Testi pragmatici e letterari

 

 

 

Testi pragmatici e letterari

 

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Testi pragmatici e letterari

I TESTI LETTERARI E I TESTI PRAGMATICI.

I testi si possono considerare tali quando comunicano un messaggio.

Si considerano letterari quei testi scritti in prosa o in versi che “hanno intento e valore artistico”. In essi gli autori rappresentano il loro modo di vedere il mondo e la vita, attraverso tutte le risorse della lingua.
Consideriamo testi letterari:
1 il testo narrativo: la favola;
       la fiaba;
       il mito;
       il racconto o novella:
       il romanzo.
2 il testo poetico
3 il testo teatrale.

I testi pragmatici si definiscono anche d’uso e tra questi troviamo:

  1. il testo espressivo emotivo,
  2. il testo informativo- espositivo,
  3. il testo argomentativo,
  4. il testo interpretativo- valutativo,
  5. i testi d’uso scolastici.

 

I testi pragmatici.

IL TESTO ESPRESSIVO- EMOTIVO.

I testi espressivi emotivi sono utilizzati per esprimere sentimenti, esperienze, emozioni.
Si tratta di testi personali, quali diari, lettere informali (cartacee ed elettroniche), sms.

A)  IL DIARIO (dal latino dies, “giorno”) è un testo in cui l’autore registra con cadenza regolare pensieri, emozioni, esperienze, indicando la data. In genere l’autore non segue un ordine preciso, ma il flusso dei suoi pensieri, e si rivolge alle pagine in cui scrive con la formula Caro diario, sebbene  il destinatario effettivo della comunicazione coincida con l’autore. Il diario ha una struttura fissa:

  1. la data;
  2. a volte il destinatario immaginario (il Caro diario, appunto);
  3. lo sviluppo del racconto giornaliero;
  4. talvolta la formula di chiusura.

Un diario può essere scritto per sfogare i propri sentimenti, per ricordare eventi o emozioni, per riflettere a partire da esperienze vissute, per tramandare. In quest’ultimo caso il diario assume caratteristiche un po’ diverse: è scritto con uno stile più oggettivo ed è realizzato perché altri lo leggano. Classici esempi sono il Diario di bordo e il Diario di viaggio.
Il registro è colloquiale.

B)  LA LETTERA INFORMALE. E’ una lettera confidenziale, destinata a qualcuno con cui si ha familiarità, caratterizzata quindi da un livello espressivo colloquiale. La lettera informale trasmessa in formato cartaceo ha in genera la seguente struttura:

  1. il luogo e la data in alto a destra;
  2. la formula di apertura che contiene il nome del destinatario;
  3. l’introduzione;
  4. il contenuto centrale;
  5. la formula di chiusura e la firma.

Ciò che distingue la lettera in formato cartaceo da quella elettronica è il tempo di invio. L’immediatezza con cui si invia e riceve una e-mail incide anche sulla struttura del testo: spesso si comunica con botta e risposta che rendono inutili gli elementi a corredo del contenuto centrale. Nell’e-mail spesso sopravvivono solo l’introduzione, il contenuto centrale, la formula di chiusura e la firma. La data (e persino l’ora!) è uno degli elementi automatici dell’e-mail, insieme al mittente, destinatario e oggetto dell’invio. Perciò raramente si indicano in alto a destra luogo e data.

    • GLI SMS. Il “servizio messaggi brevi” (short message service) indica un messaggio inviabile da telefono cellulare. Contiene abbreviazioni e neologismi inventati dall’estro dei mittenti.; oltre a passare informazioni pratiche, diventa anche il mezzo principale per scambiarsi impressioni, emozioni , sentimenti in presa diretta.

 

IL TESTO INFORMATIVO- ESPOSITIVO.

Si chiamo espositivo- informativo un testo in prosa che fornisce  informazioni su un determinato argomento, attraverso spiegazioni chiare e ordinate.
Possono essere di genere molto diverso, ma presentano tutti determinate caratteristiche.

Contenuto.
Perché il testo trasmetta l’argomento in modo esaustivo ed efficace:

  • le informazioni devono essere esposte  con logica e completezza, secondo un ordine preciso (temporale, causale, per argomento...);
  • l’esposizione deve essere il più possibile obiettiva, cioè senza commenti o pareri personali.

Forma.
Perché il testo sia chiaro e comprensibile:

  • occorre che la struttura sintattica sia semplice, costituita da frasi brevi collegate tra di  loro tramite coordinazione;
  • è bene che il lessico sia appropriato e se necessario, specialistico, cioè con termini ed espressioni appartenenti al linguaggio proprio della disciplina trattata.

Strumenti.
Per favorire la comprensione e la memorizzazione del  lettore è utile, quando la tipologia del testo le consente, fare uso di:

  • esempi per chiarire meglio i concetti;
  • capoversi posti secondo la logica del discorso;
  • immagini (fotografie, disegni, riproduzioni), grafici, tabelle, schemi al fine di facilitare la comprensione del testo.

Struttura.
Solitamente il testo informativo- espositivo si presenta suddiviso in tre parti:

  • la premessa, cioè la parte iniziale del testo nella quale si presenta sinteticamente  l’argomento;
  • lo sviluppo, che costituisce la trattazione dell’argomento;
  • la conclusione, che è la parte finale del testo in cui vengono ripresi i concetti più importanti dell’argomento o viene data la soluzione di quanto esposto.

 

Le tipologie.
Possono essere distinte in:

  • testi d’uso scolastico, fra cui il riassunto,la relazione, il commento e la parafrasi. Merita un discorso a parte il tema, una prova scritta al cui interno si rintracciano diverse tipologie di testo d’uso.
  • testi d’uso quotidiano. In questo caso le tipologie dipendono dal genere di argomento trattati: nei notiziari e nei periodici di informazione, per esempio, sono molto varie.

A) I testi giornalistici.
Si tratta di articoli che hanno principalmente lo scopo di “informare”.
Due esempi:

  • l’intervista, che riproduce una conversazione nella forma di domanda- risposta tra chi intervista e chi viene intervistato;
  • l’articolo di cronaca, che racconta secondo una successione cronologica eventi realmente accaduti (di attualità, politica, sport ecc...)

L’articolo di cronaca. Racconta fatti realmente accaduti e si propone di informare fornendo una serie di notizie che consentono al lettore di comprendere chiaramente ciò che è avvenuto. Gli avvenimenti vengono narrati secondo la tradizione del giornalismo anglosassone o regole delle “5 W”.
Whath? Che cosa?
Who?   Chi?
When? Quando?
Where? Dove?
Why?  Perché?
Deve fornire tutte le indicazioni necessarie per rispondere a queste cinque domande. Lo stile deve essere il più possibile oggettivo, vale a dire non dovrebbe contenere commenti, pareri o riflessioni dell’autore, ma non sempre ciò accade e spesso è evidente la partecipazione emotiva di chi scrive.
Sul piano formale, la cronaca è contradistinta da:

  1. periodi brevi e concisi;
  2. lessico semplice e comprensibile a tutti;
  3. frasi efficaci;
  4. verbi coniugati prevalentemente al modo indicativo nei tempi presente, imperfetto e passato prossimo;
  5. uso della prima o terza persona singolare.

B) Le voci di enciclopedie e dizionari.
Sono testi informativo- espositivi che fanno dell’obiettività e della completezza la loro caratteristica principale. Hanno lo scopo di spiegare approfonditamente un dato termine o argomento (enciclopedia) Ogni voce è composta da:

  • un lemma, ovvero la parola o l’argomento che deve essere spiegato.
  • una definizione, che contiene tutte le informazioni possibili in riferimento al lemma.

Ricorrono ad un linguaggio specialistico affinché la definizione sia più precisa e univoca possibile.

 

Testi per le comunicazioni formali.

Si usano per le comunicazioni ufficiali verso soggetti, pubblici o privati, che non riguardano la sfera personale.

  • La lettera formale.

E’ una lettera ufficiale, destinata a una persona, una ditta, una società,un ente pubblico ecc. E’ scritta con un registro linguistico medio- alto e un linguaggio accurato.
Si trovano:

  • in alto a sinistra, o al centro, l’intestazione in cui è indicato il mittente;
  • in alto a sinistra, luogo e data;
  • in alto a destra il nome del destinatario;
  • a sinistra, l’indicazione dell’oggetto, che indica l’argomento sviluppato nel testo;
  • una formula introduttiva (Gentile professore, Egregio Dottore);
  • il testo (o Corpo) in cui ci si rivolge al destinatario ricorrendo alla 3^ persona singolare di cortesia, Lei;
  • la formula di chiusura con un saluto formale ( distinti saluti, Con osservanza, RingraziandoLa ecc..)
  • in conclusione, a destra, la firma con il nome e cognome.
  • Il telegramma.
  • La posta elettronica (e-mail)
  • Il questionario. Costituito da una serie di domande su un determinato argomento rivolte a  una categoria di persone definita in precedenza.

E’ lo strumento più usato per fare sondaggi, analisi statistiche, indagini di mercato, ricerche.
Può essere:

  • aperto, quando si può dare una risposta libera per ogni domanda;
  • chiuso, quando ci si deve limitare a scegliere le risposte prestabilite;
  • misto, quando è composto da alcune domande a risposta libera e da altre a risposta prestabilita.
  • Curriculum vitae.

Esprime sinteticamente i dati fondamentali delle carriere scolastica e professionale di un individuo. Si accompagna a domande di lavoro o richieste di partecipazione a corsi e concorsi. E’ composto da:

  • i dati anagrafici
  • il titolo o i titoli di studio
  • le esperienze professionali elencate in ordine, di solito partendo dalla più recente;
  • la situazione di studio o lavorativa al momento;
  • le competenze linguistiche ed informatiche;
  • le aspirazioni.
  • Il verbale.

E’ il resoconto ufficiale di una riunione, che la riassume in modo sintetico, rigoroso e completo. Si redige in varie occasioni: consigli di classe e di istituto, consigli comunali, assemblee di condominio o di lavoro, processi, notifiche di infrazioni o reati, gare, sedute parlamentari.
Si devono indicare:

  1. data, ora e luogo in cui si svolge la riunione;
  2. organismo che si riunisce;
  3. motivo della riunione ed eventuale elenco degli argomenti da trattare detto “ordine del giorno (o.d.g.)
  4. persone presenti ed assenti;
  5. chi presiede e chi funge da segretario, e quindi fa il verbale;
  6. registrazione degli interventi, delle proposte e delle eventuali discussioni;
  7. decisioni e risultati di possibili votazioni sulle proposte avanzate;
  8. conclusione e chiusura dei lavori dell’assemblea con l’indicazione dell’ora;
  9. rilettura del verbale per l’approvazione;
  10. firma del presidente e del segretario.

I testi d’uso scolastici.
1) Il tema.  Dal greco  thèma, “ciò che è proposto”. E’ una esercitazione scolastica, nella quale si esprimono per iscritto le proprie idee o conoscenze sull’argomento proposto nel titolo.
Generalmente il tema è di tipo argomentativo, ma ci sono anche temi di tipo narrativo, interpretativo, descrittivo ecc.
Per svolgerlo correttamente è necessario pianificare lo sviluppo evitando di cominciare a scrivere di getto, senza avere idee chiare.
Le fasi di elaborazione sono :

  • l’analisi della traccia;
  • la ricerca e l’organizzazione delle idee;
  • la progettazione;
  • la stesura;
  • la revisione e la copiatura:

Fase 1. L’analisi della traccia.
Leggere più volte e con attenzione la traccia, cioè il titolo, per comprendere le richieste, sia a livello di argomento sia di tipologia di testo.

Potrebbe infatti trattarsi di un tema prevalentemente narrativo dove viene richiesto di raccontare e descrivere un’esperienza reale o fantastica, piuttosto che uno scritto centrato sull’espressione di giudizi o emozioni; al contrario un tema espressivo potrebbe richiedere la trattazione di un argomento senza esprimere esplicitamente il parere di chi scrive.
La tipologia di testo può essere dedotta da alcune parole precise che , di solito, sono contenute nella traccia, come esponi, racconta, descrivi, esprimi il tuo parere ecc.
Un buon sistema è quello di sottolineare le parole chiave attorno a cui raccogliere e organizzare le idee.

Fase 2. La ricerca e la raccolta delle idee.
Consiste nel raccogliere tutte le idee sull’argomento così come “vengono in testa”, senza un ordine preciso.
Un sistema molto utile è quello dello schema a grappolo: si tratta di scrivere su un foglio di brutta tutte le idee sulla base di semplici associazioni mentali tra le parole partendo dall’idea centrale che genera tutte le altre, per cui vengono a crearsi diverse categorie di idee, divise a gruppi. Ogni gruppo costituirà una parte del tuo tema (vedi schema sul libro).
Attenzione:

  • lo schema deve essere sintetico e chiaro: troppe idee generano confusione;
  • fai attenzione ai legami che uniscono le idee tra di loro, per verificare la logicità dei collegamenti.

Fase 3. La progettazione.
Per progettare il tema occorre trasformare il grappolo delle idee in una scaletta. Infatti il grappolo delle idee non raccoglie le informazioni per argomento bensì consente di visualizzare graficamente la struttura logica del testo. La scaletta invece è uno schema sintetico in cui gli argomenti appaiono nell’ordine in cui verranno trattati nel testo.

Fase 4. La stesura.
Sulla base della scaletta si può procedere alla stesura del tema.
Dal punto di vista del contenuto, ciascun argomento della scaletta viene sviluppato in uno o più periodi a seconda della complessità dell’argomento. Il tema deve essere organizzato in tre parti:

  1. introduzione, in cui si presenta e si definisce l’argomento;
  2. svolgimento, dove si espongono le idee in base al tipo di testo che si intende produrre (narrativo, argomentazione, commento...);
  3. conclusione, in cui si “conclude” il discorso riepilogando i punti essenziali e,se necessario, esprimendo una breve valutazione personale.

 

Dal punto di vista della forma è opportuno curare i seguenti aspetti.
La correttezza  e cioè;

  • rispettare le regole della grammatica e della sintassi;
  • costruire un discorso coerente e coeso, ricorrendo ai connettivi logici più adatti;
  • fare attenzione all’uso dei tempi verbali, evitando salti temporali;
  • usare correttamente la punteggiatura;
  • prestare attenzione alla scelta delle parole, evitando ripetizioni e termini generici;
  • quando richiesto, ricorrere al lessico specifico: in un tema di argomento ambientale parlare di bacino idrografico e orografia è senz’altro più apprezzabile che non ricorrere a termini generici.

Lo stile:

  • ricorrere a esempi tratti dalla realtà, per confermare le proprie affermazioni;
  • evitare i cosiddetti “luoghi comuni”(Non ci sono più le mezze stagioni, Essere preciso come un orologio...) a vantaggio delle opinioni e dei giudizi personali;
  • usare con attenzione le figure retoriche: abbellire il proprio testo è importante, ma non bisogna esagerare.

Fase 5. La revisione e la copiatura.
E’ bene rileggere attentamente l’elaborato, per controllare il contenuto e correggere eventuali errori di forma.
I controlli da effettuare sul tema finito sono numerosi, perché numerosi sono i livelli da verificare: per questo è meglio effettuare più di una lettura dell’elaborato.
Gli elementi da revisionare sono generalmente i seguenti:

Il contenuto e il senso.

  • Il tema deve essere inerente alla traccia, cioè gli argomenti trattati devono essere quelli richiesti;
  • il testo si deve sviluppare in modo logico e consequenziale;
  • i concetti e le idee devono essere chiari e comprensibili;
  • non  devono esserci ripetizioni o concetti banali;
  • le varie parti devono essere equilibrate.

La forma e lo stile.
Controllare che:

  • i segni di punteggiatura siano utilizzati in modo adeguato;
  • l’ordine delle parole nella frase e delle frasi nei periodi sia corretto ed equilibrato;
  • l’uso dei modi e dei tempi verbali sia corretto;
  • ogni parola sia utilizzata con il giusto significato;
  • il registro linguistico sia adatto alla tipologia di testo e alla situazione comunicativa.

In questa fase è meglio procedere ad una lettura lenta, frase per frase, per verificare le sviste di punteggiatura e di ortografia, le ripetizioni di parole ecc.
Fase 6. La copiatura.
Ricopiare in bella copia, avendo cura di scrivere con una grafia chiara e leggibile, per facilitare la comprensione dell’elaborato da parte di chi legge. Il testo può essere ricopiato a colonne o lasciando dei margini a destra e a sinistra del foglio, per aiutare l’insegnante nel suo compito di correzione, in quanto può annotare in uno spazi apposito le sue osservazioni.

2) Il riassunto.  E’ la rielaborazione di un testo (scritto o parlato), che ne riporta sol le parti essenziali nel modo più breve possibile, tralasciando i p articolari e gli elementi di secondaria importanza.
Fare un riassunto non significa riportare meccanicamente, copiandole, frasi o parti del testo originario, ma produrne uno nuovo che, pur nella sua brevità, conservi le informazioni più importanti, senza interpretarle.
Fare un riassunto è in primo luogo una peculiarità della pratica scolastica e di qualsiasi altro momento di studio, utile per:

  • comprendere meglio un testo o un determinato argomento;
  • metterlo a fuoco;
  • memorizzarlo facilmente;
  • poterlo ripassare velocemente a distanza di tempo;
  • sviluppare le capacità logiche;
  • potenziare il lessico.

Come si fa un riassunto.
Sono necessarie le seguenti operazioni:

  1. leggere attentamente il testo da riassumere, per comprendere l’argomento centrale e il significato globale;
  2. selezionare all’interno del testo le informazioni principali ed essenziali;

Per individuare le informazioni più importanti puoi selezionare quelle che costituiscono una risposta alle seguenti domande guida:
chi?     che cosa?       dove?            quando?         come?            perché?

  1. soprattutto nei testi più lunghi suddividere in sequenze e, in base a queste, schematizzare la successione logica dei fatti.

Per individuare ciascuna sequenza è utile considerare i seguenti criteri:

    • cambio dell’argomento;
    • cambiamento della scena;
    • cambiamento cronologico (fine di una stagione, di una giornata ecc.)
    • chiusura di un dialogo;
    • conclusione di un episodio.
  1. ridurre le informazioni, evidenziando le informazioni principali e trascurando quelle superflue;
  2. rielaborare le informazioni selezionate in un testo breve ma completo.

Nella stesura occorre rispettare alcune regole:
riscrivere in terza persona;

  • trasformare e sintetizzare le varie parti dialogate, facendo uso del discorso indiretto;
  • utilizzare un linguaggio chiaro e corretto;
  • prestare una particolare attenzione alla scelta dei tempi verbali, in modo che il testo presenti una certa uniformità;
  • non inserire riflessioni personali o commenti.
  1. riveder e correggere il nuovo testo per verificare se:
  • il significato è comprensibile e corrisponde al testo di partenza;
  • il testo è grammaticalmente e sintatticamente corretto.

 

3 La parafrasi.
E’ la riscrittura in prosa di un testo poetico, a scopo esplicativo, utilizzando un linguaggio semplice e d’uso attuale.

Come si fa la parafrasi.
Sono necessarie le seguenti operazioni:

  • leggere con attenzione il testo poetico e individuarne l’argomento;
  • comprendere tutti i termini di cui non si conosce il significato con l’aiuto del vocabolario e delle note che, generalmente, accompagnano le poesie nei testi scolastici;
  • sostituire le parole o le espressioni difficili o poco usate con dei sinonimi più semplici;
  • spiegare le figure retoriche.

La parafrasi può essere letterale o riassuntiva. Nella parafrasi letterale viene “tradotto” tutto il testo poetico, parola per parola. Nella parafrasi riassuntiva sono espressi i concetti fondamentali del testo poetico.

  • Il commento.

Il commento consiste nell’analisi e nell’interpretazione di un testo in prosa o in poesia e risponde alle domande quali: Cosa vuol dire l’autore? Come si esprime?

Come si fa un commento.
Per fare il commento di un testo è necessario compiere le seguenti operazioni (se si tratta di una poesia prima bisogna eseguire la parafrasi, poi le operazioni elencate):

  1. presentare il testo, indicandone il titolo,l’autore, eventualmente l’opera da cui è tratto, il periodo storico, qualche riferimento biografico ecc.;
  2. riassumere il contenuto del testo in esame e i temi in esso trattati;
  3. analizzare il messaggio che l’autore ha voluto comunicare;
  4. analizzare il linguaggio e le scelte linguistiche e stilistiche fatte dall’autore;
  5. esprimere osservazioni e riflessioni personali sul componimento;
  6. confrontare, se necessario, con altre opere dello stesso autore o di autori diversi.

Vediamo le prime fasi del commento della poesia San Martino di Giosuè Carducci.
1-2
Nella poesia San Martino, Giosuè Carducci descrive il paesaggio autunnale della Maremma toscana. in cui ha trascorso parte della sua infanzia. L’autore fa riferimento alla festa di San Martino (11 novembre) nel tempo in cui a Bolgheri si fa la "svinatura", ossia si passa il vino nuovo, spillato dai tini, nelle botti dove continuerà a fermentare. Da questa circostanza trae spunto per rievocare la lieta atmosfera del borgo, sullo sfondo di un paesaggio autunnale malinconico e non privo di asprezze.
2-3
Il mare che urla e biancheggia, la nebbia umida che sale e annuncia l'inverno, l'odore dei vini, lo spiedo che scoppietta, il cacciatore che scruta gli uccelli che migrano sono immagini significative e di straordinaria efficacia evocativa, che rivelano la partecipazione del poeta. Ma la malinconia dello stagione autunnale, che pervade la prima e l'ultima strofa, fa capire che si tratta di ricordi del passato, colmi di rimpianto per le cose perdute.
3-4
L'inquietudine del poeta è evidente quando, vedendo gli uccelli migratori che si allontanano, vorrebbe che lo stesso accadesse ai suoi pensieri e alle sue preoccupazioni.
Da un punto di vista linguistico, Carducci cura il ritmo, il tipo di verso e sceglie con attenzione le parole, servendosi di accostamenti particolari ("urla e biancheggia","tra le rossastre nubi" "stormi di uccelli neri") e facendo ricorso a immagini che si percepiscano con i sensi. La lirica si chiude con una similitudine suggestiva: il paragone tra gli uccelli che migrano verso terre lontane e i pensieri, anch’essi "migratori", che svaniscono lunga i sentieri indefiniti della mente e del ricordo.

  • La relazione.

E’ l’esposizione, scritta o orale, di un determinato argomento, di un’attività svolta, di un percorso di ricerca.
Ha lo scopo di informare ma, a differenza del verbale che deve riferire tutto quanto è accaduto in una determinata circostanza, nella relazione si fa una scelta degli argomenti e si riportano solo quelli che possono interessare il destinatario.
Nel caso di una relazione volta a presentare una ricerca essa comprende l’esposizione delle indagini svolte e dei risultati ottenuti. E’ dunque la conclusione, il punto di arrivo di una fatica che ha richiesto serio impegno e che si è basata su una programmazione articolata nelle suee fasi, vale a dire su una pianificazione del  lavoro svolto.
Nel mondo della scuola si usa per:

  • descrivere un argomento studiato;
  • esporre i risultati di un approfondimento o di una ricerca su un argomento non trattato in classe;
  • esporre un’esperienza vissuta.

Ogni relazione può essere sposta individualmente o in gruppo, a seconda delle esigenze didattiche, delle difficoltà, delle disponibilità di risorse o di materiali
In genere, viene preparata per iscritto e in seguito esposta oralmente. E’ dunque importante sia saper preparare una relazione, sia saperla esporre.

Come si scrive.
Bisogna compiere  le seguenti operazioni:

  1. definire in modo preciso l’argomento della relazione;
  2. documentarsi sull’argomento e raccogliere quanto più materiale possibile tramite la consultazione di libri specifici ed enciclopedie, oppure utilizzando internet;
  3. ordinare, valutare e selezionare il materiale, al fine di potersene servire per redigere la relazione;
  4. organizzare il materiale raccolto e preparare la scaletta dei punti da trattare nella relazione che dovrà essere articolata in introduzione, parte centrale, conclusione.

I fatti possono essere trattati:

    1. in ordine cronologico;
    2. secondo un rapporto di causa- effetto (riconoscibile dal senso logico  del discorso);
    3. attraverso una enumerazione (che può essere schematica o discorsiva);
    4. con un confronto ( che si evidenzia nel continuo passaggio da un elemento all’altro)
  1. scrivere il testo della relazione sviluppando il materiale articolato nei tre punti indicati al momento dell’organizzazione del materiale, secondo uno schema tipo:

presentazione dell’argomento o dell’attività:

introduzione             motivazione della scelta;
 



scopo della relazione;

 

modalità di lavoro;
strumenti utilizzati
parte centrale
fasi dell’attività con relativi descrizione e dettaglio delle informazioni acquisite;
sintesi dei risultati raggiunti;

 

eventuali difficoltà incontrate;
conclusione
considerazioni finali;

valutazione dei risultati raggiunti.

Il testo della relazione deve essere il più possibile impersonale, il linguaggio rigoroso, puntuale, dettagliato e. quando possibile, specifico del settore a cui si riferisce l’argomento trattato.
Come si espone una relazione.
E’ necessario procedere nel modo seguente:

  • valutare il tempo di cui si dispone per l’esposizione orale della relazione;
  • stabilire, in base al tempo, quale parte della relazione dovrà essere esposta e quale eliminata;
  • rileggere con attenzione la relazione e sottolineare le parti che si dovranno esporre;
  • esercitarsi più volte a esporre a voce alta la relazione ricercando il giusto ritmo ed evidenziando, attraverso i cambiamenti del tono di voce e le pause, i punti più importanti e i passaggi logici;
  • durante l’esposizione, controllare l’emotività che spesso influisce negativamente sulla qualità dell’esposizione;
  • dopo la relazione essere pronti a rispondere a domande di chiarimento o di approfondimento.

Fonte: http://www.iccastegnato.it/drupal52/files/I%20TESTI%20LETTERARI%20E%20I%20TESTI%20PRAGMATICI_1.doc

Sito web da visitare: http://www.iccastegnato.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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