggiamento sereno, che venivano rese con il caso ablativo del nome di III femminile mens-mentis (mente, disposizione, atteggiamento) più l’aggettivo di prima classe necessario, ovviamente concordato al femminile: serena mente.

b. -oni

Esempi: ginocchioni, gattoni (base nominale: gatto, ginocchio), ruzzoloni (base verbale: ruzzolare). Questi avverbi sono usati solo per descrivere certe posizioni del corpo umano, e sono qualificativi. Sono inoltre forme particolarmente espressive, perché non indicano una posizione o un'andatura equilibrata o naturale, ma una serie di movimenti innaturali: bocconi, gomitoni, ciondoloni, penzoloni, balzelloni, saltelloni, sdruccioloni, tastoni, tentoni.

Questo suffisso in epoca moderna non è produttivo tanto quanto il suffisso -mente

  1. composti: Questi avverbi sono composti da due elementi diversi: dappertutto (da per tutto), indietro (in dietro), talora (tal ora) talvolta (tal volta), oltremodo (oltre modo), suppergiù (su per giù)

  1. locuzioni avverbiali: sono unità costituite da due o più parole, disposte in serie fissa: a poco a poco, per caso, tutt’a un tratto, passo passo, or ora, quasi quasi, di sicuro, a stento, con sforzo.

L’IMPERFETTO

E’ un tipico tempo “aspettuale”: infatti segnala un’azione incompiuta nel passato (in latino “imperfectum” vuol dire “non compiuto”, mentre “ perfetto” vuol dire “compiuto”). Si tratta quindi del tempo che esprime un’azione passata le cui coordinate restano inespresse.

La differenza con il passato remoto risulta dai seguenti due esempi:

  1. Quando arrivò la notizia, Andrea faceva tranquillamente colazione”

  2. Quando arrivò la notizia, Andrea fece tranquillamente colazione

In 1 il processo era in corso di svolgimento, e non siamo in grado di inferire se è stato portato poi a termine o no; in 2 si inferisce sia che il processo è iniziato in quel preciso momento, sia che è stato portato a termine.

Si distinguono vari tipi di imperfetto:

  • Imperfetto descrittivo: tipico delle descrizioni, vi si colgono bene i valori aspettuali di incompiutezza e duratività:

Era in più bel chiaro di luna: l’ombra della chiesa si stendeva bruna e spiccata sul piano erboso e lucente della piazza: ogni oggetto si poteva distinguere, quasi come di giorno (Manzoni)

Il legno di ginepro ardeva sul caminetto e la piccola tavola del tè era pronta. La luce entrava dalle tende rosse (D’Annunzio)

  • Imperfetto iterativo: sottolinea il carattere abituale e ripetuto di un’azione, e spesso è accompagnato da un avverbio o da un’espressione temporale:

Mio padre si alzava sempre alle quattro del mattino

Quante volte al giorno l’immagine di quella donna veniva a cacciarsi d’improvviso nella sua mente, e si piantava lì, e non voleva muoversi! (Manzoni).

Questo imperfetto può segnalare la durata di un’azione in un dato arco di tempo:

La Juve non perdeva da quindici giornate; Un’accoppiata che non si verificava da sette anni (dal Corriere della Sera)

  • Imperfetto narrativo (o storico, o cronistico): assume spesso connotati perfettivi, che sembrano in contrasto con la natura imperfettiva del tempo. Questo si spiega con la funzione stilistica dell’imperfetto narrativo, che è quella di prolungare la durata dell’azione espressa dal verbo, immobilizzandola agli occhi del lettore.

Due esempi giornalistici: della grave situazione si rendeva immediatamente conto un anziano pescatore, il quale, vestito com’era, si lanciava in acqua, sollevava il corpo inerte del giovane e lo portava sulla banchina dove tentava disperatamente di tenerlo in vita con la respirazione bocca a bocca. Purtroppo i suo i sforzi risultavano vani (Il Mattino, 28-11-1986); Nel 1887 nasceva a Rio de Janeiro Heitor Villa Lobos (La Repubblica, 19-06-1987)

  • Imperfetto conativo: enuncia fatti rimasti a livello di progettazione, desiderio, rischio di accadimento: Bel lavoro mi faceva fare!; Un altro po’ ammazzavo compare Santo (Verga); Per poco, sabato, non avevo un conflitto con quelli del terzo (Vittorini)

  • Imperfetto di modestia: non indica un’azione di tempo passato, ma si adopera per esprimere un desiderio presente con un tono garbato di apparente rinuncia, frequentissimo nel parlato: volevo un caffè; venivo per parlarti; cercavo te… ecc. Sembra quasi che il soggetto voglia dire: volevo questo, ma, se non è possibile, non importa, ne faccio a meno.

Sarebbe quasi preferibile parlare di imperfetto di intenzione più che di modestia: infatti questo tempo si adopera anche per disporsi all’ascolto: un commesso dice spesso: desiderava?

Di valore simile è l’imperfetto che si usa nelle situazioni di imbarazzo, per negare una realtà spiacevole trasferendola nel passato. In Pirandello (Il giuoco delle parti) Leone sorprende Guido a casa di sua moglie. Guido dice: Oh, Leone… Ero qua, a bere un bicchierino… -Alle dieci e mezzo? - Già… difatti… ma stavo per andare…

 

ANALISI DEL PERIODO

Per periodo si può intendere in modo molto semplice la porzione di testo che va da punto a punto. Tale porzione sarà composta da un certo numero di frasi (una sola o più di una), tante quante il numero di verbi che possiamo individuare.

Le frasi tra di loro possono essere in rapporto di coordinazione o di subordinazione.

PARTE 1

LE FRASI COORDINATE

Ogni frase che costituisce il periodo mantiene la sua autonomia: è compiuta ed ha un senso.

La coordinazione avviene attraverso congiunzioni dette coordinanti.

I periodi costituiti prevalentemente da frasi coordinate si definiscono paratattici. Se la coordinazione avviene tramite segni di punteggiatura (frequentemente virgole) si parla di periodi costituiti da frasi coordinate per asindeto.

COORDINAZIONE COPULATIVA: avviene attraverso le congiunzioni e, né, anche, pure, altresì, inoltre; nemmeno, neanche, neppure.

Presuppone due frasi sullo stesso piano, che “sommano” il proprio contenuto, in negativo o in positivo.

Il rapporto tra i due elementi coordinati può essere indicato come (A + B)

Esempi:

  • Tu suoni e io canto

  • Resiste e s’avanza e si rinforza (Tasso)

  • Qualche uccello di mare se ne va né sosta mai (Montale)

  • Io non voglio andarmene né devo farlo

  • viene una signorina e parla di cose nuove. Ci confrontiamo, e anche si discute

  • Sono stanco, inoltre voglio andare a casa presto.

COORDINAZIONE AVVERSATIVA: avviene attraverso le congiunzioni ma, tuttavia, però, nondimeno, pure (eppure), sennonché (se non che), bensì. Tra due o più frasi c’è contrapposizione, parziale (A però B) o totale (non A ma B).

Esempi:

  • Non sbadigliava per il sonno, bensì aveva fame

  • E’ tardi, però non ho sonno

  • Ho esaminato le varie proposte, ma non ve n’è una interessante

  • Lei arrossì, nondimeno gli rispose

  • Capisco le tue ragioni, eppure non riesco a convincermi

COORDINAZIONE DISGIUNTIVA: avviene attraverso le congiunzioni o, oppure, ovvero. Tra due o più frasi c’è esclusione reciproca (A o B).

Esempi:

  • Vado a Roma oppure mi reco a Milano per lavoro

  • O vai a casa oppure mi aspetti all’angolo di via X

  • Per cena preferisci la carne o il pesce?

COORDINAZIONE CONCLUSIVA: avviene attraverso le congiunzioni dunque, quindi, perciò, pertanto. La frase coordinata si presenta come una deduzione logica o come una sintesi conclusiva di ciò che si è detto prima (A quindi B)

Esempi:

  • Antonio si aspettava uno scontro, quindi si preparò il discorso nei minimi particolari

  • tua madre è andata a fare la spesa, quindi prima di pranzo non torna

  • Il tribunale ha deciso, dunque mettiti l’animo in pace

COORDINAZIONE ESPLICATIVA: avviene attraverso le congiunzioni cioè, ossia, ovvero, vale a dire, per essere precisi, se vogliamo, infatti, difatti (queste ultime due possono anche avere funzione argomentativa, ricavando da un dato particolare la causa che l’ha determinato (Paolo non c’era: infatti mi aveva detto di non sentirsi bene).

La seconda frase del periodo di cui sopra spiega, precisa e riformula ciò che è stato detto nella prima.

Esempi:

  • Scrivo queste cose in italiano, cioè le traduco da un’altra lingua

  • Voleva raggiungere il suo scopo, ossia porre un ostacolo insormontabile tra lui e la moglie (da Pirandello)

NESSI CORRELATIVI:

In alcuni casi l’elemento che introduce la coordinazione ha un corrispettivo precedente: si dice allora che le due frasi sono marcate da nessi correlativi.

Nessi correlativi sono:

  1. sia… sia

  2. non solo… ma anche

  3. nonché… non

  4. vuoi … vuoi

et al.

LE PROPOSIZIONI SUBORDINATE

Una proposizione subordinata si caratterizza per la mancanza di autonomia, ossia per la necessità di dipendere da una proposizione che la regge, la quale a sua volta può rimandare ad un’altra proposizione, creando una sorta di “catena”. I periodi caratterizzati da numerosi rapporti di subordinazione si definiscono ipotattici.

Normalmente si dice che una frase subordinata non può “stare da sola”, perché isolata non ha senso. Questa definizione classica delle subordinate comunque è poco potente: legittimamente possono sorgerci dubbi ed obiezioni, quando definiamo “dopo che il sole sorse” una subordinata perché manca qualcosa, mentre definiamo “e se ne andò contento” come coordinata a qualcos’altro perché può stare da sola; in realtà, nessuna di queste due proposizioni potrebbe avere senso isolata.

Per questi motivi è meglio procedere ad un’attenta classificazione delle congiunzioni subordinanti: ogni volta che se ne incontra una, avremo una subordinata di un certo tipo.

Le subordinate possono essere:

  • esplicite: se contengono un verbo di modo finito (indicativo, congiuntivo, condizionale)

  • implicite: se contengono un verbo di modo indefinito (infinito, participio, gerundio)

CONGIUNZIONI SUBORDINANTI

  • Che

Introduce delle frasi subordinate completive esplicite, che vogliono il modo o congiuntivo o indicativo

Le completive svolgono la funzione del complemento oggetto (proposizione oggettiva) o del soggetto (proposizione soggettiva)

In pratica, una completiva è o una proposizione oggettiva o una proposizione soggettiva.

Esempio di passaggio da una frase semplice ad un periodo principale-oggettiva

  1. Aspetto il tuo arrivo:

  • (io) = soggetto sottinteso

  • Aspetto = p. verbale

  • Il tuo arrivo = c. ogg. + attributo

Il periodo, composto da un’unica proposizione principale semplice, può essere scisso nelle due frasi che seguono:

  1. Aspetto che tu arrivi:

  • (io) = soggetto sottinteso

  • Aspetto = p. verbale

  • Che = congiunzione subordinante

  • tu = soggetto

  • Arrivi = p. verbale

Questo nuovo periodo è composto da una reggente e da una subordinata introdotta da “che”

  1. Analisi del periodo 2:

  • Io aspetto = principale (reggente)

  • Che tu arrivi = proposizione oggettiva esplicita

Altri esempi sullo stesso modello:

1. Desideriamo la tua salute

  • (noi) = sogg. sottinteso

  • desideriamo = predicato verbale

  • la tua salute = compl. ogg. + attributo

  1. Desideriamo che tu stia bene

  • (noi) = sogg. sott.

  • desideriamo = predicato verbale

  • che = congiunzione subordinante

  • tu = soggetto

  • stia bene = predicato verbale

Analisi del periodo:

  • noi desideriamo = principale

  • (che) tu stia bene = proposizione subordinata esplicita oggettiva

1. E’ nota la diligenza di Marco

  • E’ nota = predicato nominale

  • la diligenza = soggetto

  • di Marco = complemento di specificazione

  1. E’ noto che Marco è diligente

  • E’ noto = predicato

  • che = congiunzione subordinante

  • Marco = soggetto

  • è diligente = predicato nominale

Analisi del periodo:

  • E’ noto = principale (impersonale: c’è un soggetto generico)

  • (che) Marco è diligente = proposizione subordinata esplicita soggettiva

APPROFONDIMENTO SULLE OGGETTIVE

Esempio di analisi di un periodo più complesso:

Aspetto il tuo arrivo e mi dimentico il cane a casa

Periodo composto da due frasi coordinate mediante la congiunzione coordinante copulativa “e”

Frase 1:

- (io) = sogg. sott.

  • Aspetto = p. verbale

  • il tuo arrivo = c. ogg. + attributo

e = congiunzione

Frase 2, coordinata alla precedente:

  • (io) = sogg. sott.

  • mi dimentico = p. verbale

  • il cane = c. ogg.

  • a casa = c. di stato in luogo

Se si trasformano i complementi oggetti in proposizioni oggettive, possiamo ottenere qualcosa del tipo:

Aspetto che tu arrivi e mi dimentico che il cane è a casa

Analisi del periodo:

(io) = sogg. sott.

Aspetto = principale

che tu arrivi = proposizione subordinata oggettiva esplicita

e = congiunzione coordinante

mi dimentico = proposizione coordinata alla principale “aspetto”

che il cane è a casa = proposizione subordinata oggettiva esplicita

SCHEMA RIASSUNTIVO

 

Aspetto

E

Mi dimentico

 

CHE

 

CHE

L

egenda: = congiunzione subordinante

 

= congiunzione coordinante

= collegamento tra coordinate

= collegamento tra principale e subordinata

= subordinate

= principali

Ulteriore esempio

Credo che non abbiano agito bene e che si siano meritati la punizione

Analisi del periodo:

  • Credo = principale

  • che non abbiano agito bene = subordinata oggettiva esplicita

  • e = congiunzione coordinante (coordina la prima alla seconda oggettiva)

  • che si siano meritati la punizione =subordinata oggettiva esplicita

SCHEMA RIASSUNTIVO

CREDO

CHE

CHE

E

Le proposizioni oggettive sono introdotte nella principale per lo più da verbi:

  1. che esprimono un’affermazione (dire, affermare, asserire, ecc.)

  2. che esprimono un giudizio (credere, ritenere, supporre, pensare, ecc.)

  3. che esprimono una volontà (volere)

  4. che esprimono una percezione (sentire, vedere)

Possono essere introdotte anche da sostantivi di analogo significato:

  • Aveva perso la speranza che tacesse

  • Aveva perso la speranza = principale

  • Che tacesse = proposizione subordinata esplicita oggettiva

  • La tua sensazione che quell’uomo sia colpevole mi pare sbagliata

- La tua sensazione mi pare sbagliata = principale

- Che quell’uomo sia colpevole = proposizione subordinata esplicita oggettiva

Talvolta il che è omesso:

Penso tu abbia ragione; credo sia già arrivato; pensavano non fosse giusto che a lui fosse permesso tutto.

 

LE PROPOSIZIONI SUBORDINATE OGGETTIVE E SOGGETTIVE

FORMA IMPLICITA

Le proposizioni oggettive:

In genere, sono introdotte da di più l’infinito. In questi casi, il soggetto della subordinata deve essere uguale a quello della reggente

  • Credo (io) di andare (io) a Milano domani

  • Ritengo (io) di avere (io) un’opinione ben definita riguardo a questo argomento

  • Sanno (loro) di non aver avuto (loro) molto tempo per completare il lavoro, ma dicono (loro) di avere raggiunto comunque (loro) un risultato soddisfacente.

Risulta ovvio che l’infinito presente è utilizzato quando c’è contemporaneità tra l’azione della principale e quella della subordinata, o quando la subordinata esprime un’azione che avverrà nel futuro rispetto al tempo della principale.

L’infinito passato, invece, è usato quando l’azione della subordinata è avvenuta prima di quella della principale.

E’ evidente quindi che tra i tempi verbali esiste un rapporto di anteriorità, posteriorità, contemporaneità.

  • Credevo (io, nel passato) di poter fare fronte alla situazione (io, sempre in un momento passato, ma contemporaneo a quello della principale)

  • Mi rendevo conto (io, in un tempo passato) di non aver saputo reagire in modo adeguato (io, in un tempo precedente a quello in cui “mi rendevo conto”)

  • Mi resi conto di non aver saputo reagire in modo adeguato

Le proposizioni soggettive:

Anche queste sono introdotte da di più l’infinito.

In genere la incontriamo con verbi quali mi sembra, mi pare. In questi casi il soggetto della secondaria coincide con la persona del complemento di termine della principale:

  • Mi pare (a me) di sentire (io) un telefono

  • Sembrava loro (a loro, III pers. plur.) di non aver saputo (loro stessi, in un tempo anteriore) rispondere bene alle domande.

Possibile costrutto esplicito della frase precedente:

  • Sembrava loro che gli studenti (altro soggetto, non quello ricavabile dal compl. di termine loro) non avessero saputo rispondere bene alle domande

ANALISI LOGICA E DEL PERIODO

Si dice che il pastore Aristeo fosse figlio di Apollo e della ninfa Cirene.

Un giorno le sue api morirono, e ad Aristeo sembrava di non avere alcuna possibile spiegazione del fatto. Si ricordò comunque che poteva rivolgersi alla madre, perciò si recò da lei e le disse: “Sono diventato povero. Tutte le api sono morte. Puoi aiutarmi?”

Cirene, volendo aiutare il figlio, gli rispose: “Va’ da Proteo, fallo addormentare e legalo. Lui ti dirà la verità sulle tue api”

Al pastore sembrò di avere ricevuto un buon consiglio, quindi obbedì alla madre.

 

LE PROPOSIZIONI FINALI

 

  • Affinché, perché (+ congiuntivo) FINALE ESPLICITA

  • Per, a (+ infinito presente) FINALE IMPLICITA

Consideriamo il periodo:

Vado a casa velocemente e guardiamo insieme la partita

Analisi del periodo:

  • vado a casa velocemente = principale

  • e = congiunzione coordinante

  • guardiamo insieme la partita = frase coordinata

Per esprimere più chiaramente ed in modo più complesso il legame tra la prima e la seconda frase, possiamo rendere la seconda subordinata alla prima:

Vado a casa velocemente affinché guardiamo insieme la partita

Il rapporto tra la principale e la sua subordinata è ora chiaramente di scopo: il fine per cui corro a casa (azione espressa dalla proposizione reggente) è quello di guardare la partita con qualcuno (azione espressa dalla proposizione subordinata).

Le FINALI ESPLICITE sono introdotte, come si è detto, da affinché, perché seguite dal congiuntivo. In particolare, si ha:

  • il congiuntivo presente in dipendenza da un presente o da un futuro della reggente

  • il congiuntivo imperfetto in dipendenza da un passato della reggente

Vado a casa velocemente affinché guardiamo la partita

Andai a casa velocemente affinché guardassimo la partita

In genere, le finali esplicite non hanno lo stesso soggetto della reggente.

Le FINALI IMPLICITE si hanno preferibilmente se tra reggente e subordinata c’è identità di soggetto. Si preferisce quindi, in questo caso, utilizzare per o a con l’infinito:

Vado a casa velocemente e guardo la partita Vado a casa velocemente per guardare la partita.

Esempi riassuntivi

  1. Finali esplicite:

  • Il direttore sollecita l’amministrazione affinché si realizzi al più presto un incontro con il dissidente russo

  • Ti dico tutto questo affinché tu possa formarti un’opinione più precisa sulla questione

  • Ti avevano chiamato perché tu potessi conoscere i motivi della decisione presa il giorno prima

  1. Finali implicite:

  • Andava lui stesso a far la spesa ogni mattina

  • Vengo domani a mangiare con voi come promesso

  • Si trovava lì per seguire gli amici in vacanza

  • Nonostante, sebbene, per quanto, benché (+ congiuntivo), anche se (+ indicativo)

  • Da (+ infinito), così, tanto, talmente … che (+ indicativo)

  • Che (pronome, segue un nome, mentre il “che” completivo segue un verbo; + indicativo o congiuntivo)

ANALISI LOGICA E DEL PERIODO

  • Tra i re di Roma, Lucio Tarquinio Prisco fu il quinto. Venne esule con grande dignità da Corinto in Etruria, tuttavia si trasferì presto a Roma. Fu in città molti anni e fu amico del re Anco Marzio, quindi gli usurpò il regno con la frode. Si distinse per capacità amministrativa.

Servio Tullio, il sesto re di Roma, è famoso soprattutto per il censimento dei cittadini, infatti c’erano a Roma molti abitanti e si doveva conoscerne il numero.

Servio Tullio morì di morte violenta. Tarquinio il Superbo fu l’ultimo re di Roma: regnò con arroganza e violenza, quindi i Romani lo cacciarono dalla città.

Nel 509 a.C. termina il periodo monarchico di Roma, ed inizia la repubblica.

  • Gli antichi ritenevano che il pavone, per la magnificenza e lo splendore delle sue penne, fosse sacro alla dea Giunone, e che anche alla dea piacesse moltissimo per la sua bellezza.

Raccontavano anche che un giorno questo animale disse alla sua padrona: “Perché non mi hai dato la stessa voce canora dell’usignolo?”

La dea gli rispose che l’usignolo ha sicuramente una bella voce, ma non può gareggiare con il pavone per la bellezza dei colori delle penne.

SUBORDINATE OGGETTIVE/SOGGETTIVE

  • Il mio amico mi saluta e mi dice che forse mi chiamerà domani

  • Il mio amico mi salutò e mi disse che mi avrebbe chiamato l’indomani

  • Alessandro Magno sperò che anche Diogene sarebbe presto giunto

  • Si tramanda che Cesare disse che i soldati avrebbero dovuto essere consegnati al generale

  • Dicono che in India ci siano alberi grandissimi, e che ci saranno ancora per lungo tempo

  • Si sa che Crasso aveva dovuto combattere in Aquitania e che in battaglia aveva usato un tattica molto efficace. In questo modo risultò vincitore.

ANALISI LOGICA E DEL PERIODO

  1. condurre l’analisi del periodo attraverso schemi che evidenzino i rapporti di subordinazione-reggenza

  2. riscrivere il periodo cambiando il tempo dal passato al presente

I Greci mandarono gli Spartani alle Termopili perché contrastassero l’assalto dei Persiani. Ai soldati il vate Megistia profetizzò che sarebbero morti il giorno successivo. Poi dei disertori annunciarono che, per vincere la resistenza greca, i Persiani erano saliti sul monte.

Leonida congedò una parte dei suoi perché scampassero alla morte, ma pensava che non si addicesse a lui abbandonare il proprio posto.

LE PROPOSIZIONI CAUSALI

  • Perché, poiché, dal momento che, a causa del fatto che, dal momento che (+ indicativo) CAUSALE ESPLICITA

  • Per (+ infinito passato), gerundio, participio passato FINALE IMPLICITA

Le congiunzioni subordinanti causali esprimono una relazione di causa tra la reggente e l’affermazione contenuta nella proposizione subordinata.

Le subordinate causali esplicite contengono naturalmente un modo finito, che per lo più è l’indicativo (modo della certezza). La causale può collocarsi prima o dopo la reggente.

Esempi:

  • Poiché molte cose non vanno, si sente spesso parlare di una grande riforma

  • Imponente è l’azione costruttiva delle piante, dal momento che permette la formazione di depositi che con il tempo possono accrescersi

  • La richiesta fu sempre sostenuta, perché l’investimento era senza dubbio dei migliori

Le subordinate causali implicite si costruiscono con:

  • per e l’infinito passato. Generalmente il soggetto è lo stesso della reggente, ma può essere anche diverso, ed in tal caso è posposto (messo dopo) al suo predicato verbale.

Esempi:

Era triste per aver discusso aspramente con il datore di lavoro

I vescovi, per essersi il clero mescolato ai nazionali, si fecero aiutare dal popolo (Carducci, Prose, 270)

  • Gerundio, presente e/o passato. Il soggetto può coincidere con quello della reggente o essere diverso (gerundio assoluto)

Esempi:

Gesù, conoscendo la loro malizia, disse: “Perché mi tentate?”

Avendo Cesare attaccato battaglia, i Galli si difesero strenuamente.

  • Participio passato. Anche in questo caso il soggetto può coincidere con quello della reggente o essere diverso.

Esempi:

Rinfrancati dal calore, i mughetti odoravano più forte che mai (identità di soggetto)

Circondata mattina e sera dalle donne di servizio, non riuscivo mai ad incontrarla da sola (diversità di soggetti)

In greco, le causali esplicite sono introdotte da e l’indicativo

In latino, le causali esplicite sono introdotte da quia, quod, quoniam più l’indicativo

LE PROPOSIZIONI RELATIVE

Le proposizioni secondarie relative sono introdotte spesso da CHE (ma non solo, come vedremo)

CHE in questo caso non è una congiunzione, bensì un pronome (elemento che sta al posto di un nome).

Il pronome relativo ha la funzione di mettere in relazione una reggente con una sua subordinata, richiamando un termine immediatamente espresso (un sostantivo) che si definisce antecedente.

  • il libro che leggo è noioso:

  • il libro è noioso = reggente principale

  • che leggo = subordinata relativa esplicita I grado

“Che” è il pronome che introduce la proposizione relativa, incastonata nella principale come spesso succede. L’antecedente di “che” è ovviamente “il libro”

Di norma il pronome relativo ha come antecedente un nome determinato (di norma, perché ad esempio nel caso di nomi propri non è possibile: Andrea, che è mio amico…)

  • Antonio, che è andato a Roma, tornerà domani

  • La casa che ho visto ieri mi piace

  • Il cane che mi ha seguito non se ne è più andato

  • Il condottiero che ha vinto la battaglia è stato portato in trionfo

  • Hanno incontrato degli amici che hanno detto loro che il progetto era stato accolto positivamente.

Alcuni modi, non potenti, per riconoscere il che relativo dal che congiunzione sono:

  • il che relativo ha un antecedente costituito da un sostantivo, un pronome personale, un infinito con valore di sostantivo

  • il che congiunzione segue un verbo che appartiene all’area semantica di dichiarare, dire, credere, pensare (ma anche, purtroppo, sostantivi affini: dire: c’è la convinzione che i risultati saranno positivi è diverso dal dire la convinzione che tutti hanno è di un risultato nel complesso positivo)

  • il che relativo può spesso essere convincentemente sostituito da il quale, la quale, quando funge da soggetto.

Il pronome relativo si può trovare sottoforma di che o di cui. Quando abbiamo che, dobbiamo pensare che la sua funzione nella frase sia di soggetto o di complemento oggetto; quando troviamo forme con cui, la loro funzione è quella di altri complementi.

Il pronome relativo che ha quindi anche in italiano una sua “declinazione”, che di seguito definiremo:

Soggetto: Il cane …………. mi ha seguito appartiene a mio nonno

Compl. di specificazione: Quel cane, ………. conosco il padrone, è molto simpatico

Compl. di termine: Il cane, …………….. ho dato da mangiare, appartiene a mio nonno

Compl. oggetto: Il cane ………… hai incontrato appartiene a mio nonno

Complementi indiretti: Il cane, …………… sono andato in città, appartiene a mio nonno

Il modo ………………. ti sei comportato non è corretto

La casa ………………. vivo è piuttosto nuova

La casa …………….. sto ritornando è molto lontana

La casa ……………… sto andando è molto lontana da qui

Quindi:

  • il pronome relativo invariabile è costituito da ………… per il compl. oggetto e il soggetto, da …………….. per i casi indiretti, preceduto da preposizione (tranne che per il c. di termine, per il quale si può scegliere)

Nel caso di complementi di luogo, …………….. è sostituibile con ………………., preceduto o no da preposizione

  • il pronome relativo variabile è costituito da il quale, la quale, in tutte le funzioni possibili

IL COMPLEMENTO PREDICATIVO

Il complemento predicativo consiste in un nome o in un aggettivo che, riferito al soggetto o al complemento oggetto, serve a determinare e a completare il significato del verbo.

Questo complemento, tra le altre possibilità, ricorre frequentemente dopo verbi:

  1. simili ma non uguali al verbo essere: sembrare, rimanere, nascere, vivere, morire, diventare, risultare, riuscire

  2. cosiddetti appellativi (cioè che esprimono l’idea di chiamare) estimativi (cioè che indicano un giudizio su qualcuno) elettivi (cioè che indicano una scelta, una preferenza, dal verbo latino eligere di III coniugazione, da cui anche l’italiano elezione)

Il complemento predicativo si presenta o senza preposizione o con le preposizioni di, a, in, per. Può essere introdotto anche da come.

ESEMPI

  • Gli escursionisti sono dati per dispersi (predicativo del soggetto)

  • Il re prese in moglie una donna di umili origini (pred. dell’oggetto)

  • Molti ragazzi prendono a modello gli eroi della televisione (pred. dell’oggetto)

  • Tutti considerano Gino un ottimo medico (pred. dell’oggetto)

  • Ciampi è stato eletto Presidente della Repubblica (pred. del soggetto)

  • Questo discorso mi risulta nuovo (pred. del soggetto)

  • Mario è rimasto sconcertato (pred. del soggetto)

  • Andrea è vissuto molto povero (pred. del soggetto)

  • Lo spettacolo è riuscito gradito a tutti (pred. del soggetto)

DA NON DIMENTICARE:

Ciò che permette di distinguere il predicativo e il nome del predicato dall’attributo è il fatto che i primi due dipendono da un verbo, il terzo dipende da un nome:

  1. Mio fratello è un uomo sensibile  attributo: dipende dal sostantivo uomo

  2. Mio fratello è considerato sensibile  pred. del soggetto: dipende dal verbo estimativo considerare

  3. Mio fratello è sensibile  nome del predicato: segue alla copula espressa dal verbo essere

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Tutte le informazioni sulla grammatica italiana sono tratte dall’opera:

Grammatica italiana – italiano comune e lingua letteraria, di Luca Serianni con la collaborazione di Alberto Castelvecchi, UTET, Torino, 2002.

ANALISI LOGICA E DEL PERIODO

  • condurre l’analisi del periodo attraverso schemi che evidenzino i rapporti di subordinazione-reggenza

Si sa che i Privernati, avendo rinnovato la guerra contro i Romani, alla fine, persa ogni speranza di salvezza, mandarono ambasciatori al console C. Marcio per chiedergli la conclusione della pace

Un giovane, avendo preso a nolo un asino per recarsi da Atene a Megara, oppresso dal calore meridiano, scese dall’asino e si sedette alla sua ombra. L’asinaio gli disse di avergli dato a nolo solo l’asino e non l’ombra, perciò entrambi andarono in tribunale.

Questa storiella venne raccontata da Demostene in tribunale perché i giudici non volevano ascoltare la sua difesa.

LE PROPOSIZIONI TEMPORALI

  • Quando, mentre, nel momento in cui, prima che, dopo che TEMPORALE ESPLICITA

  • Prima di (+ infinito presente o passato), dopo (di) (+ infinito passato), gerundio, participio passato TEMPORALE IMPLICITA

Le congiunzioni subordinanti causali esprimono una relazione di tempo con la proposizione reggente

Le subordinate temporali esplicite contengono naturalmente un modo finito, che per lo più è l’indicativo, in quanto modo della certezza. La temporale, come la causale, può collocarsi prima o dopo la reggente.

La temporale introdotta da quando può esprimere relazioni di contemporaneità (quando lo vide, si fermò) o di anteriorità (quando ebbero cenato, la volpe disse); nel caso dell’anteriorità, spesso nella temporale ci sono tempi composti.

Quando può esprimere un’azione ripetuta, con il presente o con l’imperfetto (quando mi invitava a cena, lo pregavo di farmi portare anche il cane)

La congiunzione subordinante dopo che presuppone una relazione di anteriorità (dopo che gli alleati avranno preso atto che i patti vanno rispettati, si discuterà)

Le subordinate temporali implicite si costruiscono con:

  • Prima di, dopo (di) più l’infinito presente o passato. In questi casi il soggetto della reggente deve essere lo stesso di quello della principale

  1. Dopo avervi apposto la firma, unisce i documenti agli atti del procedimento

  2. Prima di passare, telefonerò

  • Gerundio, per lo più presente, per esprimere una relazione di contemporaneità. Il più raro gerundio passato indica un’azione anteriore. In questi casi il soggetto spesso è identico a quello della reggente, talvolta è diverso (gerundio assoluto)

  1. Camminando, guardavo le vetrine

  2. La padrona, avendo veduto chi le entrava in casa, scese le scale di corsa (Manzoni, adattamento)

  3. Passando le ore, sempre più si convinceva che le avevano dato un’informazione sbagliata (Buzzati)

  • Participio passato, che esprime una relazione di anteriorità. Può avere lo stesso soggetto della reggente oppure un soggetto diverso (participio assoluto):

  1. Preceduti dalla Vittorina, ci dirigemmo verso la stalla (Bassani)

  2. Adesso, taciutasi la voce, tutto rientrava nell’ordine consueto (Tomasi di Lampedusa)

ANALISI LOGICA E DEL PERIODO

Molti raccontano che uno spartano, essendo zoppo, era stato ritenuto inadatto al servizio militare. Essendo andato comunque al campo, venne deriso dai suoi commilitoni, ma egli non fu scosso dalle loro beffe.

Tutti sanno che la maestà regale era stimata da Alessandro Magno la maggiore di tutte le dignità e che perciò egli era molto avido di onori.

Dopo aver conseguito vittorie incredibili, aveva desiderato di essere considerato un dio perché i Greci gli tributassero onori divini.

 

IL CONGIUNTIVO

Il modo congiuntivo in italiano consta di 4 tempi:

  • due semplici (presente e imperfetto)

  • due composti con l’ausiliare (passato e trapassato)

Il modo congiuntivo, oltre ad avere alcuni usi come tempo principale (vedi il congiuntivo esortativo: “che mangi, una buona volta!”)si usa nelle proposizioni secondarie. Abbiamo già visto, ad esempio, l’uso del congiuntivo:

  1. nelle oggettive (“credo che tu sia partito troppo in anticipo…”)

  2. nelle finali (“Cesare convocò un’assemblea perché le legioni venissero a conoscenza della sua strategia”; “Cesare convoca un’assemblea perché le legioni vengano a conoscenza della sua strategia”)

AMARE (diatesi attiva)

presente imperfetto

 

che io ami

che tu ami

che egli ami

che noi amiamo

che voi amiate

che essi amino

che io amassi

che tu amassi

che egli amasse

che noi amassimo

che voi amaste

che essi amassero

passato trapassato

 

che io abbia amato

che tu abbia amato

che egli abbia amato

che noi abbiamo amato

che voi abbiate amato

che essi abbiano amato

che io avessi amato

che tu avessi amato

che egli avesse amato

che noi avessimo amato

che voi aveste amato

che essi avessero amato

Il congiuntivo presenta ovviamente anche la diatesi passiva, nei verbi intransitivi.

Nel caso del passivo, l’ausiliare è sempre il verbo “essere”

AMARE (diatesi passiva)

presente imperfetto

 

che io_____________________

che tu_____________________

che egli____________________

che noi_____________________

che voi______________________

che essi_____________________

che io_________________________

che tu_________________________

che egli_______________________

che noi________________________

che voi________________________

che essi_______________________

perfetto trapassato

 

che io_________________________

che tu_________________________

che egli_______________________

che noi________________________

che voi________________________

che essi_______________________

 

che io__________________________

che tu__________________________

che egli________________________

che noi_________________________

che voi_________________________

che essi________________________

ANALISI LOGICA E DEL PERIODO

Un uccello aveva fatto il nido in un campo di grano. Quando fu tempo di mietitura, disse ai piccoli che durante la sua assenza badassero alle messi. Essendo la madre ritornata, i piccoli le raccontarono che il padrone del campo aveva dato una falce al figlio perché tagliasse le messi.

ANALISI LOGICA E DEL PERIODO

Narrano che Cesare, dopo aver saputo che i nemici, poiché la situazione era loro favorevole, avevano deciso che avrebbero attaccato durante la notte, esortando i legionari affinché utilizzassero tutto il loro coraggio nello scontro, si preparò alla battaglia.

ANALISI LOGICA E DEL PERIODO

Spesso parliamo di antica mitologia greca.

La mitologia è una materia difficile, tuttavia è considerata da tutti un’affascinante fonte di notizie sul mondo antico.

Sappiamo che i nomi degli dei sono diversi, e che i medesimi dei sono chiamati dai Greci e dai Romani con nomi differenti.

Si sa ad esempio che Dioniso, dio greco, è chiamato dai Romani Libero. Dioniso porta una corona di tralci di vite ed è adorato come dio del vino, perciò risulta molto simpatico…

Il fatto che le Baccanti celebrino periodicamente riti a Dioniso è noto a tutti.

ANALISI DEL PERIODO E LOGICA

Dopo che era scoppiata la guerra tra Romani e Sabini a causa dell’oltraggio del rapimento delle ragazze, poiché i Sabini si stavano avvicinando a Roma, avendo incontrato la vergine Tarpea che era scesa a prendere l’acqua, le promisero che le avrebbero dato molti doni che lei avrebbe considerato preziosi, ma lei in cambio doveva permettere che l’esercito sabino entrasse a Roma.

ANALISI DEL PERIODO E LOGICA

Essendo Nasica andato dal poeta Ennio e chiedendo di lui, la serva rispose che Ennio non era in casa, ma Nasica capì che la donna parlava per ordine del padrone e che quello era dentro. Nasica, fingendo di credere alle parole della donna, tornò via.

Essendo Caio Lutazio Catulo console, nel ventitreesimo anno della guerra punica mosse guerra ai Cartaginesi, perché questi non acquistassero molta forza e Roma potesse vincerli facilmente.

ANALISI LOGICA E DEL PERIODO

Mi ricordo che Panfilo, mio amico ed ospite, mi narrava che Verre gli aveva portato via un recipiente d’oro molto bello, e di essere per questo tornato a casa, quel giorno, molto triste e turbato.

Panfilo riteneva il suo oggetto un’opera eccezionale, e credeva che non gli sarebbe stato mai restituito. Infatti, Verre gli chiese altri oggetti. Panfilo si recò da Verre, e si mostrò triste. Si lamentò di non possedere altro, e disse di aver già subito un furto. Per questo, affermò che nessuno gli avrebbe portato via altri oggetti preziosi.

CONGIUNZIONI COORDINANTI

Definizione

Esempi in italiano

In latino...

COORDINAZIONE COPULATIVA

e, né, anche, pure, altresì, inoltre; nemmeno, neanche, neppure.

COORDINAZIONE AVVERSATIVA

ma, tuttavia, però, nondimeno, eppure, sennonché (se non che), bensì.

COORDINAZIONE

DISGIUNTIVA

o, oppure, ovvero

COORDINAZIONE CONCLUSIVA

dunque, quindi, perciò, pertanto.

COORDINAZIONE ESPLICATIVA

cioè, ossia, ovvero, vale a dire, infatti, difatti

CONGIUNZIONI SUBORDINANTI esplicite

Tipo di proposizione

Esempi in italiano

In latino...

INFINITIVA

Che + indicativo o congiuntivo

CAUSALE

Poiché, perché. + indicativo

FINALE

Affinché, perché + congiuntivo

CONCESSIVA

Anche se + indicativo¸sebbene + congiuntivo, nonostante + congiuntivo

TEMPORALE

Dopo che + indicativo, mentre + indicativo, quando + indicativo

VERIFICA DI ANALISI LOGICA – fila a

1. In tutta l’Asia era grande la fama della potenza di Alessandro Magno

2. La cittadella di Sagunto resistette all’assalto dei Cartaginesi

3. Nell’isola di Creta vi sono splendide statue

4. L’ambasciatore governava la provincia con saggezza e prudenza

5. Reputiamo rari gli amici sinceri, e tributiamo loro grande considerazione

6. Il bambino camminava gattoni per la stanza

7. Cesare si è distinto in capacità di persuasione dei suoi eserciti

8. I bambini hanno costruito a scuola tanti aeroplanini di carta

9. Ulisse vide nuovamente la patria Itaca grazie all’aiuto di esperti navigatori

- Scrivi tre frasi in ciascuna delle quali sia presente un complemento di limitazione – che sottolineerai –

- Scrivi tre frasi in ciascuna delle quali sia presente un complemento predicativo dell’oggetto – che sottolineerai -

- scrivi due frasi in ciascuna delle quali sia presente un avverbio – che sottolineerai –

- scrivi due frasi in ciascuna delle quali sia presente un complemento di mezzo -che sottolineerai -

VERIFICA DI ANALISI LOGICA –fila b

1. Siamo discesi velocemente verso la valle

2. Tutti riteniamo Ulisse un eroe valoroso ed esperto di navigazione

3. Il commento di Antonio si è distinto per precisione e tutti lo hanno ammirato moltissimo

4. Il contadino riposava con i figli all’ombra di un platano

5. Presso i templi romani troviamo le preziose rovine delle antiche statue di bronzo

6. Nell’altare davanti al tempio di Nettuno i ministri del sacrificio immolavano le vittime

7. I nemici fuggirono dalla città

8. Dopo l’annuncio della vittoria ci fu un grande assembramento di uomini nel foro

9. Livio ci narra diffusamente delle antiche battaglie dei Romani

- Scrivi tre frasi in ciascuna delle quali sia presente un complemento di limitazione – che sottolineerai –

- Scrivi tre frasi in ciascuna delle quali sia presente un complemento predicativo dell’oggetto – che sottolineerai -

- scrivi due frasi in ciascuna delle quali sia presente un complemento di causa – che sottolineerai –

- scrivi due frasi in ciascuna delle quali sia presente un complemento di modo -che sottolineerai -

  1. La fronte, gli occhi e la bocca portavano ancora le tracce di una bellezza sfiorita

 

ANALISI LOGICA

1. Non l’ho mai visto tanto allegro

2. L’ho creduto sincero, adesso però non sono più sicura

3. Lo studio e l’impegno l’hanno reso un medico famoso

4. Dopo le ricerche inutili, hanno dato gli alpinisti per dispersi

5. E’ andato via ora

6. Se vieni da me lunedì, fammelo sapere prima

7. Sono giunto sul presto a casa di Antonio, ma non c’era

8. Un tempo era sempre allegro, adesso è costantemente triste

9. Volutamente non l’ho lasciato venire

Tra i re (complemento partitivo) di Roma, Lucio Tarquinio Prisco fu il quinto. Venne esule con grande dignità da Corinto in Etruria, tuttavia si trasferì presto a Roma. Fu in città molti anni e fu amico del re Anco Marzio, quindi gli usurpò il regno con la frode. Si distinse in capacità amministrativa.

Servio Tullio, il sesto re di Roma, è considerato famoso soprattutto per il censimento dei cittadini, infatti c’erano a Roma molti abitanti e si doveva conoscerne il numero.

Servio Tullio morì di morte violenta. Tarquinio il Superbo fu l’ultimo re della città di Roma: regnò con arroganza e violenza, quindi i Romani lo considerarono un tiranno e lo cacciarono dalla città.

Nel 509 a.C. termina il periodo monarchico di Roma, ed inizia la repubblica.

ANALISI LOGICA

1. Non l’ho mai visto tanto allegro

2. L’ho creduto sincero, adesso però non sono più sicura

3. Lo studio e l’impegno l’hanno reso un medico famoso

4. Dopo le ricerche inutili, hanno dato gli alpinisti per dispersi

5. E’ andato via ora

6. Se vieni da me lunedì, fammelo sapere prima

7. Sono giunto sul presto a casa di Antonio, ma non c’era

8. Un tempo era sempre allegro, adesso è costantemente triste

9. Volutamente non l’ho lasciato venire

Tra i re (complemento partitivo) di Roma, Lucio Tarquinio Prisco fu il quinto. Venne esule con grande dignità da Corinto in Etruria, tuttavia si trasferì presto a Roma. Fu in città molti anni e fu amico del re Anco Marzio, quindi gli usurpò il regno con la frode. Si distinse in capacità amministrativa.

Servio Tullio, il sesto re di Roma, è considerato famoso soprattutto per il censimento dei cittadini, infatti c’erano a Roma molti abitanti e si doveva conoscerne il numero.

Servio Tullio morì di morte violenta. Tarquinio il Superbo fu l’ultimo re della città di Roma: regnò con arroganza e violenza, quindi i Romani lo considerarono un tiranno e lo cacciarono dalla città.

Nel 509 a.C. termina il periodo monarchico di Roma, ed inizia la repubblica.

 

USO DEI TEMPI NELLE PROPOSIZIONI OGGETTIVE E SOGGETTIVE

 

Abbiamo già visto che tra i tempi verbali ci sono rapporti di contemporaneità anteriorità, posteriorità.

In un periodo composto da una frase principale e da una subordinata, può verificarsi:

  • che l’azione della subordinata avviene nello stesso tempo di quella della principale

  • che l’azione della subordinata avviene prima di quella della principale

  • che l’azione della subordinata avviene dopo quella della principale

Bisogna quindi riflettere (anche quando scriviamo i temi) sulla concordanza dei tempi

(in latino, sarà la cosiddetta, e rigorosa, consecutio temporum)

CONTEMPORANEITA’

 

PROPOSIZIONE REGGENTE

PROPOSIZIONE SUBORDINATA

 

 

io dico (indicativo presente) che sbaglia (indicativo presente)

io dicevo, dissi, ho detto, avevo detto che sbagliava (ind. imperfetto)

io dirò (ind. futuro) che sbaglierà (ind. futuro)

io immagino (ind. presente) che sbagli (cong. presente)

io immaginavo, immaginai, ho immaginato che sbagliasse (cong. imperfetto)

io immaginerò che sbaglierà (indicativo futuro)

ANTERIORITA’

 

PROPOSIZIONE REGGENTE PROPOSIZIONE SUBORDINATA

io dico che sbagliava, sbagliò, ha sbagliato, aveva sbagliato

io dicevo, dissi, ho detto ecc. che ha sbagliato, aveva sbagliato

io dirò che sbagliava, ha sbagliato, aveva sbagliato

io immagino che abbia sbagliato

io immaginavo, immaginai, ho immaginato ecc. che avesse sbagliato

io immagino, immaginerò che sbaglierà

io immaginai, ho immaginato che avrebbe sbagliato

POSTERIORITA’

POSTERIORITA’

POSTERIORITA’

 

PROPOSIZIONE REGGENTE PROPOSIZIONE SUBORDINATA

io dico che sbaglierà

io dicevo, dissi, ho detto, avevo detto che avrebbe sbagliato

io dirò che sbaglierà

io immagino che sbaglierà

io immaginavo, immaginai, avevo immaginato che avrebbe sbagliato

 

Fonte: http://amalia.fuss.bz.it/e-learning/courses/ITALIANOIH201314/document/grammatica/Grammatica.doc

Sito web da visitare: http://amalia.fuss.bz.it

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