Motore asincrono trifase
Motore asincrono trifase
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PROGETTAZIONE MOTORE ASINCRONO TRIFASE
Supponiamo di voler progettare un  M.A.T. con rotore in corto circuito a semplice gabbia fusa in alluminio, della  potenza di 736W = 1CV a 4 poli.
  Calcolare un motore significa  predeterminare le dimensioni di tutte le sue parti in  modo che sviluppi la coppia corrispondente  alla sua potenza nominale, alla velocità di regime e in modo che le temperature  assunte dalle sue parti non siano di pregiudizio all’integrità dei materiali di  cui sono costituite.  
  Inoltre nel calcolo devono essere  rispettate delle condizioni basilari come una buona pratica di esercizio, un  buon rendimento, fattore di potenza e corrente a vuoto.
  Va riposta particolare attenzione nel  calcolo della corrente a vuoto dato che determina le perdite nel ferro e nel  momento iniziale il ferro oppone una certa inerzia alla variazione del campo  magnetico a cui è sottoposto.
  Un elemento fondamentale del motore è  il traferro poiché costituisce la parte che richiede la maggiore  magnetizzazione  (avendo l’aria una  permeabilità bassissima rispetto al ferro) quindi un piccolo traferro rende  bassa la corrente a vuoto e alto il fattore di potenza.
  Parte da non sottovalutare nella  progettazione di un motore è il calcolo delle dimensioni che dovranno quindi  corrispondere a determinate sollecitazioni magnetiche (induzione massima nelle  varie parti del circuito magnetico) ed elettriche (densità di corrente negli  avvolgimenti di statore e di rotore), nonché consentire un sufficiente  smaltimento di calore; questo ultimo dipende oltre che dalle dimensioni anche  dal corretto disegno.
PERDITE NEL MOTORE
Come in tutte le macchine elettriche rotanti, si hanno nei motori delle perdite:
- Perdite nel ferro,
 - Perdite negli avvolgimenti,
 - Perdite meccaniche,
 - Perdite addizionali
 
- PERDITE NEL FERRO
 
Le perdite nel ferro si hanno più  specificatamente nel nucleo magnetico di statore:
  esse sono causate dalle correnti  parassite che variano con il quadrato dello spessore del lamierino e con il  quadrato della frequenza e sono costituite dalle perdite per isteresi magnetica  che si manifestano nel nucleo di statore.
  PC  = KC * B2M * f 2 * d 2   (W/Kg)
  Le perdite per isteresi aumentano  all’incirca con il quadrato dell’ induzione e con la frequenza. 
  Pi  =  K i * BM1.6  * f     (W/Kg)
  Nel nucleo di rotore le perdite sono  minime perché nel funzionamento normale la frequenza della tensione rotorica è  piccolissima, essendo proporzionale allo scorrimento, perciò si possono  trascurare.
  Se il nucleo fosse costituito da  ferro massiccio le correnti indotte (correnti parassite) in esso produrrebbero  alte perdite, le quali darebbero luogo a un forte riscaldamento nel ferro.
  Per limitare queste perdite lo  statore viene laminato, cioè composto da tanti sottili lamierini di uno  spessore di circa 0.5 mm  isolati tra loro.
  Il ferro oppone una certa inerzia  alla variazione del campo magnetico a cui è sottoposto per cui i valori  dell’induzione seguono con un certo ritardo i valori del campo magnetico. Il  passaggio dell’energia dallo stato elettrico a quello magnetico avviene con una  certa perdita per isteresi.
- PERDITE OHMICHE NEGLI AVVOLGIMENTI
 
Le perdite negli avvolgimenti si dividono in due parti:
- Perdite negli avvolgimenti statorici
 - Perdite negli avvolgimenti rotorici
 
Le perdite joule negli  avvolgimenti di statore sono dovute alla corrente che assorbe il motore e dalla  resistenza R1 di fase e sono date dalla formula: Pj1=3R1*(I1)2. 
  Le perdite nel rotore  sono dovute dalla corrente indotta negli avvolgimenti rotorici  e data anch’esse dalla formula: Pj2=3  R2*(I2)2.
- PERDITE MECCANICHE
 
Sono dovute agli attriti nei cuscinetti alla resistenza dell’aria sulla ventola di raffreddamento.
RENDIMENTO
I motori asincroni presentano un fattore di potenza relativamente basso, specialmente ai piccoli carichi; essi infatti richiedono dalla linea di alimentazione oltre alla corrente attiva, che è proporzionale al carico, anche la corrente di magnetizzazione e quindi il fattore di potenza del motore risulta minore nel funzionamento a vuoto, potendo questo scendere fino a 0,2 – 0,3. Il fattore di potenza a pieno carico aumenta con l’aumentare della potenza nominale del motore. Un alto fattore di potenza è una delle più importanti qualità di un motore asincrono.
COPPIE
  In un motore asincrono la  coppia si manifesta come reazione dal campo prodotto delle correnti indotte nel  rotore sul campo magnetico rotante induttore da coppia di un motore asincrono è  pertanto proporzionale:
- Al prodotto del flusso risultante per l’intensità della corrente che circola nel rotore;
 - Allo scorrimento .
 
Si può dire quindi che:
- Ad ogni coppia corrisponde una data corrente, qualunque sia il numero di giri;
 - La coppia per ogni data corrente è indipendente dalla resistenza del rotore:
 - In un determinato motore la coppia è proporzionale al quadrato della tensione di alimentazione.
 
Poiché nell’uso comune la parola “coppia” viene talvolta usata indifferentemente per indicare grandezze diverse, è bene precisare con le seguenti definizioni i diversi valori di coppia che si considerano nei motori, seguendo anche in questo, per quanto possibile, le norme CEI.
- COPPIA NOMINALE
 
È la coppia corrispondente alla potenza nominale e alla velocità sincrona. Quindi essa rappresenta il valore più alto di coppia che il motore può dare in servizio continuo rimanendo nei prescritti limiti di riscaldamento.
- COPPIA MASSIMA
 
Chiamata anche coppia di rovesciamento o coppia di cedimento, è la coppia che il motore, alimentato a tensione e frequenza nominali, può sopportare istantaneamente senza arrestarsi ne rallentare bruscamente. Il rapporto fra la coppia massima e la coppia nominale dà una misura della sovraccaricabilità del motore, che è uno dei maggiori pregi del motore asincrono.
- COPPIA DI SPUNTO
 
È il valore minimo della  coppia sviluppata del motore a rotore bloccato nelle condizioni nominali di  alimentazione.
  Esso rappresenta cioè la  coppia prodotta del motore quando questo è ancora fermo. All’avviamento si  possono avere a seconda del genere di macchina valori di coppia resistente  anche più elevati di quelli che si hanno in servizio normale. Nei motori con  rotore avvolto con anelli d’avviamento, si può variare il valore della coppia  di spunto, mediante l’inserzione di resistenze nel circuito del rotore; invece  nei motori con rotore in cortocircuito la coppia di spunto è fissa e dipende  particolarmente dalla forma e disposizione della gabbia del motore.
LO  SCORRIMENTO
  
Lo scorrimento è la velocità con la quale il rotore vede il  campo magnetico rotante che taglia i conduttori di statore; questa è chiamata  velocità di scorrimento            s = n0-n
                                                           n0
 
  La velocità di  scorrimento non può annullarsi: infatti, in tal caso, non si avrebbero più  variazioni di flusso, nè tensioni indotte, nè correnti indotte e, in definitiva,  nessuna coppia motrice. Poiché esistono pur sempre le perdite meccaniche, che  devono essere vinte, si conclude che la velocità di rotore risulterà sempre  minore di quella del campo. Nelle ordinarie condizioni di funzionamento, lo  scorrimento è nell’ordine di qualche percento. 
SCELTA DEL TIPO DI AVVOLGIMENTO DEL  M.A.T.
  Si sceglie un  avvolgimento trifase embricato a passo intero
  
Lo schema di figura presenta un avvolgimento trifase 4 poli con 24 cave e 2 cave per polo e fase.
LE VARIE PARTI DEL MOTORE
  
Come possiamo notare nella figura sopra riportata, il motore si compone di diverse parti. Qui di seguito verranno descritte le singole parti.
LO STATORE
  
Sorretto dalla carcassa lo statore è realizzato in lamierini in genere di 0.5mm di spessore, verso il traferro vi sono cave uniformemente distribuite, di forma rettangolare aperte. Nelle cave vi sono alloggiati i conduttori dell’avvolgimento trifase.
Dalla foto qui a sinistra si possono vedere gli  avvolgimenti e si possono contare il numero di cave che nel nostro caso sono  24.
IL ROTORE

Il  rotore rappresentato in figura è costituito anch’esso da un pacco di lamierini  di ferro arricchiti di silicio, all’interno del quale passa l’albero di
  rotazione  e nella cui parte esterna sono disposte un certo numero di cave in cui sono  allocati i conduttori che costituiscono l’avvolgimento di rotore. Generalmente,  il numero delle cave di rotore è maggiore di quello di statore per evitare  vibrazioni del motore dovute a variazioni ritmiche
  del  flusso magnetico al traferro (effetto sirena).
  
 
  COPERCHIO
  E’ la parte che chiude il  motore e permette tramite il foro centrale l’uscita dell’albero del motore.  Viene calettato al motore tramite quattro bulloni.
  PROTEZIONE VENTOLA
La protezione della ventola è utile per la  salvaguardia dell’incolumità dell’operatore che sta lavorando sul motore.
LA MORSETTIERA

Come si vede dalla figura sopra riportata il collegamento della morsettiera del motore è a triangolo.
IL MOTORE COMPLETO
In queste tre foto si ha il motore completo visto da tre angolazioni diverse



Calcolo e dimensionamento di un motore asincrono trifase con potenza di 736W (1CV) con 4 poli e 2 cave per polo fase
Per il calcolo  partiamo dalla formula DxL= f*p
  
                                                                         B
  Che come altre  formule e tavole si basano su coefficienti desunti da costruzioni che hanno  dato buon risultato                                                                          
  D= diametro  interno di statore (0,079m) 
  L= lunghezza del  pacco magnetico (0,082m)
  B induzione  massima del traferro in Wb/
 
  p= numero coppie  di poli
Il flusso f lo scegliamo in base alla seguente tabella N°1 che da le dimensioni  fondamentali di un motore in relazione alla potenza ed al numero di poli
  
TAB.1
ricordando che l'induzione B  dovrà rimanere nei limiti di 0,6-0,85 Wb/
f, scelti in corrispondenza di 0,736Kw, risulta essere 
  Per trovare il numero di fili  per fase si usa la seguente formula 
N=
E= tensione di 1 fase
  e= caduta di tensione di  circa 5% di E
  Ka= fattore di avvolgimento
  Kc fattore di accorciamento  ed avendo l'avvolgimento a passo interno si considera 1
  f= frequenza in Hz
  I= flusso in Wb
- si determina il valore di Ka in funzione del numero di cave per polo e fase utilizzando la seguente TavolaN°2
 
 
Tav.2
Avendo uno statore con 2 cave per polo e fase
Ka=0,966
  
 
  N=            =865 fili in serie per fase
Ora troviamo il valore dell'induzione B
     
  B=                                                                             
Possiamo dedurre che dal valore risultante l'induzione rimane entro i limiti prima stabiliti.
- In base alla Tabella N°1 calcoliamo il numero di cave di statore e di rotore
 
Tab.1
Z1= cave statore  24
  Z2= cave rotore 30
- Dalla tavola n°4 si ricava il volume utile di rame in relazione alla potenza e il numero di poli
 
Tav.4
V1=         
- Ora in base alla lunghezza del pacco magnetico e il numero delle cave otteniamo la superficie di rame alfa1 che trova posto in una cava di statore
 
a1=               
- Per trovare il numero di fili cava di statore si applica la seguente formula
 
n1=                                       fili per  cava 
- Una volta calcolato il numero di fili per cava si trova la sua sezione S del filo
 
S=   
- Dalla Tabella N°2 si prende un diametro del filo di 0,6
 
Tab.2
- Ora calcolo la sezione della cava di statore prendendo il coefficiente di riempimento Kr in funzione al diametro di conduttore impiegato dalla seguente TavolaN°5:
 
Tav.5
Kr=0,33
 
  S=       
 
  S=           
- Ora ricaviamo gli amper fili/cm
 
 
Siccome il motore è collegato  a triangolo la corrente su ogni fase è 
  
Quindi:
 
  Amp fili/cm=    
Il risultato ottenuto verificando dalla Tabella N°3 che da gli Ampere/fili rispetto a P è accettabile
Tab.3

- Scegliamo ora il traferro utilizzando la Tavola N°6 che permette il calcolo traferro in funzione del diametro di rotore.
 
Tav.6

d =0,23
- Troviamo le perdite nel rame di statore calcolando prima la lunghezza del filo
 
 
  L=  
Una volta calcolata la  lunghezza si calcola la resistenza del filo a temperatura di 20°C
  
 
  R20=       
- Ora si calcola la resistenza alla temperatura di 75°C
 
R75= R20*  
- Calcolo delle potenze perse nel motore asincrono trifase
 
Pj1=3*R75*I2= 3*10,32*1,822=102,5W
- Perdite per ventilazione Pav
 
Pav=  
- Perdite di potenza nel rotore
 
 
  s=
Pj2=s*Pj2+s*P2+s*Pav= s*(P2+Pav)= Pj2*(1-s)

  Pj2=
- Dalla TabellaN°4 si deduce la velocità effettiva di un motore da 736W 4 poli
 
Tab.4

n1=1380-1420
Supponiamo N1=1400
  
 
  
s=                    =     
  
 
  Pj2=      
P0= 
*220*2,02*0,169=130,1W
PFE= PO-PAV = 130,1-19,65 =110,45W
PA= PR+PAV+PJ2+P0 = 736+19,65+53,4+130,1=939,1W
Nel calcolo della Pa non sono state considerate le Padd perché sono trascurabili essendo il 5‰ di Po
h= 
=0,78

In base ai calcoli sovra riportati è stato realizzato il  motore presentato nella tesina partendo da uno statore e da un rotore  appartenenti all’officina di elettrotecnica. Gli avvolgimenti sono stati riavvolti  da una ditta specializzata secondo le indicazioni da noi fornite in base allo studio  teorico effettuato mantenendo lo stesso numero di spire secondo lo schema di  avvolgimento qui illustrato.
  Mediante le prove  verifichiamo se il motore fornisce le prestazioni ed il rendimento ipotizzato  dai calcoli teorici.
PROVA A VUOTO
  La prova di funzionamento a vuoto è  una delle prove previste per il collaudo del motori asincroni trifasi.
  Tale prova permette di  ottenere una prima visione d’insieme del motore e permette di verificare che  non siano stati effettuati errori macroscopici nell’eventuale riavvolgimento.
  La prova a vuoto ha  infatti lo scopo di verificare la corretta esecuzione degli avvolgimenti  (numero di spire), il valore del tra ferro tra statore e rotore , la  funzionalità dei cuscinetti , l’isolamento e le perdite dei lamierini magnetici  impiegati.
  Durante la prova ,il  motore ,viene istallato, fissato o eventualmente appoggiato su un piano in modo  tale da consentire una corretta rotazione del motore e garantire la stabilità  meccanica dello stesso.
  Il motore viene  alimentato attraverso la propria morsettiera da una linea trifase e a tensione  variabile.
  Durante la prova,  iniziando da circa il 30-40% della tensione nominale,vengono rilevati i valori  della tensione di alimentazione, la corrente assorbita, la potenza assorbita ed  il numero di giri.
  Dai dati di targa possiamo risalire, sebbene in  modo grossolano, alla corrente a vuoto, che ci servirà per scegliere gli  strumenti opportuni per la prova.
  Abbiamo supposto un cosj e un  rendimento di 0,7 e abbiamo ottenuto il valore della corrente nominale, il  quale è simile a quella dei dati di targa.
  Nel trasformatore la  corrente a vuoto assume valori trascurabili, ma nel motore questo non accade a  causa della presenza del traferro.
  La corrente a vuoto  assume valori tra 20% e il 40% della corrente nominale ( per piccoli motori  anche valori più elevati) e in base al valore di tale corrente andremo a  scegliere gli strumenti opportuni.
  Per il calcolo delle  perdite meccaniche, si fa ricorso al metodo grafico. Si disegna l’andamento di  Pfe + Pm in funzione di Po.
  Le perdite meccaniche  rimarranno sempre all’incirca uguali, mentre le perdite nel ferro aumentano  all’aumentare della tensione.
  Pertanto estrapolando  alla tensione uguale a 0 è possibile ricavare il valore delle sole perdite  meccaniche.
SCHEMA ELETTRICO

In questa prova abbiamo  preferito collegare il motore a triangolo per evitare tensioni molto alte e  pericolose e per avere una corrente più sostenuta in linea.
  GLI STRUMENTI UTILIZZATI  SONO:
- 1 Voltmetro analogico con portate: 200, 400V, 200 divisioni a fondo scala e classe di precisione 0.5. Il fondo scala dello strumento è stato portato ad una tensione di 400V dato che nella prova avevamo previsto una tensione massima di 240V.Lo strumento alla tensione nominale massima (400V) presenta una resistenza interna di 8.9 KW e un fattore di scala Kv=2.
 - 1 Amperometro analogico con portata massima di 2,5 e 5 A e una classe di precisione di 0,5.L’amperometro viene scelto in base alla corrente a vuoto del motore che è il 30%,40% della corrente nominale. Da evidenziare che durante la prova è stata cambiata la portata amperometrica da 2,5 a 5A.
 - 2 Wattmetri per misurare la potenza attraverso l’inserzione Aron. I due wattmetri vengono denominati P1,2 che è il ponte minore a basso cosj (0,3) con portata amperometrica da 2,5 a 5 A e una portata voltmetrica da 200 e 400V e 100 divisioni di fondo scala. L’ altro wattmetro utilizzato viene chiamato P3,2 ponte maggiore. Ha gli stessi dati del wattmetro prima descritto, cambia solo il cosj.
 
PANORAMICA DELLO SCHEMA ELETTRICO DI MONTAGGIO

  TABELLA DEI CALCOLI E  RISULTATI
  
GRAFICI
  Nel grafico sotto vengono illustrate  in blu le perdite meccaniche che sono circa 18 W, che si ottengono prolungando  la curva  in rosso fino all’asse y delle  Po 

  
  
  CONCLUSIONI
  Lo scopo di questa prova  è quello di determinare le perdite meccaniche, le perdite nel ferro e le  perdite per effetto joule nello statore.
  Dal risultato di queste  perdite si può ricavare P0  che è uguale a PM+PFE+PjSTA.
  Infine non sono da  trascurare le perdite per effetto joule nello statore in quanto sono dovute  alla corrente I0 pari al 30% 40% della corrente  nominale.
PROVA DI CORTOCIRCUITO O ROTORE BLOCCATO
Questa prova viene fatta  mantenendo il rotore bloccato, il che significa uno scorrimento pari a 1.
  Questa prova consiste  nella determinazione della potenza e della corrente che esso assorbe quando si  alimenta il primario a frequenza nominale e a tensione ridotta.
  Quest’ultima è chiamata  tensione di cortocircuito ed è quella che serve per far assorbire al motore la  corrente nominale di pieno carico(I1N).
  Normalmente la tensione  di alimentazione è pari al 20% 30% della tensione nominale.
  Per l’esecuzione della  prova si devono inserire sulla linea di alimentazione due wattmetri collegati  con l’inserzione Aron, un amperometro e un voltmetro a valle.
SCHEMA ELETTRICO
  
Gli strumenti usati sono quelli della prova precedente.
PANORAMICA DELLO SCHEMA ELETTRICO DI MONTAGGIO

TABELLA DEI CALCOLI E  RISULTATI
  
GRAFICI
  
PROVA DINAMO FRENO
Questa prova serve per  misurare la coppia sviluppata da un motore e la potenza sviluppata dalla  macchina.
  Si può fare questo  tramite la conoscenza della velocità di rotazione, che può essere misurata in  vari modi; nel nostro caso abbiamo utilizzato uno stroboscopio.
  Il principio su cui si  basa questa prova è quello di equilibrare il peso applicato ad un braccio di  leva (C = P x b ).
  Per attuare questa prova  abbiamo calettato il motore ad una dinamo freno.
  Quest’ultima è in pratica  una normale dinamo la cui carcassa invece di essere fissata può oscillare  intorno all’asse.
  Su detta carcassa viene  calettato un braccio sul quale si applicano dei pesi. La dinamo è chiusa su di  un carico dissipativo (1128W) ed eroga l’energia prodotta dalla  rotazione impressa. 
  
 
  A causa dell’azione delle  forze elettromagnetiche tra rotore e statore della dinamo la carcassa tenderà a  seguire la rotazione del rotore perché sollecitata da una coppia che coincide  con quella sviluppata dal motore. la rotazione della carcassa viene impedita  dal peso applicato sul braccio di leva, dalle condizioni di equilibrio del  sistema oscillante si deduce la coppia e quindi la potenza prodotta dal motore.
SCHEMA ELETTRICO
  
Gli strumenti sono uguali a quelli delle prove precedenti con la sola aggiunta dello stroboscopio e della dinamo freno
STROBOSCOPIO
  
  Gli stroboscopi moderni  utilizzano una luce che lampeggia con la stessa frequenza del moto dell’  oggetto; si usano generalmente lampade a neon o a luminescenza, che vengono  accese e spente mediante dispositivi meccanici o corrente alternata a frequenza  variabile.
DINAMO FRENO
 
  
  PANORAMICA DELLO SCHEMA  ELETTRICO DI MONTAGGIO

TABELLA DEI CALCOLI E RISULTATI

  GRAFICI

CONCLUSIONI
Dopo aver effettuato tutti i calcoli teorici e le varie prove  pratiche sul motore, analizziamo e confrontiamo i risultati ottenuti.
  Dai calcoli teorici risulta una potenza assorbita dal motore  di 939 W e una Pr di 736 W a differenza delle prova pratica “dinamo freno” dove  abbiamo una Pa di 1029 W e una Pr di 711,8 W .Questa differenza di potenza resa  può essere confermata dalle perdite risultanti dalle prove eseguite;
  come si vede le  Pfe  dai calcoli teorici risultano essere minori di quelle effettive.
  Per quanto riguarda il rendimento si può notare appunto che  nei calcoli teorici risulta essere maggiore di quello reale. 
Fonte: http://www.saturatore.it/Elettronica/Motore%20asincrono%20trifase.doc
  
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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