Carlo Cassola

 

 

 

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Carlo Cassola

Carlo Cassola (Roma 1917- Montecarlo di Lucca 1987)
Formatosi a Roma, nel 1940 a Volterra è partigiano e poi insegna storia e filosofia fino al 1962. Alla fine degli anni Trenta pubblica racconti sul «Meridiano di Roma» e su «Letteratura». Da Grosseto collabora a vari giornali, interessandosi della vita socio-economica della sua terra, e scrive, con Luciano Bianciardi, l'inchiesta I minatori della Maremma. Prende posizione contro Musil, Mann, Sartre e Camus, perché troppo ideologici. E' un pacifista, ma non politicizzato.
1937-50: i racconti: Alla periferia, La visita (1942), Il taglio del bosco (1954);
1950-60: Fausto e Anna (1949), La casa di via Valadier, I vecchi compagni, Un matrimonio del dopoguerra, Il soldato, il romanzo La ragazza di Bube (1960);
1961-87: Un cuore arido (1961), Il cacciatore, Storia di Ada, Gisella, L'antagonista, L'uo­mo e il cane, Vita d'artista.

- è criticato: dai letterati impegnati delle neoavanguardie (Sanguineti accusa C. e Bassani di essere delle Liale, 1963); e dai rappresentanti del nouveau roman per la rarefazione degli elementi narrativi e della resa linguistica (Calvino: "romanzi sbiaditi come l’acqua della rigovernatura dei piatti in cui nuota l’unto dei sentimenti ricucinati")
- modelli: Joyce, Flaubert, Tolstoj, Boris Pasternak (1890-1960)

- antifascismo, ma di carattere più morale che ideologico
- poetica del «subliminare»: l'arte deve afferrare ciò che agisce sotto il limite dell' attenzione pratica, cioé il senso profondo degli eventi ---> la solitudine e l'insoddisfazione umana
- il resoconto dei fatti non basta se non rinvia a un sentimento nascosto ≠ neorealismo
- nella sua produzione non c'è svolta o rinnovamento di temi o moduli, ma solo la contemplazione dell'esistenza come una trama opaca di gesti che si risolve nel rifiuto della storia e nel vagheggiamento di un'immobile provincia toscana fuori del tempo
- qui trova il suo paesaggio interiore, correlativo oggettivo degli stati d’animo dei personaggi e proiezione di un ideale di vita, silenziosa, ripetitiva, arida, interrotta da brevi gioie e slanci inconcludenti

Il taglio del bosco: un boscaiolo, Guglielmo, prende coscienza della disperazione umana. Nonostante un riecheggiamento autobiografico (la morte della moglie), C. mantiene un tono obiettivo perché descrive un personaggio, il cui livello socioculturale è più basso e nel quale non può identificarsi.

 

Fonte: http://alumniterribiles.files.wordpress.com/2010/08/appunti-di-letteratura-italiana-per-il-terzo-anno.docx

Sito web da visitare: http://alumniterribiles.files.wordpress.com/

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