Antropologia glossario

 

 

 

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ACCULTURAZIONE: termine utilizzato fin dal XIX secolo per descrivere i processi di accomodamento e mutamento nel contatto culturale. A partire dagli anni Trenta gli studi sull’acculturazione cercavano di descrivere i processi di cambiamento, partendo da una base di modelli culturali anteriori al contatto. In pratica si concentrarono prevalentemente sull’influenza che le società industriali ebbero sulle popolazioni native non tenendo conto delle influenze reciproche e dei fenomeni di SINCRETISMO, RIVITALIZZAZIONE, ASSIMILAZIONE, etc.

ANTROPOLOGIA: la scienza che studia i tipi e gli aspetti umani dal punto di vista morfologico, psicologico, fisiologico e culturale. L’antropologia può essere definita come lo studio della natura, della società, della cultura e del passato dell’uomo ed ha per obiettivo la descrizione nel senso più ampio possibile del termine di che cosa significhi essere uomo. Comprende diverse aree di specializzazione: antropologia biologica, antropologia culturale, antropologia linguistica, antropologia applicata. (Composto di “antropo” e “logia”).

ANTROPOLOGIA CULTURALE: branca dell’antropologia che mostra come la variazione nei comportamenti e nelle credenze dei diversi gruppi umani sia frutto di idee e comportamenti appresi dagli esseri umani in quanto membri della società, cioè culturalmente. Questa disciplina comprende l’ETNOGRAFIA  e l’ETNOLOGIA.

AREA CULTURALE: area delimitata dal prestito, o diffusione, di un tratto o di una serie di tratti particolari.

ASSIMILAZIONE: uno degli esiti del processo di ACCULTURAZIONE in virtù del quale il gruppo subalterno o minoritario viene assorbito da quello maggioritario o egemone e non se ne distingue più dal punto di vista culturale. Tale concetto è stato fortemente criticato dall’antropologia moderna oggi più attenta alle varie dimensioni dello scambio culturale e dell’egemonia sociale in situazioni di contatto tra sistemi socio-culturali diversi.

COMPARATIVISMO: caratteristica della prospettiva antropologica che richiede la considerazione delle somiglianze e delle differenze esistenti tra il maggior numero possibile di società umane prima di formulare generalizzazioni.

CONOSCENZA OGGETTIVA: conoscenza vera e assoluta della realtà.

COSMOPOLITISMO: atteggiamento di chi si riconosce cittadino del mondo, al di sopra di ogni movimento nazionalistico. Si tratta di una posizione che comporta la perdita delle specificità culturali, è la rinuncia ad appartenenze identitarie, una specie di astrazione sociale che non riconosce alterità storicamente incarnate e riunisce tutto in una forma di sincretismo astorico.

CULTURA: insieme di idee e comportamenti appresi che gli esseri umani acquisiscono in quanto membri della società e che usano per adattarsi al mondo nel quale vivono e per trasformarlo. La definizione classica di “cultura” in antropologia si fa risalire a Tylor considerato il padre dell’antropologia culturale. In Primitive Culture (1871) Tylor definisce la cultura come “quell’insieme complesso che comprende le conoscenze, le credenze, l’arte, i principi morali, le leggi, le usanze e ogni altra capacità e abitudine acquisite dall’uomo quale membro di una società”. Il termine di cultura è tuttavia stato uno dei termini più discussi dagli antropologi che ne hanno dato nel corso del tempo definizioni molto diverse. Ancora oggi il termine è controverso e ha subito critiche molto simili a quello di IDENTITA’.

DARWINISMO SOCIALE: termine che ha origine con Spencer (1876) che propose l’applicazione delle teorie della selezione naturale di Darwin all’interpretazione dell’evoluzione sociale umana. Successivamente è stato applicato ad altre teorie che impiegano i principi darwiniani dell’evoluzionismo biologico nelle analisi delle società umane. Il termine ha un’accezione del tutto negativa e non tiene conto delle dimensioni storiche, sociali e culturali dell’organizzazione delle popolazioni umane.

DEMO: termine che deriva dalla radice greca “popolo”, cioè un gruppo di esseri umani che per qualche motivo vengono considerati un’unità. Combina discendenza, territorialità ed endogamia.

DETERMINISMO: concezione filosofica secondo la quale una o più forze semplici causano (o determinano) i fenomeni complessi.

DETERMINISMO CULTURALE: è stato applicato al RELATIVISMO CULTURALE di Franz Boas e dei suoi seguaci che invocavano il concetto di CULTURA come principio esplicativo di tutte le differenze e forme di comportamento dei gruppi umani.

DIACRONICO: gli studi diacronici prendono in esame la dimensione temporale.

DIFFUSIONISMO: teoria che nasce con Franz Boas, padre dell’antropologia americana, e che si basa sull’idea del prestito culturale nel tempo di determinati tratti culturali (parti o caratteri di una tradizione culturale) in aree culturali (aree determinate dal prestito o diffusione di un tratto o di una serie di tratti particolari) specifiche. Utilizza un approccio idiografico e relativista.

DISCRIMINAZIONE: trattamento differenziato delle persone in base alla loro classificazione come membri di particolari categorie quali “razza”, sesso, età, classe sociale, ecc.. Pertanto la discriminazione va distinta dal PREGIUDIZIO, che è costituito non da azioni ma da atteggiamenti sfavorevoli o discriminatori nei confronti di persone appartenenti a categorie diverse. Varie forme di discriminazione possono aversi tanto a livello individuale che istituzionale.

EMICO-ETICO: termini coniati dal linguista Kenneth Pike 81954) e derivati dalle parole “fonemico” e “fonetico”.  La distinzione è stata impiegata per contrapporre l’illustrazione e l’esposizione della realtà da parte dell’osservato a quella dell’”osservatore”.  Quindi le analisi emiche sono quelle che pongono in rilievo i significati soggettivi condivisi da un gruppo sociale e il loro modello di esperienza culturalmente specifico; al contrario l’analisi etica concerne lo sviluppo e l’applicazione di modelli desunti dalle categorie teoriche e formali dell’analista

ESOTISMO: è la mitizzazione dell’altro costituita dal desiderio di allontanarsi dal proprio ambiente. L’esotismo rappresenta una specie di “paradiso perduto, proiettato in un’alterità radicale che appare come l’inversione delle insoddisfazioni  e delle frustrazioni legate alla cultura di appartenenza”.

ETNIA: l’insieme dei criteri culturali attribuiti alle persone di un gruppo in virtù dell’origine comune.

ETNOCENTRISMO: l’opinione secondo la quale il proprio modo di vita è corretto e naturale, anzi il solo vero modo di essere pienamente uomini. Questo avviene perché si ha la tendenza a giudicare o interpretare le culture altrui in base ai criteri della propria.

ETNOGRAFIA: descrizione scritta da un antropologo o filmata di una particolare cultura.

ETNOLOGIA: studio comparativo di due o più culture.

EVOLUZIONISMO CULTURALE UNILINEARE: teoria ottocentesca secondo la quale tutte le società devono passare (o sono passate) attraverso una serie di stadi per giungere alla civiltà. Utilizza un sistema di classificazione basato su tipologie ed ha un approccio nomotetico ed universalista.

FATTI: i fatti dell’antropologia sono creati e ricreati 1) sul campo 2) quando il ricercatore, tornato a casa, riesamina le note e ripercorre l’esperienza di ricerca, e 3) quando discute le sue esperienze con altri antropologi.

FUNZIONALISMO: termine applicato a teorie o modelli delle scienze sociali che spiegano le istituzioni, i rapporti e il comportamento sociale e culturale in base alle funzioni che essi svolgono nei sistemi socio-culturali.

GENERE: costruzione culturale di credenze e comportamenti ritenuti appropriati a ciascun sesso.

IDEALISMO: concezione filosofica per la quale le idee, o la mente che le produce, costituiscono l’essenza della natura umana.

IDENTITA’: in psicologia, il concetto soggettivo di se stessi o autocoscienza. Nelle scienze sociali il termine è stato esteso fino ad includervi le identità sociale, culturale ed etnica, termini che si riferiscono all’identificazione del sé rispetto a una specifica posizione sociale,a una tradizione culturale o ad un gruppo “etnico”. Si può anche parlare di identità di gruppo nel senso dell’identificazione o autocoscienza condivisa da un gruppo di persone. Negli ultimi anni il termine di identità è stato fortemente criticato e rivisitato in quanto implica qualità immutabili di una persona o di un gruppo. Oggi si tende a parlare di identità non più come essenza o qualità ontologica ma in quanto complesso processo relazionale, contestuale e situazionale.

IDIOGRAFICO: di studio o ricerca relativi a casi particolari o singoli.

INCULTURAZIONE: processo grazie al quale gli esseri umani che vivono insieme devono venire a patti con i modi di pensare e di sentire ritenuti appropriati nelle rispettive culture.

INFORMATORI: persone di una particolare cultura che lavorano con gli antropologi, fornendo loro conoscenze sul proprio modo di vita. Sono chiamati anche intervistati, interlocutori, insegnanti o amici.

INTEGRAZIONE: con questo termine si intende la compresenza, la mutua accettazione, il reciproco cambiamento, la cooperazione delle diversità. Il termine viene utilizzato per designare il grado di coesione o di disgregazione delle relazioni sociali e dei sistemi culturali in un determinato contesto etnografico. Si parla perciò di diversi livelli di integrazione in situazione di ACCULTURAZIONE e mutamento.

INTERCULTURA: con questo termine si indica un progetto di interazione tra le parti. In una logica interculturale i processi di socializzazione non hanno per obiettivo l’INTEGRAZIONE delle diversità ma la valorizzazione delle diversità, dove le differenze sono chiamate a convivere, a confrontarsi e a creare uno spazio politico che continuamente è chiamato a ridefinirsi e a ridefinire le regole dell’agire e del comunicare.

INTERPRETAZIONE: processo che porta alla comprensione. Nell’antropologia contemporanea l’interpretazione delle azioni e delle idee di altri esseri umani  si basa sulla riflessività e non sull’oggettività. Per l’antropologo la comprensione antropologica dell’altro culturale è costruita intersoggettivamente, utilizzando strumenti tratti dal sistema culturale sia dell’antropologo che dell’informatore. Afferrando il significato culturale dell’altro, scopriamo in parte il significato della nostra identità.

MATERIALISMO: concezione filosofica per la quale le attività materiali del corpo nel mondo materiale costituiscono l’essenza della natura umana.

MULTICULTURALITA’: con questo termine si indica l’esistenza su di un territorio di diverse culture.

MELTING POT: questa teoria si basa sull’idea che la scolarizzazione di massa avrebbe permesso ad ognuno di mischiare e confondere le proprie radici con quelle degli altri, dimenticandole.

NOMOTETICO: tipo di studio volto alla ricerca di leggi generali e alla formulazione di teorie comprensive di intere classi di casi.

OLISMO: caratteristica della prospettiva antropologica che descrive il tentativo dell’antropologia di integrare tutte le conoscenze sugli essere umani e le loro attività a livello più alto e comprensivo. E’ una prospettiva per la quale mente e corpo, individui e società, e individui e ambiente si compenetrano e si definiscono a vicenda.

OPPRESSIONE: l’oppressione può essere sociale o economica, politica o ideologica, culturale o una qualsiasi loro combinazione. Indica l’assoggettamento o dominazione di una popolazione  o di un gruppo da parte di un altro.

ORGANIZZAZIONE SOCIALE: il modello dell’interdipendenza umana vigente in una data società, frutto delle azioni e delle decisioni dei membri.

OSSERVAZIONE PARTECIPANTE: questa tecnica risale a Malinowski (1922) ed è il metodo impiegato dagli antropologi per raccogliere informazioni, vivendo il più possibile a contatto con i portatori della cultura studiata e partecipando alla loro vita. Col tempo questa tecnica è stata riesaminata criticamente in modo particolare l’assunto della “neutralità dell’osservatore”.

PLURALISMO: il pluralismo culturale è un concetto molto generale che designa l’esistenza di più sistemi o sottosistemi in una singola unità socio-economica o politica. Possiamo perciò parlare di pluralismo linguistico, culturale e così via. Entro confini nazionali o regionali esso rappresenta la norma e non l’eccezione, come invece si potrebbe pensare.

POPOLO: termine che alcuni antropologi preferiscono ad altri e per disegnare un gruppo umano o un’unità di popolazione.

POSITIVISMO: concezione secondo la quale esistono una realtà “esterna” conoscibile per mezzo dei sensi e un’unica serie appropriata di metodi scientifici per investigarla.

PREGIUDIZIO: giudizio negativo o preconcetto su persone o gruppi; si basa non sulla conoscenza del loro effettivo comportamento ma su STEREOTIPI.

RAPPORTI DIALETTICI: rete di causa ed effetto, entro la quale le varie cause e i vari effetti si influenzano a vicenda.

RAZZA: Raggruppamento sociale che si presumeva riflettesse differenze biologiche. L’uso del termine per indicare un gruppo di individui che condividono le stesse caratteristiche fisiche e formano un’unità di popolazione distinta non ha alcuna validità scientifica fin da quando l’evoluzionismo e l’antropologia fisica hanno dimostrato che nelle popolazioni umane non esistono gruppi razziali fissi o discontinui.

RAZZISMO: dottrine o credenze sulla superiorità razziale, inclusa la convinzione che la razza determini intelligenza, caratteristiche culturali e qualità morali. Il termine comprende sia il pregiudizio che la discriminazione razziale. In quanto discriminazione si intende l’oppressione sistematica di una o più “razze” socialmente definite, giustificata con la presunta superiorità biologica intrinseca dei dominatori e la presunta inferiorità biologica intrinseca dei dominati.

RELATIVISMO CULTURALE: Questo approccio afferma che ogni singola cultura o ogni singola società possiede una sua propria razionalità e coerenza nei cui termini vanno interpretate le rispettive usanze e credenze.  Una caratteristica del relativismo culturale che è stata molto criticata è la sua idea che le culture siano sistemi chiusi e autosufficienti che costruiscono una realtà a sé stante e che non si confronta con quella di altre unità analoghe. Una definizione soddisfacente è quella fornita dall’approccio olistico per il quale il relativismo culturale è “la comprensione di un’altra cultura alle sue condizioni in modo abbastanza simpatetico da farla apparire come progetto di vita coerente e significativo”.

RICERCA SUL CAMPO: lungo periodo di stretto contatto con la gente alla cui lingua o modo di vita ci si interessa, durante il quale gli antropologi raccolgono di solito la maggior parte dei dati.

RIDUZIONISMO: concezione filosofica che spiega tutti i fatti con un’unica classe di principi esplicativi.

RIFLESSIVITA’: il pensare criticamente al modo nel quale si pensa; il riflettere sulla propria esperienza. La ricerca sul campo in antropologia è esperienza altamente riflessiva tanto per gli antropologi che per gli informatori. L’adesione alla riflessività ha avuto conseguenze di vasta portata sul modo di fare ricerca.

RIVITALIZZAZIONE: tentativo conscio, intenzionale e organizzato di alcuni membri della società di creare una cultura più soddisfacente in tempo di crisi.

SCIENZA: le diverse opinioni sul rapporto tra l’antropologia e la scienza o il metodo scientifico sono interessanti in quanto illuminano le peculiarità e difficoltà filosofiche e metodologiche della disciplina.  Per alcuni antropologi la loro disciplina è scientifica perché tenta di scoprire le leggi dell’evoluzione socio-culturale o dell’organizzazione strutturale della vita psichica e culturale dell’uomo, mentre per altri quello che conta è la natura interpretativa e non-scientifica della spiegazione antropologica.

SCRITTURA ETNOGRAFICA: in genere gli antropologi classici hanno prestato una scarsa attenzione esplicita alle etnografie come testi in quanto, spesso, hanno considerato l’ETNOGRAFIA un sinonimo di RICERCA SUL CAMPO oppure l’hanno trattata come un metodo più che come un esito della ricerca. Cushman e Marcus (1982) hanno messo in risalto come il “realismo etnografico” sia stato il genere di scrittura più utilizzata dagli antropologi, influenzato in parte dal racconto di viaggio, in parte dalla monografia scientifica. Questo realismo esprimeva il tacito accordo di non discutere apertamente le valente retoriche o narrative dell’etnografia. A questo approccio si contrappone quello più recente di “etnografia sperimentale” che a partire dagli anni ’80 si è misurato con stili narrativi diversi ed ha prestato maggiore attenzione alle regole della scrittura etnografica.

SE’: risultato del processo di socializzazione/inculturazione in rapporto all’individuo.

SEMANTICA: studio del significato.

SHOCK CULTURALE: reazione psicologica che si scatena quando ci si trova in una società e/o contesto sconosciuto e non si comprende quel che accade. In situazioni di contatto culturale questo shock può essere reciproco. Le sue componenti sono sia emotive che cognitive. Il termine di fatto abbraccia un’ampia gamma di possibili reazioni a questo tipo di tensione, incluso disorientamento, depressione, apatia, risposte irrazionali e così via.

SIGNIFICATI INTERSOGGETTIVI: i sistemi simbolici pubblici e condivisi di una cultura.

SIMBOLO: qualcosa che sta per qualcos’altro. Segnala la presenza di una sfera esperienziale importante.

SINCRETISMO: sintesi creativa fra vecchie e nuove pratiche religiose (e modi di vivere), introdotte dall’esterno, spesso con la forza.

SINCRONICO: si definisce così quell’approccio che prende in esame esclusivamente i dati compresenti nel tempo senza prestare attenzione al loro processo diacronico o storico.

SOCIALIZZAZIONE: processo grazie al quale gli esseri umani che vivono insieme devono venire a patti con i modi di pensare e sentire ritenuti appropriati nelle rispettive culture.

STEREOTIPO: l’immagine o l’atteggiamento che si mantiene nei confronti di individui o di interi gruppi basandosi non già sull’osservazione e l’esperienza ma su idee preconcette. Spesso gli stereotipi sono analizzati come aspetti del simbolismo dei rapporti sociali e di gruppo in quanto riflettono e perpetuano le divisioni sociali. Stereotipi negativi degli attributi o delle caratteristiche di un determinato gruppo sono parte integrante della DISCRIMINAZIONE e dei PREGIUDIZI.

STRUTTURA SOCIALE: gli aspetti duraturi delle forme sociali di una società, comprendenti il sistema politico e il sistema di parentela.

STRUTTURALISMO ANTROPOLOGICO: teoria inaugurata da Levi Strauss (1958) che ha posto il modello linguistico a fondamento della comprensione della cultura e della mente umana. Secondo Levi Strauss la cultura va intesa come fenomeno di superficie che rivela l’universale tendenza dell’uomo ad ordinare e classificare i fenomeni percepiti e l’esperienza. Mentre i fenomeni esteriori variano, i sottostanti principi ordinatori restano gli stessi.

STRUTTURAL-FUNZIONALISMO: impostazione che esplora il funzionamento quotidiano di particolari forme sociali volte a riprodurre la struttura tradizionale della società.

TRADUZIONE: nella ricerca antropologica sul campo, processo grazie al quale si impara a descrivere una cultura in forma comprensibile ai membri di un’altra. In tale traduzione l’informatore è impegnato attivamente tanto quanto l’antropologo.

TRATTI CULTURALI: certi caratteri a parti di una tradizione culturale, come una danza, un rituale, uno stile ceramico.

 

fonte: http://fenzi.dssg.unifi.it/dip/materiali/1546/GLOSSARIO%20ANTROPOLOGIA.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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