Come realizzare abiti civili del medioevo
Come realizzare abiti civili del medioevo
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è così facile....
Piccolo manuale per la realizzazione pratica di "boni et honesti panni"
per uomo/donna di ceto medio dell'XI, XII e XIII secolo
Remo Buosi - Andrea Guerzoni
3a edizione Anno 2003
In questo scritto cercheremo di convincervi che farsi una serie di capi d'abbigliamento dell'XI, XII e XIII secolo è cosa semplice,
pratica e soprattutto poco dispendiosa. Ovviamente stiamo parlando di abiti di un semplice artigiano o cittadino/a: se avete
aspirazioni più elevate dovrete impiegare più tempo, accuratezza e danari!
Resta comunque fatto salvo il fatto che gli indumenti base sono equivalenti sia nelle classi basse che in quelle alte: ciò che muta è il tipo e quantità dei tessuti e la qualità degli accessori. Iniziamo quindi dalla base, dalle cose semplici: nelle pagine seguenti vi illustreremo e spiegheremo come farvi il vostro kit “Mille&Duecentesco” credibile, decoroso ed essenziale per darvi modo di presentarvi al mondo in “bhoni et onesti panni”!
Materiali
Lino, cotone grossolano, cotone misto a lino, lana o lana mista sono le materie più consone: evitate assolutamente tessuti sintetici (anche perché vi fanno sudare di più!), elasticizzati e juta grezza, che è patetica.
Il cuoiame che userete per cinture, borselli, scarpe etc. sia di colore marrone, chiaro o scuro, oppure marrone-rossiccio; il nero poco si presta.
Colori
Cercate tessuti dai colori pastello o naturali, evitate colori troppo vivi e sgargianti.
L’importante è che alla tonalità di colore che avete scelto (sempre colori moderati!) aggiungiate un pochino di tintura grigia: questa serve a “mortificare” la brillantezza dei colori! Attenzione che il colore nero non è indicato per abiti di ceti medio-bassi!
Per la realizzazione del corredo tipo di un uomo o una donna medievale questi sono gli indumenti essenziali:
1)Brache;
2)Tunica per Camicia o Gonnella;
3)Calze-brache e mezze-calze;
4)Mantello;
5)Guarnacca;
6)Cappuccio;
7)Infula;
8)Copricapo femminili e maschili;
9)Cinture e borse;
10)Calzature.
I singoli capi sono così suddivisi:
|
|
Uomo |
Donna |
1 |
Brache |
x |
|
2 |
Tunica |
x |
x |
2 |
Gonnella |
x |
x |
3 |
Calze-brache |
x |
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3 |
Mezze-calze |
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x |
4 |
Mantello |
x |
x |
5 |
Guarnacca |
x |
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6 |
Cappuccio |
x |
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7 |
Infula |
x |
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8 |
Copricapo |
x |
x |
9 |
Cintura e borsa |
x |
x |
10 |
Calzature |
x |
x |
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1. Brache
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Per confezionare le brache maschili è necessario realizzare lo stesso modello indicato nel disegno, utilizzando una pezza di cotone o lino: grezzi o bianchi, ma mai colorati. Vi conviene partire dal modello di un paio di pantaloni della vostra taglia (non ‘Jeans’ perché troppo attillati alla persona) lasciando oltre i bordi 6-7 cm. in più per parte, così da ottenere una sagoma piuttosto ampia (se non sovrabbondante!). In questo modo una volta indossate e serrati i lacci, le brache vi si adatteranno addosso. Ricordate: le brache non devono essere attillate né aderenti.
Una volta predisposto il modello ritagliate le pezze di tessuto, quindi cucitele ai lati e al cavallo senza tuttavia chiuderle sulle gambe (3).
Cucite il bordo superiore delle brache in modo che al suo interno possa trovare alloggiamento una fettuccia di cotone molto lunga fatta passare attraverso due occhielli posti al centro: in questo otterrete una sorta di cintura.
Applicate alla vita, in posizione frontale, due passanti di cotone (2) o due fettucce lunghe 20 cm. (una a destra e una a sinistra) che serviranno a trattenere i lacci delle calze-brache e delle brache stesse in estate.
Ribordate i bordi dei lembi sulle gambe ed applicate due fettucce di cotone di circa 50 cm. (3) che serviranno a legare le brache al polpaccio quando si indossano anche le calze, oltre a tenerle rialzate d’estate legando le fettucce ai due passanti in vita.
2. Tunica per Camicia o Gonnella
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La tunica (1) deve presentare queste caratteristiche fondamentali:
- manica piuttosto aderente all’avambraccio, con o senza un breve spacco di circa 8 cm. (2) praticato sotto il polso per permettere di rivoltare le maniche; non erano in uso maniconi larghi e cadenti;
- il bordo inferiore della tunica deve arrivare, senza cintura, almeno sotto al ginocchio se non a metà polpaccio per gli uomini e fino a coprire le caviglie per le donne. Ricordatevi che è la lunghezza della tunica che fa la grande differenza tra il nostro periodo e quelli successivi.
Alla vostra tunica potete apportare delle piccole varianti se ne avete voglia! Varianti tipo “spacco frontale” (3) per gli uomini, praticato nel bordo inferiore per agevolare il movimento delle gambe, in aggiunta anche uno posteriore per chi pensa di andare a cavallo, ma non spacchi laterali; “bordature” dei margini-orlature (collo, polsi, bordo inf.) con fettucce (4) di cotone monocrome di varia altezza, che trovate tranquillamente in merceria. Per la chiusura del collo laccetti di pelle, tessuto (5) oppure niente.
Volete una camicia sotto la gonnella? Rifate un’altra tunica solo che dovrete usare tessuti (cotone o lino) di colore naturale e non gli applicate alcuna bordura, tutto qui!
Per le “madonne” tunica e camicia, come già detto, scendono appena sopra il collo del piede senza spacchi frontali o posteriori e devono essere più aderenti in vita di quelle maschili.
3. Calze-Brache
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Nel medioevo le calze-brache potevano avere il piede come no: noi proprio quelle senza piede vi illustreremo, se poi qualcuno le vuole intere può dilettarsi e completarle senza problema.
Si prende del tessuto e lo si piega in modo che l’unica cucitura risulti sul retro; si prende un paio di Jeans (ovviamente i propri), che generalmente sono pantaloni di taglio abbastanza attillato e si pongono, piegati come se li doveste appendere alla gruccia, sulla pezza di panno (1), con un gessetto disegnate il contorno della gamba fino all’inguine, togliete i ‘Jeans’ ed avrete la sagoma da tagliare (2); su come fare il giro-coscia ve lo disegniamo.
Una volta tagliate cucitele sul retro (3), bordate a mano l’orlo inferiore e superiore, applicate le due fettucce di cotone di circa 50 cm. sul davanti del giro-coscia (5) e, se volete, applicate un sotto piede dello stesso panno per evitare che le calze escano dalle scarpe.
Se desiderate che tali indumenti risultino più attillati al polpaccio non fate altro che restringere un pochino alla volta (4), provandole ogni volta, con delle passate di macchina da cucire lungo la cucitura iniziale; attenzione, però, di restringere solo dal ginocchio al polpaccio, perché se lo fate fino in fondo rischiate che il piede non passi più. E’ possibile anche praticare un taglio circolare al piede per calzare meglio l’indumento (5bis).
Le calze-brache possono essere poi completate da lacci di pelle o tessuto legati sotto al ginocchio (6), con lunghi lacci in pelle dalla caviglia al ginocchio (7) oppure con fasce di panno (8) alla maniera di quelle della Prima Guerra Mondiale.
Gli equivalenti femminili delle calze-brache sono le mezze-calze.
La mezza-calza si ottiene semplicemente tagliando un rettangolo di tessuto alto dalla caviglia fino a 5-6 cm. sopra il ginocchio.
Tagliato il pezzo di stoffa questo deve essere adattato alla propria gamba, fermandolo dietro al polpaccio con spilli che saranno rimossi dopo aver realizzato la cucitura. Una volta bordati i lembi superiore ed inferiore si potrà inserire un passante che vi permetterà di tenere la mezza-calza in posizione giusta (9).
Dopo averla indossata si deve rivoltare un paio di volte il bordo superiore fino a sotto il ginocchio (10) e fermare la mezza-calza alla gamba con un laccio di cuoio, stoffa o tessuto (11).
4. Mantello
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Per fare un mantello invernale il panno deve essere piuttosto pesante e sempre e comunque di lana grossa, per quello estivo sono più adatti tessuti come il cotone o il lino; il mantello può rimanere di foggia rettangolare (1) per i ceti che noi vogliamo rappresentare, perché essi lo usavano anche come coperta.
Una volta bordato e applicati i due lacci di pelle per la chiusura del collo (2), che eventualmente provvederete a marcare tagliando una sezione circolare (2), il mantello è finito; eventualmente se avete ancora panno potete ricavare un cappuccio (3) ed applicarlo in corrispondenza del collo.
Anche i bordi del cappuccio e dell’apertura del mantello possono essere decorati con una Qualora vogliate fare un mantello un po’ più ricercato allora dovrete cambiare modello!
Invece di sfruttare la forma rettangolare delle pezze di tessuto dovrete dare a questo capo la classica forma semi-circolare: prendete dunque una pezza (4), di norma alta circa 150 cm., (meglio anche se più alta) e lunga il doppio, cioè 300 cm. .
Piegatela a libro nel senso della lunghezza (5): avrete allora un quadrato di 150x150; fissate l’estremo di una cordicella nell’angolo dove il tessuto è stato piegato in due e prendendo la lunghezza del punto opposto, sempre sulla piegatura, disegnate con un gessetto da sarti quello che risulterà un quarto di cerchio. Disegnate anche un altro settore di cerchio a circa 15 cm. per lo spazio del collo.
Una volta tagliato lungo i segni otterrete un bel semicerchio: ecco la forma finale del vostro mantello (6)!
Bordate lungo la stoffa, applicate due lacci in pelle o tessuto ed avrete un bel mantello che potrete arricchire con passamaneria o ricami adeguati.
5. Guarnacca
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Per fare una guarnacca, sorta di cappotto maschile, occorre realizzare un indumento il cui taglio è simile in tutto e per tutto a quello della gonnella o della camicia.
Chiaramente le dimensioni devono essere leggermente più grandi, ma come si può vedere dal disegno a fianco non ci sono grandi variazioni.
Vi sono tuttavia delle piccole modifiche da apportare:
- le maniche dovranno essere più corte di 7-8 cm. di quelle della gonnella e più larghe di almeno altri 7-8 cm. al polso;
- la lunghezza della guarnacca non deve superare mai quella della gonnella, ma semmai deve essere inferiore di almeno 10 cm., così che una volta indossata si noti sotto la gonnella stessa;
- la guarnacca può essere senza cappuccio o con il cappuccio incorporato (5);
- seguendo una moda diffusissima almeno alla fine del XII secolo e durante tutto il Duecento si possono praticare degli spacchi sul petto (1) o all’altezza dei gomiti (2) in modo da far uscire le braccia con la gonnella fuori dalla guarnacca nei due punti indicati (4). Le maniche della guarnacca stanno così penzoloni!;
- è possibile fare la guarnaccca tutta chiusa (1) o aperta frontalmente come un cappotto moderno (2): per chiuderla potranno essere utilizzati dei piccoli bottoni in metallo o tessuto (3), oppure laccetti di pelle morbida.
6. Cappuccio
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Anche qui è più esauriente il disegno che le parole, comunque un paio le spendiamo per maggior chiarezza; i cappucci potevano essere di due tipi: con mantellina o senza.
Il primo (1) si differenzia per il fatto di essere parte integrante di un’ampia mantella che copre sterno e schiena, mentre il secondo è solo un cappuccio che copre appena il collo e la sua base.
Ambedue si infilano dalla testa, anche se vi sono esempi di cappucci con mantella aperti sul davanti e chiusi con dei lacci sotto al collo.
Sarebbe buona cosa realizzare i cappucci in lana, perché erano capi che dovevano proteggere dal freddo e dalla pioggia e quindi farli di lino o cotone sarebbe una incongruenza….quindi se avete caldo non li mettete, se avete freddo si. C’è poco da fare: non esistevano capi di mezza stagione per il popolo… e anche per i nobili!
E’ buona cosa irrigidire in qualche modo il bordo del cappuccio intorno al volto, lasciando del tessuto in eccesso (3) che verrà rivoltato e trapuntato (4).
7. Infula o Cuffia
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Molti penseranno: ”Caspita, mi sento proprio ridicolo con questa cuffia in testa!”
Spiacenti, però era un capo molto usato dagli uomini del XIII secolo e caratterizza interamente proprio questo periodo. I tessuti da utilizzare sono il lino ed il cotone di colore chiaro.
Il modo più semplice per realizzarla è il seguente: tagliate due pezzi di tessuto (1) nella forma di ¼ di cerchio (per le dimensioni fate un pochino ad occhio, al limite la rifarete; si deve provare, provare e riprovare) quindi cucite a macchina la parte curva seguendo il profilo della nuca (2), rivoltate l’infula in modo che i punti risultino all’interno, bordate a mano i due bordi ad angolo retto (3), applicate due fettucce di cotone dello stesso colore dell’infula in corrispondenza del vertice dei due bordi dritti (3) ed ecco fatta una semplicissima infula. Ovviamente sta a voi adattarla meglio alla vostra testa con piccole ‘penche’ (4) come è spiegato con i disegni: è più facile che a parole.
8. Copricapo femminili e maschili
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Le donne generalmente usavano due modi di acconciarsi i capelli: giovani e nubili in trecce, le più anziane e maritate usavano coprirsi il capo con un velo che poteva essere raccolto a mò di turbante, per non essere d’impaccio durante il lavoro.
Quindi si usi un velo di lino o cotone fino di forma rettangolare piuttosto grande, per permettere di raccoglierlo e legarlo bene in testa (1) senza che esso stringa troppo; se non lo si vuole raccolto si lascia ricadente su spalle e schiena (2), trattenuto in testa da una semplicissima e sottile “treccia” di stracci monocromi o multicolori; in questo caso un lembo del velo può essere tratto sotto il mento e fissato alla “treccia“ in corrispondenza di una tempia, incorniciando così il volto delle “gentili Madonne”!
Le donne medievali portavano altri copricapo che, per semplicità, descriveremo nelle pagine seguenti attraverso degli schemi realizzati da un nostro amico olandese.
9. Cintura e Borsa
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Elemento molto importante per evitare di farvi assomigliare a dei sacchi di patate ambulanti è la cintura: come abbiamo già detto è consigliabile il cuoio naturale o marrone nelle sue diverse tonalità piuttosto che il nero; la cintura può essere sottile (2/3 cm.), alta (3/4 cm.) e generalmente lunga tanto da permettere il classico “nodo“ medievale. Per le Madonne è consigliata quella sottile, per i messeri a piacere.
Le fibbie (1) devono essere semplici (in ottone, ferro, rame) e non quelle pacchianate che di solito si vedono in giro; si va da un fornitore per calzolai, si chiede di vedere fibbie a forma quadrata, a “D” oppure tonde, si scelgono quelle più sobrie e si va a casa. Una volta a casa si noterà che le fibbie sono troppo perfette e molte sono cromate; noi solitamente procediamo così:
- fibbia a “D” in ottone pieno: si mette in una morsa e con una lima si comincia a limarla su tutta la superficie ed i bordi per dargli una parvenza meno “industriale”, poi si appiattisce, quindi si raddrizza l’ardiglione e con la lima gli si fa la punta: una passatina leggera con la carta vetrata fina e l’effetto “artigianal-medievale” è ottenuto!
- fibbia a “D” in ferro cromato: stesso procedimento di quella d’ottone; eventualmente se è bombata-cava la si appiattisce con due colpetti di martello. In più dopo queste operazioni si prende la fibbia, la si scalda fino a che diventa rossa e si tuffa in olio, avrete così una bella fibbia in ferro brunito. La passata sul fuoco e olio per togliere la cromatura è consigliata sempre.
Altra cintura semplice (2) è quella tutta in cuoio in cui una estremità presenta 2 fori verticali e l’altra estremità due lacci ottenuti dalla cintura stessa: i due lacci andranno infilati nei fori ed annodati…il gioco è fatto!
La borsa è generalmente in pelle, ma anche in tessuti grossolani e solidi come la canapa, ed è sempre molto capiente: la sua forma può essere quadrata, a semi-cerchio allungato od a trapezio (3); la patta si chiude con semplici lacci in pelle o con fibbiette metalliche.
La borsa più semplice è quella a sacchetto (4) con il laccio passante a chiuderne l’imboccatura e contemporaneamente funge da passante per la cintura. Borse piccoline servono a contenere i soldi e gli uomini medievali erano usi a portarle legate alla cinta delle brache (4 bis).
E’ importante seguire le nostre indicazioni, frutto di una ricerca approfondita condotta su miniature e sculture medievali: gli uomini non devono portare assolutamente borse alla cintura in vita! Nel Duecento si portavano soltanto borse a tracolla (5).
Le donne invece possono portare borse (6) alla cintura!
10. Calzature
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Questo il procedimento per realizzare le calzature:
- si prende del cuoio fino ma resistente, vi si poggia sopra un paio di scarpe (meglio se tipo ‘espadrillas’) della vostra misura e si disegna la sagoma sul cuoio (1). Fatto ciò si procede con il disegnare a mano una leggera punta sul davanti della sagoma (2): leggera, non punta esagerata! Tagliate mantenendovi a 5 mm. circa dalla sagoma;
- da un pezzo di pelle solida ma flessibile ricavate la tomaia “A” ed il tallone “B”, prendete ago robusto, spago fino o filo incerato da calzolaio ed un punteruolo (lesina), articoli che trovate nelle forniture per calzolai, e cominciate a cucire la tomaia alla suola seguendo il bordo (3): iniziando dalla punta della suola, una volta cucita la tomaia procedete con il tallone alla stessa maniera;
- una volta unite le tre parti vedrete che i punti saranno tutti all’esterno, quindi in ragione del fatto che la suola è in cuoio morbido e flessibile, cominciate lentamente a rivoltare la scarpa in modo che i punti risulteranno all'interno (4): a questo punto il più è fatto!
- ora calzate le scarpe e fatevi una prima idea se sono larghe o strette; consigliamo più larghe perché se volete indossarle con una calza-braca è meglio, oppure con un calzettone di lana se in inverno, eventualmente potete aggiustare con suolette interne;
- procediamo con le rifiniture (5): nel punto in cui la tomaia è scavalcata dal tallone si dovranno cucire assieme come da disegno, poi si dovranno praticare dei fori sul bordo superiore del tallone ove far passare il laccio di pelle che servirà ad assicurare la scarpa al piede e, infine, ci si rivolge ad un calzolaio chiedendogli gentilmente, e pagando, di applicare alla suola in pelle morbida una bella suola in crosta di vacca o meglio di gomma alta circa 3 o 4 mm., o meglio ancora tutte e due. Lo sappiamo bene che la suola in gomma non è filologica, ma serve a preservare più a lungo il vostro lavoro ed è una concessione che vi potete permettere.
Di queste calzature vi illustriamo una variante al tallone (6) per realizzare una scarpa alta almeno 18/20 cm. - con piattella frontale da applicarsi sul lato interno del calcagno (7) - e come restringere o allargare il collo della scarpa (8) per meglio adattarle al vostro piede, senza dilungarci in eccessivi scritti.
Ovviamente se siete in rapporti con qualche calzolaio che capisce il vostro problema basta che gli portiate le parti tagliate e gli spieghiate cosa fare: le cuciture più corpose ve le può fare lui a macchina tanto poi vanno rivoltate all’interno.
Altro suggerimento pratico: poiché noi uomini e donne moderni non siamo abituati a camminare per molto tempo senza un minimo di tacco (dopo tre ore iniziano a dolere le gambe e si avverte la sgradevole sensazione di camminare in modo strano) è consigliabile inserire nella scarpa un “alza-tacco” di circa 1,5/2 cm.: il risultato è che pur non vedendo niente da fuori la scarpa è molto più comoda!
Ultima cosa, ricordatevi di ingrassare o dare il lucido alle scarpe, questo servirà a dare una maggiore impermeabilità, visto che molte volte ci si trova sotto l’acqua.
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Bene, queste sono indicazioni sufficienti per mettere assieme un abito civile del nostro periodo con minima spesa ed impegno: ovviamente ci sono altri capi ed accessori ma intanto concentriamoci con questo, fatta la base si può sempre implementare con altro, con comodo e voglia!
Buon lavoro e vedrete che i risultati non mancheranno!
Fonte: http://digilander.libero.it/confraternitasilenzi/abbigliamento%20-%20produzione%20abiti%20civili.doc
autori: Remo Buosi - Andrea Guerzoni
3a edizione Anno 2003
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