Imparare a studiare

 

 

 

Imparare a studiare

 

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Imparare a studiare

IMPARARE A STUDIARE
CLASSE TERZA
Studiare significa non soltanto comprendere quanto si è letto, ma fissarsi nella mente i concetti fondamentali di una lettura e saperli ripetere con parole proprie.

METODO

Per studiare è necessario essere concentrati su quello che si sta facendo; bisogna anche seguire un metodo che ha determinate regole.

  • Leggere il testo una prima volta per capire l’argomento di cui tratta il testo.
  • Suddividere il testo in parti.
  • Procedere ad una seconda lettura che abbia lo scopo di identificare le parole che non si conoscono.
  • Sottolineare o annotare su un foglio le parole del linguaggio specialistico ( di solito scritte in grassetto)
  • All’interno di ogni parte identificare e sottolineare l’informazione più importante.
  • Fare un breve riassunto del testo (due o tre righe) orale o scritto, per fissare con chiarezza i concetti base.
  • Ripetere ad alta voce con lo schema davanti.
  • Procedere allo stesso lavoro , senza l’aiuto dello schema.
  • Far ascoltare la tua esposizione a qualcuno (per farti consigliare e per vedere se sei chiaro).

MODALITA' DI LAVORO
Non tutte le persone sono uguali e adottano strategie diverse, ma alcune regole valgono sicuramente per tutti quando si studia.
Ci vuole concentrazione, perciò tranquillità: quindi TV spenta, massimo silenzio nella stanza, mente sveglia e riposata . Inoltre non aspettare mai l'ultimo giorno a disposizione, ma distribuisci bene e intelligentemente i tuoi compiti e i tuoi impegni.

 

Fonte: http://www.istitutocomprensivobinasco.gov.it/wp-content/upLoads/2011/06/imparare_a_studiare.doc

Sito web da visitare: http://www.istitutocomprensivobinasco.gov.it

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Imparare a studiare

TIPI DI STUDIO

 In genere, vengono distinti tre tipi di studio:                                
* meccanico,        
* assimilativo,      
* creativo o  critico.
¯ Lo studio  meccanico o mnemonico è lo studio - assorbimento di nozioni slegate, generiche  e, quindi, pressoché inutili. E' quel tipo di attività che giustamente  ti annoia, perché riduce la tua umanità   a spugna  o a carta assorbente. Basato sulla lettura a voce alta e sulla ripetizione, ridotto a  puro condizionamento, cioé ad un atto subito ,  è un apprendimento di basso livello ( apprendimento meccanico), perché non favorisce né il profitto intellettuale né  la gioia dell'imparare.

¯ Lo studio assimilativo o concettuale si fonda sull'assimilazione dei concetti o concettualizzazione.
I concetti  sono i significati. E siccome questi sono concretizzati e veicolati dalle parole, studiare significa assimilare dei contenuti (nozioni,informazioni,ecc) e nello stesso tempo arricchire sempre di più ed organizzare sempre meglio il proprio vocabolario. Studiare in questo senso  significa cercare di diventare padrone del   linguaggio verbale,    musicale,  artistico,  tecnico, ecc.

¯ Lo studio é detto critico quando diventa attività in cui lo studente assume iniziative personali, formula giudizi , elabora concetti, controlla e verifica informazioni, mette al centro dell'attività conoscitiva la  persona, le sue domande.
Questo tipo di studio viene sostenuto solo dalla presenza di adeguate ragioni personali, che tengano conto delle esigenze di verità e di felicità. Si tratta di uno studio che,  inserito in un  progetto di crescita della propria persona, di scoperta e di realizzazione del proprio compito nella società, diventa ricerca dell'Infinito.

2 - IMPARARE A STUDIARE

 

  Imparare a studiare significa apprendere un metodo che aiuti ad approfondire le ragioni e i passi dello studio creativo  o critico.
Le pagine che seguiranno intendono accompagnarti su questa strada.Ti saranno utili a condizioni che accetti di verificare lealmente  l'ipotesi che imparare e studiare, prima ancora che un dovere,  sono un bisogno ed un piacere.


3 - LE CARATTERISTICHE DEL METODO DI STUDIO

 

Lo studio è un cammino avventuroso, necessario, lungo come la vita e la storia di un individuo. Ora un cammino presuppone un punto di partenza, una strada, dei mezzi e una meta finale.
Chiamiamo metodo la strada e tutto ciò che usiamo e facciamo per raggiungere la meta. Metodo , infatti, etimologicamente significa:lungo o attraverso il cammino  .
Il metodo di studio é l'insieme dei passi compiuti per studiare nel modo personale più sicuro, spedito, adeguato, efficace possibile.

3.1 . La  personalizzazione

  Non si impara se non c'é impegno .  L'apprendimento, infatti, è un'iniziativa personale che  dipende dalle motivazioni, dalla disponibiltà, dalle maturazione delle capacità e dallo stile di vita dello persona.
Il metodo è una strada, ma se se uno non vuole camminare, non serve nessun tipo di strada: né sentiero né autostrada.
Come si impara a camminare, camminando; così s'impara a studiare studiando. Il metodo di studio é un premio a chi... studia.
Non dire, dunque,"Non studio perché   non so studiare" oppure "Comincerò a studiare quando avrò appreso un metodo".Comincia a studiare così come ti viene richiesto dai tuoi docenti,   acquisterai a poco a poco il tuo  metodo di studio.

 3. 2.  La funzionalità disciplinare

 

   Il metodo  deve essere funzionale, cioé adeguato alla materia  .
Studiare matematica, per esempio, comporta dei procedimenti diversi  dallo studiare arte, perché quest'ultima disciplina ha una struttura   e dei principi  diversi rispetto alla prima.
Il metodo deve essere , inoltre,   rispettoso dell'oggetto di studio  . Non si può, per esempio,  ridurre  gli argomenti  di storia ad una poltiglia di nozioni, che non ha nulla a che fare con   la storia, che è conoscenza critica del passato.

3.3. L'efficacia

 

  Un metodo autentico deve essere efficace, cioépermettere il raggiungimento dello scopo, che è quello di imparare  da uomini.
Il metodo di studio  è efficace  se
a)   permette allo studente il massimo rendimento
* nel più breve tempo possibile
* con il minimo sforzo;
b) garantisce la qualità dell' istruzione nel tempo, per cui man mano che  i giorni passan                                    *  si  impara di più 
*  si  approfondisce meglio il proprio sapere.

3.4. Il fascino

 

  Il fascino è un aspetto dello studio.  Il metodo   deve favorire il manifestarsi di questo fascino rendendo piacevole lo studio.
Lo studio diventa piacevole a tre condizioni:
a) che si sia consapevoli
* di quello che si studia e
* del perché si studia;
b) che si abbia la certezza di raggiungere l’obiettivo;
c) che non comporti più fatica del dovuto.

3.5. Il realismo

 

  Studiare non significa  "secchiare" : circondarsi solo di libri,non vedere o non pensare altro all'infuori dello studio e delle interrogazioni, rimanere ore ed ore attaccati alla scrivania.
Lo studio è una forma consapevole di apprendimento finalizzata alla scoperta e alla manipolazione intelligente della attraverso le discipline scolastiche (storia, matematica, chimica, ecc.), in vista della propria umana realizzazione.
Il metodo di studio deve perciò aprire a tutta la realtà: al gioco, allo sport, alla natura, agli amici, alla musica, ecc.
E' vero studente chi sa vivere,  cioé chi sa imparare da tutto e da tutti: sa fare delle valide ed interessanti esperienze dentro e fuori la scuola. 

 Per questo se vuoi imparare a studiare, non deve sciupare nessuna esperienza, ovvero devi vivere con consapevolezza, stupore ed intelligenza la tua giornata, interrogando e lasciandoti interrogare dalle cose, esercitando il più possibile l’attenzione in ogni attività, riflettendo sul tuo io in azione.

 

4 - LE BASI DELLO STUDIO

 

 Conoscere significa incontrare ed accogliere qualcosa o qualcuno.
La prima reazione all'incontro è un  sentimento di  stupore. Questa parola, etimologicamente significa: reazione ad un qualcosa d'imprevisto, di inaspettato, da cui siamo stati come battuti, colpiti.

1 - Stupore ed intelligenza

 

   Lo stupore é stato definito  la molla della conoscenza, di ogni conoscenza ,  anche di  quella  scientifica. Infatti " la ricerca sientifica prende l'avvio da problemi pratici e teorici, cioé da aspettazioni deluse, da scoppi di meraviglia "( D.Antiseri).
Non credere ,dunque, che lo stupore sia cosa di bambini o di ingenui. Essere capaci di meraviglia é segno di intelligenza, perché come nota un filosofo francese" Lo stupore é la grazia essenziale dell'intelligenza " (G.Marcell)

 2 - Il coraggio  di accogliere

 

 Si potrebbero indicare le  qualità del vero studente con la sigla O.S.A.R.E: Osservare, Stupirsi, Ascoltare, Ricevere, Esperimentare.
Sono questi verbi pressoché sinonimi. Significano ,infatti,  "entrare in contatto con la realtà in modo attivo e rispettoso di tutti gli elementi che la compongono".
Lo studio, come del resto la vita,  comporta sempre un rischio: l'inizio di un'avventura, che non si sa come andrà a finire, e la rinuncia a qualcosa (esempio: alla propria ignoranza).
Da qui il dovere di  Osare  che in questo casovuol direessere disponibili ad imparare sempre, a sintonizzarsi con la realtà, ad accogliere, smettendo di pensare  che il  mondo coincida con il proprio io o che gli altri siano  specchio e strumento di  noi stessi .  Il vero studio, in altre parole, riuchiede coraggio.
Bisogna, infatti,  essere coraggiosi per  superare pregiudizi e per imparare da tutti e da tutto: occorre avere il coraggio di stupirsi e di accogliere.

3 - Come imparare a stupirsi ed accogliere?

 

  Per risvegliare la meraviglia e la simpatia di fronte a ciò che incontriamo, vediamo, leggiamo, ascoltiamo, bisognerebbe:

*  tenere gli occhi bene aperti, osservando la realtà senza pregiudizi, ascoltando  senza prevenzioni, stando sempre allerta;

 * amare il silenzio e la compagnia ( di uomini,libri, ecc) che sanno risvegliare in noi l'ammirazione e  stimolare la nostra curiosità;

  * esercitare  l'attenzione e la capacità di far domande.

4   - Otto regole per l'attenzione

 

1 - Non  pretendere di fare mille cose contemporaneamente

2 - Prendere le distanze da persone, rumori, cose, situazioni che potrebbero distrarre durante lo studio. E' bene, perciò, oltre che spegnere la TV e simili, ripulire il tavolo  dal materiale (fogli, libri, adesivi, manifesti, riviste, ecc.) che non  c'entra con l' attività dello  studio o con la esecuzione del compito.

3 - Prima di iniziare l' attività concentrarsi per un momento come fanno gli atleti prima delle loro gare. Infatti non é opportuno il passaggio immediato dallo svago al lavoro.
E' meglio progettare il percorso di studio che buttarsi a razzo su libri e quaderni e avere l'illusione di terminare in "quattro e quattro otto".

4 -  " Ciò che non si apprende in mezzo secondo, o lo si apprenderà male o non lo si apprenderà per niente" . Ne consegue che  se si vuole risparmiare tempo e  fatica nello studio, si deve impegnare  tutta la propria attenzione  subito e mantenerla istante dopo istante.

5 - Creare in classe un clima di amicizia e di solidarietà tra insegnanti e compagni. E'questa una base necessaria per lavorare insieme con piacere, con gusto e,quindi, con attenzione. 

6 - Durante lo studio aiutarsi con "trucchi" del tipo:

* sottolineare, visualizzare, schematizzare 
* concedersi al momento opportuno due o tre minuti di riposo,
* iniziare lo studio dagli argomenti o dalle materie più difficili e noiosi, 
* cercare di anticipare le conclusioni dei fatti o dei ragionamenti che il testo ti sottopone ( gioco del chiudo il libro ed indovino ).

7 - Preparare con una lettura  esplorativa  o con domande personali l'argomento che sai verrà sviluppato il giorno dopo.

8 - Curare l'alimentazione e la respirazione 

( cf. MAZZEO R., Un metodo per studiare,  Il Capitello, 1990, p.53, 105, 266)

5 - Interrogare e lasciarsi interrogare

 

Per studiare bene e con gusto occorre essere curiosi, coltivare il desiderio  di fare domande e di affrontare ogni tipo di problema . “ Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere balmbini per tutta la vita”  (A. Einstein)

I - Interrogare il libro di testo

   Un testo è il frutto   delle  domande , che l'autore si è posto attorno ad una certa realtà o ad un certo argomento.   
Studiare un capitolo o gli appunti di una lezione, perciò,  vuol dire fare emergere  domande, valutarne la portata, verificarne le risposte.
   Per interrogare, però,  occorre essere capaci  di ascoltare ( se si tratta di un testo orale)  e di  leggere ( il testo scritto) con attenzione , senza pregiudizi, tutto .
Dall'ascolto e dalla lettura ( di tutto, ripetiamo:  :  del titolo, dei sottotitoli, delle immagini, ecc.) nascono domande che potrebbero essere formulate secondo lo schema   di Aristotele: Chi?  cosa?  come?  quando?  dove? perché? con quali mezzi?  oppure  con proposizioni del tipo: Cosa accadrebbe se...? Cosa si deve fare affinché...?


1.1. Primo gruppo di domande

   Nell'uno e nell'altro caso, a seconda del contenuto, delle finalità e del tipo di testo , possiamo distinguere le domande in :
meccaniche , domande-ponte, personali.       
Per capire meglio questa distinzione, prendiamo un  capoverso di un capitolo di storia :

                              "Già sappiamo che nel 1543 Copernico aveva esposto una rivoluzionaria teoria astronomica,secondo la quale la terra gira  attorno al sole.Un'affermazione contraria a ciò che è scritto  nella Bibbia e che aveva perciò destato l'opposizione di molti teologi: i primi a condannare la teoria eliocentrica (elios in greco significa sole) di Copernico erano stati,già nel 1549, i luterani. "
( AA.VV. Storia 2, Bruno Mondadori 1982, pag.149)

Leggendo tale capoverso, potrebbero sorgere queste domande:

A - Quando Copernico aveva esposto la sua teoria?
Cosa sosteneva?A quale affermazione  era contraria?Di chi aveva                suscitato l'opposizione?
Si tratta in questo caso di domande meccaniche, in quanto vengono formulate  rendendo interrogative dirette  le frasi del testo.

B - Perché la teoria di Copernico é rivoluzionaria?   Perché e da chi viene         condannata?
Queste  vengono chiamate domande-ponte : nascano  prestando attenzione al filo del discorso, ai singoli passaggi, allo specifico dell'argomento.

C - Chi era Nicolò Copernico?In base a cosa sosteneva la sua teoria?
Perché prima si credeva il contrario? Quali le conseguenze della teoria        di Copernico e della sua condanna?
Qui evidentemente si tratta di domande personali, in quanto sono espressione del bisogno , che ha  lo studente,  di approfondire e di collegare lo studio con il sapere già acquisito.  

1.2. Secondo gruppo: domande nozionistiche e metodologiche
 
Le domande nozionistiche  sono del tipo: cosa? chi?quando?dove?perché? come?
Le domande  formulate nel paragrafo precedente sono in un certo senso di tipo nozionistico. 
Quelle metodologiche  hanno come oggetto non tanto  le nozioni,  quanto i punti di vista specifici delle discipline .Variano quindi a seconda della materia che si sta studiando.
Per esempio, in storia, che come sai è una scienza che si basa sui documenti scritti, non  basta sapere semplicemente cosa é successo, occorre rendersi conto di come quel determinato fatto è riportato ed è stato interpretato o è interpretabile. Sorgono, perciò, domande del tipo:come e da chi viene documentato il fatto? come viene spiegato? quali cause e quali conseguenze vedono gli storici in questo fatto?
Il capoverso su Copernico,  sopra riportato,  inizia con un " già sappiamo", che  ha la funzione di  richiamare l'attenzione  su  un  documento o un passo precedente.


2 - Interrogare i professori

 

   Le domande  agli insegnanti possono essere poste prima, durante e dopo la lezione, la lettura o qualsiasi altra attività di studio. Non importa come vengano formulate. Ciò che conta é che siano il più possibile chiare.
Non avere paura né vergogna. Non bisogna, infatti, dimenticare che

* gli insegnanti vengono a scuola perché tu possa imparare, cioé perché le tue domande abbiano una risposta e diventino sempre più numerose e precise;

* non esistono domande stupide: sono stupidi soltanto gli studenti che si astengono dal fare domande quando non hanno capito;

* è utile prendere nota delle domande che nascono anche nello studio a casa per poterle rivolgere il giorno dopo all'insegnante.

 

3 - Occhio alle interrogazioni

Per imparare  a porre domande  a sè e agli altri, è opportuno  prestare attenzione, oltre ai quesiti proposti dai manuali ( in genere al termine del capitolo), alle interrogazioni , in particolare  alle domande poste dall'insegnante.
L'interrogazione è un momento molto importante del processo di studio. Non considerarla semplicemente   un controllo ai fini del voto. Può essere un 'occasione per approfondire l'argomento, per chiarire i punti oscuri e  per esercitarsi nella formulazione e nell'annotazione delle domande.
Diciamo "annotazione", perché è bene scrivere  sul proprio quaderno i quesiti,   a cui in quel momento magari non si sa rispondere, mentre nello studio pomeridiano potrebbero diventare spunto per ripasso o per una ricerca.

4 - Non censurare nessun “perché”

 

L'essere  umano è fatto per domandare e per ricevere risposte. Tutto attorno a lui lo invita a farlo: i fenomeni della natura, la presenza dei suoi simili, la percezione di una realtà complessa, varia, misteriosa.
Bisogna che nello studio e nella scuola si  riprenda a dare retta al "cuore" dello studente e dell'insegnante e di quanti vivono e operano in essa.
E' assurdo, illegittimo, atto di violenza  predeterminare, filtrare, circoscrivere le domande dell'uomo studente.
Non ci sono  solamente le domande  dei programmi, delle interrogazioni formali ( e non), dei libri di testo. Ci sono domande d'altro, questioni che ci vengono poste e che constatiamo i noi e negli altri,   sono domande di felicità, di giustizia e di amore.


5 - Cercare sempre, partendo da un’ipotesi positiva

 

Porre domande  adeguate è desiderare ed impegnarsi a trovare  risposte adeguate  senza  esaurire la categoria della possibilità è regola di ogni vera ricerca.
Il gusto esploratorio, infatti, è analogo a quello di un individuo che si reca in un paese straniero (esempio, in India). Qui tutti i simboli che il viaggiatore incontra gli risultano illeggibili perché non possiede le categorie per interpretarli. Se egli, però, suppone che essi non siano privi di significato, si mette a cercare una chiave interpretativa con la certezza che questa esista davvero. Se non partisse da questo atteggiamento di fiducia, non si metterebbe neppure a cercare.
La domanda, se è vera,  implica un impegno per la risposta, ma questa attinge energia da un credito di fiducia dato alla realtà.
Da cosa viene favorito questo credito? Dal gusto dei legami, da una  trama di rapporti che non censurano nulla,  ricordano che “siamo nani sulle spalle dei giganti” ( Giovanni di Salisburgo, sec.XII), sollecitano a verificare le ipotesi che vengono consegnate nell’educazione, come afferma Goethe: “ quel che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo”.

6 - Non fermarsi alle nozioni, alla superficie del sapere

 

Imparare a porre domande  e cercare risposte è imparare a  rapportarsi alle discipline di studio in modo critico e significativo.
Si tratta di accettare la sfida che esse pongono con le loro domande e ipotesi di risposta:  accettare la crisi del nostro sapere e del nostro rapporto con la realtà prendendo sul serio i problemi, ciò che esse mettono davanti agli occhi, senza rinunciare all'essenza delle cose.
In quest’ottica studiare è pensare,  porre ed ascoltare domande,  argomentare, a discorrere con altri e quindi con se stessi.

 

 

5 -  QUATTRO OPERAZIONI PER BEN STUDIARE

 

Le operazioni che uno studente   compie  per imparare con profitto e con gusto sono  parecchie.
Per poterle più facilmente ricordare nel loro peculiare significato le indichiamo con alcuni composti di prendere  e che potrebbero essere considerati parenti del verbo apprendere:. A fianco di ognuna  diamo una spiegazione, indichiamo la facoltà  umana maggiormente impegnata e l'attività da svolgere nella lettura.
Sono operazioni che  si implicano e si richiamano a vicenda nella soluzione di quel problema che si chiama studio attraverso un testo orale (la lezione), scritto (il capitolo assegnato), multiplo ( il documentario proposto per approfondire un certo argomento). Le illustriamo separatamente per esemplificare il discorso.

Operazione

Descrittori

Attività

I - sorprendere

concentrarsi
interrogare e farsi interrogare                 
accogliere  con stupore                  
usare tutta
l'immaginazione

Lettura esplorativa, ripresa
appunti della lezione,
formulazione
di domanda,
precisazione degli obiettivi,
individuazione delle strategie

II - comprendere

afferrare con la mente in modo da

 

 

prendere dentro di sè, stabilire collegamenti,

parafrasi (cercare di capire le parole, tradurre il testo con terminbi propri);

 

 lettura analitica: cogliere le informazioni principali, individuare i rapporti tra i concetti,   schematizzare, riassumere

III - riprendere

ritornare con la mente,
fissare nella propria mente,
memorizzare

Svolgere gli esercizi,
“verbalizzare” gli schemi, ripassare, stare attenti alle interrogazioni

IV - intraprendere

continuare in modo personale,
rielaborare,  esporre

confrontare, concretizzare i concetti, cogliere il  nesso con la realtà delle cose e la propria esperienza, autointerrogarsi, “dire” la lezione studiata

 

 

 

 

 

 

Per una completa ed adeguata comprensione del quadro rimandiamo ai testi del prof. MAZZEO ROSARIO:  Un metodo per studiare, 1990, pag. 80-149;  Insegnare un metodo di studio, 1997, pag. 379 -590

 


6 - PIANIFICARE TEMPO ED ATTIVITA’

 

 Lo studente è  un singolare tipo di lavoratore o,  se preferisci,  di atleta,   di professionista. "Anche lo studente svolge una professione - sia pure con caratteristiche peculiari - e anche per lui si può parlare dell'esistenza di una certa professionalità "(Di Fazio)
L'indice della  "professionalità" di uno  studente è  misurato dalla sua capacità  di  pianificazione .

1 - Memorandum della pianificazione intelligente

 

 Pianificare  un'attività in modo razionale significa " tenere presente  tutti i fattori implicati in quell' attività ", che nel caso dello studio sono : le capacità e i ritmi di apprendimento personali,  la quantità e la scadenza dei compiti, il bisogno e il dovere di imparare, le richieste della famiglia e della scuola frequentata.
Per questo è necessario, innanzitutto,  conoscere e valutare se stessi con lealtà e con realismo , e,  in secondo luogo, avere idee chiare sull'utilità della pianificazione e del   quadro orario settimanale.
Ne proponiamo alcune alla tua riflessione, che potrai vagliare in classe e verificare nella tua giornata.

1. La pianificazione fa  guadagnare tempo. Infatti  favorisce  un migliore rendimento negli studi e lascia  il giusto spazio agli interessi e alle esigenze   extrascolastiche.

2Il quadro orario settimanale, messo bene in vista nel luogo dove solitamente si studia, dovrebbe tener conto: della mole di lavoro,   delle  difficoltà e delle preferenze                            
dello studente nelle singole materie, di eventuali esigenze di ripasso e di approfondimento . 
In altre parole, non  deve essere fisso ed immutabile, ma  adattabile alle  necessità dello studio e dello studente.

3. Lo studente intelligente prepara ogni giorno su un foglio o sul diario l'elenco   degli impegni, dei compiti e delle lezioni da studiare. Se alla sera ci si accorge di non aver svolto tutte le attività programmate, aggiunge queste all'elenco  del giorno seguente.

4. Lo studente intelligente distribuisce le attività di studio in modo logico ed equilibrato : alterna , ad esempio,  materie  letterarie ad argomenti scientifici ; non lascia  per ultima la disciplina   più difficile o quella che piace di meno.

5. Fissa delle ore di studio tutti i giorni.Anche quando non ci sono in vista interrogazioni o compiti da svolgere, egli  mantiene due-tre ore di studio nel proprio quadro orario per riprendere, approfondire o anticipare delle lezioni o semplicemente per leggere.

 6.  Evita la frammentarietà, cioé di passare da un argomento all'altro come si passa da un canale televisivo all'altro.

7. Quando   un certo lavoro ( ad esempio un tema, una ricerca) non gli  viene assegnato con scadenze precise,   il bravo studente annota  sul proprio diario o una data   o l'appunto "quanto prima", per non   trascinarsi a tempo indeterminato l'esecuzione del compito.
Meglio, per esempio,  prepararsi al compito di inglese con 20 minuti al giorno  che studiare 5 ore consecutive alla  vigilia.


2 - Regole d'oro dello studente “professionista”

   
Anche lo studio ha le sue regole. Possono essere regole imposte   dalla scuola ( orari, programmi, interrogazioni, compiti, valutazioni, ecc), dalla  classe , dalla famiglia, dalla situazione . Oppure spontanee: assunte liberamente per raggiungere degli scopi.
Le une e le altre, se accolte e rispettate in modo serio e coerente,  sono espressione di ciò che potremmo chiamare autodisciplina dello studente.
 
1- Accettare se stessi
Nello studio " ciò che importa è   conoscersi ed accettarsi " (J.Guitton).  E' necessario che uno veda se stesso   per quello che è; che non presuma troppo da sé, ma nemmeno che sottovaluti le proprie forze.
  E' importante che ognuno stimi se stesso, valutando le proprie capacità per quello che sono, senza confondere la realtà   con il desiderio  o con la fantasia, senza presunzioni né vittimismo.

  2 - Imparare sempre 
Per riuscire nello studio occorre essere pronti a fare esperienza di quello che si incontra nelle diverse circostanze della vita.
Il vero studente, infatti, è uno che sa imparare da tutto e da tutti, cioé sa vivere. Si appassiona allo sport, agli amici, alla musica. Sa divertirsi, partecipare ad una gita, gustare un film, stare in compagnia, ecc.
Ne consegue una regola preziosa per chi vuole  effettivamente studiare e riuscire negli studi:    vivere fino in fondo la propria condizione umana,    coltivando i propri interessi, cercando di imparare sempre e dovunque. 

3 - Non sciupare né errori né insuccessi
  Lo studio, come ogni altra attività umana, richiede impegno,  per cui urta prima o poi contro svariate difficoltà ed un mucchio di errori. In questa situazione é facile cadere nello scoraggiamento ed essere tentati di abbandonare il campo.
Occorre non sciupare la risorsa -errore.
                                                                                         
4 -    Né semilavoro, né semiriposo
La regola d'oro del lavoro intellettuale può formularsi così:" Non tollerare né semilavoro né semiriposo. Datti tutto intero o distenditi in modo completo. Che non ci siano mai in te mescolanze del genere."  ( J.Guitton)

5 - Non stare soli
Chi studia rimanendo sempre  solo perché si pensa “staccato” da tutti  è uno studente in pericolo (Pascal Ide). Da qui l’invito a cercare l’appoggio e il contatto con altri (compagni, doicenti, genitori, ecc.)

 Avvertenza - Queste pagine non sono “istruzioni per l’uso, né precetti,  ma ipotesi da verificare. Per provarne la verità e l’efficacia, con perseveranza, in modo concreto, nelle singole discipline, entra in contatto con noi.

 

Fonte: http://www.istruzionereggioemilia.it/old/Formazione/Form_Archivio/telefo%201%20lez/ImpSTUD.doc

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Autore del testo: Imparare a studiare -Appunti corso studenti - Equipe DIESSE -MILANO

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Imparare a studiare

QUANDO LO STUDENTE È UN ADULTO
Rientrano in questa categoria coloro che, dopo un'interruzione, più o meno lunga, riprendono gli studi. Possono essere anziani desiderosi di imparare e restare vivi intellettivamente, come lavoratori che vogliono aggiornarsi oppure sempre più professionalizzarsi.
I punti di forza che sostengono il loro impegno sono:
- la voglia di apprendere, che è la benzina del successo;
- il bagaglio di conoscenze, acquisite col lavoro e l'esperienza, che si sommano alle nozioni nuove;
- la maggiore responsabilità ed il maggiore impegno rispetto agli studenti che frequentano la scuola solo per obbligo;
- il desiderio di impiegare il proprio tempo libero in attività stimolanti.
Le trappole da evitare sono:
- una percezione rigida nei confronti della realtà, a tal punto da divenire assoluti e non dare spazio a novità e a punti di vista differenti;
- lo scoramento di fronte alle novità culturali o epistemologiche;
- la visione utilitaristica, che fa considerare con nervosismo le digressioni che spesso, invece, servono per arricchire i contenuti;
- le continue interruzioni delle lezioni per ribadire il proprio punto di vista;
- eccessiva ansia da "esposizione" e da "palcoscenico" che rende più difficile l'apprendimento e la memorizzazione.

IMPARARE A STUDIARE: A QUALE TIPO COGNITIVO APPARTIENI?
Per imparare a studiare ed a memorizzare con efficacia ed efficienza, ti è utile conoscere il tuo stile cognitivo.
Ognuno di noi, infatti, ha una sua modalità di percepire, ragionare, risolvere un problema che lo caratterizza e che gli facilita ogni tipo di apprendimento. Conoscerne i limiti o i punti di forza ti aiuterà nella gestione delle modalità di studio. Gli studiosi hanno evidenziato questi quattro principali stili cognitivi:
1. Stile sistematico-intuitivo
Quello sistematico si caratterizza per la procedura a piccoli passi e per il fatto che tiene conto di tutte le variabili in gioco. Richiede più tempo nella risoluzione di un problema, ma dovrebbe portare alla risoluzione certa. Quello intuitivo, invece, lavora, in maniera prevalente, su ipotesi che si cerca di confermare o confutare. Risulta veloce nella risoluzione di un problema, qualora l'ipotesi sia corretta.
2. Stile cognitivo globale-analitico
Manifesta la tendenza alla visione d'insieme o a quella analitica (Es.: si vede prima la foresta o gli alberi?). La cosa migliore sarebbe quella di non irrigidirsi nelle posizioni ma adeguarsi alle situazioni e alla complessità delle cose.
3. Stile cognitivo impulsivo-riflessivo
E' quello che contrappone di più le persone. La riflessività è più adattiva alle situazioni, mentre l'impulsività, quando non è patologica, porta a una maggiore rapidità. Sono due polarità che però, al solito, sono ottime in differenti contesti di apprendimento.
4. Stile cognitivo verbale-visuale
Si caratterizza per le preferenze che un soggetto ha o per il codice linguistico e per le materie che si basano su di esso (tema d'italiano, lettere, …) oppure per le attività basate sulla visualizzazione (disegno, grafici, tabelle, colori). L'utilizzo dei due canali di apprendimento faciliterà la velocità di comprensione e la ritenzione della materia.

Come hai avuto modo di notare nessuno stile cognitivo è migliore dell'altro, ma sarà preferibile utilizzarlo a seconda delle situazioni e delle problematiche che vengono affrontate in un dato momento.
Conoscere il proprio stile cognitivo permette un migliore e veloce apprendimento, utilizzando tutte le strategie che risulteranno adatte al tuo caso, ma sarà bene integrarlo con altri stili onde non rimanerne prigionieri.
Sintetizzando il tutto, possiamo dire che,
a) nel caso di una persona razionale, questa ha un metodo: ama imparare a memoria, fa grande uso di schemi; è lento nel capire, ma quando ha "afferrato" non molla la preda;
b) nel caso di un soggetto di tipo intuitivo, invece, questi ha un approccio globale: cerca di avere un quadro generale dell'argomento e poi riempie i "vuoti". Fatica nell'articolare razionalmente quanto ha compreso intuitivamente.

CHE STUDENTE SEI? IN QUALE TIPO TI RICONOSCI?
Ecco alcuni "ritratti" tipologici di studenti, che mettono in evidenza il tipo di approccio con lo studio (ma anche, si deve dire, con la vita).
Leggendoli, ognuno di noi può individuare a quale "tipo" appartiene (almeno a grandi linee).
1. Il farfallone estroverso
Ama l'idea di studiare, ma non ama studiare. E' dedito alla ricerca di nuovi materiali di studio che fanno tendenza, ma rimanda con facilità l'inizio dello studio. Si fa distrarre da qualsiasi cosa in quanto alla base di tutto c'è una mancanza di volontà. In questo modo, rischia dI avere poco successo non solo negli studi ma anche nella vita.
2. Il secchione angosciato
Si tormenta e si angoscia continuamente. Studia come un dannato senza alcuna gioia ma con la costante paura di non essere all'altezza della situazione, di non arrivare in tempo a studiare tutte le materie e di non possedere tutte le conoscenze del caso. Il punto debole di questi studenti è la mancanza di serenità interiore e del distorto sistema percettivo-reattivo tra sè e sè, tra sè e gli altri e tra sè e il mondo.
3. Il secchione ingordo
A lui piace studiare e non soffre; anzi è contento quando gli insegnanti assegnano parecchi compiti. Studia molto, ma si tratta d'un lavoro fine a sè stesso. Per questo motivo si prende tutte le maledizioni dei compagni.
4. Il narcisista
Sa sfruttare bene le potenzialità del suo cervello, ma è tronfio di sè, innamorato della sua intelligenza come Narciso della sua bellezza. Ama mostrarsi agli altri per la sua cultura e vive come il culturista per plasmare, lustrare, gonfiare ed esibire i propri muscoli. Il narcisista è malvisto dai compagni e ha scelto di privilegiare il cervello rispetto a tutta la sua personalità.
5. Lo studente modello
Studia con raziocinio e impegno. Non è angosciato dall'idea di fare "bella figura", nè è ingordo. Studia con impegno ciò che gli interessa anche al di fuori delle materie perché è spinto da un sano piacere della conoscenza e dell'acculturazione. E' critico nei confronti delle cose ed è assertivo nel modo di esporle.
6. Lo studente normale
E' impegnato nello studio per realizzarsi. Non ha tutta la spinta dello studente modello, né si sbizzarrisce in letture o studi al di là delle materie scolastiche. Segue preferibilmente il suo stile cognitivo sia se abbia un approccio globale che analitico.
7. Il creativo
Ha particolare sensibilità nella percezione delle cose, capacità di produrre idee divergenti, capacità di sintesi e analisi in modo nuovo e inusuale. E' sempre pronto a cercare nuove vie e nuove soluzioni. Non è sempre apprezzato, spesso viene trascurato. La creatività unita a un costante impegno allo studio è la chiave del successo.
Ecco: adesso, conoscendo meglio il tuo stile cognitivo e il tipo di studente che reputi di essere, potrai capire di più i tuoi limiti e i tuoi pregi.
Ma se vuoi entrare maggiormente nella modalità di studio che tu hai, rispondi al test che trovi qui a sinistra.


LE TRAPPOLE DA EVITARE DURANTE LE LEZIONI IN AULA:
Vi sono comportamenti ricorrenti che, chi partecipa ad un'attività didattica, prima o poi ha assunto mentre segue la lezione con l'insegnante.
Il consiglio fondamentale: concentrati ad ascoltare l'insegnante durante le spiegazioni così da comprendere le trame e il significato delle lezioni. Questo ti risparmierà il 40% della fatica nello studio.
Ecco, di seguito, una serie di "trappole" che puoi trovare durante una lezione in classe nelle quali ti consigliamo vivamente di non cadere.
- Partecipare alle lezioni con dei preconcetti negativi nei riguardi dell'insegnante e della materia, è come scavarsi la fossa prima di morire.
- Non sforzarsi a comprendere parole o concetti complessi, ti porterà a rimanere sempre con il cervello a livello elementare. Chiedendo spiegazioni, farai contento anche l'insegnante.
- Stare a scuola con mille pensieri distraenti o emozioni disturbanti, ti farà sentire come un pesce fuor d'acqua.
- L'assenza di interesse per gli argomenti presentati ti farà appartenere agli "scaldabanchi" e ti farà sudare di più a casa.
- Se presti attenzione agli aspetti formali delle lezioni o ai calzini degli insegnanti, perderai la comprensione dei contenuti e sarai sempre un uomo che annaspa in mare.
- Prestando attenzione agli aspetti marginali della lezione, perderai di vista quelli più rilevanti. Il docente, in genere, caratterizza i contenuti più importanti con riferimenti diretti, ripetizioni dei concetti, messaggi centrali all'interno del flusso delle informazioni, cambio del volume di voce, pause e cambiamenti della postura che indicano maggiore tensione e forza.
- Interrompendo spesso l'insegnante, spezzetterai la sua spiegazione e fari più fatica a capire globalmente il contenuto.
- Farsi distrarre o sedurre dal "Lucignolo" di turno, ti porterà ad essere competente negli "aerei di carta" e non nelle materie di studio. (lezione nr. …)
Vediamo ora cosa succede a casa mentre ci si sta impegnando nello studio. O, forse più spesso, mentre si pensa che è arrivato il momento di sedersi al tavolo per prendere in mano il libro e studiare. Eccole le "trappole" che ci aspettano quando si studia a casa.
- Ci sono mille stimoli distraenti che ti ritardano il momento dell'inizio dello studio. Non farti fuorviare, in fondo il tempo che passerai studiando non è poi molto e avrai tempo dopo per fare altre cose.
- Vinci la cattiva abitudine a comportarti come la farfalla che vola da un fiore all'altro senza riuscire a fissarsi con forte concentrazione su quello che devi fare.
- Di fronte a qualche difficoltà d'apprendimento non scoraggiarti. Ripeti passo passo gli argomenti, accertati di aver capito ogni singolo punto ripetendolo, eventualmente chiedi aiuto.
- La mancanza totale di interesse per la materia è una delle trappole più insidiose. Ma non può fermare chi ha la voglia (o la necessità) di superare l'ostacolo.
- Vinci la tendenza a rinviare, per mille motivi, il momento di iniziare a studiare perché questo continuo rinviare ti fa percepire lo studio come un tormento.
- E' utile avere idee chiare sul tempo da dedicare ai contenuti più rilevanti, distinguendoli da quelli che hanno un'importanza più marginale.
- Portarsi addosso insonnia, stress ed emozioni irrisolte provoca sicuri effetti negativi sull'efficacia del tuo studio. Se non riesci ad evitare queste trappole vai poco lontano. Ti consiglio un cambio di rotta e la nave raggiungerà il porto!


SUPERARE LA PAURA
La paura è un presagio inquietante di un pericolo reale e specifico, come un qualcosa di temuto o sconosciuto che possa succedere.
Essa mobilita il nostro organismo mettendolo nella condizione d’affrontare qualsiasi emergenza con due modalità denominate, rispettivamente, con i due termini inglesi flight e fight (fuga e lotta).
Gli effetti della paura possono manifestarsi a diversi livelli :

  1. Fisiologico (palpitazioni, sudorazioni, pressione al torace, respirazione aritmica ed affannosa, dilatazione delle pupille etc.).
  2. Mentale: con alterazioni dei processi visivi, perdita di memoria, annebbiamento di idee.
  3. Comportamentale: si attua la risposta detta "di evitamento". Ma il fatto è che più si evita, più aumenta la paura.
  4. Comunicazionale: (verbale e non verbale) Si avrà difficoltà ad esprimere concetti, si salterà di " palo in frasca" e a livello paralinguistico si noteranno tremori della voce, pause, silenzi, balbettii.


PAURA DURANTE L’INTERROGAZIONE

Cosa ti può succedere durante l’interrogazione, quando l’ansia supera i limiti della accettazione/sopportazione?

1) black-out mentale. Abbiamo la risposta sulla punta della lingua, ma non ci viene fuori.

2) Non avendo la risposta appropriata se ne spara una a casaccio nella speranza di impressionare favorevolmente l’insegnante.

3) Esporre in maniera disordinata tutto il materiale appreso.
QUALI RIMEDI

Cosa fare per detendere l’ansia?


A) Respirare più lentamente e profondamente.

B) Contare il numero dei tuoi respiri e tentare di diminuirli.

C) Attuare una qualsiasi forma di rilassamento che conosci (training autogeno, rilassamento di Jacobson, yoga, ...).

D) Osservare un oggetto qualsiasi e allontanare i pensieri.

E) Attuare la desensibilizzazione sistematica con la quale, mentalmente,
rivedi le situazioni, dalle meno ansiogene alle più ansiogene e, aD ogni sequenza, esegui una respirazione profonda e calma che faccia da contraltare alle tue preoccupazioni.

F) Imponiti per mezz’ora di esagerare le paure di un’interrogazione e queste, aLla fine, diminuiranno per effetto paradossale.

G) Collega le interrogazioni ad esperienze positive.

Se non trovi giovamento da nessuno di questi suggerimenti, sappi che si può vincere l’ansia eccessiva, facendosi aiutare da un bravo professionista del settore.
Un piccolo trucchetto per rimediare alla bocca secca che, come conseguenza del tuo nervosismo, ti impedisce quasi di far uscire le parole, morditi leggermente la lingua. Questo farà subito aumentare la secrezione di saliva, con l’effetto di diminuire il disagio della bocca secca.


ABBREVIAZIONI PER APPUNTI




Ora organizza gli appunti secondo tue personali modalità, tenendo presente che puoi seguire un'organizzazione tradizionale che prevede: sulla parte centrale e alta l'argomento; gli argomenti più rilevanti saranno contrassegnati da numeri romani; quelli di secondaria importanza da numeri arabi e gli altri da lettere.

Per gli appunti dal testo: devi estrarre le principali informazioni, li classifichi, li organizzi come descritto precedentemente e sarai agevolato nella memorizzazione.

IMPARARE A LEGGERE CON EFFICACIA TECNICA:
LE 3R = Leggi, Esplora, Rileggi, Rielabora, Ripassa.
- LEGGI: La prima cosa da fare è avere una visione d'assieme e scoprire cosa ti aspetta. Ti potrai porre delle domande o confrontare su quello che già conosci.
- ESPLORA: Annota, sottolinea, evidenzia, organizza quanto reputi importante. Potrai porti delle domande da chiarire o a cui rispondere.
- RILEGGI: Rivedi analiticamente tutto il capitolo soffermandoti su quanto evidenziato e sulle sintesi fulminanti ai margini della pagina.
- RIELABORA: Appropriati dei contenuti "masticando e digerendo" secondo il tuo stile cognitivo.
- RIPASSA: In questo modo memorizzi di più e stabilizzi quanto appreso
EFFICACIA NEL FARE UN RIASSUNTO
A) Leggere attentamente il testo
B) Identificare i concetti principali
C) Usare i periodi brevi
D) Usare parole proprie
E) Non aggiungere considerazioni personali
F) Non inventare
G) Dividere i capoversi.
IL TEMA D'ITALIANO
La composizione del tema si compone di sei parti:
- analisi della traccia
- raccolta del materiale
- prima stesura
- organizzazione del testo
- revisione
- presentazione
1) Nell'analisi della traccia devi tenere conto dell'argomento, della parola limite e della parola chiave. Esempio: Descrivi le cause dell'inquinamento della terra. Argomento = inquinamento; parola limite = cause e terra; parola chiave = descrivi.
2) Nella raccolta del materiale puoi utilizzare uno schema che ti possa agevolare nella visione d'assieme dell'argomento. Ti porto un esempio con questa ruota delle idee.


3) La prima stesura deve prevedere: introduzione, esposizione, conclusione. L'introduzione deve essere concisa e deve attirare l'attenzione di chi legge; l'esposizione deve seguire una scaletta di idee, un percorso logico; la conclusione deve essere, pure, breve, non in contrasto con l'introduzione e serve per chiudere in bellezza.
4) L'organizzazione del testo deve privilegiare la logica e l'incedere della trattazione dell'argomento.
5) Nella revisione finale devi "pulire" il testo da ripetizioni, frasi comuni, espressioni esagerate, tautologie, periodi troppo lunghi o corti, eventuali errori di distrazione.
6) Prima di presentare il compito è meglio curare la trascrizione dello stesso in bella copia. Una buona presentazione grafica facilita l'ottima impressione.

 

 


TEMA D'ITALIANO (continuazione)
Il tema d'italiano, generalmente, si sviluppa attorno a questo genere di argomenti:
1) DESCRIZIONI di persone, animali, cose, ambienti,
2) ESPOSIZIONE di situazioni/informazioni
3) RACCONTO di fatti
4) INTERPRETAZIONE E VALUTAZIONE di testi, racconti, romanzi.
5) ARGOMENTARE o sostenere opinioni
Ecco alcune possibili scalette :
1) DESCRIVERE = delineare a parole, indicando caratteristiche e qualità.
Per descrivere persone o animali
a) CHI E'
- come si chiama
- sesso
- età
- razza
- provenienza
- parentela
b) ASPETTO FISICO
- voce
- suono
- modo di presentarsi
- vestito

c) COMPORTAMENTO
- cosa fa
- come si comporta
- abitudini
- pregi/difetti
- carattere

DESCRIVERE LUOGHI O AMBIENTI
A) COSA E'
- dove si trova
- elementi percettibili sotto i sensi
- parti che lo compongono
B) QUALITA'
- pregi/difetti
- destinato a…
- chi sono le persone o gli animali che vi abitano
C) STORIA
- com'è cambiato nel tempo
- analogia con…
- cosa suscita a livello emotivo

ESPORRE = fornire dati o notizie riguardanti :
a) Argomenti oggetto di studio
b) Risultati di una ricerca
c) Dati in ordine a fenomeni scientifici, sociali, politici.
D) Esperienza personale
RACCONTARE = narrare un fatto vero o immaginario con
personaggi principali o secondari.
Esso si articola in :
1) Antefatto : Nel villaggio c'era il problema dell'inondazione
2) Esordio o situazione iniziale : Regnava il principe You.
3) Fatto centrale : Quell'anno l'inondazione del fiume Giallo fu
devastante per il villaggio.
4) Peripezie : Difficoltà e traversie del popolo e del principe.
5) Epilogo : Il villaggio fu salvato dal principe You.
6) Conseguenze : Si pensò a scavare gli argini per evitare una nuova
inondazione.
Per narrare una cronaca puoi seguire, invece, questa scaletta :
a) chi : persona
b) che cosa : fatto
c) : quando : tempo
d) : dove : luogo
e) : perché : spiegazione
INTERPRETARE O VALUTARE = spiegare il significato, dando
una valutazione.
Necessità di :
- Parte informativa = Testo o spettacolo
- Parte descrittiva = Presentazione dell'oggetto in forma riassuntiva
- Parte interpretativa = Contiene l'analisi sul piano del contenuto.
- Parte valutativa = Contiene il giudizio.
ARGOMENTARE = sostenere con prove le proprie opinioni.
La struttura di base è :
PROBLEMA
TESI
ARGOMENTI A FAVORE DELLA TESI
CONCLUSIONE

Oppure :
PROBLEMA
TESI
ARGOMENTI A FAVORE DELLA TESI
ANTITESI
ARGOMENTI A FAVORE DELL'ANTITESI
CONFUTAZIONI DEGLI ARGOMENTI (ANTITESI)
CONCLUSIONI.

 

 

 


MIGLIORARE IN MATEMATICA
In matematica devi fare molta attenzione alle regole, perciò ti consiglio:
- copiare i teoremi, regole e definizioni esattamente
- riscrivere in ordine tutti i tuoi appunti
- rifare i problemi e gli esempi dell'insegnante
- non tralasciare nessuna lezione
- ripetere ad alta voce per spiegare ogni passo della regola, del processo di risoluzione del problema
- chiedere aiuto, se sei confuso. Più a lungo ti senti perso, più è probabile che rimarrai in questa situazione
- studiare qualche ora in più nei momenti cruciali.

 

SAPER MEMORIZZARE
Il processo di memorizzazione consiste nel coordinare e legare insieme una serie di dati e informazioni, in caso contrario si farebbe molto più fatica nella ritenzione o nella rievocazione di essi, in quanto slegati o privi di significato. Da ciò emerge quanto sia importante comprendere e coordinare il materiale, non solo per lo studio, ma come condizione necessaria per ricordare.
Tutti abbiamo la possibilità di migliorare la nostra memoria. Per poterla sfruttare occorrono applicazione, pratica ed esercizi. La memoria si distingue in:
- Memoria a Breve Termine (MBT), detta anche memoria di lavoro. Essa trattiene, codifica informazioni, dati che successivamente passano in quella a lungo termine. Il materiale non archiviato si perde nell'oblio.

- Memoria a Lungo Termine (MLT). Essa archivia e fa rimanere tutto il materiale che poi viene rievocato o utilizzato dalla persona. La memoria, quindi, non è un deposito, fisso e statico, ma un processo di rete complessa di attività che ristruttura il passato alla luce del nuovo materiale appreso e che, a sua volta, ne viene influenzato.

- Il processo di memorizzazione è regolato dall'interesse nei riguardi del materiale da apprendere e dalla frequenza dell'uso che facciamo delle informazioni apprese. Devi sapere, inoltre, che quanto più è colpito il nostro emisfero destro, tanto più forti e duraturi sono i ricordi. Soffermati un attimo a visionare queste tabelle per una migliore comprensione di quanto detto finora.


Gli studi condotti sulle diverse funzioni della memoria hanno portato alla sua tripartizione su base temporale, determinata dal permanente dei ricordi. Naturalmente questa classifcazione esiste come uno dei modelli possibili (la scuola italiana tende a mettere ad esempio in dubbio l'esistenza della memoria immediata). E' ovvio che a livello cerebrale non vi sono aree deputate che rispecchiano tale classificazione.


- Per facilitarti la memorizzazione ti proponiamo queste strategie:

1) Quanto più interesse e motivazione c'è, tanto meglio e rapido è l'apprendimento.
2) Il coinvolgimento dei nostri cinque sensi attiva di più il nostro cervello.
3) Studiare concedendosi delle pause salutari, aiuta di più l'apprendimento. Il materiale, ripassato prima di andare a letto o studiato subito dopo alzati al mattino, rimane più impresso.
4) Dare una struttura logica a tutto ciò che deve essere memorizzato facilita l'apprendimento.
5) Esercitarsi nei vari tipi di memorizzazione, rende più spedito e semplice l'atto mnestico.
Devi sapere, inoltre, che nell'atto della memorizzazione subentra anche l'effetto primacy e recency. In una lista di parole senza significato, ricordiamo più facilmente le prime e le ultime. Prova tu! FÜR, CHIM, ADOF, LAM, POD, NEC FET, SUN, GAL, TUC, VOM, LEN.
In un'altra lista di parole dove ce n'è una evidenziata o cerchiata, questa sarà ricordata con più facilità. Questo fenomeno si chiama effetto von Restorff dal nome della psicologa che per prima lo ha indagato.
Quando devi memorizzare delle parole come: sedia, pisello, profumo, fagiolo, tavolo, boccetta, banco, spinaci, forchetta, odore, lenticchie, con molta probabilità formerai dei raggruppamenti semantici. ES: SEDIA, ti verrà in mente come seconda parola una che appartiene allo stesso raggruppamento semantico (tavolo, banco) e così di seguito. Hai usato la memoria in maniera intelligente e non meccanica. Questo fenomeno è noto come effetto Bousfield.


LE MNEMOTECNICHE
Quali strategie migliorano i nostri sforzi per ottenere una facile memorizzazione.

 

Alla luce degli studi condotti sulle mnemotecniche è possibile enucleare le tre caratteristiche fondamentali. La cosa più sorprendente è che tali elementi potevano già essere individuali nelle più rudimentali mnemotecniche della storia: Giordano Bruno, nei suoi studi sulla memoria, evidenziva, anche se in forma piuttosto criptica, la loro efficacia.





Passando, concretamente, ai fatti ecco dei chiarimenti.
1) Quando dovrai ricordare delle parole o degli eventi, è opportuno che utilizzi una sinestesia di sensorialità e questo ti permette di immagazzinare meglio il dato. Es: ombrello, consideralo con tutti i cinque sensi: come lo vedi, come lo senti al tatto, che odore ha, che suono può dare se lo agiti, e che gusto potrebbe avere se lo mangiassi.
2) Coinvolgiti emotivamente con l'ombrello per sentire che effetto ti fa; utilizza la tua immaginazione nel cambiarlo di colore o di funzione. Questo di aiuterà, ulteriormente, a memorizzarlo.
3) Produci associazioni con l'ombrello le più disparate; le più strane e le più umoristiche. Es: vedilo come un cono gelato, o come un bastone alla Charlot. Più alteri vistosamente alcuni elementi più ti verrà facile la memorizzazione.
4) Quando sono diverse parole da memorizzare in ordine, produci delle associazioni tra di loro secondo quest'altra tabella


Es: computer, anatra, figlio, pesce-rosso, sdraio, pantaloni, lampadina, mare, delfino, barca. Esempio di associazione: Il signor computer sposò la signorina anatra ed ebbero un figlio che chiamarono pesce-rosso. Costui se ne stava su uno sdraio, con i pantaloni che sembravano una lampadina, e guardava il mare dove c'era un delfino che seguiva una barca.
Prova anche tu con queste altre parole: televisione, medico, libro, scatola, divano, cinema, atleta, carota, mollusco.

 

 

 

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Lo psicologo: dott. Stefano DiCarlo


LA TECNICA DEI LOCI
E' la tecnica più antica utilizzata anche da Cicerone. Consiste nel fissare nella memoria la successione dei luoghi conosciuti della casa, o percorso concreto, collegando le informazioni da ricordare.
Lo puoi sperimentare con gli idilli leopardiani: A Silvia, Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il Sabato del villaggio, Il passero solitario, Il canto notturno di un pastore errante per l'Asia

 

 

 

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BIBLIOGRAFIA
I seguenti testi sono stati adottati per la preparazione delle lezioni e per le illustrazioni, e se ne consiglia la lettura per gli opportuni approfondimenti:

Pozzi A., Le tecniche di memoria, edizioni F. Angeli
Gasperoni R., I segreti dello studente di successo, edizioni F. Angeli
Lengefeld U., Imparare a studiare, edizioni F. Angeli
Meazzini P., Paura d'esame, edizioni F. Angeli
Cornoldi, Debeni, Imparare a studiare, edizioni Erickson


 

 

 

 

 

Fonte:http://twiki.di.uniroma1.it/pub/Users/ArbriShqepa/LEMNEMOTECNICHE.doc

Sito web da visitare: http://twiki.di.uniroma1.it/

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