Riassunto Giovanni Verga

 

 

 

Riassunto Giovanni Verga

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Riassunto Giovanni Verga

 

G. VERGA (1840 – 1922 Catania)

Esponente più importante del verismo italiano

CATANIA (1840-1865) orientamento verso gli studi giuridici. Ma li abbandona per darsi alla scrittura
FIRENZE (1865-1872)
MILANO (1872-1893) entra in contatto con esponenti del naturalismo francese ed esponenti della scapigliatura (ribellione al romanticismo). Si distacca dalla letteratura romantica e si “converte” al Verismo.

1874 à pubblicazione di una novella: “NEDDA” nella quale si evidenzia la sua conversione al Verismo.

PRODUZIONE LETTERARIA DEL VERGA:

1° Fase – Pre-Verista (1866-1874)
2° Fase – Verista (1874-1922)

1° FASE – PRE-VERISTA
Aderisce al Romanticismo e alla Scapigliatura (romanzi storici e di appendice). Racconta il mondo dell’alta borghesia di tipo sentimentale. Donne fatali, seducenti. E’ ambientata al nord.

2° FASE – VERISTA
(Nedda) E’ ambientata nel mondo contadino, ambientata in Sicilia. Si nota l’adesione al romanzo naturalista. Scrive opere epiche e letterarie. Tratta i problemi dei contadini ecc…

PENSIERO E POETICA DEL VERGA:

  •  Teoria dell’evoluzionismo à lotta per la sopravvivenza (i più forti sopravvivono)
  •  Questione meridionale à si accorge che oltre al mondo dell’alta borghesia c’è anche quella dei contadini (della sua patria… il sud)
  •  Naturalismo francese à
  •  Concezione pessimistica à lui vede la società regolata dalla lotta per la sopravvivenza. Gli uomini sono mossi da egoismo, opportunismo, dal potere  del soldi. Immutabile nel tempo e nello spazio (cioè, è stato e sarà sempre così)
  •  Illegittimità del giudizio à ogni intervento di giudizio o condanna è inutile. Lo scrittore deve limitarsi a riprodurre la realtà così com’è.
  •  Impersonalità à lo scrittore deve garantire l’impersonalità dell’opera. E deve celare i suoi pensieri, i suoi sentimenti, ecc…
  •  Atteggiamento conservatore à rifiuto di qualsiasi ideologia di tipo progressista (democrazia)

 


 

 


IMPERSONALITA’ DELL’OPERA D’ARTE

 

 

L’ARTIFICIO DELLA REGRESSIONE: adotta il linguaggio, il punto di vista, il giudizio dei personaggi che rappresenta.
MODIFICA DEL RUOLO E FUNZIONE DEL NARRATORE: espressione del mondo che rappresenta, ipotizza come destinatario il mondo contadino, affinità tra narratore e lettore.
LINGUAGGIO: estraneo alla tradizione letteraria, semplice, ma non è dialetto siciliano. Si tratta di un italiano comprensibile a tutti.


OPERE DI VERGA:

1° FASE

1866 – Una peccatrice
1871 – Storia di una capinera
- Eva
- Eros
- Tigre reale

 

2° FASE
 



                            Vita dei campi – 1880
Novelle
                             Novelle rusticane – 1893

 

                             I Malavoglia – 1881
Romanzi
Mastro don Gesualdo – 1888

 

CICLO DEI VINTI à dovevano essere 5 romanzi, ma ne scrisse solo 2. Doveva prendere in esame le sofferenze partendo dalle classi sociali più basse fine alle più alte. I vinti sono colore che sono destinati a soccombere, sconfitti dal destino.

 

Fonte: http://itcgramsci.altervista.org/download/italiano/06_giovanni_verga.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Parola chiave google : Riassunto Giovanni Verga tipo file : doc

 


 

Riassunto Giovanni Verga

GIOVANNI  VERGA    (1840-1922)

 

Questo scrittore catanese è senza dubbio il più grande interprete  del verismo, ma anche, in assoluto, uno dei più grandi narratori della nostra letteratura moderna ; proveniente da una ricca famiglia di proprietari terrieri, dopo aver abbandonato gli studi giuridici, si dedicò alla letteratura e visse a lungo a Firenze (in quegli anni capitale d'Italia) e a Milano, dove ebbe contatti, tra l'altro, con esponenti della Scapigliatura e del secondo Romanticismo (Aleardi e Prati). Fu introdotto negli

ambienti culturali da Luigi Capuana, che è considerato come il vero teorico del verismo ; in effetti fu proprio il Capuana, che fece conoscere a Verga i capolavori dei naturalisti francesi comunemente la produzione letteraria di Verga suole esser divisa in due periodi, anche se tale netta demarcazione ha un mero valore didattico, ma non ha fondamenti scientifici troppo solidi:

1) Fase preverista: si collocano in questo periodo romanzi di stampo tardo romantico-sentimentali, rivolti ad un pubblico femminile e salottiero, appartenente alla ricca borghesia milanese, che dettero fama e riconoscimenti notevoli al Verga; essi sono :Storia di una capinera, Una peccatrice , Eva, Eros , Tigre reale, nei quali è evidentissimo l'influsso del secondo romanticismo ed anche della Scapigliatura con situazioni languide e sensuali, anime tormentate e torbide esperienze di vita, scenari traboccanti di esasperato sentimentalismo.
Nel 1874 avviene la "svolta" con una lunga novella Nedda, la cui protagonista è una povera contadina siciliana, che in mezzo a stenti e privazioni di ogni tipo conduce una vita assai misera.

2) Fase verista : vi appartengono i grandi capolavori del Verga. Lo scrittore intendeva scrivere cinque romanzi, che nel loro insieme dovevano costituire il Ciclo dei vinti o marea, secondo il seguente ordine:

I Malavoglia (1881)
Mastro don Gesualdo (1889)
La duchessa di Leyra (ne scrisse solo un capitolo)
L'onorevole Scipioni (mai scritto)
L'uomo di lusso (mai scritto)

 

Accanto a questi romanzi si collocano due importanti raccolte di novelle:

Vita dei campi e Novelle rusticane
Attraverso questo complesso di opere Verga voleva dimostrare la sua tesi sulla vita e sul destino umano, tesi improntata ad un profondo fatalismo e pessimismo; l'uomo,  o ricco o povero, o nobile o borghese benestante o plebeo è in ogni caso destinato all'insuccesso ed all'infelicità, ad essere risucchiato dalla spietata marea della vita e del progresso, ad essere un vinto dal destino.
I Malavoglia rappresentano il mondo dei pescatori nella loro dura lotta quotidiana per sopravvivere Mastro don Gesualdo invece rappresenta la borghesia agraria benestante; La duchessa di Leyra doveva rappresentare il mondo dei nobili, L'onorevole Scipioni quello della politica, L'uomo di lusso infine intendeva descrivere nel mondo sofisticato degli artisti  l'estrema e più alta ambizione umana, cioè legare la propria fama all'arte
La nota comune a tutti questi personaggi e a queste vicende è l'infelicità, l'essere tutti vinti dal destino.
Secondo i critici questa visione così pessimistica e fatalistica di Verga trae origine da vari fattori:la sua origine siciliana, compresa anche la delusione per il "fallimento risorgimentale", la sua educazione positivistica, che lo portava al darwinismo sociale, cioè ad applicare anche alla società umana i feroci meccanismi selettivi esistenti in natura (il più forte prevale mentre il più debole soccombe), oppure alla sua particolare simpatia per il Leopardi (alcuni parlano a tale proposito di leopardismo in Verga).
Probabilmente un ruolo decisivo hanno avuto le amare disillusioni, succedutesi alla spedizione dei Mille, alle tante promesse fatte da Garibaldi e dal nuovo stato italiano, poi non mantenute. Tale delusione post-risorgimentale si ritroverà in un altro autore siciliano L.Pirandello nel suo romanzo "I vecchi e i giovani". Secondo questa visione fatalistica e pessimistica del Verga nulla cambia, tutto è destinato a ripetersi allo stesso modo, senza progresso alcuno, con l'infelicità dell'uomo, sempre proteso in un inutile tentativo di affermarsi in un mondo ostile , avaro, privo di amore e gratificazioni, dominato da una feroce legge economica.
In chiave politica, come già accennato sopra, questa concezione amara e pessimistica di Verga portò l'autore su posizioni nettamente conservatrici e di destra, con punte decisamente autoritarie ed antipopolari, come nel caso citato dei moti di Milano del 1898 e del suo consenso all'operato di Bava Beccaris.

 

Analisi specifica dei romanzi

 

I Malavoglia (1881)

Questo romanzo rappresenta, a detta dei critici, il capolavoro del Verga, anche se al suo apparire fu un tremendo fiasco, forse perché il pubblico era abituato ai romanzi pre-veristi, per cui non afferrò subito le grosse novità che esso conteneva, sia sotto il profilo ambientale e di contenuto, sia sotto quello strutturale e formale. Solo pochi amici dello scrittore (Il Capuana, il Farina ecc) intuirono il grande valore innovativo de I Malavoglia; Verga addolorato da tali incomprensioni si ritirò a Catania e per molti anni non scrisse nulla.
Solo all'inizio degli anni venti di questo secolo ci fu la riscoperta e la rivalutazione de I Malavoglia ad opera del grande critico Luigi Russo, che studiò a fondo l'opera di Verga.
Il romanzo ha per protagonista tutta la comunità dei pescatori di Aci- Trezza, dove la famiglia Toscano, detta Malavoglia, conduce una vita dura, ma onesta ed operosa, intorno al vecchio n'Toni, che è il rispettato patriarca della famiglia. La casa del nespolo è il simbolo stesso della coesione ed unione familiare, della religione del focolare domestico, sede degli affetti più sacri. Il vecchio n'Toni con il suo linguaggio semplice , ma concreto espone la sua "filosofia di vita" cioè:
l'ideale dell'ostrica, per cui bisogna tenacemente rimanere attaccati allo scoglio per non cadere in mare ed essere divorati dal pesce vorace.( come detto in modo esplicito nella novella “Fantasticheria” ). In conclusione bisogna rimanere attaccati alla famiglia ed ai suoi affetti e valori per non perdersi nella marea della vita.
L'onesta vita della famiglia è turbata da alcuni episodi: il naufragio della barca, ironicamente battezzata dallo scrittore La Provvidenza, durante il quale muore Bastianazzo e va perduto il carico di lupini, acquistato a credito dallo zio Cocifisso, nella speranza di migliorare economicamente. La famiglia per far fronte ai debiti deve ipotecare la casa del nespolo. Ma altre disgrazia mettono a dura prova la famiglia, tra cui la morte di Luca nella battaglia navale di Lissa (terza guerra d'indipendenza 1866), la brutta fine della giovane Rosalia, persasi in una vita equivoca e il carcere per contrabbando del giovane n'Toni. Alla fine chi rimane, riesce a riscattare la casa del nespolo e a ricostruire quel che rimane della famiglia. La morale del romanzo sta tutto in questo convinto e viscerale attaccamento alla famiglia, che costituisce il più sicuro punto di riferimento in un mondo ostile ed impietoso. Verga dimostra inoltre che ogni tentativo fatto per migliorare la propria condizione o economica o sociale è destinato a fallire.
Nel mondo del Verga non c'è posto per il miglioramento ed il progresso ;non c'è una provvidenza divina,  che schiude speranze per il futuro, come nel mondo del Manzoni.Qui sta la differenza tra gli umili del Manzoni (confortati dalla fede a dalla speranza nella Provvidenza) e i vinti del Verga (che non possono contare su tali speranze, perchè tutta la vita si svolge secondo le spietate ed aride leggi naturali ed economiche della sopravvivenza).
Non è un caso che la barca , che affonda, causando tanti guai alla famiglia, sia stata chiamata dallo scrittore La Provvidenza.
Aspetti  tecnico-stilistici : questo romanzo è stato definito dalla critica come romanzo corale ed oggettivo, perché non c'è un unico protagonista o più protagonisti, ma tutta la collettività di Aci


Trezza ne è protagonista; vi è una coralità di voci, pettegolezzi, provenienti da tante persone, presentate sin dall'inizio dallo scrittore tutte insieme, senza preamboli illustrativi (come fa ad es. il Manzoni all'inizio del suo romanzo). Per rendere quest'effetto corale Verga usa il discorso indiretto libero (senza cioè i punti e le virgolette e senza il verbo dichiarativo) proprio per riportare in modo realistico, indiretto e quindi assolutamente oggettivo il pensiero dei personaggi, senza il rischio che l'autore "imbecchi" i personaggi, facendo dire loro ciò che egli pensa. Semmai l'influsso del dialetto si può maggiormente cogliere per quanto attiene il piano sintattico, dal momento che l'articolazione dei periodi sembra costruita proprio con particolare occhio allo sviluppo del dialetto, del parlato, dando particolare  spazio più alla paratassi  che non all'ipotassi. Da un punto di vista linguistico Verga usa un impasto veramente originale :
un impasto veramente originale: il fondo della lingua è l'italiano medio del tempo con l'aggiunta però di un'infarinatura di dialetto siciliano, costituita da proverbi, imprecazioni, locuzioni tipiche del mondo contadino. Questo linguaggio appare particolarmente efficace ed icastico, si presta assai bene alle finalità oggettive ed impersonali dell'autore. Si ha l'impressione che questi personaggi parlino la loro vera lingua e non una lingua artificiale, costruita cioè a tavolino dallo scrittore, evitando quindi talune possibili ed  evidenti incongruenze (nel romanzo del Manzoni ad es. Renzo e Lucia parlano una lingua con fondo fiorentino).  

 

MASTRO DON GESUALDO (1889)

Questo secondo romanzo è ambientato nel mondo della borghesia agraria benestante; Gesualdo Motta da ex capo mastro è riuscito a mettere da parte lavorando duramente per tanti anni una enorme fortuna fatta di campi, poderi, fattorie, animali ecc. Gli abitanti del paese per questo motivo gli avevano conferito il titolo onorifico di  don proprio perché ormai, grazie alla ricchezza accumulata, era divenuto un'autorità.
Tuttavia anche Gesualdo commette un errore fatale ; si lascia convincere a sposare la duchessa Bianca Trao, ultima esponente della nobile famiglia del posto, per altro ormai squattrinata e per di più compromessa (era infatti in stato interessante per una precedente relazione con un lontano suo cugino); con questo matrimonio combinato e riparatore, Gesualdo si illude di poter migliorare socialmente, di vedersi aprire le porte di quel mondo aristocratico, che fino ad allora lo aveva considerato un volgare plebeo.
Mentre l'errore dei Malavoglia era stato quello di voler migliorare economicamente, l'errore di Gesualdo invece consiste nell'illudersi di poter migliorare socialmente. In realtà non sarà mai amato né dalla moglie Bianca, né dalla figlia Isabella, che egli considera sua ; sarà sempre un intruso in quel mondo snob e fatiscente.
Il Verga con amarezza ci fa capire che se Gesualdo avesse sposato Diodata  l'umile contadina sua compagna, dalla quale aveva avuto anche dei figli, sarebbe stato felice ! Il finale del romanzo nel suo amaro pessimismo è davvero toccante : Gesualdo, vecchio e malato,  muore solo, abbandonato da tutto, persino mal sopportato dai camerieri di sua figlia duchessa, a riprova che anch'egli è un vinto dalla vita e dal destino e che tutti  i suoi tentativi di affermazione e miglioramento sono risultati inutili.
Se I Malavoglia erano stati il romanzo del focolare domestico, Mastro don Gesualdo si può considerare il romanzo dell'altro grande tema del mondo del Verga , cioè la roba, intesa come attaccamento viscerale alla terra, ai beni conquistati con il duro lavoro, col sudore e la fatica, come una specie di rivincita verso un destino avaro ed ingrato.
Da un punto di vista tecnico-stilistico questo romanzo è costruito in modo meno rigidamente verista, lascia ampi spazi a momenti idillico-affettivi, cura in modo più evidente l'analisi psicologica dei Personaggi. Per tutte queste ragioni è un romanzo di piacevole lettura.
A questo punto il ciclo dei vinti si interrompe : La duchessa di Leyra dopo appena un capitolo o poco più fu interrotto, l'onorevole Scipioni e L'uomo di lusso (toscanamente significa l'uomo inutile) non videro mai la luce.
Nelle due raccolte Vita dei campi e Novelle rusticane compaiono altre situazioni e personaggi tipici della realtà meridionale di quegli anni. Nella novella La roba con Mazzarò viene anticipato il


personaggio di Gesualdo Motta, nell'esaltare appunto il valore della roba inteso non esclusivamente come attaccamento alla terra e al capitale contadino, ma anche come religione del lavoro e del sacrificio duro e continuo. In Rosso Malpelo vi è invece il dramma di tanti "carusi" sfruttati in modo immorale nelle solfatare, miniere e cave, mettendo a fuoco una delle tante piaghe della questione meridionale cioè lo sfruttamento dei minori nel lavoro. La novella Libertà propone un episodio realmente accaduto, cioè la sollevazione contadina di Bronte (una località vicino Catania), repressa poi nel sangue dagli stessi garibaldini, comandati da Nino Bixio, luogotenente di Garibaldi. In questa novella emerge tutta la sfiducia di Verga per il corso preso dal Risorgimento italiano ed in particolare dalla politica post-unitaria; vi è l'amarezza per il fallimento di tante speranze e l'amara consapevolezza dell'impossibilità per la Sicilia di vedere reali cambiamenti politici e sociali.
Alcune novelle sono state trasformate dal Verga in atti unici teatrali, dando così vita al cosiddetto teatro verista . Possiamo ricordare in particolare : La lupa e  Cavalleria rusticana (più tardi divenuta anche opera lirica con la musica di Pietro Mascagni),
La Lupa nella sua crudezza esprime la vicenda umana e passionale di una donna avida di sesso, che intende coinvolgere in un' infame relazione il marito della figlia, rimanendone poi uccisa.
Cavalleria rusticana è la squallida storia  di un adulterio, con protagonisti del mondo contadino : Alfio, Turiddu, Lola, Santuzza e conclusosi tragicamente in un duello.
Conclusioni critiche: Verga è sicuramente il primo narratore moderno della nostra letteratura in quanto rompe una la vecchia tradizione accademica e basata sui classici. Egli si apre ai problemi sociali del tempo con occhio attento, anche se il suo profondo pessimismo gli impedisce  di intravedere sia il progresso sia il cambiamento della società.
Senza Verga sarebbe impossibile avere i narratori successivi , che in ogni caso videro in lui un sicuro punto di riferimento, da D'Annunzio a Pirandello, da Tozzi agli stessi Alvaro, Moravia, Pratolini, ecc. Ma la lezione del Verga va ben oltre! Anche gli stessi autori neorealisti dell'ultimo dopo guerra (Fenoglio, Cassola, il primo Calvino ed altri) risentono da vicino del significato più autentico dell'opera dello scrittore siciliano.

 

Fonte: http://www.liceicortona.it/doc/italiano.doc

Autore del testo: Alessandro Silveri

Parola chiave google : Riassunto Giovanni Verga tipo file : doc

 

GIOVANNI VERGA

  • 1840= nasce
  • 1856-7= Amore e patria
  • 1861= I carbonari della montagna
  • 1865= Primo viaggio a Firenze
  • 1866= Una peccatrice
  • 1869-72= Periodo fiorentino
  • 1870 = Storia di una capinera
  • 1872-93 = Periodo milanese
  • 1873 = Eva; Tigre reale
  • 1874 = Nedda
  •  1878 = Rosso Malpelo (inizio verismo)
  • 1880 = Vita dei campi
  • 1881 = I Malavoglia
  • 1883 = Novelle rusticane; Per le vie
  • 1889 = Mastro don Gesualdo
  • 1922 = Muore

 

LA FASE ROMANTICA DELL'APPRENDISTATO CATANESE: DAL ROMANZO PATRIOTTICO AL ROMANZO D'AMORE
La formazione giovanile di Verga è provinciale e attardata, tutta inerna al romanticismo. Il suo primo romanzo, i Carbonari della montagna, è proposto come un romanzo storico. Tutto romantico è il binomio AMORE-PATRIA che caratterizza la prima produzione catanese sino A sulle lagune (1863). Tuttavia, nella produzione catanese si può notare una certa evoluzione:nei primi 2 romanzi (I carbonari dlla montagna e Amore e Patria)l'elemento patriottico è determinante, in SULLE LAGUNE costituisce lo sfondo alla storia d'amore. Infine in UNA PECCATRICE, l'elemento storico patriottico è lasciato cadere e il romanzo s'impernia tutto su un amore passionale.

 

I ROMANZI FIORENTINI E DEL PRIMO PERIODO MILANESE: LA FASE TARDOROMANTICA E SCAPIGLIATA
STORIA DI UNA CAPINERA (1871)=il romanzo sembra ispirarsi ad una letteratura di tipo filantropico volta a documentare un'ingiustizia sociale: la monacazione forzata di una giovane. Tuttavia, il romanzo vuole essere in primo luogo una storia intima, lo studio di una vicenda interiore ed esistenz<iale. Per la prima volta Verga compie una scelta antiretorica e si sforza di assumere il punto di vista di un personaggio semplice e il suo linguaggio ingenuo ed elementare: la scelta del romanzo epistolare come sottogenere serve proprio a questo. La scelta linguistica è manzoniana. Nel libro compare il tema dell'orfano e dell'escluso che ricomparirà in ROSSO MALPELO. Il motivo dell'esclusione sociale si collega a quello economico. E' importante notare che il romanticismo qui è ancora ben presente. Anche qui, come in UNA PECCATRICE, la donna rappresenta l'ideale romantico dell'amore-passione come forza inarrestabile ed invincibile contrapposta alla società.
EVA (concepito a Firenze e completato a Milano) = Risente fortemente dell'ambiente milanese, dell'impatto con la realtà sociale ed economica più avanzata del paese e con la cultura europea che vi circolava. In questo testo Verga mostra di aver assimilato gli elementi della Scapigliatura, evidenti anche nell'atteggiamento di protesta e denuncia che emerge nella prefazione. Il romanzo si fonda:

  • sullo studio del rapporto fra arte e modernità, fra sentimenti e artificio, fra valori romantici e inautenticità prodotta dallo sviluppo economico;
  • sull'esame di coscienza dell'artista in crisi che, nella realtà moderna, vede irrealizzabili gli idali romantici e deve aderire a un mondo dove dominano gli interessi materiali;
  • sulla storia d'amore fra il protagonista (un artista) e la ballerina (Eva), la storia conferma la sconfitta dll'artista che deve tornare nella natia Sicilia;
  • sul contrasto tra modernità (la metropoli) e il mondo premoderno del paese siciliano e dei valori della famiglia.

PRIMAVERA E ALTRI RACCONTI; NEDDA UN BOZZETTO SICILIANO
Vittimismo tardo romantico e analisi scapigliata dell'artista da giovane ritornano nella novella PRIMAVERA. Di questoperiodo però è anche il racconto NEDDA, novella di ambiente rusticano e siciliano (1874). Per la prima volta Verga sceglie come protagonisti unili personaggi della sua terra collocati in un ambiente contadino descritto realisticamente. La scelta dei personaggi e dell'ambiente è molto importante, ma di per sé non vuol dire ancora che Verga abbia abbracciato il verismo. In NEDDA manca del tutto l'impersonalità: l'autore è presente sin dall'inizio, interviene di continuo a difendere il proprio personaggio; il linguaggio è ancora fiorentino, mentre le espressioni dialettali sono isolate dall'uso grafico del corsivo.

 

L'ADESIONE AL VERISMO E IL CICLO DEI VINTI.
Tre fatti favoriscono l'adesione di Verga al Verismo:

  • esce L'Assommoir di Zola, subito recensito positivamente da CAPUANA
  • Capuana va a Milano, e con il critico CAMERONI e con Verga si riunisce in un gruppo che intende creare anche in Italia il romanzo modeerno ispirandosi alla lezione zoliana
  • Viene diffusa l'inchiesta di FRANCHETTI e SONNINO sulla Sicilia: scoppia la questione meridionale.

ROSSO MALPELO E LE ALTRE NOVELLE DI VITA DEI CAMPI. (ROSSO MALPELO, JELI IL PASTORE, LA LUPA, CAVALLERIA RUSTICANA, L'AMANTE DI GRAMIGNA)
La prima opera verista di Verga è la raccolta di otto novelle  con il titolo complessivo di Vita dei campi (1880) che riunisce racconti scritti tra il '70 (il primo è Rosso Malpelo) eil 1880. Protagonisti sono contadini, pastori, minatori di una società premoderna, quella delle campagne siciliane in cui domina il latifonso. La novità noin sta tanto nel prendere come protagonisti appartenenti al ceto sociale più umile, quanto nell'accogliere la loro prospettiva CULTURALE E LINGUISTICA. La voce narrante non è più quella dell'autore, ma quella degli stessi personaggi popolari.
In questa prima produzione vi è una spinta ideologicamente doppia. Da un lato Verga intende mostrare come, ad ogni livello della scala sociale, agisca la molla dell'interesse individuale e dei bisogni materiali; dall'altro tende a permanere una visione del mondo arcaico rurale romantica, capace di mantenere certi valori (ad esempio l'amore-passione). La contraddizione è risolta  facendo trionfare il primo aspetto (l'egoismo economico e sociale) rispetto al secondo (la forza dei sentimenti e la loro carica anarchica). Che vi sia un concorrere di elementi romantici è facilmente riscontrabile in alcuni racconti come LA LUPA, CAVALLERIA RUSTICANA, JELI IL PASTORE.
Un elemento tematico particolarmente interessante è quello dell'ESCLUSIONE: lo troviamo operante nel racconto ROSSO MALPELO, che si può definire il capolavoro della raccolta e uno dei vertici della nostra letteratura. In questo racconto la VOCE NARRANTE è quella astiosa e malevola della comunità dei minatori e dei contadini di cui fa parte Rosso e che si accanisce contro di luui proprio perché ha i capelli rossi e dunque sarebbe cattivo di per sé. Opera in questo racconto l'artificio dello STRANIAMENTO:

"LO STRANIAMENTO mostra come strano un fenomeno normale, presentandolo da un'ottica inedita. Lo straniamento, presentando le cose da un punto di vista non comune costringe a riflettere su di esse e dunque può sospendere ilmeccanismo di identificazione del lettore con la vicenda o indurlo ad un atteggiamento critico. In Verga l'artificio dello straniamento si collega conl'artificio della REGRESSIONE: l'autore, persona colta, regredisce nel punto di vista di una voce ignorante. Così non è l'autore, ma una voce narrante ignorante che in ROSSO MALPELO, argomenta la cattiveria del protagonista attraverso il suo avere i capelli rossi, instaurando un rapporto causa-effetto che nessuno sottoscriverebbe. Il punto di vista dell'autore non coincide con quello del narratore. Si crea un divario tra il punto di vista esplicito del narratore e quello implicito dell'autore"
ROSSO MALPELO deve il suo orrore al fatto che presenta come strano ciò che in realtà dovrebbe essere assolutamente normale, come, ad esempio i SENTIMENI UMANI. I sentimenti risultano STRANI dove vige come unica legge quella dell'interesse economico e vale solo la legge del più forte. Lo stesso ROSSO MALPELO assimila la logica di coloro che lo perseguitano, tuttavia ha la grandezza di dichiarare le sue leggi spietate, senza nasconderle sotto pretesti o una finta ipocrisia. E' particolarmente interessante il sistema dei personaggi del racconto, che può essere riassunto in questo schema:

 

 

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI

 

MONDO DELLA
FAMIGLIA

MONDO DELLA
CAVA

 

OPPRESSORI DI MALPELO

Madre

Sorella

Padrone

Sciancato

Ingegnere

OPPRESSI COME MALPELO

Madre di Ranocchio

Ranocchio

Mastro Misciu

Asino

Evaso

 

Si consideri anche la FILOSOFIA espressa nella novella: ROSSO, pur essendo un 'primitivo', considera le cose con lucidità intellettuale: rifiuta ogni ipocrisia, senza abbellimenti e consolazioni mistificanti: vi è nella novella, anche tenuto conto dell'ambientazione (la sciarra dell'Etna non è diversa dalla distesa lavica vesuviana) e della conclusione del ragionamento di Rosso (sarebbe meglio non essere nati affatto) un'aria leopardiana di cui non si può non tener conto.


I MALAVOGLIA

 

  • Il progetto letterario e la poetica
  • Occorre inventare una forma INERENTE al soggetto, e cioè rendere il colore locale anche nella forma letterale. Il ciclo dei vinti prevede infatti non solo cinque temi sociali diversi, ma altrettante soluzioni stilistiche diverse, ciascuma adeguata al diverso argomento.
  • L'autore deve sparire calandosi in una voce narrante (o in una pluralità di voci) appartenente al mondo rappresentato: la narrazione stessa deve avvenire attraverso la prospettiva dei personaggi, secondo il principio dell'impersonalità.
  • Devono cadere gli artifici narrativi della tradizione manzoniana (NARRATORE ONNISCIENTE, LA MESSA IN SCENA-PRESENTAZIONE DEI PERSONAGGI DA PARTE DEL NARRATORE): tutta la narrazione deve essere condotta dal basso, raccogliendo o riferendo le voci dei protagonisti.
  • Occorre inventare nuovi artifici narrativi: per esempio, esclusa la presentazione fatta dal narratore, bisognerà inserire all'inizio ampie scene corali in cui i protagonisti possano comparire in scena, in modo che il lettore posa imparare a riconoscerli da ciò che dicono o fanno e da ciò che gli altri personaggi dicono di loro.
  • Bisogna cercare nuove soluzioni linguistiche. Per rappresentare la realtà attraverso gli occhi dei contadini e dei pescatori occorre filtrarla attraverso i loro occhi, cioè attraverso la loro immaginazione e la loro cultura è ricerca di proverbi e modi di dire popolari siciliani, uso di metafore e similitudini tipiche del mondo rappresentato.
  • Il tempo della storia, la struttura e la vicenda.
  • La storia si svolge (circa) tra il 1863 e il 1878. Si tratta della storia della famiglia Toscano (Malavoglia è un nomignolo antifrastico)
  • Famiglia Toscano
  • PADRON 'NTONI (piccolo proprietario, casa e barca)
  • BSTIANAZZO (Figlio)
  • MARUZZA (detta anche la Longa, la nuora)
  • N'toni, Luca, Alessi, Mena, Lia (nipoti)

Per fare la dote a Mena, Padron 'Ntoni compra a credito una partita di lupini indebitandosi con l'usuraio del paese (CAMPANA DI LEGNO, detto anche zio Crocifisso). Durante il trasporto la barca che trasporta i lupini naufraga, Bastianazzo muore in mare è periodo di miseria. Quando la situazione pare rimettersi sulla buona strada e Mena sta per fidanzarsi con BRASI CIPOLLA, figlio di un ricco possidente, LUCA muore nella battaglia di Lissa. Un altro naufragio della barca (che si chiama Provvidenza) e le smanie del giovane 'Ntoni gettano la famiglia in un altro periodo di disgrazia. Padron 'Ntoni, per poter pagare il debito contratto con l'usuraio deve cedere barca e casa. Il giovane 'Ntoni frequenta la bettola del paese dove si unisce a dei contrabbandieri. Il finanziere DON MICHELE, insidia la giovane LIA. Scoperto dal finanziere durante un trasporto, 'Ntoni lo accoltella è ('Ntoni in carcere; Lia, svergognata va a Catania dove fa la prostituta). Le sorti della famiglia vemgono risollevate dal giovane Alessi che riconquista la casa del nespolo. Mena, disonorata dalla vicenda della sorella e del fratello 'Ntoni non si sposerà (rifiuterà anche l'amore di Compare Alfio, il carrettiere, con il quale pure vive un idillio). Uscito di prigione, 'Ntoni ritorna al paese e fa visita alla casa del nespolo. Vi rimarrà poche ore: ha capito che lui lì ormai è un estraneo in quanto ne ha violato le leggi morali.

  •  Il romanzo può dividersi in tre parti:
  • CAPP. I - IV èil tempo della storia è molto breve, il tempo del racconto è lento e dilatato: l'autore deve mettere in scena tutto il paese
  • CAPP. V - X èil tempo della storia si allarga mentre si condensa il tempo del racconto
  • CAPP. XI - XV ècopre un periodo di molti anni, il tempo della storia è molto lungo, condensato il tempo del racconto

 

  • Il sistema dei personaggi

 

Padron 'Ntoni

Campagna di legno

Morale patriarcale, ideali di lavoro e onestà, religione della famiglia

Leggi dell'utile immediato, cinico egoismo

rappresenta il MONDO DEI MALAVOGLIA (leggi della tradizione)

Rappresenta il MONDO DI TREZZA (la modernità rappresentata dalla legge dell'interesse, e dal desiderio di ricchezza ad ogni costo)

 

 

POLO POSITIVO                                                 POLO NEGATIVO
 

 


Che tutto il romanzo si costruisca attraverso questa polarità è testimoniato anche dall'opposizione che troviamo tra le figure femminili (ad esmpio le ragazze da marito: MENA E NUNZIATA è rispetto della tradizione patriarcale; VESPA E MANGIACARRUBE è ricerca spregiudicata di un marito ricco).
La polarita' tra i due 'NTONI

Padron 'Ntoni                                                                        'Ntoni (il nipote)
 

 


  • Il tempo

E' interessante notare come nel romanzo siano presenti due TEMPI DIVERSI:

  • c'è il tempo della storia e del progresso, un tempo lineare

 


(è il tempo rappresentato dagli eventi storici, p. e. la battaglia di Lissa, ma anche del progresso tecnologico rappresentato dalle navi a vapore o dal telegrafo)

  • c'è un tempo circolare e etnologico

 

 

(è il tempo premoderno e immutabile del volgere delle stagioni, dell'apparire e dello scomparire delle costellazioni, del perenne variare delle maree)

  • La lingua

Un problema notevole era rappresentato dalla lingua. Verga lo risolve in modo brillante. Non adotta il dialetto, ma un italiano parlato così come lo parlano i siciliani, capace di conservare alcune sfumature sintattiche e lessicale (un esempio può essere fornito dal "CHE" polivalente)

  • Alcuni temi da ricordare
  • la religione della famiglia: in questo tema sopravvive un idoleggiamento per un mondo di valori autentici che appartiene all'universo patriarcale e arcaico rurale e che non è più riscontrabile nella soietà moderna. L'esaltazione dell'"ideale dell'ostrica"è più volte ripetuta nel corso del romanzo. Chi si allontana da questi valori è perduto per sempre ècfr. il giovane 'Ntoni. Anche in questa visione è però presente la componente positivistica e naturalistica: la forza della famiglia è basata sulla comunione di sangue tra i suoi componenti èè come un nucleo di resistenza alle minacce che provengono dall'esterno. Tuttavia verga è consapevole che si tratta di un modello non più proponibile. Dal punto di vista strettamente romanzesco, il personaggio più interessante non è Alessi che ricostruisce il nucleo familiare, ma il giovane 'Ntoni.
  • Darwinismo sociale e antistoricismo: la vita umanaè come quella animale, l'uomo sarà sempre determinato dagli istinti e dai bisogni. La solidarietà di classe non esiste, e non esiste neppurela possibilità di un radicale cambiamento. Chi tenta di mutar stato è un illuso destinato alla sconfitta.

 

1883: PER LE VIE; NOVELLE RUSTICANE
A partire da questi due libri cade ogni idealizzazione del mondo contadino; i personaggi appaiono dominati dalla logica della roba, e cioè dalla logica economica e da quella di mercato. Il metodo verista è d'ora in poi assolutamente coerente con la prospettiva pessimistica e materialistica dell'autore che ad ogni gradino della scala sociale scopre il meccanismo della lotta per la vita.
Si può dunque parlare di due fasi nella ricerca verista di Verga: una coincidente con Vita dei campi e I Malavoglia in cui rimangono ancora residui di una visione "romantica" e di un certo vagheggiamento idillico del mondo contadino; e una coincidente con Novelle rusticane e Mastro don Gesualdo in cui questi motivi scompaiono e diventa centrale il tema della ROBA.
Novelle rusticane raccoglie dodici novelle  in cui Verga comincia a studiare i personaggi e gli ambienti del Mastro (cfr. la novella LA ROBA).
Per le vie raccoglie novelle di ambientazione milanese. Verga si sofferma sugli ambienti popolari di una grande metropoli industriale.

MASTRO-DON GESUALDO    (1889)
La storia è ambientata prima dell'Unità d'Italia. Racconta di un muratore (un mastro) che diventa, grazie alla sua intelligenza e alla sua intraprendenza, un DON. Il romanzo può essere suddiviso in quattro parti che corrispondono a quattro momenti della vita del protagonista.

  • I personaggi

Il sistema dei personaggi non è più corale, come nei Malavoglia dove protagonista alla fine era l'intero paese di Trezza, ma è incentrato su un'unica figura: Gesualdo. Viene rappresentato nella fase della sua ascesa sociale e poi nella sua fase di decadenza morale e fisica sino alla morte solitaria.
Viene meno la struttura binaria che abbiamo visto nei Malavoglia. L'unica legge che regola la vita di tutti i personaggi è quella dell'egoismo e dell'arricchimento. L'opposizione che nei Malavoglia era esterna, qui si colloca all'interno del personaggio di Gesualdo: egli obbedisce alla logica economica che regola la vita di tutti, ma alla fine ne paga le conseguenze ripensando al mondo di affetti che si è negato e alle persone che realmente gli volevano bene he lui ha sacrificato sull'altare dell'ascesa economica e sociale.
E' diversa, nel senso che è molto più articolata, anche la struttura sociale dei personaggi. Si va dai contadini e servitori sino ai borghesi, dalla nobiltà al clero

LA FAMIGLIA TRAO= i fratelli Trao, nobili decaduti, rappresentano la vecchia nobiltà ancora legata ad un mondo di convenzioni e di valori ormai superato. Poveri in bolletta, subiscono il loro stato di nobili decaduti senza accorgersi che lmondo è cambiato.
LA BARONESSA RUBIERA= rappresenta la nuova nobiltà, arricchita e tesa a continuare ad arricchirsi. Anche lei, come Gesualdo, di origini contadine, è riuscita a diventare ricca e per certi aspetti presenta molti punti di contatto con Gesualdo: anche lei sarà colpita nel fisico (colpo apoplettico), quasi che la malattia non sialtro che una metafora del suo spaventoso e terribile attaccamento al denaro.
IL CANONICO LUPI= intermediario tra il mondo della borghesia e quello della nobiltà. Uomo di chiesa, ma dedito solo a procaciare affari e prebende
BIANCA TRAO= figlia di uno dei due fratelli TRAO. Sverginata dal figlio della RUBIERA (NINI'), viene data in moglie attraverso un matrimonio combinato e salva-onore a Gesualdo: non lo amerà mai.
DIODATA=trovatella, come die il nome, serva fedele di Gesualdo, dal quale ha avuto dei figli che sono stati affidati alla carità pubblica. Ha verso di lui una fedeltà che definire canina non è eccessivo. Soffre in silenzio in qualità di amante "morganatica", comunque non destinata a sposare l'uomo al quale ha sacrificato tutta la sua vita, Gesualdo. Gesualdo le combinerà un matrimonio con un figuro che definire viscido è fare un complimento: NANNI L'ORBO.
ISABELLA= la figlia (????, vi ricordate di NINI' RUBIERA e dello spulzellamento di Bianca????) di Bianca e Gesualdo. Fanciulla con la testa piena di fantasie romantiche, innamorata di un cugino che le farà conoscere l'amore. Per soffocare lo scandalo viene combinato il matrimonio tra lei e il rampollo di una famiglia della nobiltà palermitana di gran nome ma economicamente decaduta.

IL PROGETTO LETTERARIO E LA POETICA
In Mastro-don Gesualdo Verga rimane fedele al progetto stilistico per cui la forma deve essere inerente al soggetto, non può dunque usare lo stesso stile deiMalavoglia, dalmomento che cambia la struttura sociale analizzata. Passando poi dai personaggi molto semplici dei primo romanzo a personaggi che hanno anche n'educazione letteraria e che attraverso quelle sovrastrutture culturali spesso ragionano (si pensi a BIANCA  o a ISABELLA ) s'impone il ricorso ad una rappresentazione psicologica. Ma per non fare dello psicologismo e non venir meno al credo naturalistico, (Verga, il narratore o chi per lui non può entrare nella testa deipersonaggi), è necessario che la psicologia del personaggio emerga dalle parole e dalle azioni del personaggio stesso. Questo è naturalmente l'ideale: Verga stesso ammetterà di non esserci sempre riuscito.

LO STILE
In Mastro la voce narrante non può più essere quella di un anonimo coro di paesani, ma deve essere quella, non troppo lontana da quella dell'autore, di un medio borghese della provincia siciliana. Non mancano però modi di dire e punti di vista diversi, è il caso della nobiltà di provincia o di quella cittadina. L'impersonalità del nuovo romanzo non presuppone più l'artificio della regressione e l'annullamento dell'autore in una prospettiva dal basso a lui del tutto estranea, ma l'assunzione di una prospettiva  capace di interpretare e giudicare i fatti, seppure del tutto oggettiva:

"A quelle parole la cugina Rubiera tese le orecchie, colla faccia a un tratto irrigidita nella maschera dei suoi progenitori, improntata alla diffidenza arcigna dei contadini che le avevano dato il sangue delle vene…."
Qui il narratore spiega il gesto del personaggio facendolo risalire al condizionamento della razza e dell'ereditarietà e commentandoli con l'impersonale distacco dei naturalisti.

UN TEMA DA TENERE PRESENTE

  • La dissoluzione del significato della vita individuale: la pulsione che porta a vivere coincide con la pulsione che porta all'accumulo di beni e coincide anche con la pulsione di morte che quest'ultima porta con sé e che si concretizza con la malattia che colpisce sia Gesualdo che la contessa Rubiera. La morte, nel Mastro, è un annullamento totale, fuori dal circuito degli affetti parentali o  della comunità. La perdita di senso della carriera individualizzata (che ha finito con il coincidere con l'intera esistenza) rivela alla fine la propria assurdità in un vortice di puro nulla. Il romanzo della roba siconfigura così come il romanzo dell'alienazione e dell'autodistruzione

 

Fonte: http://files.splinder.com/a82db6d7be085b98b389d2f8df19c305.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Parola chiave google : Riassunto Giovanni Verga tipo file : doc

 

Riassunto Giovanni Verga

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Riassunto Giovanni Verga

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Riassunto Giovanni Verga