Le differenze religiose

 

 

 

Le differenze religiose

 

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Le differenze religiose

LE DIFFERENZE RELIGIOSE

Struttura del capitolo

L’argomento di questo capitolo è particolarmente delicato e richiede una certa maturità da parte del lettore: è per questo che gli autori del sito hanno pensato di rivolgersi – attraverso la mediazione degli educatori – a ragazzi di non meno di dieci-dodici anni.

Le basic ideas sono tre:

  1. al mondo esistono tante religioni;
  2. secondo taluni l’essere umano è per natura un animale religioso;
  3. vi sono diversi atteggiamenti possibili nei confronti delle religioni diverse dalla propria.

Con il primo punto (che sottolinea la varietà delle religioni) si parte dall’esperienza religiosa concreta (le manifestazioni religiose), che è quella rispetto a cui i ragazzi possono rapportarsi più facilmente. Innanzi tutto si forniscono alcune nozioni di base su ciascuna delle principali religioni del mondo (invitando i lettori a inviarci schede per le numerosissime religioni mancanti), allo scopo di sgomberare il campo da alcuni dei pregiudizi più radicati e di rimandare coloro che fossero interessati ad approfondire lo studio delle singole tradizioni religiose ai siti specificamente dedicati a esse. Verrà inoltre esposta la posizione degli atei e degli agnostici. Attraverso il confronto delle cerimonie religiose si tenta poi di incoraggiare la comparazione tra le differenti tradizioni: ad esempio, nella sezione sulle cerimonie che segnano le tappe fondamentali della vita si mettono a confronto i modi in cui induisti, ebrei, cristiani, ecc., celebrano i matrimoni, i funerali e altre cerimonie.

Nella seconda parte (che indica come ogni religione tenti di rispondere ai grandi interrogativi universali) si cercherà di mostrare come, di fronte ai medesimi problemi esistenziali, ciascuna religione elabori delle risposte specifiche. Naturalmente non è possibile studiare a fondo la posizione assunta da ciascuna dottrina religiosa nei confronti dell’origine dell’universo, della morte, della sofferenza, del bene e del male: ci si limiterà pertanto a fornire qualche esempio e, ancora una volta, a invitare i lettori ad arricchire l’antologia con i loro contributi.

Mentre le prime due parti sono dedicate alla descrizione delle religioni, nella terza parte (sui diversi atteggiamenti che si possono assumere nei confronti delle religioni diverse dalla propria) si parlerà anche dei conflitti, delle persecuzioni, delle guerre e degli stermini perpetrati in nome di una fede religiosa. Dopodiché si chiederà ai ragazzi se osservano una discrepanza tra i princìpi delle religioni e quei comportamenti. L’obiettivo è di promuovere la discussione in modo da incoraggiare i ragazzi stessi a proporre alcune possibilità di convivenza tra fedi diverse.

Come per il precedente capitolo di Accettare le Diversità, ciascuna delle tre parti è suddivisa in cinque sezioni interne: basic idea, approfondimenti, esempi, esercizi e letture (per una spiegazione delle varie sezioni, vedi Introduzione di Umberto Eco).

Introduzione al capitolo
di Umberto Eco

 

Per iniziare ad affrontare il difficile argomento religioso, l’educatore chieda anzitutto ai ragazzi se la loro famiglia o le famiglie dei loro vicini assistono ai riti religiosi che si praticano nel loro paese. Poi si chieda se nel loro paese conoscono persone che praticano i riti di una religione diversa (o se hanno letto in qualche libro, o visto al cinema o in televisione, che ci sono persone che praticano una religione diversa - anche se si tratta di religioni antiche e scomparse, come potrebbero aver visto in un film sugli antichi romani o sugli egizi). Partendo da questa constatazione, che esistono religioni diverse, si può passare alla domanda “che cosa è una religione?”

Il sentimento religioso

         È stato detto che l’uomo è un animale religioso. Noi  non sappiamo che cosa pensino i cani, i gatti o gli uccelli, ma non ci risulta che gli animali abbiano una religione (anche se qualcuno ha detto che quando un cane abbaia alla luna sta riconoscendo l’esistenza di una Cosa che non appartiene al suo mondo). Invece tutti i popoli di cui sappiamo qualche cosa hanno mostrato di possedere un sentimento religioso.

         Come vedremo dopo, ci sono religioni che riconoscono una Divinità sola (religioni monoteiste), altre che riconoscono molte entità divine come gli dei degli antichi, o gli spiriti dell’acqua o degli alberi (religioni politeiste), religioni che hanno delle chiese, dei templi, e altre che onorano i loro dei in mezzo alla natura, religioni che raffigurano i loro dei mediante statue o dipinti, altre che onorano una pietra, altre ancora che non sembrano avere nessun oggetto da venerare o adorare. Ma prima di decidere che cosa sia una religione bisogna stabilire che cosa è il sentimento religioso, che sembra comune a tutte le comunità umane, passate e presenti.

Perché?

         I bambini molto presto iniziano a chiedere ai loro genitori molti “perché”, perché il sole fa luce, perché l’acqua bagna, eccetera eccetera. Il sentimento religioso nasce quando gli uomini si chiedono perché sono al mondo, ovvero perché esiste e come è nato l’Universo (che comprende sia la nostra Terra che il cielo, il Sole, la Luna e le Stelle).
Questi “perché” riguardano anzitutto il passato, il presente e il futuro. Per quanto riguarda il passato gli uomini si chiedono se l’Universo è stato fatto da Qualcuno. Per quanto riguarda il presente si chiedono come debbono vivere e comportarsi coi loro simili, e se chi ha fatto il mondo in qualche modo - magari mediante dei propri “aiutanti” (angeli, spiriti, o altre forze della natura) - li aiuta, li protegge, li giudica, li premia o  li punisce. E siccome tutti gli uomini sentono che qualcosa è male (per esempio l’ammalarsi, il morire, il perdere le persone care o le cose a cui tengono di più) si chiedono come mai al mondo le cose non vanno come desiderano, e se quello che viene avvertito come male viene permesso da chi ha creato il modo, e per quale ragione. Infine si chiedono che cosa accadrà a loro e agli altri dopo la morte. Finirà tutto nel nulla o chi ha creato il mondo si prenderà cura di loro?
Tutte queste domande (di cui si parlerà nella seconda parte) sono manifestazioni del sentimento religioso e da esse nascono le varie religioni (di cui si parlerà nella prima parte).

Principio Trascendente e Principio Immanente

         In genere le religioni riconoscono che c’è qualcosa di superiore a noi, qualcosa di Sacro, che noi non vediamo o tocchiamo, ma da cui dipendiamo. Esse si dividono tra quelle che riconoscono un Principio Trascendente e quelle che riconoscono un Principio Immanente.
Per Principio Trascendente s’intende una Divinità che non fa parte di questo Universo ed è fondamentalmente diversa da noi. Essa è di natura spirituale e vive in cielo o da qualche altra parte. Per alcune religioni questo Principio Trascendente non solo ha creato l’universo ma si è manifestato agli uomini attraverso una Rivelazione, che ci viene tramandata attraverso dei Libri Sacri.
Per Principio Immanente si intende una Causa (o diverse Cause) che fanno parte del nostro stesso Universo, che viene sovente considerato come la stessa Divinità, oppure si ritiene che molte forze che agiscono nell’Universo (l’aria , il fuoco, le varie potenze naturali come i venti, oppure il Sole e le Stelle) siano aspetti del Sacro.

A cosa crede chi non crede

         In un certo senso hanno un sentimento religioso anche coloro che non riconoscono alcuna religione. Tra costoro ci sono gli agnostici e gli atei.
Gli agnostici sono coloro che ritengono che, alle domande di cui abbiamo parlato, non si possa dare una risposta. Pertanto non accettano le risposte date dalle varie religioni. Ma non è che sottovalutino molte di quelle domande. Pertanto cercano a modo proprio di trovare dei princìpi di vita a cui aspirarsi (vedi Sistemi etici a confronto).
Gli atei sono coloro che non credono che l’Universo sia stato creato da una entità trascendente, e spesso ritengono di poterlo provare scientificamente. In ogni caso ritengono che le Rivelazioni delle varie religioni non possano essere dimostrate come vere. Alcuni di essi accettano un Principio Immanente, ma ritengono che, se si pensa che la Divinità si identifica con l’Universo, e quindi noi ne siamo parte, questo significa che non c’è alcuna Divinità fuori di noi. Tuttavia anche gli atei, come gli agnostici, cercano di ispirarsi ad alcuni princìpi di vita (vedi Sistemi etici a confronto).
È vero che ci sono alcuni che non solo non credono ad alcuna divinità ma ritengono che, se Dio non esiste, allora si può fare tutto quello che si vuole, e per soddisfare ogni proprio desiderio possono uccidere, rubare, calpestare i diritti degli altri. Ma costoro sono meno frequenti di quanto si creda. È difficile che un essere umano non si ponga il problema di ciò che è bene e ciò che male, e non senta di essere legato ai propri simili da affetti, doveri, responsabilità comuni. Questo perché l’uomo è anzitutto un essere sociale, vale a dire che può vivere solo se gli altri lo riconoscono, lo amano, lo aiutano. Quando si pone domande intorno al suo rapporto con gli altri uomini, e si chiede perché è legato a loro, l’uomo manifesta in qualche modo un sentimento religioso, anche se non crede in nessuna religione.

 

1. BASIC IDEA: Al mondo esistono tante religioni

Al mondo esistono tante religioni: dall’Induismo, che raccoglie al proprio interno un insieme di movimenti religiosi diversi, derivano e si distinguono altre tradizioni religiose, come il Buddhismo, il Giainismo, il Sikhismo. Le tre religioni monoteistiche di origine semitica sono l’Ebraismo, il Cristianesimo  e l’Islam. Alcune religioni sono legate alla vita culturale di un determinato popolo, come il Confucianesimo e il Daoismo, lo Shintoismo, e le Religioni tradizionali africane, americanee oceaniche. Altre, come il Baha’ismo, cercano di integrare elementi che provengono da tradizioni diverse.

 

L’elenco delle religioni che si può consultare su queste pagine è, inevitabilmente, incompleto. Se volete aiutarci a renderlo più esaustivo, potete inviarci una breve scheda informativa su una delle tante religioni mancanti. Mettetevi in contatto con la redazione del sito e vi manderemo le indicazioni stilistiche a cui attenervi nella stesura della scheda.

 

 

Le religioni e le date

Diverse religioni contano gli anni in modo diverso. Per esempio gli ebrei li numerano dalla data della presunta creazione del mondo (l’anno 2001 sarebbe il 5761), i musulmani dalla data dell’Egira (il 2001 sarebbe il 1379).
La datazione comunemente usata negli affari internazionali è quella cristiana, che parte dall’anno in cui si presume sia nato Gesù Cristo: nel mondo cristiano si direbbe che viviamo nell’anno 2001 dopo Cristo (d.C.), o Anno Domini (A.D.), o dell’era volgare (e.v.). Nel mondo ebraico si dice  E.C. (Era Comune).

  

 

1.1.  APPROFONDIMENTI

1.1.1.  Che cos’è una religione?

Quando si confrontano diverse tradizioni religiose, bisogna stare attenti a non dare per scontata la propria idea di che cosa sia una religione. Infatti, con la parola religione si possono intendere almeno quattro cose diverse:

Religione come pratica

  1. Un insieme di tradizioni, di riti, di racconti,  di abitudini e di cerimonie che vengono coltivati da un certo gruppo di persone e che vengono trasmessi di generazione in generazione.

Religione come visione complessiva della vita

  1. Una serie di credenze, un sistema di regole di comportamento, una concezione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e, in generale, una certa “visione del mondo”.

Religione come teologia

  1. Una dottrina che spiega il rapporto dell’essere umano con tutto ciò che sta al di là della realtà materiale, ovvero con la sfera ultraterrena.
  2. Religione come atteggiamento spirituale intimo

Un rapporto individuale che ciascuna persona sviluppa con ciò che è sacro. A volte le persone si identificano pienamente con una determinata religione, altre volte interpretano la tradizione a cui appartengono in maniera personale.

A seconda dell’accezione alla quale ci si riferisce, una certa tradizione spirituale potrà essere considerata come una religione oppure no. Ad esempio, alcuni studiosi di storia delle religioni si chiedono se il Buddhismo possa essere inteso come una religione nello stesso senso in cui lo sono l’Ebraismo, il Cristianesimo o l’Islam: se per religione si intende un rapporto tra l’essere umano e un Essere Superiore, allora il Buddhismo (che non parla di Dio) non lo è; ma se si estende il significato del termine per intendere un insieme di insegnamenti spirituali e morali accettati con fede da una comunità e praticati nella vita quotidiana, allora anche il Buddhismo rientra a pieno titolo nella definizione.

1.1.2.  Come cambiano le religioni

Secondo molti studiosi di storia delle religioni, le religioni non sono dei sistemi fissi e perfettamente coerenti, ma piuttosto delle tradizioni in continua evoluzione.

Gli esseri umani che praticano una certa religione, e che la trasmettono alle generazioni successive, vivono all’interno della propria cultura e ne subiscono l’influenza. Se la cultura d’appartenenza si trasforma, anche la tradizione religiosa è soggetta alle pressioni del cambiamento. Ad esempio, il sistema delle caste che fondava la tradizioneinduista è stato abolito dalla Costituzione dell’India moderna, la quale vieta ogni discriminazione in base all’appartenenza castale. Un altro esempio di trasformazione all’interno di una tradizione religiosa è dato dal ruolo che il Buddhismo assegna alla donna: il Dalai Lama ha sostenuto che è necessario rivedere profondamente la posizione della donna (che, come in molte altre religioni, era originariamente marginale e subordinata all’uomo) all’interno del Buddhismo.
Non sempre le trasformazioni vengono accettate da tutti  membri di una comunità religiosa: a volte esse provocano degli scismi, i quali risultano in una divisione all’interno della tradizione religiosa. È quanto è accaduto nel Cristianesimo molte volte, ad esempio quando la chiesa ortodossa e la chiesa di Roma si sono separate l’una  dall’altra ufficialmente nel 1054 e.v. o quando (a partire dal XVI secolo) sono sorte chiese protestanti in opposizione alla chiesa cattolica Romana.
Anche l’incontro con le altre religioni, che si ha quando i membri di una certa tradizione entrano in contatto con persone che appartengono a tradizioni diverse, provoca dei cambiamenti: a volte si tratta di scambi e di integrazioni reciproche, come è accaduto nella Spagna del X-XII secolo tra ebrei, musulmani e cristiani. Altre volte l’incontro genera lo scontro, come avviene quando una religione cerca di convertire forzatamente i credenti dell’altra religione, oppure di impedire loro di osservare i precetti e i rituali che contraddistinguono la propria tradizione, o - in alcuni casi estremi - eliminando fisicamente coloro che appartengono alla religione diversa.

 

Alchimia
Un complesso di dottrine filosofiche, di pratiche magiche e di investigazioni dirette della  natura, tese alla ricerca della pietra filosofale, e cioè del principio in grado di spiegare i segreti della vita e di trasformare in oro i metalli.

Antisemitismo
Intolleranza nei confronti degli ebrei.

Bodhisattva
Per il Buddhismo Mahayana, bodhisattva è colui che, pur essendo in grado di raggiungere l’illuminazione interiore, si ferma alle soglie della liberazione per aiutare gli altri a ottenere la salvezza.

Canone
L’insieme dei testi, riguardanti una religione, una filosofia, o un’etica sociale, che una determinata cultura tradizionalmente considera fondamentali.

Circoncisione
L’operazione chirurgica della rimozione del prepuzio (la piega di pelle che ricopre la parte terminale del pene) che, presso gli ebrei e i musulmani, viene praticata ai neonati o a coloro che vogliono convertirsi a una di queste religioni. La circoncisione,  che non è particolarmente dolorosa (data la giovane età del bambino) e non è in alcun modo mutilante per l’uomo, veniva praticata  a scopi igienici da altri popoli nell’antichità, prima degli ebrei, e oggi viene praticata anche a non ebrei o musulmani per motivi medici.

Cosmogonia
Racconto  religioso o teoria scientifica circa le origini dell’universo.

Cremazione, inumazione e mummificazione.
Modi per disporre dei corpi delle persone morte: la cremazione è l’incinerazione del cadavere, le cui ceneri possono essere poi disperse o raccolte per essere conservate; l’inumazione è il seppellimento della salma sotto la terra;  la mummificazione è un trattamento a cui si sottopone il cadavere per arrestarne (o per limitarne) la decomposizione.

Diaspora
La dispersione di un popolo nel mondo dopo il suo allontanamento dalla sede d’origine. In particolare, questa parola si riferisce alla dispersione del popolo ebraico a partire dall’esilio babilonese.

Divinazione
Per alcune religioni e tradizioni popolari, soprattutto nell’antichità, la divinazione era l’arte di predire il futuro tramite l’interpretazione di alcuni eventi fisici che si riteneva fossero dei segni mandati dagli dei.

Ecumenismo
Movimento che tende a riunire i fedeli delle diverse confessioni cristiane.

Epifania
Festività cristiana che si celebra il 6 gennaio in ricordo della visita dei magi, i sacerdoti che, secondo i Vangeli, vennero dall’Oriente per adorare Gesù bambino.

Egira
(dall’arabo hijra)
La migrazione di Maometto e dei suoi primi seguaci dalla Mecca a Medina (622 e.v.) che segna l’inizio dell’era musulmana.

Esorcismo
Rito religioso diretto a scacciare i demoni o gli spiriti maligni da una persona che si ritiene esserne posseduta.

Eucaristia
Il principale rito della religione cristiana, istituito da Gesù durante l’ultima cena con i suoi discepoli, quando diede ai suoi discepoli del pane da mangiare e del vino da bere, in segno del suo corpo e del suo sangue. Nelle chiese cattolica e ortodossa si ritiene che, nell’eucaristia, il pane e il vino rendano realmente presenti il corpo e il sangue di Cristo. A questa teoria aderiscono anche una parte dei protestanti (ad esempio i luterani). Alcune altre chiese protestanti sottolineano invece che il pane e il vino sono delle rappresentazioni simboliche.

Gihad
Spesso (ed erroneamente) tradotto come “guerra santa”, significa “sforzo (verso Dio)”. La tradizione musulmana riconosce due tipi di gihad:

  1. il gihad maggiore consiste nello sforzo contro il male, che ogni musulmano è tenuto a compiere durante tutta la sua vita;
  2. il gihad minore era inizialmente lo sforzo contro  i politeisti. A seguito della espansione del mondo musulmano nei primi secoli dopo l’egira si fece strada la convinzione che l’Islam avrebbe conquistato il mondo intero: i politeisti si sarebbero convertiti, mentre cristiani ed ebrei sarebbero stati sottomessi e al contempo protetti. Alcuni movimenti estremisti dell’Islam hanno allargato questo concetto e lo hanno trasformato in uno sforzo contro chiunque non rispetti l’Islam.

Guru
Guru in sanscrito significa “maestro, persona religiosa o santa”.

Kaaba
L’edificio cubico in pietra collocato al centro del cortile della Grande moschea della Mecca, che secondo la tradizione musulmana fu costruito da Abramo insieme al figlio Ismaele, e nel cui angolo esterno sud-orientale è incastonata la pietra nera (che, secondo la tradizione musulmana, è nera in quanto avrebbe assorbito tutti i peccati del mondo).

Monogamia/Poligamia
La monogamia è il modello matrimoniale secondo cui un uomo può sposarsi con una sola donna, e si contrappone alla poligamia, che consente a una persona (generalmente all’uomo) di sposare più persone del sesso opposto.

Pogrom
La parola “pogrom” (che in russo significa “distruzione”) indica le sommosse sanguinose perpetrate contro le minoranze ebraiche in Russia, soprattutto tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo.

Politeismo e monoteismo
Il politeismo è la credenza in una pluralità di esseri superiori sovrannaturali, chiamati dei. Il monoteismo è la credenza in un unico dio. Vai a Lettura: Ugo Volli, Politeismo e monoteismo

 

Proselitismo

L’azione di chi cerca di convertire persone appartenenti ad altre fedi (o a nessuna fede) alla propria religione, impiegando la persuasione o, talvolta, la forza.

Religione
La parola religione deriva dal latino religio: “raccolta  (di formule e  di atti   rituali)”.
Il termine cinese che corrisponde a grandi linee al concetto di religione è jiao, che significa “insegnamento, dottrina, educazione”. In giapponese le religioni sono chiamate kyo (“insegnamento”).

Reliquia
Per la tradizione cristiana, una reliquia è qualunque oggetto o resto del corpo che si presume sia appartenuto a una persona venerata come santa o come beata e che, come tale, diventa esso stesso oggetto di culto.

Riti

« La parola rito deriva dal sanscrito rita che, nei Veda, indica la partecipazione dell’uomo all’ordine e alla struttura naturale degli esseri e delle cose. Ciascuna scienza umana ha insistito su uno degli aspetti particolari dei riti, ma tutte riconoscono il loro carattere collettivo, ripetitivo ed efficace. Vi sono regole di comportamento che prescrivono agli uomini come comportarsi con le cose sacre […]. I riti religiosi hanno l’obiettivo di introdurre l’individuo o la collettività in una zona dove possano entrare in comunicazione con il divino »
(da: Michel Meslin, “Les rites”, in Encyclopédie des réligions, vol II p. 1947, Bayard 1997)

Scisma
Spaccatura che avviene all’interno di una comunità religiosa per effetto di contrasti interni.

Shoah
Lo sterminio degli ebrei a opera dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Sincretismo
Mescolanza di dottrine o di pratiche religiose diverse, la cui fusione dà origine a un nuovo sistema religioso. Un esempio di sincretismo religioso è dato dalle nuove religioni africane, nelle quali molti elementi delle religioni tradizionali convivono in maniera più o meno armoniosa con elementi appartenenti alle religioni importate (in particolare, al Cristianesimo).

Singh
Singh significa leone (della fede), ed è il cognome comune di tutti coloro che appartengono alla comunità sikh (il termine femminile è Kaur = leonessa).

Sufismo
Movimento mistico musulmano. Il termine “sufismo” deriva dall’arabo suf  “lana”, poiché i primi mistici musulmani solevano indossare un saio di lana grezza.

Yoga
Sistema filosofico e un metodo di autodisciplina, tradizionalmente coltivato dagli induisti, dai buddhisti e dai giainisti, che – attraverso l’esercizio di determinate tecniche fisiche (in particolare,  tecniche respiratorie) – permette di raggiungere uno stato di estrema concentrazione e di condurre lo spirito all’unione con l’Assoluto.

 

Fonte: http://www.tolerance.kataweb.it/docs/cap2_it.doc

Sito web da visitare: http://www.tolerance.kataweb.it/

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