Lussazione di spalla

 

 

 

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Lussazione di spalla

La lussazione di una spalla rappresenta per tutti ed ancor più per uno sportivo professionista un infortunio drammatico. In genere la lesione si realizza per caduta sull’arto superiore in posizione abdotta ed extraruotata. Nella quasi totalità dei casi (97 %) si tratta di una lussazione anteriore per cui la testa omerale trasla anteriormente rispetto al piano anatomico normale. Avviene particolarmente di frequente negli sport di contrasto come il rugby ma si riscontra anche nello sci, nel basket, nel judo, nel surf e nel calcio (più spesso nei portieri).  Per lo più si tratta di soggetti giovani per i quali è imperativo il ritorno in piena efficienza all’attività lavorativa o sportiva.  Per questo dopo la riduzione della lussazione, cioè il riposizionamento manuale della testa dell’omero nella cavità glenoidea ed una sua immobilizzazione in tutore o bendaggio idoneo, si impone una scelta terapeutica che assicuri una rapida ripresa dell’attività e un minor rischio possibile di altri eventi simili, che aprirebbero la strada alla cosiddetta lussazione abituale di spalla. In questa condizione clinica la fuoriuscita della testa omerale si realizza più volte anche frequentemente e per sollecitazioni spesso banali; tanto che risulta impossibile praticare qualsiasi attività stressante per la spalla. Bisogna pertanto eseguire una adeguata valutazione del danno con apposita diagnostica per immagini, in genere con RMN (risonanza magnetica nucleare) e conseguentemente decidere se mantenere l’arto bloccato per 2-3 settimane iniziando poi la riabilitazione oppure sottoporre subito l’infortunato ad intervento chirurgico di riparazione e stabilizzazione, che solitamente oggi avviene per via artroscopica.
Il ricorso all’intervento è giustificato dall’alto numero delle recidive nei soggetti trattati con la sola immobilizzazione seguita dalla riabilitazione: dal 20 al 95 % dei casi secondo le diverse statistiche. Sembra che il rischio di recidiva sia più alto nei soggetti più giovani e che fanno sport e che sia poco o nulla correlato alla diversa durata della immobilizzazione. Lo scopo dell’intervento è la riparazione e il ritensionamento della capsula articolare; se presenti devono essere riparate le lesioni del cercine glenoideo, una struttura anatomica che delimita la porzione periferica della cavità glenoidea, in stretta connessione con la capsula articolare, e che ne aumenta la profondità e ne regolarizza la conformazione. La disinserzione della porzione anteriore del labbro (la cosiddetta lesione di Bankart) è un fattore importante nel determinare l’instabilità anteriore di spalla perché comporta una riduzione di circa il 50% della profondità della cavità glenoidea rendendola meno contenitiva in direzione antero-posteriore. L’intervento mira inoltre a ripristinare la funzionalità dei ligamenti gleno-omerali, in specie di quello inferiore che è il maggior responsabile passivo anteriore della testa omerale. Dopo l’intervento si inizia precocemente l’attività isometrica e successivamente a muovere con cautela l’arto secondo protocolli riabilitativi ben definiti riservando per ultima la extrarotazione. In genere il ritorno all’attività sportiva avviene dopo 5-6 mesi dall’infortunio.      

                                              
Autore:  a cura del Dr. Stefano Guidotti
Fonte:
http://www.stefanoguidotti.it/lussazione%20di%20spalla.doc http://www.stefanoguidotti.it/argomenti.htm
Sito web: http://www.stefanoguidotti.it

 

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