Musica americana

 

 

 

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Musica americana

 

Musica del Continente americano

 

Cercare lungo tutto il continente americano uno stile o un genere musicale completamente autoctono, ovvero legato a solamente quella terra ed ai popoli originari che la popolavano, è un’impresa destinata a rimanere senza esito. La musica degli Indio ha purtroppo prodotto pochi frutti fecondi e significativi; dal punto di vista musicale  e culturale ciò che è nato in  America è essenzialmente meticcio, vale a dire con caratteri ereditati da fonti diverse. Definito alla sua scoperta “il nuovo mondo”, questo continente è stato oggetto di continue migrazioni di popoli depositari di un enorme bagaglio di culture, tradizioni e civiltà musicali. In america sono confluite genti da tutta Europa (Penisola Iberica, Balcani, Centro e Nord Europa, Gran Bretagna, Italia …), dall’Africa, dall’Asia portando inoltre con sé una grande varietà di culti religiosi. Eccezion fatta per alcuni casi particolari, i vari popoli si sono mescolati ed integrati in quella cultura che potremmo definire “prevalente” (anglosassone al Nord, iberica al Sud ed al Centro) tutti lasciando, comunque, impronte profonde e facilmente riconoscibili.

Il mondo anglosassone ha portato dal vecchio continente antiche danze inglesi, ballate irlandesi, operette e brani musicali legati alla marineria ed al mondo militare. Gli emigranti italiani e francesi, oltre al proprio ricchissimo repertorio popolare (basti pensare alle canzoni napoletane), hanno introdotto in America il grande repertorio lirico unitamente agli spettacoli d’avanspettacolo del cosiddetto “Caffé chantant”. Il mondo iberico, comprendendo in esso Spagna e Portogallo, il ritmo incalzante della Rumba ed il Fado, canzone popolare portoghese.

Nelle zone in cui si sono formate comunità africane, eredità di antiche tratte di schiavi, sono nati i nuovi generi musicali più espressivi ed importanti; da  ricordare sono: il Blues e la musica jazz statunitensi, Il Mambo cubano, il Calypso ed il Reggae dei Carabi, il Samba brasiliano. Analogamente a quanto già visto per il jazz, anche in America Latina le comunità afro-americane hanno fuso la musicalità del continente originario, l’Africa, con le civiltà musicali dei popoli dominanti, in questo caso spagnoli e portoghesi. Ma qui, le diverse condizioni di vita ed una diversa considerazione sociale in cui veniva tenuto lo schiavo africano, hanno determinato lo svilupparsi di espressioni musicali diametralmente opposte rispetto a quanto avvenuto nell’America del Nord. Le angosce e la rassegnata disperazione immediatamente avvertibili nel Blues e negli Spiritual, nella musica latina sono completamente assenti; essa è generalmente solare, esuberante, un’esplosione di ritmi e percussioni esotiche.

La mappa musicale del Continente è quindi ricca ma non eccessivamente complessa. Nel Mid-West, vale a dire lo zoccolo duro della cultura statunitense, le antiche danze inglesi e le ballate irlandesi portate dai pionieri che strapparono queste terre agli “indiani”, sono evolute nel genere country, ovvero una musica folkloristica oramai integrata nel più ampio filone della musica pop-Rock. Più genuino e tradizionale è invece il “Bluegrass”, una tendenza della musica country radicata nelle campagne che, tra selle e speroni, rappresenta il divertimento del cow-boy.

Scendendo a Sud, è il mondo iberico a prendere il sopravvento. Su tutto domina una danza tradizionale ancor oggi molto diffusa in Spagna: la rumba. Essa possiede una cadenza ritmica intensa e coinvolgente, è accompagnata da strumenti a corda; è cantata con una espressività molto particolare che lascia supporre una probabile derivazione araba. La rumba ha influenzato tutti gli stili musicali meridionali evolvendo in maniera diversa a seconda delle isole o delle nazioni che si sono formate dalla decadenza degli imperi coloniali spagnoli e portoghesi.

 

 

Perù e paesi andini

El Condor Pasa, Solo Charango: brani popolari dell’America andina, in particolare del Perù.

Nella musica di tutta la Cordigliera delle Ande sono facilmente avvertibili gli influssi delle popolazioni indios, vale a dire dei discendenti delle antiche civiltà precolombiane. Infatti, accanto a strumenti portati dai conquistatori spagnoli, come le chitarre, possiamo riconoscere strumenti di indubbia derivazione Inca come il Flauto di Pan o il Charango, un piccolo cordofono ricavato dalla corazza di un armadillo. Per quanto riguarda i flauti di Pan (o siringhe), va sottolineata una peculiarità della musica d’insieme eseguita da questi strumenti: essi sono fabbricati a due a due in modo tale che le note prodotte da uno dei due flauti formanti una coppia risultino complementari a quelle prodotte dall’altro; di conseguenza le note di una stessa melodia devono essere suonate dai due musicisti alternativamente. Prendendo in esame lo specifico peruviano, si è soliti distinguere la sua musica popolare contemporanea in mùsica indìgena e mùsica mestiza (attributo di tutto ciò ch’è misto di indigeno ed europeo), ma tra le due categorie sussistono un gran numero di punti di contatto. Per sommi capi possiamo localizzare la prima prevalentemente nelle regioni montuose, la seconda nelle città e nelle zone costiere.

 

Argentina

Libertango (Astor Piazzola). Tra i diversi generi musicali che si sono distinti in Argentina dalla fine del XIX secolo, il Tango si distingue quale danza e canzone più significativa. Considerato uno dei simboli più espressivi del carattere argentino, il tango si è sviluppato negli arrabal o orillas (zone povere suburbane), nei sobborghi della città di Buenos Aires. La cultura arrabal combinò, all’incirca tra il 1870 ed il 1900, elementi degli immigrati europei e dei gauchos inurbati in un clima di crescente insoddisfazione e frustrazione. Il tango esprime una sorta di esasperata rivalsa del gaucho che, lasciata la prateria con il suo codice di onore e coltello, si ritrova ad essere, nella nuova realtà urbana un disadattato. Di qui l’esasperata passionalità e la fortissima espressione di virilità in una danza alla quale, per gli espliciti contenuti erotici, fu vietata l’esecuzione in pubblico rimanendo confinata in esecuzioni clandestine nel retro dei locali, sino ai primi anni del novecento.

 

Brasile

Mas Que Nada. La musica popolare brasiliana si fonda sulle diverse tradizioni culturali che hanno contribuito a formare il paese; e dal momento che il Brasile fu colonizzato dai portoghesi, la musica popolare ispano-lusitana costituisce il fondamento della musica popolare brasiliana. Il commercio degli schiavi con l’Africa, che durò almeno quattro secoli, ha lasciato un’impronta profonda e duratura sulla musica tradizionale brasiliana. Molti ritmi di danza e le scale alla base di innumerevoli melodie mostrano una chiara origine africana, così come di eredità africana sono molti strumenti musicali. Tuttavia, il predominio e l’influsso dei bianchi sugli amerindi e sugli afro-brasiliani hanno creata una cultura essenzialmente mestiza. Di conseguenza le tradizioni musicali folcloristiche brasiliane sono generalmente di tipo mestizo.

Il samba è diventato, dagli Anni Venti, la danza nazionale del Brasile. Estremamente complessa nel ritmo, negli Anni Trenta e Quaranta assume il carattere di danza cantata da sala da ballo, con sottofondo orchestrale. Al giorno d’oggi si presenta con un gran numero di sfumature a seconda dei passi che ispira e dell’utilizzo che se ne fa (specialmente durante le sfarzose sfilate di carnevale). Uno di questi è il “Frévo”, che impone alle gambe passi veramente frenetici, ma esiste anche la “Marcha” o il “Marcha Rancho”.

Waters of march. Con l’avvento della “Bossa nova” (1958) si afferma un altro aspetto importante del carattere musicale brasiliano: la “saudade”; una sorta di triste allegria caratterizzata da una emissione vocale sommessa e dai toni nasali. Con la Bossa nova, la musica popolate brasiliana incontra le armonie e le improvvisazioni del Jazz e le liriche di una generazione di poeti che, dagli Anni Sessanta in poi, molto influenzeranno la musica leggera mondiale.

 

Cuba

Ran Kan Kan. Il “Mambo” è una danza cubana derivata dalla fusione di elementi jazzistici con elementi desunti dalla rumba, diffusasi nel secondo dopoguerra come danza da sala sia in America che in Europa. In origine era una danza folklorica cubana dedicata al dio della guerra Mambo; nel 1955 assunse la struttura ritmica moderna. Il suo strumentario è ricco di percussioni quali maracas, bongos, congas, güiro, timbales ed è spesso suonato da vere e proprie big band jazz con il classico organico comprendente trombe, tromboni e sassofoni.

Il termine rumba originariamente designava un modo di ballare erotico e sfrenato che si presentava in tre varianti, tutte danze di coppia e di corteggiamento. Anche per la musica cubana è quindi evidente una natura essenzialmente “mestiza”, meticcia, dovuta all’incontro avvenuto fra le culture africane ed ispaniche sin dall’epoca delle prime colonizzazioni.

 

Antille (Trinidad, Barbados, Giamaica)

Banana Boat. Calypso: antico canto popolare dell’America centrale sorto alla fine del XVIII secolo probabilmente a Trinidad, la cui melodia ed il cui testo (un ibrido linguistico formato da parole francesi, inglesi ed africane) di contenuto satirico, venivano improvvisati da cantori popolari quali erano i braccianti delle piantagioni. Con Banana boat (1957), un successo del cantante Harry Belafonte, il calypso divenne di moda anche in Europa come ballo da sala.  Nel testo si parla di braccianti che, dopo aver caricato banane per tutta la notte, vedono finalmente arrivare l’alba (Daylight come and he wan' go home). Come in molta musica afroamericana, la canzone è costruita alternando un solista, che intona la propria melodia quasi improvvisando, ad un coro.

 

Nord America

Back to old Kentucky, I don’t wanna dance this song again. Brano bluegrass il primo, country il secondo.  Entrambi gli stili sono la tipica espressione musicale del Mid-West, vale a dire di quelle sterminate pianure interne che, lasciato l’Atlantico precedono le montagne rocciose. Questa è la zona in cui le radici folcloristiche anglosassoni sono più radicate, qui la musica deriva direttamente dalle antiche danze inglesi e dalle ballate irlandesi che i primi coloni, i pionieri, portarono dalla loro madre patria all’epoca della conquista del West. Il Bluegrass è uno stile genuinamente campagnolo, tipico delle feste contadine e delle riunioni fra “cowboy”; il country, pur condividendo con esso luoghi e tradizioni di origine, è stato invece contaminato dalla musica pop e rock.  Lo strumentario è praticamente lo stesso con una leggera prevalenza, nel bluegrass, di strumenti acustici (banjo, chitarre, percussioni). Il violino solista è generalmente presente in entrambi gli stili ma, nel bluegrass, alcuni esecutori hanno mantenuto un’antica e curiosa tecnica (abiurata da tutti i violinisti classici) che consiste nel poggiare lo strumento verticalmente sul ginocchio piuttosto che sulla spalla.

 

Giamaica

Jamming, I shot the sheriff. Grandi successi di musica Reggae, espressione musicale giamaicana. Il loro autore (Bob Marley) è tuttora, a diversi anni dalla morte, uno dei miti della musica giovanile. Il Reggae condivide con gli altri generi sudamericani la vigorosa forza ritmica, ma, essendo più recente, ha subito l'influenza della musica Rock e la contaminazione dell'industria discografica. Nasce in seno alla comunità afro-giamaicana, in particolare come espressione di una locale confessione religiosa, chiamata “Rasta” (dim. di Rastafarians of Kingston),  della quale lo stesso Bob Marley era un autorevole esponente. Questa confessione era (ed è) una sorta di culto misterico-cristiano  in qualche modo collegato alla la chiesa copta africana. La musica reggae raggiunse la sua massima popolarità mondiale negli anni ottanta ma, con la morte del suo massimo interprete, conobbe un rapido declino non trovando altri personaggi in grado di rinnovare il successo raggiunto.

 

 

 

Fonte: http://www.scuolacupramontana.it/Materiali%20Musica/Musica%20americana.doc

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