Prima guerra mondiale riassunto breve

 

 

 

Prima guerra mondiale riassunto breve

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

 
La prima guerra mondiale

 

Le cause della guerra

Cause politiche

Cause economiche

Cause militari

Cause culturali

Revanchismo francese verso i tedeschi

La rivalità economica e relativa alle colonie tra Gran Bretagna e Germania

La politica militarista delle grandi potenze.

Il diffondersi dell’ideologia nazionalista

Rivalità austro-russa nei Balcani

La necessità, da parte delle grandi potenze di rifornirsi di materie prime e di trovare sbocchi per le loro merci in modo da favorire lo sviluppo commerciale.

La corsa agli armamenti degli stati europei industrializzati.

Le tesi razziste sulla necessità di salvaguardare l’identità nazionale.

Il malcontento delle varie nazionalità all’interno dell’impero austro-ungarico

 

 

L’applicazione del darwinismo alle relazioni internazionali

irredentismi: Italia per Trento e Trieste; la Serbia: per la Bosnia Erzegovina

 

 

 

La crisi dell’impero ottomano

 

 

Gli atteggiamenti favorevoli alla guerra diffusi tra i giovani

La presenza di due blocchi militari contrapposti: la Triplice Intesa e la Triplice alleanza.

 

 

 

 

Primo anno, 1914: dalla guerra lampo alla guerra di posizione

  • attentato di Sarajevo
  • mobilitazione russa e dichiarazione di guerra da parte della Germania à scattano i sistemi di alleanza
  • strategia tedesca basata sulla sorpresa à piano Schlieffen (attraversamento del Belgio e del Lussemburgo)
  • l’invasione del Belgio  causa l’inaspettata resistenza del Belgio stesso e l’intervento inglese
  • rapida reazione franco-inglese che mostrano capacità di riorganizzazione degli eserciti à la rapida avanzata tedesca viene bloccata sul fiume Marna, dove si attesta il fronte,
  • l’uso di nuove armi (mitragliatrici automatiche e artiglieria) rende inutili e cruenti i tradizionali attacchi di fanteria, mentre diventano indispensabili i sistemi di difesa: vengono predisposte le trincee.
  • le difficoltà dei tedeschi nel condurre a buon fine l’attacco a occidente è dovuto anche all’aprirsi del fronte orientale, contro i russi (che vengono sconfitti a Tannenberg e ai Laghi Masuri); anche qui si giunge rapidamente ad una guerra di posizione
  • la trasformazione della guerra in una guerra di posizione è dovuta al fallimento del piano Schlieffen ed alla incapacità di elaborare concezioni strategiche nuove: tutti pensano solo ad una rapida guerra di movimento, basata sulla manovra offensiva
  • entrano in guerra la Turchia (con gli Imperi centrali; si aprono i fronti in Medio Oriente; vicende del colonnello Lawrence) e il Giappone (con l’Intesa)
  • Forze schierate: Germania, Austria, Turchia e Bulgaria contro numerose altre potenze; neutrali: Spagna, Svizzera, Paesi scandinavi.

 

Gli schieramenti durante la prima guerra mondiale


Intesa

Imperi centrali

Francia, Inghilterra, Russia
Belgio
Serbia
Montenegro
Giappone
Italia
Romania
Portogallo
Grecia
Stati Uniti

Germania, Austria
Turchia
Bulgaria

Il conflitto si estese agli imperi coloniali delle potenze coinvolte e si ebbero battaglie importanti in
Medio Oriente (attaccati i territori sotto la dominazione ottomana: Mesopotamia, Palestina), Africa (attaccati Camerun, ex colonia tedesca ora sotto Francia e Inghilterra; e Togo, possedimento tedesco) e Oceania (attaccati dal Giappone i possedimenti tedeschi nel Pacifico).
Paesi neutrali

Spagna, Svizzera, Paesi scandinavi

 

Secondo anno, 1915: un anno complessivamente favorevole agli imperi centrali. L’intervento italiano è l’unico punto a favore dell’Intesa

  • la trasformazione della guerra lampo in guerra di logoramento fa diventare molto importante riuscire a tirare dalla propria parte i paesi neutrali, che con il loro apporto avrebbero potuto aumentare la capacità di resistenza dei due blocchi, affrettare il logoramento del nemico e rovesciare la situazione
  • entra in guerra la Bulgaria e determina il crollo della Serbia
  • l’Intesa continua a subire sconfitte (sconfitta della Russia), suo unico punto a favore è l’intervento dell’Italia
  • Neutralisti e interventisti
  • La maggioranza del Paese è neutralista, ma per l’entrata in guerra sono determinanti la posizione del governo, quella del re e le manifestazioni di piazza:  il governo firma segretamente il Patto di Londra; il re lo avallo contro la volontà del Parlamento; le le manifestazioni di piazza (le “radiose giornate”) spingono l’opinione pubblica verso la guerra.

Come si arrivò alla decisione a favore dell’intervento e alla stipulazione del Patto di Londra?
Il paese era diviso ed erano forti le perplessità sull’intervento italiano (impreparazione militare; scarsi risultati ottenibili). Il governo era in mano a Salandra, succeduto a Giolitti, ed era espressione degli interessi della destra, dei nazionalisti e degli industriali.
Dopo aver intavolato trattative con entrambi i blocchi, si decise ad un certo punto di intervenire a fianco dell’Intesa, che prometteva all’Italia le terre irredente ed anche il dominio su territori non italiani (Dalmazia, Valona, Dodecaneso, colonie tedesche in Africa), cosa che accontentava anche le mire imperialistiche del Paese.
Salandra firmò segretamente il Patto di Londra e quando la notizia venne resa nota, l'opposizione insorse, chiedendo le dimissioni del governo Salandra, che di fatti le presentò. Intanto le manifestazioni di piazza degli interventisti si fecero sempre più minacciose. Il re  - che in base allo Statuto albertino decideva l’entrata in guerra  – mostrò di essere favorevole all’operato di Salandra respingendone le dimissioni e approvando così il Patto di Londra e l'intervento militare. C’è chi ha parlato di una specie di colpo di Stato perché i vertici presero una decisione che andava contro la volontà del Parlamento e della maggioranza del Paese.

  • anche la guerra sul fronte italiano (che ha la forma di una “S”, dal passo dello Stelvio alle foci dell’Isonzo; Carso, Piave, Tagliamento) si trasforma rapidamente in guerra di posizione; esercito male armato, disorganizzato e comandato dall’autoritario generale L. Cadorna.

 

Gli schieramenti in Italia, prima dello scoppio del conflitto


Neutralisti

Interventisti

  • Giolittiani (l’Italia restando neutrale avrebbe potuto trattare con l’Austria, che non aveva interesse all’intervento dell’ex-alleato, e ottenere le terre irredente)
  • la maggioranza del Parlamento (che appoggiava Giolitti)
  • la maggioranza della popolazione
  • Cattolici (motivi morali; non vogliono combattere potenza cattolica come l’Austria)
  • Socialisti (la guerra è provocata dagli interessi delle borghesie imperialistiche); c’è anche Mussolini, che dirige “L’Avanti”, ma che presto passa su posizioni opposte; espulso dal partito, fonda “Il Popolo d’Italia”, schierato per l’intervento
  • parte degli industriali (trarre vantaggi rifornendo entrambi i blocchi belligeranti)

 

  • Liberali di Destra (Salandra e Sonnino: la guerra come occasione per dare una svolta autoritaria allo stato soffocando le crescenti tensioni sociali)
  • Nazionalisti di Destra, nelle file dei quali confluivano studenti universitari, il futurista Marinetti (“Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore del liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna”), il poeta D’Annunzio, che organizzarono rumorose manifestazioni di piazza a favore dell’intervento.
  • Interventisti di sinistra (Salvemini, Bissolati, Mussolini), direttore de “Il Popolo d’Italia”): la guerra a fianco dei Paesi democratici dell’Intesa contro i regimi autoritari
  • Sindacalisti rivoluzionari (Corridoni: la guerra avrebbe scardinato l’ordine capitalista e preparato la rivoluzione socialista)
  • Irredentisti (Battisti, Chiesa, Sauro)
  • parte degli industriali (liberarsi dell’eccessiva presenza del capitale tedesco nell’industria italiana e cogliere l’occasione per svilupparsi economicamente e crescere nel prestigio internazionale)

 

Terzo anno di guerra 1916: Verdun, la Strafe Expedition e l’inizio della grande stanchezza

  • Gigantesco attacco a Verdun, sferrato dalla Germania dopo aver sconfitto la Russia a oriente; gli anglo-francesi aprono un nuovo fronte sulla Somme per alleggerire quello di Verdun
  • L’Austria scatena la Strafeexpedition contro l’Italia, ma viene bloccata dagli italiani che si impossessano di Gorizia
  • La prospettiva di un lungo conflitto ed il problema dei rifornimenti:
  • La guerra navale della Germania contro il blocco navale inglese che impediva il rifornimento dai porti tedeschi; battaglia dello Jutland; nessun risultato decisivo per i tedeschi
  • La Romania, entrata in guerra a fianco dell’Intesa, viene sconfitta e diventa fonte di approvvigionamento alimentare e petrolifero
  • La prospettiva di una lunga durata della guerra, porta gli imperi centrali a intensificare al guerra sottomarina, per bloccare i rifornimenti ai nemici
  • I sottomarini e le nuove armi usate nella guerra: artiglieria automatica, grandi cannoni (grosse Bertha); armi chimiche; aerei; telecomunicazioni e mezzi motorizzati; carri armati
  • Comincia a diffondersi in tutti i paesi un sentimento di stanchezza e di insofferenza verso la guerra, che si rafforza soprattutto l’anno dopo. I socialisti pubblicano il Manifesto di Kienthal (1916) contro la guerra: “Due anni di guerra mondiale! Di rovine, di massacri, di reazione… Malgrado le ecatombi su tutti i fronti nessun risultato decisivo: né vincitori, né vinti; o piuttosto tutti vinti, cioè tutti dissanguati, rovinati, esausti.”

 

Quarto anno di guerra 1917: la grande stanchezza; Russia e USA

 

  • Si arresta per sfinimento la battaglia della Somme
  • Aprile 1917: ingresso in guerra degli USA (guerra sottomarina e affondamento del Lusitania; tutelare prestiti all’Intesa; tutelare democrazia)
  • Ottobre 1917: defezione della Russia, dove scoppia la rivoluzione
  • conseguenze sul fronte occidentale, cui viene dedicato maggiore impegno da parte degli austro-tedeschi: Caporetto
  • sconfitta dovuta a errori tattici dei comandi à sostituzione di Cadorna con Diaz
  • dovuta anche al clima di sfiducia e disagio, comuni a tutti gli Stati belligeranti, diffuso al fronte e nel Paese (vd. punto successivo).
  • conseguenze sul morale delle truppe, presso le quali si accentua la stanchezza per il logorante e prolungato conflitto di posizione. Cause di questa stanchezza
  • La trincea protagonista della prima guerra mondiale: mancanza di igiene; presenza di cadaveri; panico e attacchi nervosi (“singhiozzo convulsivo”) durante i bombardamenti
  • Anche le condizioni dei civili, con il protrarsi della guerra andarono peggiorando. I civili infatti erano coinvolti nella guerra come i soldati al fronte:  si parla di “fronte interno” per indicare le persone che lavoravano nelle fabbriche per soddisfare le necessità del conflitto.
  • Sviluppo dell’industria pesante e rafforzamento dei poteri dello Stato che esercita un forte controllo sulla produzione facendo venir meno i princìpi liberali (es. il socialismo di guerra in Germania)
  • si rafforzano i poteri esecutivo e militare (formazione di gabinetti di guerra);
  • la propaganda e la censura si esercitano sui cittadini sospettati di disfattismo (il cui rischio cresceva con il protrarsi del conflitto)
  • Tutto ciò porta ad una insofferenza per la guerra di logoramento, che si manifesta in diserzioni, simulazioni di malattie, fughe, insubordinazione e nella nascita di un movimento di opinione contrario alla guerra: l’”inutile strage”; i manifesti di Zimmerwald(1915) e di Kienthal (1916), che condannano la guerra e richiedono una pace “senza annessioni e senza indennità”

 

Quinto anno di guerra 1918:  la conclusione del conflitto

  • Con la pace durissima di Brest-Litovsk (“senza annessioni e senza indennità”), con la quale la Russia perdeva circa un quarto dei suoi territori europei, Lenin riuscì comunque a salvare il nuovo stato socialista e a dimostrare al mondo che la guerra imperialistica si poteva trasformare in rivoluzione: le masse impegnate nella guerra l’avevano infatti interrotta per rovesciare con una rivoluzione lo zarismo e dar vita ad uno stato socialista.

Per rispondere alla sfida di Lenin, e per arginare il pericolo del disfattismo rivoluzionario, gli stati dell’Intesa dovettero a loro volta accentuare il carattere ideologico della guerra, presentandola sempre più come una lotta condotta per la democrazia e per la libertà, rispetto ai princìpi cardine della diplomazia prebellica, secondo la quale gli Stati lottavano anzitutto per ingrandirsi e difendere la propria potenza, come dimostrava anzitutto la Germania.
Il nuovo anno di guerra si apre perciò con il famoso messaggio di Wilson, i 14 punti, che avrebbero dovuto servire di base per le trattative di pace (ristabilire la libertà delle nazioni violata dai tedeschi; restituzioni territoriali; autodecisione dei popoli; istituzione della Società delle Nazioni per savaguardare la pace internazionale).

  • E’ questo il momento più difficile per le forze in campo: la Germania vuole sferrare un estremo tentativo di rivincita sul fronte occidentale, prima che arrivino le forze americane in Europa: è la battaglia del Kaiser, detta così perché vi partecipa lo stesso imperatore. Più tardi vi sarà una seconda battaglia della Marna, che si risolse per i tedeschi in una continua ma lenta ritirata.
  • Ma gli inglesi e i francesi sanno organizzarsi per rispondere all’offensiva ed in ciò avrà un ruolo determinate la decisione di affidare ad un unico comando interalleato (sotto la guida del generale Foch) la difesa.
  • Intanto, in Mesopotamia e Palestina, l’esercito inglese, appoggiato dalla rivolta araba (incitata dagli agenti segreti dell’Intesa contro il dominio turco dietro la prospettiva di conquistare l’indipendenza e l’autonomia al termine del conflitto), riesce a travolgere la resistenza turca. Emerge il colonnello inglese Thomas E. Lawrence, detto Lawrence d’Arabia, uno dei più accesi sostenitori dell’indipendenza araba e che si batté per la creazione di un grande regno arabo in Medio Oriente.

Francia e Inghilterra non rispetteranno i patti alla fine della guerra e si spartiranno il Medio Oriente; la dichiarazione Balfour creerà inoltre forte risentimento negli Arabi.

  • Un colpo molto importante contro gli imperi centrali venne sferrato dall’Italia nella battaglia di Vittorio Veneto, con la quale venne compensata la sconfitta di Caporetto.
  • 4 novembre: armistizio di Villa Giusti (Padova) tra Italia e Austria
  • 11 novembre: armistizio di Réthondes tra Germania e Intesa.

 

Trattati di pace

  • Trattato di Versailles (con la Germania)

La Germania deve cedere

  • alla Francia Alsazia e Lorena;
  • alla Polonia, ricostituita in Stato indipendente, la Posnania, la Slesia e una striscia di territorio, il cosiddetto “Corridoio polacco” che divide in due la Germania, fino a Danzica, dichiarata città libera
  • tutte le sue colonie, in gran parte a Inghilterra e Francia

Inoltre deve:

  • pagare enormi riparazioni per i danni arrecati agli stati dell’intesa
  • consegnare la flotta all’Inghilterra
  • lasciare che per 15 anni la Società delle Nazioni governi il bacino carbonifero della Saar (a oriente della Lorena), con diritto alla Francia di godere delle sue miniere, dopo il qual termine un plebiscito avrebbe deciso dell’assegnazione del territorio alla Francia o alla Germania.
  • Trattato di Sèvres (con la Turchia)
  • La Turchia venne ridotta all’Anatolia
  • La Siria venne assegnata sotto forma di mandato alla Francia
  • Mesopotamia e Palestina, sempre sotto forma di mandati vennero assegnati all’Inghilterra.
  • L’Armenia e l’Arabia furono dichiarate indipendenti
  • Trattato di Saint-Germain (con l’Austria-Ungheria)
  • l’Austria-Ungheria viene smembrata in Austria, Ungheria e Cecoslovacchia
  • i territori italiani (Trentino, Alto Adige e Venezia Giulia) vengono ceduti all’Italia
  • i territori slavi (Croazia, Slavonia, Bosnia, Jugoslavia) vengono ceduti alla Serbia e ne nasce un nuovo stato, la Jugoslavia

Nuova situazione che esce dai Trattati:

  • trionfa quasi dappertutto la democrazia
  • l’Inghilterra riacquista parzialmente quel primato economico che le era stato insidiato dalla Germania
  • la Francia riacquista in Europa il primato militare che la Germania le aveva sottratto dopo la guerra del 1870
  • la Germania perse il Europa il primato politico ed economico che stava conquistandosi a scapito dell’Inghilterra, e uscì dalla guerra fortemente penalizzata,
  • L’Italia, distrutta l’Austria-Ungheria raggiunse quasi del tutto i suoi confini naturali. Tuttavia non fu del tutto soddisfatta nelle sue aspettative (anche perché al momento di stipulare il patto non era previsto il crollo dell’impero Austro-Ungarico: con il suo crollo le cose cambiavano e non si poteva accontentare del tutto l’Italia) e si diffuse il mito della “vittoria mutilata”.

Principali problemi dopo la guerra:

  • Inflazione
  • Rifornimenti di materie prime
  • Riconversione dall’economia di guerra a quella di pace

 

ALTRI PARTICOLARI DA RICORDARE:

  • Successi dell'aviazione italiana: l'eroe Francesco Baracca, caduto in battaglia.
  • Successi della marina: nel dic.1917 due MAS (motoscafi-anti-sommergibili) avevano affondato nel porto di Trieste la corazzata Wien e danneggiato gravemente la Budapest.
  • 11 febbraio 1918: D'Annunzio con tre MAS, entrati nella baia di Buccari presso Fiume, dove sostavano unità militari e mercantili austriache, riuscirono ad affondare un piroscafo (beffa di Buccari).
  • Giugno 1918 : Luigi Rizzo affondò la corazzata di S. Stefano e ne danneggiò gravemente altre due presso l'isola di Premuda.
  • 9 agosto 1918: volo solo dimostrativo di D’Annunzio su Vienna, col quale l’Italia avrebbe affermato “la sua potenza incontrastata sul cielo della capitale nemica”.
  • 1° novembre 1918 : Paolucci e Rossetti, entrati nel porto di Pola, fecero saltare con una mina la corazzata austriaca Viribus unitis.

 

Cartina: L’Europa prima e dopo la Prima guerra mondiale.

Il cambiamento della carta politica dell’Europa dopo la Prima Guerra Mondiale è molto rilevante.

  • Si dissolvono ben quattro imperi (tedesco, austriaco, ottomano e russo), dai quali nascono dei nuovi stati:
  • Dalla dissoluzione degli imperi russo (27),  tedesco (11) e austriaco (13) nascono: Finlandia (5), Estonia (6), Lettonia (7), Lituania (8), e parte della  Polonia
  • Dalla dissoluzione degli imperi tedesco (11) e austriaco (13) nascono Cecoslovacchia (20), Jugoslavia (22), Polonia (10) e Ungheria (21) che si divide dall’Austria).
  • Dalla dissoluzione dell’impero ottomano (ridotto all’Anatolia, 28) nascono:
  • Siria e Libano,, che vengono affidati dalla Società delle Nazioni all’amministrazione della Francia, sotto forma di mandati
  • Palestina, Iran e Iraq (Mesopotamia), affidati come mandati all’Inghilterra.
  • La Germania (10 à 11,9) è la nazione che subisce le minori amputazioni territoriali. Il “corridoio polacco” che l’attraversa sarà però fonte di grandi tensioni nel periodo successivo.
  • L’Austria (13 à 19) risulta invece molto ridotta dal punto di vista territoriale.
  • L’Italia acquista Trento, Trieste, l’Istria, la Dalmazia, la base di Valona in Albania.

L’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale

 

Patto di Londra:
terre promesse all’Italia in caso di vittoria
 

Terre ottenute

dopo la 1^ guerra mondiale

Sviluppi 

dopo la 2^ guerra mondiale

Trentino

 

Sud Tirolo (o Alto Adige).

 

Trieste
(già colonia romana, poi sotto i barbari e poi sotto i veneziani, sotto la casa d’Austria a partire dalla fine del 1300 circa)

Nel ‘45 viene occupata per quaranta giorni dalle truppe jugoslave di Tito, col proposito di annettersela. La tengono fino all’arrivo degli angloamericani.

Ne nasce una controversia internazionale che porta alla divisione del territorio circostante Trieste in: zona A (inclusa Trieste) sotto gli angloamericani; zona B sotto gli jugoslavi.

Nel ‘54 si giunge a un accordo definitivo, con cui Trieste torna all’Italia

Gorizia
(città di origine romana, ma sotto la casa d’Austria a partire dal 1500)

La città viene divisa tra Italia e Jugoslavia (che ne ha acquistato i sobborghi orientali).

Istria

Le autorità militari italiane che assunsero il controllo delle province slave (Istria, Dalmazia) le trattarono come terre di conquista, sciogliendo di forza le amministrazioni locali, sopprimendo i giornali, deportando i resistenti e vietando le bandiere nazionali.

Occupata dai partigiani jugoslavi di Tito durante la seconda guerra mondiale, passò alla Jugoslavia nel 1947.

Dalmazia
(Dalmazia = fascia costiera, dai monti Velebit al lago di Scutari)

Ma nel 1920, col trattato di Rapallo, la Dalmazia verrà lasciata alla Jugoslavia, eccetto la città di Zara.

 

Città e porto di Valona in Albania “con un adeguato entroterra”

 

Occupazione italiana dal 1914 al 1920.

Protettorato italiano sull’Albania nel 1917. Indipendente dal 1920, l’Albania risentì comunque dell’influenza italiana: divenuta nel 1920 una repubblica sotto la presidenza di Amed Zogu. Ma questi nel 1938 si proclamò re instaurando un regime dittatoriale. Nel 1939 divenne parte dell’impero italiano. Durante la guerra si formò la resistenza sotto Enver Hoxha e nel 1946 divenne una “repubblica popolare” gravitante nell’orbita sovietica.

Città e porto  di Adalia (Antalya) in Turchia.

No

 

Arcipelago del Dodecaneso (la cui isola più importante è Rodi)

No

Col trattato di Losanna del 1923 (un trattato che sostituiva quello di Sèvres) vengono riconosciute all’Italia le isole del Dodecaneso, già conquistate in occasione della guerra contro la Libia nel 1911-12. Il D. venne restituito alla Grecia nel 1947.

Parte delle colonie tedesche in Africa, in caso di spartizione

No
Si ottengono solo piccole concessioni ai confini delle colonie africane già possedute (Giarabub, un pezzo di Oltregiuba e una rettifica del confine libico-tunisino).

Questo avviene perché Orlando e Sonnino abbandonarono la Conferenza di Versailles per protesta e le decisioni vennero prese in loro assenza. L’Italia, potenza importante per la sua neutralità nei giochi militari che vi erano prima della sua entrata in guerra, a guerra conclusa era diventata una potenza di secondo rango quale effettivamente era.

 

 

 

 

 

 

 

 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

1914: dalla guerra lampo alla guerra di posizione

  • attentato di Sarajevo
  • mobilitazione russa e dichiarazione di guerra da parte della Germania à scattano i sistemi di alleanza
  • strategia tedesca basata sulla sorpresa à piano Schlieffen (attraversamento del Belgio e del Lussemburgo)
  • l’invasione del Belgio  causa l’inaspettata resistenza del Belgio stesso e l’intervento inglese
  • rapida reazione franco-inglese che mostrano capacità di riorganizzazione degli eserciti à la rapida avanzata tedesca viene bloccata sul fiume Marna, dove si attesta il fronte,
  • l’uso di nuove armi (mitragliatrici automatiche e artiglieria) rende inutili e cruenti i tradizionali attacchi di fanteria, mentre diventano indispensabili i sistemi di difesa: vengono predisposte le trincee.
  • le difficoltà dei tedeschi nel condurre a buon fine l’attacco a occidente è dovuto anche all’aprirsi del fronte orientale, contro i russi (che vengono sconfitti a Tannenberg e ai Laghi Masuri); anche qui si giunge rapidamente ad una guerra di posizione
  • la trasformazione della guerra in una guerra di posizione è dovuta al fallimento del piano Schlieffen ed alla incapacità di elaborare concezioni strategiche nuove: tutti pensano solo ad una rapida guerra di movimento, basata sulla manovra offensiva
  • entrano in guerra la Turchia (con gli Imperi centrali; si aprono i fronti in Medio Oriente; vicende del colonnello Lawrence) e il Giappone (con l’Intesa)
  • Forze schierate: Germania, Austria, Turchia e Bulgaria contro numerose altre potenze; neutrali: Spagna, Svizzera, Paesi scandinavi.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il 1915: un anno complessivamente favorevole agli imperi centrali. L’intervento italiano è l’unico punto a favore dell’Intesa

  • la trasformazione della guerra lampo in guerra di logoramento fa diventare molto importante riuscire a tirare dalla propria parte i paesi neutrali, che con il loro apporto avrebbero potuto aumentare la capacità di resistenza dei due blocchi, affrettare il logoramento del nemico e rovesciare la situazione
  • entra in guerra la Bulgaria e determina il crollo della Serbia
  • l’Intesa continua a subire sconfitte (sconfitta della Russia), suo unico punto a favore è l’intervento dell’Italia
  • Neutralisti e interventisti
  • La maggioranza del Paese è neutralista, ma per l’entrata in guerra sono determinanti la posizione del governo, quella del re e le manifestazioni di piazza:  il governo firma segretamente il Patto di Londra; il re lo avallo contro la volontà del Parlamento; le le manifestazioni di piazza (le “radiose giornate”) spingono l’opinione pubblica verso la guerra.
  • anche la guerra sul fronte italiano (che ha la forma di una “S”, dal passo dello Stelvio alle foci dell’Isonzo; Carso, Piave, Tagliamento) si trasforma rapidamente in guerra di posizione; esercito male armato, disorganizzato e comandato dall’autoritario generale L. Cadorna.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il 1916: Verdun, Strafexpedition, guerra navale e sottomarina

  • Gigantesco attacco a Verdun, sferrato dalla Germania dopo aver sconfitto la Russia a oriente; gli anglo-francesi aprono un nuovo fronte sulla Somme per alleggerire quello di Verdun
  • L’Austria scatena la Strafeexpedition contro l’Italia, ma viene bloccata dagli italiani che si impossessano di Gorizia
  • La prospettiva di un lungo conflitto ed il problema dei rifornimenti:
  • La guerra navale della Germania contro il blocco navale inglese che impediva il rifornimento dai porti tedeschi; battaglia dello Jutland; nessun risultato decisivo per i tedeschi
  • La Romania, entrata in guerra a fianco dell’Intesa, viene sconfitta e diventa fonte di approvvigionamento alimentare e petrolifero
  • La prospettiva di una lunga durata della guerra, porta gli imperi centrali a intensificare al guerra sottomarina, per bloccare i rifornimenti ai nemici
  • I sottomarini e le nuove armi usate nella guerra: artiglieria automatica, grandi cannoni (grosse Bertha); armi chimiche; aerei; telecomunicazioni e mezzi motorizzati; carri armati

 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il 1917: la defezione russa e l’ingresso degli Usa nel conflitto; la stanchezza per la guerra

  • Si arresta per sfinimento la battaglia della Somme
  • In tutti i paesi si diffonde la stanchezza per la guerra: l’”inutile strage”
  • Aprile 1917: ingresso in guerra degli USA (guerra sottomarina e affondamento del Lusitania; tutelare prestiti all’Intesa; tutelare democrazia)
  • Ottobre 1917: defezione della Russia, dove scoppia la rivoluzione
  • conseguenze sul fronte occidentale, cui viene dedicato maggiore impegno da parte degli austro-tedeschi: Caporetto
  • sconfitta dovuta a errori tattici dei comandi à sostituzione di Cadorna con Diaz
  • dovuta anche al clima di sfiducia e disagio, comuni a tutti gli Stati belligeranti, diffuso al fronte e nel Paese (vd. punto successivo).
  • conseguenze sul morale delle truppe, presso le quali si accentua la stanchezza per il logorante e prolungato conflitto di posizione. Cause di questa stanchezza
  • La trincea protagonista della prima guerra mondiale: mancanza di igiene; presenza di cadaveri; panico e attacchi nervosi (“singhiozzo convulsivo”) durante i bombardamenti
  • Anche le condizioni dei civili, con il protrarsi della guerra andarono peggiorando. I civili infatti erano coinvolti nella guerra come i soldati al fronte:  si parla di “fronte interno” per indicare le persone che lavoravano nelle fabbriche per soddisfare le necessità del conflitto.
  • Sviluppo dell’industria pesante e rafforzamento dei poteri dello Stato che esercita un forte controllo sulla produzione facendo venir meno i princìpi liberali (es. il socialismo di guerra in Germania)
  • si rafforzano i poteri esecutivo e militare (formazione di gabinetti di guerra);
  • la propaganda e la censura si esercitano sui cittadini sospettati di disfattismo (il cui rischio cresceva con il protrarsi del conflitto)
  • Tutto ciò porta ad una insofferenza per la guerra di logoramento, che si manifesta in diserzioni, simulazioni di malattie, fughe, insubordinazione e nella nascita di un movimento di opinione contrario alla guerra: l’”inutile strage”; i manifesti di Zimmerwald(1915) e di Kienthal (1916), che condannano la guerra e richiedono una pace “senza annessioni e senza indennità”

 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Schema riassuntivo: Il 1918: la conclusione del conflitto.

  • Brest-Litowsk. La posizione di Lenin (trasformare la guerra in rivoluzione) accentua il carattere ideologico del conflitto à i 14 punti di Wilson
  • Sforzo supremo, ma vano, della Germania, prima che arrivino le truppe Usa sul suolo europeo (Battaglia del Kaiser)
  • Parallelo sforzo supremo delle potenze dell’Intesa che si affidano a un comando interalleato
  • Avventura di Lawrence in Oriente
  • Vittoria italiana a Vittorio Veneto, che riscatta la sconfitta di Caporetto

 


La sconfitta fu dovuta essenzialmente ad errori tattici dei comandi italiani, in particolare del generale Luigi Cadorna (i Cadorna – Raffaele, Luigi, Raffaele –, famiglia di militari italiani, li troviamo in varie vicende italiane: Raffaele1, Risorgimento, presa di Roma, 1870; Luigi, 1^ GM,  Caporetto; Raffaele2, 2^ GM, 1944-45, Corpo volontari della libertà)
In seguito al pericolo corso dal paese in questa circostanza, si crea tra i partiti “l’unione sacra” e paradossalmente i soldati ritrovano motivazione in una guerra che è diventata di difesa del paese dalle truppe che lo invadono;
Cadorna viene sostituito con Diaz: 1) trattamento più umano della truppa, 2) miglioramento della strategia e 3) uso della propaganda per motivare i soldati (promessa di terre ai contadini e stimolo a percepire la guerra come guerra ideologica, ovvero guerra democratica contro l’autoritarismo degli imperi centrali).

Il mandato, secondo un articolo del Patto della Società delle Nazioni, consiste nel riconoscere alcuni territori come “provvisoriamente indipendenti, purchè i consigli e gli aiuti di un mandatario guidino la loro amministrazione fino a che saranno capaci di condursi da sé”.

Il mandato, secondo un articolo del Patto della Società delle Nazioni, consiste nel riconoscere alcuni territori come “provvisoriamente indipendenti, purchè i consigli e gli aiuti di un mandatario guidino la loro amministrazione fino a che saranno capaci di condursi da sé”.

Nel contesto delle vicende slave si inserisce anche la questione di Fiume che si comprende alla luce del fatto che nel dopoguerra è cambiata sostanzialmente la geopolitica della zona ai confini orientali dell’Italia.
La città di Fiume (in Croazia) non rientrava tra le annessioni previste dal Patto di Londra perché si pensava che dovesse restare come sbocco al mare per un impero austro-ungarico che sarebbe uscito ridimensionato dalla guerra. Il crollo di quest’ultimo fece cambiare la situazione: non si volle che Fiume fosse annessa alla Jugoslavia e perciò l’Italia la rivendicò. Nell’ottenere Fiume, la Jugoslavia ebbe però dalla sua parte le potenze internazionali:

  • L’America di Wilson, che – consapevole della debolezza italiana che non poteva fare a meno degli aiuti economici e finanziari degli Stati Uniti – optò per la cessione di Fiume alla Jugoslavia, in modo che questa potesse avere uno sbocco al mare in quella zona dell’Adriatico;
  • Francia e Inghilterra che volevano impedire un predominio dell’Italia nell’Adriatico.

La città venne dapprima presieduta da truppe interalleate; e poiché scoppiarono dei disordini, gli Alleati stabilirono di allontanare le truppe italiane dalla città.

  • Questo fatto suscitò tra i nostri nazionalisti un vero e proprio scoppio d’indignazione e D’Annunzio iniziò la famosa marcia di Ronchi, con cui entrò a Fiume e vi proclamò un governo provvisorio per circa un anno (1919).
  • La questione di Fiume fu poi ripresa con il Trattato di Rapallo (Giolitti, 1920) che la riconosceva come città indipendente
  • Con il Trattato di Roma (Mussolini, 1924) Fiume veniva in parte annessa all’Italia
  • Caduto il fascismo, dopo la II guerra mondiale, Fiume tornò alla Jugoslavia.

 

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

http://www.webalice.it/leone.guaragna/scuola-scuola-scuola/Prima%20Guerra%20Mondiale2.rtf

 


 

Prima guerra mondiale riassunto breve

I fatti

Interpretazione 1

Testo: Giardina-Sabbatucci-Vidotto (Laterza), p. 189-90

Interpretazione 2

Testo: De Bernardi-Guarracino (Mondadori),  p. 18-9

Interpretazione 3

Testo: Lepre (Zanichelli), p. 105-6.

Interpretazione 4

Testo: Brancati-Pagliarani (La Nuova Italia), p. 94

Interpretazione 5

Testo: Bontempelli-Bruni (Trevisini), p. 100-1

24 aprile 1915: viene firmato segretamente a Londra da Salandra il Patto di Londra, dopo che l’Austria ha rifiutato la proposta italiana di restituire tutte le terre irredente in cambio della neutralità italiana nel conflitto.

3  maggio 1915: l’Italia si stacca  dalla Triplice Alleanza. Alle vivaci  proteste dei neutralisti si alternano le dimostrazioni di piazza degli interventisti (le “radiose giornate di maggio”).

Il Parlamento  (ben 300 deputati) manifestò solidarietà a Giolitti che, non ancora al corrente del Patto di Londra, si pronunciò per la continuazione delle trattative con l’Austria.

Il 13 maggio si ebbero le dimissioni del governo Salandra.

Il re d’Italia respinge le dimissioni di Salandra, gli riconferma l’incarico e dà l’ordine di mobilitazione generale.

Il Parlamento assegna a Salandra pieni poteri per la guerra.

Ciò che in definitiva decise l’esisto dello scontro tra neutralisti e interventisti fu l’atteggiamento del re, del capo del governo e del ministro degli interni (Sonnino): cioè gli uomini cui spettava secondo lo Statuto il potere di decidere le sorti del paese in materia di politica internazionale.

La volontà neutralista del Parlamento viene scavalcata 1) dalla volontà del re che respinge le dimissioni di Salandra, mostrando così di approvarne l’operato; 2) dalle manifestazioni di piazza che in quei giorni si fecero sempre più imponenti e minacciose. La Camera approvò, col solo voto contrario dei socialisti, la dichiarazione di guerra all’Austria, per paura di aprire una crisi istituzionale se avesse sconfessato con il governo lo stesso sovrano che ne aveva respinto le dimissioni.

“Mentre si agitavano queste opposte tendenze (neutralisti e interventisti), una soluzione calata dall’alto, quasi un colpo di stato, determinò l’intervento dell’Italia in guerra a fianco dell’Intesa.”

Salandrà stipulò segretamente il Patto di Londra, mentre Giolitti, che ne era all’oscuro, ribadiva in Parlamento la sua volontà neutralista, forte dell’appoggio di 300 deputati. Giolitti induceva così Salandra a rassegnare le dimissioni, respinte però dalla corte, che investì Salandra di poteri eccezionali per la gestione della guerra, scavalcando la volontà del parlamento.

Inoltre la corte, allo scopo di creare un clima di pressione popolare, incoraggiò tumultuose manifestazioni di piazza, che prendendo a bersaglio soprattutto Giolitti (definito da D’Aunnunzio il “mestatore [maneggione] di Dronero”), richiedevano a gran voce l’entrata in guerra a fianco dell’Intesa.

Salandra e Sonnino erano propensi a portare l’Italia in guerra. La maggioranza del Parlamento, dove Giolitti poteva contare sull’appoggio di molti deputati, era neutralista. Gli interventisti decisero perciò di combattere la loro battaglia facendo ricorso soprattutto ai movimenti di piazza.

Appena seppe del Patto di Londra, Giolitti decise di svolgere un’azione più decisa a favore della neutralità e riuscì a ottenere il sostegno della maggioranza parlamentare, costringendo Salandra a dimettersi.

Gli interventisti intensivarono allora le manifestazioni di massa e i neutralisti non seppero rispondere in modo efficace. Lo stesso Giolitti rifiutò di succedere a Salandra e di assumersi così tutte le responsabilità del momento. Il re dovette perciò respingere le dimissioni di Salandra e l’Italia dichiarò guerra all’Austria.

Nei dieci mesi che seguono lo scoppio della grande guerra, in Italia si succedono le discussioni tra neutralisti e interventisti, il governo cerca di ottenere da Vienna compensi territoriali in cambio della neutralità e vengono intavolate trattative segrete con l’Intesa.

Alla fine Sonnino si decide a firmare il Patto di Londra.
Intanto nel paese si verificano le “radiose giornate” a favore dell’intervento, ma l’interventismo sembra votato all’insuccesso a causa della maggioranza neutralista presente in Parlamento, legata a Giolitti. Perciò, Salandra, sentendosi virutalmente battuto sul piano parlamentare, presenta al re le dimissioni, che però era apertamente favorevole all’intervento e lo invitò a restare al governo.

Il 20 maggio, all’ordine del giorno delle Camere vi era l’approvazione del conferimento al governo dei pieni poteri in caso di guerra. Qualche giorno prima Giolitti lasciò Roma per andare in Piemonte.
“Sotto l’impressione suscitata dal fermo atteggiamento del re, dall’inaspettata decisione rinunciataria di Giolitti, nonché dalle sempre più violente manifestazioni di piazza, il Parlamento, scosso e disorientato, finì per votare con 407 voti contro 74 i pieni poteri a Salandra con la sola opposizione del cattolico Guido Miglioli e dei deputati socialisti.”

Il governo austriaco, pressato da quello tedesco, arriva ad approvare la cessione del Trentino all’Italia in cambio della sua neutralità, ma lo fa tardi e con una serie di limitazioni, che non soddisfano l’Italia. Nel frattempo Sonnino ha avviato trattative con l’Intesa per verificare cosa essa sia disposta a concedere se l’Italia entrasse in guerra al suo fianco.
Poche settimane dopo, in seguito ad una vittoria russa contro gli Austriaci,  si crea una situazione che fa pensare che l’intervento italiano a fianco dell’Intesa possa essere determinante per la sconfitta degli imperi centrali.  “Di qui  il Patto di Londra, segretamente stipulato con l’Intesa”.

Intanto nel paese, che è all’oscuro del Patto, si moltiplicano le manifestazioni di piazza a favore dell’intervento. E quando il governo annuncia l’uscita dalla Triplice Alleanza, questo evento sembra il risultato della pressione degli interventisti. L’Austria perciò si decide a promettere i territori irredenti all’Italia in cambio della sua neutralità.

La maggioranza giolittiana della camera, che vede così scongiurata la possibilità della guerra, costringe allora Salandra alle dimissioni e spinge il re ad affidare a Giolitti l’incarico di formare un nuovo governo.

Giolitti però rifiuta l’incarico, forse perché: 1) era stato messo al corrente del Patto, 2) era timoroso che avrebbe ottenuto minori concessioni dall’’Austria essendo da essa conosciuto come neutralista, 3) non voleva assumersi responsabilità in una situazione giuridicamente già compromessa. Il re allora riconferma il governo di Salandra e porta l’Italia in guerra.

In base allo Statuto del Regno, il re “dichiara guerra; fa i trattati di pace, d’alleanza, di commercio e altri, dandone notizia alle Camere tosto che l’interesse e la sicurezza dello Stato li permettano.” (art. 5)

 

Fonte: http://www.webalice.it/leone.guaragna/scuola-scuola-scuola/Dichiarazione%20di%20guerra%20-%20Italia%201915.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Prima guerra mondiale sintesi e riassunto breve

La prima Guerra Mondiale

 

1914: ci sono tutte le premesse per lo scoppio della guerra:

rapporti tesi fra le grandi potenze → Austria contro Russia, Francia contro Germania, Germania contro Inghilterra (per la supremazia navale);

corsa agli armamenti;

spinte pro-guerra nei singoli paesi;

inasprimento della concorrenza economica.

 

La Germania mirava a ridisegnare la mappa della supremazia politica, dal momento che il suo peso politico era inferiore al peso industriale, commerciale e finanziario che aveva acquistato negli ultimi decenni. Il governo di Berlino non credeva nella solidità dell’Intesa (Inghilterra, Francia e Russia) e dava per scontata la neutralità dell’Inghilterra, troppo impegnata nel difficile problema irlandese. Riteneva pertanto che l’occasione fosse propizia per battere la Duplice franco–russa e porre su salde basi la propria potenza mondiale. Il piano, che il generale von Moltke aveva ereditato dal suo predecessore von Schlieffen, affidava alle deboli forze di von Prittwitz nella Prussia Orientale e agli Austro-Ungarici l'incarico di contenere i Russi, mentre lo sforzo principale sarebbe stato operato immediatamente verso la Francia.

 

La reazione austro-ungarica all’assassinio dell’arciduca fu sproporzionata al fatto in sé. E' più verosimile pensare che l'Austria-Ungheria mirasse a servirsi dell’incidente per risolvere una buona volta a suo favore la questione balcanica e liberarsi per sempre dell’ingombrante Serbia, ritenuta responsabile dell'instabilità della regione in quanto forza emergente nei Balcani. Il piano austro-ungarico, elaborato dal Conrad, prevedeva l'eliminazione rapida della Serbia e un attacco alla Russia dalla Galizia.

 

La Francia sognava la rivincita contro la Prussia che la aveva umiliata nel 1870 e ancora di più rivoleva i territori dell'Alsazia e Lorena persi nel 1871. Il piano francese prevedeva un'offensiva generale in Lorena, partendo dai due lati delle fortificazioni di Metz

 

Woodrow Wilson giustificò l’intervento degli USA con il motivo che la democrazia era ormai in pericolo ovunque e che la Germania aveva annunciato un attacco sottomarino indiscriminato contro tutte le navi dirette ai porti nemici, violando i diritti dei paesi neutrali.

 

L’Austria cercava di estendere il proprio dominio sull'intera penisola balcanica (ai danni della Serbia).

La Serbia difendeva la propria indipendenza e rivendicava la fine del dominio austro-ungarico sulle regioni abitate da serbi e da altri popoli slavi nella penisola

 

28 giugno 1914: uno studente bosniaco uccide l’erede al trono d’Austria, Francesco Ferdinando, a Sarajevo.

 

23 luglio 1914: l’Austria invia un ultimatum alla Serbia.

La Russia da il suo appoggio alla Serbia, la quale accetta solo in parte l’ultimatum.

 

28 luglio 1914: l’Austria dichiara guerra alla Serbia.

La Russia quindi ordina la mobilitazione delle forze armate, anche per previnere un eventuale attacco tedesco. La Germania interpreta ciò come un atto di ostilità.

 

31 luglio 1914: la Germania dichiara guerra alla Russia, in seguito al rifiuto dell’ultimatum.

 

1 agosto: la Francia, legata alla Russia da un trattato di alleanza militare, mobilita le forze armate.

 

3 agosto: la Germania dichiara guerra alla Francia.

La Germania sperava che l’attacco alla Francia fosse rapido, e per questo voleva passare attraverso il Belgio, anche se questo era neutrale, per attaccare la Francia da nord-est.

 

5 agosto: la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania, perchè era scossa dalla violazione della neutralità belga.

 

Allo scoppio della guerra l’Italia si dichiarò neutrale; in seguito però le forze politiche e l’opinione pubblica si divisero in tre fazioni sul problema dell’intervento in guerra:

Interventisti→ sinistra democratica, nazionalisti, liberal-conservatori, borghesi

Neutralisti→ gran parte dei liberali, con a capo Giolitti, cattolici, socialisti.

Contrari → masse operaie e contadine

 

La guerra segnò la fine dell’Internazionale socialista, che si era sempre battuta contro la guerra; l’esaltazione del nazionalismo travolse l’ideale della solidarietà internazionale.

I due schieramenti erano: Imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria e Impero Ottomano) VS. Intesa (Inghilterra, Francia e Russia).

 

I tedeschi ottennero clamorosi successi iniziali e si attestarono ai primi di settembre lungo la Marna, vicino Parigi.  Il piano da loro utilizzato era il piano Schlieffen, che prevedeva prima un attacco massiccio alla Francia e poi contro i russi.

La Francia però contrattacca e allontana i tedeschi.

Sul fronte orientale i tedeschi sconfissero i russi a Tannenberg e sui Laghi Masuri; i russi però riuscirono ad invadere l’Ungheria

La guerra si configurò come una guerra di logoramento.

 

Gli austriaci riusciro a sconfiggere i serbi e ad entrare a Belgrado, venendo però subito respinti.

 

1915:

 

Maggio 1915: l’Italia entra in guerra.

 

L’esercito austro-tedesco vinse sui russi, anche se il governo russo non è ancora costretto alla pace.

Gli austriaci devono far fronte all’esercito italiano sull’Isonzo, che si è schierato a fianco dell’Intesa.

 

La guerra sottomarina dei tedeschi spinge gli inglesi a decretare il blocco commercialedella Germania; inoltre, a causa dell’affondamento del piroscafo americano Lusitania, i rapporti con gli Usa si deteriorano.

 

L’Impero ottomano approfitta della guerra contro Russia e Francia per organizzare il genocidio degli Armeni, popolo cristiano che rivendicava l’autonomia dal dominio turco.

 

1916:

 

La Germania attacca la roccaforte di Verdun.

 

L’Austria avvia una spedizione punitiva contro l’esercito italiano guidato dal generale Cadorna (Strafexpedition). L’Italia però riesce a conquistare Gorizia→ VIII battaglia dell’Isonzo

 

Gli inglesi attaccano sulla Somme.

 

I russi constringono gli austriaci alla ritirata.

La Romania attacca l’Austria, ma subito Austria e Germania reagiscono e portano alla caduta di Bucarest.

 

I tedeschi fanno affondare un altro piroscafo americano, il Sussex, e gli Usa minacciano di rompere con essi le relazioni diplomatiche.

 

La flotta tedesca cerca di spezzare il blocco britannico nella battaglia dello Jutland, ma viene sconfitta.

 

Si fanno però sempre più numerose le richieste di pace nelle conferenze dell’Internazionale socialista, facendo appello ai popoli perchè rifiutino l’appoggio ai governi e impongano la pace.

Le trattative di pace però falliscono e la guerra continua.

 

1917:

 

3 fatti mutano il corso della guerra e della storia:

 

Marzo: rivoluzione in Russia→ uno sciopero generale degli operai di Pietrogrado si trasforma in una manifestazione politica contro il regime zarista.

Lo zar abdica e viene poi arrestato. La Russia si preparava al collasso militare.

 

Aprile: l’intervento americano→ gli Stati Uniti decidono di entrare in guerra contro la Germania, a causa della sua guerra sottomarina.

 

Il malessere delle truppe→ si intensificano le manifestazioni di insofferenza popolare contro la guerra e gli ammutinamenti.

 

24 ottobre 1917: disastro di Caporetto→ l’esercito austro-tedesco approfitta della disponibilità di truppe provenienti dal fronte russo per attaccare l’esercito italiano e avanzare nel Friuli.

Il rimanente dell’esercito italiano riesce poi ad attestarsi sulla nuova linea difensiva del Piave.

Al generale Cadorna succede Armando Diaz.

Dopo la disfatta però il senso di coesione patriottica aumentò e le forze politiche del nuovo governo di Vittorio Emanuele Orlando erano concordi tra loro.

 

6-7 novembre 1917: rivoluzione d’ottobre→  in Russia i bolscevichi prendono il potere; il nuovo governo rivoluzionario, presieduto da Lenin, decise di terminare la guerra e firmò l’armistizio con gli Imperi centrali.

3 marzo 1918: pace di Brest-Litovsk→ la Russia dovette accettare tutte le dure condizioni imposte dai tedeschi, come la perdita di grandi parti del territorio.

 

Gli stati dell’Intesa accentuarono il carattere ideologico della guerra, presentandola come una crociata della democrazia contro l’autoritarismo, contro i disegni egemonici dell’imperialismo tedesco.

QUESta concezione della guerra ebbe come sostenitore anche il presidente americano Wilson, che delineò le linee della sua politica in un programma di pace in 14 punti; in uno di essi si auspicava un nuovo organismo internazionale, la Società delle nazioni.

 

Giugno 1918: l’esercito tedesco è sulla Marna e attacca Parigi.

Attacca anche l’esercito italiano sul Piave, ma viene respinto.

Anche l’offensiva tedesca si affievoliva.

Gli anglo-francesi si giovano dell’apporto degli Usa.

 

Agosto 1918: battaglia di Amiens→ l’Intesa sconfigge i tedeschi.

Anche gli alleati tedeschi stavano crollando; ad ottobre l’Austria-Ungheria subirono la crisi finale

 

Gli Austriaci sono sconfitti dall’Italia nella battaglia di Vittorio Veneto.

3 novembre 1918: armistizio di Villa Giusti con l’Italia.

 

In Germania una parte della flotta tedesca si ammutinò e diede vita, assieme agli operai della città, ad un moto rivoluzionario. Capo del governo venne nominato Ebert, mentre il Kaiser e l’Imperatore d’Austria furono costretti a fuggire.

La Germania aveva perso la guerra.

 

I trattati di pace e la nuova carta d’Europa

18 gennaio 1919: conferenza di pace a Versailles; si doveva ridisegnare la carta politica dell’Europa, sconvolta dal crollo dei 4 imperi (tedesco, austro-ungarico, russo e turco).

 

28 giugno 1919: trattato di Versailles→ fu un’imposizione alla Germania, sotto la minaccia dell’occupazione militare e del blocco economico.

La Germania doveva restituire alla Francia l’Alsazia e la Lorena e alla Polonia alcune regioni orientali; Danzica veniva tolta alla Germania e dichiarata libera; le colonie vennero spartite tra Francia, Gran Bretagna e Giappone.

Dovette impegnarsi a ripagare ai vincitori i danni subiti nel conflitto, abolire  il servizio di leva, ridurre l’esercito e smilitizzare la valle del Reno.

 

Bisognava anche riconoscere le nuove realtà nate dalla dissoluzione dell’Impero asburgico.

La nuova Repubblica di Austria aveva un territorio ridotto e la sua indipendenza era affidata alla Società delle nazioni, anche per evitare un’eventuale unificazione con la Germania.

Con il crollo dell’Impero nacquero la nuova Polonia, la Repubblica di Cecoslovacchia e il Regno di Jugoslavia.

L’Impero ottomano divenne lo Stato nazionale turco.

 

In Russia gli Stati vincitori cercarono di abbattere la Repubblica socialista; riconobbero e protessero le nuove repubbliche indipendenti: la Finlandia, l’Estonia, la Lettonia e la Lituania.

 

Nel 1921 nacque anche lo Stato libero d’Irlanda; in tutto si erano formati 8 nuovi stati.

 

ITALIA fu dato:

Trentino,

Alto adige,

Venezia Giulia

Dodeccaneso

ma non la Dalmazia (prima romana e poi veneziana, di lingua e tradizioni italiane) come promesso dal Trattato di Londra.

Non si volle ricorrere a un plebiscito, nostante il principio dell'autodecisione dei popoli.

Settembre 1919

Gabriele D'Annunzio con un gruppo di volontari marciò su Fiume e l'occupò.

1920 Trattato di Rapallo tra Giolitti e la Jugoslavia: l'Italia ebbe Zara, mentre Fiume fu dichiarata città autonoma

1924 : Fiume divenne italiana

Nazionalisti ed ex combattenti nutrivano malcontento verso gli alleati per la vittoria "mutilata".

 

Ad assicurare il rispetto dei trattati e la salvaguardia doveva provvedere la Società delle nazioni; il suo statuto però nasceva con delle contraddizioni, tra cui l’esclusione iniziale dei paesi sconfitti e della Russia.

Gli Usa non aderirono alla Società, la quale finì con l’essere egemonizzata da Gran Bretagna e Francia e non fu in grado di prevenie le successive crisi internazionali.

 

Fonte: http://blog.reteluna.it/comunicazionelecce/wp-content/uploads/2009/03/riassunti-storia-contemporanea.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Prima guerra mondiale riassunto breve

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Prima guerra mondiale riassunto breve

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Prima guerra mondiale riassunto breve