Cristianesimo cattolico

 

 

 

Cristianesimo cattolico

 

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Cristianesimo cattolico

 

 

Denominazione

 

Il termine cristiano deriva dal nome di Cristo, di cui i cristiani si dichiarano seguaci. Essi furono chiamati così per la prima volta ad Antiochia, nel III secolo d.C., mentre prima erano definiti nazareni.
Il termine "cattolico" deriva dalla parola grecakaqolikoVche significa "universale".


Simboli

La simbologia cristiana è molteplice, ma è la croce ad essere comunemente accettata come simbolo ufficiale del cristianesimo: essa ricorda il sacrificio di Cristo e la fede in un Dio Uno e Trino.


Il crocefisso cattolico porta molte volte il corpo di Cristo appeso al legno della croce.


Tra gli altri simboli si ricordano: il buon pastore (con riferimento a Cristo pastore del suo gregge),

il pellicano (simbolo di Cristo che dà il suo corpo in cibo, in quanto il pellicano accumula grasso sul petto e con esso sfama i suoi piccoli),
il pesce (in greco ictus; le lettere che compongono questa parola sono le iniziali della frase greca: "ihsouz cristoz qeou uioz svthr, cioè Gesù Cristo, figlio di Dio, Salvatore".

il segno (lettere iniziali di "Cristo" in caratteri greci, cristoz),

l’agnello (con riferimento a Cristo Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo),
l’ancora (simbolo di salvezza),

il pane e il vino (con riferimento all’Eucarestia).
Simboli tipicamente cattolici: le chiavi incrociate, segno del potere pontificio, le lettere JHS (iniziali della frase latina "Jesus Hominis Salus ", cioè "Gesù salvezza dell’uomo"), le immagini della Madonna e di alcuni santi.

 

 

 

 

Diffusione

 

 

Su una popolazione mondiale di sei miliardi di persone i cristiani sono circa 1.897.947.000, tra loro i cattolici sono poco più di un miliardo (il 17,4% del totale). I vescovi sono 4.439, i sacerdoti sono 404.626 (di cui 264.202 diocesani), 25.354 i diaconi permanenti, 57.813 i religiosi non sacerdoti, 814.779 le religiose professe, 30.772 i membri di istituti secolari, 56.421 i missionari laici e oltre due milioni i catechisti. Il numero dei seminaristi è di 109.828. I diaconi permanenti, i missionari laici e i catechisti sono cresciuti in modo consistente negli ultimi anni.
Segue un elenco di paesi in cui la popolazione cattolica supera i 5 milioni:

EUROPA:

  • Italia 56.933.000 (98,8%)
  • Austria 6.307.800 (78%)
  • Belgio 8.966.300 (88%)
  • Francia 44.548.200 (76%)
  • Germania 33.296.900 (40,6%)
  • Polonia 35.193.400 (90l.7%)
  • Spagna 37.356.900 (95%)
  • Portogallo 9.167.400 (92,2%)
  • Regno Unito 5.774.000 (9,8%)
  • Ungheria 6.419.800 (63,1%)

NORD AMERICA:

  • Canada 13.841.200 (45,7%)
  • Stati Uniti 56.203.600 (21%)

AMERICA LATINA:

  • Argentina 32.222.200 (91%)
  • Brasile 111.783.000 (70%)
  • Cile 11.185.200 (76,7%)
  • Colombia 38.204.300 (95%)
  • Ecuador 11.101.400 (93%)
  • Messico 84.564.700 (89,7%)
  • Perù 22.518.800 (92,4%)
  • Venezuela 21.045.900 (92,4%)
  • Bolivia 6.602.000 (85%)
  • Repubblica Dominicana 7.099.800 (91%)
  • Guatemala 8.431.500 (75%)
  • Haiti 5.308.600 (80,3%)

 AFRICA:

  • Repubblica Democratica del Congo 22.403.600 (48%)
  • Angola 6.905.600 (65%)
  • Kenya 7.488.800 (26%)
  • Uganda 9.169.300 (44,4%)

ASIA:

  • Filippine 60.092.800 (84%)
  • Vietnam 5.258.700 (7%)
  • India 7.000.000 ca. (0,7%)

OCEANIA:

  • Australia 5.052.600 (23,7%)

Altri consistenti gruppi di cattolici sono presenti in molti paesi africani e asiatici, ma non si dispone di stime ufficiali.


Storia

Sull’esistenza storica di Cristo, dalla cui predicazione ha avuto origine il cristianesimo, non ci sono dubbi. Egli nasce sei o sette anni prima della nostra era (a causa di un errore di datazione), durante l’impero di Cesare Augusto, a Betlemme di Giudea. La parte più interessante della sua vita è, senza dubbio, quella condotta in pubblico, che ha inizio nel 26 d.C. con il suo battesimo nel fiume Giordano, per opera di Giovanni Battista. Egli afferma di essere figlio di Dio e la sua missione è quella di trasmettere la "buona novella" agli uomini, inducendoli così alla conversione e permettendo loro di entrare a fare parte del regno del Padre. Per diffondere il suo messaggio compie miracoli, narra parabole e raccoglie intorno a sé i 12 discepoli, perché continuino la sua opera dopo la sua morte. Gesù Cristo è condannato a morte come ribelle dalle autorità romane per essersi proclamato Re dei Giudei. Secondo i cristiani dopo la sua morte sarebbe risorto e avrebbe inviato alla sua comunità, la Chiesa, lo Spirito Santo, per guidarla nel suo cammino di predicazione ed evangelizzazione. La legge fondamentale per Cristo, esplicitata nel cosiddetto Discorso della montagna è l’amore: sono beati i miti, i poveri, i misericordiosi, i perseguitati; sono condannati la ricchezza e il potere.
Le prime comunità cristiane compaiono già nel I secolo d.C.. Esse vivono nella preghiera, nella celebrazione della Cena (= Eucarestia), nell’ascolto della parola trasmessa dagli apostoli, nella comunione dei beni. Ma la religione cristiana è ferocemente avversata dal potere dominante romano per le idee di fratellanza e uguaglianza che predica, per il rifiuto di assolutizzare lo stato e rendere il culto dovuto all’imperatore. I cristiani sono inoltre accusati dall’opinione pubblica di molti crimini, quali cannibalismo (con riferimento all’Eucarestia), incesto, alto tradimento, ecc. Secondo la tradizione sono dieci le persecuzioni scatenate dai vari imperatori romani, ma non valgono a frenare l’espansione della nuova religione che, anzi, trova nei martiri la sua forza. Con l’editto di Costantino nel 313 è assicurata libertà di culto ai cristiani e il Concilio di Nicea del 325 consolida il movimento realizzando un’unità dottrinaria e un’organizzazione ecclesiastica a livello universale. Quando l’impero romano comincia a sfasciarsi sotto l’urto delle invasioni dei popoli germanici, la Chiesa si trova davanti al compito di "evangelizzare" i nuovi popoli; in quest’opera, sostanzialmente conclusa all’epoca di Carlo Magno, il monachesimo svolge un ruolo importante. L’unità che Carlo Magno dà al suo impero si traduce anche in un processo di riassestamento della Chiesa, ma la successiva caduta dell’impero carolingio porta ad una crisi all’interno della stessa Chiesa, da cui però quest’ ultima si rialza con un complesso di riforme ad opera di Gregorio VII. Non mancano vivaci contrasti con l’autorità imperiale, che culminano nella lotta per le investiture del secolo XI.
Nello stesso periodo una serie di dispute teologiche, aggravate da tensioni politiche, portano allo Scisma della Chiesa d’Oriente nel 1054. Inoltre, sono molto vivaci i movimenti millenaristici: nell’ attesa della fine del mondo e del giudizio universale, i seguaci di tali movimenti rifiutano gli aspetti istituzionali della Chiesa, la sua organizzazione, le sue proprietà temporali, i suoi dogmi. Tra loro ricordiamo i gioachimiti, i fraticelli, i flagellanti, le beghine, i valdesi.
Durante il secolo XII prende consistenza lo stato della Chiesa (Lazio, Umbria, Marche, parte dell’Emilia). Nei secoli XV e XVI si diffondono nei vertici gerarchici della Chiesa stessa corruzione e malcostume.
In questo situazione Martin Lutero elabora la dottrina della giustificazione attraverso la sola fede; è dichiarato eretico, ma rifiuta di ritrattare: è l’inizio della Riforma protestante. Nascono varie Chiese nazionali, tra cui quella inglese, che sorge per la ribellione del re Enrico VIII. Per rimuovere le cause che hanno portato alla Riforma, è promosso da parte cattolica un movimento di rinnovamento della Chiesa chiamato riforma cattolica o contro riforma che ha il suo culmine nel Concilio di Trento (1545-1563).
Dopo la scoperta dell’America (1492) cominciano a sorgere missioni nel Nuovo Mondo. Nel 1609 i Gesuiti creano la prima "riduzione" nel Paraguay, con lo scopo di alleviare la sofferenza cui sono sottoposti gli indios dai colonizzatori bianchi. Papa Gregorio XV istituisce a Roma un organismo preposto alla diffusione del Vangelo attraverso i missionari (propaganda fide). I missionari si diffondono in tutto il mondo, promuovendo l’avvio di opere di utilità pubblica.
Il contributo della Chiesa al miglioramento sociale si manifesta anche in risposta al processo di industrializzazione, che ha creato forti squilibri nelle masse rurali ed operaie: nel 1841-45 Giovanni Bosco avvia a Torino le prime scuole professionali per i giovani abbandonati; nel 1846 Kolping organizza associazioni in Germania, nel 1871 Leonardo Murialdo fonda le "Unioni Operaie Cattoliche", il primo ufficio cattolico di collocamento, il primo dopo-lavoro e la cassa pensione previdenza per vecchi inabili ed infortunati del lavoro. Anche alcuni papi si occupano della questione sociale e le dedicano encicliche: si ricorda tra queste la "Rerum Novarum" (1898), di Leone XIII.
Per quanto riguarda la chiesa ortodossa, con la rivoluzione russa del 1917, iniziano le persecuzioni con conseguente chiusura di chiese, imprigionamenti di membri del clero e confisca di proprietà. Solo a seguito dell'attacco della Germania nazista contro l'Unione Sovietica, nel 1941, la chiesa ortodossa riacquista una parziale libertà, in quanto il governo ne cerca l'appoggio nella "guerra patriottica ".
Il 25 dicembre 1961 il papa Giovanni XXIII indice il Concilio Ecumenico Vaticano II, che si apre l’11 ottobre 1962. A papa Giovanni XXIII succede Paolo VI che apre la seconda sessione del Concilio nel settembre 1963 e lo conclude due anni dopo con un memorabile discorso e con i messaggi di tutti i vescovi del mondo ai governanti, agli artisti, alle donne...alla fine del Concilio, risultano promulgati sedici testi ufficiali, quattro costituzioni, nove decreti e tre dichiarazioni.
Prosegue intanto il cammino ecumenico, il 7 Dicembre 1967 il papa Paolo VI e il patriarca di Costantinopoli Atenagora aboliscono le rispettive scomuniche tra cattolici e ortodossi, e il 31 Ottobre 1999 cattolici e luterani siglano ad Augusta uno storico documento che risolve il tradizionale dissidio sulla giustificazione.

 

Culto

 

Il culto cristiano non separa l’uomo dal mondo. E’ piuttosto un portare Dio nel cuore del mondo e un ricomprendere il mondo in Lui, è riconoscere Dio nell’altro e l’altro in Dio. La preghiera non è fuggire dalla vita per rifugiarsi in un mondo lontano e consolatorio, ma è l’espressione di un’esistenza debitrice che non trova in sé la sua ragione. E’ il consegnarsi, l’affidarsi dell’uomo a Dio per riprendersi in consegna con uno slancio nuovo. Cristo chiede al cristiano un culto "in spirito e verità", incentrato sulla sua persona e soprattutto sul suo sacrificio che suggella la nuova alleanza.
Il culto cattolico si articola soprattutto attorno ai Sacramenti, in cui è Cristo che agisce per mezzo del suo ministro. Sono sette per la Chiesa cattolica: Battesimo, Confermazione, Eucarestia, Riconciliazione, Matrimonio, Ordine Sacro, Unzione dei malati, mentre i protestanti riconoscono solamente il Battesimo e l’Eucarestia. I sacramenti accompagnano la vita dell’uomo nei vari riti di passaggio per inserirlo nel mistero di salvezza in Gesù Cristo.
La celebrazione dell’Eucarestia, vertice della liturgia e del culto cattolico, è memoria e attualizzazione del mistero pasquale di Cristo, della sua passione, morte e resurrezione. Per i cattolici il pane e il vino sono realmente il corpo e il sangue di Cristo (dottrina della transustanziazione).
Il culto cattolico viene celebrato particolarmente nella Chiesa. La Chiese cattoliche, dalle più modeste alle più grandi e splendide, hanno come punto centrale il tabernacolo, dove viene conservata la pisside che contiene le ostie consacrate durante la celebrazione Eucaristica. L’altare dove viene celebrata la Messa è posto in genere al fondo della navata centrale, con accanto l’ambone, da dove viene proclamata la parola di Dio.
Le chiese cattoliche sono di norma ricche di immagini e statue; in particolare non mancano mai immagini della Vergine Maria e di alcuni santi. Alle pareti compaiono le formelle che celebrano la Via Crucis, il cammino di Cristo verso il Calvario. Nelle Chiese più antiche il pulpito, riccamente decorato, da cui nei tempi passati veniva pronunciata l’omelia, è in genere uno degli elementi più belli e ammirati.


 

SCHEMA DELLA CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Canto d’inizio
Saluto del celebrante
Atto penitenziale
Lettura dell’Antico Testamento-Salmo                                       LITURGIA
Lettura dell’Epistola                                                                  DELLA
Lettura del Vangelo                                                                   PAROLA
Commento alle Letture
Professione di fede
Preghiera dei fedeli
Presentazione delle offerte eucaristiche
Preghiera di ringraziamento,
di benedizione e di lode
Memoriale della Cena del Signore                                               LITURGIA
Consacrazione del Pane e del Vino                                             EUCARISTICA
Preghiere di intercessione
Padre Nostro
Comunione del Celebrante
e dell’Assemblea
Preghiere di ringraziamento
Benedizione conclusiva


Feste

La Pasqua, che ricorda la resurrezione di Cristo, è la più importante festa cristiana. E’ celebrata la domenica successiva all’inizio della festività ebraica di Pesach.
Il Natale, che ricorda la nascita di Cristo, è celebrato il 25 dicembre.
La Pentecoste ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli riuniti nel Cenacolo e si celebra cinquanta giorni dopo la Pasqua.
L’Ascensione ricorda la salita in cielo di Gesù dopo la sua Resurrezione.
Oltre a queste feste, comuni a tutti i cristiani, i cattolici celebrano ricorrenze specifiche, per esempio il Corpus Domini, dedicato all’Eucarestia.
Le festività dedicate alla Madonna sono:

  • Maria Madre di Dio, 1 gennaio.
  • Immacolata Concezione, 8 dicembre.
  • Assunzione di Maria in cielo, 15 agosto.

Ogni giorno i cattolici ricordano molti santi che sono celebrati comunitariamente il 1 novembre, solennità di tutti i santi.
I santi più importanti della tradizione cattolica sono:

  • SS. Pietro e Paolo, 29 giugno
  • S. Francesco, 4 ottobre
  • S. Giuseppe, 19 marzo

Dottrina

Il Cristianesimo (= dal nome di Gesù Cristo), è una religione nata in Palestina nel primo secolo, e diffusasi in seguito  nell’area greco-romana per opera di Paolo di Tarso. E' diventata poi una delle grandi religioni mondiali, prima in Europa e poi anche al di fuori di essa: Al centro del cristianesimo vi è la figura di un personaggio storico, Gesù (Jeshua), un ebreo nato nella cittadina di Betlemme, in Giudea, nel primo secolo dell’era che da lui prese il nome di "cristiana".
Non abbiamo notizie di fonte indipendente (tranne pochissimi frammenti) su questo personaggio: abbiamo notizie sulla sua vita dai quattro Vangeli canonici e dai Vangeli apocrifi. Secondo questi testi (scritti da cristiani), Gesù sarebbe il Figlio di Dio, nato da una Vergine ebrea di Nazareth, di nome Maria (Miryam), e concepito in modo miracoloso per opera dello Spirito Santo: Gesù all’ètà di circa trent’anni avrebbe iniziato la sua vita pubblica, annunciando la Buona Novella (=Vangelo) sull’imminenza della venuta del regno di Dio, compiendo miracoli, pronunciando discorsi e parabole, celebrando con i suoi discepoli la Cena della Pasqua ebraica. Catturato e processato dal Sinedrio con l’accusa di bestemmia, viene consegnato ai romani e crocifisso alla vigilia della festa ebraica di Pesach: Tre giorni dopo la sua morte, la sua tomba sarebbe stata trovata vuota ed egli sarebbe apparso ai suoi discepoli vivo. Asceso al cielo alla destra del Padre, ritornerà alla fine dei tempi.
Per i cristiani Gesù è il Figlio di Dio, il Messia atteso dagli ebrei, la seconda persona della Trinità, formata dal Padre, dal Figlio, e dallo Spirito Santo.
La fede cristiana ha stretti legami con la fede degli ebrei, Gesù era ebreo, e nella fede di Israele ha vissuto ed è morto.
Il testo sacro degli ebrei (=la Bibbia), è, con l’aggiunta dei Vangeli canonici, delle lettere di Paolo, e di altri scritti, il testo di riferimento dei cristiani.
Il Dio padre di Gesù Cristo, che ha fatto risorgere da morte il suo figlio per la redenzione dell’umanità, è lo stesso Dio degli ebrei.
Nel corso dei secoli, per motivi teologici, dottrinali, storici, politici, la comunità cristiana si è divisa in una molteplicità di gruppi, che però si riconoscono tutti nell’essenziale della fede.

  • Fede in un Dio unico, misericoridioso, creatore, padre di Gesù Cristo;
  • fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, Dio come il Padre, morto in croce per la salvezza dell’umanità e risorto tre giorni dopo la morte;
  • la Bibbia, testo fondamentale della fede;
  • la Chiesa, come popolo di Dio in cammino verso la Salvezza.

Esistono diversi modi di vivere questa fede:
La confessione Cattolica della fede cristiana.
La confessione Protestante della fede cristiana.
La confessione Ortodossa della fede cristiana.
La Chiesa cattolica (dal greco kaqolikoV  = universale) è la più numerosa delle confessioni cristiane. Secondo la dottrina cattolica Gesù Cristo ha fondato una società visibile, la Chiesa, con a capo Pietro, di cui il papa di Roma è successore, e che ne eredita prerogative e primato. Soggetti all’autorità del pontefice sono i Vescovi, considerati successori degli apostoli., che esercitano la propria autorità sulle chiese locali (diocesi), delegando certe funzioni ai presbiteri, mediante il sacramento dell’Ordine.
Caratteristici del Cattolicesimo sono i seguenti aspetti:

  • l'Eucarestia;
  • il culto della vergine Maria;
  • il culto dei santi;
  • il papa.

Nell' Eucarestia, memoriale del sacrificio di Cristo, sono realmente presenti sotto le specie del pane e del vino il corpo e il sangue di Cristo (dottrina della transustanziazione). E' il centro e il cuore del Cattolicesimo.
La vergine Maria è onorata dai cattolici come madre di Dio (festa liturgica il 1 gennaio), concepita senza peccato originale (Immacolata Concezione, 8 dicembre), assunta in cielo dopo la sua morte (festa liturgica 15 agosto).

In comune con gli ortodossi i cattolici hanno il culto dei santi.
Il papa, chiamato anche "Santo Padre" o "Sommo Pontefice", è riconosciuto dai cattolici come successore di Pietro e vescovo di Roma, con preminenza su tutti gli altri vescovi e quindi rivestito di una missione universale. Nel 1870 il Concilio Vaticano I ha proclamato il dogma dell'infallibilità pontificia, chiarito meglio nel Concilio Vaticano II, nel quale si sottolineò che l'infallibilità risiede anche nel corpo dei vescovi quando esercita la sua missione di insegnare al più alto livello in unione con il successore di Pietro.


Organizzazione

ORGANIZZAZIONE GERARCHICA DELLA CHIESA CATTOLICA

dal greco "papas" =padre
® PAPA® o da "pater pastorum"
­ ¯
­ capo della Chiesa Cattolica, Vescovo di Roma,
­ successore di Pietro
­

  •                          vescovo delle diocesi (arcidiocesi)

­ CARDINALE® più importanti o capi di
­ ­                           dicasteri vaticani
­ ­
­ ® VESCOVO® da "episcopus"= sorvegliante
¯ ¯
¯ ® capo della DIOCESI

    •                    ¯
    • unità amministrativa della Chiesa Cattolica

¯
¯
¯
PRESBITERO (=anziano)
¯               ¯
¯ ® collaboratore del Vescovo
¯
¯ ® sacerdote
¯ ® prete
¯ ® parroco ® se responsabile di una Parrocchia
                                                                      ¯
                                                          settore di una diocesi

PAPA: è la stessa parola (padre) che ha prodotto papa e pope. Il vescovo di Roma, eletto dai cardinali, rivendica un primato sulle altre chiese.
VESCOVO: il vescovo è considerato come il successore degli apostoli. E’ il pastore supremo della sua diocesi. Nominato dal papa, egli ordina i sacerdoti e i diaconi e amministra la Confermazione.
DIOCESI: circoscrizione amministrativa della Chiesa Cattolica alla testa della quale sta un vescovo.
CARDINALE: membro del Sacro Collegio che elegge il papa ed è nominato da lui. Originariamente, un cardinale era titolare di una chiesa di Roma.
PARROCCHIA: divisione territoriale attribuita ad un parroco. Le parrocchie sono raggruppate in decanati.
SACERDOZIO: è l’esercizio di una funzione sacra . Nel Cristianesimo, tutti i battezzati partecipano a questa funzione sacra di testimoniare Gesù Cristo. Per i cattolici, alcuni, attraverso il sacramento dell’Ordine, hanno un ruolo (ministero) particolare.

 

Morale

 

La morale cristiana ha la sua "Magna Charta" nel "sermone della montagna", pronunciato da Gesù sulle rive del lago di Tiberiade, in cui si dichiaravano "beati i miti perché erediteranno la terra, beati i poveri perché di essi è il regno dei cieli, beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio, beati gli affamati di giustizia perché saranno saziati". L’Amore verso Dio e verso il prossimo è il primo compito del cristiano: "ama e fa ciò che vuoi". In questo senso non c’è una morale cristiana precisa ma esiste il continuo invito a perfezionarsi "amandosi gli uni con gli altri" e riflettendo, perciò, l’amore di Cristo per l’uomo.
Vivere secondo una morale cristiana significa conformarsi all’esempio di Gesù e imitarlo nei suoi comportamenti.
La Chiesa Cattolica determina con particolare attenzione il comportamento morale in campo sessuale; pur riconoscendo il valore della sessualità, sono condannati vigorosamente l’aborto, il divorzio, l’omosessualità, la contraccezione, la masturbazione e le relazioni sessuali fuori del matrimonio

Libri sacri

 

Il termine Bibbia deriva dal grecoqabiblia , che vuol dire "I Libri". Si tratta infatti di una raccolta di testi scritti in più di mille anni in situazioni storiche e culturali molto diverse.
La Bibbia consta di due parti disuguali: la prima, chiamata "Antico Testamento" (A.T.), corrisponde ai trentanove libri delle Bibbia ebraica con l’aggiunta però di sette libri chiamati "deuterocanonici" (Tobia, Giuditta, Sapienza, Ecclesiastico, Baruc, Maccabei I e Maccabei II).



 I libri specificatamente cristiani della Bibbia, chiamati "Nuovo Testamento". furono scritti tutti in greco nel I secolo d.C. In primo luogo vi sono i quattro vangeli (Marco, Luca, Matteo e Giovanni) e gli "Atti degli Apostoli"; seguono poi le dodici lettere di Paolo, la lettera agli Ebrei, le otto lettere dette "pastorali" e l’Apocalisse di Giovanni.



I Cristiani considerano i libri sia dell’Antico che del Nuovo Testamento come ispirati da Dio e li considerano "Parola di Dio". Tuttavia Dio non ha "dettato" la Bibbia agli autori, ma ha guidato la mente e l’intelligenza di questi ultimi senza però interferire con i loro pensieri e le loro emozioni.


Autore : non identificabile dal documento
Fonte: http://www.maella.it/Download/Religione%20-%20Cristianesimo%20cattolico.doc

 

 


 

Cristianesimo cattolico

I CATTOLICI NELLA TEMPERIE CULTURALE DEL RELATIVISMO
Padre Giandomenico Mucci, S.J.

  1. Clima culturale attuale: pluralismo,illuminismo, relativismo.

 

            Il clima culturale che noi respiriamo potrebbe essere indicato con tre sostantivi: pluralismo, relativismo, nichilismo.
Questi tre fattori sono determinati dalla scomparsa nel nostro orizzonte di comprensione dell’uomo e del cosmo delle chiavi interpretative classiche costituite dalle cosiddette “metanarrazioni” o “metaracconti” . Con questi termini si intendono i tre grandi filoni che hanno dominato la cultura tradizionale: il cattolicesimo culturale, il liberalismo ed il marxismo. Questi tre filoni hanno modificato la cultura occidentale con le loro interpretazioni “al dilà”, “alla base”, “oltre” il mondo sensibile.
Questi tre filoni sono oggi scomparsi dal panorama culturale : il cattolicesimo è oggi un sistema culturale decaduto, che rappresenta una cultura di minoranza; il liberalismo, nato da ascendenze hegeliane, è caduto; il marxismo è caduto dopo il 1989.
Il primo a cadere è stato il cattolicesimo: contro di esso, la lotta senza quartiere scatenatasi dal 600, ha fatto sì che da almeno due secoli non è accettato come controparte culturale. Tutto nasce dalla crisi della metà del 600, dalla crisi del concetto di “essere”. Gli uomini hanno perduto la certezza che la ragione umana possa cogliere il primo principio delle cose. Caduto l’essere, è caduto il Sistema Cattolico. La crisi dell’unità del sapere ha fatto nascere i saperi settari, chiusi in se stessi, che consistono in verità comunicate agli stessi cerchi a cui si riferiscono. Dall’epoca delle dispute sulla Grazia, la Teologia è uscita dal campo culturale, ridotta al “sapere dei preti” e lì confinata. La Teologia è collegata al settore privato, cioè pretesco. La capacità della ragione per attingere l’essere viene così messa progressivamente fortemente in dubbio, fino alla affermazione kantiana che il “noumeno” (la cosa in sé, l’essere) non è conoscibile dalla ragione, che può conoscere i saperi fenomenici (sensibili, appartenenti al mondo sensibile). Da questa frammentazione del sapere unitario, metafisico e teologico, nasce negativamente il pluralismo, come Kant aveva già detto della Ragion Pura.
Questo pluralismo avrebbe generato universi conchiusi in se stessi. Ciò si è fuso con il prevalere del sapere illuministico. L’illuminismo considera la ragione umana come il massimo strumento per raggiungere la verità oggettiva. Rimangono esclusi sentimento e trascendenza. La Ragione è l’unico principio conoscitivo della realtà umana. La Storia Umana è la celebrazione dei Trionfi della Ragione Umana. E’ la visione immanente della Storia, che cancella la fede cristiana. La Cultura Moderna crede di essere diventata adulta e ha tolto di mezzo i miti cattolici. Le verità di fede, nel primo illuminismo, erano accettate come Miti. I Miti cattolici vengono usati, sfruttati, ma non producono più i contenuti di realtà che quei presenti miti hanno per la Chiesa come Verità. La Resurrezione è un mito che per l’illuminismo celebra la resurrezione dell’uomo che muore e rinasce heghelianamente nella realtà dello spirito umano.
I sistemi pluralistici sono stati generati nel sistema illuministico. Questa cultura genera anche in mezzo a noi dei controsensi, ad esempio i concetti di “solidarietà”, “tolleranza”… L’illuminismo è celebrazione delle facoltà umane come celebrazione dello Spirito Umano e della sua Libertà. La cultura dominante pluralista e neoilluminista nasce contro la percezione dell’unità dell’essere e della possibilità di conoscere la Verità dell’Essere. Questa è la difficoltà in cui si dibatte la Chiesa. La mentalità moderna non può accettare la Fede come predicata, ma semplicemente perché l’uomo moderno non ha le capacità di poter percepire ciò che è al dilà del sensibile, del moderno, dello storico, perché l’uomo non crede che la ragione possa cogliere la Fede, la Trascendenza. Se questa cultura nella quale siamo immersi crede solo alle esigenze della fede immanente, essa è relativistica, perché non crede alla verità oggettiva. Quindi la Chiesa parla e l’uomo moderno ascolta con nostalgia, simpatia, compiacimento, sogno come una favola, ma non crede a ciò che la Chiesa dice. L’uomo moderno è disincantato, dissociato, spaesato, gli mancano le metanarrazioni che danno senso al discorso religioso.
Questi filoni culturali penetrano largamente nel nostro popolo attraverso la TV che veicola valori non spirituali, liberal massonici e marxisti, usando uomini e dottrine della fede cristiana come “miti cattolici”. La Chiesa è presentata con grandi riti e celebrazioni con il commento della sicurezza laicista, come realtà obsolete, ma gradevoli e godevoli  come miti…
Dalla forma pluralistica ed illuministica nasce l’esercizio del relativismo. Il tecnico è chiuso ad ogni realtà superiore ad ogni competenza, conosce solo il vero della sua specialità. Il biologo, ad esempio, è tale nel suo campo chiuso in se stesso, ma non ha competenza etica. Per cui, la conseguenza necessaria è che l’uomo deve penetrare il reale senza alcun freno né teoretico né etico. Questa guerra etica ingaggiata dalla Chiesa fin dai tempi di Paolo VI è, a mio avviso e sul piano culturale, perdente perché gli uomini vivono in questa temperie culturale e non hanno le categorie, le metanarrazioni, per capire la Chiesa.
Dell’antico illuminismo è rimasto questo principio, che unito alla scientismo (non la scientificità, ma l’esaltazione della scienza come scienza, sganciata da ogni valore superiore) fa emergere tutto il sapere che fa riferimento all’essere. Ciò causa la disgregazione di ogni dottrina etica, perché per conoscere il mondo ho solo la ragione personale individuale, che è fondamento di “un’autoetica” che può essere limitata solo dal Potere Pubblico e dalle sue leggi, e tutto è ricondotto al circolo dell’immanenza, per cui tutto ciò che non è dimostrabile dalla ragione non c’è, non può essere oggetto di indagine. Siamo in una notte profondissima di cui non si vede l’uscita. Si vive in un momento in cui la purezza della Chiesa e della Fede si onora per ragioni pubbliche, si onora tutto quello che la Chiesa fa, ma come passato della cultura umana, senza vera convinzione e forza vitale.
Nel preambolo della Costituzione Europea le radici cristiane sono accomunate a quelle illuministiche e greco romane, perché non si ritiene il cristianesimo una metanarrazioni, ma un evento del passato ormai passato.
Da qui nasce anche l’impostazione del dialogo e della tolleranza, che vanno intesi come libertà di espressione e irenismo, fonte della democrazia. Come afferma Rusconi: la democrazia non può far a meno del relativismo, perché, abbattendo il dogmatismo, abbatte la dittatura dell’essere e crea una società di saperi eguali ed esclusivi, affermando la dignità della persona umana come singolo individuo e quindi genera il pluralismo.

 

  1. La Fede cattolica di fronte alla cultura dominante: atteggiamenti.

In questo contesto, quindi, la modernità è stabilita come annullamento e superamento delle tre metanarrazioni tradizionali: liberale, cattolica e marxista. La nullificazione di questi tre metaracconti genera il pluralismo. Il pluralismo, in Europa Occidentale ed in America del Nord si scontra con l’illuminismo, che porta alla concezione della Storia come celebrazione della ragione, dell’immanenza.
Il Neoilluminismo è diventato il portatore di nessuna interpretazione complessiva ed etica tramite lo scientismo, esasperazione della ragione strumentale, elevato ad uno strumento di conoscenza. Le masse sono dominate dalla corrente illuministica a loro insaputa.
Il declino della concezione trascendente è evidente nelle popolazioni cattoliche, che stanno perdendo le motivazioni trascendenti, rifuggendo nel devozionismo.
La mentalità illuministica è veicolata dalla stampa quotidiana italiana e dalla TV, nuova metanarrazione, nuova radice culturale.
Cosa può fare la fede cattolica di fronte a questa cultura, che genera gruppi e saperi chiusi, tenuti insieme fragilmente dal “dialogo” nell’accezione povera di libertà di espressione, per cui non si dialoga?
Il mondo cattolico è emarginato, ma in quanto portante una tradizione radicata portatrice di “voti” è riverito dal mondo laicizzato con la cosiddetta “genuflessione di Cartesio”. Da qui nasce il nichilismo, la negazione che l’uomo e le cose abbiano senso, da cui segue il rifiuto di ogni senso della vita e della storia, con la conseguente negazione di ogni verità. Il nichilista, ove esistesse, nega l’oggettività della verità e del vero, la possibilità di attingerlo e di conoscerlo, e nega che la vita umana abbia fine e senso (disincanto, spaesamento, impossibilità di riferirsi alle culture che si ispirano alle tre metanarrazioni…).
La cultura cristiana è minoritaria, e forse nei preti non esiste, perché siamo autoreferenziali per il sistema tomista di valori appresi. La democrazia moderna, che è democrazia relativista, che odia le realtà sociali possidenti verità non dimostrabili dalla ragione e quindi “integraliste”, “dogmatiche”, “autoritarie”, ecc., odia le affermazioni assolute di principi indimostrabili (posizioni di Bodei, Rusconi). Oggi non c’è bisogno di schiacciare la Chiesa, perché essa è marginalizzata, e non bisogna fare martiri, con il rischio di riproporla all’attenzione generale.
La cultura relativistico – nichilistica tende poi a nullificare il mito: il dialogo e la tolleranza, intesi come libertà di espressione ed irenismo, fondano una pace instabile. La cultura moderna dà modo di espressione a tutti (pluralismo) in un “dialogo tra sordi” che sono prigionieri delle loro verità relative. La democrazia è anarchia di uomini sotto la comune sovranità della legge, unica fragile barriera che regola e disciplina la convivenza e coesistenza di tutti perché possano dirsi comunità umana.
La cristianità porta avanti valori umani validi per tutti: e in questo contesto culturale è perdente. Cosa si può fare? La prima cosa è mantenere la propria identità culturale. Il matrimonio tra cultura moderna e cattolicesimo non è stato mai autorizzato: si invita al dialogo, ma non alle nozze con la mentalità dominante. Purtroppo, se ci si pensa, siamo influenzati anche noi clero dal contesto culturale : ad esempio, chi di noi sostiene con convinzione il valore divino della castità? E così su molti altri punti, per cui il rischio concreto è quello di perdere l’identità cattolica e cristiana. Per la Chiesa diviene allora prioritario conservare i principi e i fondamenti.
La fede cattolica non può essere heghelianamente adattata al tempo, altrimenti, nella nuova sintesi, frutto dello scontro tra la tesi e l’antitesi, essa viene snaturata profondamente in qualcosa che cattolico non è più e perde la sua identità… se così fosse, sarebbe la “fede del bambino”… Il pensiero moderno richiede l’ossequio formale anche alla fede cattolica, come il bambino che, vedendosi vezzeggiato dall’adulto, crede che questo si sia bevuto tutte le scemenze che dice. L’anima moderna vive nel dubbio perenne, e i suoi esponenti sono “gli uomini del dubbio”. Il clero, in questa temperie culturale, sembra aver assunto caratteri e modi di espressione che non vengono dal vangelo, ma dalla mentalità contemporanea: ad esempio, la dignità del soggetto che non accetta condizionamenti è frutto di questo orizzonte culturale, non di quello cattolico.
Le verità di fede non possono essere annacquate, pena la disgregazione del cristianesimo: un po’ quello che sta avvenendo nelle Chiese della Riforma, chiese in piena crisi di identità e di autocomprensione. Lo stesso vale per il campo morale e per la precettistica matrimoniale. Alcuni sintomi sono preoccupanti all’interno dello stesso clero: va esclusa con forza la doppia vita, riassumibile nella frase “pedofili e donnine”, con gli strumenti classici della Tradizione della Chiesa: la preghiera, la chiara percezione delle nostre responsabilità, la vita fraterna…
La democrazia moderna, coagulato del nichilismo e del relativismo, apprezza molto la laicità e i cosiddetti “preti di frontiera” laici. La mentalità culturale dominante dice che l’uomo è creatore di se stesso e si costruisce con le sue capacità immanenti: non è l’uomo che la Chiesa intende. Per cui, quando in ambiente culturale si parla di “dignità della persona umana” non si intende lo stesso concetto per la Chiesa e per il mondo attuale: qui sorgono equivoci e pericolose interpretazioni. La laicità è ambigua: nella visione di Chiesa indica la giusta estraneità ed evoluzione dei poteri politici e sociali dalla sfera ecclesiastica, ma non contiene la laicità della morale. Quando la cultura moderna parla di laicità, intende la democrazia relativistica che prescinde dalla verità dei valori umani e morali. Nella democrazia relativista concreta è attivo il laicismo: non solo viene affermata l’indipendenza dello Stato, la non osmosi con i valori dettati dalla Fede nel campo della cultura, ma la lotta contro i poteri portatori di valori forti, cioè contro la realtà cattolica, perché tale democrazia è debitrice alle culture delle logge massoniche.  Questa mentalità è all’origine della mentalità laicista “contra ecclesiam”. Ogni giorno ogni giornale ha una pagina contro la Chiesa, o con editoriali larvati o anche attraverso l’esposizione e il commento di fatti da noi suscitati.
La laicità deve implicare in noi una astensione dalle cose che riguardano lo Stato e in questo campo è necessario che intervengano solo coloro che sono formati a comprendere il contesto culturale nel quale si vive.
La mente moderna, poi, è mente inquieta e sente il dolore del taglio con la trascendenza:  la Fede di Cristo, incarnata in Europa negli ultimi 5 secoli, ha gravi responsabilità storiche in questo senso. Pensiamo, ad esempio, alla condanna di Galileo. Un sacerdote di oggi deve saper discernere chiaramente le responsabilità storiche pesanti e processarle, sul modello di Giovanni Paolo II nella Tertio Millennio Ineunte .
C’è poi un dato da tener presente, che offre possibilità: la cultura attuale non può dire la verità, ma non può nemmeno negarla: è al dilà delle sue comprensioni. Per cui, lo stile da adottare non è quello del controversismo e della contrapposizione, ma quello del rispetto e del dialogo. Ciò esige da parte dei preti il ritorno allo studio: occorre essere esperti nella nostra condizione di preti: altrimenti, o ci si getta in braccio alla mentalità dominante o si eleva il relativismo a metodo di predicazione e di annuncio. Non occorre deprimersi: le cose passano e si estinguono. Pensate a Croce e a Gentile. In Europa, nonostante i tempi inclementi, rimane vivo il Mistero del Figlio dell’Uomo: un prete che annunci ciò nella purezza della sua Fede, può fare molto bene. Tuttavia, oggi è raro che il prete possa dare solo una testimonianza personale: occorre che conosca il contesto in cui vive ed opera. I preti migliori cercano di ritornare alla preghiera per discernere il nostro tempo, mediando tra vita di fede e cultura contemporanea, sulla Parola di Dio contestualizzato. L’uomo di Dio deve mediare la Parola di Dio nel contesto in cui vive e confrontarla con esso. Per cui, la cultura dell’aggiornamento e dell’istruzione è una via privilegiata per la formazione permanente del nostro clero.

  1. La situazione italiana.

 

Un celebre romanzo, “La cripta dei cappuccini” di J.Root può essere illuminante sulla nostra situazione italiana. La Cripta dei Cappuccini, a Vienna, è il luogo dove sono sepolti gli Asburgo, simbolo di un passato glorioso ma ormai morto, che non c’è più. Nel romanzo, è descritta una festa nell’ultimo periodo imperiale a Vienna: si balla allegramente il valzer, alla fine tutti alzano i calici e brindano, ma – commenta l’autore – “nessuno sapeva che sui calici c’era la morte, che conduceva alla cripta dei cappuccini…”.
In Italia c’è una situazione simile: c’è una sorta di nichilismo disinvolto a livello delle masse popolari, che si beve tutta la televisione, non legge i giornali e si interessa di vita pratica e quotidiana, se non ci fossero i problemi sociali, sindacali e politici, e non è avvertito l’effetto del crollo della nostra civiltà, anche a livello del clero. Spesso questo è anche evidente nell’attenzione dei Vescovi: quante pagine dedicate all’Iraq, per esempio, nelle celebri prolusioni del Cardinale Ruini e quante poche alle situazioni difficili della Chiesa in Italia… Il nichilismo appare disinvolto come gli italiani prendono le cose del passato : vivi e lascia vivere.
Gli effetti del multiculturalismo, del relativismo e del nichilismo sono già presenti, ma le masse popolari, ignorandoli, li prendono come dati di fatto. Dall’altro lato c’è una tradizione di stile ottocentesco. La temperie attuale è vissuta come dato di fatto: individualismo, indifferenza…
La prima necessità è quella di rafforzare in questo tempo la presenza cattolica nella cultura italiana: essa è presente oggi soprattutto nel campo della carità ed è lodata. La presenza del cattolicesimo attivo, legata al tema della Carità, è ben visibile, ma non è visibile la presenza culturale e spirituale della Chiesa. Gli stessi Vescovi quando parlano in pubblico parlano come agenti sociali, supplenti dello Stato: così facendo danno testimonianza alla carità, ma la presenza cattolica in Italia è caratterizzata dai silenzi. Basti pensare all’annuncio dell’escatologia cristiana e al campo della spiritualità… Fortunatamente, tale qualità la possiede il Papa attuale, ma in Italia la testimonianza spirituale non c’è, anche a livello di parrocchie.
E’ scomparsa la pratica della Direzione Spirituale del clero e dei laici impegnati. L’apparato spirituale forte fino al Vaticano II si è depauperato. Le stesse omelie sono meschine, grette e dottrinali, spesso raffazzonate. Questa esigenza di spiritualità si avverte soprattutto nelle grandi città.
Altro problema : la testimonianza del mondo politico. Dopo la fine della DC, la dispersione cristiana seguita in questo campo è stata devastante. Nel mondo politico italiano c’è bisogno di rivitalizzare una presenza cattolica, dissolta dopo la dissoluzione della DC: gli apparati cattolici presenti in tale panorama sono preoccupanti e non cattolicamente formati…
La catechesi : occorrono persone che sappiano dare la purezza della Fede e capaci di comunicarla in un contesto problematico e pluralistico. I campeggi e la pastorale giovanile oggi vanno usati in prospettiva futura: occorre più che mai formare un piccolo gruppo orientato alla difesa dei valori cristiani che in futuro possano rivitalizzare il cristianesimo. Gli ambienti parrocchiali sono decisivi, per cui è necessario insistere molto sulla formazione dei bambini e dei giovanetti, qualcosa rimarrà. La parola di un santo e devoto parroco è assistita dalla grazia di Dio.
Formare una nuova classe è l’imperativo primario della Chiesa, secondo le future attitudini dei singoli. L’urgenza è formare per il futuro, seminare senza vedere il risultato, formare i futuri oppositori alla mentalità nichilista dominante.
I Preti devono studiare: “Siamo troppo ignoranti, dobbiamo studiare” (S.E.R. Flavio Carraio, cappuccino, Vescovo di Verona). Se non si studia non si avverte la problematicità del dato e non si possono individuare le soluzioni. E’ necessario leggere i testi della nostra vita presbiterale. Il mondo laicista ha anch’esso i suoi dottori, e alcuni di questi vanno letti: sono dottori limpidissimi nello scrivere. I dottori laici sapevano scrivere. Qualche pagina di Kant, Locke, Hume, Hegel non fa male. Essi hanno formato il mondo moderno e incidono sulla mentalità odierna, e costituiscono la chiave di lettura della modernità. Tutto questo, oggi, un prete deve farlo in ragione del proprio ufficio. E’ necessario conoscere la cultura, perché spesso non è facili, ma molto duro inculturare la fede, che è la nostra sfida odierna. Diventiamo tutti più critici, impariamo l’avversario, l’amico che ci è di fronte, e impariamo per convenire, discutere e combattere con lui. L’irenismo non fa parte della tradizione cristiana. Cerchiamo la pace, cerchiamo la lotta, senza togliere il rispetto per l’altro, né l’amicizia. Impariamo a conoscere la realtà contemporanea.
E’ necessario ritornare poi alla lettura e meditazione di Gaudium et Spes, di Ad gentes, Nostra aetate, Ecclesiam suam, Pacem in terris, Veritatis splendor, Evangelium vitae e Fides et Ratio, in cui c’è un largo affresco della cultura contemporanea, dove è evidenziata la visione positiva e quella negativa della mentalità contemporanea. Questo studio permette di conoscere come dobbiamo difenderci dalla cultura che dal 700 genera la nostra realtà, in quanto l’uomo concreto è la via della Chiesa. E’ necessario immergersi nel dramma attuale che è dramma dell’uomo.
Oggi, ad esempio, il contesto di peccato è nullificato perché si nega la trascendenza dell’essere, la società culturale è messa in crisi dalla crisi dei fondamenti: oggi è il mio personale tradimento a ciò che mi impone la mia coscienza individualistica sganciata dai fondamenti assoluti che indica cosa è peccato per me. Ignorare questo punto di partenza da parte di un sacerdote è impossibilità di “prendere le misure “ e dare risposte autorevoli e convincenti. Il criterio non è più quello della Chiesa “Madre e Maestra”, ma quello della propria coscienza individuale. Non bisogna presupporre, quando si parla, il cristianesimo “anonimo”. I processi che vanno dal multiculturalismo al nichilismo annullano il concetto rahneriano del cristianesimo anonimo. L’illuminismo, per esempio, ha indotto il valore del rispetto della natura e degli animali, a cui ci rende sensibili, ma l’aborto non è colpa, ma è un contraccettivo necessario giustificato dalla ragione illuministica.
Non possiamo più fare altro che formazione: la nuova classe culturale nasce dalla fusione del neoilluminismo con il nichilismo, nasce totalmente sganciato dalla vita storica. I nuovi soggetti vengono dall’ambiente storico del nichilismo, non dai gesuiti, come la classe laica del dopoguerra. La mentalità moderna non solo è nemica della Chiesa, ma nasce da un ambiente che non ha conosciuto la Chiesa e la ignora. Il peccato si nullifica là dove non c’è più un riferimento all’Assoluto. Il Peccato è sempre relazione a Dio. Caduto Dio, caduto il peccato.
La coscienza dei fedeli è modellata sugli elementi laicisti. Sono casi rari che la coscienza si imponga: di solito è la situazione storica che si impone. “Veritas filia temporis” espressione non del tutto vera e non del tutto falsa, nel senso che le nostre verità, che non sono figlie del tempo, devono essere comunicate oggi come verità figlie del tempo.
La cultura è razionale, e razionalità vuole dire prescindere dal dato di Fede. Quando sosteniamo l’esistenza di una verità oggettiva e di una Legge Morale Naturale siamo nell’ottica di Fede, ma non possiamo sostenere tali tesi nel panorama culturale nichilista e relativista.
Lo strumento del dialogo: ascoltare attentamente le ragioni e scandagliando attentamente mettere in discussione i dogmi della loro dottrina. Il relativista crede al valore assoluti di certi principi: è anch’egli un dogmatico mascherato: la democrazia e il valore assoluto della legge, ad esempio; è necessario lavorare sull’inquietudine umana che c’è nei nichilisti. Iddio è onnipotente, ha bisogno di servitori intelligenti e possibilmente puliti. Quando lavoriamo sull’inquietudine dell’animo umano, con la vicinanza affettuosa, fraterna e sapendo porre degli interrogativi, possiamo aprire brecce significative.
Occorre poi che la Parola sia annunciata in termini umanamente comprensibili alla persona concreta alla quale ci riferiamo. E’ necessario predicare la Parola di Dio tenendo conto della realtà culturale del tempo. Esempio: il tema dell’incarnazione del Verbo: oggi dovrei mostrare come Dio Spirito venga in mezzo a noi e come è possibile che esiste un Dio Spirito: "Dio esiste ed è venuto in questo mondo” da dire nella lingua italiana odierna.
L’inquietudine: quando l’assoluto viene meno, ci si consola con “una femmina “core a core” e nà chitarra per cantà”. Gli uomini razionalmente sono in un certo modo, e allora, di fronte al nichilismo, che cosa possono fare ? O si uccidono, oppure vanno verso l’edonismo, il pansessualismo, ecc. Kafka negli ultimi anni di vita aveva frequentato le scuole rabbiniche: “verso il porto, verso il porto profondo, o figlio di Re”. Quando morì aveva una maschera che nascondeva il volto sfigurato. Si levò la maschera che lo aiutava a respirare e disse : “per favore, mi uccida, altrimenti è un assassino”. L’inquietudine è uno dei cammini che Dio percorre per salvare gli uomini, ma bisogna acquisire cultura…
La Chiesa storica non è la Chiesa teologica. Il mondo moderno non ha corrisposto alla volontà di dialogo della Chiesa, ma alzato un nuovo dogmatismo (es. Francesco Merlo, su Repubblica). I pensatori laici si sono messi in testa la tiara che i papi hanno deposto. La Chiesa oggi è diventata tanto sorella degli uomini del suo tempo. Nessuna società si è mai così modificata come la Chiesa. Il mondo moderno vive una concezione di Chiesa che non è quella attuale e la giudica con caratteristiche ottocentesche. Non tutto al Concilio è stato chiaro, non tutti hanno lavorato fedelmente alla Chiesa: “tra vangelo e cultura si è creato un profondo abisso” (Evangeli nuntiandi). Paolo VI : il fumo di satana è entrato nel tempio. Oggi il Vaticano II sembra non aver sortito grandi effetti, se non in campo politico e sociale. La riforma liturgica ha causato anche un raffreddamento dell’affettività che esisteva in alcune forme cultuali. Per il ritorno ad una fredda purezza si è perso qualcosa. Recentemente, lo stesso Ratzinger ha denunciato lo iato creato tra la vecchia liturgia romana e l’attuale, e propone prospettive di analisi e discussione.
La cultura moderna ha il dogma dell’affermazione dei diritti, in una società pluralista e democratica, contro la Chiesa che vuole, con il suo dogmatismo, togliere diritti. Quindi la laicità viene vista tipica dello Stato, mentre la Chiesa deve rimanere confinata nel suo ambito, quello privato.
Ma, come dice Scola, la fede cattolica non può essere fatto privato, perché l’incarnazione del verbo la inscrive nella realtà umana intera e non può essere disgiunta dal destino collettivo dell’uomo.

G. MUCCI, I cattolici nella temperie culturale del relativismo, ed. Jaca Book.

Fonte: http://www.parrocchiapoggiosannita.it/documenti/studi/I%20CATTOLICI%20NELLA%20TEMPERIE%20CULTURALE%20DEL%20RELATIVISMO.doc

 

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